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CAPITOLO V S ERMO CUM FIGURIS : I MANIFESTI DI D ANIEL H OPFER

5.3 Tre Parabole

In base alle premesse presentate, le stampe a soggetto sacro di Hopfer sono radicate nella storia contemporanea e nel fermento religioso che la agitava, ciò anche nei casi in cui il contenuto evangelico dell’immagine parrebbe del tutto occultato dalla ricchezza decorativa dell’impianto scenico. Questo è il caso di tre parabole ambientate all’interno di due chiese rinascimentali di Augusta (tavv. 7-9): la parabola della trave nell’occhio,814 la parabola

dell’offerta della vedova815 e la parabola del fariseo e del pubblicano.816

Lo scorcio prospettico delle tre vedute è probabilmente derivato da un bulino di Albrecht Altdorfer che, in qualità di architetto, ha realizzato diversi progetti di edilizia civile a Regensburg, sua città natale, in particolare nel terzo decennio del XVI secolo.

811 Hamm, 1996, pp. 218-219. 812

Ivi, pp. 222-223.

813 Riguardo alle stampe di Hopfer, in particolare, questo è visibile nelle stampe sulle critiche ai farisei con

l’illustrazione di Matteo 7 e sulla missione degli Apostoli (Matteo 10), così come nella serie sui proverbi di Salomone, che vedremo più avanti.

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“Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.” Mt 7, 4-6. Il passo è quasi invariato in Lc 6, 41.

815 “Sedutosi di fronte alla cassa delle offerte, Gesù guardava come la gente metteva denaro nella cassa; molti

ricchi ne mettevano assai. Venuta una povera vedova, vi mise due spiccioli che fanno un quarto di soldo. Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico che questa povera vedova ha messo nella cassa delle offerte più di tutti gli altri: poiché tutti vi hanno gettato del loro superfluo, ma lei, nella sua povertà, vi ha messo tutto ciò che possedeva, tutto quanto aveva per vivere».” Mc 12, 41-44; Lc 21, 1-4.

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La fonte d’ispirazione per Daniel Hopfer è una veduta interna della sinagoga di Regensburg (fig. 84),817 un edificio romanico del XIII secolo, distrutto il 21 febbraio 1519, anno

dell’espulsione degli ebrei dalla città. La prospettiva angolare della sinagoga, la divisione dello spazio in due navate da una fila di colonne, le volte a crociera del soffitto e lo studio del chiaroscuro sono elementi che Hopfer riprende per l’ambientazione delle sue parabole, in particolare per quella dell’offerta della vedova.818

La stampa di Altdorfer non è l’unica ispirazione per le composizioni di Hopfer. Nell’attualizzare il messaggio evangelico, sempre guardando all’armonia e all’eleganza formale, Hopfer non disegna semplicemente un tempio in forme rinascimentali, bensì colloca la narrazione entro lo spazio di due reali chiese di Augusta, recentemente costruite. La chiesa domenicana di Santa Caterina,819 completata nel 1517, è il luogo ove si collocano due parabole,

quella della trave nell’occhio820 (tav. 7) e quella del fariseo e del pubblicano821 (tav. 9), mentre

la chiesa domenicana Santa Maria Maddalena,822 edificata fra il 1513 e il 1515, fa da sfondo alla

parabola dell’offerta della vedova823 (tav. 8).

Inoltre, dal momento che entrambe le chiese rinascimentali hanno subito pesanti rimaneggiamenti barocchi negli anni ‘20 del XVIII secolo, le stampe di Hopfer hanno assunto un valore storico-documentario, oltre a quello estetico.

L’architettura delle due chiese è stata finora ritenuta dalla critica il vero soggetto delle acqueforti di Hopfer e le parabole un mero complemento. Ciò è giustificabile. I personaggi degli episodi evangelici, nelle loro ridotte dimensioni, rispetto alla grandiosità dell’edificio, sembrano avere un ruolo secondario e del tutto accessorio. Dei due moderni edifici l’artista restituisce anche il ricco apparato decorativo delle volte, le rosette negli intradossi, i capitelli, le vetrate piombate. Ciò nonostante non bisogna interpretare le acqueforti come riproduzioni fedeli al cento per cento: è assai probabile che le sculture e gli arredi delle chiese siano un’invenzione arbitraria dell’artista. Se il Crocefisso e il Giudizio Universale del catino absidale di Santa Caterina (tav. 7) potrebbero essere plausibili, appare alquanto insolita la statua di Cristo con un grande staio per il grano in mano,824 attributo assente da qualunque

lessico d’iconografia cristiana. L’oggetto rimanda ai versetti che introducono la parabola della trave nell’occhio: “Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.”825

Nell’acquaforte di Hopfer (tav. 7), sotto lo sguardo innocente e sbigottito di un bimbo in primo piano, un uomo, armato di una pinzetta, cerca di rimuovere un corpo estraneo

817 Albrecht Altdorfer, Interno della sinagoga di Regensburg, Berlino, Staatliche Museen zu Berlin, Preußischer

Kulturbesitz, Kupferstichkabinett, inv. Nr. 331-4, acquaforte, mm 164x117. Cfr. Hollstein’s German, vol. 1, 1954, n. 82. 818 Talbot, 1983, pp. 188-189. 819 Oggi Staatsgalerie. 820

Daniel Hopfer, La parabola della trave nell'occhio, Bologna, Pinacoteca Nazionale, Gabinetto Disegni e Stampe, inv. PN 24521, acquaforte, mm 300x198. Cfr. Metzger, 2009, pp. 365-367.

821

Daniel Hopfer, La parabola del fariseo e del pubblicano, Bologna, Pinacoteca Nazionale, Gabinetto Disegni e Stampe, inv. PN 24523, acquaforte, mm 285x198. Cfr. Metzger, 2009, pp. 364-365.

822 Oggi Römisch Habes Museum. 823

Daniel Hopfer, La parabola dell'offerta della vedova, Bologna, Pinacoteca Nazionale, Gabinetto Disegni e Stampe, inv. PN 24522, acquaforte, mm 283x201. Cfr. Metzger, 2009, pp. 362-364.

824 Questo curioso utensile è mostrato da Cristo anche in un progetto di Hopfer per un altare. Cfr. Metzger,

2009, pp. 351-352, n. 32.

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dall’occhio di altro uomo, incurante del fatto che nel proprio è conficcata un’enorme trave. La parabola era stata in precedenza, e lo sarà ancora, rappresentata in illustrazioni delle Postille ai Vangeli826 che contenevano immagini sui principali episodi della vita di Cristo oggetto delle

orazioni domenicali. Un esempio è una xilografia di Hans Brosamer (fig. 85) per le Postille ai Vangeli stampate nel 1529,827 dove l’episodio resta tuttavia solo un dettaglio in secondo piano.

Hopfer rende invece la parabola un soggetto autonomo, che esprime ancora l’amarezza per l’ipocrisia e la cecità morale e intellettuale. Nella neutrale immagine di Brosamer manca quell’accento polemico che caratterizza l’acquaforte di Hopfer e che tornerà in una vignetta satirica sull’iconoclastia di Erhard Schön, Il lamento delle immagini sacre828 (fig. 86). I versi

graffianti scritti da un riformatore di Costanza (forse Thomas Blarer) sono pronunciati dalle statue, sdegnate per il disumano trattamento a loro riservato da parte di coloro che fino a poco tempo prima le veneravano, ma senza che la loro condotta di vita ne tragga il minimo giovamento.829

Anche la parabola del fariseo e del pubblicano (tav. 9)830 è un ottimo esempio della

falsità e dell’arroganza della casta eletta, rispetto alla modestia e alla purezza della fede dell’’uomo comune’. All’intransigenza e alla pienezza di sé del fariseo che si avvicina al Crocefisso di un altare, certo di essere nel giusto per l’ottemperanza alle prescrizioni giudaiche, si contrappone l’atteggiamento contrito del pubblicano, che tiene la testa bassa e regge il cappello in mano, nella fiducia di essere perdonato da Dio. Per questo motivo l’episodio è un riassunto della teoria della giustificazione per fede di Lutero e, coerentemente, una rappresentazione della parabola si trova inframmezzata ad altri soggetti in un frontespizio disegnato da Hans Weiditz per alcune prediche di Lutero (fig. 87).831 Alla

luminosa figura di Cristo in basso si contrappone plasticamente quella dell’Anticristo, ovvero il pontefice, che nell’oscurità cerca la tiara, simbolo di un potere che sta perdendo. Verso di lui, nella direzione sbagliata, è rivolto il fariseo della parabola sulla destra della composizione, mentre il peccatore s’inchina verso Cristo con le mani incrociate sul petto in segno di timore e supplica. Nel frontespizio sono rappresentate altre immagini care all’iconografia luterana, come quella della chioccia che cova i pulcini (Lc 15, 4-7),832 quella del Buon Pastore o quella

della porta stretta come accesso al regno dei cieli. Fa da pendant alle figure del fariseo e del pubblicano, proprio una casa, alla cui porta bussano inutilmente alcuni monaci (Lc 13, 24- 34).833

Infine, con la parabola dell’offerta della vedova (tav. 8) Hopfer ritorna sul contrasto fra fede autentica e ipocrita, tema ricorrente della predicazione evangelica. Uomini e donne del XVI secolo, figure ulteriormente ridimensionate rispetto alle altre due stampe, si trovano

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Urs Graf (Braunschweig, Herzog Anton Ulrich-Museum, Inv.-Nr. UGraf WB 3.39) in Guilelmus Parisiensis, Postilla Guillermi super Epistolas et Euangelia… , Basel, Adam Petri, 1514-1515 (VD16 E 4391), c. 129.

827

Martin Luther-Johannes Bugenhagen, Auslegung der Evangelien von Ostern bis auffs Advent…, Magdeburg, Michael Lotter, 1529 (VD16 L 4013), c. a iii.

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Erhard Schön, Klagerede der armen, verfolgten Götzen und Tempelbilder (Il lamento delle immagini sacre), 1530 circa, Gotha, Schloss Museum, inv. G 74,4, mm 463x387.

829 Löcher, 1988, pp. 388-389. 830

Lc 18, 9-14.

831

Martin Luther, XXVII Predig D. Martin Luthers newlich ußgangen Anno. XXIII, Straßburg, Johann Schott, 1523 (VD16 L 6687).

832

Secondo Lutero efficace per esprimere la premura di Cristo per i suoi fratelli. WA 45, pp. 153-154, 156.

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all’interno della chiesa di Santa Maria Maddalena, dove si celebra un rito, mentre la vedova, inginocchiatasi presso una colonna, compie il suo gesto caritatevole. Al passo evangelico fa eco anche l’offerta del buono e del cattivo contadino rappresentati nei pennacchi dell’arco.