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La Stampa Sportiva - A.03 (1904) n.32, agosto

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Academic year: 2021

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(1)

LA STAMPA

* 0 > A u t o m o b i l i s m o - C i c l i s m o Alpinismo - Areostatiea r i n a t o - C a n o t t a g g i o - Y a c h t i n g ^^^^^^ c— A I p p i c a - A t l e t i c a - S c h e r m a Ginnastica - Caeeia - Tiri - Podismo

Giuochi Sportivi - Varietà

S^TZeSC^S

S P O R T I V A

Ssce ogni Domenica in 16 pagine illustrate. (Canta corrente calla pesta). DIRETTORI : NINO G. CAIMI E AW. CESARE GORIA-GATTI - REDATTORE-CAPO : GUSTAVO VERONA

I f l S H R Z I O J4I Per trattative rivolgersi presso

l'Amministrazione del Giornale

Il p r i m o e s p e r i m e n t o eli o l o l i s t l v o l o n t a r i iti Itiilln.

I. Il col. Chiaria e il rag. Mercanti a Desenzano. — 2. 11 col. Chiaria e il suo stato maggiore a Kocca Manerbo. — 3. A bordo del piroscafo. — 4. I ciclisti si preparano per il fuoco. — 5. Un alt in attesa. — 6. Il generale Grandi e il cap. Guglielmotti fra ciclisti ed ufficiali a Desenzano.

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Il Grande Convegno Ciclistico di Vercelli

Promosso dall'« Unione Sportiva Vercellese », in occasione delle feste patronali di Sant'Eusebio e dell'inaugurazione della fanfara dell'Unione, ebbe luogo domenica l'annunciato grande con-vegno ciclistico internazionale.

Vi presero parte circa seicento ciclisti venuti dall'estero e da numerose città italiane rappre-sentanti 50 società.

Vi erano rappresentanze di Trento, Locamo, Lugano, Chiasso, Bellinzona, Novara, Casale,

Mi-lano, Torino, Sesto Ca-lende, Alessandria, Asti, Andorno, Palestro, Sa-vona, Casteilanza, Monza, Borgomanero, Biella, Ge-nova, Sant'Angelo Lodi-giano, Acqui, Cernobbio, Santhià, Valle Mosso, Sa-ronuo, Buffalora, Varese, Rivarolo Ligure, Cuneo, Livorno Piemonte, Cor-betta , Casalpusterlengo, Stroppiana, Magenta e Mondovì. Numerose anche le motociclette e le si-gnore in bicicletta.

Accoglienze entusiasti-che vennero fatte ai rap-presentanti del Touring-Club di Trento. Furono improvvisate dimostrazioni al grido di « Evviva Trento ! » ed al suono degli inni popolari. Grande entusiasmo.

I Trentini, con gentile pensiero, offrirono al-l'« Unione Sportiva » un magnifico quadro rap-presentante il monumento a Dante.

Alle 15 sul viale Garibaldi, alla presenza di grande folla, ebbe luogo la sfilata e quindi l'as-segnazione dei premi, fra continui e calorosi ap-plausi.

* * *

Vennero aggiudicati i ricchi premi nell'ordine seguente:

Categoria Internazionale. — Premio d'onore a tutte le rappresentanze di società estere ; 1° premio alla società di Locamo, servizio in cristallo da liquori, dono del Conte di Torino ; 2° premio alla società Audax di Bellinzona, alzata per fiori, dono del Comitato ; 3® premio alla società di Lugano, coppa argento dono dell'« Unione Eusebiana»; 4° premio alia società di Trento, statuette arti-stiche, dono del Comitato; 5» premio alla società di Chiasso (società ginnastica), 2 anfore artistiche; 6° premio alla società di Chiasso (Veloce Club), statuetta artistica.

Categoria nazionale. — N. 1. Premio unico -Med. oro grande, dono di S. M. il Re d'Italia, alla Società più numerosa in costume cou fanfara - alla Società Ginnastica e Scherma di Novara.

N. 2. Alle Società o gruppi che provengono da più lontano e con maggior mimerò (distanza mi nima km. 100) - 1® premio d'onore Veloce club di Genova, Coppa d'argento dell'onor. Lucca -1" Premio Società Andrea Doria Genova,

meda-glia oro del cav. Lombardi ; 2° premio So-cietà Sportiva Savona, med. vermeil, id.

N. 3. Alle Società che intervenivano col maggior numero di soci - Premio d'onore Club di Stroppiana, pendolo artistico con anfore, dono del Comitato - 1» premio S. G. e S. Novara, med. oro, dono della Cassa di Risparmio; 2° premio Società Candiani Ca-sale, med. vermeil del signor Giana; 3° pre-mio Unione Sportiva Biella, med. argento grande dono del Comizio Agrario.

N. 4. Alle migliori fanfare ciclistiche ap-partenenti a Società - Premio d'onore S. G. e S. di Novara, coppa del cavaliere Tavallini Vincenzo - 1° premio Stroppiana, med. oro dono della Società esercenti ; 2° premio Can-diani Casale, med. argento del Comizio Agrario; 3" premio Santina, med. argento del cav. Lombardi.

N. 5. Alle ' Società che presentavano al Corteo maggior num. di soci del touring -Premio d'onore Sporting Club Torino, ser-vizio di liquori dono del marchese di Gat-tinara - 1° premio Unione Sportiva Biellese, med. oro del cav. Giana; 2° premio Società di Varese, med. argento grand. C. A. (TI O N . 6. Alle Società col miglior costume} -Premio d'onore Club Stroppiana, Coppa ar-gentojdono del Municipio - 1° premio Can-diani Casale, med. oro del giornale La Sesia-, 2" premio Novara, medaglia argento gr. C. A.

I Trentini.

(Fot. Borgarelli). N. 7. Alle sezioni audax con maggior distanza di provenienza - Premio d'onore Savona, Calamaio

argento della ditta Galbiati - 1° premio Milano, med. oro del cav. Treves ; 2® pre-mio Livorno P., med. argento gr. Coni. Agr.

N. 8. Alle sezioni audax più numerose - Premio d'onore Audax di Casale, cala-maio artistico del Sottoprefetto - 1° pre-mio Audax di Livorno P., med. argento grande; 2• premio Audax di Savona, med. argento p. del signor Gino Allario Caresana.

N. 9. Alle Società con maggior n. di signore - Premio d'onore oggetto arti-stico, dono della ditta Massera e Mo-roni all' Unione Sportiva di Biella.

Ai Trentini intervenuti fu assegnato un oggetto artistico in argento con nastri tricolori, dono della Società pro-motrice del convegno.

«

* *

La cerimonia si chiuse al suono della Marsigliese, della Marcia Reale e dell'Inno di Garibaldi, e con una calda dimostrazione ai rappresentanti d i Trento. La città era animatissima.

Lunedì i Trentini, unitamente ai ciclisti dell'Unione Sportiva Vercellese, ed altri ciclisti di altre città, si

re-carono a Palestro per visitarvi l'Ossario, invitati da quella Società Sportiva.

B I A N C O P A S Q U A L E .

Primo impeto !

A mio f ratello.

I.

Massimo, audiam ! Che, dentro la profonda Azzurrità del novo ciel polito,

Vive, come un pensier ne l'infinito, Trillando amor, l'allodola gioconda. Andiamo, andiamo ! E pare che risponda

Il pronto core a un maliardo invito De la natura. Il pesco è rifiorito, Molle la riva e azzurreggiante l'onda. 0 primavera, primavera santa,

Specchio di nostra gioventù serena, Ampiezza verzicante ringemmata Sotto piova di sole, alfin sei nata,

Ed ampio effondi al flutto d'ogni vena, Gaudio, che à l'ali come augello e canta !

II.

E canta e canta ! Noi passiam veloci... Di lunghe siepi i rami aggrovigliati Protendono fioretti, e su da i prati Van di spirti nascenti ignote voci. Via, via così, d'accanto a nivee croci Di cimiteri, innanzi a campi arati, Sotto il riso del cielo in cui siam nati, Lanciamo a l'aure gl'impeti precoci Dei nervi, tu, fratello, ed io del forte

Amore, che gentil l'anima rende, Per questo lieve pigolìo d'implume. E l'alte mie speranze, ancor non morte,

Splendono colle tue, siccome splende Stuolo di nivei cigni, in glauco fiume... (Quarto d'Asti). Duilio Remondiuo.

L'apertura della eaceia in Italia

I cacciatori attendono impazienti l'apertura della caccia, che si presenta quest'anno colle migliori speranze. Il 10 agosto, in parecchie province d'Italia i seguaci di Nembrod potranno ripren-dere il loro sport preferito.

10 agosto — Perugia, Pesaro-Urbino, Roma, Treviso, Vicenza.

14 agosto — Teramo, Torino (Chiusura 31 di-cembre. Nelle regioni montuose, apertura 1° set-tembre. Coi cani segugi e levrieri, dal 10 ottobre. Agli uccelli acquatici, nei fiumi, nei laghi e negli stagni, soltanto col burchiello, sino al 31 marzo).

15 agosto — Alessandria, Bologna, Brescia, Ca-tania, Padova, Parma, Pavia, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rovigo, Salerno, Verona.

16 agosto — Bergamo.

20 agosto — Avellino, Firenze, Siena.

1" settembre — Bari, Chieti, Cuneo, Genova, Messina, Porto Maurizio, Trapani.

La fanfara della Società ginnastica e scherma di Novara.

(Fot. Borgarelli).

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Il corteo - L'Unione Sportiva Vercellese accompagna i Trentini.

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di Metone, scagliò una freccia, con un biglietto su cui aveva scritto: all'occhio

destro di Filippo, la quale colse nel se-gno. Filippo gli riscoccò la freccia col seguente grazioso versetto: Se prendo la città farò impiccare l'arciere, e tenne la parola. Così vuole alcuno la leggenda.

Altro grande arciere dell'antichità fu Ménélas, che secondo Zosima lanciava con un solo arco tre treccie alla volta, riuscendo a colpire tre punti diversi.

Un ramo curvato,alcuni intestini secchi di animali, un ramoscello armato ad una delle estremità di una spina o di una selce acuta ed all'altra di qualche penna ha dovuto essere il primo apparecchio col quale l'uomo ha tentato in principio di dar la caccia agli animali non potendo vincerli in virtù del loro volo o della rapidità della loro corsa, e poi per difen-dersi e per offendere l'uomo nella ppgna. Ogni popolo si fabbricò gli archi secondo i mate-riali che si trovò ad avere nelle mani, e la forma varia qualche volta come si può osservare visi-tando le collezioni di archi clic si conservano nei musei. Se ne facevano di legno duro, di corno, alcune volte anche di acciaio, a fine di dare ad essi la maggiore elasticità possibile. La corda ordinariamente è di canapa, di grossezza mezzana ed incerata, perchè non si sfilacci facilmente. Si racconta che una volta nell'antichità, venuti a mancare in una città assediata questi diversi elementi per formare delle corde di archi, le donne fecero il sacrificio dei loro biondi o bruni capelli e le freccio partirono con maggior velocità! Quale grande potenza hanno sempre esercitato i bei capelli biondi o bruni di una donna !

Tiratori d Ile compagnie del tiro all'arco di Berna.

pero Russo era ancora nel 1815 armato di arco, ed i Francesi in quest'epoca si trovarono alle prese con cavalieri tartari così armati. Anche i Cinesi ed i Giapponesi hanno abbandonato l'arco come arma di guerra soltanto circa cinquanta anni fa.

Ai tempi nostri l'arco non è più adoperato che come passatempo sportivo presso i popoli civili. I selvaggi del centro dell'Affrica, delle Indie orientali e quei pochi dell'Australia che la gene-rosità inglese non ha ancora distrutto, sono tut-tora armati di archi, le cui freccie avvelenate difficilmente sbagliano il segno. In Piccardia esi-stono delle compagnie d'arcieri con costumi e statuti proprii, e nella viciua Svizzera, in molte città e villaggi esistono compagnie dette dell'arco che si addestrano con grande passione in questo genere di sport.

Tiratori delle compagnie del tiro all'arco di Losanna

L'arco serviva sia per esercitarsi nel tiro, sia come passatempo, sia come strumento di caccia o come arma di guerra. L'interiorità sua relati-vamente alle armi da fuoco è cosa troppo evi-dente perchè sia necessaria una dimostrazione qualsiasi; e certo doveva essere cosa assai difficile il maneggiarla con precisione. A questo proposito notiamo come è curioso il vedere Beniamino Franklin in un suo opuscolo tenti di dimostrare con molto ingegno e vasta dottrina il vantaggio dell'arco e delle freccie sulle armi (la fuoco, e consigli di tornare al loro uso, senza abbandonare però le altre.

* * *

Sino all'invenzione della polvere da sparo l'arco fa adoperato presso tutte le nazioni. I greci ed i romani avevano delle truppe leggiere d'arcieri. In Francia esi-stevano pure numerose truppe armate di arco; Carlo VII formò un corpo spe-ciale di franchi-arcieri a piedi ed a ca-vallo, che prendevano questo nome anche perchè erano affrancati di pagare le im-poste; erano arruolati fra l'aristocrazia, e appartenere a questo corpo dava il ti-tolo di nobile. Nel 1481 Luigi XI abolì questo corpo di arcieri. Pure in Francia si chiamavano arehers de la cométablie gli ufficiali incaricati di eseguire le sen-tenze dei luogotenenti marescialli di Francia; così avevano inoltre il diritto di girare per tutto il Regno, di arre-stare e dar esecuzione a qualunque sen-tenza da qualsiasi giudice pronunziata. Vi furono pure gli arcieri della guardia, i quali erano come una moderna guardia del corpo, una scorta al sovrano armato di arco.

E' sotto Francesco I che l'arco sparisce com-pletamente come arma di guerra, rimanendone armati pochi nuclei di truppa che se ne servi-vano unicamente nelle parate. Soltanto qualche corpo di cavalleria asiatica al servizio

dell'Im-Le compagnie arcieri con-servano anche oggidì buona parte delle regole che for-mavano gli statuti delle an-tiche. L'indole del nostro breve studio e lo spazio non ci consente di dilungarci troppo su queste partico-larità. I nostri lettori po-tranno trovare nel bellis-simo libro pubblicato dal conte A. de Berthier colla collaborazione dei signori V. Cordier e A. Guglielmi nel 1900 tutta una storia analitica ed aneddotica ri-flettente il tiro all'arco. Noi ci limitiamo soltanto a far notare come a somiglianza dell'antica cavalleria, nelle compagnie arcieri era al-tissimo il senso morale e religioso. I regolamenti vietavano in modo as-soluto di proferire, anche nelle pugne più terri-bili ed accanite, bestemmie, parole sconcie, o fare allusioni a cose e fatti donneschi, che potessero avere anche la sola parvenza di alcun che di disonesto. Citiamo a questo proposito quel che dice in un brillantissimo articolo al riguardo il signor Térond, della Suisse sportive : « Quando

un arciere della società della città di Ginevra fa-ceva partire dal suo arco una freccia gridava : Porte-la, Notre Dame ! Allorché più tardi Ginevra divenne il rifugio della Riforma, gli arcieri che per abitudine si servivano ancora di questa for-mula erano fatti segno alle imprecazioni ed alle minaccio dei presenti».

Come più sopra dicevamo il tiro all'arco non è certamente la cosa più facile di questo mondo. Ecco sommariamente descritto il modo come si adopera. Si pone sulla corda la tacca della freccia e, tirandola a sè, si aumenta più o meno la cur-vatura dell'arco, secondo la distanza alla quale si vuol mandare il proietto. L'arciere deve tenere le gambe aperte, il piede sinistro avanti, il braccio sinistro teso e l'occhio destro nella direzione della freccia che sta per lanciare. L'arco è tenuto per-pendicolarmente all'asse del corpo nella maggior parte dei casi; la posizione orizzontale secondo alcuni nuoce alle precisioni del tiro facendo va-cillare l'arco. La lunghezza del tiro di quest'arma è in ragione diretta della sua lunghezza e della sua elasticità, e le variazioni atmosferiche eser-citano su di esso una sensibile influenza. Senza prendere come paragone quello che diceva Omero, che riehiedevasi un vigore straordinario per ten-dere l'arco di Ulisse, è un fatto vero che, per mandare una freccia a grande distanza, si richiede un grande arco e per conseguenza una grande forza. Il tiro efficace di un arco ha raggiunto anche i 200 passi, quando l'arciere aveva il vigore di cui abbiamo prima parlato.

Nacque si può dire colla guerra, e come questa quindi coll'uomo. Le nostre gentili lettrici, ed i nostri amabili lettori non se l'abbiano a male ma è una verità storica che non si può fare a meno di affermare giusta, la guerra è nata col-l'uomo (femmine e maschi), ed ognuno di questi esseri sente un trasporto straordinario per tutto quanto ha di guerresco ad onta di tutte le acca-demiche declamazioni di volere ed amare la pace, e la guerra russo-giapponese, di cui è protago-nista principale il biondo e pallido czar, l'apostolo più fervente, a chiacchiere, della Dea dell'olivo, informi ! Ritorniamo però al tiro coll'arco. Tutto il mondo conosce la forma e l'uso di un arco. Chi sa quanti non avranno provato fremiti di ansia, di orgoglio, di libertà, di gioia, dinanzi a quello scorbio oleografico, di cui ho visto tappez-zate le pareti di parecchie osterie svizzere, ed anche di alcune patrie italiane raffigurante Gu-glielmo Teli, uno dei capi della rivoluzione sviz-zera del 1307, quando essendosi rifiutato di salutare il cappello che il Gessler, governatore del paese in nome del duca d'Austria, aveva fatto elevare sulla pubblica piazza di Allocf, fu condannato a morte a meno che non fosse riu-scito a colpire con una freccia partendo dal rela-tivo arco un pomo collocato sulla testa del giovane figlio, oppure l'altra scena pure illustrante un'altra delle gesta gloriose (lei grande eroe svizzero, quando pur essendogli stata condonata la pena di morte è dichiarato però senz'altro prigioniero di Stato ed imbarcato sul lago di Lucerna per essere trasportato al castello (li Kussnacht, ove si recava anche il Gessler; una burrasca sorprende la piccola nave. Teli (sciolto dalle catene) messo al governo di essa la salva (la sicuro naufragio, approda nelle vicinanze di Kussnacht ; però respinge al largo la barca, ove ancora trovasi il Gessler e con un colpo di freccia lo uccido. Chi ha visto questi quadri o le figure illustranti il romanzo del Elorien, le tragedie di Lemierre, od il Premane di Schiller che hanno per oggetto la vita avventurosa ed eroica del Teli hanno un'idea esatta di quello che sia un arco colle relative freccie.

E' la più antica di tutte le armi, e di essa si parla nella santa scrittura. La favola ne attri-buisce l'invenzione ad Apollo — certamente si conservano in molti musei delle punte di freccia in silice che appartengono al secondo periodo dell'epoca preistorica, e premuniti di archi e di freccie si ritrovano ancora oggidì negli scavi ope-rati nelle regioni locustri della Svizzera e del-l'Austria.

L'arco già anticamente doveva essere molto robusto e dotato di una grande forza, lo attestano le numerose punte di freccie profondamente in-flitte nelle ossa di scheletri ritrovati in scavi recenti.

Dall'esame minuzioso di questi scheletri è stato provato come l'arco rispondesse anticamente alle esigenze di un' arma da guerra umanitaria mo-derna pel cui mezzo non si vuole uccidere l'av-versario, ma di metterlo soltanto nell'impossibilità di continuare a combattere ; così si sono trovati questi scheletri con infissi nelle fibre, negli ossi illiaci, negli sterni dei pezzi di freccie, intorno alle quali l'osso si era riformato, indizio che l'uomo era guarito dalle ferite riportate ed era vissuto col frammento di freccia nel)' organismo. Nei popoli antichi esso era in grande favore e volendo fare la sua storia secolo per secolo si farebbe la storia dei popoli che vissero in quel-l'epoca, e gli Sciti, i Parti, i Troci sono passati nella storia per eccellenti arcieri. La storia ha conservato il nome di Aster come quello del più famoso arciere di Anfipoli.

Tiratori delle compagnie del tiro all'arco di Vevey.

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L'arco modificato , reso più stabile e più forte, atto a lanciare proiettili più grossi della semplice freccia prese il nome di balestra. Questa rappre-sentava in quei tempi, in mezzo alle truppe ar-mate d'arco, la nostra artiglieria moderna. Si virole che i Fenici ne siano stati gli inventori, ma pare che anche i Romani l'abbiano adoperato, a meno che non si confondano i balestrieri coi manubalisti omani.

Il compito di decifrare il problema lo lasciamo agli eruditi; noi abbiamo accennato alla cosa sol-tanto per quel sol-tanto che può interessare i lettori.

Certamente la balestra era un'arma molto più mi-cidiale dell'arco, e lo prova un'ordinanza del x n secolo in cui è detto che « del tiro colla balestra non si dovesse fare uso che nei combattimenti contro gli infedeli ».

Coinè abbiamo detto innanzi, oggi il tiro al-l'arco fra i popoli civili è uno sport sano, diver-tente, educativo, compiuto all'aria libera, al piano, in montagna, sulla riva del mare, ovunque sia concesso di adoperare un paio di centinaia di archi in linea retta e la possibilità di piazzare un bersaglio. Da noi in Italia questa specie di sport non è conosciuta, o lo sarà da qualche solitario, che nel silenzio del proprio parco vi si eserciterà modestamente. Ma è certo che società costituite per questo genere di sport noi non le conosciamo, e non devono esistere certamente.

Dove invece fioriscono società o compagnie pel tiro all'arco è in Francia, che ne conta ben 270; il Belgio con 250, l'Inghilterra circa 70, gli Stati Uniti d'America con oltre 20, i Paesi Bassi anche essi hanno numerose compagnie e la Svizzera ne conta moltissime in ogni Cantone.

In Inghilterra ogni anno ha luogo il tiro del campionato maschile chiamato Doublé Jork Round dal metodo di tiro adottato nell'esperimento, ed il campionato delle signore chiamato Doublé

National Round. Il più celebre arciere d'Inghil-terra è M. Ford, che fu campione per moltissimi anni, dopo di lui si disputarono l'onore del cam-pionato M. Keene, M. Eyre, W . Hussey, e fra le signore è Miss Segli.

* * *

Il nostro giornale ha voluto pubblicare questo articolo sul tiro all'arco per indicarlo ai suoi nu-merosi lettori come uno degli sport che dovrebbe essere coltivato anche in Italia. Come tutti gli sport all'aria libera esso serve ad arrobustire le fibre, ad ingagliardire l'animo, l'esercizio poi dell'occhio prepara dei buoni allievi al tiro col fucile, al giorno d'oggi molto più importante. Nella vicina Svizzera, dove il tiro all'arco è molto coltivato, noi troviamo infatti senza restrizioni i migliori tiratori d'Europa, e noi crediamo di non errare affermando che uno dei fattori di questa incontestata supremazia sia appunto l'esercizio del tiro all'arco fatto fin dai più giovani anni che prepara ed educa, l'occhio ed il corpo allo sforzo del tiro col fucile.

Le fotografie che pubblichiamo in queste pagine rappresentano una gara di tiro all'arco che ha avuto luogo nei primi giorni di luglio in Svizzera nelle campagne di Richmont e proposta dagli ar-cieri di Ginevra.

La gara era indetta tra gli arcieri di Ginevra, Berna, di Losanna e di Wevey, ed è stato vinci-tore il sig. M. F. de Crousez di Losanna.

Ci auguriamo che presto sorga anche da noi una compagnia del tiro all'arco, sarebbe il mi-glior premio per noi che abbiamo voluto segna-lare questo nuovo sport all'attenzione dei nostri sportivi lettori.

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Le ultime gare di nuoto in Italia

Le gare di nuoto sono all'ordine del giorno, al mare, sui laghi e nei fiumi i campioni dell'acqua scendono quasi ogni giorno in gara per impor-tanti prove. E nella settimana scorsa parecchie ne registrò la cronaca dello sport.

Nelle acque di Starla ebbero luogo grandi gare di nuoto, promosse dalla Società Rari Nantes. Interessantissima riuscì la gara fra signorine sul percorso di m. 100. Giunse 1» la signorina Barbiani; 2' Domini; 3» Bavastrello.

Seguì la gara della Lega Navale su 400 metri. Arrivarono: 1° Semorile; 2» Rossi Enrico; 3" G. Vini.

A Roma si è disputato il sesto Campionato del Tevere, km. 7 m. 800. Giunsero: 1" Retacchi in ore 1,3'44": 2° Immelmi in ore 1,4'45"; 3° Altieri in ore 1,6'; 4" Balestrieri in ore 1,14'; 5" Franchi in ore 1,14'25".

Vincenzo Altieri,

recordman italiamo di resistenza a nuoto.

Il nuotatore Fritz Albert, della Società Nau-tica di Neuchatel ha attraversato il lago a nuoto, impiegandovi tre ore ed un quarto. Lo accompa-gnava un altro nuotatore, che dopo un'ora e mezzo di nuoto dovette rientrare, perchè stanco, nel battello che lo seguiva.

A Chiavari ha avuto luogo la gara di nuoto in abiti, del percorso di metri 200.

Quattro erano i nuotatori inscritti e ne giun-sero tre.

lu Simone Ernerto; 2° Lavagna Gio. Batta;

3 Ghelardi Alfredo.

Tutti e tre appartengono alla società inizia-trice Pro-Chiavari.

A Vigevano si è disputata una gara per la tra-versata del Ticino vinta dal Beretta; 2° Cat-taneo; 3° Casalini.

Nella gara velocità, m. 300, arrivò in 2'9" Al-bertini della R. N. Pavia, e nella gara locale sul massimo percorso in 2'30" Casalini.

La gara Campionato Lombardo m. 7500 riunì questa volta sette soli concorrenti, e cioè : Mario Albertiui detentore della Coppa, che ha vinto il Campionato per la terza volta, ma la prima essendo socio della Battellieri Colombo, le due susseguenti socio della fondata R. N. Pavia. Beretta Amil-care e Franco Amatore della R. N. Milano, E. Mariani della Nettuno, P. Castiglioni della Sem-pione, Lorenzini e Meletti della Canottieri Olona.

Albertini vince la gara battendo il suo record di ben 40 minuti secondi, segue bene Amatore Franco della R. N. Milano in un'ora 21'33, gli altri non arrivano in tempo massimo in questo ordine: Mariani, 1° 34'4"; Castiglioni, 1°38'; Lo-renzini, 1° 39'.

Sul Tevere, i nuotatori Venuti e Montalboddi hanno tentato di battere il record della velocità e resistenza di cui è detentore l'Altieri.

Alle ore 2,32 di venerdì 29, il sig. Venuti entrò in acqua, seguito in una imbarcazione dal dot-tore Fantini.

Alle ore 3 il signor Montalboddi si gettò nel Tevere, seguito da un'altra imbarcazione col dot-tore Viviani.

Alle 11,43 il sig. Montalboddi passò dinanzi al galleggiante della « Romana » di nuoto, dopo aver coperti km. 50 di nuoto continuo in ore 8,43.

Il signor Venuti compiva lo stesso percorso in ore 10,17.

Vincenzo Altieri, già il 10 luglio 1901 percorse km. 47.800 in ore 7.35. Il Montalboddi in questa ultima prova coprì tale percorso in ore 8.25, cioè impiegando 30 minuti di più.

L'Altieri tiene ancora per sè il record di ve-locità e resistenza sul percorso di km. 47.800, lasciando agli -altri il record dei km. 49.6000 compiuto nel tempo maggiore.

Tra i fortissimi nuotatori romani, che nel pas-sato decennio colsero gli allori dei nostri massimi concorsi di nuoto, emerge meritamente Vincenzo

Altieri, per il quale non ci fu gara — in ispecie di lungo corso — in cui non sia riuscito a piaz-zarsi e a riportarne continui e brillanti successi, a incominciare dal e Campionato di Roma » vinto nel 1895, sino alla splendida vittoria conseguita l'anno scorso nella gara internazionale « Castel Giubileo ».

Vincenzo Altieri, oltre all'essere un'illustrazione sportiva della Rari Nantes Roma, è anche il vanto dei nuotatori italiani tutti, in grazia del famoso

record di resistenza da lui stabilito nel 1901, nel qual anno, in 7 ore e 55 minuti di nuoto continuo, percorse il tratto di Tevere che scorre dal Pónte del Grillo (Monterotondo) all'Albero Bello (Roma), la bellezza, cioè, di 47 chilometri e 800 metri.

Sicuri di fare cosa gradita ai lettori e in omaggio all'eccezionale nuotatore, riportiamo qui il suo più recente ritratto.

* * *

E termineremo la cronaca», acquea accennando al prossimo campionato universitario italiano.

La Società Rari Nantes di Genova ha bandito per il 14 del prossimo agosto una gara di

cam-pionato universitario italiano Oorda Fratres, per la quale S. M. Vittorio Emanuele III ha concesso una coppa d'argento. Il percorso sarà di m. 200 in linea retta.

La Società Rari Nantes ha istituita questa gara, prima del genere in Italia, intitolandola al nome dell'Associazione Universitaria, che compendia in sè tutta la speranza d'Italia nostra. Alla gara possono prender parte tutti gli studenti delle R. Università e Scuole equiparate, inscritti alla

Corda Fratres, ed anche non appartenenti a questa associazione.

La gara avrà luogo il giorno 14 agosto, ore 15, al grande Stabilimento di Sturla.

v . g.

(6)

A cosa si deve attribuire il facile deperimento

delle parti meccaniche delle Biciclette e Motociclette.

I tecnici sono concordi nell' affermare che in quasi tutti i casi i deperimenti, dopo brevissimo uso, tanto dei movimenti a sfere come delle catene dei velocipedi e delle motociclette, sono da attri-buirsi in modo particolare ad una imperfetta lu-brificazione di dette parti. Gian numero dei ciclisti e motociclettisti, usano, per la lubrificazione dei mo-vimenti a sfere, oli vegetali o minerali non adatti, i quali lasciando dei sedimenti, sono causa di lo-goramento, e spalmano le catene con del grasso o del sapone, che specie per quest'ultimo, sono note le ualità deterioranti. La scorrevolezza e la durata elle macchine è dovuta essenzialmente da una lubrificazione razionale e perfetta, e questa, solo si può ottenere usando esclusivamente i lubrifi-canti Glide, che tanto successo hanno ottenuto per la loro assoluta superiorità. La Ditta Eugenio Paschetta, Torino, corso Valentino, 2, allo scopo di far apprezzare i suoi prodotti ed ancora per qualche tempo, spedisce, contro cartolina vaglia di L. 1.25 (invece di L. 1.50), una scatola pasta Glide per catene ed una latta d'olio per movimenti a sfere e per magneti.

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L'esperimento dei Ciclisti sulle riye del Garda

Un po' tardi, ma sempre opportuno, il nostro giornale pubblica nella sua prima pagina ed in questa alcune fotografie gentilmente rimesseci dalla Sezione dell'Audax di Roma, illustranti l'esperimento tattico svoltosi sulle rive incante-voli del Lago di Garda; esperimento che è stato molto bene definito: una libera e patriottica affermazione della gioventù italiana.

Diciamo opportuno ancora, perchè è necessario, è doveroso tener desta questa fiamma di entu-siasmo che spontanea sgorgò, e corse tutta la penisola il giorno in cui si conobbero i risultati dell'esperimento, in cui, come ben scrisse il vene-rando patriota bresciano G. C. Abba, per la prima volta in Italia, i ciclisti borghesi « nella loro libera e geniale divisa andavano insieme coi bersaglieri nella più naturale mescolanza senza che nessuno 8e ne stupisse », dimostrando che c'era il con-senso delle coscienze.

Noi italiani, facili all'entusiasmo, dobbiamo ri-conoscerlo, siamo anche facili all'oblio, e tante, tante volte iniziative feconde di bene, che ave-vano riscosso il plauso della Nazione, che pro-mettevano di realizzare tante speranze, tanti sogni, caddero dinanzi all'indifferenza dei più, dinanzi ad ostacoli che noi stessi ci creammo, e che per mancanza di coesione, di unità di sforzi, di tena-cità di propositi non sapemmo o non volemmo superare.

E' indiscutibile che l'esperimento del Garda è

il Nord, lassù, lassù al di là del tetro Baldo chi sa quanti fantasmi evocarono, quanti palpiti suscitarono, quanti fremettero stringendo in pugno la vecchia carabina.

é

* •

E l'esperimento riuscì, e gli sforzi, ed il lavoro indefesso degli organizzatori fu coronato del più lieto, del più lusinghiero successo come il nostro giornale nei numeri scorsi ampiamente scrisse.

Le teorie del capitano Angherà, l'idea accarez-zata, propugnata per primo dal direttore generale dell' « Audax Italiano » Vito Pardo, che fin dal 1902 in un brillante articolo comparso nelle co-lonne di questo giornale dimostrava quanto van-taggio potesse trarre l'Esercito dalle costituzioni di reparti ciclisti creati fuori dell'elemento mili-tare, hanno avuto la loro sanzione dalla pratica. I dubbiosi debbono inchinarsi dinanzi al fatto compiuto, gli scettici debbono ricredersi dinanzi ad una così chiara dimostrazione, gli indolenti devono dal successo ottenuto essere spronati ad operare, ad efficacemente operare.

Ripetiamo quindi come dicevamo in principio essere opportuno ancora che dell'esperimento del Garda, che della tattica svoltasi in un dolce ab-braccio tra l'elemento civile e quello militare, pura e sincera espressione di fratellanza e di concordia, sulle rive di quel lago azzurro, che

Dopo la manovra — Un gruppo generale dei ciclisti volontari.

Fot. Audax Italiano (Sezione di Roma). nato sotto buona stella ; perchè potesse effettuarsi

degli uomini valenti hanno lavorato, hanno accor-dato ad esso il prezioso patrocinio della loro opera; S. M. il Re nell'alto suo senno, nella chiara visione ch'egli ha dell'avvenire della patria, si degnò concedergli l'alto suo patronato; il Governo, perfino il Governo di Roma, dimentico una volta delle pratiche burocratiche, scioltosi dalle pastoie diplomatiche, che in una recente occasione gli avevano fatto negai e l'appoggio ad una nostra iniziativa, che benché in altro campo era pure vantaggiosa e proficua al Paese, dava all'esperi-mento del Garda l'ausilio della propria autorità. Eppoi due nomi, due simboli erano arra di riu-scita per esso, il nome glorioso di Brescia, la città forte e gentile, « La Leonessa d'Italia », il nome dei Bersaglieri Italiani, che incarnano e rappresentano la gloria militare popolare della Nazione.

Ne conseguiva, che la fortuna doveva arridergli anche dopo nato, anche quando fattosi adulto ed entrato nel numero dei fatti compiuti fece risuo-nare sulle rive del Benaco, e sulla magnifica pe-nisola di Catullo le eco delle fucilate, che verso

pur essendo di quà dalle nostre Alpi non è an-cora tutto italiano, anan-cora si parli sulle Gazzette d'Italia, che ancora se ne discuti, che ancora si illustri, perchè sul fatto nuovo importante l'atten-zione del Paese sia sempre rivolta. Ed ora che all'attuazione di quello che un giorno parve bella utopia, che fece sorridere ironicamente i vecchi

troupier cristallizzati nei loro principii d'altri

tempi, che la nuova coscienza nazionale penetrata nelle file dell'Esercito nostro ha distrutto, siamo tutti concordi; oggi che tutti siamo consenzienti, dal Re al più umile dei cittadini italiani, che si può, che si deve fare su più larga scala quanto è stato esperimentato a Brescia dai bravi Audax, e dai forti bersaglieri, ora che abbiamo la fortuna di avere un Ministro della Guerra capace di com-prendere che dalle libere energie la patria può trarre elementi preziosi — ebbene non lasciamo passare il momento fugace, ma per noi, per la nostra idea estremamente vantaggioso, raccogliamo il frutto dei semi sparsi a Brescia, che ridenti, rigo-gliosi fioriscano su quel suolo eroico, rendiamo pratici i risultati avuti, uniamoci, studiamo,

spe-riamo concordi. Bersaglieri e ciclisti a bordo del « Depretis ». (Fot. Mambretti, Lugano).

Gruppo di bersaglieri ciclisti e volontari ciclisti a Desenzano.

Fot. Audax Italiano (Sezione di Roma). »

• *

Ed alla concordia sopratutto facciamo appello dalle colonne di questo giornale, che ha il vanto di aver parlato per il primo ai giovani d'Italia della missione patriottica che potrebbe essere affidata allo sport.

Non badiamo alle insegne, non badiamo ai nomi. Audaci, turisti, società di tiro a segno, società ciclistiche di qualunque nome e programma, tutti insieme dobbiamo studiare il modo per rendere pratico, per attuare prontamente quanto a Brescia ha ricevuto il battesimo del successo. Nessuna ambizione personale si nasconda sotto questa vasta organizzazione da crearsi, unica guida sia a tutti il bene della Patria! e lavorando a questo scopo c'è gloria per tutti !

(7)

II nuovo pallone di De la Vaulx

G l i e s p e r i m e n t i d e l " ( V T E D l T E l ^ A f i É E r i I I I „

pallone. Gli aereonauti poterono facilmente rag-giungere il rimorchiatore, sul quale fecero ritorno a Palava».

Il iféditerranéen III, pallone che da qualche anno non fa che morire e rinascere dalle proprie ceneri, ha compiuto ultimamente due ascensioni

Il « Mediterranéen li * fa la sua prima ascensione.

uscendo dalla tettoia di Palavas per librarsi sul-l'azzurra marina.

La storia di questo pallone del signor Henry de La Vaulx comincerebbe a riuscire un po' lunga e quindi fastidiosa se il nuovo areostato non si presentasse questa volta completamente trasfor-mato. Possiede ancora gli antichi apparecchi in-ventati dall'ing. Hervé.

Lo stabilizzatore ha una lunga storta di legno che, scendendo dal pallone, serve ad impedire

che questo si cori-chi sotto il soffiare troppo f o r t e del vento, d ' a c c o r d o c o l compensatore che, adattato alla navicella, permet-te di aumentare o diminuire il peso del Méditerranéen mediante una za-vorra liquida ot-tenuta col pompare od evacuare acqua marina. I deviatori sono co-stituiti da una serie di tavole di legno e, volti in un senso o nell'altro, servono quasi da timone, facendo deviare il pallone d'una quarantina di gradi sulla rotta che farebbe normalmente com-piere il vento.

Ma tutti questi apparecchi, per quanto inge-gnosi, non bastarono, nelle precedenti prove, a far andare il Méditerranéen contro vento, cosicché De la Vaulx questa volta si decise ad aggiungere un propulsore meccacico. Il Méditerranéen è quindi ora un pallone dirigibile propriamente detto, benché di forma e genere affatto speciali. Nella forma anzitutto, perchè esso è il primo aereostato sferico che sia stato munito di motore.

Questo è azionato con alcool carburato, pesa 500 chilogrammi, sviluppa una forza di 22 cavalli, mette in azione due grandi eliche, le più grandi che mai siano state applicate ad aereostati. Pesano

75 chilogrammi, benché siano di alluminio, misu-rano metri 7,50 di diametro.

Alla prima prova le eliche diedero una media di 130-135 giri per minuto. Data la grande estensione di questo apparec-chio, tale rapidità presenta già un bello sforzo.

Il motore può inoltre immagazzinare nel palloncino interno dell'aria calda che esso produce, e quindi dare subito una forza ascensionale nuova, benché affatto passeggera.

Così il Méditerranéen III potrà diri-gersi senza motore quando il vento venga da una direzione che non di-scosti di più di un 40° da quella che vuole seguire l'aereostato. In caso con-trario, si potrà ricorrere al motore, pur restando sempre in contatto colle acque del mare.

La seconda ascensione non è riuscita come la prima; un accidente soprav-venuto ha dato luogo a una serie di curiosi guai.

Essendosi fatto un lieve strappo al-l'involucro del pallone, al momento in cui usciva dalla tettoia, si verificò su-bito una rilevante perdita di gas. Il conte De la Vaulx non si preoccupò di ciò, ma continuò il suo viaggio, perchè pensava di poter conservare all'aereo-stato la sua forma, mediante immis-sioni col motore di aria calda nei palloncini con.pensatori.

Dopo pochi istanti, però, la forza ascensionale non essendo più suffi-cient , il pallone discese sull'acqua e cominciò a trasportarsi sulle onde im-mergendo lievemente la navicella ed il motore; questo cessò di funzionare. Allora gli aereonauti De la Vaùlx ed Hervé gettarono zavorra, ed il pallone, elevandosi ad una altezza di 5 metri, fu trasportato dal vento. Il conte De la Vaulx potè, non di meno, gettare un cavo di 150 metri di lunghezza alla controtorpediniera Pertuisane, che se-guiva i movimenti del pallopè.

Disgraziatamente la corda, essendo troppo lunga, andò ad avvolgersi al-l'elica, della Pertuisane, e si ebbe allora questo spettacolo abbastanza singo-lare: il pallone rimorchiava la contro-torpediniera che era stata incaricata di rimorchiare il pallone.

Non occorsero meno di cinque ore di sforzi perchè l'elica della Pertuisane potesse essere di-simpegnata, e la controtorpediniera potesse ri-prendere la sua parte di rimorchiatore.

Cominciando però il vento a soffiare con vio-lenza, il De la Vaulx non ebbe altra risorsa che quella di aprire la valvola e far discendere il

* *

In attesa dei nuovi esperimenti, riassumiamo le precedenti imprese aereonautiche tentate sul Me-diterraneo dal noto aereonauta francese De la Vaulx.

Il 12 settembre 1886 Hervé lasciava Bonlogne-sur-Mer a bordo del National, e, spinto dal vento, raggiungeva Cross Sand. Il viaggio era durato 24 ore e 30', ed a cinque miglia da Carmouth il pallone di Hervé era stato rimorchiato da una nave inglese.

Hervé, col suo esperimento, stabiliva che un pallone doveva ottenere una direzione parziale. Unitosi a De la Vaulx, il 12 ottobre 1901, alle ore 11,16 di sera, parte il Méditerranéen I da Sa-blettes, per raggiungere le porte di Tolone, scor-tato dall'incrociatore Du Chayla. L'esperimento termina il 14 ottobre al largo di Port-Veudrés, alle ore 4,15 del pomeriggio, con la discésa del pallone sul ponte dell'incrociatore.

Questo viaggio aereo-marittimo dura quindi ore 41,5' (record mondiale).

L'esperimento prova ancora una volta che un pallone librato sul mare può compiere uu lungo viaggio senza pericolo.

Il 22 settembre del 1902, alle ore 3,45 del mat-tino, il Méditerranéen II si innalza da Palavas per discendere alle ore 3,45 del pomeriggio del giorno successivo a Capite (Hérault). Su 36 ore di viaggio, il pallone fu rimorchiato per circa 30 ore dalla controtorpediniera Erpée. Il vento, che soffiava forte da sud e da sud-est, non favorì l'esperimento, ed i risultati allora ottenuti fu-rono : presa e abbandono d'un rimorchiatore in mare, e rimorchio di un pallone di 3400 metri cubi.

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Il ritorno del pallone a Palavas rimorchiato dalla controtorpediniera la « Pertuisane ».

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14

A V A L V O L E C O M A N D A T E A C C E N S I O N E A M A G N E T E

(8)

Le ultime accademie di scherma in Jtalia

C A S E R T A

La fotografia che riproduciamo rappresenta il gruppo di maestri e dilettanti che brillantemente hanno tirato nella grande Accademia di Scherma, promossa dallo Sporting-Glub schermistico caser-tano, che si tenne al teatro Cimarosa di Caserta.

A questa grande Accademia, oltre un largo stuolo di forti maestri, militari, borghesi e baldi dilettanti, vi presero parte pure i forti campioni della scherma italiana e i noti maestri Fmesto

Solimena di Pavia e cav. Francesco Pessina di Napoli.

Si ebbero sedici bellissimi assalti di spada e sciabola, in cui tutti si comportarono con corret-tezza ed eleganza. Si distinsero sopra tutti i forti dilettanti dello Sporting-Glub, che tirarono con spigliatezza e semplicità veramente elegante. Di ciò va data lode al maestro Misuraca, direttore dello Spoìting-Club, che tutto sè stesso ha dato per l'incremento di questa nobile arte nella nostra città.

Gli assalti tutti indistintamente applauditi pro-cedettero nell'ordine seguente:

1. Assalto di spada fra i dilettanti Cerasoli ed Arcamone; 2. Spada fra i maestri Berti e Candela, ammiratissimo per la semplicità e sveltezza dei tiratori; 3. Sciabola fra i dilettanti Peccerillo e Ventriglia, alunni del maestro Grazioli, molto spi-gliati sebbene per la prima volta si fossero pre-sentati al pubblico; 4. Spada fra il dilettante G. Pessina, figlio dell'egregio cav. Francesco, ed il maestro Candela, elegantissimi tiratori, che seppero degnamente stare l'uno di fronte all'altro; 5. Sciabola fra il fortissimo dilettante Lanria di Palermo ed il maetro Misuraca dello

Sporting-Olub, in cui i due distinti tiratori misero in mo-stra tutta la loro indiscussa abilità ; 6. Spada fra i maestri cav. Lusi e Grazioli, che nonostante la loro avanzata età tiravano con nna vivacità e correttezza non comune ; 7. Sciabola fra il mae-stro Grazioli ed il simpatico dilettante De Ro-bertis; 8. Assalto di chiusura della prima parte fra gli egregi maestri cav. Pessina e Spinelli, assalto riuscito splendidamente, molto vivace specialmente per la rapidità di attacco del cava-liere Pessina che, nonostante la sua avanzata età, tirava con forza veramente giovanile. Il maestro Spinelli, con un abilissimo giuoco di parate e risposte, a lui tanto facile, tenne degnamente testa al suo forte e temuto avversario.

Alla ripresa degli assalti compaiono sulla pe-dana il maestro Raimondi di Napoli ed il forte campione Solimena, i quali sono fatti segno ad infiniti e fragorosi applausi da parte del pubblico che con un entusiasmo sempre crescente ammira il giuoco corretto e vivacissimo di questi due egregi maestri.

L'assalto durato quasi un terzo di ora ha avuto termine con un riuscitissimo colpo di contrazione di terza del maestro Solimena, che è fatto segno, insieme al suo forte competitore, ad un lungo e fragoroso applauso; 2. Spada fra i dilettanti

Cerasoli e Sammartino; 3. Spada fra il dilettante G. Pessina ed il maestro Berti; 4. Sciabola fra l'egregio maestro Spinelli ed il forte dilettante Lanria, assalto riuscitissimo ed applaudito per la sveltezza e vivacità dei due tiratori ; 5. Spada fra il cav. Pessina e l'egregio maestro Misuraca;

non poteva essere altrimenti data la valentia dei due avversari, maestri Solimena Ernesto, che in ogni luogo ha lasciata indelebile memoria della sua abilità e modestia, e Gaetano Misuraca, il simpatico e forte maestro dello Sporting-Olub, che seppe con abiliti tener fronte al forte cam-pione della scherma italiana. L. Yisco.

A T R E V I S O

L'accademia datasi all'Eden di Treviso il 23 luglio è riuscita splendida. Yi presero parte i

dilet-I concorrenti e la giurìa della grande accademia di Caserta.

inutile dire della correttezza ed abilità di questi due egregi rappresentanti della scherma italiana, che tiravano con quell'arte solamente a pochi nota ; 6. Sciabola fra i maestri Lusi e Candela ; 7. Sciabola in cui il correttissimo dilettante Ce-rasoli seppe degnamente stare a fronte al forte maestro Raimondi ; 8. Assalto di chiusura, indi-menticabile, in cui l'arte schermistica emerse brillantemente in ogni sua più piccola astuzia: la correttezza, la spigliatezza, la semplicità mera-vigliosa di attacco e contrattacco brillanti di botte dilette, di parate corrette e risposte decise, la eleganza dei movimenti fecero di questo assalto qualche cosa di veramente superiore. Ed in veriti

tanti De Col figlio, Oriaui, Zanelli, Ciani, Gianese, Mazzega, Rizzà e i maestri Gaidoni, Ferrante, il francese Bonlége, Brasioli, Tagliapietre, Sartori Vittorio, De Col, Barcariol, Giroldini. Tanto per la verità, hanno entusiasmato gli assalti: Taglia-pietra-Sartori, Brasioli-Sartori, Boulége-Gianese, Giroldini-Brasioli, Tagliapietra-De Col, Barcariol-Sartori, Ciani-Cianese. Bene gli altri. Al Sartori vennero offerte due sciabole. Al sontuoso ban-chetto offerto dal Comitato parlò il maestro Pio Alberghetti, al quale rispose il maestro Brasioli applauditissimo. All'accademia erano presenti le autorità di Treviso e 3000 spettatori.

F.

I l

Givo d i ppaneia

Al magnifico Velodromo del Pare des Princes, fra le altre corse ebbe luogo l'arrivo del Giro di

Francia, la grande corsa su strada, divisa in sei tappe, cominciata il 2 luglio e svoltasi su un per-corso di oltre duemila chilometri.

L'arrivo fu trionfale davanti ad un pubblico numerosissimo e plaudente. E gli applausi erano ben meritati dagli atleti fortissimi che hanno compiuto dal principio alla fino la grandiosa, fati-cosissima tournée della Francia partendo da Pa-rigi e ritornandovi dopo aver toccato Lione, Mar-siglia, Tolosa e Nantes.

L'ultima tappa da Nantes a Parigi, oltre a 460 chilometri, era incominciata venerdì alla mezza-notte, e Aucouturier giunse primo al Pare des

Princes alle 2,25 poni, della domenica, secondo giunse Maurice Garin, terzo Dortignac, quarto Pothier, quinto Cesare Garin, sesto Cornet, set-timo Samson. Ma la vittoria dell'ultima tappa non implicava la vittoria di tutto il giro perchè ve-niva fatto il computo complessivo dei tempi delle tappe precedenti.

Ora fino alla quinta tappa il minor tempo era quello di Maurice Garin a cui seguiva Potliier con un ritardo di soli trentadue secondi, quinto era Aucouturier in ritardo di due ore, perdute in seguito a cadute e ad altri incidenti nella prima tappa. Ed ecco come la classifica finale, malgrado la brillante vittoria di Aucouturier, porta come primo Maurice Garin, Che ha guadagnato così il

premio di 5000 lire, secondo Pothier che ha vinto lire 3000, terzo Cesare Garin che ne ha vinto 1500, quarto Cornet che ne ha vinto 1000 e quinto Aucouturier che ne ha vinto 500.

E' questa la seconda volta che si corre la gi-gantesca corsa del Giro di Francia, ed è altresì la seconda volta clic viene vinto dalla ostinata terribile resistenza del vecchio campione Maurice Garin.

I biglietti del Totalizzatore

Credete forse che voglia dirvi che colore hanno, come son fatti o a che cosa servono 1 No, io voglio entrare nell'anima dei medesimi o meglio in quella dei loro compratori fortunati o sfortunati.

Questi poveri, multicolori fogliettini di carta, ansia e cura, sospiro e speme, dolore e gioia, bestemmia e carezza, seguono tutte le fasi del giuoco e vi danno la vera faccia psicologica del-l'individuo, se voi li osservate bene. A questa osservazione io ho dato un po' del mio tempo nei varii campi di corse o altre riunioni... totaliz-zate, ed ho dai miei appunti rilevato delle cose che ad un osservatore attento possono servire, se non altro, a fargli perdere il tempo... che ho perduto io.

Il biglietto del totalizzatore vi dice il carattere del giuocatore.

Facciamo una piccola classifica.

Il giuocatore flemmatico, abitudinario, quel delle cinque lire per corsa, lo acquista dopo ma-tura riflessione; lo piega in quattro, dopo averlo ben osservato, poi attende l'esito, e se ha perduto lo ritira dalla saccoccia del panciotto, gli dà uno sguardo tenero di addio e lo lascia cadere a terra mollemente, come una farfalla ferita nelle ali.

Il giuocatore novellino lo acquista in principio, teme sempre di non farla a tempo, lo guarda da tutti i Iati, lo tiene aperto in mano per farsi ve-dere, e quando ha perduto continua a tenerlo in vista finché lo ripone nel portafoglio, per mo-strarlo la sera nel circolo dei suoi amici, dove, s'intende, dirà che è stata l'unica sua sconfitta. TI giuocatore nervoso. Povero biglietto, esso in generale è sempre unito ad altri, più che unito, impastato, poiché mentre la corsa si disputa, la

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pallottola di carta cambia forma, s'impicciolisce, si stende, si rovina, la carta perde quasi colore, e se uno di essi è vincitore, il proprietario deve far fatica a trovarlo fra gli altri. Se la pallottola... è piena di... vigliacchi, allora essa riceve uno slancio, una bestemmia, e qualclievolta un oltraggio peggiore. Anche i ragazzi, che fanno raccolta dei bigliettini multicolori, disprezzano quella povera pallottolina e la calpestano, sotterrandola nella terra smossa.

Il giuocatore timido. Egli va allo sportello meno affollato, chiede il suo numero con voce fievole, come se non lo pagasse, ritira il biglietto, ne fa una sigaretta e lo nasconde così nel palmo della mano. Mentre le cinque lire ballano la ridda for-tunosa, la sigaretta... senza tabacco nel palmo della mano si assottiglia sempre più, fino a diven-tare quasi un ago, ago che a sua volta finisce nel fondo delle saccoccie, perchè il suo proprietario ha paura di farsi vedere a gettarlo via.

Il giuocatore alla grande. Ne ha sempre un mazzetto, egli non guarda mai altro che il quadro dei numeri, siano cavalli, siano uomini, tutto lo stesso, egli ha i suoi numeri e non vuol saper altro. Non ha vinto? Apre le mani e giù i suoi biglietti, senza una scossa, senza un'accompagna-toria. Qualchevolta gli si avvicinano i ragazzi, glieli chiedono, ma allora si risveglia in lui un momento di bile e li nega lacererandoli e tiran-doli via con disprezzo.

Il giuocatore che non ginoca. Io ne ho Cono-sciuti parecchi di questi tipi, e basta fare osser-vazione al modo con cui tengono sempre in mano i biglietti per colpirli a volo. Già che se fosse permesso guardarli, voi non trovereste uno solo di quei biglietti valido per la giornata. Essi ne hanno Una collezione, se li fanno dare di qua di là da amici che giuocano, e qualche volta ne raccolgono un pacchettino per terra fingendo di averli perduti di mano. Quando la corsa è decisa essi li sfogliano uno per uno guardando il quadro e mormorando come un povero sfortunato che

non ha « chance », ne lacerano uno o due e

met-tono gli altri in saccoccia, si mischiano nella folla agli sportelli di acquisto e la traversano uscendo da un altro punto, con i soliti fogliettini in mano. E cosi sono soddisfatti.

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Pothier, Maurice e Cesar Oarin al loro arrivo al « Parco dei Principi ». Ne ho conosciuto uno che la sera a tavola non

sapeva come venire sul discorso e trovava sempre modo di attaccar lite col padrone affermando che la carne che gli si dava da mangiare era appar-tenuta al cavallo che gli aveva rovinato il giuoco della giornata. E di lì prendeva la mano e giù, inondava il tavolo di biglietti e di parole, di bugie stampate e parlate.

Noi lo sapevamo tutti che non giuocava mai un soldo, per mancanza del medesimo, ma gli face-vamo coro, e gli raccomandaface-vamo di non rovinarsi, ed egli a promettere, a giurare...

La prossima giornata nuovo e consueto spet-tacolo.

Un altro ed ultimo tipo. Il giuocatore per caso. E' perloppiù un negoziante che va alle corse, come ad una festa in campagna. Va con la famiglia; un suo vicino, accanito giuocatore, gli fa tirar fuori un biglietto da cinque, gli dà un fogliettino colorato e dopo cinque minuti gli annunziai ab-biamo perso, ma vinceremo ora...

— No, caro, basta una volta.

Il biglietto passa dalle mani del papà in quelle del bambino, che salta per la contentezza e lo conserva gelosamente.

Ecco un biglietto fortunato !

Nella fantasia del bambino diventa un biglietto da mille, da cento, finché il padre, risovvenendosi del fallo, non gli dice sorridendo: fallo valere almeno quello che vale, cinque lire !...

l'irpi.

S M A L T I A R T Ì S T I C I - M I N U T E R I E

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ITALO DE BERNARDI

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Il controllo d'arrivo a Bordeaux.

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Dolcezza di manovra n o n mai raggiunta,

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In vendita presso:

Barneti e Scotti - Fabbro e Gagliardi - Corrado Frera e C. - Giulio Marquart e

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Ogni anno la superiorità di

si afferma più grande

Nel 1904 nemmeno una Corsa gli è sfuggita,

perchè è sempre preferito dai migliori corridori.

€ O B S E

D ' A I T O M O B I L I - SETTIMANA DI NIZZA

Corsa del figlio — Vetture pesanti: 1° RIGOLLY — Vetture leggere: 1° DURA NI).

Terza Coppa Jt. de Hothschild (1 Km.): 1° RIGOLLY (coprendo il Km. in 23" 2iS (pari a 192 Km. e 542 metri all'ora).

Coppa di Caters — 1° DURAY.

CORSE ELIMINATORIE FRANCESI per la Coppa Gordon Bennett

Su 29 vetture ingaggiate, 29 sono su Pneumatici M I C H J E M U T . Costruttori e

Corridori non hanno voluto affidare la loro change ad un altro Pneumatico.

1° THÉRY - 2° SALLERON - 3° ROUGER.

COPPA G©RD©N BENNETT

II , vincitore

T h é r y

fa ritornare la Coppa in Francia, grazie ai PNEUMATICI

M I C H E L I ! .

SETTIMANA DI OSTENDA - Corsa del Kilometro

Vetture pesanti: 1° RIGOLLY in 21" 3 p - pari a 166 Km. e 166 metri all'ora - RECORD MONDIALE.

Vetturette: 1° EDMOND.

CIRCUITO DELLE ARDENNE - 600 Km. senza fermate nè neutralizzazione.

(Il vero

66

Criterium „ dei Pneumatici)

Vetture pesanti: 1° HEATH coprendo i 600 Km. in ore 6 30' 49" — Gli 8 primi erano su Pneumatici M1CHELIN.

Vetture leggere: 1° DE LA TOULOURRE. Tutte le vetture leggere arrivate erano su Pneumatici MICHELIN.

Vetturette: 1° A. CLÉMENT - jVlotociclette: 1° TAYENEAX.

Su 18 vetture arrivate in questa Corsa, 15 erano su Pneumatici MICHELIN.

CORSE CICLISTICHE - Parigi-Roubaix

1° AUCOUTOURIER - 2° CESARE GARIN - 3° POTHIER.

GIRO I>I FRANCIA

1° MAURICE GARIN - 2

0

POTHIER - 3° CESAR GARIN - AUCOUTURIER — 5° CORNET.

Tutti «su PNEUMATICI

MICHELIN

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o stampati di ferro ai pezzi forgiati in acciaio dolce può permettere un più basso prezzo nel costo del vagone, ma è evidente che è la sola coscienziosa classe di materiale quella che può dare una garanzia a sop-portare lo sforzo e le vibrazioni a cui il vagone è sottoposto e sarà sottoposto cautamente durante il suo lavoro.

Minimum di spesa mobile.

I punti su cui esso si basa sono i seguenti : Minimum di personale addetto al carro ; massima ' comodità e prontezza nella condotta della mac-china; massimo rendimento della caldaia (questo è un fattore importantissimo e può segnare un forte aumento sulla spesa mobile); economia della mac-china relativamente al consumo d'acqua (il mag-gior consumo d'acqua per ogni Tkm può avere grande influenza, in quanto che può aumentare considerevolmente il numero degli arresti neces-sari alla presa e conseguentemente essere causa di diminuzione nel valore di quella velocità media indispensabile al buon rendimento com-merciale della trazione); la lubrificazione e quindi il minor attrito interno. Essa dipende dal tipo della macchina e può essere fatta automaticamente o regolabile a mano. Nel primo caso essa può con-sumare da 4 a 5 litri al giorno di buon lubrifi-cante. Se invece essa è libera e a mano il consumo può variare da un litro a 1,5. Si ha quindi una non trascurabile differenza di spesa mobile che si concreta in circa 1000 litri all'anno di lubrificante per ogni vagone.

Se la macchina non ha una potenza sufficientemente abbondante, per un leggero sovracnrico durante il lavoro potrà effettuate degli arresti o anche in ge-nerale la sua velocità in salita sarà assai piccola e in queste condizioni il rendimento risulteià diminuito.

L'ampiezza della piattaforma può permettere varia-mente e con rapidità il carico e lo scarico completo, anche di masse considerevoli.

II tipo di motore può essere importante dal lato della sua maggiore o minor durata. Il costo di ripa-razione influisce in questo caso maggiormente se esso è a corta corsa e quindi a elevata velocità.

La spesa mobile di riparazione come già accen-nammo è inversamente proporzionale alla bontà del materiale e può oscillare da 600 a 1250 lire annue per vagone , includendo anche la perdita di rendi-mento prodotta dalla inat-tività di esso durante il periodo di riparazione.

L'impiego di macchine consumanti per HP il mi-nimo di combustibile, acqua, olio e di bassa ve-locità (minor numero di giri dell'albero motore); l'utile netto massimo de-rivato dalla trazione e basato sulla possibilità di avere anche il primo ca-rico al ritorno, ecc. ecc. e tutti i pregi d'indole mec-canica rappresentano la garanzia affinchè il mini-mum di spesa mobile si effettui.

Notiamo che i carri da 5-7 T sono i più potenti (40 50 HP indicati) ed hanno perciò un certo ec-cesso di forza tale da ga-rantire sotto carico le salite dei 7 per cento con buone velocità. Senza entrare in merito ai pregi e alle particolarità tecniche, di cui potremmo riser-varci una più ampia relazione a parte, passiamo a fare il calcolo del costo della Tkm di trasporto.

La caccia col laccio.

Spesa fissa per Tkm.

Deprezzamento annuo 15 per cento sul prezzo di L. 16.000 (costo vagone) L. 2.400 Interesse capitale 5 per cento » 800 Assicurazioni (375 lire per vagone) . . . . » 375 Interesse capitale impianto garage e locali

affini » 500 Totale spesa fissa L. 4.075 Spesa fissa per Tkm. L. 0.045.

Il ritorno del bracconiere.

Il magnete per l'accensione e la luce elet-trica.

Alcuni hanno tentato di servirsi della dinamo ne-cessaria all'accensione del loro automobile o moto-ciclo, onde alimentare una lampada elettrica e uti-lizzarne la luce.

E' bene far notare come la corrente prodotta dal magnete d'accensione è di alto vantaggio, ma di quantità elettrica in Ampères assai piccola. E' perciò inadatta allo scopo suddetto. Per poter ottenere l'energia necessaria occorrerebbe che, pure essendo basso il voltaggio fornito dal magnete, il numero di Ampères fosse di gran lunga superiore.

(Continua) Ing. F E R D . B O R S I N O .

gii abbonamenti

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sono aperti tatto l'anno.

Por la decorrenza dell'abbonamento ognuno è perfettamente libero di fissarla quando meglio crede, e cioè può scegliere quella dell'invio del-l'abbonamento o chiedere di retrotardarla al l.o gennaio 1904 e ricevere tatti i numeri arretrati.

Mandare all'amministrazione l'importo di L. IO, per l'edizione di lusso e L. 5 per l'edizione comune e avrà diritto a ricevere 52 numeri del nostro giornale.

La pesca di contrabbando nei fiumi

Quando la pesca è proibita il bracconiere di professione fa, fortuna. In una sola notte raccoglie delle centinaia di pesci servendosi di un gra-ticcio di vimini che spinge innanzi a sè

all'en-include quello dell'officina e la perdita di lavoro data dall'inattività del vagone, nella scelta di un vagone è d'uopo agire con la massima attenzione.

La bontà della scelta non è sempre quella del minor costo, ma bensì quella della maggior garanzia. Il prezzo inferiore può segnare una più comoda compera ma il buon mercato significa buon mercato. Questo è notorio, e nella compera delle motrici in genere ha una grande importanza. La sostituzione di pezzi colati

Costo Jdlometrico della tonn. di trasporto.

Scegliamo perciò uno dei migliori carri e del mas-simo prez o di costo. Garantito un percorso giorna-liero di 60 lem. con 5 T di carico utile (carro completo senza rimorchio; solo in casi speciali e date certe esigenze converrà far uso di rimorchia) noi abbiamo un Tkm giornaliero di 300 Tkm; il quale, per la durata di 300 giorni (minimo) di lavoro annuo importa a 90.000 Tkm.

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Il bracconiere di guardia. trata dei ruscelli poco profondi con corrente re-lativamente rapida dove si riuniscono j pesci ammalati ripieni di uova. Questo pesce non è certo dei migliori e lo stesso bracconiere si guarda bene dal presentarlo alla propria famiglia e va vendendolo per i cascinali di campagna. Così, come nella caccia esiste il bracconaggio con grande danno della pesca. Il bracconiere toglie dalle acque milioni di uova pescando in tempo proibito. E questa pesca clandestina viene spesso fatta con le mani. Il bracconiere scende in acqua, vi si tuffa per qualche istante e raccoglie il suo bot-tino. Spesso invece pone una rete contraria alla corrente del ruscello e in pochi istanti fa una splendida pesca.

Il pescatore clandestino esiste anche nei nostri paesi e dovrebbe essere come il cacciatore seve-ramente punito. Le autorità dovrebbero mag-giormente vigilare e fare in modo che in tempo proibito la pesca non avvenisse. L'Italia che è attraversata da numerosi fiumi potrebbe offrire eccellenti campi di pesca e da questa motivare un importante commercio.

Attraverso te Riviste Automobilistiche

Statistiche, Novità, Briciole di cronaca

(Continuazione vedi n. 31).

11 deprezzamento annuo ohe noi computiamo nel 15 per cento sul prezzo di costo non è mai realmente oltre le L. 1000, anche nei casi in cui si prenda il vagone di costo massimo.

Tutte le spese mobili dipendono interamente dalla costruzione e dal valore intrinseco della macchina. Questo fatto è confermato dall'esperienza per cui, in qualche macchina da buon mercato la spesa mobile di riparazione può salire in modo da superare da sola

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