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CAPITOLO IV- L’ ILLUSTRAZIONE DEL S IMBOLO A POSTOLICO

4.1 Introduzione e fonti iconografiche

Diversamente dal procedimento seguito nell’analisi del Padre Nostro, per quanto riguarda la rappresentazione del Simbolo Apostolico, a causa della quantità dei documenti figurativi, è impensabile fare una ricognizione completa delle testimonianze figurative che precedono la raffigurazione di Daniel Hopfer (tav. 2).

Innanzitutto si può affermare che si tratta di una rappresentazione che coniuga il rispetto della tradizione con il rinnovamento dei contenuti. Nell’impaginazione formale, la divisione in dodici riquadri, uno per ogni articolo del Simbolo Apostolico, la stampa di Hopfer segue l’impostazione di alcune stampe didascaliche che in area transalpina circolavano già da oltre mezzo secolo. Nelle singole scene, tuttavia, l’artista si svincola dai modelli di riferimento ed elabora nuove iconografie o risemantizza, mediante piccoli, ma significativi dettagli, quelle del repertorio iconografico cristiano. Tutto ciò, come vedremo, è condotto in stretta dipendenza da uno scritto del teologo Urbanus Rhegius567 e in totale autonomia dalle

interpretazioni del Credo di Lutero, che saranno la premessa testuale per le illustrazioni di Lucas Cranach il Vecchio e altri artisti, che troveranno spazio nel Catechismo Tedesco.

Per porre l’accento sulle modifiche formali e semantiche dell’iconografia del Simbolo Apostolico durante gli anni della Riforma, si forniranno alcuni efficaci esempi per ciascuna tipologia iconografica568, evidenziando la qualità estetica e il valore storico dei documenti

figurativi, e dando al contempo alcune coordinate teologiche.569

La primissima e per secoli invariata modalità di rappresentazione del Credo consisteva nella raffigurazione del collegio apostolico. La fonte letteraria, non attestata né da scritture canoniche né apocrife, è il sermone 240 attribuito allo Pseudo-Agostino570, che suddivideva il

Simbolo in dodici articoli pronunciati dagli Apostoli il giorno della Pentecoste. La serie parte da Pietro e si conclude solitamente con Mattia.571

Nonostante il sermone risalga al VI secolo, alcuni Padri della Chiesa, fra cui Ambrogio572

e Rufino d’Aquileia573, erano già, fra la fine del IV e l’inizio del V secolo, convinti di un’origine

apostolica della professione di fede battesimale.574

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Urbanus Rhegius, Die zwoelff artickel vnsers Christlichẽ glaubens mit anzaigũg d hailigen geschrifft. Dariñ sie gegründt seind durch D.V.Regiũ Zů dienst dem Ersamen weisẽ Caspar weißbrugker, Augsburg, Sigmund Grimm, 1523 (VD16 R 2024), stampato anche con un altro titolo: Urbanus Rhegius, Erklärung der zwölff artickel Christlichs gelaubens, unnd leüffigster puncten alles Christlichen lebens, Augsburg, Simprecht Ruff, 1523 (VD16 R 2025).

568

Di grande aiuto è stato il contributo di Mastacchi. Cfr. Mastacchi-Knapiński, 2011.

569

Si rimanda ai lessici iconografi: Künstle, vol. I, 1928, pp. 181-184; LCI, vol. I, 1968, pp. 461-464; Schiller, vol. 4.1, 1988, pp. 134-147.

570

Sermo 240, 1 in PL 39, 2189.

571

A volte Mattia è sostituito con Paolo. Bisogna ricordare che l’ordine degli Apostoli è variabile e non coincide sempre con quello della chiamata di Cristo. Secondo lo Pseudo-Agostino la sequenza degli Apostoli sarebbe Pietro, Andrea, Giacomo Maggiore, Giovanni, Tommaso, Giacomo Minore, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Mattia.

572 Ambrogio usa l’espressione ‘Symbolo apostolorum’ nel 393, in una lettera inviata dal Sinodo Milanese a

papa Siricio: Epistola ad Siricium (Epistola 42,5) in PL 16, 1125 B; Explanatio Symboli 7, in PL 17, 1196.

573

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La chiesa primitiva aveva considerato i dodici Apostoli una prefigurazione del collegio episcopale, ma anche fulcro della doctrina christiana e fondamenta metaforiche della Chiesa,575

motivo per il quale le loro immagini, naturalmente accanto a quelle di Cristo, della Vergine e del Battista, sono le prime a essere introdotte nella decorazione interna ed esterna degli edifici sacri, spesso in dimensioni monumentali. Al significato simbolico dei Dodici come i pilastri su cui si regge la Chiesa sono riconducibili le figure degli Apostoli scolpite o dipinte su colonne, facciate o portali degli edifici di culto, ma anche lungo le navate, spesso in corrispondenza dei punti in cui avveniva l’unzione rituale della consacrazione.576

Bisogna anche ricordare che la presenza degli Apostoli aveva una funzione apotropaica e difendeva la chiesa dalle minacce eretiche,577 oltre ad assolvere una funzione catechetica e

mnemonica, poiché aiutava i catecumeni a ricordare l’Atto di Fede nel giorno del loro battesimo, quando erano chiamati a recitarlo davanti alla comunità.578

La funzione mnemonica è efficacemente esemplificata da una xilografia contenuta nello

Schatzbehalter, un testo di letteratura edificante del francescano osservante Stephan Fridolin

(circa 1430-1498),579 illustrato da Michael Wohlgemut (1433/34-1519) e bottega.580 L’immagine

(fig. 43) riproduce il palmo della mano sinistra (c. U iii v) sulle cui falangi sono disegnati gli Apostoli, Cristo e la Vergine Maria, affiancati dai dodici articoli del Credo.

L’associazione del collegio Apostolico con il Giudizio Universale compare invece in una xilografia di Michael Wohlgemut per il Liber chronicarum581 di Hartmann Schedel, dove il

carattere escatologico è giustificato dalle parole profetiche di Cristo che annunciavano agli Apostoli l’assegnazione dei dodici troni dai quali avrebbero giudicato le tribù d’Israele.582

Analoga è la funzione degli Apostoli con i versetti del Credo dipinti a secco tutt’attorno all’Agnello (fig. 44), nei sottarchi della cupola del duomo di San Biagio a Braunschweig. Le pitture sono state commissionate da Heinrich der Löwe (1156-1180), duca membro della dinastia dei Guelfi e padre dell’imperatore Ottone IV, al rientro da un pellegrinaggio in Terrasanta nel 1173.583

574 Sull’origine apostolica del Credo nel Tardo-Antico e nell’Alto Medioevo si veda in saggio di Bouhot, 1993, pp.

159-164.

575

Ef 2, 20. Come cita Knapiński, anche Innocenzo III (1179-1180) definisce gli Apostoli colonne della Chiesa. Cfr. Mastacchi-Knapiński, 2011, p. 13.

576

In questo caso, le figure o i busti degli Apostoli potevano essere accompagnati o persino sostituiti da simboli come croci, con o senza candele. Cfr. Mastacchi-Knapiński, 2011, p. 91.

577

Mastacchi-Knapiński, 2011, p. 17.

578

Che il Credo sia ancorato al rito del Battesimo spiega perché spesso la rappresentazione degli Apostoli poteva collocarsi all’interno del battistero, come a Novara o ad Albenga (Savona), dove si osserva un’ulteriore tipologia iconografica, limitata all’età paleocristiana, che consisteva nel rappresentare i Dodici sotto forma di colombe. Cfr. Per un elenco si veda Mastacchi-Knapiński, 2011, pp. 91-95.

579

Stephan Fridolin, Schatzbehalter oder schrein der waren reichtuemer des heils und ewiger seyligkeit, Nürnberg, Anton Koberger, 1491 (GW 10329), c. U iii r.

580

Cat. Mettingen, 2010, pp. 250-251.

581

Hartmann Schedel, Liber Chronicarum, Nürnberg, Anton Koberger, 1493, c. 101 v.

582 Gli Apostoli reggono cartigli con le frasi del Credo. 583

Oltre agli Apostoli, ai quali Heinrich der Löwe era particolarmente devoto, si vedono nei pennacchi quattro coppie di profeti. Cfr. Klamt, 1968.

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