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FIORI POETICI SPARSI DALL'AMICIZIA SULLA TOMBA DI FRANCESCO... Digitized by Google

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(1)

FIORI POETICI

SPARSI

DALL'AMICIZIA SULLA

TOMBA DI

FRANCESCO...

Digitizedby

Google

(2)

1

I

fi

i-

-Digitizedby

Google

(3)

DI

GIAMHAaU HA&CHESE PUOH

INSCRIZIONI.

1/

DI

.

FRANCESCO

.

BERIO

.

MARCHESE

.

DI

.

SALSA RAPITO

.

NELLA

.VIRILITÀ'.PIÙ'.

VERDE

ELETTI

.

AUia

.

DOLBZmSSIKI RAGUNATI

.

A

.

GEMERNE

.

LA

.

PERDITA

ONORANO

.

LA

.

MEMORIA

COL

.

CANTO

(4)

Il/

VOLTO

.

AVVENENTE

.

COSTUMI

.

LAUDEVOLI omSSTE

.

E

.

SOAVI

.

MANIERE CAIIDIDEZZA

.DI.

ANIMO

.

ALACRITÀ'

.

DI

.

INGEGNO

DOLCE

.

£

.

TEMPERATA

.

FACONDIA DIRE

.

ORA

.

GRAVE

.

ORA

.

URBAffAUENTE

.

LEPIDO

ERUDIZIONE

.

VASTISSIMA USO

.

DI

.

MOLT E

.

FAVELLE

PROBITÀ'..

DECORO

.

BENEFICENZA

RESERO

FRANCESCO

.

BEBIO

.

MARCHESE

.

DI

.

SALSA MENTRE. VISSE

CARISSIMO

.

AI

.

SUOI

.

AGLI

.

STRAM

.

OBBIETTO DI. CURIOSITÀ*

LA. MORTE.

DI.

LUI

A

.

TUTTI, DOLOROSA E

.

FARAUnrO

.

FERENTE

IL.

DISIDERIO

.DI.

LUI

.

AMARISSIMO

Digitìzedby

Google

(5)

TEMPERATO

.

NELLA

.

PROSPE&A COSTANTE

.

NELLA

.

AVVERSA

.

FORTUNA

PLACIDO

.

NELLE

.

SCIAGIJRE

COLPITO.

DA

.APOPLESSIA.

QUANDO

.SAI^A.

£

.

LUNGA

-VECCHIEZZA

.

SPERAVA NON

.

PERDÈ

.

LA

.

CALMA

.

E

.

LA

.ILARITÀ*

DEL

.

PROSSIMO

.

SUO

.

FINE COME

DI

.

AVVENIMENTO

.

INDIFFERENTE

RAGIONAVA

CON

.

INTREPIDEZZA

.

LO

.

INCONTRO'

(6)

eONJrUGE

*

mcOHPA&ABILE PADBE

4

TBNSBISSiMa y SOAVISSIMO

.

AMICO

ntAircBSCo

.

bebio

.

haechess

.

di

.

salsa LA

.

MOGUE

.

LE

.

FIGLIUOLE

.GLI.

AMICI

UCGOEfSOLABIU

PLOEANO PEEDUXO

.

AR2I

.

TEBIPO

LO. OBBUOt. CHE

.IL.

ROME DI

.

UOMINI

.

OSCUAI

EIGUOPIUB

FRANCESCO

-

BERIO

.

MARCHESE

.

DI

.

SALSA EVITO?

.

LE

.

TOTIT

.

m

.

LUI

.

ED

.IL.

SAPERE

I.Plir.

TARDI

.

NEPOTt

MEjaaEEARNO

(7)

DI

filàncesco marchese

di

casanova.

ORAZIONE,

intem^aryi

glicstìnli,qual TOto il primo sorgcreLbc dalle

limo? Ognuno

clircbbc asuo f!<^!in: clcrna fra

i cepoti la nieii.nria ilcll'avo. L'anima in Cielo im- inortnlcrifuggo dal pensierochedilei in terra pur la

memoria

sia spenta.

£

quindila pietà, iutorpclrc de'piùriposti sentimeiitiddl'anima,la pietàdie con- giungeilpaitato«1 presente, la ipgàk

non

è

mai

pib bolladiallora quandoriuniscegli amici sulla (oxdIm deir amico. Che, se ilpianto ei lamenti sparai

nna

volta sullereneri del Giustopotesseroetemistare, o almeno rivivere agli occhiedagli orecchide'posteri;

e sele

mura

j)Otcsscroavere sentimento ememoria,e poi voce aridir ciòche udirono;e sefinalmente

me- no

ìwridoil

Tempo

sifiosse(quellatremendaDivinità die

con

sano dÌTÌsameniogliantidn

didùwavano

mata di falce ) . .

ob

I certo allorache la

tomba

del Marchese Francesco Beriosf»ro1)be la celebratìssi-

ma

di tulle. CItènon padre di fijinif^lia, vivendo, fu più amalo di Ini;non cilladinopiìiuniversalmente, in morte, compianto.

Ma pur

troppoleetà fannoguerra, nonchà

aUe

oose, al

nome

andiedeglinomini;

e

pe- ròfa dimestierevestirecUtempra

non

soggetta alla ragginedegli anniil

nome

di

qne*podù

cuila

pnb»

blica commiserazione

o

ildomesticoaffanno vuole

non

dislrntliquaggiù.

Le

artipietose impiegano iloromi»

gliori t.'denti a questo sacro oggetto; esaggiamentefu

^ctto,ove esfie

non

sonoiviregnarebarbarie,

pokhè

(8)

8

ove rssc

non

sono, r(il)l)liodisccnJn egualmentesulle ceneri delvirtuoso edell'empio, delprode, e del vi- le, dei sipienli edrl vulgo.

Di>postoP animo

mio

per natura a melanconicipcn<K sieri,soventeio

m'

inoltroin quei luoghi oTe

rogn»

lamorte: leggoi

nomi

dellesueprede: il silentio chelecirconda,

mi

agghiaccia: riconoscoil

mio

nulla.

Pure, sefra le tantefunereeiscriuoDÌi,aiapprcsentaal

mio

sguardo (jiiclladi

un nomo

ch*«nimeglioignora-

re, e rli(! per1'orgoglio o po' tesoridei figli siede

la d'accantoalla slessavirtù, edinsullaall'umiltàde- glialtrui

marmi

conla

pompa

de* soci. . . grido al- loraio

fremendo

:

Incomprensibile

Dio

I

Tu dunque

concedial delittotanto favore, di'ei trionfi puranco dellerovine edegli anni?

E

voi,arU benefiche, fin voi, artibelle, potè

dunque

corrompere la possanza dell'oro?

Incolai pcfisamenli cosi

muto

allf>rsono, finché più dolceuna ideasurgadalla

mente

aconlbr- lodelcuore. .. Riposinopure leossadel Giusto in ordinario sepolcro: giunga la superbia de* potenti a trionfare sinotra'

maimi.

..

Quando

libera

penna

seri-

vesàifiliti d'entrambi, cadràilvelo

ddP

inganno,

e

lavirtùbrilleràdelsuo pienosplendore.

E

liberapen- na, Accademici, ioconsacro in tril>ii(o di amore alla ricordanza del

comune

dolcissimo anilio,di cuiacer-

bamente

piangiamo. Alla debolezza d>'modi su[>plirà, spero,ingranparie lapietà deli'animo mio; ài gra-

vemente

didlasortefisfito,

ndNatak

del1830,chevi-

va

ancora

ne

sia inpetto la piaga.Socioil

Baio

àtAA leprìadpali accademied'Italia, lasua

memoria

avreb-

be

pure meritatoil tributodivalentescrittore;

ma

do- po fjuattro anni dellaperditadi lui,lelagrime de' sag- gi non ancoranebagnavano lurna.

La

lilialepietàlol- ite, èvero, lo scarpello diCanovaalleGrazie,

ed

ot-

(9)

9

tenne tintanto ArtistaValtasperatila di tkncòtave- nevolc

monumento. Ma

pur troppo oggi chiedeunse- polcro quello stesso che giàad altrilo dava: ed il piantod' Ital'a

non

ancorarisponde al sos^ììk» de'fi- gli.

— ^Deh

Iperchètaci tu, ingegno gentile, che del Ifartmelli in

Bologm e

del

M

aainiinCesena pxonnn-

tìgn

ti

degnamenle

lelodi,epoi (

non ha

guarì di

tempo

) colpiù ciotto deldire

ne

rìmemorastiiptef^

di lei, bella a venti anni, lacui musica facea

muo-

vere a passi militari la gioventù Bologneseesalutò in seguitole prime prodezzedegliItalianisoldati? tu che, tentandodieternare

V

altniiricordanza, latua princi- palmenteeternasti?

Ohi

sela

deca

anucisia fiiaimì oggigiorno andaoe a

a^no da

sperar eoia alta ventu- ra,e da tentarevia

a

te soloconcessodi battere

con

francSiezza di pudc, nonaltrimenti ioIo fo che per rlcliiamarvite, PietroGiordani; il quale,non avendo, vivo, conosciutoilnostro Francesco, male potresti in adessoordinarne lelodi, ove prima la gratitudine di talunode'suoi amici

non

tene

ponga

sott'occhio le principalivìrth. Iobrevementetifiùrò vedere, essere egli statoad

nn tempo

de*letteratil'onore, de* padri

r

esempio: pubbliche e privatevirtù cheIoreseroca>

TO egualmente allafamigliaed allapatria.

E

ben dalla sua piùtenera fanciullezzaeglidava non dubbj segni di

qmlc

poi statosarebbe in etàpiù matura, tuttaiu essovedendosi quella precocità dita'^

lenti che, ainostri

^omi

almeno,faspaventoalle

ma*

dri, le qualicredonlaindìiioahrevitànella vita.

Nè mai

troppo inverovissuto

d

sardbbeallapatria,agli amici, agliamorosicongiunti;

troppoei visse;chè sano erobusto eratuttavia dellacomplessione, ed in età verdeancora, di pocooltrepassanteil cinquantesi-

mo

anno. Natoiu famiglia originaria delle Spagne,

C

(10)

IO

passafrt poia Genova, ed allo perfine sfibillta in

Na-

poli Iranoi, suo padi'Cnon

meno

di lui eracaroalle Muse:efamaanch' egli otteneva nellarepubblicadelle lettere

mercè

di Tagbissìmepoesie cbepur iforlmift- iamente

non

Tenneroall'onore dellastampa. Migliori drittialla pal)blicarìconoacenza

d

peròsiebbe,edal*

r

aver fonnnto unabibliotecadomestica fralepiù vo- lominoseforse d*Italia, riccain particolare di quanti autori avesscrmai fattoparola dellepatrie vicende; e dall'essere stalo fra i più chiariinslitntori diquellai- stessa accademiadiscienzeinNapoli, ovein seguito sededistintaeradestinatoad occuparsi dal figlio.

I saviidel suo

tempo

rinnÌTansi cosktutti

a

Inid'in-

iomo

;e

U

casa di luidivenne quindifind'allora pres- so cheil tempiodi Sofia.

Da un

talegenitore e fra tantiCureti ebbe

dunque

poi vitailnostro Berio; nel quale l'ingegno subitamente apparve,

non

che docile a buonadisciplina, opportunoad alle intraprese,

E come

i

nomi

ditaluni sapientipossono, conoscendosi, tornarea Tanto dichiperessipercorrea consuccesso la carriera delle scienze, oost io

mnoTO

a£fflietapa- roladiPergola

e MalarU,

altissimo onore entraHilri delle nostre contrade; non chedi quel JannantnoBO, ultimamente nellepubbliche cose daiNapoletani ono- rato. Diretto dasimili precettori, dotalo diilla natura di una indole angelica e diunaatleticarobustezza d'in- telletto, assistito finalmenteda tuttii favori delia sor- te, quali

mai

speranze

non

doveva eglidare?

£

qua- le spcraniarestòfinrae

ddnsa

?Giovane ancora,ein quell'etàprecisamente incuialtri appena comincia a promettere di se, fu egliinfattivedutopresentarlialla societàfornito di nozknienciclopediche, e profondo del pari nellepiù severe dottrinee nelle lettere più amene. Perlochè

ad

alto ajutosiebbe, e forza

ndk

Digilizedby

Google

(11)

memoria

onde delle idee facilee tenacissimoeifaceva

1'acquisto, esquisitezza nel gusto clic all'ordine ed usodelle

medesime

sanamente acconea. 1 \ì:\i'<'ì e la conoscenzadellepiùillustripersone, ira lequali Lo- renai, Cesarottiei*Alfieri,fomentavano e sodisfaceva-

no

inlui

ad nn tempo

Fantica

immensa

sete di ulte- rioresapiema.

Talché egK

pelsuo Tasto e peregrino saperesalìbentostoinaltissimogrido.

Ed

è ben

da

sorprendere

come

senza opere ancora, ei-si meritasse r applauso de* saggi; e serira cospicuecariche, la più invidiala influenza uè puLlici alluri.

Che

se quindi in etàpiùtranquilla ei destinavaipoclii istanti del suo ozioa'poeticicomponimentipei quali tutta apparisce la

gentUeua

dell'animosuo,- questi

ne

segninmo,

noa

iieprecedetterolafama.

Amico

delpi& grandeìtalia*

no del secolo,cui tanto

d

pur

somigUaTa,

Francesco Bcrio raccolse iritomoa seipiù interessanti oggetti delle arti delicate.

La

paterna biblioteca completò, adornollaanzi di quadrie disegni pregiatissimi; e di sculture cdipinti, operade' migliori artisti,lesue sa- learricchì.

Kd

a

me

quivi

ed

a voituttisiagrato il

donare anche

un

penrieroa qnel linomatìssimo

grup

po, quasi a

dono

scolpitogli dall'insigne

Canora

: pel quale (benché tràiprimissimi delvenezianoscarpel- lo) con mai più seducente naturalezza espresso tn vedi la

madre

istessa di amorelanguir fra le braccia di

un uomo,

epregare quello a deporre della caccia ilprogetto, quasi in corepresagadel vicino periglio

,

ed

accompagnareilcaldissimopriegodilieti amplessi e<ti

bado

spirantitattidivinavoluttàI

...

dibacio tale

onde

il suono, quasi invidiando,taascolti.Ila s»*

ventaipiù riechidise stessisogliono essere di ae stessiipi&avari; eda molti sapientioemfacaperduta un'idea qnaiido

ad

altrila

danno

:-comefoiie il sa-

(12)

pere

un

metallo chepassa.

E

il

Beno

j'ntece, lotlt Rinorosamentfeaccogliendo, a lutticon egual cortesìa dispensava i tesori della mentecdelcuore, edal gia- diiìo ditattisulle opere

me

modestamente pendei.

Delle qualiioqn) megliocoltacernefarei;rispettan- do

coA

gelosamenteildirittodiantichissima amicizia che(con più sanoconsìglio del

mio

)si apparecdùa, puLhIicandolc, adordinsirnel'elogiomigliore.

Ma

pur troppoèun bisogno pel mio cuore di taluna di esse il

nome

almeno accennare, dellequali moltissime dal sao labbro ascoltai, moltissimealtre copiaidclcaratte*

re mio, tuttepoi

mi

sonocaretalmente,

e coù

esat>«

tamente nel pensiero le

ho

scolte,che

pià amarle

sè meglb

ricordarle, da

me

scrìtte,io potrei. Disttn-.

guoBsi inesse principalmenteduedissertazioni;

V

una parlante dcl5e//o, l'altra

àvW Immortalità

dell'ani-

ma^

cuicguahnenle applaudironofdoiofi edartisti.

E

seben per laprima tu vedi (|ualcsquisitezzadigusto fosse ncli

animo

suo; aquantaeiscendesse profoodi- ti,specialmmitenellegrediedottrine, laseconda

a

te idice.Girrispondente

e mmbro

dellepiàcolteaccade-

mie

d'Europa, lasua cetradoTè spesso rifondere in quelleaU'in?ito de'più valorosi poeti,

dd

cui onore non indrf^nomostros^^i.

pofea sticcedcrc altrimenti alfelicissimo traduttore d'Anacreonte.

Io l'intesi amaramente e in

un

nobilmentesalutarl'dmbradi quel Genio Sebczìo,

onde

eterno starà ilpianto di

Nina

;

certo sulla

tomba

delPaisìello altro poeta sedei

me|^

di luiperloqualeindiapoco era datoalBfa^

)er lo

drcondùe

di

à

elettacorona ilsepolcro,di

Q>»

ra, e chenltunamente8Dirar[)a'di

Desdemora

udirne- fiice i sospirid*Isaura sedente appièdel salice,

non

chel'eco aquelli dell'aura susurrante fra r;mii.

Ammiratore in finealia folliade'primi padri dell'ita-

(13)

i3

liana favella, ci non polca non dividerne i più ferii sentimenti:c peròsenelladi luimente 1'

amor

pa- trioaltamente regnava, Ìl suo cuore

non

fugià cliiuso aiteneriaffettid.*ll*infelicePetrarca.

— Con

più for- tuna pernitro vid'egli

Amore

sorridere a'suol voli, trionfar d'ogniostacolo,e congingncrgti in sacro

nodo

finda'piliverdi stioianni l'oggcllo dellasua tcncrct- la.

— K

qnì migiovi pniKiicde'domoslici pregi.

Ogni

qnnl volla a

me

piarqiic meditare le sorti di questo La^so

mondo,

edai limiliangustissimi dino- stra Daturaportarfilosofico sguardo, ed il passato

nd

presentesitidìare, io

sempre

vidi gliuomini distintiin dee classi; equindi l*unadestinalaa brillare nelle pubblicheistorie, 1'altraaconsecrarsi aiprivati Jote*

ressi. 11 minor

numero

i primi, superiori adogni voi- gare allctto, trascur.uio se stessi, i congi'iiili.rliami- ce,e, preoccupalala loro moulcdalpensierodoli' eter- nità,ridonodi colorocuidi gloria è mal notalavo- ce, di coloroclicspendono miseramentei lorogiomii

0

perlasciaread

un

prodigo figlioitesori diche, a stento raccolti,

non

goderono por mai,

o

pereternare

un

vano

nome onde

con l'oziotul'orgoglio alimenti.

1!^fcondi, e sono i jUi, lieti diun tranquillopresen- te,non curan punto qu;dsia peressereil loroavveni- re; ed

ammirando

sui librii forti guerrieri egli ani- mosi poeti,

non

aspiranoinvece diealprivalo

ma

pur dolcissimo afiètto de*figli, ccon domestiche virtik al ben essere dellarepnblicaincoisono, conoorircre,ed aversulla

tomba

,

non

bagnata dal pianto de' saggi, degliamici il sospiro.

E

rarissimevolteinfatti addi- viene che l'ingegno

d'un

soloegualincntc fioriscaper catranibele cose,che ovetu per jioco all'una di esse fortemente tiaddici,vibasti tutto appena.

— L

forte- meute pure ad

ambe

si addisse,efionva,

Puom

di

(14)

4

cui q;ù siparla: e piùbel

campo

al

mio

dire or si appresta,or cheil

Beno ad

esempio

dd eii

padri dì famìgliaedegli onesti oittadini io vi addito.

Ghè

se parele Grazie cle

Muse

piangcranlungo pianto gol sepolcro dilui,lebuone opereivi eternesaranno»ri- coverto del

mnnto

di purlica virtù. Iosollevoun

mo- mento

il hiaiuliissiiMovelo; evoi ve Iute, lieti e

me-

sti nd un trmj)0, di (ju;in!o fi^rnlllc animaoi capacesi stava,c(|uanlo pcrdoniiuo nella piM-ditti sua!

Saggiamented*

amore

fìlosofavan gliantichi, al- lorquandodì

un

velo

o

di

una benda

ilvcstienocdiè niun

Nume

tuvedipiùbizzarro dilui,quelli fratuoi doni riuscendoall'animegentili didiletto maggiore,

liquali <iccompagnn(i da pi& lungo

ed

incerto aspet- tare. Clic i;lova a le ini'altisenza anlcced'iili sventure il lietostarli sul bacio di pur vaghissima donna, che a le ratto il conceda, edi cui forse il più scraj)licc sguai'du scenderebbe benaltrimenti sul cuore,ove per poco preceduto dal raggiodi

una

avvicendatasperanta^

Quasi quasilo direidi questoinconcepibile

Nume,

es- ser egli piùgeneroso

quando

piùcrudele;e die ovei palpitidaluiprimaprodotti avissersempre cosidol- ce compenso, le preghiere degliamantidovrebberoim- plorarne, anzi clicil riso, lo sdegno. Qui m' interrom- peun s(jsj(iro deliainconsolabile (iinliacui parlan-

do

vennia riacerbarel'asprapiagadiche1'animo suo

va

dolente; poche essendole

donne

che più fortemen- te

amar

vollerolui che

amar

quindidoveano, e po-

dùisime

quelle che tiion&vanodell*avversodestinocon costanzamaggiore*

Ma

pur troppo adinostrialtrìmen.

tiveggiamo.

Che

rare volte

Imeneo

sicirconda ordi amori, e sol nell'orooggi haInsc quel talamoch'ai- ira volta adornava di rose labianchissima

mano

del- 1*luuoceDza. Altravolta

non un

padre orgoglioso

ad

(15)

i5

«f«n>trascSoara lafigliainbraccio diIni

che nè

par

ballem

dellapersona

nh

perTÌrtndell'anima

nèpei

ingegnobrillava. Altravoltagli afTclli del cuoreotte- ncvan rispetto; esibila tombade'padrinon s^udieno

i fì"li etidnro: tu nedesìi una vita dicui tu

non

no facrs:ii^iist.irc ledolcezzapiùbelle.Questo lameu- to non suouctà certo sovrail

marmo

di lui thecor- tescmenle or ci guarda dal Ciclo.

E

pur questola- oielitosuonarItendovea sovra

Puma

di quel

PrincK pe

allissimoche

a

lui negando crudelmente lafiglia^

Toleamegliofard* essa

una

vittima.

Ma

quel

nodo

era in Cielo segnalo: e il ministrodiDio fece in terra rispettarneil volere. Lieto il Beriocosìdi vagìiissima edamorosa consolle, vide0£^li ben qual nuova vita sitrasfonda fra le

Muse

e nellearti,ogni qual volta stan conessele Grazio.

La

letizia ed ilsorrisoa*im- padroniscono alloradeltempio diSofia,e

un nuovo omaggio

dallo stranierovienreso allapiàfiorentebel- lezza. Centro infalliFrancescode'forastierii più col- ti,de'piik sapientiItaliani;dispensatrice era Giuliadi gìoja a coloro clie

amavano

mrj^^bndella vila lerose:

ed ognuno poidi essi avvicinava al

compagno

isuoi, SÌche al primo nonultime arridevano leGrazie,

non

ultimo

r

ingegnonellasecondalodavi.

E

siccomelo spi- ritodi ognisocietàdipende principalmente daicosta-

mi

dellacasaove

ha

vila,cosi tudiquella indasco-

no

altamentetrovavi amicixiaedottrina,

e non

invidia, non ambizione,

non

maldicenza, c

non

quelfabostrin- geredella

mano,

e non qicllevote espressioni diaf- fetto ondespesso faisperanza delnulla, non infine quei reciproco diUìdarcche avvelenaipiaceripiùbelli.

Fremente

ilvisio allaporta, la virtù salutalainoltrava»

La

piii ingiusta intantodelleguerre sorgevadalla

Senna

a nuovo damo

diEuropa.

Un

ItalianoinFrancia

da-

(16)

TtvaIItronodelpilitanguinoai»detpotimio.AtteUncC»

conlu tromba delle gaeire i suoi valorosi guerrieri, passeggiavaciIn terra

eoa

la vitloria inuutui c col terrore allespalle.

La

iortuna f^i appiauava ogni via;

il silenzioelemorti scdcaii qiiiii<li suqiella,

permu-

mutata in rovine. II bel shoIo d'Italia

non

fu

meno

iufcìicc.

Lo

straniero iosolcntcbevveallora ipiesteavp rebeate; torbò

nuovamente

lepaciGche

onde

del

Se>

belo»perlavarvi lesanguinose suevesti;doin^tfoco- sidestrieri di Gilabrìa;vuotòipubblici craij; chia»

tnòvilile sforlanalesuevittime

£

qnal di voiqui presentenon lo

rammenta

allora, esu!cvolon- tario (lai perigli della cinìi, ricoverarela crescente fa- miglianelle beatesuliludim di Portici, c durare in quelle, ignoralo,ladecenne sveninraf

Le

solesuetiglio

• pockt amici Iormioivitutto-ilsuo

univmo:

ipadri diognietà terrannosempre

a

modello ilgentil reggi»

mento

che n'ebbe: ela pace perIni coronava di ro- se, allefaldedel Vesuvio,l'ItalianoCanova, mentrela guerra, sullevette delPìreoeo, giànegavagli allori all'Ilali.'jiio Bijonaparle.

Ma

suona['ora delpianto pertutti; clamorte vapiscepiù prestoipiùbuoni,perricordareallaterra chelafelicitàè del Gelo. Cosìnoi,nell'inverno del 1818, e peiinquello deli8ao^

piangemmo due

vidte ccttdelmenleperlui; ela secondavolta lo

piangemmo

per sempre.

E

crudelmente bendissi, poiclièsolo

un

colpo adatterrarlobastava; elo atterrò in mezzoall'

amorosafamiglia, quasitutta raccolta dalla sortea orribilescena.

Non

conforto direligione, non parola difigli,

non

pianto diamie», furono alui presentinell' ultimapartita.

E

purforse allora

k

natura obbedivaal*

le leggi del

tempo

con maternopensiero,

ove,

abbao- ioado. la tcnveiriipanniavaalla TÌtlima.la

dolovon

co-

(17)

iofcemi

del

no

deilino. Qiìusiidilu!occhipltci- dimcnlc al sonno quaggiù,

d

riaprironoali*eterna vi- tanelCielo, ove pianto non suona, ed ove il pianto delP

uomo

siaccoglie

come

Iribuloallal)iviiiif;i,Inqua- le altrettanto sorriso gli prepara in cojn[tcnso.

— Un

follissiiaostuolo diNapoletaniintantosiiaggruppa so- TKiil

marmo

di Iiui.

Lo

precèdeil

buon

Giuseppe

Ca-

pecelatro,giàArcivescoTO di Taranto,

sempre «aom

diNapoli.

Ei

nenarra l'istoria; ne ricordadolceil sorrìso, vÌTissìnio losguardo,leparole cortesi, attici idetti, urbanissimi i modi.

Lo

ricordadottissimo fra

ì dotti, fra gl'incolli pjioviale, divcrchic/za conforto, desiderio e sostegnodi gioventù, d(;Ile donne delizia:

nè pur mai disestessosuperbo, ne maid' altrispres- lante.

Dìm,

delsao pane

come

vissero molli;

come

lavirtikdispreztatatnelsuotettoebbeasilo;

come

al*

leTcrginieiserbavaconsussidi!ignorati l' invidamormorazione,di lui sempre fu mota. Senza

ombra

d' inimicizia velia tomba ci discese, I posteri leggcran sempre sullalapide del teatro massimo,

mi-

stoal

nome

do'più chiari suoirestauratori, quello dei Marchese

Fraucc^o

Berlo..

(18)

4

' Digitizectby.

Google

(19)

'9

OBI.SIGI!

OE gioacchuio posta

ODE SAFFICA

E

perchè

mi

Ghiamate a naorilotti, Sdieiii Vati,

ed a

fanereo canto?

Sovra un'urna rcgal

non

ancoasciutti Gli occhi ho dai pianto.

Giisulsasso fcraldi Borio estinto Sparsi viole clacrime,

ma

orsento Rinverdiloilcipressoonii'

ho

il criacinto

Gemere

alTento.

Ta

eai,del dolce amico

anima

bella, Ch^ebbi conte

comune

il cicldi Giano...

Ab

d'aver quello che or ditesiabbelU Io speroinvano?

Da'tuoidottiiohcvca lahbri sovente Del saper1'aura, ed agitarmi il core Caldaio sentiva,c balenar mia

mente

Del

tuosplendore,

O ni

srdaTidi Naturailbello,

O

di Rossini alrapitoreincanto

Mi

strappavi dal cuor per

Gora

eOtello Fremilo e pianto,

O

seallefiglienc"liascrri tuoi lari Il ver cotulivi inmolli versi espresso:

£d

io vcdca per tpiatlrovisicari Tuttotestesso.

Da

te, Pericle

movo,

siaccogliea

0^1

Tate,piltor,Piazzi eCanoTa;

E

ilsublime

ed

il hello nlloraardea

Di

luce nuora.

(20)

Gaio

dimirtoc allor, dellavirile

Etàal merigge, ahi!Itubin reotischuota*.*

Tu

giaciafrondeggianle eleesimile Dagli curi inlflBte.

Ne

delleri<.dlee Palladeficare

Ed

alleGrazie,

nk ddla

coDSorte,

d'amistadetirapir le

amare

Lacrimea morie?

Oli al nnslro dellonvria Fidia novello:

Focili anni volg'T.in, clicquesla sposa

A

laiilo amico li i.uàun avello Urger pielosa!

E

fa{irladiivefar

V

opradolente,

Tu

purperisti, ItaloFidiale giace

Muto

quel tuoscalpel clicil

marmo

algente

Reiidealoquace f

Ah!

mentreoliròscaljìcl fliihbio si npprcsfa

Qiiell»

tomba

acompir, su cui pensose Stanle

Muse

c Sofia,alpie diquesta

Iltam crocee

rowt

L'

anm

le eternerà del vostro canto,

£

ilsacro

umor

del

memore

Ippocreoe»

E

dell'

Amore

filiateil i>ianio,

E

queldMraene.

Di

Parlenf>pe il Genioe queldi

Giano Qui

curvisulla speria inversaface Sì odano ogniììuuo

mormorar V

arcano

Imo

dipace.

Digilizedby

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(21)

SI

PEL SIGNOR GIUSEPPANTONIO RUFFA

O D E.

Spesso quaggiù

man

prorrida Il

ben non

Tersa intmho

'

AUor

chevitaappcesta

a

Gratitadìne»

IXtu

fregioaorrano

D' ogni beir almacai4Jl

CSA

fildato Schernirl'Invidiae

moyer gocm

alFato.

È

vero:ohqualne

V

anima Mesta dolcezza io sento

Or

eh'ellasorge, amicovoto acompiere;

E

dolceascreoconcento

Saona

di

Beno

inleSébeiierÌTe

,

A

|itè

de F

aradie

1^

eoa Tetiyel

Ah

si;qneifior che spargonai

Su

quella tombachiara,

Che

degnoera d'onor quel

Grande

attestano^

E

la

memoria

cara

Per

luidestando va piùcariafletti In qnei ches)gliconderotipetti.

Airaggi della gloria Crebbe l'elettospirto:

Gemè

pianseperlui

V amante

Patria, Cinj^cndo il crin di mirto,

Alloreh' eivolsn al soggiorno immortale,.

Che

priaconobbedelpensiersu \'ale.

(22)

Filiale

Amor

poi sorgere Vid'iodanobil core:

Egli è cheai

sommo

Autordietemegrazie, D*Italiaeternoonore,

In snpplichevolnion dolce iavdìa,

£

di nuovofulgor sestessoaUielli.

die mai

richiede? Invidia L*ascolti efremairata.

Al

cor d'amico, eda la

man

TÌvifica, Dal pianto mio bagnata,

Superbo nn marmo

die piùillustre al

momlo RÓida

l'illustrepensator profondo.

E

se

pur V

opra egregia Dcslin

non

vuolcheviva,

ombra

onoralaal beldesio neplaude;

E

mille mentre avviva

Tenutili aOftti in essa

amor

terreno,

Canova

abbraccia,cvan di

Dio

nelseno.

ColàdelBel contemplano

La

limpidasmrgente;

£ ok

qualie quante dire

forme

or

mirano

Ch* ebber già prima inmente!

Pariin

amor

pel suol natiosia visto L' esempio lordi sprone ad arduoacquisto!

Tiacqueta, o mìaPartcnope;

Che

se tardo tributo

Dicliituo lustro accrebbeaia

memoria Tu

rendialfincompiuto.

Atteremotegentiil

nome

caro

Su r

ali

de

la

Fama

andri piùchiaro.

(23)

9Ì Ilaqualeidimtenibile

Agitail

mio

pensiero!

Se

ognorPietà

non

ginngeipettiascuotere Ai rai di eterno Vero,

Che

vai nobileesempio?

Ah

senza questa Chiben Tcraceali*

uman germe

appresta?

(24)

DEL 51GN0& FBAHCESCO AUFFA

ODE.

fierio,a

me

dalpensiero

La

gratarimembranza

unqua non

calie

Del

dìche fu primiero

A

quella checi unì sacra amistadc:

Qnd

dìcorse

n^li

anni

Degli amoioii miei soavi affimni.(i)

Era

la slagionUeta

In cuil'acqua, la terra,eilcielprofondo Forza acquistatisecreta,

St chea'dìprimi par chetornì il

mondo

*,

£

i'astrodegliamanti Cari

semi

inspiravaedolci canti.

A*mìei carmid*

amore

Tu

allorplaodiTi,eleBiemorieanliche Tisivolvcanoin core

Della donna dastelle

empie

enemiche Negata a'tuoi sospiri,

Gli'indi fupremio asì lunghiluarliri.

Io,cliefrdtantoaccolto

U

giovanileardortattovedeh Snl Inonon giovinvolto,

Ecco

il vate di Otello, in

me

dicea;

Ecco

ranimacalda,

ettepinse Corain

ben amar ù

salda!

é

Digitizeòby

Google

(25)

a5

Onde

tupoiche slampi

Nuove

orme, onovo incanUUordell'aImCf(a) Dell'Armonici su i riiinpi;

Tu,

i cui ciiucuUsou

mca

delle palme,

Ai modi

prepotenti

Sprone

aTestidi Berioicarmiarientì.

detto

inin me

stesso.

IoBerio, ei

me

griardava,

ambi

tacendo;

E

in frnntn all'uno impresso

Ogni

proprio pensierValtro leggendo,

Le

nostre animo aerose

Trovarsi amichee non nefursorprese.

ladestra ospitale

Porgendo

a

me, pm mi n

ofièrse amico: attoe'1dir

non

so rjiiale

Dolcezza avesser dicandoreantico

;

So

che quel dir, quell' allo

Forte scossermi ilcore,e suo l'hanfatto.

Creda il vulgoprofano

Che

affettovero peretàsì estìngua,

E me

tacci d*insano

Perdièdisciolgoatardi

<omd

lalingoa:

Me

il vulgo

non

oflibndc,

Ch'ei gliarcani delcor

mai non

intende.

A

Berio

mulo omaggio

Trioni.ilordimorie ognorio rendo,

Ma

qualsidcLbc al saggio.

Lietosulla sua

tomba

io

Talma

accendo

Del

penderdella vita

Ch*eteinaci

we,

acfceinsuacarteaddita. (3)

(26)

E quando

Primavcrri

Il primo giorno nvvcnt4irOMadductt

Di

nostraamistà vera,

Io luoghi ovufticnmortie

moto

e luce CercOf

e

abbandonoilpetto

A

Tarijsensiddl'anticoafiètio.

Volgo,eh* or

mi

condanni.

Attendi pur,chese ciirralo

bim

Sotto il

pondo

deglianni Fia che III vrg^a me, beo

mi

udirai Ripeteranco .illora:

Io

mi

ricorilodi ^uei|^orno ancora.

(i)Argomenlodi«jum*

Ode

bilpriim

gùimo

ìm

«nV

lorcconobbeilSignor MarcheseBcrio.

(a)Rojsini,che mi«einmuiicaT Otello,ed«lirepro- duzioni(!elSerio.

(3)Sialltida al ixaitata diBciio sttlTimawialitk del.

r«aima.

(27)

DI

C.

HAaCHiSI

D*

ALB£EGU

ODI

1.*

X.

Scavai! da

V Erebu Na

Malatia;

Pri farsicelebri,

Cum

unnitìa.

».

Fibbrì

ed

arterii

Ti

pungi

e aggbiaw»

E

morii,o Bcrin, Già

V

amminazza.

3.

Tenta a lu cerubru L*urtiniaprofa,

Ma ddà

diguardia Palladi trova.

4-

Ob

Din! di Palladi Li sforiì audaci Sulu ci olleniiui

Tregua

enonpaci.

5.

Vtisi Pavtenopi,

E

aruzzulunì Scinniu pri polari Voti aPluUini,

Digitizedby

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(28)

98 6.

Prì chidda facili Antica strata Cili fa daCereri 'Rfprijaasìgnata.

E

liSebezzii7;

Genj

canori,

E

ccntumusici Alati cori;

8.

E

diiMcipoinini

La Geaiu

serio,

£

lamedesinui

Man

diBerio, 9-

Ddà

jiisu arrìvanu,

Prigannu pura

Ddu

Diu chi rcgula

Ln

regnuscuru.

IO.

Di

In

meu

sicnla Anacreonti

Musa

teanìra Passa Acheronti;

1r .

hu

Geuiu libcru

Di U

beli* arti 'Ntraalagran «ansa Ci pigghiaparti.

(29)

«9 13.

Virtufi c Genii

E Musi

e Dei

DJà

alibasciuportanu Votied omei.

i3.

È

Itt

mea

specdriu, Grida Prudenza;

E

ndtt) ci repita

Beaeficensa.

14.

Cuidici: pensaci, Plutu, clùfai!

Ah nno

accriscdi

Li

nostriguaiì

i5.

Coidici:

Beno

Vali pri ceota;

Di lasopatria

È

i'ornanicatu;

x6.

E

coi:

U

Tiuaili

Di

lifamigghi

Iddu

determina 'Ntrapatriefigghi;

'7- Signa alu Genia

Li voli primi,

£

ad ogniscienzia

Lo

molliimpriini.

(30)

3e i8.

Sulu Mudestia

Nun

dici nenti:

Ma dJu

silnnziu Qiianl'c clocjuentil

Girapatetica Li cìrianciulini Ucdiiuzzi in circnltt

A

li vicii'i; 2').

L

(idi coutiuui Sguardi smaniti Pari dìcissim: Vili

mi

capiti,

ai.

Cu

tuttist'cssiri Puri ccelesti, Quasidigiubilu

L*Orcu

6i vesli.

Tregua, «lenziii

C

h 'ntra

luWerim;

Tutti interrumpÌDU

Lu

cUiautu eterna.

3.

Nun

c'èdiiiitenebri, Canciaa

U

acena;

Quk

'unpari1*

Èrebo

Loca

dipena.

(31)

^4.

Già

d campcggiaim Li

Mntimenti Bilìcatisfiimi

Ed

ipnocenlì;

Già SIsuspcnninu Peni e cunnanni Fricui'nn

n

contanu

Ed

anni

ed amù»

Chiù nun

sbulaxzanw Jacobbi ccucchi;

Lu

slissu Cerbcru Qiiudiu livucchi.

AccusskTittira

IVtra dd*

ampia

gratta,

Qaaimu

Proserpina ScinnìiiddàSlitta*»

38.

lAa quali Genia Junci d' arrassu!

Tullici accordanu Liberapassa.

La

iacciamabili^

Lu

purtanu'nlu, Dcstanuall'anima

Lu

sentimentu.

(32)

Sa 3o.

Spira,

a

vìdirilii,

Un non

sogIiI....

Di

min

amarilu Patruni'un si.

3i.

Sulu mustrannun.

Sentaparrarì,

PaAa

stacausa

Ddà

gnadagnarì:

33.

Ma

s'ora ètncitu

Cu

la so

Min,

Ci parrà i'alitu, Lttaguaidnduci,

33.

E

lisolacrimi,

E

li sogghiazai,

Lu

ciatn caudn

*Nirali labbruzzi, 34.

ChiscioggUiall'urtirou indiistiaccenti;

£

ascata

ìmmolnU IaL,msuU

genti:

35.

» O

Tu, dir

E

roba

»

Forti Sigli uri,

»

Sugu'cu, conuscimi,

Eu

sugnu

Amurì;

(33)

36.

9>

Ma ca

Cttpidìm

» Nun m'uminalism:

»

Yirtuti easeguita;

» Iddu

lu TÌxia.

»

Anzi di Veneri

» Lu

fi^ghiu, 'uterra i>BlifaGonlinua

» Ed

aspra guena.

38.

» Di

raru 'nseffliDiila a>Ristamunui :

» È

pocuuu'anima

w

Fri tullidui.

39.^

Non

dcfiderìtt

»

Concnpiscenti

»

Chi 'nciamnia

ed

altera

»,

£

corienienti;

40.

»

L*afleltu eu rcgijlu

»

'Ntralimurlali

» Cbin

tanta e nmplìci:

» Ln

fiUaJi.

4i.

90

Un

jornu, pensaci,

>j Calai ccà sstiJla

» Cu

tia ePiosiTpina

M

Trimanti tutta.

(34)

34 4a.

Quanna

'nSiciiia

n

Arsi la teda,

» E

fusli carricu

M

Di sta graapreda.

43.

Eu

firrìannumi

M

'Ntornoalacocchio,

» Ddi

spicbiedd*ar?iili

w Penimu

d' occUiu.

44;

La

Dia chiù amabili

w

Chiù bcJdu cu fici:

» Quannu

nni vitliuu, a»Erifelici.

45.

Fri la

memoria

»

Chifusli spusu,

M

Philuni, placati,

»»

Fu

Ilipiatuful 46.

Deh

I salvaBeriu!

»

Falhtprimìa,

w S'aBcÙ

PMMerpioa

» È

cara

a

tìal 47*

Ak

! di tri virgini.

»

Figf^hi scimtcìiti

»

L'

amaru

trivuluI aiSentiluleoU!

(35)

35 48.

M

Tiralu

mrdicu M

Sulu inun canta;

» G

parrà

Lann

»

Falorì

e

duantn.

soParrà,mittennusi

»

Li

manu

'ncnici,

»

Chìanlu amarissimu,

»

Palori duci.

5o.

i>Curri snllicita

» V

«utra

a

hi Ietta ,

» E

volt

indili n

Iio diianta 'opettn...

5i.

»

Chccchina!... amrnatulal

»

Ssa risu èfintu:

w

Portila spasimu

» Wacd

dipintn.

Sa.

»

*NtFa ladomestica

» Ara

privata

w

Pippinatrovasi Addìnucctùata,

53.

*)

Kd

atiafervidi

»

Valiìndirixxa,

n

Quotici e

n

accta

» La

Ikedda ttìxaa.

Digitizedby

Google

(36)

36 54-

w

Lassa...

oh

^htacoliiI

»

D'orrori china,

»

Li iìggtti picciuli

»

Cch Canilina;

»

Sciama, jttannusi

»

*Ncoddii •! lu patri:

Prima

faiTigghìa

» E doppo

mairi.

jC).

m'

Oh

ti!

mi mancano

»

Vuoi cpinspri,

» La

pnna n csprimiri

»

Di la mug^bcri.

57.

i>

Ah

!voidicitimì,

M

Spiidi'nfimali:

» Pena

pnivastìvu

» A

cliislaeguali

?

58.

Lu

voli spingiri

» Cu

li soi

manu

;

»>

E

serriemedici

n Manna

lontano.

•»

£

la solaslinia

»

Chiù turtniiilusa,

» Cà

l'avia leniri

»

In

pcUu

chiusa.

0cy

Google

(37)

»7 60.

» Ora

sulliciU

« Duna

cunsigghi,

c<

Ed

ora spirìtu 5j'?<runi»i ail iìgghi;

61.

i>

Ed

oraaccostasi

M A

lumalatu

» A

cuiprifannactt

»

Darrialadata.

6a

»

PlutiHii, sniovatì

M

Sin scena orrcima!

n Cosà

Proserpina

»

Patriti renoaI

*

63

»

Di mìa, dìBeriu

>jPietàli pigglii'

»

Salvalu!... snlvalu!

M

Dallu alifigghi!

» 64

Dissi: na lacrima

Chi

d

acappau.

La Dia

dil'

Ereba

Si

V

asciucau.

65

Ammaluccbisciou

L' armi dannati

Cu

11'ocelli estatici

.

E

sbaUncati.

(38)

38

66

£

chianciulìanu Li Dei mimiri:

Suhi è inllcssibilt

Lu

soSigniiri.

La

Parca niara

Ln yraim

isatn Firmava in aria:

PinDÌalufeto...

68 Mà

'unpntfi reggili,

S'inlinniriu,

E

laSO forfici

*Ntem

cadio;

66

£

alacadirìcd,

Fa

un scroscio, elotta In miIli frìguli Si yidiratta.

7*»

AllorainooBini Gridao PJoloni;

E

dqìribojnlMiNi

L'olremi

agnoni:

Ora

di Boriti

>j Conni si tacchia

M Lu sUmi

?»>e torbidi

Sguardiscagghia.

(39)

39

Vulcanu, consala,

»

Fallachiù forti,

» Comu

lafauci

» £

di la Morti.

Uaizaru

impiegaci

»

Ch'haiInchiù

dnm:

»

T*«ssigiin,..

nn mcu1«

u

Fri sta ItTvra.

(40)

ODI

a.*

Non

scmpri (•inesorabili Plulu cucui luprrga;

Ma quaima

sta pri ccdiri,

Tanna i

«dira e nega;

9

Piich'iddu

nun

pn smcntirì

Lu

libbru dilu Fatu,

Unni

di tutti l'omini

Lu

cuntuè registrata.

3

*Ntinpietà diTessala SpusaluStìgiuDin;

Ilavittima pri vittima Cangiau,

nun

assolviu.

4 IM

lu Canturì Traciii

Lu

rbiatitu c1'armonia 'MpcttualaDiadil'Erebu S'apersimla via;

5 Ma

DOTIpassaula gi'azìa

Li porlidi la 'Inferno:

La

patlu fu impossibili;

Fa

lu decretueterau.

(41)

6 Qiunnu

peròluGenia

Di

filiali

Amuri

Prigau chianciu pri

Beha

Infirmugeuituri,^

7

Ottinni qooDtn oUeniri

Nnn

pottiAlceitieOrlcn:

Pirchìasi'

Amuri

cedinu

Cupidu ed Imenea

;

8 PirelliriuluePmscrpina

S' arricurdaru a

un

tratta Enna, lamatriCereri, Ilihcriiiii,In

mia.

9 E

cpattrafiggilifiora

Vidiriiu tanta guerra

ChMn

Celu tri liGraxii,

Ha

fluimnqoattniin terra.

IO

Da

1'agni storti ad Atropa

Sfuilu bisulca auaru,

E

OMii-e MNiA

e

ìaanta

li

scaldirìlMkuii.

II

E

Plutuin fintacollira Chi dali sguardi spanni, Dissi aVulcanu: Consala:

£

ci

assi^au

ceot'amii.

(42)

13 Scossi lu Fato Vispida

Ddusa

iVuiiti,c scossi

Li

pedi, elaso sedia

Di dJmnmu

sicummossi.

i3

SirìsintinInGardini

D'unni

la tuttugira, Pirellivosi rispmitiiri Diiuso

Numi

all'ira.

Lu Numi

chi li seculi Impasta culi aferi,

Ciiuda

di *inpettu Inalila Chi

pan*

ailpimeri;

i5 L'alitu pricui l'omini

Curriuu oslorlu odritto,

Secunnu

'ntra li scculi Etcrnamenti èscrittu.

i6 Ghidd'diMi

compenetra

La

menti di Volcami' Olilaq[>iuaUforfid Si .miaòraTa in

manu;

'7

£

cigrìdau:

»

Li. fulmini

»

CjOutra reigiganti

»

Fadsti, eimpenetrabili

» Anni a

l'IIiactienranti;

- LnyiiLieoby.

Google

(43)

i8

»

Facistì contni Ifioln

A Febo

lisaìtti,

» E

lugran scutuaPalladi^

i>Fatali a cui Invitti

;

» Ne

ci iTiiltisti scculi,

»>Ma'ulra lavuiu e

darmi,

»

Jorna asaittiefiilmini,

» Anni

àInsentoe all'armi.»

30 rirmrnladìMulciberu

Si* idea'nfralu cirveddu,

E

supra di la'nciulini

Dà un

corpudimartedda.

ai Cu

11'occhieculi)dita

Mìacitasferri

e

scardi^

CÙora

aggaimnafi

e

cancaii,

E

limi rattie dardi;

aa

£

trovaolii la rugginì

Non

polliarrussicari

Un

rìmasnggliiu lucidu

Di

timpiraùazzari,

a3 Snrerdùa ed

anticluffìmii

Di

la calìna«neddu,- Chi av?inculan- Prometeo, Pasto

a

rapaciofiedAi.

(44)

M

Lu

fcegghif e cu lifrìgnli

Di

r armi dilaParca

L'ammìsca,

e tutti

'nsenmula

Supralaforgia *iicarca.

ù5

V

ugni diliKnotanra SetriimdigurgioH;

Ed

agita li mantici .

Quanto

chiùfortipoli.

26

Ventu faiddi ecinniri

Jn autu vannii, csqu.igghia

L'ammassa;

elu

Dia

subitu Aflèrra la tìnagghia.

^7

Indiitiibniii,

e

fi>r6d

Dignidi'Nfernu stampa:

Poicritticosainutiii,

Ed

aatutau la

yampa.

a8

Lima

imbrunisci elempira

Lu

taggtttu 'ntrala bara Chi

da

trigalia Gerbera Pestifera tentava.

ag Na

puntadi l'acerrimi

Fragellidi lu

^Nfemn

Poi scippa, ci la situa,

£

arriba^ciau lu pernii.

(45)

4$

Eccu

cumpita1'opera!

E

a raffumatu fabbru Kisu epiaciri scdinu 'Ntralu sgrignatalalibni.

3t Piicbiy

Valcanu

reticn,

E

tanta presciactanta? .

Lu

cori ahi! prilalastima

'Sisbattulia, siscaata.

3a

Fritia tilt(Il lu Tartan!

Rtpita,

o Nani

loppn;

E

tenti già Proserpina

Chi ddà

cisi.ditroppn.

33

^tisi Plutuni

Verramu

Zelu, e li

manu

junli

Prima

jsau 'ntra11'aria, Poi aiumucciau lafruntL

34 Oh Fatui ed oh

terribili

Di

tua dorizza esempin1

Ossa mìm

ecinniri:

Ddà

sopra è latotempia.

35 Oh

Fatui Ahicadi Scria,

Comu

struncatu ciuri Sutlal'ararafauci

Di ronu

mitìturìf

(46)

46

36

Jttavilu scutuPalladi, Chi vanu èlu so raggiu, Si

nun

valiu a difcnniri

joniadiki saggiu.

37 E

i^agnunau Parteaopi,

Ghiancranalamischioa;

E

arrispunniada un vausu

L'£cu

diMergellioa.

38

£

ccntu Corie Gcniì, ChÙNweDQtt acfaianturuttu,

Tindana

di

du& niam La

atissa

aùim

lotla.

Lu Geniu

di

Melpomeni Cu

lasolama dura Sculpisci:

È

chiusa

Beriu DùUra

sta

sepuUura*

40 La Musa pd dà Pauma

Hii¥ia di

k

Sdeta,

Posa

la

manu, e

tacila^

Ccà, dici,

è

la

nÌÉ aeUl La Musa

diluSiculu

Vati scuUu la cetra,

E

dijacintiemoia muli

Oman k

fiidda

pam.

f

-

'-Digtti2«rt)rGoogle

(47)

47

Idi

Geniu

dililìberi Bell'arti vae un pinseddu Ci appcnni inoiocaustu,

Na

squatraed

un

scarpeddu.

43

V

tìbauA

mei

ccà vegnann.

Mesta

*ntii]iMi

PmdenM;

Parrì ali mei sta

mannara,

Cantaa Beneficentt;

E

finiannu

m

circulu Attornu di lafossa, Eterna pacipregaiui

'

A

l'onordiirotBa.

llttdesUa,a laso solitu, Chianci, s'ingutta c taci,

E

*ntrali laLbramurinura:

Paci a1'estinta.... paci.

A

Tolulentae tadtu

L'Annri

filiaU

Jund,

ta)ia«poignuttica 'Ncostu

a

In

manna

i*ali.

Grapilafossa; abbjacd

La

ciaccula astutata;

Cu Benu

poisivortica....

E

cadilabalata.

(48)

4S

DI VINCENZIO DE

lUTIS

ODE.

Nee

«I <fuidolim lusU.. .

Delevit aelas: sprirntadhuc

amor

yUnuUquecomnUssicaiores^

Oh d

animosi

numen

Arbitra Dea, cuil'adre Idee mestedi tumulo Svolgoiisi aidee leggiadre

Che

limpidefiammeggiano

Nel

ten di «temità1 Scendiinyocafa,e

ITangolo

Sediam

deYurna amica

Ove

di alate

immagini

Calcatostuolsiabbica, Per meditarvi ed ergere

inno de 1'amistà.

3.

Tuliol*etàTolnbik

Urla

scMnapone

e

sohe;

Tuttodi sua yertigine

Ne

rampiespire avvolge,

E

copredi sue tenebre

Con

l'addensato vcl.

Se suondi fama argoHca

Sempre non k mendace.

Preda

cadeal'Atlantica

De

l'Ooean vorace:

L'ultima

de

le Pleiadi

Più non

apparein del.

Digilizedby

Googl*

(49)

49 3.

Ua

TÌta ìuestinguibilc

Vive

chi accolseinstno

E

fomenlò le vivide Faville che inovieno

Di

là ve

moto

e fomite

£

scopo ebbeil pensier.

Pensìer chefiraogeilcarcere

De

leorganate

memlira;

Qie immenso

assorge,

e

ogniessere

De r

universo assembra

Ne

lavicenda araonica Di armonicopoter;

Che

scopritore

ed

indice

De

lainfraogiba legge, Ideviida reriatidie

Anomalie

conregge,

Sb

falloesempio e stimolo Per r ertadel

cammin.

De

lapace domestica

Tra

levirtùprivale,

À

insegnamento pnUiiico

Del BeUo amante

eTale, Smentir

non

sale origini

De

Tesser suo divin.

5.

Vive immortai ve sfolgora

Nel

suo vigor primiero II fonte inesauribile

De

l'immutahil Veto,

n

fonte inestinguibile

Di

archetipa Beltà.

Digitizedby

Google

(50)

Le

cuiriflesseìnmiiguii

Di

attenuate forme

Pur

scorgonsi fralucere

Ne

Jc indelebili

orme Oie

ia suo passaggio imprimere

Seppe

chi uscia dilà.

6.

Tal regioD neiniuneri Di valealcun

non

visse;

E

in tenebreravvolgerla

^olle Plalon che affisse Sì pressole liiri alacri

A r

inaccessosuol;

E

solde* sacri platani

Fra

l'ombre delnislero.

Cocleale cifre svolgere Del contemplato vero De'fidi suoi piùstre&ui

A ben

elettostuol:

7-

Che

inutiiopra c vacua

È

srellcrodallesso

De

ledrceexnetaslesi Chi a

mdma

e bragoè avrcsiOi

£

sollevarsiainobili Destinisuoi nonsa;

Di

generosasmania

Chinon

avvampa

e bolle,

delsuocentroesiguo Oltreilconfinsiattolle,

Per

abbracciarné l'anima

TàUa

Pumanitìi.

(51)

5i 8.

E

il

mio Beno

al

magnanimo

Stuol siaggiungea de pocbi

Per

cui delSofo d'Attica

J

deltinon lìirrechi.

Per

cai co'vanni eterei

Non

ardueviesegnò.

Del Bello ama!i!e eflamine,

Fu

ilBeilo lisuo (lilello;

Ma

cullo ed araergendogli^

Ne

rideal concetto

De

léaimonie scambievoli IIculto

e Para

ornò.

9-

Grande

hil pensiercheapaxia

De

l'alma Fisi in grembo,

E

orquaor là rimovere Tentaeritenta

un lembo De

la yirgiaeaclamide

Ond'elk è

stretta in sè:

Ed

or degliastricalcola Gliordinati inter?alli;

Or

gli atomeltlsegrega;

O

in fibre ed in cristalli Scompoii rjiianto accessibile

Al

suospiar sifè.

IO.

Bla

è

hello seneivortice

De

learmonie n'TÌhra

Dnce

Malesi, eil massinio Col

minimo

eqnilihm

Ne

1'alternarscambierdle

Di

armonizzato amor.

(52)

52 Gigante allorgrandeggia

L'idea

ampia

infinita;

L'acque, leauretlegarrule

Vjron

di

amor U

Vita,

Ama

l'inertepomice.

Ama

esospirailfior.

II.

Grande

èil pcnsicr cheiuamargesi

Ne

1iiiiotcorigini

A

diciiiarde' popoli

'

Le

primescaturigini,

£

d'

Erme

Marte e Pallade L'alternodominar.

Ma

èbello se

de

l'avido Desìo drizzail sicuro

Volo

oltreil rnorbtl termine,

E

va in stn del luturo

De

l'

uom gP

interminabili Destini a mediur.

£

bello hse, nel férveie

De

l'apollinea vampa.

De

le indissociabili Tira/ic trai valli accampa, Del triploserto iltriplice

Onore

a conquistar

Che

alui fbativiintessono

Per

lafioritavia I lauridi

Mdpomene,

I

mini

diTalia, D' Erato e di Tersicore Trail gaiofolleggiar.

(53)

51 i5.

£i

dalrisortoFidia Ai reduciporlenti, F-i dt: li patria music»

Ai magiciconc(!nti Affisain&aziaLile L'avida

mente e

ilcor:

E

ouoTavita

«d

-anima-

Rende

a le patrie«cene I^el nollurnospcUaCOlo

De

lebeirarti pienct

De

la gararoriproca Maestroinsegnaior.

14.

O

Italia! osava ilgelido Abìtatorde l'Orse Berteggiar,

quando

in catari Prediliger

U

scorse

De

la grand'opra scènica L'armonica unità.

Non

sonle Aonievergini Tutte figliedi(iiove?

Tutte quiliann'arae tempio

Se

sondisgtonte altrove,

Più

belle segareggiano, Pi& care in amistà.

i5.

O

industri tinteotrattino

La

squadrae Ioscarpello.

Una

è del bellol'indole.

Una

hridca delbello,

Ed

indivisesplendono

Ne

l'indiriaoonor.

(54)

Pera chi Varti ingenue Scisse cstringeva in argini!

Immenso,

incompressibile

Frange

isegnalimargini Libero ii^gpgno

e

strenao

Nel

maschio saovigpr.

16.

E

al'ertaimmoisurabile

Di

qticìl'impervia altezza^

Sornilccol sorridere Di nobileficrez7ji

De

ViuipolcDtespregio

A P

infeUceaiit«r.

E

lui dell'artiingenue CultoT maestro

e

acorta Addila poil'attonita rosleritatc, assorta Di tanta luce al vivido Baleno abbagliator:

17-

Qiè da

quelcentro ignivomo

^ Raggianti amillea mille

Le

eccitatriciscendono Prolifiche faville, Per ridestareincendio Dieterna venustà;

£,

lui ma(•^^l^o edauspice, Fra palpili soavi, Esprimerannoi posteri

,

Com'esprimeTaa

gliari.

Per Cora

e per

Desdemona Del

dnolla voluttà.

TTigiiizeQ'By'Google

(55)

55

DEL SIGNOR JLAFFAELE STASI

r

ODE.

I.

Pcndca

secretoruilimo Fatosul capo al Sngrrio, Cui forseor questotenero Nostro cauoro

omaggio De

l'aimoniadegliAngeli

Non

è

men

-caroin del.

Ed

ei da' sensil'animo Fatto remoto,esolo,

Tenca

del vastoe vario ' Lodiilo ingegnoilvoio Chiuso de'vanti proprii Kntroa

V

ideai'edel.

s.

A*dottisuoitilenzii Propizio ilTeldisteso

La

notteayea,chea'Savii L'intimo

lume

acceso Più rende, efa le trnrbre Vn\ amiche assai del dì.

Prialapaternagloria In luisedMtfteaccolu

£i

miro,

onde

a àebesii Lidila

prima

volta Dellormaggior palladio

Coro

iltesor

»

apri.

(56)

86 3.

Ilarisuoimedesimi Insèmirarpoi

gode

Resid*

immense

pagine

Noto

liceocustode,

£

di saper moIiipUoe Ospite dispcnsier.

£

folloinpssi accojrlicrsi Inclitostuolo amico,

Come

fra i dottiportici

0el

Peripato antico

Un

dSsolea laGrecia

n

seniioaeheo veder.

4-

DI

tantoonerlanobile

Alma,ecco, ri già compiace,

Ed

il piacer frai limili Soli del cor non giace;

Ma

iu voltoaluifd splendere

Di un

riso, ilmadilar.

Ecoisalsecondo Fidia

£i

min

òrnarle

chiome

-

Da

leseconde

Gnuda Sua

dolce prole,

come Fea

da lebelleil Sannio Giàiprodicoronar.

5.

IV

sodi oraoenli annonidie.

Ecco, ai Cantor di

Tao Ode

lelaudi scioglieva

Di

GiptìaediLieo,

E

i crìn canuti palpita

Pur come

luidiamor.

L/iyiiizeaby

Google

(57)

5?

Di

piùsevere ìmniagiiii Destailpoternovello:

Gihle gelose fiH-ìp

Spiranel scn di Oidio,

Che

de l'amante misera

Le

ÌBsangaiiianelcor-.

6.

No.

..d*

empio nume

vindice

La

VerginediQttito Osti» non Hh..

, già salvala Ei con Alonzoardito,

E

de le sceneil plauso

Premia

ilsublime ardir.

CoA

so lesueglorie Fiso

&

sedea: talsuole,

Da

lapalude terrea Giimlaalsenticr delsole.

La

maestà de l'aquila De'volisuoi stupir.. .

7- Qoaiid^eccoilfa da

T

intimo

Suo

contemplardivìso De*sacri

bronù

ilfiremexe Moltiplice,improvviso^

Che

da'festanti tempii

Frange

de 1'

ombre

ilsen.

Sacra almaggior prodigio JErala nottealgente, Incuivagiva tremula

La Voce

Onnipossente, C3iegiàtuonò dal Sinai

Tn

ilturbo

ed

ilbalens..

(58)

se 8.

YoUo

egli alloreoafervido

Zelo è

«1 divin mislera,

£

al

Nume, e

l'altroTÌTere,

Cbe

la suafc'già vero Scrisse, efra i corianglici L'almarapila fu.

X santiadclli |)ia(qiu ro A'rai

Vero

eterno;

E

lui tenernelprciuiu Volle del

Gel

superno,

£

alfral1*eletto «pìrito

Pià non tomò

quaggiù.

(i) IlIfarehMoBeiio«dotato4fm»ll«iogrgno,

m

vcr-

MtMsimo

in Yariì raoii dell*

amano

Mpere.

Viispcaro atulligliuominidottide' nostritempi.

Huùpadrefuunode'foodalori,edegliunode' aociideU

r

AoeadeniadelleSoietise io IfapoJi.

Arevain&un castiut»eopiocÌMtaia bibliolMofircqucata- ladaluttiiIfttorntisuoi atiiici.

EglifececurouarcdiroteilcelebreScultoreCaooraper

mano

ditredelleaoegeaiilifiglie.

'J'r.idiisse Anncrcont*-.

Composepel Rcal Ti;atrodiS.Carlol'Otello,e laCora.

SerÌMODBTraltato suirloamortalìt^ dell*aoima,ec.

Morì improvvisamente nfl Hatale tSao.

Q

ipttifattidellasuavitatiranooeiprimende sella pre- acute «ooipociaioue.

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Digli, che tema il Re de' Re.- che i Regni Sono in mia man: che fu nel Ciel difperdo, Più che vii polve, e più che nebbia al vento, L'arti dell' Uom: che già dell'ira ultrice

nello X anch'esso movibile. Le anella ed i cordoni d' ogni rango raddoppia- no di fonza a proporzione , che dirni- fluiscono in numero. L' oggetto di tutto questo andirivieni di

In qual modo fosse formato il tesoro degli agillei, non si cono- sce; giacché Pausajiia tra i tanti tesori di Delfo non lo descrisse, o perchè non meritava di essere annoverato tra

cade , di star così dubbiosi su questa pittu- ra ; imperciocché molti ancora de’ paesani non sanno che significhi. Nè già è un’ obla- zione cittadinesca; ma è gran tempo venne

rotti , e Dott. Antonio Frizzi l’esisten- za de’ primi nostri Vescovi per tre se- coli e più nel Vico- Aventino , detto poscia volgarmente Voghenza^ mi cre- dei , che dimostrata

ftruzione la relazione di tutto , e per ogni grado della sfera , Per altro quando fi abbia , come per noi accade efattamente , la vera eflenfione delle parti fuperficiali della

; — se il naso sia conforme a natura , libera l' apertura delle narici c senza Tizio della interna membrana per polipi per ubere per enfiature indizi di ozena ; — se la bocca

i pilastri posteriori sono distanti da questi cinque pollici , nè si possono vedere apren- do solo la bocca del Dromedario, ma è ne- cessario mettere intieramente allo scoperto