FIORI POETICI
SPARSI
DALL'AMICIZIA SULLA
TOMBA DI
FRANCESCO...
Digitizedby
1
I
fi
i-
-Digitizedby
DI
GIAMHAaU HA&CHESE PUOH
INSCRIZIONI.
1/
DI
.FRANCESCO
.BERIO
.MARCHESE
.DI
.SALSA RAPITO
.NELLA
.VIRILITÀ'.PIÙ'.VERDE
ELETTI
.AUia
.DOLBZmSSIKI RAGUNATI
.A
.GEMERNE
.LA
.PERDITA
ONORANO
.LA
.MEMORIA
COL
.CANTO
Il/
VOLTO
.AVVENENTE
.COSTUMI
.LAUDEVOLI omSSTE
.E
.SOAVI
.MANIERE CAIIDIDEZZA
.DI.ANIMO
.ALACRITÀ'
.DI
.INGEGNO
DOLCE
.£
.TEMPERATA
.FACONDIA DIRE
.ORA
.GRAVE
.ORA
.URBAffAUENTE
.LEPIDO
ERUDIZIONE
.VASTISSIMA USO
.DI
.MOLT E
.FAVELLE
PROBITÀ'..DECORO
.BENEFICENZA
RESERO
FRANCESCO
.BEBIO
.MARCHESE
.DI
.SALSA MENTRE. VISSE
CARISSIMO
.AI
.SUOI
.AGLI
.STRAM
.OBBIETTO DI. CURIOSITÀ*
LA. MORTE.
DI.LUI
A
.TUTTI, DOLOROSA E
.FARAUnrO
.FERENTE
IL.DISIDERIO
.DI.LUI
.AMARISSIMO
Digitìzedby
TEMPERATO
.NELLA
.PROSPE&A COSTANTE
.NELLA
.AVVERSA
.FORTUNA
PLACIDO
.NELLE
.SCIAGIJRE
COLPITO.DA
.APOPLESSIA.QUANDO
.SAI^A.£
.LUNGA
-VECCHIEZZA
.SPERAVA NON
.PERDÈ
.LA
.CALMA
.E
.LA
.ILARITÀ*DEL
.PROSSIMO
.SUO
.FINE COME
•DI
.AVVENIMENTO
.INDIFFERENTE
RAGIONAVA
CON
.INTREPIDEZZA
.LO
.INCONTRO'
eONJrUGE
*mcOHPA&ABILE PADBE
4TBNSBISSiMa y SOAVISSIMO
.AMICO
ntAircBSCo
.bebio
.haechess
.di
.salsa LA
.MOGUE
.LE
.FIGLIUOLE
.GLI.AMICI
UCGOEfSOLABIU
PLOEANO PEEDUXO
.AR2I
.TEBIPO
LO. OBBUOt. CHE
.IL.ROME DI
.UOMINI
.OSCUAI
EIGUOPIUB
FRANCESCO
-BERIO
.MARCHESE
.DI
.SALSA EVITO?
.
LE
.TOTIT
.m
.LUI
.ED
.IL.SAPERE
I.Plir.
TARDI
.NEPOTt
MEjaaEEARNO
DI
filàncesco marchese
dicasanova.
ORAZIONE,
intem^aryi
glicstìnli,qual TOto il primo sorgcreLbc dallelimo? Ognuno
clircbbc asuo f!<^!in: clcrna frai cepoti la nieii.nria ilcll'avo. L'anima in Cielo im- inortnlcrifuggo dal pensierochedilei in terra pur la
memoria
sia spenta.£
quindila pietà, iutorpclrc de'piùriposti sentimeiitiddl'anima,la pietàdie con- giungeilpaitato«1 presente, la ipgàknon
èmai
pib bolladiallora quandoriuniscegli amici sulla (oxdIm deir amico. Che, se ilpianto ei lamenti sparainna
volta sullereneri del Giustopotesseroetemistare, o almeno rivivere agli occhiedagli orecchide'posteri;e sele
mura
j)Otcsscroavere sentimento ememoria,e poi voce aridir ciòche udirono;e sefinalmenteme- no
ìwridoilTempo
sifiosse(quellatremendaDivinità diecon
sano dÌTÌsameniogliantidndidùwavano
mata di falce ) . .ob
I certo allorache latomba
del Marchese Francesco Beriosf»ro1)be la celebratìssi-ma
di tulle. CItènon padre di fijinif^lia, vivendo, fu più amalo di Ini;non cilladinopiìiuniversalmente, in morte, compianto.Ma pur
troppoleetà fannoguerra, nonchàaUe
oose, alnome
andiedeglinomini;e
pe- ròfa dimestierevestirecUtempranon
soggetta alla ragginedegli anniilnome
diqne*podù
cuilapnb»
blica commiserazione
o
ildomesticoaffanno vuolenon
dislrntliquaggiù.
Le
artipietose impiegano iloromi»gliori t.'denti a questo sacro oggetto; esaggiamentefu
^ctto,ove esfie
non
sonoiviregnarebarbarie,pokhè
8
ove rssc
non
sono, r(il)l)liodisccnJn egualmentesulle ceneri delvirtuoso edell'empio, delprode, e del vi- le, dei sipienli edrl vulgo.Di>postoP animo
mio
per natura a melanconicipcn<K sieri,soventeiom'
inoltroin quei luoghi oTerogn»
lamorte: leggoi
nomi
dellesueprede: il silentio chelecirconda,mi
agghiaccia: riconoscoilmio
nulla.Pure, sefra le tantefunereeiscriuoDÌi,aiapprcsentaal
mio
sguardo (jiiclladiun nomo
ch*«nimeglioignora-re, e rli(! per1'orgoglio o po' tesoridei figli siede
la d'accantoalla slessavirtù, edinsullaall'umiltàde- glialtrui
marmi
conlapompa
de* soci. . . grido al- loraiofremendo
:—
IncomprensibileDio
ITu dunque
concedial delittotanto favore, di'ei trionfi puranco dellerovine edegli anni?E
voi,arU benefiche, fin voi, artibelle, potèdunque
corrompere la possanza dell'oro?—
Incolai pcfisamenli cosimuto
allf>rsono, finché più dolceuna ideasurgadallamente
aconlbr- lodelcuore. .. Riposinopure leossadel Giusto in ordinario sepolcro: giunga la superbia de* potenti a trionfare sinotra'maimi.
..Quando
liberapenna
seri-vesàifiliti d'entrambi, cadràilvelo
ddP
inganno,e
lavirtùbrilleràdelsuo pienosplendore.
E
liberapen- na, Accademici, ioconsacro in tril>ii(o di amore alla ricordanza delcomune
dolcissimo anilio,di cuisìacer-bamente
piangiamo. Alla debolezza d>'modi su[>plirà, spero,ingranparie lapietà deli'animo mio; ài gra-vemente
didlasortefisfito,ndNatak
del1830,chevi-va
ancorane
sia inpetto la piaga.SocioilBaio
àtAA leprìadpali accademied'Italia, lasuamemoria
avreb-be
pure meritatoil tributodivalentescrittore;ma
do- po fjuattro anni dellaperditadi lui,lelagrime de' sag- gi non ancoranebagnavano lurna.La
lilialepietàlol- ite, èvero, lo scarpello diCanovaalleGrazie,ed
ot-9
tenne tintanto ArtistaValtasperatila di tkncòtave- nevolc
monumento. Ma
pur troppo oggi chiedeunse- polcro quello stesso che giàad altrilo dava: ed il piantod' Ital'anon
ancorarisponde al sos^ììk» de'fi- gli.— ^Deh
Iperchètaci tu, ingegno gentile, che del Ifartmelli inBologm e
delM
aainiinCesena pxonnn-tìgn
tidegnamenle
lelodi,epoi (non ha
guarì ditempo
) colpiù ciotto deldirene
rìmemorastiiptef^di lei, bella a venti anni, lacui musica facea
muo-
vere a passi militari la gioventù Bologneseesalutò in seguitole prime prodezzedegliItalianisoldati? tu che, tentandodieternareV
altniiricordanza, latua princi- palmenteeternasti?Ohi
seladeca
anucisia fiiaimì oggigiorno andaoe aa^no da
sperar eoia alta ventu- ra,e da tentareviaa
te soloconcessodi batterecon
francSiezza di pudc, nonaltrimenti ioIo fo che per rlcliiamarvite, PietroGiordani; il quale,non avendo, vivo, conosciutoilnostro Francesco, male potresti in adessoordinarne lelodi, ove prima la gratitudine di talunode'suoi amicinon
teneponga
sott'occhio le principalivìrth. Iobrevementetifiùrò vedere, essere egli statoadnn tempo
de*letteratil'onore, de* padrir
esempio: pubbliche e privatevirtù cheIoreseroca>TO egualmente allafamigliaed allapatria.
E
ben dalla sua piùtenera fanciullezzaeglidava non dubbj segni diqmlc
poi statosarebbe in etàpiù matura, tuttaiu essovedendosi quella precocità dita'^lenti che, ainostri
^omi
almeno,faspaventoallema*
dri, le qualicredonlaindìiioahrevitànella vita.
Nè mai
troppo inverovissutod
sardbbeallapatria,agli amici, agliamorosicongiunti;nè
troppoei visse;chè sano erobusto eratuttavia dellacomplessione, ed in età verdeancora, di pocooltrepassanteil cinquantesi-mo
anno. Natoiu famiglia originaria delle Spagne,C
IO
passafrt poia Genova, ed allo perfine sfibillta in
Na-
poli Iranoi, suo padi'Cnon
meno
di lui eracaroalle Muse:efamaanch' egli otteneva nellarepubblicadelle letteremercè
di Tagbissìmepoesie cbepur iforlmift- iamentenon
Tenneroall'onore dellastampa. Migliori drittialla pal)blicarìconoacenzad
peròsiebbe,edal*r
aver fonnnto unabibliotecadomestica fralepiù vo- lominoseforse d*Italia, riccain particolare di quanti autori avesscrmai fattoparola dellepatrie vicende; e dall'essere stalo fra i più chiariinslitntori diquellai- stessa accademiadiscienzeinNapoli, ovein seguito sedesìdistintaeradestinatoad occuparsi dal figlio.I saviidel suo
tempo
rinnÌTansi cosktuttia
Inid'in-iomo
;eU
casa di luidivenne quindifind'allora pres- so cheil tempiodi Sofia.Da un
talegenitore e fra tantiCureti ebbedunque
poi vitailnostro Berio; nel quale l'ingegno subitamente apparve,non
che docile a buonadisciplina, opportunoad alle intraprese,E come
inomi
ditaluni sapientipossono, conoscendosi, tornarea Tanto dichiperessipercorrea consuccesso la carriera delle scienze, oost iomnoTO
a£fflietapa- roladiPergolae MalarU,
altissimo onore entraHilri delle nostre contrade; non chedi quel JannantnoBO, ultimamente nellepubbliche cose daiNapoletani ono- rato. Diretto dasimili precettori, dotalo diilla natura di una indole angelica e diunaatleticarobustezza d'in- telletto, assistito finalmenteda tuttii favori delia sor- te, qualimai
speranzenon
doveva eglidare?£
qua- le spcraniarestòfinraeddnsa
?Giovane ancora,ein quell'etàprecisamente incuialtri appena comincia a promettere di se, fu egliinfattivedutopresentarlialla societàfornito di nozknienciclopediche, e profondo del pari nellepiù severe dottrinee nelle lettere più amene. Perlochèad
alto ajutosiebbe, e forzandk
Digilizedby
memoria
onde delle idee facilee tenacissimoeifaceva1'acquisto, esquisitezza nel gusto clic all'ordine ed usodelle
medesime
sanamente acconea. 1 \ì:\i'<'ì e la conoscenzadellepiùillustripersone, ira lequali Lo- renai, Cesarottiei*Alfieri,fomentavano e sodisfaceva-no
inluiad nn tempo
Fanticaimmensa
sete di ulte- rioresapiema.Talché egK
pelsuo Tasto e peregrino saperesalìbentostoinaltissimogrido.Ed
è benda
sorprenderecome
senza opere ancora, ei-si meritasse r applauso de* saggi; e serira cospicuecariche, la più invidiala influenza uè puLlici alluri.Che
se quindi in etàpiùtranquilla ei destinavaipoclii istanti del suo ozioa'poeticicomponimentipei quali tutta apparisce lagentUeua
dell'animosuo,- questine
segninmo,noa
iieprecedetterolafama.
Amico
delpi& grandeìtalia*no del secolo,cui tanto
d
pursomigUaTa,
Francesco Bcrio raccolse iritomoa seipiù interessanti oggetti delle arti delicate.La
paterna biblioteca completò, adornollaanzi di quadrie disegni pregiatissimi; e di sculture cdipinti, operade' migliori artisti,lesue sa- learricchì.Kd
ame
quivied
a voituttisiagrato ildonare anche
un
penrieroa qnel linomatìssimogrup
po, quasi adono
scolpitogli dall'insigneCanora
: pel quale (benché tràiprimissimi delvenezianoscarpel- lo) con mai più seducente naturalezza espresso tn vedi lamadre
istessa di amorelanguir fra le braccia diun uomo,
epregare quello a deporre della caccia ilprogetto, quasi in corepresagadel vicino periglio,
ed
accompagnareilcaldissimopriegodilieti amplessi e<tibado
spirantitattidivinavoluttàI...
dibacio taleonde
il suono, quasi invidiando,taascolti.Ila s»*ventaipiù riechidise stessisogliono essere di ae stessiipi&avari; eda molti sapientioemfacaperduta un'idea qnaiido
ad
altriladanno
:-comefoiie il sa-pere
un
metallo chepassa.E
ilBeno
j'ntece, lotlt Rinorosamentfeaccogliendo, a lutticon egual cortesìa dispensava i tesori della mentecdelcuore, edal gia- diiìo ditattisulle opereme
modestamente pendei.Delle qualiioqn) megliocoltacernefarei;rispettan- do
coA
gelosamenteildirittodiantichissima amicizia che(con più sanoconsìglio delmio
)si apparecdùa, puLhIicandolc, adordinsirnel'elogiomigliore.Ma
pur troppoèun bisogno pel mio cuore di taluna di esse ilnome
almeno accennare, dellequali moltissime dal sao labbro ascoltai, moltissimealtre copiaidclcaratte*re mio, tuttepoi
mi
sonocaretalmente,e coù
esat>«tamente nel pensiero le
ho
scolte,chenè
pià amarlesè meglb
ricordarle, dame
scrìtte,io potrei. Disttn-.guoBsi inesse principalmenteduedissertazioni;
V
una parlante dcl5e//o, l'altraàvW Immortalità
dell'ani-ma^
cuicguahnenle applaudironofdoiofi edartisti.E
seben per laprima tu vedi (|ualcsquisitezzadigusto fosse ncli
animo
suo; aquantaeiscendesse profoodi- ti,specialmmitenellegrediedottrine, lasecondaa
te idice.Girrispondentee mmbro
dellepiàcolteaccade-mie
d'Europa, lasua cetradoTè spesso rifondere in quelleaU'in?ito de'più valorosi poeti,dd
cui onore non indrf^nomostros^^i.Nò
pofea sticcedcrc altrimenti alfelicissimo traduttore d'Anacreonte.—
Io l'intesi amaramente e inun
nobilmentesalutarl'dmbradi quel Genio Sebczìo,onde
eterno starà ilpianto diNina
;nè
certo sullatomba
delPaisìello altro poeta sedeime|^
di luiperloqualeindiapoco era datoalBfa^)er lo
drcondùe
dià
elettacorona ilsepolcro,diQ>»
ra, e chenltunamente8Dirar[)a'di
Desdemora
udirne- fiice i sospirid*Isaura sedente appièdel salice,non
chel'eco aquelli dell'aura susurrante fra r;mii.—
Ammiratore in finealia folliade'primi padri dell'ita-
i3
liana favella, ci non polca non dividerne i più ferii sentimenti:c peròsenelladi luimente 1'
amor
pa- trioaltamente regnava, Ìl suo cuorenon
fugià cliiuso aiteneriaffettid.*ll*infelicePetrarca.— Con
più for- tuna pernitro vid'egliAmore
sorridere a'suol voli, trionfar d'ogniostacolo,e congingncrgti in sacronodo
finda'piliverdi stioianni l'oggcllo dellasua tcncrct- la.
— K
qnì migiovi pniKiicde'domoslici pregi.Ogni
qnnl volla ame
piarqiic meditare le sorti di questo La^somondo,
edai limiliangustissimi dino- stra Daturaportarfilosofico sguardo, ed il passatond
presentesitidìare, io
sempre
vidi gliuomini distintiin dee classi; equindi l*unadestinalaa brillare nelle pubblicheistorie, 1'altraaconsecrarsi aiprivati Jote*ressi. 11 minor
numero
i primi, superiori adogni voi- gare allctto, trascur.uio se stessi, i congi'iiili.rliami- ce,e, preoccupalala loro moulcdalpensierodoli' eter- nità,ridonodi colorocuidi gloria è mal notalavo- ce, di coloroclicspendono miseramentei lorogiomii0
perlasciareadun
prodigo figlioitesori diche, a stento raccolti,non
goderono por mai,o
pereternareun
vanonome onde
con l'oziotul'orgoglio alimenti.1!^fcondi, e sono i jUi, lieti diun tranquillopresen- te,non curan punto qu;dsia peressereil loroavveni- re; ed
ammirando
sui librii forti guerrieri egli ani- mosi poeti,non
aspiranoinvece diealprivaloma
pur dolcissimo afiètto de*figli, ccon domestiche virtik al ben essere dellarepnblicaincoisono, conoorircre,ed aversullatomba
,non
bagnata dal pianto de' saggi, degliamici il sospiro.E
rarissimevolteinfatti addi- viene che l'ingegnod'un
soloegualincntc fioriscaper catranibele cose,che ovetu per jioco all'una di esse fortemente tiaddici,vibasti tutto appena.— L
forte- meute pure adambe
si addisse,efionva,Puom
di•4
cui q;ù siparla: e piùbel
campo
almio
dire or si appresta,or cheilBeno ad
esempiodd eii
padri dì famìgliaedegli onesti oittadini io vi addito.Ghè
se parele Grazie cleMuse
piangcranlungo pianto gol sepolcro dilui,lebuone opereivi eternesaranno»ri- coverto delmnnto
di purlica virtù. Iosollevounmo- mento
il hiaiuliissiiMovelo; evoi ve Iute, lieti eme-
sti nd un trmj)0, di (ju;in!o fi^rnlllc animaoi capacesi stava,c(|uanlo pcrdoniiuo nella piM-ditti sua!
Saggiamented*
amore
fìlosofavan gliantichi, al- lorquandodìun
veloo
diuna benda
ilvcstienocdiè niunNume
tuvedipiùbizzarro dilui,quelli fratuoi doni riuscendoall'animegentili didiletto maggiore,liquali <iccompagnn(i da pi& lungo
ed
incerto aspet- tare. Clic i;lova a le ini'altisenza anlcced'iili sventure il lietostarli sul bacio di pur vaghissima donna, che a le ratto il conceda, edi cui forse il più scraj)licc sguai'du scenderebbe benaltrimenti sul cuore,ove per poco preceduto dal raggiodiuna
avvicendatasperanta^Quasi quasilo direidi questoinconcepibile
Nume,
es- ser egli piùgenerosoquando
piùcrudele;e die ovei palpitidaluiprimaprodotti avissersempre cosidol- ce compenso, le preghiere degliamantidovrebberoim- plorarne, anzi clicil riso, lo sdegno. Qui m' interrom- peun s(jsj(iro deliainconsolabile (iinliacui sì parlan-do
vennia riacerbarel'asprapiagadiche1'animo suova
dolente; poche essendoledonne
che più fortemen- teamar
vollerolui cheamar
quindidoveano, e po-dùisime
quelle che tiion&vanodell*avversodestinocon costanzamaggiore*•Ma
pur troppo adinostrialtrìmen.tiveggiamo.
Che
rare volteImeneo
sicirconda ordi amori, e sol nell'orooggi haInsc quel talamoch'ai- ira volta adornava di rose labianchissimamano
del- 1*luuoceDza. Altravoltanon un
padre orgogliosoad
i5
«f«n>trascSoara lafigliainbraccio diIni
che nè
parballem
dellapersonanh
perTÌrtndell'animanèpei
ingegnobrillava. Altravoltagli afTclli del cuoreotte- ncvan rispetto; esibila tombade'padrinon s^udienoi fì"liiì etidnro: tu nedesìi una vita dicui tu
non
no facrs:ii^iist.irc ledolcezzapiùbelle.Questo lameu- to non suouctà certo sovrailmarmo
di lui thecor- tescmenle or ci guarda dal Ciclo.E
pur questola- oielitosuonarItendovea sovraPuma
di quelPrincK pe
allissimochea
lui negando crudelmente lafiglia^Toleamegliofard* essa
una
vittima.Ma
quelnodo
era in Cielo segnalo: e il ministrodiDio fece in terra rispettarneil volere. Lieto il Beriocosìdi vagìiissima edamorosa consolle, vide0£^li ben qual nuova vita sitrasfonda fra leMuse
e nellearti,ogni qual volta stan conessele Grazio.La
letizia ed ilsorrisoa*im- padroniscono alloradeltempio diSofia,eun nuovo omaggio
dallo stranierovienreso allapiàfiorentebel- lezza. Centro infalliFrancescode'forastierii più col- ti,de'piik sapientiItaliani;dispensatrice era Giuliadi gìoja a coloro clieamavano
mrj^^bndella vila lerose:ed ognuno poidi essi avvicinava al
compagno
isuoi, SÌche al primo nonultime arridevano leGrazie,non
ultimor
ingegnonellasecondalodavi.E
siccomelo spi- ritodi ognisocietàdipende principalmente daicosta-mi
dellacasaoveha
vila,cosi tudiquella indasco-no
altamentetrovavi amicixiaedottrina,e non
invidia, non ambizione,non
maldicenza, cnon
quelfabostrin- geredellamano,
e non qicllevote espressioni diaf- fetto ondespesso faisperanza delnulla, non infine quei reciproco diUìdarcche avvelenaipiaceripiùbelli.Fremente
ilvisio allaporta, la virtù salutalainoltrava»La
piii ingiusta intantodelleguerre sorgevadallaSenna
a nuovo damo
diEuropa.Un
ItalianoinFranciada-
TtvaIItronodelpilitanguinoai»detpotimio.AtteUncC»
conlu tromba delle gaeire i suoi valorosi guerrieri, passeggiavaciIn terra
eoa
la vitloria inuutui c col terrore allespalle.La
iortuna f^i appiauava ogni via;il silenzioelemorti scdcaii qiiiii<li suqiella,
permu-
mutata in rovine. II bel shoIo d'Italianon
fumeno
iufcìicc.
Lo
straniero iosolcntcbevveallora ipiesteavp rebeate; torbònuovamente
lepaciGcheonde
delSe>
belo»perlavarvi lesanguinose suevesti;doin^tfoco- sidestrieri di Gilabrìa;vuotòipubblici craij; chia»
tnòvilile sforlanalesuevittime
£
qnal di voiqui presentenon lorammenta
allora, esu!cvolon- tario (lai perigli della cinìi, ricoverarela crescente fa- miglianelle beatesuliludim di Portici, c durare in quelle, ignoralo,ladecenne sveninrafLe
solesuetiglio• pockt amici Iormioivitutto-ilsuo
univmo:
ipadri diognietà terrannosemprea
modello ilgentil reggi»mento
che n'ebbe: ela pace perIni coronava di ro- se, allefaldedel Vesuvio,l'ItalianoCanova, mentrela guerra, sullevette delPìreoeo, giànegavagli allori all'Ilali.'jiio Bijonaparle.Ma
suona['ora delpianto pertutti; clamorte vapiscepiù prestoipiùbuoni,perricordareallaterra chelafelicitàè del Gelo. Cosìnoi,nell'inverno del 1818, e peiinquello deli8ao^piangemmo due
vidte ccttdelmenleperlui; ela secondavolta lopiangemmo
per sempre.E
crudelmente bendissi, poiclièsoloun
colpo adatterrarlobastava; elo atterrò in mezzoall'amorosafamiglia, quasitutta raccolta dalla sorteasì orribilescena.
Non
conforto direligione, non parola difigli,non
pianto diamie», furono alui presentinell' ultimapartita.E
purforse allorak
natura obbedivaal*le leggi del
tempo
con maternopensiero,ove,
abbao- ioado. la tcnveiriipanniavaalla TÌtlima.ladolovon
co-iofcemi
delno
deilino. Qiìusiidilu!occhipltci- dimcnlc al sonno quaggiù,d
riaprironoali*eterna vi- • tanelCielo, ove pianto non suona, ed ove il pianto delPuomo
siaccogliecome
Iribuloallal)iviiiif;i,Inqua- le altrettanto sorriso gli prepara in cojn[tcnso.— Un
follissiiaostuolo diNapoletaniintantosiiaggruppa so- TKiil
marmo
di Iiui.Lo
precèdeilbuon
GiuseppeCa-
pecelatro,giàArcivescoTO di Taranto,sempre «aom
diNapoli.
Ei
nenarra l'istoria; ne ricordadolceil sorrìso, vÌTissìnio losguardo,leparole cortesi, attici idetti, urbanissimi i modi.Lo
ricordadottissimo fraì dotti, fra gl'incolli pjioviale, divcrchic/za conforto, desiderio e sostegnodi gioventù, d(;Ile donne delizia:
nè pur mai disestessosuperbo, ne maid' altrispres- lante.
Dìm,
delsao panecome
vissero molli;come
lavirtikdispreztatatnelsuotettoebbeasilo;
come
al*leTcrginieiserbavaconsussidi!ignorati l' invidamormorazione,di lui sempre fu mota. Senza
ombra
d' inimicizia velia tomba ci discese, I posteri leggcran sempre sullalapide del teatro massimo,mi-
stoal
nome
do'più chiari suoirestauratori, quello dei MarcheseFraucc^o
Berlo..4
' Digitizectby.
'9
OBI.SIGI!
OE gioacchuio posta
ODE SAFFICA
E
perchèmi
Ghiamate a naorilotti, Sdieiii Vati,ed a
fanereo canto?Sovra un'urna rcgal
non
ancoasciutti Gli occhi ho dai pianto.Giisulsasso fcraldi Borio estinto Sparsi viole clacrime,
ma
orsento Rinverdiloilcipressoonii'ho
il criacintoGemere
alTento.Ta
eai,del dolce amicoanima
bella, Ch^ebbi contecomune
il cicldi Giano...Ab
d'aver quello che or ditesiabbelU Io speroinvano?Da'tuoidottiiohcvca lahbri sovente Del saper1'aura, ed agitarmi il core Caldaio sentiva,c balenar mia
mente
Del
tuosplendore,O ni
srdaTidi Naturailbello,O
di Rossini alrapitoreincantoMi
strappavi dal cuor perGora
eOtello Fremilo e pianto,O
seallefiglienc"liascrri tuoi lari Il ver cotulivi inmolli versi espresso:£d
io vcdca per tpiatlrovisicari Tuttotestesso.Da
te, Periclemovo,
siaccogliea0^1
Tate,piltor,Piazzi eCanoTa;E
ilsublimeed
il hello nlloraardeaDi
luce nuora.Gaio
dimirtoc allor, dellavirileEtàal merigge, ahi!Itubin reotischuota*.*
Tu
giaciafrondeggianle eleesimile Dagli curi inlflBte.Ne
delleri<.dlee PalladeficareEd
alleGrazie,nk ddla
coDSorte,Uè
d'amistadetirapir leamare
Lacrimea morie?Oli al nnslro dellonvria Fidia novello:
Focili anni volg'T.in, clicquesla sposa
A
laiilo amico li i.uàun avello Urger pielosa!E
fa{irladiivefarV
opradolente,Tu
purperisti, ItaloFidiale giaceMuto
quel tuoscalpel clicilmarmo
algenteReiidealoquace f
Ah!
mentreoliròscaljìcl fliihbio si npprcsfaQiiell»
tomba
acompir, su cui pensose StanleMuse
c Sofia,alpie diquestaIltam crocee
rowt
L'anm
le eternerà del vostro canto,£
ilsacroumor
delmemore
Ippocreoe»E
dell'Amore
filiateil i>ianio,E
queldMraene.Di
Parlenf>pe il Genioe queldiGiano Qui
curvisulla speria inversaface Sì odano ogniììuuomormorar V
arcanoImo
dipace.Digilizedby
SI
PEL SIGNOR GIUSEPPANTONIO RUFFA
O D E.
Spesso quaggiù
man
prorrida Ilben non
Tersa intmho'
AUor
chevitaappcestaa
Gratitadìne»IXtu
fregioaorranoD' ogni beir almacai4Jl
CSA
fildato Schernirl'Invidiaemoyer gocm
alFato.È
vero:ohqualneV
anima Mesta dolcezza io sentoOr
eh'ellasorge, amicovoto acompiere;E
dolceascreoconcentoSaona
diBeno
inleSébeiierÌTe,
A
|itède F
aradie1^
eoa TetiyelAh
si;qneifior che spargonaiSu
quella tombachiara,Che
degnoera d'onor quelGrande
attestano^E
lamemoria
caraPer
luidestando va piùcariafletti In qnei ches)gliconderotipetti.Airaggi della gloria Crebbe l'elettospirto:
Gemè
pianseperluiV amante
Patria, Cinj^cndo il crin di mirto,Alloreh' eivolsn al soggiorno immortale,.
Che
priaconobbedelpensiersu \'ale.Filiale
Amor
poi sorgere Vid'iodanobil core:Egli è cheai
sommo
Autordietemegrazie, D*Italiaeternoonore,In snpplichevolnion dolce iavdìa,
£
di nuovofulgor sestessoaUielli.die mai
richiede? Invidia L*ascolti efremairata.Al
cor d'amico, eda laman
TÌvifica, Dal pianto mio bagnata,Superbo nn marmo
die piùillustre almomlo RÓida
l'illustrepensator profondo.E
sepur V
opra egregia Dcslinnon
vuolcheviva,ombra
onoralaal beldesio neplaude;E
mille mentre avvivaTenutili aOftti in essa
amor
terreno,Canova
abbraccia,cvan diDio
nelseno.ColàdelBel contemplano
La
limpidasmrgente;£ ok
qualie quante direforme
ormirano
Ch* ebber già prima inmente!Pariin
amor
pel suol natiosia visto L' esempio lordi sprone ad arduoacquisto!Tiacqueta, o mìaPartcnope;
Che
se tardo tributoDicliituo lustro accrebbeaia
memoria Tu
rendialfincompiuto.Atteremotegentiil
nome
caroSu r
alide
laFama
andri piùchiaro.9Ì Ilaqualeidimtenibile
Agitail
mio
pensiero!Se
ognorPietànon
ginngeipettiascuotere Ai rai di eterno Vero,Che
vai nobileesempio?Ah
senza questa Chiben Tcraceali*uman germe
appresta?DEL 51GN0& FBAHCESCO AUFFA
ODE.
fierio,a
me
dalpensieroLa
gratarimembranzaunqua non
calieDel
dìche fu primieroA
quella checi unì sacra amistadc:Qnd
dìcorsen^li
anniDegli amoioii miei soavi affimni.(i)
Era
la slagionUetaIn cuil'acqua, la terra,eilcielprofondo Forza acquistatisecreta,
St chea'dìprimi par chetornì il
mondo
*,£
i'astrodegliamanti Carisemi
inspiravaedolci canti.A*mìei carmid*
amore
Tu
allorplaodiTi,eleBiemorieanliche Tisivolvcanoin coreDella donna dastelle
empie
enemiche Negata a'tuoi sospiri,Gli'indi fupremio asì lunghiluarliri.
Io,cliefrdtantoaccolto
U
giovanileardortattovedeh Snl Inonon giovinvolto,Ecco
il vate di Otello, inme
dicea;Ecco
ranimacalda,ettepinse Corain
ben amar ù
salda!é
Digitizeòby
a5
Onde
tupoiche slampiNuove
orme, onovo incanUUordell'aImCf(a) Dell'Armonici su i riiinpi;Tu,
i cui ciiucuUsoumca
delle palme,Ai modi
prepotentiSprone
aTestidi Berioicarmiarientì.Sìdetto
inin me
stesso.IoBerio, ei
me
griardava,ambi
tacendo;E
in frnntn all'uno impressoOgni
proprio pensierValtro leggendo,Le
nostre animo aeroseTrovarsi amichee non nefursorprese.
Eì
ladestra ospitalePorgendo
ame, pm mi n
ofièrse amico: attoe'1dirnon
so rjiialeDolcezza avesser dicandoreantico
;
So
che quel dir, quell' alloForte scossermi ilcore,e suo l'hanfatto.
Creda il vulgoprofano
Che
affettovero peretàsì estìngua,E me
tacci d*insanoPerdièdisciolgoatardi
<omd
lalingoa:Me
il vulgonon
oflibndc,Ch'ei gliarcani delcor
mai non
intende.A
Beriomulo omaggio
Trioni.ilordimorie ognorio rendo,
Ma
qualsidcLbc al saggio.Lietosulla sua
tomba
ioTalma
accendoDel
penderdella vitaCh*eteinaci
we,
acfceinsuacarteaddita. (3)E quando
PrimavcrriIl primo giorno nvvcnt4irOMadductt
Di
nostraamistà vera,Io luoghi ovufticnmortie
moto
e luce CercOfe
abbandonoilpettoA
Tarijsensiddl'anticoafiètio.Volgo,eh* or
mi
condanni.Attendi pur,chese ciirralo
bim
Sotto ilpondo
deglianni Fia che III vrg^a me, beomi
udirai Ripeteranco .illora:Io
mi
ricorilodi ^uei|^orno ancora.(i)Argomenlodi«jum*
Ode
bilpriimgùimo
ìm«nV
lorcconobbeilSignor MarcheseBcrio.
(a)Rojsini,che mi«einmuiicaT Otello,ed«lirepro- duzioni(!elSerio.
(3)Sialltida al ixaitata diBciio sttlTimawialitk del.
r«aima.
DI
C.HAaCHiSI
D*ALB£EGU
ODI
1.*X.
Scavai! da
V Erebu Na
Malatia;Pri farsicelebri,
Cum
unnitìa.».
Fibbrì
ed
arteriiTi
pungie aggbiaw»
E
morii,o Bcrin, GiàV
amminazza.3.
Tenta a lu cerubru L*urtiniaprofa,
Ma ddà
diguardia Palladi trova.4-
Ob
Din! di Palladi Li sforiì audaci Sulu ci olleniiuiTregua
enonpaci.5.
Vtisi Pavtenopi,
E
aruzzulunì Scinniu pri polari Voti aPluUini,Digitizedby
98 6.
Prì chidda facili Antica strata Cili fa daCereri 'Rfprijaasìgnata.
E
liSebezzii7;Genj
canori,E
ccntumusici Alati cori;8.
E
diiMcipoininiLa Geaiu
serio,£
lamedesinuiMan
diBerio, 9-Ddà
jiisu arrìvanu,Prigannu pura
Ddu
Diu chi rcgulaLn
regnuscuru.IO.
Di
Inmeu
sicnla AnacreontiMusa
teanìra Passa Acheronti;1r .
hu
Geuiu libcruDi U
beli* arti 'Ntraalagran «ansa Ci pigghiaparti.«9 13.
Virtufi c Genii
E Musi
e DeiDJà
alibasciuportanu Votied omei.i3.
È
Ittmea
specdriu, Grida Prudenza;E
ndtt) ci repita• Beaeficensa.
14.
Cuidici: pensaci, Plutu, clùfai!
Ah nno
accriscdiLi
nostriguaiìi5.
Coidici:
Beno
Vali pri ceota;Di lasopatria
È
i'ornanicatu;x6.
E
coi:U
TiuailiDi
lifamigghiIddu
determina 'Ntrapatriefigghi;'7- Signa alu Genia
Li voli primi,
£
ad ogniscienziaLo
molliimpriini.3e i8.
Sulu Mudestia
Nun
dici nenti:Ma dJu
silnnziu Qiianl'c clocjuentilGirapatetica Li cìrianciulini Ucdiiuzzi in circnltt
A
li vicii'i; 2').L
(idi coutiuui Sguardi smaniti Pari dìcissim: Vilimi
capiti,ai.
Cu
tuttist'cssiri Puri ccelesti, QuasidigiubiluL*Orcu
6i vesli.Tregua, «lenziii
C
h 'ntraluWerim;
Tutti interrumpÌDU
Lu
cUiautu eterna.3.
Nun
c'èdiiiitenebri, CanciaaU
acena;Quk
'unpari1*Èrebo
Loca
dipena.^4.
Già
d campcggiaim Li
Mntimenti BilìcatisfiimiEd
ipnocenlì;Già SIsuspcnninu Peni e cunnanni Fricui'nn
n
contanuEd
annied amù»
Chiù nun
sbulaxzanw Jacobbi ccucchi;Lu
slissu Cerbcru Qiiudiu livucchi.AccusskTittira
IVtra dd*
ampia
gratta,Qaaimu
Proserpina ScinnìiiddàSlitta*»38.
lAa quali Genia Junci d' arrassu!
Tullici accordanu Liberapassa.
La
iacciamabili^Lu
purtanu'nlu, Dcstanuall'animaLu
sentimentu.Sa 3o.
Spira,
a
vìdirilii,Un non
sogIiI....Di
min
amarilu Patruni'un si.3i.
Sulu mustrannun.
Sentaparrarì,
PaAa
stacausaDdà
gnadagnarì:33.
Ma
s'ora ètncituCu
la soMin,
Ci parrà i'alitu, Lttaguaidnduci,33.
E
lisolacrimi,E
li sogghiazai,Lu
ciatn caudn*Nirali labbruzzi, 34.
ChiscioggUiall'urtirou indiistiaccenti;
£
ascataìmmolnU IaL,msuU
genti:35.
» O
Tu, dirE
roba»
Forti Sigli uri,»
Sugu'cu, conuscimi,a»
Eu
sugnuAmurì;
36.
9>
Ma ca
Cttpidìm» Nun m'uminalism:
»
Yirtuti easeguita;» Iddu
lu TÌxia.»
Anzi di Veneri» Lu
fi^ghiu, 'uterra i>BlifaGonlinua» Ed
aspra guena.38.
» Di
raru 'nseffliDiila a>Ristamunui :» È
pocuuu'animaw
Fri tullidui.39.^
a»
Non
dcfiderìtt»
Concnpiscenti»
Chi 'nciamniaed
altera»,
£
corienienti;40.
»
L*afleltu eu rcgijlu»
'Ntralimurlali» Cbin
tanta e nmplìci:» Ln
fiUaJi.4i.
90
Un
jornu, pensaci,>j Calai ccà sstiJla
» Cu
tia ePiosiTpinaM
Trimanti tutta.34 4a.
Quanna
'nSiciiian
Arsi la teda,» E
fusli carricuM
Di sta graapreda.43.
Eu
firrìannumiM
'Ntornoalacocchio,» Ddi
spicbiedd*ar?iiliw Penimu
d' occUiu.44;
La
Dia chiù amabiliw
Chiù bcJdu cu fici:» Quannu
nni vitliuu, a»Erifelici.45.
Fri la
memoria
»
Chifusli spusu,M
Philuni, placati,»»
Fu
Ilipiatuful 46.Deh
I salvaBeriu!»
Falhtprimìa,w S'aBcÙ
PMMerpioa» È
caraa
tìal 47*Ak
! di tri virgini.»
Figf^hi scimtcìiti»
L'amaru
trivuluI aiSentiluleoU!35 48.
M
Tiralumrdicu M
Sulu inun canta;» G
parràLann
»
Falorìe
duantn.soParrà,mittennusi
»
Limanu
'ncnici,»
Chìanlu amarissimu,»
Palori duci.5o.
i>Curri snllicita
» V
«utraa
hi Ietta ,» E
voltindili n
Iio diianta 'opettn...5i.
»
Chccchina!... amrnatulal»
Ssa risu èfintu:w
Portila spasimu» Wacd
dipintn.Sa.
»
*NtFa ladomestica» Ara
privataw
Pippinatrovasi 3»Addìnucctùata,53.
*)
Kd
atiafervidi»
Valiìndirixxa,n
Quotici en
accta» La
Ikedda ttìxaa.Digitizedby
36 54-
w
Lassa...oh
^htacoliiI»
D'orrori china,»
Li iìggtti picciuli»
Cch Canilina;»
Sciama, jttannusi»
*Ncoddii •! lu patri: 3»Prima
faiTigghìa» E doppo
mairi.jC).
m'
Oh
Dìti!mi mancano
»
Vuoi cpinspri,» La
pnna n csprimiri»
Di la mug^bcri.57.
i>
Ah
!voidicitimì,M
Spiidi'nfimali:» Pena
pnivastìvu» A
cliislaeguali?
58.I»
Lu
voli spingiri» Cu
li soimanu
;»>
E
serriemedicin Manna
lontano.•»
£
la solaslinia»
Chiù turtniiilusa,» Cà
l'avia leniri»
InpcUu
chiusa.0cy
»7 60.
» Ora
sulliciU« Duna
cunsigghi,c<
Ed
ora spirìtu 5j'?<runi»i ail iìgghi;61.
i>
Ed
oraaccostasiM A
lumalatu» A
cuiprifannactt»
Darrialadata.6a
»
PlutiHii, sniovatìM
Sin scena orrcima!n Cosà
Proserpina»
Patriti renoaI*
63
»
Di mìa, dìBeriu>jPietàli pigglii'
»
Salvalu!... snlvalu!M
Dallu alifigghi!» 64
Dissi: na lacrimaChi
d
acappau.La Dia
dil'Ereba
SiV
asciucau.65
AmmaluccbisciouL' armi dannati
Cu
11'ocelli estatici.
E
sbaUncati.38
66
£
chianciulìanu Li Dei mimiri:Suhi è inllcssibilt
Lu
soSigniiri.La
Parca niaraLn yraim
isatn Firmava in aria:PinDÌalufeto...
68 Mà
'unpntfi reggili,S'inlinniriu,
E
laSO forfici*Ntem
cadio;66
£
alacadirìcd,Fa
un scroscio, elotta In miIli frìguli Si yidiratta.7*»
AllorainooBini Gridao PJoloni;
E
dqìribojnlMiNiL'olremi
agnoni:7»
3»
Ora
di Boriti>j Conni si tacchia
M Lu sUmi
?»>e torbidilà
Sguardiscagghia.39
7»
Vulcanu, consala,
»
Fallachiù forti,» Comu
lafauci» £
di la Morti.Uaizaru
impiegaci»
Ch'haiInchiùdnm:
»
T*«ssigiin,..nn mcu1«
u
Fri sta ItTvra.4«
ODI
a.*Non
scmpri (•inesorabili Plulu cucui luprrga;Ma quaima
sta pri ccdiri,Tanna i
«dira e nega;9
Piich'iddu
nun
pn smcntirìLu
libbru dilu Fatu,Unni
di tutti l'ominiLu
cuntuè registrata.3
*Ntinpietà diTessala SpusaluStìgiuDin;
Ilavittima pri vittima Cangiau,
nun
assolviu.4 IM
lu Canturì TraciiiLu
rbiatitu c1'armonia 'MpcttualaDiadil'Erebu S'apersimla via;5 Ma
DOTIpassaula gi'azìaLi porlidi la 'Inferno:
La
patlu fu impossibili;Fa
lu decretueterau.6 Qiunnu
peròluGeniaDi
filialiAmuri
Prigau chianciu pri
Beha
Infirmugeuituri,^7
Ottinni qooDtn oUeniriNnn
pottiAlceitieOrlcn:Pirchìasi'
Amuri
cedinuCupidu ed Imenea
;8 PirelliriuluePmscrpina
S' arricurdaru a
un
tratta Enna, lamatriCereri, Ilihcriiiii,Inmia.
9 E
cpattrafiggilifioraVidiriiu tanta guerra
ChMn
Celu tri liGraxii,Ha
fluimnqoattniin terra.IO
Da
1'agni storti ad AtropaSfuilu bisulca auaru,
E
OMii-e MNiAe
ìaantali
scaldirìlMkuii.II
E
Plutuin fintacollira Chi dali sguardi spanni, Dissi aVulcanu: Consala:£
ciassi^au
ceot'amii.4»
13 Scossi lu Fato Vispida
Ddusa
iVuiiti,c scossiLi
pedi, elaso sediaDi dJmnmu
sicummossi.i3
SirìsintinInGardiniD'unni
la tuttugira, Pirellivosi rispmitiiri DiiusoNumi
all'ira.Lu Numi
chi li seculi Impasta culi aferi,Ciiuda
di *inpettu Inalila Chipan*
ailpimeri;i5 L'alitu pricui l'omini
Curriuu oslorlu odritto,
Secunnu
'ntra li scculi Etcrnamenti èscrittu.i6 Ghidd'diMi
compenetraLa
menti di Volcami' Olilaq[>iuaUforfid Si .miaòraTa inmanu;
'7
£
cigrìdau:»
Li. fulmini»
CjOutra lì reigiganti»
Fadsti, eimpenetrabili» Anni a
l'IIiactienranti;- LnyiiLieoby.
i8
»
Facistì contni IfiolnA Febo
lisaìtti,» E
lugran scutuaPalladi^i>Fatali a cui Invitti
;
» Ne
ci iTiiltisti scculi,»>Ma'ulra lavuiu e
darmi,
»
Jorna asaittiefiilmini,» Anni
àInsentoe all'armi.»30 rirmrnladìMulciberu
Si* idea'nfralu cirveddu,
E
supra di la'nciuliniDà un
corpudimartedda.ai Cu
11'occhieculi)ditaMìacitasferri
e
scardi^CÙora
aggaimnafie
cancaii,E
limi rattie dardi;aa
£
trovaolii la rugginìNon
polliarrussicariUn
rìmasnggliiu luciduDi
timpiraùazzari,a3 Snrerdùa ed
anticluffìmiiDi
la calìna«neddu,- Chi av?inculan- Prometeo, Pastoa
rapaciofiedAi.•M
Lu
fcegghif e cu lifrìgnliDi
r armi dilaParcaL'ammìsca,
e tutti'nsenmula
Supralaforgia *iicarca.ù5
V
ugni diliKnotanra SetriimdigurgioH;Ed
agita li mantici .Quanto
chiùfortipoli.26
Ventu faiddi ecinniriJn autu vannii, csqu.igghia
L'ammassa;
eluDia
subitu Aflèrra la tìnagghia.^7
Indiitiibniii,e
fi>r6dDignidi'Nfernu stampa:
Poicritticosainutiii,
Ed
aatutau layampa.
a8
Lima
imbrunisci elempiraLu
taggtttu 'ntrala bara Chida
trigalia Gerbera Pestifera tentava.ag Na
puntadi l'acerrimiFragellidi lu
^Nfemn
Poi scippa, ci la situa,£
arriba^ciau lu pernii.4$
Eccu
cumpita1'opera!E
a raffumatu fabbru Kisu epiaciri scdinu 'Ntralu sgrignatalalibni.3t Piicbiy
Valcanu
reticn,E
tanta presciactanta? .Lu
cori ahi! prilalastima'Sisbattulia, siscaata.
3a
Fritia tilt(Il lu Tartan!Rtpita,
o Nani
loppn;E
tenti già ProserpinaChi ddà
cisi.ditroppn.33
^tisi Plutuni
Verramu
Zelu, e limanu
junliPrima
jsau 'ntra11'aria, Poi !»aiumucciau lafruntL34 Oh Fatui ed oh
terribiliDi
tua dorizza esempin1Ossa mìm
ecinniri:Ddà
sopra è latotempia.35 Oh
Fatui Ahicadi Scria,Comu
struncatu ciuri Sutlal'ararafauciDi ronu
mitìturìf46
36
Jttavilu scutuPalladi, Chi vanu èlu so raggiu, Si
nun
valiu a difcnnirilà
joniadiki saggiu.37 E
i^agnunau Parteaopi,Ghiancranalamischioa;
E
arrispunniada un vausuL'£cu
diMergellioa.38
£
ccntu Corie Gcniì, ChÙNweDQtt acfaianturuttu,Tindana
didu& niam La
atissaaùim
lotla.Lu Geniu
diMelpomeni Cu
lasolama dura Sculpisci:È
chiusaBeriu DùUra
stasepuUura*
40 La Musa pd dà Pauma
Hii¥ia di
k
Sdeta,Posa
lamanu, e
tacila^Ccà, dici,
è
lanÌÉ aeUl La Musa
diluSiculuVati scuUu la cetra,
E
dijacintiemoia muliOman k
fiiddapam.
f
-
'-Digtti2«rt)rGoogle47
Idi
Geniu
dililìberi Bell'arti vae un pinseddu Ci appcnni inoiocaustu,Na
squatraedun
scarpeddu.43
V
tìbauAmei
ccà vegnann.Mesta
*ntii]iMiPmdenM;
Parrì ali mei sta
mannara,
Cantaa Beneficentt;E
finiannum
circulu Attornu di lafossa, Eterna pacipregaiui'
A
l'onordiirotBa.llttdesUa,a laso solitu, Chianci, s'ingutta c taci,
E
*ntrali laLbramurinura:Paci a1'estinta.... paci.
A
Tolulentae tadtuL'Annri
filiaUJund,
ta)ia«poignuttica 'Ncostua
Inmanna
i*ali.Grapilafossa; abbjacd
La
ciaccula astutata;Cu Benu
poisivortica....E
cadilabalata.4S
DI VINCENZIO DE
lUTISODE.
Nee
«I <fuidolim lusU.. .Delevit aelas: sprirntadhuc
amor
yUnuUquecomnUssicaiores^Oh d
animosinumen
Arbitra Dea, cuil'adre Idee mestedi tumulo Svolgoiisi aidee leggiadre
Che
limpidefiammeggianoNel
ten di «temità1 Scendiinyocafa,e•
ITangoloSediam
deYurna amicaOve
di alateimmagini
Calcatostuolsiabbica, Per meditarvi ed ergereinno de 1'amistà.
3.
Tuliol*etàTolnbik
Urla
scMnaponee
sohe;Tuttodi sua yertigine
Ne
rampiespire avvolge,E
copredi sue tenebreCon
l'addensato vcl.Se suondi fama argoHca
Sempre non k mendace.
Preda
cadeal'AtlanticaDe
l'Ooean vorace:L'ultima
de
le PleiadiPiù non
apparein del.Digilizedby
Googl*
49 3.
Ua
TÌta ìuestinguibilcVive
chi accolseinstnoE
fomenlò le vivide Faville che inovienoDi
là vemoto
e fomite£
scopo ebbeil pensier.Pensìer chefiraogeilcarcere
De
leorganatememlira;
Qie immenso
assorge,e
ogniessereDe r
universo assembraNe
lavicenda araonica Di armonicopoter;Che
scopritoreed
indiceDe
lainfraogiba legge, Ideviida reriatidieAnomalie
conregge,Sb
falloesempio e stimolo Per r ertadelcammin.
De
lapace domesticaTra
levirtùprivale,À
insegnamento pnUiiicoDel BeUo amante
eTale, Smentirnon
sale originiDe
Tesser suo divin.5.
Vive immortai ve sfolgora
Nel
suo vigor primiero II fonte inesauribileDe
l'immutahil Veto,n
fonte inestinguibileDi
archetipa Beltà.Digitizedby
Le
cuiriflesseìnmiiguiiDi
attenuate formePur
scorgonsi fralucereNe
Jc indelebiliorme Oie
ia suo passaggio imprimereSeppe
chi uscia dilà.6.
Tal regioD neiniuneri Di valealcun
non
visse;E
in tenebreravvolgerla^olle Plalon che affisse Sì pressole liiri alacri
A r
inaccessosuol;E
solde* sacri plataniFra
l'ombre delnislero.Cocleale cifre svolgere Del contemplato vero De'fidi suoi piùstre&ui
A ben
elettostuol:7-
Che
inutiiopra c vacuaÈ
srellcrodallessoDe
ledrceexnetaslesi Chi amdma
e bragoè avrcsiOi£
sollevarsiainobili Destinisuoi nonsa;Di
generosasmaniaChinon
avvampa
e bolle,Kè
delsuocentroesiguo Oltreilconfinsiattolle,Per
abbracciarné l'animaTàUa
Pumanitìi.5i 8.
E
ilmio Beno
almagnanimo
Stuol siaggiungea de pocbiPer
cui delSofo d'AtticaJ
deltinon lìirrechi.Per
cai co'vanni etereiNon
ardueviesegnò.Del Bello ama!i!e eflamine,
Fu
ilBeilo lisuo (lilello;Ma
cullo ed araergendogli^Ne
rideal concettoDe
léaimonie scambievoli IIcultoe Para
ornò.9-
Grande
hil pensiercheapaxiaDe
l'alma Fisi in grembo,E
orquaor là rimovere Tentaeritentaun lembo De
la yirgiaeaclamideOnd'elk è
stretta in sè:Ed
or degliastricalcola Gliordinati inter?alli;Or
gli atomeltlsegrega;O
in fibre ed in cristalli Scompoii rjiianto accessibileAl
suospiar sifè.IO.
Bla
è
hello seneivorticeDe
learmonie n'TÌhraDnce
Malesi, eil massinio Colminimo
eqnilihmNe
1'alternarscambierdleDi
armonizzato amor.52 Gigante allorgrandeggia
L'idea
ampia
infinita;L'acque, leauretlegarrule
Vjron
diamor U
Vita,Ama
l'inertepomice.Ama
esospirailfior.II.
Grande
èil pcnsicr cheiuamargesiNe
]« 1iiiiotcoriginiA
diciiiarde' popoli'
Le
primescaturigini,£
d'Erme
Marte e Pallade L'alternodominar.Ma
èbello sede
l'avido Desìo drizzail sicuroVolo
oltreil rnorbtl termine,E
va in stn del luturoDe
l'uom gP
interminabili Destini a mediur.£
bello hse, nel férveieDe
l'apollinea vampa.De
le indissociabili Tira/ic trai valli accampa, Del triploserto iltripliceOnore
a conquistarChe
alui fbativiintessonoPer
lafioritavia I lauridiMdpomene,
I
mini
diTalia, D' Erato e di Tersicore Trail gaiofolleggiar.51 i5.
£i
dalrisortoFidia Ai reduciporlenti, F-i dt: li patria music»Ai magiciconc(!nti Affisain&aziaLile L'avida
mente e
ilcor:E
ouoTavita«d
-anima-Rende
a le patrie«cene I^el nollurnospcUaCOloDe
lebeirarti pienctDe
la gararoriproca Maestroinsegnaior.14.
O
Italia! osava ilgelido Abìtatorde l'Orse Berteggiar,quando
in catari PrediligerU
scorseDe
la grand'opra scènica L'armonica unità.Non
sonle Aonievergini Tutte figliedi(iiove?Tutte quiliann'arae tempio
Se
sondisgtonte altrove,Più
belle segareggiano, Pi& care in amistà.i5.
O
industri tinteotrattinoLa
squadrae Ioscarpello.Una
è del bellol'indole.Una
hridca delbello,Ed
indivisesplendonoNe
l'indiriaoonor.Pera chi Varti ingenue Scisse cstringeva in argini!
Immenso,
incompressibileFrange
isegnalimargini Libero ii^gpgnoe
strenaoNel
maschio saovigpr.16.
E
al'ertaimmoisurabileDi
qticìl'impervia altezza^Sornilccol sorridere Di nobileficrez7ji
De
ViuipolcDtespregioA P
infeUceaiit«r.E
lui dell'artiingenue CultoT maestroe
acorta Addila poil'attonita rosleritatc, assorta Di tanta luce al vivido Baleno abbagliator:17-
Qiè da
quelcentro ignivomo^ Raggianti amillea mille
Le
eccitatriciscendono Prolifiche faville, Per ridestareincendio Dieterna venustà;£,
lui ma(•^^l^o edauspice, Fra palpili soavi, Esprimerannoi posteri,
Com'esprimeTaa
gliari.Per Cora
e perDesdemona Del
dnolla voluttà.TTigiiizeQ'By'Google
55
DEL SIGNOR JLAFFAELE STASI
r
ODE.
I.
Pcndca
secretoruilimo Fatosul capo al Sngrrio, Cui forseor questotenero Nostro cauoroomaggio De
l'aimoniadegliAngeliNon
èmen
-caroin del.Ed
ei da' sensil'animo Fatto remoto,esolo,Tenca
del vastoe vario ' Lodiilo ingegnoilvoio Chiuso de'vanti proprii KntroaV
ideai'edel.s.
A*dottisuoitilenzii Propizio ilTeldisteso
La
notteayea,chea'Savii L'intimolume
acceso Più rende, efa le trnrbre Vn\ amiche assai del dì.Prialapaternagloria In luisedMtfteaccolu
£i
miro,onde
a àebesii Lidilaprima
volta Dellormaggior palladioCoro
iltesor»
apri.86 3.
Ilarisuoimedesimi Insèmirarpoi
gode
Resid*immense
pagineNoto
liceocustode,£
di saper moIiipUoe Ospite dispcnsier.£
folloinpssi accojrlicrsi Inclitostuolo amico,Come
fra i dottiportici0el
Peripato anticoUn
dSsolea laGrecian
seniioaeheo veder.4-
DI
tantoonerlanobileAlma,ecco, ri già compiace,
Ed
il piacer frai limili Soli del cor non giace;Ma
iu voltoaluifd splendereDi un
riso, ilmadilar.Ecoisalsecondo Fidia
£i
min
òrnarlechiome
-Da
lesecondeGnuda Sua
dolce prole,come Fea
da lebelleil Sannio Giàiprodicoronar.5.
IV
sodi oraoenli annonidie.Ecco, ai Cantor di
Tao Ode
lelaudi scioglievaDi
GiptìaediLieo,E
i crìn canuti palpitaPur come
luidiamor.L/iyiiizeaby
5?
Di
piùsevere ìmniagiiii Destailpoternovello:Gihle gelose fiH-ìp
Spiranel scn di Oidio,
Che
de l'amante miseraLe
ÌBsangaiiianelcor-.6.
No.
..d*empio nume
vindiceLa
VerginediQttito Osti» non Hh.., già salvala Ei con Alonzoardito,
E
de le sceneil plausoPremia
ilsublime ardir.CoA
so lesueglorie Fiso&
sedea: talsuole,Da
lapalude terrea Giimlaalsenticr delsole.La
maestà de l'aquila De'volisuoi stupir.. .7- Qoaiid^eccoilfa da
T
intimoSuo
contemplardivìso De*sacribronù
ilfiremexe Moltiplice,improvviso^Che
da'festanti tempiiFrange
de 1'ombre
ilsen.Sacra almaggior prodigio JErala nottealgente, Incuivagiva tremula
La Voce
Onnipossente, C3iegiàtuonò dal SinaiTn
ilturboed
ilbalens..se 8.
YoUo
egli alloreoafervidoZelo è
«1 divin mislera,£
alNume, e
•l'altroTÌTere,Cbe
la suafc'già vero Scrisse, efra i corianglici L'almarapila fu.X santiadclli |)ia(qiu ro A'rai
Vero
eterno;E
lui tenernelprciuiu Volle delGel
superno,£
alfral1*eletto «pìritoPià non tomò
quaggiù.(i) IlIfarehMoBeiio«dotato4fm»ll«iogrgno,
m
vcr-MtMsimo
in Yariì raoii dell*amano
Mpere.Viispcaro atulligliuominidottide' nostritempi.
Huùpadrefuunode'foodalori,edegliunode' aociideU
r
AoeadeniadelleSoietise io IfapoJi.Arevain&un castiut»eopiocÌMtaia bibliolMofircqucata- ladaluttiiIfttorntisuoi atiiici.
EglifececurouarcdiroteilcelebreScultoreCaooraper
mano
ditredelleaoegeaiilifiglie.'J'r.idiisse Anncrcont*-.
Composepel Rcal Ti;atrodiS.Carlol'Otello,e laCora.
SerÌMODBTraltato suirloamortalìt^ dell*aoima,ec.
Morì improvvisamente nfl Hatale tSao.