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COMPONIMENTI POETICI IMPROVVISATI GIANNINA MILLI TERAMO. FIRENZE. NELLA TIPOGRAFIA CALASANZi ANA Digitized by Google

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COMPONIMENTI POETICI

IMPROVVISATI

DA

GIANNINA MILLI

DI TERAMO.

FIRENZE

NELLA TIPOGRAFIACALASANZiANA

1858.

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(2)
(3)

POESIE IMPROVVISATE

NBL TEATRO DEL COCOMERO

laseradel7Dicembre1857.

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(4)
(5)

5

li’

Amore

Aliale.

Filiale

amor,

oh fervido

E

sacrosantoaffetto, Chelanatura provvida stilla all’uomnelpetto Insiem co'primibattiti

Dell’innocentecor;

Filialeamor, chel’anima Tuttaditem’accendi, Sola, pudica aureola Chesul

mio

frontesplendi.

Scopo sublimeepremio Ditutti imiei sudor;

Deh!ne’miei versi effonditi, Siccome auragentile, Chesospirando aleggia All’apparir d’aprile Fra gliodorosi calici De’ variopintifior.

Col primo accentotenero Dellamaternabocca, Colprimobacio fervido Cheinfronte ella nescocca,

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(6)

Colprimo risoingenuo

Commisto

al pianto ancor

Con

laprimiera ed ansia

Sollecitasua cura, Con che ibisogni, igemiti Di prevenir procura Alpegno soavissimo Delsuofecondo

amor,

Delfiglio in sen,cheilvivere

Ignora ancor,la pia Natura unsenso sveglia D’arcana simpatia,

Perleichein

grembo

accolselo,

E

Ioprodussealdì.

Nei lunghi sonni placidi Dell’età suafanciulla, Fra visionid’angeli Chelafiorila culla Soavemente ombreggiano

Con

lebell’ ali d’or

Due

voltid’ ineffabile

Affetto accesieimira;

E

quando risvegliandosi Ilumi intorno gira, Dique’due voltiincontrasi Nel piosorriso ancor;

Ed

essiimparaa scorgere Fra centovolli ecento;

(7)

7

Peressi acqueta ii piangere, Peressi èil primoaccento.

Peressi il primocandido Suo priegoal Creator.

E

allorche giuntoal florido Mattinodellavita Framilleaffetti ondeggia L.irrequieta ardita Alma, che vedeinroseo DipintoI’avvenir, Qual piùsecura scegliere

Potriaguidaoconsiglio.

Qualcorper lui più tenero.

Qualpiùvegghiante ciglio.

Siacheil piacer sorridagli

0

locontristi il duol, Diquei,cheinlui rivivere

Sisente,ed agi,e sede Ingloriosa patria,

E

religiongli diede,

E

col

nome

trasmettegli Degli avisuoi1’onor?

Oh

bello,ohsantoilgiubilo Cheinonda aunfiglio ilcore,

Quando

in soavilacrime

Immerso

il genitore Vedeinudir1’encomio Ch’ei meritar cercò.

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(8)

Ah

no!nonsia chidicami Chespesso ilsol rischiara Mostri cheai padrirendono Tristelavitaeamara,

E

maledirgli astringono Dilornascenzail dì.

Udirnoi vo’;sacrilego

E

troppoempioè il reato;

di tristaimmagine

Il carme innamoralo Bruttar vogl’ io,nè pingerla Saprei, volendo,ancor.

Oh

!a

me

1’

amor

che ressemi Alla virtùfinora.

Consolator benefico La vita irraggiancora;

E

quandopresso a sciogliere Sarò1’estremo voi Deh! eh’ iorimiri, ilanguidi

Occhi volgendo intorno.

Quei voltichesorrisero Alla

mia

culla un giorno;

Del bacio lornelgaudio Miaccoglierà il Signor.

(9)

9

I

Fanciulli del Poveri.

Oh! nonfugate quei pargoletti,

A me

lasciateli tutti appressar;

Dei Cielial regnoson essi eletti;

InCiel,chi spregiali,nonsperientrar.

Così,aiseguaci vólto,dicea Queicheperlutti venneasoffrir,

E

la divinadestraslendea Lebionde testea benedir.

E

nondai ricchiadorni ostelli Veniangl’infantialRedenlor,

Ma

dai tugurjpiùpoverelli, Là doveilpane bagna il sudor.

Figli delpopolo crescean fra’stenti.

Ed

eipel popolovisse emori;

E

neldiligerequegl’innocenti

Ad

imitarlotuttiammonì.

Oh!

ipoverelli L. innudastanza Quand’essiilumi schiudonoal sol

,

Non

ilsorrisodell'esultanza 11 lorvagito accoglier suol.

Ma

il primo bacio,chelalanguente Madreal suofigliosulfronte dà,

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(10)

40

L’

orma

vilasciad’unadolente Stilladitrepidaansiae pietà.

Oh

chisa, pensa,seavrà ilsuopetto Pernutricarlofecondo

umor?-

Chisa sesempre avrà queltetto Perricovrarviquelsuo tesori

Or

belloeroseoha il picciolvolto,

Dorme,

eil dolorechesia nonsa;

Ma

sedafiero

morbo

fiacolto, Chiaitae farmacogli appresterà?

E

se 1*assidue fatiche ei stenti

Lo

sposoopprimono, s’egroei riman.

Oh!verrà giorno chefra’lamenti Quelfiglioun panele chieggainvanì

A

tal pensieroquellapietosa Trema, ed al senostrettoilbarobiu.

Correa riprender la travagliosa Opera appena spunta ilmattin.

Ma

ohimè! che mentre suda il suonato Di scarso ciboa provveder, Queicresce all’ozio, abbandonato Pe’ trivj,ignarod’ognidover.

Il ciecoistintosenza alcun freno Imoti suscitadel vergin cor,

E

ltristiesempj delvizioosceno

La

veste

adombrano

delsuocandor.

Guai seilbisognoundìlo sprona

A

chiederI’obolo della pietà.

(11)

14

Oh

!non a lungola suacorooa Quell’ angiolettoconserverà!

O

miei fratelli,pietà,mercede Pe’ fanciuleltiche Cristo

amò!

S’è invoi d'unsecolo migliorla fede, Se

amor

dipatria

muover

vipuò, A’stenti,airischistrappar tentate

Igramifiglidelpoverel;

0

miei fratelli,dilortremate Se inlor delvizios’insinuail fiel.

D’

amor,

d’indomitafedee costanza Vi giovi i teneri pettiinformar;

Cheinessi vivasiala speranza, - Se anoilefaustesorti mancàr!

La spemeèin essi;chi nonli cura, Lisoffre immersinelcieco error, Quei con satannotristocongiura, Perchèil suo regnosiestendaancor.

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(12)

12

La Donna e

il

Vangelo.

0

sorelle,chealfacil

mio carme

Amorevoleorecchio prestate,

0

sorelledeh!

meco

intuonate

Una

lodeall’eternoFattor.

Egli, allor chea redimergli

umani

Scese interranel fragile velo, Noico’

dommi

delsantoVangelo Doppiamenteredense einalzò.

Quando

a morte,e agravosa fatica L’

uom

dannavapel falloprimiero Diola donna

sommise

all*impero Di coluieh’ ellaindussea fallir.

Ma

nondisse:laluce iot’annebbio Delpensier chesorvolale stelle,

E

a te 1’opre

magnanime

ebelle Fia conteso nel

mondo

compir.

Einoidisse;chè mentreal servaggio D’

Èva

mesta lefigliedannava, Già Marianel pensiervagheggiava,

Che

ilor nodiverrebbe a spezzar.

(13)

*3

Pur rorgogliodell’

uomo,

a misura Che incedeapel malvagiosentiero, Sulla dolce

compagna

V impero Qualtirannopiùsempreaggravò.

Sol da’vezzicaduchi difesa, Qual strumentodifacildiletto,

O

fra

pompe

displendido tetto,

0

frastenti dipoveroostel,

Sempre

schiava,dell'

uom,

chegeloso La cerchiavad’ignavia ed’errore.

Ripeteaquasi dono 1’

amore

Chedivisoera forzasoffrir.

E

pur Diodelsuo popoltalora

A

una donna

commise

loscampo;

Formidabile Deborain

campo

D’Israello inemicifugò.

E

Giuditta, ela maschiaGiaele Della patriafurgaudioe salvezza,

E

d’

Amano

allatrucefierezza Ester bellasue genti strappò.

tra I’

ombre

idolatrefur scarse Grecia e

Roma

dieccelse eroine;

Ma

sepoche ebber laudidivine Tutte schiavepursemprerestàr.

Tutte schiave, finchésublimate NellaVerginReina delCielo, Quella voce che indisseil Vangelo Allaterra ilordrittibandì.

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(14)

— U —

Oh!

ilVangelo!lalegged’amore, Chefa tuttigli

umani

fratelli,

Che

delpovero icencifabelli Più del

manto

purpureode’ re;

11 Vangelo chedice;Perdona Volenlier, seperdonovorrai.

invidiarchi intripudio vedrai, Chè Diosolo co’mesti sarà;

Il Vangel chegl’ipocriti tristi Rassomiglia a sepolcri imbiancati,

Ed

i cieliaisuperbinegati Schiudeagliumili e mitidi cor;

IlVangel ne tornava, osorelle, Di

Èva

puraneidritti primieri;

Ma

il Vangelo asublimidoveri

Ad

un temponoidonne chiamò.

Carità,cheinsè tutti gli assume, Sola vuol checi

avvampi

nelcore,

A

noi fontedivita èI’

amore E

sua leggefa santo Vamor.

Non

F

amor

chevigliacco,e snervato Ai piacer fuggitivi ne sprona,

Ma

benquelchealmartirio ècorona,

E

senz’

armi

la terradomò.

O

sorelle!èlaluceilVangelo!

Non

periscon per tempo i suoidetti, Nel tesorde’domesticiaffetti

Eine affida 1’

umano

avvenir!

(15)

— IS-

Santoedaltodeposito è questo:

Chiudeil fatodel suolonatio;

Oh! preghiamche il mandatodi Dio Possa alfinela donna compir!

Miehelanglolo e

Raffaello.

0

dilettaal Signor terrafatale Meravigliosaallediverse genti,

Siacheinte echeggil’innotrionfale

0

I’elegiadegl’ infelicieventi;

Salve,oadorala

mia

terranatale, Ricca dionor,di affanni edi portenti;

Salve,odelverso cheil dolormielice Invocataperenne ispiratrice!

Talmisonio, eh’ovealtri solt’appella Degnadipianto,edel tuoben dispera, Iodisperarnonso,

ma

dinovella Gloria confido rivederti altera;

Ed aspettandopur chealla procella SuccedaIridi pace messaggera.

Glianimia rinfrancarnelprisco vanto, De'fasti tuoi piùintemerati iocanto.

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16

O

Buonarroti, oSanzio! e voi concessi

A

questa cara intempi fortunosi, Voi nonvilmente dal cordoglio oppressi Durarsapestein ozj ingloriosi;

Ma

poi chestolta lasperanzafessi Di tributarleallori sanguinosi, Sudaste a ornarle lavetustachioma Del sertoonderegina ancorsi noma.

D’ aspetto,ingegno ed’

animo

diverso, Grandi delpar,lastessaetàbeaste;

Ma

r un,quasigigante,all'universo Parche severoin sua virtù sovraste;

L’altroin etereevisioni

immerso

Passa com’Àngiol trale gentiguaste:

L’un slupor, riverenzainduceai petti, L’ altrov*istillasol celestiaffetti.

QueidiFiorenzaalterocittadino Nelverso eterno, e nella sacra bile S’ ispirò delpoetaghibellino,

E

conformovviil grandiosostile;

Questi,nelriso della molle Urbino Nato, dal

carme

angelicoegentile Del buonPetrarcaI’idealmodello Trassedel vero ed immulabilbello.

Però nei

marmi,

nelle moliardite, Nei dipintieneiversi, il suo vigore Buonarrotitrasfuse, ele infiacchite

Alme

scuoterpensòdal vii torpore;

(17)

E

chi non fremenel fissar leignite Lucidel grandeEbreolegislatore?

O

lascena inchetulliil Re superno

Chiama

a eternomartire oapremioeterno? Certo ancorei,fra i reprobie glieletti,

Nuovo

Alighieri colpennelpossente Veri dipinse conosciuti aspetti Diqueiche Italiafean lietaodolente.

Edei purdifendeva i pairiitetti Neiperigliconsortealla sua genie;

Ei

come

Dante ognorgeloso e pio Al predilettosuonido natio!

In lui,giàascesoa gloriosa altezza, Sanzio mirandointerrogòil suocore;

E

quel rispose:

A

talsublimeasprezza Aspiriindarno,a lesia duce amore.

Ama

e dipingi;scalaè la bellezza Chel’

uom

conduceaChidelbelloè autore;

Per diversosenlier,daun solozelo Accesi entrambipoggerelealcielo!

E

Sanzioudì delcorla voce, epinse

'Mentred’

amor

loardean

fiamme

immortali;

E

coleiche persempre asè lostrinse Informeritraeacelestiali;

Alfinnell’opra in cuisè stessovinse,

Non

che quanti famosiebbe rivali, Ilpiùgranded’

amor

volleeternato Prodigionell’

Uom-Dio

trasfigurala

(18)

18

0

gloriosi,o grandi, oforti,o invero Del cultochevi èresoentrambi degni!

Oh! un doppioraggio all’italopensiero Scenda per voidagl’immortaliregni:

L’unloriscuotainsua grandezza altero, L’altro fiducia e caritàgl’insegni;

Chèsetanto da Diovoine ottenete

Non

indegni diVoi posteri avrete.

7

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19

Qual parole volgerebbe Dante Alighieri

agl’Italiani

del secolo declmonono.

Ed

obliastevoiI’

immenso

amore Che

sublimommi

in suavirtù severo Ahi piùnon veggo il popolo, cheaustero

Un

dìbrillòne lacittà del Fiore!

A’ mieicarmi plaudivail

mondo

intero:

Or

de la patriamia sento rossore;

E

voi saettasol I’alatoArderò Che ognifortesentirquasi ha inorrore.

Vergognandodi un popolodi stolli Di patriacarità nel beldisio Grido:

Oh

nonsialepiùmollieincolli!

E

orche tornoal fulgor delseggio mio Grido ancora:

Oh

nonsiancon

me

sepolti 1vantiondequiinterraein ciel

m

indio!

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(20)

20

Parlili.

Solo einerme,ei mosse acerba guerra Altralignato popolo

Lombardo

;

E

il viril

carme

che il suolabbrosferra Benlo mostraitaliano edegnobardo.

Solo edinermeei combattè laterra La terracol suosecolobugiardo.

EdoracheI’avellolorinserra, Suonailsuoversoancorbelloe gagliardo.

Con quantedisciogliea paroleamare, Con tantesaettavail reocostume Che signoreggiainquestespondecare.

Edeibrillòsiccomeetereolume

E

lasuagloriaè vasto

immenso

mare, Su cui I’eternità ballelepiume.

(21)

nell’atto

che

le

veniva

offerto

un masso

difiori.

Inquesti fiorche congentil pensiero Offrite inpremioal

mio

spontaneo canto.

Ilsimbolo ioravvisounico e vero Di quelche a

me

siaddiceumile vanto;

Ch’oltre la gloria

mia

durinonspero Deltempo chedeifior dural’incanto;

Ma

dei fiorchemi donail vostroaffetto L*olezzo eternoiosentirònel petto.

(22)
(23)

POESIE IMPROVVISATE

KEL TEATRO DELLA PERGOLA

la sera del 28 Marzo 4858.

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25

li’

ultimo canto

«ilSaffo.

Ed

ancordel tuo fatoinfelice Eia che suoni il mio poverocanto.

Ed ancora unastilladi pianto Per te,oSaffo,dalcor verserò.

Perte incauta, che,infidaallagloria, Fosticintad’indegneritorte,

« Ed orsolodalgelo dimorte

»Speriestintala

fiamma

diamor.» Sulfunestodi Leucadesasso,

Alcui pièl'ondairatas’infrange, Fra unaturba chepalpita epiange Sordi

Numi

invocando per te;

Iotiveggo,colcrinedisciolto, Conleguance mestissime esmorte.-.

<( Ahisoltantodalgelodi morte

»Speriestinta la

fiamma

di

amor!

»

Oh

tacete!,sullauro immortale, Sullacetrail suo sguardosiposa..

Diquell’anima ardente,amorosa Essi ungiorno furpremioedesir;

Oh

tacete!, nell’estrogiàsente Lepotenzedell’animaassorte.-.

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(26)

26

Come

cignovicinoallamorte Scioglie1’ultimo cantodiamorfa

O

gentil,melanconicaluna,

E

voistelleamorose,salvete!

Voi, cui spessoletenere eliete Mie canzonirivolsi dalcor;

Voi,cheluce piovestee armonia Suquest’almaaicelesti consorte,

Rischiarale quest’oradimorte

Con

un ultimo raggiodi amor!

Neldeliriodeicarmi rapila Le bellezze intravididelcielo;

Poi nel

mondo

lospirito anelo Di quel bellouna

immago

cercò;

Di quelbelloche,ohimè, contendeva Al

mio

voltoadirata lasorte..~

Ah

perchènon

mi

colselamorte Pria cheardessi nel focod’amor?-.

Era bello,qual solenascente, 11garzone che il petto

mi

accese, Il suo sguardoqual stralediscese Nel

mio

pettoeper sempreilferì;

Ma

era crudo, bugiardo, elegioie Sospiratefurlabiliecorte;

E

fuinfaustodecreto dimorie

Il

mio

primo sospirodi amor.

Che giotomnji 1*alloro acquistato Nella prova sublime del canto?-

(27)

E

cheil plauso edil nobilevanto Dellegreche

commosse

città?- Nell’ebbrezzadel collotrionfo

Tese

amor

Yartiperfide eaccorte

~

Spengadunqueagghiacciata la morte Questa

fiamma

voracediamor!

Schiudi,omare,ituoigorghi,ed accogli L’abbattuto ed inutil

mio

frale,

E

voi,stelle,lospirtoimmortale Accoglietenellucidosen.

E

sieterninle voci che estreme Dal mio labbro tremantefur porte:

« Chesoltanto dal gelodi morte

Speroestintala

fiamma

di

amor!

»

Disse,eschiusead untrattole braccia Si slanciòdalla rupe funesta;

Per trevoltela candida vesta SopraT onda sconvolta apparì.

Poid’ognunole luci atterrite

Da

quel loco funesto furtorte.

E

diSalto piangendolamorte Trnprecàro Y infaustosuo amor.

(28)

28

Pensieri di una giovine Madre mentre

allatta11

suo primo bambino.

Oh

m’ispirasseil genio Chearrisea Raffaello,

A

luicheseppeesprimere Colcreator pennello La voluttàineffabile Delmaternale

amor,

Nella celesteVergine Che stringe ilFiglioal cor!

Cosìsoave eangelica Di giovinetta

madre

Vi pingereiYimmagine, Sorellemie leggiadre, Ch’iovi udireiripetere Con tenero sospir:

«Trista colei che niegasi

» L'esempio suoseguir! » Eccola; avvoltain candida

Succinta veste, siede Delverecondo talamo Tacitamente alpiede.

(29)

29

Penetrai vetri unlanguido Raggio del solcherauor,

E

al crindiffuso emorbido

Forma

un’ aureolad’or.

Ma

il raggiodell’occiduo Sole è

men

vivoebello Delguardo suo,cheaflfìggesi Sul caro bambinello, Chesui ginocchi tremuli Dolce cullando vien.

Mentregliporge il nettare Delsuo maternosen.

Pegnoprimiero e tenero Dell’

amor

suofecondo Di doppiavitavivere Parieda eh’ eglièal mondo.

Conlui, tuttorainconscio.

Vuol rider, lagrimar.

Vuol di suamentevergine Laprimaideaspiar!

Nessunpiùafeste videla

O

a danzelusinghiere;

Diquella cunaastudio Passale lungesere;

bada,se pervigili Notti, olargito

umor,

Splenda

men

frescoevivido Di sua bellezza ilfior.

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(30)

30

D’ orror,disdegnoun subilo

Lampo

1'ingenuafaccia Pingeall’udirdelbarbaro Uso, chea stranie braccia Fidagl’infanti teneri

In

ermo

casolar, Di

compro

latteestranio Lorvitea nutricar.

MiseriL.ahinonle assidue Cure,ei materniamplessi,

E

gliagiavitiabbellano Iprimi giorniadessi;

Ma

scarse,rozze, egelide Carezzeporgealor

Donna

venal,cheil proprio Figlioposposeall’or!

E

forse il brunoeflorido Sembiante a occulto male

È

velo,chenei pargoli S’insinua poi ferale.

Grami

crescendo e deboli, Quai fiorcheilgel colpì.

Oh

qualsaran rimprovero

Muto

alla

madre

undi!

Oh

questa cara!.- pavida Soloal pensarne,al petto Stringe conineffabile Ànsia ilfigliuoldiletto,

(31)

3i

E

sciama:

Ab

se Diodiedeii

Da

questo fianco uscir,

É

questoil sen chedeveti,

0

figliomio,nudrir!

Non

io,noniodividere Conaltravo’iltuo amore~«

A me

sidebbeil palpito Primierodeltuocore.

Con altra,chesol fingere Può isensi miei conte,

Non

mai dateconfondere La

madre

tuaside’!

Cosìparlando, rorido Di carestilleil ciglio, Copredibaci il roseo Voltodel picciolfiglio.

E

quei,

come

rispondere Volesseal suopensier, Levagli occhietti,e schiudete

Un

risolusinghier.

0

voi,cheillatteai teneri Partinegar poteste, Dite, qualgaudiosimile

' Algaudio mai godeste Di questapia,cheintacita Stanza, innegletto vel

,

Adempie alsacro uffizio

Commesso

alei dalciel?*.

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(32)

32

0

mieSorelle-- oltraggiasi Pervoinatura e Dio!- Tnvoi mirando, attristasi, Disperail suolnatio.

Ch’ovemollezzae incuria Bruttaalledonne il cor, Molle e incurante il popolo Vegeta, eserveognor!

Pietro Micco.

Oh

patria,oh primoassiduo, Sospir dell’alma mia, Bella, vetusta martire Sullacui frontepia, De’fati ad onta,unmagico Sertoscintilla ancor;

Oh

patria!-

A

te nell’estasi Dell’improvviso canto

Sempre

a te guardo,eall’inclite Tueglorie, eaifalli,eal pianto:

La tuafuturaindomita

Speme

vagheggia ilcor!

(33)

33

E

icaldivotiesprimere Tentonel versomio;

Chè non perfermoasterile Altrui diletto, Iddio Questafatai mirabile

Fiamma

largivaa me.

Questa, ondesoll’italico PensieroEi privilegia;

Questa,cheilciecoJMevio

O

disconosceospregia, No, nonfia ver che a fatuo Focosomiglioguor!

Oh

poless’ io rispondere All’immorlal mandato!*.

Alme

inviliteetorpide Scuoter

mi

fossedato Con generosinumeri Devoti al patrio onori*.

Potessiaitardiposteri, Bellodi eccelsagloria, Nel versomio trasmettere Il

nome

ela

memoria

Di Micca,invittomartire Dicittadino

amor!

Di Micca, chedel popolo Semplicetìgliooscuro,

Quando

a morirvolavasi Con animo securo

(34)

3*

Gli Eroidi Grecia e Lazio Nel merlosorpassò.

Cbè nontra’lcaldo e1’impeto Dimarziale agone,

Ove

sidesta l'emula Virtù cheagloria èsprone,

E

a'raidel solrisplendono Igesti delvalor;

Ma

incupo, sotterraneo Senliereh’eistesso aperse.

Volenterosavittima Di propria

man

siofferse,

Da

straniogiogoiproprj Fratelli a liberar.

Ecco,di polvebellica Lunga omicidatraccia Sterminio emorte al gallico Assalitor minaccia.

Chelacittàsabauda D* assedio circondò.

Difesa estrema edunica

È

dei rinchiusiquesta;

Assidui all’opra sudano, Pocoa compirla resta—

Ma

qualconfuso strepito Sulcapolorsuonò?

Ahi! furtraditi,esperdono La mina iFranchiaccorti;

(35)

35

Oli

come

mulie pallidi Guardatisi in visoi forti

L

Dunque

curvar dovrannosi Quai vinti alloslranier?

No!

Miccasorge;unvivido

Lampo

di ciel sfavilla Nel volto suo,nel rapido Girardisua pupilla;

Glialti,lavoce improntansi D’arcanamaestà:

FuggiteL.ei gridaaipavidi Compagni,iosol quiresto.

Io cbea salvarla patria Col

mio

morir miappresto.

Nuovo

Sanson, con l’empia Oste ioqui solcadrò.

Fuggite!-,al Prence, alPopolo Recaleil dello

mio—

La sposa, i figliL.Ahi miseri, Trovin sostegno!-.Addio!-.

1tuoi nemici,o Italia, Diosperda ognorcosì!

Sìdice,e tosto orribile Scoppiod’incesa polve Tralemacerieei laceri Corpi nemiciinvolve L’Eroe, che conY intrepida Sua destrail provocò*

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(36)

36

Olisalve, invino Spirito, Di eternoonor ben degno!...

Non

afugace cantico Difeminile ingegno L’esempio tuo

magnanimo

Siaddice celebrar!

Ma

un italoSimonide Dio nedarà,lospero.

E

questi trai piùsplendidi Fattidiardirguerriero Delpopolano intrepido La morte esalterà!

.

Luigi Camoens.

Nostronon sei;questa fatalee bella Terranudrice del valor latino

la cunaatediè,nèla favella Cheal ciel levava il VateGhibellino;

Purfin dall’albadell’etànovella Ebbiun mesto perteculto,odivino Canlor,che eterni ne’beiversi tuoi

L’armie1’ardirdeilusitani Ere».

(37)

37

sol perchècosìsublime ilcanto, Che

amor

dipatriati dettò, risuona, Così spessodite penso cdel vanto Che incontrastatoil

mondo

alfmtidona.

Ma

t’

amo

purperchè miserotanto Fosti, vestendola mortai persona, Ciraltrinon fu,chepiùterribilguerra Di tedurassecol destino in terra.

Vale eguerriero, sopra suol lontano

Sconti,esulando,1'

amor

tuoprimiero.

Ma

talorvagoinrivaall’oceano Ti brilla in mente un immortaipensiero.

Quelleson1’onde pur che con sovrano Ardir solcava il lusilannocchiero;

Dilà si mosse, edoporischiestenti Nuoveterrescopersee nuovegenti!

Oh

diquaivaghe fantasienovelle Tivedi popolar la menteaccesa!

O

splendailsole,oincieloardanlestelle, D’ altronon pensi chedell’ardua impresa

E

vanti,e pugne, estoriemesteebelle Lungo tema aituoi canti

amor

palesa;

Amor

di patria, che più ferve inseno Dichisospira ilsuonatal terreno.

In

ermo

loco, al

mar

da presso,ascoso

Ad

ogni sguardointerigiorni vivi,

freme

il turbo talor, con procelloso Mugghiol'ondailtuo speco investe arivi,

(38)

38

E

(u assorto,nell’estroportentoso, Deibaleni al fulgor ineditiescrivi;

E

unmacignot’èseggio, e

musa

aicanti Glielementi sdegnaliinsiem cozzanti.

Or

che son mai per le dei vilio ignari Losprezzo,efontedel destili tiranno?

Lelue vigilinotti,e igiorni amari Del plausodella terra il premioavranno.

11 dono chealla tua patria prepari

È

tanto,etal,cheinvidiar dovranno Lecolle genti lafelicesede

Che agran vale undì laculladiede!

E

di speranza pienoal

mar

ti affidi, Al

mar,

chequasi sennoavesse emente.

Ti contrastagran tempoi patrjlidi

E

in tempestacrudelscoppia fremente.

Giàlevele son predaai venti infidi, Già rottearboriesarte, la stridente Eolgor scoscende, eognuns’agita epavé Sullasbattuta perigliantenave.

Tra il lamento

comun

tacilo, immoto, Con fermo aspetto lavicina morte Guardi dal ponte, avventuriero ignoto Dal crineincolto, e dalleguance smorte.

Come

sacroamuleto, con devoto Fremitoappressi al cor,chebalteforte,

r

Picciolo involto di vergatecarte Incui vivedi tela miglior parte.

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39

Oh

r

amor

delpoeta!~ilvivo amore' Affissoall’opradelfecondoingegno!».

Teneroèpiùdi quelcheungenitore Siringealprimierdellesue nozze pegno;

ÈincfTahil,sublime,intensoardore Chedel sensomortai trascendeilsegno;

Provarnoi puòchinonsortìilretaggio Del creatoreonnipossenteraggio!

Ma s’inabissaillegno.»,ohchièchesbalza Nell’onde,elolla conla rea tempesta?».

Dell’una

man

fende i marosi,einnalza L’ altraconsforzoestremooltrelatesta.

Tra ’lperiglioferalcheil premeeincalza Del viversuonon unpensier gliresta,

Ma

sol gliscritti disalvarprocura Unicosuo tesoro, unica cura!

Oh

mira,mira!Ei viuce;eccolariva Afferra,e allabbro ilsuo tesoroappena Reca,che perdelavirtù visiva

E

restasenza moloinsull’arena.

.

Oh

meglio orfora se dallamalviva Salma,spezzatalamortai catena,

Il tuospirtodivinoalla verace Patriavolasseed all’eternapace!

Chenondell’egrapovertà nelloco Accolloio li vedreigramo,languente, Chiedereall’

uom

diDio condettofioco, Ch’ ultimo don,ti rechi untizzoardente;

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— lo-

finon vedreiper le preda delfoco Que'scrinichestrappasti al

mar

furente...

Que’scritti,ohimè, chedallebelve

umane Non

li oltennermercèdi scarsopane/

Addio a Firenze.

Bella, ospitale,edinclita Patriadell’Alighieri, Chea voipiù franco, e libero Drizzavi i miei pensieri Colgenerosoplauso Chetu largivi a

me,

Vedi!-,li volgoin lagrime

L’accentodell’addio:

Come

il pensier dolcissimo Del caro suolnatio

Sempre

la tua

memoria Avrò

scolpila incor!

iof

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i4

-

Crediamo cheleparolediCarloBottacircaalfatto diPietroMicca elabrevebiografiadiLuigiCamoens scrittadallacelebreBaronessadiSlaelsaranno vedute con piacere dallettoreuniteallepoesie improvvisate su questiduetemidallanostraammirabile GianninaMilli, la qualeavendofattodonodiquestisuoiCantiallaIstitu- zionedegliOspizj Marini lasceràfranoiuntalfruttodel suoingegno edellasua beneficenzachel’ammirazionee lagratitudine farannoagaranel ricordarla.

Emilio Ceccherini.

Nel1706 quandoiFrancesiassediavano Torino.ilBottacosira- giona dellatto diPietroMicca:

OrdinaronoFrancai)un assaltopei30d'Agosto,maai!9 poco

»mancòche per sorpresa non conseguisserociòchecoll'armi procurare

agognavano. Un’azione rarafra lepiò rare,virtuosafra lopiù virtuo-

»se,meritoriafra le piùmeritorieedegnadiesserecon ogni onore per

tuttiisecolicelebrata,fudellaloroingannatasperanzabellaedalta

»cagioneUomoplebeolafece,perciònonfustimatané pregiatacome

equantovalse.Essendolemuralacerepeipassatiassalti, gliassediati

>temevanodiqualchesorpresa notturna;onde grandi fuochilanottenel

fossoedanzi allebrecceaccendevano;ilche serviva eziandio ad impe-

»direinquei luoghil'operede'minatori nomici sotto terreni datanti

>incendiaffocati.Matalecautelarsinon giovò tanto chelanottede'39

» d’Agosto(forse Iddiovolleper speciale decreto cheinquelmomentoil

»coraggio francese elavirtùpiemontesemaravigliosamente spiccasse-

»ro)cento granatierifrancesinon riuscisseronelfossodellapiazzasenza

»esser veduti nèsentitidalleguardiedellamuraglia,onon s'accostas-

seroalla porticcioladellacortina peropprimervilaguardia esternaed

»occuparnel'entrata.Illuogo era statominato primapelcasodiun as-

»saltogenerale,malaminabenché carica non era ancora munita del

«»necessarioartifizioondel'accenditore avesse tempodisalvarsi.Ilpe-

• ricoloeragrave e imminente.Unufficialeed un soldato minatore per

»nomePietroMiccadellaterrad'Andomonel Bielleseintentiali'opre

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-

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»stavano nella galleria dellaminanell'attostessocheiFrancesiminac-

»ciavanolaporta.Credetteroperdutalapiazza aeinemicia’impadroni-

»vanodi quell’entrata;perciocchéveramenteperleinell’interno del

»recintos’aprival’adito.Già la guardia sorpresa e dalnumerosopraf-

»fattaeraandatadispersa, e giàigranatieridiFrancia cresciuti d’ardire

»eilinumero,rottalaprimaportaocancello di quella sotterranea via,eon-

»troiaseconda, ultimo e solo ostacolo che restava,sitravagliavano,elei

scotevanoeconloscurieconleve,e coi conj di schiantares’argo-

»mentavano;manonPietroMiccasistette.In quell'estremomomento:

»Salvatevi,all’ufficialechegliera vicino,disse,Sdentatiemesolo qui

»lasciate,che questamiacitaallapatria consacro; solo ei prego di pregare

»ligovernatore,perchè abbia perraccomandati,imieifigliuoli,e lamia

»moglie,iqualinonjarannopochiminutiscortipiùpadreni marito

»avranno.L' ufficiale,l'eroicarisoluzioneammirando,siallontanò. Poiché

»ildevoto minatoreinsicuroilvide,diede fuocoallamina,edinaria

»mandòilterreno soprapposto, e sé stesso e parecchie centinaia digra- natiorifrancesiche già l’avevano occupato.Miccafutrovatomortosotto

»lorovine della mina,edinpocadistanza dal fornello.»

Carlo Botta, Storia<TItalia,lib.XXXV.

LuigiCamoens,ilpiò celebre dei poeti portoghesi,nacqueinLisbona nel1517.Dinobilfamigliaera suopadre,esuamadro appartenevaah- P illustrocasa di Sé. Egli feceisuoi studjinCoimbra.Quelliche gover- navanol’educazionehicotestacittà,non pregiavano,nollaletteratura, altrocheP imitazione degli antichi.IlsommoingegnodiCamoensera in- spiratodall’istoria dellasua patriae daicostumidelsuo secolo.Lesue poesieliriche,soprattuttoappartengono,del parichelooperedi Dante, delPetrarca,dell’Ariosto e del Tasso, alla letteratura rinnovata dal Cri- stianesimo, edaigonio cavalleresco, anzicheallaletteraturameramente classica Ondoav vienecheisettatori diquesta,assainumerosialtempo diCamoens, nonapplaudironoaiprimi suoi passi nolla carriera de’ versi.

Finitiisuoi studj, egli sen tornò a Lisbona.Caterina di Attaydc,damadi, palazzo,loaccese di vivissimoamore. Lepassioniardentivannospesso uniteallealtissime doli naturalidoli'intelletto.LavitadiCamoensfual-

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ternativa mente consumatada'suoiaffettiedalsuo ingegno. Rilegatoegli venne aSantarem,perloconteseche sopradi luitrassel'amore chea Caterinaeiportava.Quivi, nella solitudine, eglicomposemoltepoesie, le qualiesprimevanolostalodellasuaanima;ed uno puh seguireilcorso dellasuaistoria,riguardandoa'diversigenerid’impressione chene*suoi scrittisipingono.Mossoadisperazionedallasuasorte,entròcome sem- plicesoldatonellamilizia,oservi nell'armata navale cheiPortoghesi mandaronocontro que'diMarocco.Eglicomponevaversiinmezzoalle battaglie;edoraipericoli dellaguerra eccitavanoilsuo poetico estro, orailpoeticoestroinfiammavailsuo guerrierovalore.11Camoensperde l’occhio destro per un'arcbibugiata ricevuta dinanziaCeuta.Tornato che fuaLisbona,eglisperavaalmeno chelesueferitoriporterebberomer- cede, se pregiata non eralavirtùdelsuoingegno;maquantunque dop- pio titoloavessealfavoredelsuore,tuttaviagrandiostacoli loattraver- sarono.Gl*invidiosihanno spessol'artedidistruggereun meritocoi mezzodell'altro,incambiodifarlispiccareamenducnelmutuoloro splendore.Camoensgiustamente crucciatodelladimenticanzain cuigia- cereillasciavano,s’imbarcò perleIndionel1553.e disse,comeScipio- ne,un addioallasuapatria,protestando chelestessosue cenerinon avrebberoinessalatomba.Egligiunsenell'India,aGoa, celeberrimatra lostazioni de'Portoghesi.Commossafu lasuaimmaginativaall"aspetto delleimpresede’ suoiconcittadini in quell'anticapartedelmondo;e seb- bene avessediche lagnarsidiloro,vollonulladimeno farne eternala gloria inunpoemaepico.Malastessavivezzadi fantasia, laquale forma

isommipoeti,rendeassaimalagevoliIriguardiche una condizionedi- pendenterichiede.Camoenss’irritòcontrogliabusichecommctlevansi nelmaneggiodellecosedell'India,ccompose intornoaquest’argomento unasatira, dellaqualeilVicerédiGoaprese tanto sdegno, chelomandò in esilioaMacao. Colòeglivisse più anni,nonavendo per suacompa- gniache unciclopiùsplendidoancora cheilciclodellasua patria,o quelbell’Oriente,giustamente denominatolaculladelmondo.Egli vi composelaLusiade(1),eforse,incosìpellegrinafortuna, questopoema dovrebbe mostrarsidiun divisamente anche più audace. La spedizionedi VascodiGamanelle Indie,l’iutrepidezzadiquella navigazione,chenon eramai s’ala intrapresa perloinnanzi,formal'argomentodelsuopoe-

( I

jSolevaritirarti da' tuoicompagni,evrivertletueport e inunagrotta vicino almare.

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ma.Ipassi piùgeneralmenteconosciutisonol'episodiod'Ines diCastro, e l'apparizione di Adaraaslorre, quel gonio delletempeste,ilqualevuole fermarGamaallorchéquestièinprocinto disuperareilCapodiBuona Speranza.Ilrimanentedelpoemavicnsostenuto dall’artificioconcui Camoens ha saputotramischiareiraccontideli’istoriaportoghesecollo splendideimmaginidella poesia,cladivozione cristiana colle favole del paganesimo.Questo accozzamentofurimproveratoalpoeta;manoinon portiamoavvisoche esso produca, nella Lusiade,una impressionediscor- de; imperciocchésisente assai bene, nel leggerla,cheilcristianesimo è la realtàdellavita,edilgentilesimoò1'adornamentodelle feste;anziewi uncerto che di delicato innonservirsi diciòcheè santo agliocchi stessi del genio.Camoens,d'altronde,avevaingegnosi motiviper introdurre la mitologianelsuo poema. Loattalentavailricordare laromanaorigine de'Portoghesi;eMarteeVenereconsideratinon eranosoltantocomele tutelarideità de'Romani,macomegliantenati di loro eziandio.Lafavo- laattribuisce aBaccolaprimaconquista delle Indie:eraquindinatu- raleilrappresentarlocomegeloso delleimpresodeiPortoghesi;nulla di menoquest'uso della mitologia,cdalcuno altre imitazioni delloopere classiche,danneggiano1'originalità dellescene'cheillettoresiaspetta dirinvenireinunpoemanelquale T India el’Affricasonodescritteda quelmedesimochelebatrascorse.UnPortoghesedebboessereimpres- sionatomenodinoidall'aspetto delle bellezze della meridionalenatura; ma ewialcunacosa diportentoso nei disordini c nelle bellezze delle antiche parti delmondo, che avidamente nericerchiamoleparticolarità edicapricci, oforseCamoenssiò troppo conformato,nellesue descri- zioni,allateorica delle belle artiche piùcomunementeè ricevuta.La ver- sificazione dellaLusiade hatantapompae tanto .vezzonell'originale fa- vella,cho nonsoloiPortoghesi di colto ingegno,maeziandio que’ delpo- polminuto, ncsannoamentemoltissime ottave, clecantano congran- dissimoamore.L'unità d’interesse nellaLusiadeconsisteprincipalmente nelsentimento diamordipatriachetutto interoloravviva.Lagloriana- zionale dei Portoghesi vicomparisceadogni istante sotto tutteleforme chel'immaginazionelopuòconferire.Quindié naturalocheiconcitta- dini diCamoensloammirino, anchepiùdeglistranieri.Igratissimie- pisodj di cuilaGerusalemme vafregiata, locompartiscono un buon suc- cesso universale; equand'anchefosse vero,comealcunicriticitedeschi hannoipreteso,chenellaLusiadeciabbiauncolorito istericopiùfermo e piùverochenoilavoro del Tasso, contuttociòlefinzionidelpoetaita—

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limopilisplendidane farannosempreepifipopolarelafama.Camoens venne finalmente richiamato dal misero suoesilio,posto all’estremodel mondo;manelritornareaGoa,lanaveincuiera,ruppealiafocodel fiumeMeconinCochinchina,odeglisalvossia nuoto,tenendofnmano, co- meCesare,fuoridell'acquaifoglidelsuopoema, solo tesoroeh’ egli involassealmaro, edacuiportava piùamorechoa’proprjsuoigiorni.

Questa coscienzadellagrandezza del proprio ingegno è pur bellissima cosaquandolaconfermano1posteri.Equantomeschinaavedersi èla vanitimal fondata,altrettantoè nobileilaentìmentochetidà sicurezza diciòchetufai,amalgrado deglisfòrzichealtrifaper conculcarti ed opprimerti.Nello sbarcaresul lido, eglicomcnlò,inunadellosue poesie liriche,ilfamoso salmodelle figlie diSionneinesilio

(tuper/luminaBa~

bylonit).Camoenssicredevagiù diritornoalsuo natale paese,nell'atto ditoccareilsuolodell'IndiaincuiiPortoghesieranostabiliti.Difatti lapatriasicomponede' concittadini,dellalingua, ditutto ciòcheram- mentailuoghi,dove ritroviamolememoriedeidolcissiminostrianniprimi.

Gli abitatori delMezzogiorno sonoaffezionati aglioggettiesterni,equelli delSettentrionealleabitudinijmatutti gliuomini,e specialmenteipoeti esiliatidalpaese chegliha voduti nascere, appendono, cornoledonne diSion,lalorarpaaisalicididolore,che cresconosullerivestraniere.

Camoens,tornatoaGoa,vi fuperseguitatoda un nuovo Viceré, e chiuso inprigione perdebiti.Alcuniamiciperòsiobbligarono perlui,ondefu in grado d'imbarcarsi ediricondursi aLisbonanel1569,sediciannidopo lasua partenzad'Europa.IlreSebastiano,uscitoappenadallafanciul- lezza,presea riguardare con benevolenzailpoeta. Egliaccettòladedica dellaLusiade,e trovandosiinprocintod'imprenderelasua spedizione controiMoridell’Affrica,conobbe megliodiognunol'eccellenzadell'in- gegnodiquesto poeta,ilqualeamavanon roeuodi luiipericoli,allorché potevano esserediscalaallagloria.Madetto avresti cheilfato sinistro, di cuiiiCamoensera bersaglio, sovvertiva perfinolafortunadellasua patriaperischiacciarlosottopiùvastorovine.11reSebastianofumorto dinanziaMarocco,nellabattagliadiAlca^ar l'anno 1578. Laregalefa- migliaaispense insiemeconlui,odilPortogallofuprivatodellasuain- dipendenza. Ogni bagliordisperanza dileguossialloraperl'infelicepoeta lacuipovertù erasigrande che,nell’oscuritàdellanotte,uno schiavo che condottoegliavevacon sòdall'India,mendicava perlecontrade onde provvedergliilvitto.Inquesto misero statoegliscrissèancora alcune canzoni;edipiùbellifraisuoi componimentiliricicontengono'

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dolentiquerelesopralamiserabilesuasorte.Diquantaeccellenza

d'ingegno non dovevaessere dotato coluiche unanovella inspirazione sapevaattignereinquo’ patimenti stessichetutteletintedellapoesia avrebbero pur dovutodistruggere!FinalmenteF eroe della letteratura portoghese,ilsolo diquellacontradalacuigloriasianazionaleadun tempoc siaeuropea(1),morìnellospedale diLisbona(8),1'anno1579, sessagesimo secondodellasuavita.Quindici anni dopo,inalzatoglifu unmonumento. Questo breveintervallo divideilpiù crudeleabbandono dallo più splendidemanifestazioni dientusiasmojmainquesti quindici annilamortesiera collocata qual mediatrice tralagelosia de’contem- poranei e la segreta loro giustizia.

(I) IlnotiraTorquatoTauoprimadiporrein luce latua Gervtalemme.gli scritteun umettoinsegno di onore.

(8)Contorni avanti di morirefecebruciare molle tuepoeti enon ancora pub- blicale.

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