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Accanto a Hopfer: le parabole come strumenti di propaganda religiosa

CAPITOLO V S ERMO CUM FIGURIS : I MANIFESTI DI D ANIEL H OPFER

5.4 Accanto a Hopfer: le parabole come strumenti di propaganda religiosa

La rappresentazione delle parabole in forma narrativa, anche se con altri esempi, conta negli anni di ingresso della Riforma numerose testimonianze. È interessante, a proposito, osservare l’iconologia della parabola del Buon Pastore.834 Diffusa sin dall’arte paleocristiana,

essa negli anni ’20 del XVI secolo è sfruttata per la propaganda religiosa, mediante l’identificazione dei ladri e dei briganti del racconto con i membri del clero.

Una delle prime rappresentazioni in chiave polemica è la xilografia di un Flugblatt con un componimento poetico di Hans Sachs intitolato Der Schafstall Christi (l’ovile di Cristo),835

stampato ad Augusta nel 1524 (fig. 88).836 Cristo sulla soglia dell’ovile incarna l’espressione di

Giovanni “io sono la porta”, verso di lui si dirigono alcuni fedeli (fra i quali l’imperatore Carlo V) mentre altri, da destra e da sinistra, armati di scale cercano un accesso aprendosi dei varchi sul tetto. Non stupisce che fra costoro, espressamente definiti “ladri e briganti”, si distinguano chiaramente monaci e chierici.837 Un angelo, leggendo passi biblici, cerca di sviare

due donne con candele e rosario (inequivocabili emblemi della vecchia fede) a non cercare scappatoie e a entrare dalla porta principale.838

Più chiaro e incisivo è il messaggio della xilografia del Monogrammista MS sullo stesso soggetto (1525-30),839 stampato senza testo (fig. 89). La dottrina delle buone opere, spiegata e

criticata da Hans Sachs, ma anche l’allusione alle pratiche simoniache, si esprimono ora soltanto attraverso l’immagine, forse perché il tema era diventato tanto familiare al pubblico, da non dover richiedere la presenza di un commento per codificare il messaggio polemico della stampa.

834 “«In verità, in verità vi dico che chi non entra per la porta nell'ovile delle pecore, ma vi sale da un'altra parte,

è un ladro e un brigante. Ma colui che entra per la porta è il pastore delle pecore. A lui apre il portinaio, e le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori. Quando ha messo fuori tutte le sue pecore, va davanti a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. […] «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. 8 Tutti quelli che sono venuti prima di me, sono stati ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato, entrerà e uscirà, e troverà pastura. Il ladro non viene se non per rubare, ammazzare e distruggere; […]. Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore. Il mercenario, che non è pastore, a cui non appartengono le pecore, vede venire il lupo, abbandona le pecore e si dà alla fuga (e il lupo le rapisce e disperde), perché è mercenario e non si cura delle pecore. […]”. Gv 10, 1-16.

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Hans Sachs, Der Schafstall Christi (l’ovile di Cristo), Augsburg, Heinrich Steiner, 1524, Berlino, Staatsbibliothek, Einbl. YA 121m (1). L’immagine è copia di una perduta di Hans Sebald Beham.

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Il poeta pone in bocca a Cristo, all’angelo e alla folla stolta e superstiziosa tre monologhi che permettono di comprendere pienamente l’inconciliabilità fra la visione evangelica e quella cattolica, ancorata alle buone opere e alle tradizioni stabilite dai concili.

837

Già in uno dei primi componimenti Die Wittenbergisch Nachtigall (luglio 1523) Sachs accusava preti e monaci di mirare al tornaconto personale e non al bene della comunità: parassiti sulle spalle dei più deboli, non pascolano il gregge, ma lo tosano (v. 216), lo mungono (v. 234) e lo infine se ne cibano (v. 286).

838

Scribner, 2008, pp. 52-53.

839 Monogrammist MS, Der Schafstall Christi (l’ovile di Cristo), Augsburg, Heinrich Steiner, 1525-30,

Norimberga, Germanisches Nationalmuseum, Graphische Sammlung, inv. HB 24, xilografia, mm 200x314. Cfr. Mueche-Neumeister, 1976, pp. 116-117.

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È inequivocabile l’identificazione dei ladri e dei briganti con il clero romano, primo fra tutti il pontefice che, seduto sul tetto del fienile, si lascia baciare i piedi. Altri religiosi tentano di persuadere i fedeli a imboccare la strada sbagliata. Solo un laico s’inginocchia umilmente davanti alla porta dell’ovile: a costui si apriranno le porte del cielo,840 non al ricco sulla sinistra

che sta facendo l’elemosina a un mendicante, gesto irrilevante alla propria salvezza. Al semplice guardiano che sorveglia la porta è, inoltre, consegnata la chiave d’accesso, allusione al sacerdozio universale. In secondo piano si svolgono gli altri episodi narrati: il gregge che segue il pastore e la fuga del mercenario impaurito, mentre le pecore si radunano sotto il Crocefisso.

Si ispira a un’altra parabola evangelica invece una xilografia di Georg Pencz dall’intento più esplicitamente didattico Das Hauß des Weisen vnd das haus des vnweisen manß. Math. Vij. (la casa del saggio e la casa dello stolto), che corredava un testo polemico di Hans Sachs841 (fig. 90). Il

passo è quello in cui il seguace di Cristo è paragonato a un uomo che ha edificato la sua casa sulla roccia, mentre l’uomo stolto a colui che l’ha costruita sulla sabbia.842 Le due abitazioni

sono arricchite e complicate da una serie di attributi che permettono la rapida identificazione della roccia con la fede evangelica e della sabbia con la sua antagonista. Il nome di Cristo si legge sulle fondamenta del primo edificio, i cui pilastri sono i libri del Vecchio e del Nuovo Testamento e un agnello con il vessillo crociato, simbolo del Risorto. Sotto la protezione di Cristo questa casa è inaffondabile dagli attacchi dei nemici: un cardinale che tiene una bolla papale, un monaco, pronto a scagliare una freccia, un chierico che indica la pira degli eretici e un contadino armato, allusione alle rivolte degli anni ‘20. Per contro l’edificio costruito sull’Anticristo e sui testi della scolastica di Duns Scoto e Tommaso d’Acquino non resiste alle intemperie. Le sue fragili colonne sono travolte dalla Parola di Dio, che passa come un fiume in piena. All’antitesi fra Cristo e l’Anticristo corrisponde quella fra la Parola di Dio e quella dei teologi.843 Il manifesto lancia tuttavia un messaggio consolatorio all’osservatore, sul piano

morale e su quello teologico. Si afferma che la saggezza del fedele autentico assicura la protezione di Dio e che la vera Chiesa, quella fondata sulle Sacre Scritture, ha la certezza della salvezza.844

È chiaro che la propaganda antagonistica e demonizzante del Cattolicesimo, presente in questa e in altre immagini commentate, vuole eroderne l’autorità, presentando i membri delle gerarchie ecclesiastiche come ipocriti e traditori, o persino come rappresentanti dell’Anticristo. Ciò è un aspetto dell’anticlericalismo del tempo, che implica una percezione e una reazione al potere esercitato dal clero in ambiti che travalicano la sua sfera d’azione, come l’economia, il diritto civile o la politica. Per questo non bisogna leggere queste immagini solo alla luce del proselitismo evangelico, ma anche della manipolazione delle autorità secolari, che non agivano mosse solo da zelo evangelico, ma anche dalla brama di entrare in possesso dei patrimoni ecclesiastici o di ottenere l’indipendenza delle città.

840 Anche nella precedente xilografia il primo a entrare nell’ovile è un semplice contadino. 841

Hans sachs, Das Hauß des Weisen vnd das haus des vnweisen manß. Math. Vij., Nürnberg, Hans Hergot, 1524, Berlino, Staatsbibliothek, inv. Ya 123m (1), xilografia, mm 160x351. Cfr. Mueche-Neumeister, 1976, p. 115-116.

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Mt 7, 24-27.

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La drammaticità della scena è enfatizzata dalla bestia dalle sette teste dell’Apocalisse che lacera la casa, stabilendo un parallelismo con il crollo di Babilonia annunciato nel testo giovanneo e riportato nel cartiglio retto dall’angelo (Ap 18).

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