CAPITOLO IV- L’ ILLUSTRAZIONE DEL S IMBOLO A POSTOLICO
4.5 Il Simbolo Apostolico secondo l’ottica luterana
“Tutto il Vangelo è racchiuso nel Simbolo Apostolico, nella maniera in cui lo riconosciamo interiormente.”668 Così affermava Lutero, ammirando la concisione e la
precisione con cui la dottrina cristiana si condensa nel Credo.669 Il Simbolo Apostolico, il cui
compito è ancorare il cristiano alla Fede, si colloca, fisicamente e metaforicamente, al centro della catechesi di Lutero, che parte dal Decalogo, che insegna “cosa fare e non fare” e giunge al Padre Nostro, che insegna “cosa e come chiedere a Dio”.670
L’iconografia della Professione di Fede che troverà spazio, salvo alcune eccezioni, sulle pagine dei catechismi luterani a partire dal 1530671, ne condensa il contenuto dogmatico in tre
immagini, corrispondenti ai tre articoli maggiori del Credo identificati da Lutero, la Creazione, la Redenzione e la venuta dello Spirito Santo. Lucas Cranach il Vecchio e gli artisti
corona sul suo capo invece è decorata al centro con la rappresentazione tricefala della Trinità. Sull’opera Metzger, 2009, pp. 466-467, n. 146.
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L’interpretazione del Credo di Lutero cercava di dare una definizione della Trinità semplificata e sufficientemente chiara che presentasse lo Spirito come la guida che conduce a Cristo, attraverso il quale si sperimenta la misericordia del Padre.
666
Questo emerge anche in un capitolo di un altro scritto di Rhegius, Ernstlicher Erbietung der evangelischen Prediger an den geistlichen und päpstlichen Stand die jetzige Lehre betreffend trägt, Augsburg, Philipp Ulhart der Ältere, 1524 (VD16 R 1790).
667
Zschoch, 1995, p. 138.
668
WA 11, p. 54.
669 Lutero difende tenacemente la validità del contenuto del Simbolo, più che le sue origini apostoliche, messe
di recente in dubbio dagli umanisti, interessati a spostare l’attenzione sulle fonti storiche del Credo.
670
WA 7, p. 204.
671 La divisione in tre articoli maggiori era stata già fissata in un’omelia in conclusione alle visite pastorali di
Melantone (10 dicembre 1528) e poi, definitivamente nel Grande Catechismo del 1529, ma quell’edizione, lo ripetiamo, non prevedeva ancora un corredo iconografico. Cfr. Peters, vol. III, 1992, p. 37.
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della sua generazione rappresentano perciò i tre articoli, ciascuno corrispondente a una delle persone della Trinità, con le scene della Creazione, della Crocifissione e della Pentecoste.
La nuova dottrina non rinnega tuttavia, né sopprime la rappresentazione “originaria” dei dodici Apostoli con i cartigli del Credo nelle chiese evangeliche, presenza di valore ‘ecumenico’ che continuava a esercitare un’efficace funzione mnemonica, riconosciuta di grande utilità per i fedeli.
Una soluzione intermedia fra l’iconografia di Hopfer e quella del Catechismi di Lutero è rappresentata dalle illustrazioni di un catechismo di Lutero rielaborato da Johannes Spangenberg (1484-1550)672, riformatore della chiesa e del sistema scolastico di Nordhausen
in Turingia.
Spangenberg pone l’accento sulla validità e sull’utilità catechetica del Credo e ne mantiene la divisione in dodici articoli, che definisce “magnificamente creati”,673 a prescindere
dalla loro paternità apostolica, messa più volte in dubbio dagli umanisti.
Ad eccezione della prima immagine674, le illustrazioni del testo di Spangenberg, in parte
siglate, sono ascrivibili al Monogrammista AW (figg. 63a-d), un allievo di Lucas Cranach attivo a Wittenberg dal 1535 al 1545 circa. L’incisore è dotato di una discreta creatività compositiva e un’inconfondibile cifra stilistica, nonostante si possano chiaramente riconoscere i modelli di Cranach che sottendono le sue xilografie, in particolare, la serie della Passione (1509)675 e le illustrazioni di un trattato di Adam di Fulda del 1502676. Il segno del
Monogrammista AW è vigoroso e morbido, arrotonda le forme e smussa gli spigoli, oltre a dare un forte risalto plastico ai corpi e a dispiegare i panneggi con movimenti ampi e vorticosi, come nella Natività677, o a enfatizzare il naturalismo dei piedi degli Apostoli seduti
in primo piano nella Pentecoste678, immagine che, come la Crocifissione (fig. 63b), sarà
inserita anche nel Catechismo di Lutero, stampato a Wittenberg da Georg Rhau nel 1544.679
Iconograficamente la maggior parte delle immagini corrisponde alla tradizione medievale (quelle dei Blockbücher per intendersi), ma ci sono alcune varianti interessanti. Il primo articolo (fig. 63a)680 non mostra la Creazione, ma la Trinità secondo una xilografia di
Albrecht Dürer (1511, fig. 64)681, con la maestosa figura di Dio che regge sulle gambe il corpo di
Cristo, come in una Pietà, mentre sopra di essi si eleva la colomba dello Spirito.
672 Martin Luther - Johann Spangenberg, Der groß Catechismus und Kinder Lere…, Leipzig, Nikolaus Wolrab,
1542 (VD16 L 4356).
673
Luther - Spangenberg, Der groß Catechismus…, c. 76 v.
674 La prima xilografia ha un ductus è sommario e confuso e linee molto spigolose. 675
Per alcune la dipendenza è più evidente, come per la deposizione. La serie comprende 14 xilografie di mm 250x172.
676
Adam von Fulda, Ein ser andechtig Christenlich Buchlein aus hailigen schrifften…, Wittenberg, Symporian Reinhart, 1512 (VD16 ZV 86). Le xilografie sono otto in totale, alcune delle quali riutilizzate anche in Hortulus Animae da Rhau negli anni successivi. Cfr. Koepplin-Falk, vol. I, 1974, pp. 476-477.
677 Luther - Spangenberg, Der groß Catechismus…, c. 88 r. 678
Ripetiamo per completezza che, per una maggiore aderenza ai testi sacri, nella scena è omessa la figura di Maria.
679 Martin Luther - Johann Spangenberg, Der Gros Catechismus vnd Kinder Lere…, Wittenberg, Georg Rhau,
1544 (VD16 L 4363).
680
Spangenberg nomina il Trono di Grazia quale immagine della misericordia del Padre nel commento al decimo articolo. Luther - Spangenberg, 1542, c. 140 r.
681
Albrecht Dürer, Trinità, 1511, xilografia, Braunschweig, Herzog Anton Ulrich-Museum, inv. Nr. 4195, mm 393x282. Cfr. Hollstein’s German, vol. 7, 1962, pp. 151, 187.
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Un’altra caratteristica del Monogrammista AW è l’accentuazione della drammaticità e della dinamicità narrativa attraverso ombre ben definite e forti contrasti chiaroscurali. Queste caratteristiche emergono con decisione nella Deposizione682 e soprattutto nella Crocefissione
(fig. 63b), dove lo spazio è quasi integralmente occupato dalla grande croce dai tronchi di legno grezzo, da cui pende il corpo muscoloso di Cristo.683 Per la discesa agli inferi l’incisore si
attiene a una soluzione di Cranach, dove Cristo è inquadrato da tergo mentre si avvicina ai gradini che portano agli inferi, dove è atteso dalla folla delle anime in attesa della sua venuta.684
Alcune deviazioni rispetto alla tradizione iniziano a scorgersi chiaramente dal nono articolo. Poiché Spangenberg lega la Chiesa e la Comunione dei Santi alla predicazione evangelica e ai sacramenti, nel primo piano dell’immagine (fig. 63d) i fedeli ascoltano una predica da un pulpito, mentre simultaneamente si stanno svolgendo un Battesimo e la Cena del Signore, verosimilmente nelle due specie, data la presenza del calice sull’altare.685
Molto efficace a rendere la visione evangelica del teologo è la scena della peccatrice in casa di Simone per il decimo articolo. La Remissione dei peccati è in questo modo rappresentata da un episodio fondato sulle scritture.686
Spangenberg costituisce un caso più unico che raro. Nella quasi totalità dei catechismi luterani restano solo tre immagini nel corredo illustrativo del Credo: la Creazione, la Crocifissione e Pentecoste.
La qualità delle illustrazioni dei catechismi stampati a Wittenberg è generalmente piuttosto bassa. Negli esemplari della tipografia di Nickel Schirlentz (fig. 65)687 e di Georg
Rhau (fig. 66)688 la Creazione rimanda alle immagini dei Blockbücher del XV secolo (fig. 51a): i
quattro venti soffiano dagli angoli del riquadro formando una nube di forma circolare che avvolge Dio Padre nell’atto di benedire le sue creature, animali nell’edizione di Schirlentz (fig. 65), Adamo ed Eva in quella di Rhau (fig. 66). Nel primo caso si tratta di un anonimo, che copia in controparte la scena di del Padre Nostro di Cranach (fig. 36a), del quale riprende anche la Pentecoste per il terzo articolo del Credo. Trattandosi di tre iconografie assai diffuse e convenzionali, è probabile che autore e editore avessero evitato di commissionare a Cranach nuove immagini, lasciando eseguire ad assistenti più modesti l’intaglio delle xilografie.
Nel secondo caso (fig. 66) si tratta invece di un illustrazione del Monogrammista AW, utilizzata anche per il Catechismo di Spangenberg. La scena della Creazione riprende una xilografia del 1527, pubblicata in un commento alla Genesi di Lutero689, prassi, quella del
riciclo di matrici, che s’incontra sempre più spesso dal terzo decennio del XVI secolo.
682 Qui è interessante rilevare la presenza di un riferimento tipologico a Giona inghiottito dalla balena, come
nelle miniature del Credo di Joinville (supra).
683
A sua volta questa richiama una xilografia di Cranach datata intorno al 1502. Koepplin-Falk, vol. I, 1974, n. 67, p. 172.
684 Lucas Cranach, Cristo al Limbo, Berlin, Schloss Charlottenburg, 1538, olio su tavola, cm 150,5x115,5. 685
Spangenberg, 1542, c. 129 v.
686
Cranach rappresenta il soggetto in un dipinto datato dopo il 1537, purtroppo perduto durante il secondo conflitto mondiale. Già Bonn, Provinzialmuseum, inv. Nr. 1927, olio su tavola, cm 80x109.
687
Martin Luther, Enchiridion. Der kleine Catechismus fur die gemeine pfarher vnd Prediger, Wittenberg, Niklas Schirlentz, 1535 (VD16 L 5044).
688 Martin Luther, Deudsch Catechismus. Gemehret mit einer newen vorrhede vnd vermanunge zu der Beicht
Deutsch Catechismus, Wittenberg, Georg Rhau, 1530 (VD16 L 4343).
689
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Cranach è tuttavia a sua volta in debito con un’illustrazione di Hans Holbein il Giovane per il Vecchio Testamento di Lutero, pubblicato nel 1523690, che riprendeva la tipologia figurativa
concentrica della terra, apparsa in tipografia già nella Bibbia di Colonia del 1478.691 Ciò per
dire quanto lentamente e impercettibilmente le iconografie cambiassero.
Riguardo alla seconda illustrazione (fig. 63b), la Crocifissione del Monogrammista AW è particolarmente interessante, poiché racchiude una sintesi della dottrina soteriologica luterana. In secondo piano si distinguono due prefigurazioni veterotestamentarie della morte di Cristo e del suo divenire oggetto di adorazione, il sacrificio di Isacco e Mosè che innalza il serpente di bronzo692. Se il primo episodio costituiva il parallelo tipologico dell’offerta di
Cristo, il secondo episodio appartiene al pantheon iconografico luterano, tanto da comparire sullo sfondo del celebre Legge e Vangelo di Cranach,693 replicato innumerevoli volte dallo stesso
artista e dalla sua bottega, in dipinti e incisioni a partire dal 1525 (fig. 67).694 In queste opere il
serpente di bronzo è collocato sia dalla parte del Nuovo Testamento, in quanto prefigurazione del Crocifisso, sia dalla parte dell’Antico, poiché antitipo del serpente del peccato originale.695
Questa iconografia sarà vincente. Molte edizioni del Catechismo Tedesco saranno illustrate con i medesimi soggetti, sia che si tratti di xilografie di modesti artigiani che di progetti di noti artisti tedeschi del XVI secolo.696