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Comune di Treviglio Consiglio Comunale del 15 gennaio 2013 RESOCONTO DELLA SEDUTA

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Comune di Treviglio

Consiglio Comunale del 15 gennaio 2013 RESOCONTO DELLA SEDUTA

Adunanza ordinaria di 1^ Convocazione – seduta pubblica con inizio alle ore 18:00

Presiede la seduta il Presidente Avv. Gianluca PIGNATELLI

Partecipa il Segretario Generale Dr. Antonio Sebastiano PURCARO

All’appello risultano:

PEZZONI Giuseppe – Sindaco Presente

COLOGNO Andrea – Consigliere Presente

FUMAGALLI Giancarlo – Consigliere Presente

MELLI Paolo – Consigliere Presente

PIGNATELLI Gianluca – Consigliere Presente

RISI Oreste - Consigliere Assente

SGHIRLANZONI Giuseppe – Consigliere Presente CIOCCA Alessandro – Consigliere Presente

FERRI Giulio – Consigliere Presente

GIUSSANI Francesco – Consigliere Presente

PREMOLI Maurizio . Consigliere Presente

BORGHI Ariella – Consigliere Presente

BUSSINI Simona – Consigliere Presente

LINGIARDI Francesco – Consigliere Presente

CIOCCA Daniela – Consigliere Presente

MERISI Federico – Consigliere Presente

MINUTI Luigi – Consigliere Presente

e con la partecipazione degli Assessori:

IMERI Juri Fabio – ViceSindaco Presente

VAILATI Sabrina – Assessore Presente

MANGANO Basilio Antonino - Assessore Assente ZOCCOLI in PRANDINA Giuseppina – Assessore Presente

NISOLI Alessandro – Assessore Presente

Constatata la presenza del numero legale, il Presidente dichiara aperta la seduta per la trattazione dell’ordine del giorno.

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[PRESIDENTE PIGNATELLI]

Buonasera. Benvenuti a questo Consiglio comunale del 15 gennaio 2013.

Preliminarmente, procediamo all’appello a cura del Segretario generale, a cui do la parola.

Prego, signor Segretario.

[SEGRETARIO GENERALE]

Dei Consiglieri comunali e Sindaco. Pezzoni; Pignatelli; Cologno, c’è? Risi? Non c’è.

Sghirlanzoni; Fumagalli; Melli; Ciocca Alessandro; Giussani; Ferri; Primoli; Ciocca Daniela; Borghi; Lingiardi; Bussini; Merisi; Minuti.

Quindi dei Consiglieri sono 15 presenti, 2 assenti.

Poi la Giunta. Imeri, Vicesindaco; Mangano non c’è; Nisoli; Vailati; Zoccoli in Prandina.

Adesso vediamo gli Enti che abbiamo invitato, vediamo se sono presenti. La Regione Lombardia, non c’è nessuno, giusto? Poi per la Provincia di Bergamo, per la Provincia di Bergamo c’è qualcuno? Non c’è nessuno per la Provincia di Bergamo? Okay. Per l’ARPA? Non c’è nessuno. Per l’ASL di Bergamo chi è presente? Mi dice chi è, il nome?

Pesenti. Per l’Ospedale di Treviglio? Non c’è nessuno. Per la società TEAM? Non c’è nessuno. E per la società SAAB? C’è il Presidente.

Poi sono stati invitati i Sindaci, e quindi vediamo chi c’è. Il Comune di Antegnate è presente? No. Il Comune di Arcene è presente? C’è il Sindaco. Il Comune di Arzago d’Adda? Il Sindaco. Il Comune di Barbata? Il Sindaco. Il Comune di Bariano? Non c’è nessuno, giusto? Comune di Brignano Gera d’Adda? Non c’è? Okay. Il Comune di Calcio? Il Sindaco. Il Comune di Calvenzano? Il Sindaco, giusto? Comune di Canonica d’Adda? Il Sindaco. Comune di Caravaggio? C’è il Sindaco. Comune di Casirate? Il Sindaco. Castel Rozzone, c’è qualcuno? No. Comune di Ciserano? Il Sindaco. Comune di Cividate al Piano? Non c’è nessuno. Il Comune di Cologno al Serio? Nessuno.

Comune di Cortenuova? Vicesindaco. Il Comune di Fara Gera d’Adda? Nessuno. Il Comune di Fara Olivana? Nessuno. Il Comune di Fontanella? Nessuno. Il Comune di Fornovo San Giovanni? Nessuno. Il Comune di Ghisalba? Non c’è. Il Comune di Isso? Il Comune di Lurano? Non c’è. Il Comune di Misano Gera d’Adda? No. Il Comune di Morengo? Non c’è. Il Comune di Mozzanica? Il Comune di Pagazzano? Nessuno. Il Comune di Pontirolo Nuovo? E’ il Sindaco? Grazie. Il Comune di Pumenengo? Nessuno.

Il Comune di Romano di Lombardia? Nessuno. Il Comune di Spirano? Il Comune di Urgnano? Il Comune di Verdello? Nessuno.

Poi sono iscritti… E’ arrivata la Provincia? Lei è? E’ dirigente? Okay. Abbiamo anche la presenza della Provincia. Poi se gentilmente ci confermano i soggetti che sono iscritti a parlare, cittadini e associazioni? Il Circolo di Legambiente Bassa Bergamasca? Poi il Comitato Tutela Ambiente Treviglio? Il Partito Italiano dei Valori di Treviglio, Italia dei Valori? Il Coordinamento contro le discariche di amianto di Treviglio? C’è. Cittadini zona limitrofa via Palazzo? Comitato Quartiere Sud?

Poi, associazioni. Gera d’Adda ha comunicato che rinuncia all’intervento. Movimento Cinque Stelle Bassa Bergamasca? C’è. Corsini Giovanni? Non c’è Corsini Giovanni? Poi ha chiesto il Consiglio delle Donne nella persona del Presidente, c’è? Poi, Partito Democratico, in ordine: Eric Molteni? Mario Barboni? In questo momento non c’è. E Riccardo Bernardi, c’è? Okay, perfetto.

Mi dicono che è arrivato il Comune di Misano Gera d’Adda.

[PRESIDENTE PIGNATELLI]

Ringraziamo il Segretario per l’appello.

Vi ricordo brevemente le modalità di svolgimento del Consiglio comunale aperto, così come sono state determinate alla Conferenza dei Capigruppo: abbiamo un’introduzione da parte del Sindaco e dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Treviglio, a cui abbiamo riservato mezz’ora; dopodiché, ai rappresentanti delle Istituzioni e dei Comuni che sono presenti e che desiderano intervenire abbiamo riservato dieci minuti a testa; seguiranno gli interventi del pubblico, associazioni e singoli cittadini, nella misura di cinque minuti a relatore; dopodiché, dieci minuti sono riservati ai Gruppi consiliari, che potranno utilizzare il tempo a loro concesso intervenendo singolarmente

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oppure dividendo il tempo fra i Consiglieri comunali che formano il Gruppo medesimo.

Per gli interventi, esclusi quelli dei Consiglieri comunali, che potranno essere eseguiti dal loro posto utilizzando la tesserina relativa al sistema elettronico, le altre persone che interverranno prenderanno posto nei banchi della Giunta, nella posizione appositamente lasciata vuota.

Iniziamo i lavori dandovi innanzitutto il benvenuto, che forse avrei dovuto anticipare rispetto al mio intervento, e do la parola al Sindaco.

[SINDACO PEZZONI]

Grazie, Presidente, e grazie a tutti coloro che sono intervenuti a questa seduta particolare del Consiglio comunale. Non userò la mezz’ora perché ritengo che sia opportuno lasciare più spazio a coloro che generalmente non hanno la possibilità di parola in Consiglio comunale, in maniera tale da tenerci freschi e eventualmente, poi, chiudere con le osservazioni di merito.

In relazione al discorso della tempistica di questa convocazione, faccio presente che si era pensato a una convocazione del Consiglio comunale nel mese di dicembre, che poi è stata invece posticipata perché al momento non abbiamo novità sostanziali sul versante della negoziazione con il socio privato di TEAM S.r.l.

Una breve panoramica di quello che è successo nel corso di questi mesi. Il sottoscritto ha iniziato a incontrarsi con la controparte nel luglio del 2011, subito dopo l’avvio del mandato elettorale, in considerazione del fatto che l’opposizione di questa Amministrazione al progetto di discarica era forte e l’operazione per la chiusura del processo poteva passare attraverso, secondo noi, una negoziazione in relazione a diritti volumetrici a compensazione, diciamo, degli esborsi finora sostenuti dalla società TEAM che, lo ricordo, è partecipata al 51% da capitale privato e al 49% da capitale pubblico.

Nel corso dei primi mesi ci siamo incontrati un paio di volte (o tre) e siamo arrivati a dicembre del 2011 alla richiesta formale da parte del Consiglio comunale di Treviglio, con una mozione dall’altra parte del sottoscritto all’assemblea dei soci di SABB, a chiedere una definizione puntuale della questione, almeno per quanto riguarda la partecipazione pubblica a TEAM.

Faccio presente che in quella sede l’impegno del sottoscritto, parlo della sede assembleare, ed è per questo che ci sono presenti i Sindaci, abbiamo chiesto la presenza dei Sindaci soci di SABB, il Comune di Treviglio, per il tramite del sottoscritto, si è anche impegnato a fare in modo tale che il più possibile l’eventuale chiusura della problematica relativa all’insediamento della discarica potesse essere di minor nocumento possibile alle casse della società, quindi facendo in modo tale che fossero recuperati almeno gli investimenti storici sostenuti, al netto delle svalutazioni, che nel corso di questi anni la società ha portato a casa.

Io credo che da quel punto in poi, e siamo ai primi di gennaio dell’anno scorso, 2012, la situazione si è evoluta con una, come si può dire, discrasia: da una parte la negoziazione è andata avanti sul versante delle compensazioni volumetriche, non è particolarmente semplice, anche alla luce del fatto che poi, non dimentichiamoci, nel corso dell’anno è arrivata l’autorizzazione regionale, che ha aperto qualche spiraglio di maggiore difficoltà nella trattativa; dall’altra parte il Comune di Treviglio ha avviato, di contro, un processo di variante urbanistica che corre in parallelo rispetto a quello che è il destino di quell’area.

Io credo che, pur in una, come si dice, sintesi molto, molto rapida, noi siamo in una situazione in cui abbiamo da una parte una procedura che formalmente è già incardinata all’interno delle decisioni del Consiglio comunale, abbiamo avviato il procedimento per l’inserimento nel vincolo del PGT sull’area dell’ex cava della Vailata, abbiamo comunicato l’avvio del procedimento, abbiamo inviato alla Provincia, visto che si tratta di una modifica che riguarda anche il PTCP, la richiesta, la formale richiesta l’abbiamo già inviata e abbiamo anche avviato il procedimento per la verifica dell' esclusione di VAS sulla modifica urbanistica che stiamo facendo.

Che cosa ci resta da fare dal punto di vista delle ultime azioni che il Comune di Treviglio ha fatto? Chiudere il procedimento di esclusione dalla VAS; chiudere il

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procedimento della modifica del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, di concerto con la Provincia (i contatti li ha già avviati l’assessore Nisoli); bisogna adottare la variante al Piano di Governo del Territorio per inserire l’area nel Piano dei servizi; e, alla fine, approvare definitivamente la variante, questo per quanto riguarda il discorso della procedura urbanistica, su cui poi si innesta la destinazione d’uso a verde che era già prevista.

Sul versante della trattativa non nego che da ottobre, quando si è partiti con questo processo parallelo, la negoziazione, tra virgolette, si è fatta più difficile; restano comunque fermi, e tendo a ribadirli, gli impegni che l’Amministrazione comunale di Treviglio si è assunta nei confronti della società SABB, quindi da una parte con la necessità di verificare, nel momento in cui si chiude (speriamo bonariamente) la trattativa, il minor danno possibile per le casse della società; dall’altra parte, un’operazione che consenta di porre anche la fine al processo che sta andando avanti.

Vorrei far presente una cosa. Ho sentito, si sono sentiti in questo periodo tanti discorsi in relazione ad acquisizioni gratuite dell’area; io credo che non esista la possibilità, okay, che un’area di queste dimensioni venga ceduta gratuitamente al Comune da parte di un qualsiasi operatore, pubblico o privato che sia. Quindi resta comunque il fatto che la soluzione che stiamo cercando deve avere un suo equilibrio economico, equilibrio economico che tiene insieme gli interessi della collettività da una parte e gli interessi del privato dall’altra.

Io ribadisco in questa sede la totale contrarietà della Amministrazione comunale di Treviglio nei confronti del progetto così come sta andando avanti. Sono contento anche del fatto che nella relazione con i Sindaci, soprattutto dei Comuni di Arzago e di Casirate, poi anche con altri Sindaci, così come con i comitati che si prefiggono la tutela dell’ambiente all’interno della città di Treviglio e non solo, nel momento in cui c’è stata la possibilità di presentare un ricorso contro il provvedimento regionale che era arrivato alla fine del mese di luglio, primi del mese di agosto, si siano anche elaborate insieme strategie comuni in maniera tale da garantire una pluralità di presenza sul tavolo del ricorso giurisdizionale al TAR, in maniera tale da garantire una pluralità di posizioni e una tenuta delle posizioni che sono di interesse della città di Treviglio.

Gradirei davvero che nella sede di questa sera (e poi termino) fosse possibile uscire anche da uno dei… come si può dire? Degli equivoci che sta caratterizzando la discussione, e cioè il fatto che vengano minacciate o ventilate ipotesi di responsabilità, danno erariale od altre cose in relazione al mancato esercizio da parte della società di una attività che, nella premessa del ragionamento che sto facendo, viene ritenuta compatibile. Io credo che si debba smontare questa cosa alla luce del fatto che l’opposizione nei confronti di questo progetto non è, tra virgolette, strumentale; è di fatto e di sostanza: noi crediamo che non possa essere, proprio alla luce anche delle notevoli quantità di prescrizioni che il provvedimento regionale prevedeva, essere avviato all’interno di quell’area.

Quindi desidererei che fosse chiara questa cosa, e cioè il Comune di Treviglio si pone in contrasto con questo progetto perché da una parte ritiene necessaria la possibilità, in autonomia, di pianificare il proprio territorio anche dal punto di vista urbanistico, senza dover subire le scelte di chiunque; dall’altra parte perché nel merito, per quel tipo di attività, noi riteniamo che quella non sia una zona compatibile e lo stiamo dimostrando sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista giuridico.

Per questo motivo io desidererei davvero che si uscisse da questo impasse, soprattutto in relazione (e questa, secondo me, è la parte più importante) alla compagine dei Comuni che sono consoci del Comune di Treviglio in SABB. Ribadisco il fatto che, non essendo stato esercitato in misura, come si può dire, stringente il controllo analogo (ma torniamo ancora agli anni iniziali) sulla società, è stato possibile che l’iter sia andato avanti. Nel Consiglio comunale che faremo il prossimo 29 di gennaio approveremo il nuovo Regolamento sui controlli societari, che daranno al Comune di Treviglio la possibilità di un controllo diretto e stringente, come sulle in house, anche alle azioni delle società, tra virgolette, di secondo livello, cioè partecipate indirettamente, com’é il caso ad esempio di TEAM per quanto riguarda

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SABB.

Io sono convinto che una chiarezza maggiormente rimarcata in quel tempo avrebbe consentito di, magari, risolvere la questione con maggiore facilità. Oggi siamo di fronte alla necessità di tener conto, appunto, di tutto quello che c’è stato. Ribadisco e finisco. Il Comune di Treviglio si è preso l’impegno di chiudere, per quanto riguarda la questione, con un’iniziativa che aveva a che fare con assegnazione di volumi da spendere poi interno dell’ambito del PGT, quella era la posizione, che rimane invariata, che è compatibile con la disciplina urbanistica, che non comporta sconvolgimenti, nel merito della quale si può entrare nel momento in cui c’è un assenso di massima anche dall’altra parte. Questo per la parte, diciamo, di accordo bonario. Oppure stiamo andando avanti, e ve l’ho confermato prima per quanto riguarda le tappe, con la procedura di variante urbanistica, che già più che avviata.

Io vorrei davvero lasciare la parola poi a tutti coloro che hanno chiesto di intervenire, in maniera tale che il Consiglio comunale possa essere informato anche delle altre attività e delle altre posizioni che ci sono, per avere più elementi di giudizio e per garantire a tutti coloro che stanno partecipando, e che ringrazio, una maggiore informazione e non soltanto un’informazione da parte mia. Grazie.

[PRESIDENTE PIGNATELLI]

Grazie, signor Sindaco. L’Assessore all’Ambiente.

[ASSESSORE IMERI]

Buonasera e grazie. In relazione all’iter, che da una parte comunque stiamo ovviamente monitorando e seguendo, pur con tutte le azioni di contrasto a questo progetto che come Amministrazione stiamo cercando di mettere in atto e stiamo mettendo in atto, diciamo che il progetto ha avuto un sostanziale passo in avanti che è riferibile al 30 luglio dello scorso anno, con il parere di compatibilità ambientale che è stato dato alla Regione. Un parere, come diceva il Sindaco, ricco di prescrizioni, per le quali in parte abbiamo avuto conferma di quelle che possono essere anche alcune nostre preoccupazioni, peraltro formulate più volte in varie sedi anche alla Regione, che è l’Ente che ha in carico il procedimento e, per cronaca, i passi successivi a quel procedimento del 30 luglio sono stati: da parte dell’Amministrazione abbiamo richiesto e ottenuto, con una comunicazione della Regione Lombardia a TEAM, che una delle prescrizioni che secondo noi sono particolarmente rilevanti, cioè quella della valutazione dell’assetto idrogeologico, in particolare dei livelli della falda, venissero monitorati in contraddittorio con ARPA; c’è stato un primo sopralluogo e, dall’autunno, si è cominciato con il campionamento, che da un lato riguarda l’altezza della falda, ed è un campionamento mensile che il privato e l’ARPA vengono ad effettuare; e dall’altro, invece, riguarda la qualità delle acque, e questo tipo di campionamento è a livello trimestrale.

E’ un periodo di campionamento che dovrà durare almeno un anno, dice la prescrizione della Regione, e nel frattempo abbiamo anche ritenuto opportuno, attraverso un’estensione dell’incarico al geologo che attualmente collabora già con il Comune, che è il dottor Michele Remonti, entrare anche noi nel merito, sia in relazione a quello che è e che saranno i primi dati che ci verranno trasmessi, sia in relazione ad alcune situazioni che sono state evidenziate e sollevate anche dalle associazioni e dai comitati che parleranno anche dopo, ovvero il contesto dovuto da una parte al cantiere di Bre.Be.Mi. e, quindi, alla situazione di emungimento delle acque e in particolar modo, quindi, a questa situazione; e all’altro, ovviamente, a tutto quello che può essere il discorso della barriera della Baslini eccetera, eccetera.

Quindi abbiamo scelto anche noi di affidarci ad una persona che conosce il territorio e che ha già predisposto dei modelli anche di flusso, trasporto e di studio della falda, in relazione sia alla società Cogeide, sia in relazione al Comune di Treviglio per quanto riguarda le dinamiche relative all’inquinamento da cromo esavalente.

Dall’altra parte ci sono, poi, tutta una serie di prescrizioni, compresa quella che riguarda la verifica dei terreni e quindi dei campionamenti, dell’approfondimento delle indagini, in merito ai quali noi abbiamo chiesto (ed è anche previsto dalla Regione) la

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possibilità di definire insieme, in un tavolo tecnico, come, quando, quanti di questi campioni e campionamenti debbano essere fatti; ad oggi non ci risulta che siano stati avviati, né tantomeno siamo ancora stati convocati.

Il 2 gennaio, anzi il 31 dicembre 2012 è arrivata al Protocollo del Comune di Treviglio un’integrazione al progetto che recepisce le prescrizioni che aveva dato la Regione. La società privata, attraverso un nuovo studio di consulenza, ha prodotto una serie di documentazioni parecchio corpose, ovviamente indirizzate a tutti gli Enti coinvolti, nel quale prende atto delle prescrizioni che erano state date dalla Regione, quindi anche in merito all’abbassamento della quota, alla riduzione dei volumi eccetera, eccetera. E’

un progetto che, insieme agli Uffici, dobbiamo ancora valutare perché è davvero particolarmente corposo e che comunque, diciamo, rimane in standby fino al momento in cui tutti i campionamenti, in particolare la prescrizione di un anno sul monitoraggio delle falde, non saranno completati.

Le altre obiezioni principali che abbiamo fatto, giusto per riassumere, anche perché poi, insomma, è giusto che vengano anche portati al tavolo dalle altre persone iscritte a parlare, riguardano ovviamente il contesto nel quale questo intervento dovrebbe insediarsi, che è un contesto particolarmente infelice. Non è una questione di campanilismo ma, dal punto di vista della viabilità, della presenza di altre aziende, sia il rischio di incidenti rilevanti, sia comunque particolarmente significativi dal punto di vista dell’impatto ambientale, e tutte queste considerazioni ci hanno portato ad esprimere altre perplessità, così come perplessità le esprimiamo in relazione al fatto della viabilità e quindi del numero del passaggio dei mezzi che si possa verificare sul nostro territorio e su quelli limitrofi e confinanti, ed è per quello che anche con i Comuni di Casirate e Calvenzano abbiamo sempre avuto una sintonia nell’opporci a questo progetto che, a nostro avviso, anche in relazione al parere espresso dalla Regione, presenta molte criticità.

Quindi da una parte stiamo lavorando, come ha ben riassunto il Sindaco, in relazione a tutte le possibili carte e a tutti i possibili scenari su cui possiamo muoverci per fermare il progetto; dall’altra, visto che comunque rimane fatto salvo il diritto del privato di percorrere l’iter, cerchiamo, con argomentazioni tecniche e supportati anche dagli Enti e dai nostri consulenti, di comunque entrare nel merito di quelle che sono considerazioni che vorremmo, appunto, come diceva il Sindaco, non fossero soltanto ideologiche, ma che riteniamo siano comunque supportate e concrete. Grazie.

[PRESIDENTE PIGNATELLI]

Ringraziamo il Sindaco e l’Assessore all’Ambiente per l’introduzione a questo Consiglio comunale aperto.

Invito i rappresentanti dei tredici Comuni presenti, della Provincia e dell’ASL ad intervenire per portare il loro contributo. Vuole intervenire? Così rompiamo il ghiaccio.

Si accomodi. Quando interviene, se vuole dire il suo nome, così rimane registrato nella trascrizione, e la qualifica.

[BRUNO PESENTI]

Buonasera, sono Bruno Pesenti, il responsabile del Dipartimento di Prevenzione Medica dell’ASL della Provincia di Bergamo, Dipartimento che, ovviamente, è intervenuto in questa vicenda esprimendo le sue valutazioni in rapporto, naturalmente, anche a quanto era stato espresso da parte dell’ARPA, che mi spiace che non ci sia, da parte della Provincia, che invece c’è, e da parte della Regione.

Una prima precisazione di natura e di metodo, direi. L’ASL non si pronuncia pro, a favore o contro la realizzazione di questo progetto. Credo che all’ASL (perché questa è, naturalmente, una valutazione di tipo politico-amministrativo che non compete all’ASL) competa di rispondere a legittimi quesiti sui rischi per la salute che comporterebbe l’attuazione di questo progetto.

Io ho portato una breve sintesi, che naturalmente non ho potuto fare in moltissime copie, però, perché si è trattato di una vicenda lunga, sofferta, su cui nessuno ha dato valutazioni a cuor leggero.

Allora, una prima precisazione riguarda la natura del rifiuto che eventualmente

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verrebbe conferito in questa discarica. Non si tratta di amianto in matrice friabile, quello che notoriamente è più pericoloso, ma (leggo testualmente) “si tratta di materiali edili contenenti amianto legato in matrice cementizia o resinoide”, quindi di per sé è una tipologia di rifiuto molto meno rischioso per la salute rispetto all’amianto in matrice friabile. Questa è una prima considerazione.

Beh, naturalmente, tutti conoscono, credo in maniera sufficiente, quali sono i rischi dell’esposizione ad amianto; si tratta, naturalmente, sia di rischi di natura professionale, per quanto riguarda gli addetti attualmente alla rimozione dei manufatti sostanzialmente in cemento/amianto, in quanto ormai esposti diciamo, ai rischi dell’amianto in matrice friabile non ce ne sono più, perché fortunatamente è stato da anni, da diversi anni, da decenni ormai tolto, diciamo, dalla possibilità di utilizzo, e quindi i rischi professionali sono limitati agli addetti alla rimozione, sostanzialmente, dell’eternit, per capirci.

Per quanto riguarda, invece, i rischi per la salute pubblica, beh, naturalmente i dubbi, le perplessità e i timori sono assolutamente legittimi, però noi dobbiamo dire che, sulla base delle valutazioni che sono state fatte sia ad ARPA, sia, diciamo, lo studio sul potenziale effetto cumulativo delle fibre di amianto rispetto ad altri inquinanti atmosferici, per esempio, per non parlare di cose di fantasia, l’aumento dell’inquinamento di polveri determinato dall’aumento del traffico veicolare dei mezzi, sia in fase di cantiere sia poi durante la gestione della discarica, complessivamente lo studio che è stato fatto, diciamo, in un primo momento era stato valutato insufficiente, tant’è che abbiamo chiesto noi, sia noi che ARPA, ulteriori approfondimenti, e alla fine però le conclusioni dello studio hanno portato a una valutazione, diciamo, a una stima di rischio cumulativo inferiore a 0,81, che significa, sostanzialmente, un rischio lontano da 1, sufficientemente lontano da 1 per ritenere che, quando dovesse essere messa in esercizio questa discarica, non dovrebbe essere significativamente aumentato il rischio della salute per la popolazione e in particolare per le poche, mi pare, abitazioni che risultano a distanza...

Per quanto riguarda, invece, i rischi di contaminazione della falda, a mio avviso (l’Assessore all’Ambiente ha già illustrato in maniera adeguata le tematiche), sicuramente si tratta, si tratterebbe, uso il condizionale perché non so alla fine come si concluderà questa vicenda, ma naturalmente ci sarà la necessità di monitorare la falda per le ragioni che sono state esposte, e volevo precisare che la simulazione che è stata fatta è stata relativa al rischio, evidentemente non impossibile, di rottura di uno... Voi sapete che l’amianto viene confezionato in pallet, quindi il rischio di rottura di pallet, ovviamente non è impossibile che possa capitare la rottura di un pallet, quindi la simulazione che è stata fatta è rispetto alla rottura di un pallet. E questa, diciamo, valutazione di rischio cumulativo, pari a 0,81, è proprio legata al rischio di incidente. In caso di assenza di incidente siamo in condizioni di rischio ancora inferiori a quelle che ho fino a qui descritto.

Io mi fermerei qui, non so se poi c’è qualche domanda.

[PRESIDENTE PIGNATELLI]

Grazie. Vi sono altri interventi da parte degli Enti, dei Comuni? La Provincia? Prego. Vi abbiamo distribuito il materiale che ci ha fatto pervenire l’ARPA, ai Consiglieri è stato consegnato adesso. Prego.

[EUGENIO FERRARI]

Buonasera a tutti, mi chiamo Eugenio Ferrari e sono il dirigente del Settore Tutela le Risorse Naturali della Provincia di Bergamo, che è il Settore che ha seguito questa vicenda legata alla possibilità, alla proposta di realizzare un impianto di smaltimento di rifiuti.

Chi mi ha preceduto ha già delineato il percorso, la vicenda di questa proposta. E’ una proposta che, come tutti sanno, è partita fin dal 2003 con l’istanza e la richiesta di realizzare un impianto di smaltimento per quanto riguarda i rifiuti speciali e poi, di fronte ad un parere di compatibilità negativa da parte della Regione, è stata avanzata la richiesta di realizzare questa proposta, questo nuovo impianto per quanto riguarda

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una discarica monorifiuto per lo smaltimento dell’amianto.

La Provincia ha sempre seguito con attenzione questo percorso, confrontandosi con gli Enti preposti al rilascio di pareri legati soprattutto all’igiene ambientale e alla sanità pubblica, in modo particolare l’ARPA e l’ASL. Sostanzialmente, ci siamo trovati con il decreto di compatibilità ambientale emesso dalla Regione Lombardia nel luglio, fine luglio di quest’anno, che detta tutta una serie di prescrizioni, approfondimenti, monitoraggi, analisi che dovranno essere fatte con una cadenza e un periodo ben preciso e delimitato.

Come diceva anche l’Assessore, agli Enti territoriali interessati, tra cui la Provincia, all’inizio dell’anno è stato recapitato... sono state recapitate le integrazioni da parte della società privata, integrazioni predisposte sulla base delle prescrizioni del decreto di compatibilità ambientale della Regione, e gli Uffici hanno incominciato ad esaminare tutta questa documentazione, che è una documentazione molto corposa. Si tratterà di verificare se questa documentazione è in linea con le prescrizioni, quali soluzioni alternative, quali passaggi, quali studi e quali approfondimenti sono stati fatti.

Pertanto la Provincia si attiverà, anche con il confronto con l’ASL e con l’ARPA in modo particolare, per una verifica incrociata di questi dati, logicamente anche con il Comune, proprio per valutare questo percorso proposto dalla ditta se è in linea o in contrasto, in pratica, con quanto disposto dalla Regione Lombardia.

Niente, io mi fermerei qua e sono a disposizione per eventuali richieste di delucidazioni in merito alle competenze della Provincia.

[PRESIDENTE PIGNATELLI]

Grazie, dottore. Abbiamo un altro relatore? Prego. Se volete possiamo anche invertire l’ordine previsto.

Procediamo, quindi, all’audizione dei soggetti, associazioni e privati cittadini che si sono iscritti per l’intervento. Procediamo con l’ordine con cui le richieste sono state acclarate al Protocollo del Comune.

La parola a Vittorio Scaravaggi per Legambiente, Circolo Bassa Bergamasca. Lo invito ad accomodarsi fra i banchi della Giunta. Ricordo che ha cinque minuti di tempo.

[VITTORIO SCARAVAGGI]

Buonasera a tutti quanti. Sono Vittorio Scaravaggi, segretario del Circolo Legambiente di Treviglio, denominato Bassa Bergamasca, e vi leggerò l’intervento, le nostre considerazioni che vogliamo proporre al Consiglio aperto.

Legambiente si è posta sempre in maniera non ideologica rispetto alla questione della discarica per cemento/amianto da realizzarsi presso la ex cava Vailata, esprimendo una forte opposizione alla localizzazione specifica. Siamo contrari a dove si vuole realizzare la discarica, non siamo contrari a una discarica, lo riteniamo un passaggio intermedio come soluzione per rimuovere e smaltire l’amianto, che per noi vuol dire inertizzarlo. Stiamo infatti parlando di un’area molto critica, prospiciente la cantierizzazione Bre.Be.Mi., molto vicina al tessuto cittadino e caratterizzata da un delicato equilibrio idrogeologico, oltre che da un probabile inquinamento sul fondo cava, ancora da indagare approfonditamente.

La localizzazione in cui si verrebbe a trovare la discarica, in termini di traffico indotto dall’attività di discarica, di inserimento futuro in un contesto di verde urbano e urbanizzazione di qualità previsto dal P.G.T., di attività imminenti legate al cantiere Bre.Be.Mi., sta a indicare uno scenario insostenibile, checché ne pensino Regione e Provincia che, di fatto, sono gli sponsor di questa discarica.

Inoltre resta la questione aperta, non risolta e che la politica evita accuratamente di discutere, che è quella della partecipazione della G.ECO, ex SABB, di cui il Comune di Treviglio è socio di maggioranza, alla società proponente il progetto di discarica, che è TEAM. Siamo di fronte ad un’evidente contraddizione che inficia, di fatto, la stessa ammissibilità del ricorso del Comune di Treviglio al TAR.

Chiediamo, in questa sede, che non si tergiversi ulteriormente su questo argomento.

Non basta essere contro la discarica, richiedere l’esposizione di striscioni, votare ordini del giorno nelle sedi istituzionali. Occorre chiarezza, e chiarezza significa

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sciogliere ogni legame fra G.ECO e TEAM; significa, di fatto, togliere ogni paravento di utilità pubblica ad un progetto che è solo speculativo. Chiediamo che nel Consiglio comunale di Treviglio e nei Consigli comunali dei Comuni soci di G.ECO si verifichino le condizioni per l’uscita di G.ECO da TEAM, e lo si faccia subito.

Ma non vogliamo fare lo struzzo che nasconde la testa nella sabbia di fronte al problema dello smaltimento dell’amianto esistente nel territorio trevigliese. Il problema dello smaltimento in sicurezza del cemento/amianto esiste e lo sappiamo, tanto, troppo amianto presente sui tetti di case e aziende si sta lentamente consumando, aumentando di molto i rischi per la salute della popolazione. Un problema che accomuna la nostra città e la nostra Provincia al resto d’Italia.

A diciotto anni dalla messa al bando della fibra killer, gli interventi di bonifica stentano a decollare e hanno ancora costi alti, iter autorizzativi lunghi, dispendiosi e scarsamente promossi dalle Autorità pubbliche.

Giusto per dare qualche numero: l’eternit da smaltire in Italia corrisponde a 32 milioni di tonnellate. A Treviglio è certificata la presenza di 40.000 metri quadrati di eternit, di cui 6.000 risultano sinora smaltiti.

Non è un caso, quindi, per trovare una soluzione, che stiamo cercando di porre a livello regionale la questione di una revisione radicale del PRAL, che è il Piano regionale per lo smaltimento amianto nella Regione Lombardia, perché senza regole e criteri chiari per la localizzazione di impianti e le discariche, protocolli di monitoraggio, adeguate misure di informazione e partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, non si va da nessuna parte. Lo dimostra il fatto che la logica di riempire d’amianto qualsiasi buco disponibile abbia portato alla situazione di stallo attuale: una discarica, quella di Cappella Cantone, è bloccata dalla Magistratura; quelle di Brescia e Montichiari sono sotto sequestro per irregolarità nel conferimento.

Abbiamo chiesto di bloccare qualsiasi nuovo iter e ripartire da subito riscrivendo e chiarendo le regole del gioco. E’ l’unica realistica via d’uscita, secondo noi, che permetterebbe di evitare ulteriori perdite di tempo, e sarà un impegno che chiederemo ai candidati al prossimo Consiglio regionale: rivedere da subito il PRAL per rendere lo smaltimento del cemento/amianto non solo fattibile, ma anche snello e sicuro.

Fuori da una logica demagogica e fuori dal protagonismo che ha portato a fin troppe polemiche, siamo quindi a chiedere i seguenti atti concreti: l’uscita di G.ECO da TEAM, l’attivazione di una campagna comunale di promozione e facilitazione dello smaltimento dell’amianto presente nel territorio trevigliese, la revisione urgente del PRAL.

Ci interessa che i problemi vengano risolti. Chiediamo alla politica concretezza, non parole, e concretezza finalizzata alla protezione ed amore per quel bene comune che è l’ambiente che ci circonda, che ci è stato dato in prestito da chi verrà dopo di noi.

[PRESIDENTE PIGNATELLI]

Grazie. La signora Galli, per il Comitato Tutela e Ambiente Treviglio. Prego.

[GIOVANNA GALLI]

Mi chiamo Giovanna Galli, sono Presidente del Comitato Tutela Ambiente di Treviglio, che da diciassette anni sta resistendo alla possibilità di realizzare questa discarica di cemento/amianto. Purtroppo esprimiamo, con molta rabbia, che nonostante tutte le azioni fatte, dimostrando che quell’area non è idonea a questo impianto, siamo qui ora, in un momento che io ritengo pericoloso, molto, molto vicino alla possibilità che questo progetto si realizzi.

E’ stato detto già precedentemente che quell’area non è idonea. Noi siamo d’accordo:

non è idonea. Ma noi diciamo anche che questo territorio non è idoneo a una discarica di cemento/amianto. Ho scoperto che molti cittadini non sanno che noi già abbiamo pagato un prezzo molto alto allo smaltimento dei rifiuti: abbiamo dieci discariche nel raggio di due chilometri fra noi e Pontirolo; siamo circondati da otto inceneritori;

abbiamo i progetti della TAV in corso, della Bre.Be.Mi. e anche da una eventuale altra autostrada, che è la IPB; abbiamo quattro industrie ad alto rischio di incidente rilevante; abbiamo la falda contaminata da cromo, e non solo cromo. Ci mancava

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proprio solo una discarica di cemento/amianto. Ma noi non ne sentivamo affatto la mancanza. Pensiamo di aver già pagato un prezzo molto elevato, che è ancora tutto da ricercare sulle conseguenze sulla salute dei cittadini. Non è casuale che c’è una mortalità per tumore molto elevata.

E’ stato detto che la Regione Lombardia è inadempiente perché non ha realizzato il PRAL. Ma la Regione Lombardia ha fatto di peggio: il 20 aprile ha fatto una delibera, che sta nelle mani della Magistratura, nella quale, con un colpo di spugna, veniva cancellato ogni progetto di recupero delle cave. Quando nasce una cava, ha già un suo progetto di recupero e quindi quello deve essere realizzato. Quella delibera, firmata dal Presidente della Provincia, ha cancellato... della Regione, chiedo scusa, ha cancellato, in deroga alla legge, questi progetti di recupero, lasciando in mano ai proprietari di cave di farne l’uso che vogliono, di mettere i rifiuti e anche di mettere l’amianto.

Quindi noi siamo preoccupati perché, dopo questa delibera, anche la Regione Lombardia ha emesso un parere di compatibilità ambientale.

La Provincia, da sempre ambigua su questo progetto, si è nascosta dietro un dito dando la colpa ai tecnici, e anche l’ASL, che da un parere critico è diventato un parere possibilista. Diciamo, è stato usato un modello matematico per le fibrille diverso dal precedente, per cui il numero di fibrille che si possono volatilizzare si è ridotto. Basta cambiare i modelli matematici e tutti i conti possono tornare.

Noi siamo stati, diciamo, tranquillizzati dal Sindaco, perché appunto lui sta intentando questa trattativa per dissuadere, diciamo, la società a realizzare questo progetto di discarica.

La presenza di SABB, secondo me, facilita, invece, l’autorizzazione, perché essendo una S.p.A. pubblica potrebbe anche favorire la pubblica utilità di questo progetto, e quindi sono d’accordo che più presto esce SABB da TEAM meglio è per noi.

Quindi diciamo che la Regione, e qui non c’è, purtroppo, siamo molto arrabbiati con la Regione perché appunto, in una virata, dopo due pareri contrari a questo progetto, il 30 (teniamo ben presente le date) luglio emette un parere di compatibilità ambientale, dopo due pareri contrari.

Quindi noi abbiamo impugnato questo atto, l’hanno fatto anche i Comuni, spero però che il TAR accetti il ricorso del TAR di questi Comuni, perché sono anche soci della SABB, quindi ricorrono contro se stessi: con una mano propongono l’impianto e con l’altra, invece, ricorrono contro. Io spero che il TAR accetti, comunque, questo ricorso.

Per non correre rischi, i cittadini e il Comitato hanno fatto un ricorso al TAR in proprio.

Il mandato che noi abbiamo dato al nostro avvocato è quello di impugnare quell’atto, che non è ancora l’autorizzazione, ma attenti comunque alle date: il 31 dicembre 2012, nonostante le trattative, nonostante le impugnazioni, la Regione Lombardia ha depositato, cioè la TEAM ha depositato in Regione Lombardia l’AIA. L’AIA, qualora il parere fosse favorevole, della Regione Lombardia, è l’autorizzazione di questo impianto.

Noi abbiamo dato il mandato al nostro avvocato di intervenire in AIA per dimostrare tutte le criticità che ci sono in quell’area, perché non si può accettare il monitoraggio della falda quando ci sono in atto barriere idrauliche per bonifica della Baslini, della Bonelli, che rendono la falda non rilevabile, perché altrimenti...

[PRESIDENTE PIGNATELLI]

Concluda, per cortesia.

[GIOVANNA GALLI]

Ho finito. Quindi non è accettabile questo. Noi siamo disposti, comunque, a impugnare, eventualmente, l’autorizzazione di AIA, qualora fosse positiva, e anche di arrivare al Consiglio di Stato, motivo per il quale abbiamo fatto una colletta cittadina e chiediamo ai cittadini di darci una mano, anche facendo delle sottoscrizioni, perché è un impegno economico molto elevato, ma noi diciamo che ne vale la pena perché stiamo difendendo la salute nostra e quella dei nostri figli.

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[PRESIDENTE PIGNATELLI]

Grazie. E’ iscritto a parlare Giuseppe Scarpellino per IdV. Prego. Mi raccomando i tempi.

[GIUSEPPE SCARPELLINO]

Sì. Grazie, signor Presidente. Signor Sindaco, signori Consiglieri, intervengo in rappresentanza dell’Italia dei Valori di Treviglio, adesso confluito nel Movimento Rivoluzione Civile di Ingroia, ma intervengo soprattutto in qualità di cittadino, di cittadino trevigliese preoccupato della situazione che questa discarica creerà nel nostro territorio.

Intervengo anche da ex Consigliere comunale, componente della Commissione Ambiente e Territorio, che nella passata Amministrazione ha seguito con attenzione l’argomento. Credo di conoscere bene la questione, più volte dibattuta anche in quest’Aula, pertanto eviterò di ripetere i punti di estrema criticità di tale progetto, già citati da chi mi ha preceduto, ma ancor più professionalmente evidenziati nell’accurata relazione tecnica predisposta dall’ingegner Zambotti e sottoscritta dall’architetto Assolari in data 17 giugno 2009, quindi agli atti di questo Comune. Ben tredici punti di criticità, mai smentiti del tutto da ASL e ARPA, che evidentemente non sono bastati alla Regione Lombardia per fermare l’iter procedurale di questo progetto, guarda caso inserito nella stessa delibera di Giunta regionale insieme ad altri siti, come quello di Cappella Cantone e Montichiari, adesso oggetto di indagini giudiziarie, con capi di imputazione gravi per alcuni politici e imprenditori.

Mio nonno soleva dire che troppo spesso la grandezza del cuore di taluni imprenditori e politici è inversamente proporzionale a quella del proprio portafogli, ma su questo farà chiarezza la Magistratura e anche il TAR, visto che sono pendenti diversi ricorsi, compreso quello di questa Amministrazione comunale.

Dei citati punti di criticità vorrei soffermarmi su uno in particolare: l’esigua distanza che separa la falda acquifera dal fondo della cava, appena al di sopra della soglia prevista dalla legge in appena due metri. Per cui viene da chiedersi dove abbiano testa e soprattutto cuore i nostri legislatori quando scrivono le leggi che disciplinano le normative di salvaguardia ambientale con attenzione più agli interessi imprenditoriali che alla salute dei cittadini.

Come si fa a stabilire che due metri di terra, misura geologicamente infinitesimale, siano sufficienti a fermare l’escursione dell’acqua durante la stagione piovosa, adesso che il clima del pianeta, e quindi anche della nostra terra, sta mutando, con precipitazioni sempre più piovose che nevose. Chi potrà mai assicurare che l’acqua si riesca a fermare con appena due metri di terra, sottoposti al peso di centinaia di migliaia di tonnellate di amianto accatastato in fragili balle di plastica? E’ come far sdraiare un enorme elefante su un materasso di acqua e tenerlo lì per secoli. State pur certi che prima o poi il materasso scoppierà e l’acqua trascinerà il pericoloso contenuto delle balle con sé, se non tutte assieme, anche poco per volta. Non solo, ma lo sfalderà, caro dottor Pesenti.

Non è vero che l’amianto nell’acqua non è pericoloso, per il semplice motivo che l’acqua da qualche parte ritornerà in superficie, anche solo perché pompata per irrigare i campi e dopo l’irrigazione si asciugherà, liberando quella maledetta fibra di asbesto che la scienza attuale giudica indistruttibile. Poi il vento la solleverà in aria e qualcuno, prima o poi, la potrebbe respirare nei propri polmoni.

Il secondo punto di criticità, che nella relazione non è citato, è il seguente: siamo tutti d’accordo che sui tetti delle nostre case e dei nostri capannoni le tettoie di eternit, ormai vetuste, sono ben più pericolose e vanno rimosse, ma quell’amianto andrebbe inertizzato o, quantomeno, stoccato in siti molto più sicuri della nostra cava Vailata, e non in quella quantità, non per tanti anni, tali da trasformare la nostra ex cava della Vailata in una rinnovata Chernobyl dell’amianto sotto i piedi dei nostri figli, le nostre generazioni future.

Poi è una balla stratosferica che questa discarica risolverebbe il problema dell’amianto sui tetti di Treviglio. A una mia precisa domanda in audizione di II Commissione Ambiente (è a verbale, quindi verificabile), il progettista della TEAM ammise

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candidamente che la discarica non poteva essere dedicata esclusivamente ai rifiuti della zona e che era stato stimato che nel giro di appena tre anni si sarebbe colmata e chiusa, con buona pace dei trevigliesi e ottimo profitto dell’imprenditore, che non mi risulta essere residente in zona.

E quel progetto era stimato per raccogliere un terzo di cemento/amianto in più dell’attuale, per cui adesso, parzialmente ridimensionato, fra due anni ci avranno sotterrato il pachiderma, ma i trevigliesi non avranno ancora smaltito il proprio amianto dalle case e dalle aziende.

Pertanto, signor Sindaco e stimabili Consiglieri, qui è in gioco la salute e la sicurezza di quegli stessi cittadini che vi hanno eletto per tutelare Treviglio e il suo futuro. Da cittadino non vorrei avere alcun dubbio sul vostro personale orientamento di avversione a questo progetto, ma bisogna che alle parole possano seguire fatti, anzi azioni concrete, decise, determinanti e soprattutto coerenti.

In questa stessa Aula, poco meno di tre anni fa, una mozione di netta contrarietà al progetto, presentata proprio dal sottoscritto, fu approvata all’unanimità (evento raro per l’epoca) dai rappresentanti di tutte le forze politiche, tra cui diversi di voi questa sera presenti. E’ stata la testimonianza che sulla salute non si può fare politica di sinistra o di destra, si deve fare buona politica e basta, ma mai come in questi tempi di grave crisi dell’attuale classe politica, con amministratori sempre più sfiduciati dai loro stessi cittadini, anche nella non più virtuosa Regione Lombardia c’è bisogno di recuperare credibilità e coerenza.

Sono rimasto allibito nel vedere una mozione analoga a quella del nostro Comune, appena citata, all’unanimità accolta a Treviglio, proposta in Regione Lombardia dal centrosinistra nello scorso settembre e, viceversa, respinta da PdL e Lega Nord.

Allora? Con quale coerenza si sono comportati i rappresentanti regionali di questi partiti, rispetto a voi stessi, che avete fatto ai trevigliesi ben altre promesse in campagna elettorale, tali da far dichiarare al nostro coraggioso Sindaco di minacciare le proprie dimissioni in caso di realizzazione? Una medesima interpellanza, presentata ancor più di recente in Provincia, ha visto, per la seconda volta, il Presidente Pirovano arrampicarsi sugli specchi, tanto da dichiarare la propria incompetenza, delegando la decisione ai propri tecnici.

[PRESIDENTE PIGNATELLI]

Concluda.

[GIUSEPPE SCARPELLINO]

Troppo comodo. Termino. Allora che votiamo a fare i politici, se poi a decidere sono i tecnici? Invece è il momento di assumersi in proprio le responsabilità, alla vigilia di due importanti scadenze elettorali che riguarderanno, appunto, il buon governo della nostra Nazione e della nostra Regione.

Chiedo a questo Consiglio di continuare la propria azione di avversione al progetto con le seguenti iniziative: 1) predisporre e presentare le proprie controdeduzioni all’Autorizzazione Integrata Ambientale presentata dalla società TEAM in data 31 dicembre ultimo scorso, con incredibile tempestività; 2) rinnovare con urgenza il parere politico di contrarietà con un’altra mozione consiliare da riproporre in Provincia e in Regione, attraverso i propri rappresentanti politici, così che le analoghe mozioni che presenteranno a breve i partiti di centrosinistra che hanno aderito al Coordinamento contro la discarica di amianto si possano fondere in un'unica azione politica trasversale e unanime, così da allontanare questo grave rischio ambientale e restituire serenità e fiducia del futuro ai cittadini di Treviglio. Grazie.

[PRESIDENTE PIGNATELLI]

Grazie. E’ iscritto a parlare Carlo Mancino, Coordinamento contro la discarica di amianto a Treviglio. Prego.

[CARLO MANCINO]

Buonasera a tutti. Sono Carlo Mancino e sono il portavoce del Coordinamento contro la

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discarica di amianto. E’ un Coordinamento di cui fanno parte associazioni, comitati, sindacati confederati, partiti politici di qualsiasi estrazione, che li unisce nell’unico obiettivo, che è quello di essere contrari a questa discarica. Ma soprattutto io ho il privilegio di parlare a nome delle oltre 2.500 persone che hanno firmato la petizione che noi abbiamo impostato contro la discarica di cemento/amianto, per una serie di motivazioni tecniche che sono state già illustrate da chi ha parlato prima di me, non vorrei tediarvi con la ripetizione di queste cose.

Questa petizione verrà presentata alla Commissione Europea per le petizioni, alla Regione, alla Provincia, ai Comuni interessati, e chiederemo sicuramente di tenerne conto, visto il numero di persone che si sono unite in questo progetto.

E’ un’intera comunità che chiede risposte e che vuole sapere quale sia la ratio che ha portato a impostare un’installazione della discarica in un posto dove noi riteniamo che non ci siano le caratteristiche minime, non un dettaglio, qui parliamo di caratteristiche minime per avere una situazione del genere in atto. E abbiamo delle domande.

Per questo ringrazio quest’inversione di procedura che è stata già indicata dal Sindaco all’inizio ed è stata poi proposta, perché ci permetterà di avere anche qualche risposta alle domande che intendiamo porre.

La prima la vorrei effettuare ai tecnici, questi tecnici che ormai da un po’ di tempo, insomma, in Italia spadroneggiano. Ma dico, ma non ci viene un dubbio?

L’autorizzazione alla discarica, l’autorizzazione regionale del 30.07 si basa su dei fondamenti che riprendono una delibera, che è quella del 20 aprile 2011, che a sua volta ha provocato un’inchiesta, con delle conseguenze pesantissime ancora in atto, che a sua volta gestisce tutto questo impianto sul Piano cave della Provincia di Bergamo, che è stato comunque dichiarato decaduto dal TAR di Brescia. Cioè in questa situazione di guazzabuglio non ci viene in mente, magari, di fermarci un attimo e cercare di capire che cosa sta succedendo, invece di continuare ad andare avanti con questo iter?

Io non lo so, questa è una domanda che, sinceramente, mi lascia un attimino perplesso.

In secondo luogo, è chiaro, è palese che la politica tutta, unanime, è contro questo progetto. Al di là del ricorso al TAR, che è un ricorso amministrativo, politicamente quali azioni vengono preparate dalle varie Amministrazioni per sollecitare, per influire nel bloccare questo progetto, che comunque oggi sta andando avanti? Siamo alla vigilia di elezioni regionali e politiche, cosa faranno i nostri politici? Come verranno sollecitati dalle nostre Amministrazioni comunali? Questa è un’altra domanda che io intendo fare.

Inoltre, all’Amministrazione comunale, mi associo alla richiesta di Legambiente. Il problema amianto a Treviglio esiste, noi lo sappiamo, e il nostro non è la famosa sindrome del Nimby, “non vogliamo la discarica qui, facciamola di là”. Sappiamo che è un problema da risolvere, sappiamo che l’amianto sui tetti è pericoloso, è nocivo, e quindi chiediamo all’Amministrazione comunale quali siano le operazioni che abbia in cantiere per favorire lo smaltimento dei tetti di Treviglio, ben sapendo (e ci tengo a ribadirlo) che la discarica all’ex cava della Vailata non costituirebbe la risoluzione del problema di Treviglio, perché per legge non si può imporre un vincolo di provenienza ai rifiuti.

Questa cosa è ribadita per legge, da qualche parte ci hanno provato, ci sono state sentenze della Corte Costituzionale che hanno annullato questi vincoli di provenienza e di conseguenza, permettetemi, vorrei fugare il più grosso dubbio, il più grosso equivoco che si è creato in questo periodo, cioè: facciamo la discarica perché l’amianto è meglio sotto terra che sui tetti. Attenzione, noi ci troveremo con l’amianto sia sotto terra e sia sui tetti, con quest’operazione qui.

Un’ultima considerazione. Sentivo dire il dottor Pesenti che l’amianto legato in maniera cementizia è meno dannoso di quello in forma friabile. Siamo tutti d’accordo, ma la domanda che vi faccio io è questa: se mi chiedono se voglio che mi venga sganciata in testa una bomba nucleare o una bomba normale, io cosa faccio? Dico:

scelgo quella normale perché fa meno male? Questa cosa qui, sinceramente, mi viene un attimino confusionale. Sarò io duro di comprendonio, però, sinceramente, non l’ho

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proprio capita.

Vi ringrazio. Io ho usato esattamente i cinque minuti, sono stato scientifico, e quindi allo scoccare del 5.0.0 tolgo il disturbo. Grazie e arrivederci.

[PRESIDENTE PIGNATELLI]

Apprezzo la puntualità e la ringrazio. E’ iscritta a parlare Federica Giussani, per i cittadini della zona limitrofa di via Palazzo. Prego.

[FEDERICA GIUSSANI]

Federica Giussani, a nome dei cittadini residenti nell’area limitrofa. Il deposito presso Regione Lombardia delle integrazioni di AIA da parte di TEAM ci pone palesemente di fronte all’atto finale del procedimento autorizzativo. Com’è noto, il procedimento autorizzativo in capo alla Regione è dubbio da ogni punto di vista, politico e tecnico, dubbio a tal punto da aver prodotto quattro ricorsi alla VIA positiva.

La VIA arriva al culmine del periodo più buio dell’Amministrazione regionale lombarda, già ampiamente screditata e travolta dagli scandali. Il procedimento riguardante la ex Vailata di Treviglio, già oggetto di due VIA negative, nel 2001 e nel 2005, e nulla è cambiato nel frattempo nell’area, avrebbe dovuto logicamente concludersi con l’ennesimo no regionale nel 2009, avendo la pratica percorso, a quell’epoca, tutto il suo iter, tutto il suo iter naturale, e non si erano avute novità: l’area non è idonea ad ospitare qualsivoglia tipologia di discarica, come attestato e ribadito dai due no regionali e anche da un precedente no provinciale, in epoca ormai dimenticata.

La pratica, che rimase morto vivente per anni, è risorta improvvisamente e inspiegabilmente il 9 maggio 2012, quando un dirigente della struttura AIA, Dario Sciunnach, invia un preavviso di chiusura pratica TEAM. Questo preavviso di diniego, altrettanto inspiegabilmente, si trasforma il 29 giugno in un okay a procedere all’istanza. In un soffio, il 30 luglio, dopo anni di silenzio, viene emesso il decreto di VIA positivo. Il ribaltone è sotto gli occhi di tutti e non trovo una spiegazione razionale.

Poco dopo, per la precisione il 23 ottobre, il dottor Dario Sciunnach, colui che ha firmato i documenti del ribaltone sull’ex Vailata, sale tristemente agli onori della cronaca nell’ambito dell’indagine su Cappella Cantone, la discarica sequestrata, come persona che avrebbe subito e ceduto a pressione da parte dei suoi superiori. Articolo de L’Eco di Bergamo, che potremmo leggere, ma per questioni di tempo saltiamo.

A fronte di questo scenario nessun cittadino può sentirsi tutelato dall’iter percorso dal 2007 ad oggi dalla proposta di discarica di Treviglio. Saremmo dei folli a sentirci tutelati!

Per questi fatti, oltremodo gravi, chiediamo ora a tutti, ma veramente a tutti, moralità, giustizia, verità, una buona politica, che qui non è stata intravista, in questi passaggi. In particolare noi chiediamo all’Amministrazione comunale, ma anche a tutte le altre Istituzioni di buona volontà, di tutelarci in questo passaggio decisivo dell’iter che è l’AIA, dotandosi di tecnici qualificati in geologia, in urbanistica e per quanto concerne la salute pubblica.

Per quanto riguarda la geologia, appunto, ha fatto il suo intervento prima l’assessore Imeri dicendo che un geologo già c’è; noi, però, saremmo un pochino più radicali nelle richieste, perché per noi non è importante andare con TEAM a verificare la falda, ma è indispensabile smontare la campagna di monitoraggio della falda. Bisogna porre i funzionari AIA di fronte al fatto che questa campagna non doveva essere neppure iniziata. È un dato di fatto che il livello di falda dell’area in questo momento, e probabilmente negli anni a venire, un momento che è così particolare per il territorio circostante la ex Vailata, che si trova a 60 metri dalla zona di cantiere... no, dalla zona di cantiere anche meno, 60 metri dalla futura TAV, con annessa Bre.Be.Mi.

La falda non può, in questo momento, rispecchiare la normalità, la sua media storica, non è possibile fare dei rilievi. Inoltre la barriera idraulica, quello che è stato detto, la barriera idraulica a nord di Baslini e Bonelli, che sottraggono enormi quantità di acqua appunto a nord, i cantieri TAV e Bre.Be.Mi. a sud, con le loro idrovore, che emungono acque e perturbano la falda, non ci danno possibilità di un monitoraggio credibile.

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Un geologo potrà inoltre, probabilmente, formulare ipotesi, ma solo ipotesi, non potrà garantire come le acque sotterranee si riassesteranno al termine dei lavori delle grandi infrastrutture, che stanno spaccando in senso longitudinale lo scorrimento della falda.

Al Comune, e in primo luogo al Sindaco, spetta inoltre difendere la salute pubblica.

L’intervento del rappresentante dell’ASL ha lasciato tutti perplessi perché, forse, non è a conoscenza del fatto che il decreto 6831, di AIA positivo della Regione Lombardia, ha appunto decretato un parere favorevole per un deposito di rifiuti pericolosi. Dopo tutto un iter sui non pericolosi, il deliberato parla di rifiuti pericolosi, c’è un preciso motivo legato a delle leggi italiane, ma anche alla legislazione europea, che ritiene l’amianto pericoloso in toto, non esiste l’amianto non pericoloso per l’Europa. E' una derubricazione italiana quella che pone l’amianto in matrice cementizia, meno di una certa percentuale, lo rende non pericoloso.

Come si può pensare di difendere la salute dei cittadini ponendo una discarica del genere a circa 200 metri da un centro abitato di 28.000 abitanti? Circa 200 metri che il proponente, in realtà, dice sono 220 circa, per la scienza, più o meno 10%, potremmo essere sotto i 200 metri. E anche questo ha una rilevanza fondamentale.

[PRESIDENTE PIGNATELLI]

Concluda, per cortesia.

[FEDERICA GIUSSANI]

A questo punto... Inoltre l’ASL non ha considerato il percolato, che sembra essere uno dei problemi principali dettati, il percolato appunto perché la fibrilla non si scioglie e torna poi in circolo nell’aria.

C’è tanto lavoro da fare, se ne potrebbe parlare a lungo di altri spunti. Il deciso intervento in AIA è prima, e al di là di ogni altra azione, ciò che i cittadini chiedono al Comune. Ringrazio.

[PRESIDENTE PIGNATELLI]

Grazie. E’ iscritto a parlare il signor Davide Ravanelli, Comitato Quartiere Sud. Prego.

[DAVIDE RAVANELLI]

Buonasera a tutti. Il Comitato Quartiere Sud è fresco di quartiere, è appena nato. Io sono qua solo a confermare il mio no sulla discarica di Treviglio, come cittadino e quant’altro.

Mi associo a tutto quello che è stato detto da Legambiente e confido sulle parole del Sindaco come cittadino, come Primo Cittadino trevigliese, su questo no a questa discarica.

Quindi, siccome l'abbiamo votato e qui deve avanti anche il Consiglio comunale per questo no, anche perché, come cittadino e come Quartiere Sud, siamo no alla discarica. Grazie. Perché non ho nient’altro, abbiamo sentito tutto quello che... non so, non c’è niente di positivo, è tutto negativo. Grazie.

[PRESIDENTE PIGNATELLI]

Grazie. E’ iscritto a parlare Nicola Paolella, per il Movimento Cinque Stelle. Prego. Ha rinunciato. Sì, perché non gli bastavano i cinque minuti. No, dice che illustra un progetto in un’altra occasione.

[ANDREA PELLICIOLI]

Buonasera a tutti. Non sono Paolella, sono Pellicioli Andrea e sono qui come portavoce del Movimento Cinque Stelle. Grazie al Comune per la possibilità che ci ha dato, di poter dire la nostra opinione. Buonasera ai presenti collegati in streaming.

Allora, la posizione nostra è fondamentalmente, e come non si potrebbe essere, in accordo con la linea di contrasto a questo progetto. Non abbiamo ulteriori dati, perché tutto quello che hanno già espresso gli altri Comitati e gli altri intervenuti è sicuramente quanto di più aggiornato si possa avere, però sembra abbastanza ovvio a

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tutti, non so se avete notato, nessuno dà un’alternativa a questo progetto, cioè si dice: non ci va la discarica, e va bene, la TEAM, ovviamente, non sarà mai d’accordo, e allora noi la buttiamo e diciamo: ma perché la TEAM non fa un’altra cosa? Perché non ha pensato a guadagnare da questo, dal riciclo di questo materiale? Esiste la possibilità, e forse anche questa ditta, quest’azienda, per quanto grossa o per quanto preparata non lo sa, esista la possibilità di prendere l’eternit, fondamentalmente, o comunque tutto quanto è amianto edilizio, e inertizzarlo, come suggerito e già nominato da qualcuno, in maniera tale che venga rimesso in circolo produttivo per tornare ad essere utilizzabile in campo edile. Cioè vorrebbe dire prendere una cosa che è, com’è stato chiamato, che è un killer, e rimetterla in maniera non pericolosa nell’uso edile, quindi poter utilizzare per fabbricare, mantenendo le caratteristiche fisiche di qualsiasi struttura che verrà e che eventualmente lo potesse costruire, ripeto, non rendendo pericoloso. Praticamente la TEAM guadagnerebbe anche una medaglia perché praticamente fa soldi con la pattumiera, in buona sostanza.

E’ una cosa a cui, probabilmente, non hanno mai pensato.

E’ una cosa che già esiste in Italia, è una cosa che esiste in Sardegna, è una cosa a cui magari voi non crederete, però non vogliamo fare lo sponsor di nessuno, e quindi siamo disposti a dare quelle che sono le nostre informazioni sia al Comune, sia alla TEAM, se vorranno saperne di più. Questa ipotesi potrebbe portare a Treviglio, è vero, una nuova attività produttiva di qualcosa che è un po’ da prendere con le pinze, però potrebbe portare più lavoro, ricchezza anche al Comune, ricchezza alla popolazione, che potrebbe lavorare in più, eliminando dei rischi e lasciando, comunque, non un problema a chi verrà dopo di noi, alle generazioni future, ma lasciandogli già un qualcosa che è la soluzione a un problema esistente.

Direi che per noi è tutto. Grazie.

[PRESIDENTE PIGNATELLI]

Grazie. E’ iscritto a parlare Giovanni Corsini. Non c’è, lo chiamiamo dopo. Per il Consiglio delle Donne, la signora Domenica Manzoni. Ah, Corsini, non ti avevo visto.

Prego, prego.

[GIOVANNI CORSINI]

Buonasera. Dell’argomento discarica si sta discutendo da tanti mesi: articoli sui giornali locali, interrogazioni in Consiglio comunale, manifestazioni, conferenze, dibattiti, stasera questo Consiglio comunale aperto. L’Amministrazione comunale di Treviglio, oltre il ricorso al TAR, ha studiato, in questi ultimi mesi, tutte le possibili soluzioni, vedi cambio di destinazione d’uso di quell’area, il possibile acquisto dell’ex cava ricorrendo all’esproprio, per cercare di porre ostacoli all’iter del progetto discarica, fermo in Regione, che qualcuno ha definito “un futuro disastro ambientale”.

In questo mio breve intervento non toccherò l’argomento discarica ex cava Vailata, che riguarda un prossimo futuro.

Vorrei invece parlare di un problema di oggi, di ieri, di domani, che è sotto gli occhi di tutti. Vorrei, infatti, porre l’attenzione di questo Consiglio comunale sui pericoli per la salute relativi alla presenza di manufatti di eternit a cielo aperto, che sono disseminati a macchia di leopardo su tutto il territorio trevigliese. Parlo, purtroppo,

“genericamente” di presenza di materiale cemento/amianto, perché finora non ho avuto la possibilità di conoscere i dati precisi del censimento amianto sulle proprietà private, eseguito sul territorio di Treviglio nel 2009, e che ho richiesto più volte all’Amministrazione e sulla stampa locale.

Il Sindaco di Calvenzano, Aldo Blini, che è tra il pubblico e saluto, in una recente intervista sul L’Eco di Bergamo, a proposito del censimento amianto, ha detto, tra l’altro: l’errore è che pochi danno importanza al censimento dei manufatti in eternit;

sono pericoli vaganti nella nostra aria, dei quali non si conosce esattamente la quantità e l’ubicazione.

A proposito dei “pericoli vaganti”, ricordo un cartello, esposto tempo fa in segno di protesta, nei pressi della cava ex Vailata, che diceva: "l’amianto uccide senza fare rumore". Ed è vero. Le fibre di amianto presenti nei manufatti di eternit, invecchiando

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