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L’Oratio Dominica e la sua rappresentazione nei secoli: un breve excursus

CAPITOLO III L’ ILLUSTRAZIONE DEL P ADRE N OSTRO

3.1 L’Oratio Dominica e la sua rappresentazione nei secoli: un breve excursus

L’illustrazione del Padre Nostro (tav. 1)356 può essere ritenuta il primo manifesto di

Hopfer a soggetto religioso e il modello di altre stampe di Hopfer, che adottano un analogo formato quadrangolare e la ripartizione in riquadri, in questo caso otto.

L’acquaforte del Padre Nostro è tuttavia molto particolare, poiché è quella dove l’originalità dell’artista è più limitata. L’artista si attiene sia nella struttura compositiva generale, che nell’iconografia delle singole scene alle illustrazioni realizzate da Hans Holbein il Giovane per la spiegazione di Erasmo da Rotterdam della preghiera, la Precatio Dominica in

septem portiones distribuita, che abbiamo già citato. Prima di esaminare questo testo e le

invenzioni di Holbein, che hanno rappresentato il modello, è utile esaminare l’evoluzione dell’iconografia del Padre Nostro. Immagini e informazioni non vogliono avere un carattere di mera erudizione, ma enfatizzare l’eccezionale novità delle soluzioni di Holbein, che hanno avuto una straordinaria fortuna e repliche in tecniche diverse, per oltre quarant’anni.

Le testimonianze figurative del Padre Nostro, o Oratio Dominica,357 precedenti

l’Umanesimo sono piuttosto scarse e difficili da rintracciare. Mentre i repertori iconografici spesso si limitano a un’elencazione delle più rilevanti,358 studi recenti indagano alcune

tipologie specifiche della rappresentazione: la dissertazione di Ulrich Rehm359 si concentra

sulle illustrazioni nei commentari medievali e il contributo di Roberto Mastacchi fa una ricognizione a largo raggio delle stampe sciolte dal XV al XIX secolo.360

La primissima e isolata rappresentazione del Padre Nostro è il Salterio di Utrecht (fig. 19),361 un codice manoscritto di scuola renana datato all’anno 820, un capolavoro assoluto per

il carattere realistico delle immagini.362 L’illustrazione del passo del Vangelo secondo Matteo

(6, 9-13) mostra Cristo che allarga le braccia verso il cielo nell’atto di insegnare la preghiera ai suoi discepoli e coincide fondamentalmente con la messa in scena dell’atto stesso del pregare, come nella raffigurazione del Discorso della Montagna (Mt 6, 5-9).363 Questa stessa iconografia è

quella che si ritrova nel Calendrier des bergiers, edito a Ginevra da Jean Belot verso la fine del XV secolo (fig. 20).364 La terza parte del libro, che univa conoscenze astronomiche, mediche e di

356 Wegner, 1957, pp. 242-243; Lerstin Ehlert in Unverfehrt, 2001, pp. 46-47; la stampa di Hopfer è appena

menzionata nei lessici d’iconografia (Schiller, vol. 4.1, 1988, p. 149), mentre altrove è liquidata con poche frasi (Nitz, 2005, p. 106; Mastacchi, 2012, p. 79).

357

Il Padre Nostro è da sempre considerata la preghiera prediletta del Cristianesimo e il centro della predicazione e della catechesi cristiana, secondo la definizione di Tertulliano del II secolo “breviarium totiu evangelii”. Tertulliano, De Oratione Domini (1, 6).

358 Schiller, vol. 4.1, 1988, pp. 147-154; LCI, vol. IV, 1968, pp. 411-415; Künstle, vol. I, 1928, p. 199. 359

Rehm, 1994 e 2004.

360

Mastacchi, 2012.

361 Utrecht, Bibliotheek der Universiteit, Ms. 32, c. 90r. 362

Schiller, 1988, vol. 4.1, p. 117, 147. Sul Salterio di Utrecht in particolare cat. Utrecht, 1996.

363

Mt 6, 5-9. Le testimonianze sono innumerevoli e impossibili qui da esemplificare. Si veda Elbern, 1990; la voce “Preghiera” in Hall, 1993, pp. 337-338.

364

La prima edizione è del 1491 (Paris, Guy Marchant). L’esemplare cui si fa riferimento è Calendrier des bergiers, Genève, Jean Belot, 1500 (GW 5913), c. F iii v.

51

scienze naturali degli almanacchi alle ricorrenze liturgiche proprie di un calendario,365

conteneva una sorta di catechismo, una spiegazione del Padre Nostro, dell’Ave Maria366, del

Credo, dei Dieci Comandamenti, ciascuna delle quali accompagnate da un’immagine introduttiva nella parte superiore del foglio.

Il carattere popolare del Calendrier des bergiers contraddistingue anche la più antica pittura murale del Padre Nostro nota agli studiosi, che risale alla fine del secolo XIV, un affresco nel coro della chiesa di San Martino a Billigheim (Palatinato Renano), purtroppo pesantemente restaurato nel 1894 (fig. 21).367 Qui alle figure di Cristo e degli Apostoli si

aggiungono numerosi cartigli contenenti le invocazioni del Padre Nostro e altre frasi del Vangelo, che richiamano la finalità mnemonica dell’affresco.

Durante tutto il Medioevo, la tipologia di rappresentazione più diffusa del Padre Nostro consisteva tuttavia nella visualizzazione delle petizioni della preghiera in relazione ad altri concetti biblici o teologici, anch’essi articolati in sette parti e per questo chiamati Settenari.368

Il primo ad avere stabilito le corrispondenze fra le petizioni del Padre Nostro, i doni dello Spirito Santo e le Beatitudini, ponendo l’accento sul valore simbolico dei numeri,369 era stato

Agostino370.

Come spiega l’approfondito studio di Ulrich Rehm, i settenari corredavano differenti tipologie di scritti, opere omiletiche, commentari evangelici, catechismi, libri di preghiere o spiegazioni dei sacramenti ed erano tradotti visivamente in diagrammi complessi di varia forma, detti figurae. Più precisamente essi prendevano il nome di Rotae se circolari, Arbores se a forma di albero371 o Scalae, se a gradini.372

La più antica figura rappresentata373 mostra una ruota piuttosto semplice, i cui raggi

collegano le petizioni della preghiera, scritte nel cerchio più esterno, con i sette doni dello Spirito Santo,374 i sette bona, cioè le manifestazioni divine di Cristo375 e le sette Beatitudini.376

Lentamente si moltiplicano nel Medioevo le corrispondenze di settenari:377 Ugo di San Vittore

(† 1141) aggiunge alle menzionate serie le virtù e vizi capitali, creando un’immagine di così

365

Sul Calendrier des Bergiers Engammare, 2008, con facsimile.

366

Particolare è l’iconografia dell’Ave Maria, divisa in tre scene: la prima corrispondente all’Annunciazione, la seconda alla Visitazione, la terza all’invocazione da parte dei religiosi, guidati dal pontefice, alla Vergine con il Bambino in braccio.

367

LCI, vol. IV, 1968, pp. 412-413.

368 Il sette è il numero che designa la Creazione e la Conoscenza di Dio, per Agostino anche la bellezza, che è

misura o un preciso equilibrio delle parti. Cfr. Rehm, 1994, p. 23.

369 Su tali premesse la patristica occidentale ha esteso il numero di corrispondenze. Gagliardi, 2010, p. 82. 370

De sermone domini in monte 2, 10-11, 36-38.

371

Sui diagrammi ad albero sempre Rehm, pp. 121-147, con relativa bibliografia.

372

Rehm, 2004, p. 92.

373 Il manoscritto illustrato è un commentario al Vangelo di Luca del secolo XI, Wolfenbüttel, Herzog August

Bibliothek, Cod. Guelf. 70 Weissenburger, c. 131v.

374

Gs 11, 2-3.

375 Incarnazione, Battesimo, Passione, Discesa agli Inferi, Risurrezione, Ascensione e Giudizio Universale. 376

Mt 5, 3-9.

377

In area tedesca, dove la devozione popolare era particolarmente incline alla meditazione sulla Passione di Cristo, i settenari comprendevano anche i dolori di Cristo o i suoi spargimenti di sangue (circoncisione, monte degli Ulivi, flagellazione, incoronazione di spine, spogliazione, crocifissione, ferita nel costato). Cfr. Rehm, 1994, p. 20.

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complessa lettura (fig. 22),378 da lasciare dedurre facilmente, che lo scopo di questi schemi

fosse la formazione teologica del clero e solo in misura minore un ausilio alla pratica omiletica.

Solo all’inizio dell’età moderna iniziano a diffondersi stampe sciolte nelle quali la semplicità delle xilografie e le didascalie esplicative chiarificano la complessa spiegazione dei manoscritti medievali, segnando l’inizio di una pratica didattica di questi schemi. Dal XV secolo tali stampe sono impiegate in lezioni o sermoni per agevolare attraverso un’associazione figurativa e cromatica la memorizzazione del Padre Nostro e dei concetti catechetici a esso collegati. Uno dei rari esemplari pervenuti è una stampa sciolta conservata alla Bayerische Staatsbibliothek Daz ist daz pater noster,379 stampata a Basilea da Lienhart

Ysenhut all’inizio del Cinquecento (fig. 23). Cristo e gli Apostoli sono relegati in un angolo del foglio, il cui spazio è saturato da un reticolo di frecce, che collega i versetti della preghiera con una combinazione di settenari e ternari.380

Un’altra tipologia di rappresentazione del Padre Nostro è chiamata “collana di perle”.381

In questa categoria si inserisce una xilografia colorata (fig. 24)382 firmata da Hanns Paur o

Bauer (1455-80) e incollata su una Bibbia stampata da Anton Koberger a Norimberga nel 1478, accompagnata da un augurio per il nuovo anno e perciò datata 1479.383 Cristo con il

piviale, la corona e la mano benedicente, elementi che permettono di interpretarlo come Pdre Eterno, regge una corda alla quale sono attaccate sette sfere contraddistinte da un colore diverso per ciascuna invocazione e indicativo di una specifica virtù. L’associazione cromatica è spiegata sulla sinistra: bianco per la purezza della fede, il blu per la speranza, il rosso per la carità, il grigio per l’umiltà (temperanza), il giallo per la misericordia (giustizia), il verde per la sapienza (prudenza) e infine il nero per la pazienza (fortezza).384 Da ogni sfera si dipartono

inoltre tre raggi diretti a brevi commenti che spiegano come interpretare le petizioni e accrescono la complessa simbologia della preghiera.385

Dopo gli esempi citati, solo una piccola parte dello sterminato repertorio di diagrammi e tabelle, si comprenderà meglio quanto radicale sia la riformulazione iconografica della preghiera che avviene all’inizio del XVI secolo. La funzione didattica si unirà a un differente approccio nell’insegnamento della fede: dalla pratica mnemonica di concetti teologici a una comprensione più profonda del contenuto storico del testo.

378 Il diagramma proviene dalla Expositio missae per figuras secundum Innocentium III. Papam della prima metà

del XIII secolo. Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, cod. lat. 28609. Cfr. Rehm, 2004, pp. 94-95.

379

Pater noster cum expositione summaria, Basel, Lienhart Ysenhut, circa 1500. Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, inv. P-39, mm 267x368.

380 Rehm, 1994, pp. 162-164, 296-300. 381

Sono citate persino in una predica sul Padre Nostro di un manoscritto del 1481. Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, cod. germ. 690, cc. 253 r-255 r.

382 Monaco, Staatliche Graphische Sammlung, inv. Nr. 118309 D, mm 400x273. Cfr. Cat. Mettingen, 2010, pp.

100-101; Rehm, 1994, pp. 165-170.

383

Molto simile è un’altra conservata a Freiburg (Svizzera), Bibliothek des Barfüßerklosters. Cfr. Rehm, 1994, pp. 170-171.

384

Mastacchi, 2012, p. 39-41.

385

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Una via di transizione fra l’iconografia schematica e quella scenica è rappresentata dalle xilografie dell’Exercitium super Pater Noster,386 dove i concetti dottrinali si mescolano al carattere

visionario e mistico dell’illustrazione. L’Exercitium super Pater Noster è un Blockbuch realizzato intorno al 1450 in un’edizione xilo-chirografica.387 Blockbuch (plurale Blockbücher) è chiamato il

libro che precede l’avvento della stampa a caratteri mobili, costituito da fogli rilegati, dove sia immagini che testo erano stampati con la tecnica xilografica. Diffusi soprattutto in area fiamminga e renana, questi manuali erano una trasposizione figurata delle conoscenze essenziali e indispensabili del buon cristiano, dal contenuto religioso, dogmatico o morale- didattico.388

Argomento dell’Exercitium super Pater Noster è la Figuralis Expositio, un commentario sul Padre Nostro (1440 circa) redatto da Hendrik van der Bogaerde (1382-1469), latinizzato Enrico Pomerius, allora rettore delle scuole di teologia di Bruxelles e Lovanio.389 Nel Blockbuch

sono presenti nove rappresentazioni allegoriche che accompagnano il commento della preghiera in fiammingo, mentre cartigli didascalici in latino riportano citazioni bibliche che rimandano alla liturgia e rilevano il valore sacramentale del Padre Nostro, fornendo una chiave di lettura al complicato programma iconografico.390

Nella xilografia introduttiva (fig. 25) un angelo guida un monaco verso la comprensione della preghiera.391 Seguono motivi iconografici di matrice mistica (Matrimonio celeste, Cristo

come Fonte della vita) allora molto diffusi oppure personificazioni allegoriche,392 che invitano

l’osservatore a leggere ogni immagine in sé e in relazione con le altre, come parte di un racconto coerente sulle conseguenze di una buona o cattiva condotta di vita.393

Al rinnovarsi dell’attenzione riservata alla pratica della preghiera, si moltiplica in tutta Europa la trattatistica dedicata esplicitamente al Padre Nostro. Un esempio di questa fiorente letteratura è rappresentato dagli scritti di Girolamo Savonarola pubblicati nell’ultimo decennio del XV secolo. Intorno al 1492 escono il Sermone dell’Orazione394 e il Trattato in defensione et commendatione dell'orazione mentale395, mentre fra 1495 e 1496 è stampata a Firenze

386

L’edizione più antica, incompleta (manca la prima e l’immagine corrispondente alla settima invocazione), è conservata alla Bibliothèque Nationale di Parigi, Réserve xylo 31. Un’altra edizione, più recente, si conserva in due esemplari, uno completo a Parigi (Bibliothèque Nationale xylo 32) e uno privo degli ultimi due fogli a Mons (Bibliothèque de l’Université de l’Etat, Fonds Ancien, 1797-B). Cfr. Kristeller, 1908; Rehm, 1994, pp. 181-185.

387

Ovvero nei quali il testo era manoscritto e solo l’immagine impressa a stampa. Questi antichi libri sono realizzati nel decennio 1450-60 circa.

388

I Blockbücher comprendevano le Bibliae Pauperum, le danze macabre, l’Ars Moriendi, un manuale per prepararsi all’aldilà, il Decalogo, le vite dei Santi o l’Apocalisse e non di rado erano rilegati insieme a creare un’antologia catechetica per immagini, come accade nel Cod. Pal. Germ. 438 di Heidelberg.

389

Dal 1431 Pomerius è priore dell’abbazia di Groendaal. Cfr. Schepers, 1999, pp. 79-95. Per approfondimenti stilistici dell’opera Kristeller, 1908, pp. 5-7.

390 Rehm, 1994, p. 210. 391

La xilografia si conserva solo nell’edizione di Mons.

392

Mastacchi, 2012, pp. 34-37.

393 La dimensione escatologica accompagna il commento alla preghiera sin dal frontespizio, dove le sette

petizioni del Padre Nostro sono paragonate ai sette sigilli dell’Apocalisse.

394

Girolamo Savonarola, Sermone dell'orazione. Savonarola, Girolamo: Regola del vostro vivere, Firenze, Antonio Miscomini, 1492.

395

Girolamo Savonarola, Trattato in defensione et commendatione dell’orazione mentale, Firenze, Antonio Miscomini, 1492 circa.

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l’Expositione sul Pater Noster,396 dedicata a fra Girolamo da Ferrara, un commento alla preghiera

articolato attraverso quattro livelli di esegesi del testo: lettura, meditazione, orazione e contemplazione.397

L’Exposizione sul Pater Noster non reca traccia del programma morale-allegorico del

Blockbuch, ma si apriva con l’immagine di Cristo nell’Orto del Getsemani (fig. 26)398 l’esempio

più illustre della vera preghiera, mentre in altre più rare edizioni il testo era arricchito da diciotto xilografie fra le quali il Crocefisso, San Giacomo intento alla scrittura, San Paolo a mezzo busto, Geremia ed Ezechiele con i cartigli, Re Davide inginocchiato in un paesaggio, Osea, ancora San Paolo con la spada. Chiudeva il testo una scena di predicazione dello stesso frate di fronte a una platea di monache.399

A confronto con le tipologie di rappresentazione citate, l’unicità e la particolarità dell’iconografia che nasce con l’umanesimo e la Riforma appare ancora più radicale. Se il fine didattico delle immagini resta immutato, sono i contenuti a variare. L’iconografia che accompagna l’esegesi del Padre Nostro del XVI secolo abbandona le associazioni cromatiche e allegoriche o i rimandi alla mistica della trattatistica medievale e propone immagini che traducono visivamente le parole delle singole invocazioni o che richiamano esempi biblici, favorendo l’immediata ricezione del linguaggio simbolico dei testi sacri.