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ALCUNI DATI DI ATTEGGIAMENTO

Nel documento Insegnare in Trentino (pagine 55-61)

Dopo aver considerato lo stato pregresso e attuale circa l’investimento e il coinvolgimento dei docenti trentini nella formazione in servizio, passiamo ora a con-siderare le attese e le richieste per quel che riguarda il futuro.

Innanzitutto consideriamo alcuni indicatori di atteggiamento, riportati nella ta-bella 2.4 suddivisi in base al livello di diff usione dell’accordo. Essa mostra come i docenti non si sentano formati una volta per tutte, bensì, al contrario, percepiscano la necessità di un aggiornamento continuo: il 58% degli intervistati, infatti, si ritiene molto d’accordo con la frase “Gli insegnanti hanno bisogno di formazione in servi-zio”, cui si aggiunge un altro 37% di docenti abbastanza d’accordo. Nel complesso, dunque, il 95% dei docenti ritiene la formazione in servizio una necessità ineludibile, parte integrante delle attività dei professionisti dell’insegnamento.

Altri due elementi, che godono dell’appoggio pressoché unanime, sono la neces-sità di una conoscenza diff usa di strumenti di lotta al disagio scolastico e della ne-cessità di fare della scuola di appartenenza un sistema integrato che investa anche le risorse destinate alla formazione per i docenti in un progetto razionale, razionalizza-to e organico.

In particolare, la condivisione circa l’opportunità della formazione in ambito di disagio scolastico, sembra mostrare la consapevolezza e il senso di responsabilità della popolazione insegnante dell’importanza del loro ruolo nella gestione di questa patologia. Da segnalare come tra le insegnanti tale responsabilità sia molto più diff usa

che non tra i colleghi, poiché sono molto d’accordo con l’aff ermazione relativa il 54%

delle femmine contro il 26% dei maschi.

Tab. 2.4. Grado di accordo con le espressioni (%)

Molto Abbastanza Poco Per nulla Accordo diff uso

1. Gli insegnanti hanno bisogno di formazione in

servizio 58 37 4 1

2. Tutti gli insegnanti dovrebbero seguire corsi di

formazione sul tema del disagio scolastico 47 39 11 3

3. Un progetto di formazione interno alla scuola

deve raccordarsi col progetto d’Istituto 37 43 14 7

Accordo controverso

4. Gli insegnanti sarebbero più interessati alla formazione se fosse legata ad una progressione di carriera

34 36 23 8

5. Chi organizza attività di formazione in servizio dovrebbe certifi care le competenze acquisite più che attestare la frequenza

29 41 19 11

6. È giusto che le attività di formazione che

interessano tutta la scuola siano rese obbligatorie 26 33 22 19 Disaccordo diff uso

7. È opportuno demandare ad altri Enti o Istituzioni

(diversi dalla scuola) la formazione in servizio 7 32 38 23

8. È diffi cile trovare informazioni sulle opportunità di

formazione esistenti in provincia 5 29 40 26

9. L’off erta formativa promossa dalla scuola soddisfa

tutte le esigenze di formazione degli insegnanti 3 34 48 15

Base minima: 1.281

Più controverse, invece, le aff ermazioni che coniugano l’investimento formativo con progressione di carriera, certifi cazione di competenze eff ettivamente acquisite e obbligatorietà, anche se la percentuale di coloro che è almeno abbastanza d’accordo con queste espressioni supera di gran lunga la metà degli intervistati.

Scarsamente diff use, invece, l’idea che la titolarità della formazione in servizio debba essere demandata ad attori esterni alla scuola di riferimento, che gli strumenti di comunicazione circa quanto realizzato nella Provincia di Trento siano insuffi cienti e, d’altro canto, che l’off erta formativa promossa dalla scuola sia in grado di risponde-re a tutte le esigenze di aggiornamento provenienti dalla comunità insegnante.

Oltre all’accentuata diff erenza di genere già citata, altre diff erenze emergono (an-cora una volta) per ordinamento di docenza: gli insegnanti di scuola primaria sono più compatti degli altri attorno all’opportunità della formazione in servizio (sono molto d’accordo il 66% di loro contro il 52% alla scuola secondaria di primo grado e il 50% alla scuola secondaria di secondo grado). Tra i docenti di scuola secondaria di secondo grado il tema del disagio scolastico sembra essere particolarmente ignorato:

infatti, sono molto d’accordo con la necessità di una formazione specifi ca il 58% dei docenti di primaria e il 50% dei docenti di scuola secondaria di primo grado contro il 30% presso la scuola secondaria di secondo grado. Al contempo, tra questi ultimi e i docenti di scuola secondaria di primo grado è presente un accordo più diff uso circa l’ipotetica maggiore disponibilità a fare formazione nel caso in cui questa fosse con-nessa ad una progressione di carriera: la percentuale di coloro che sono molto d’ac-cordo con l’aff ermazione, passando dalla scuola primaria alla secondaria di secondo grado, sono rispettivamente il 29%, il 35% e il 39%.

Anche la materia insegnata esercita un’infl uenza per quel che riguarda la posizio-ne relativa alla posizio-necessità di formazioposizio-ne in servizio in geposizio-nerale e sul disagio scolastico in particolare: in entrambi i casi, i livelli di massimo accordo sono meno diff usi tra i docenti di materie tecnico-pratiche. Sono molto d’accordo con il primo aspetto il 60% dei docenti di materie umanistiche e scientifi che contro il 44% dei docenti di materie tecnico-pratiche e con il secondo rispettivamente il 52%, il 44% e il 37%.

In questo caso il confronto con la precedente indagine del 2003, si limita - con-siderando la tabella 2.4 - ai primi sei item e all’ultimo. Analizzando le due ricerche è possibile rilevare come anche in questo caso, che pure riguarda gli atteggiamenti per defi nizione soggetti a mutamenti di prospettiva, i dati non presentino scostamenti radicali, ma ripropongano uno scenario che se non perfettamente sovrapponibile presenta comunque forti tratti di continuità con il passato. Anche perché laddove il grado di accordo si modifi ca, lo scostamento è per lo più verso il livello contiguo (molto - abbastanza; per niente - poco).

Altri indicatori di atteggiamento rilevati nel corso dell’indagine riguardano la percezione delle ricadute nella formazione personale e nell’aggiornamento di alcune attività professionali non fi nalizzate a tale scopo. La tabella 2.5 mostra gli esiti forniti da tali indicatori.

Tab. 2.5. Effi cacia formativa di alcune attività professionali (%) Molto

effi cace

Abbastanza effi cace

Poco effi cace

Per nulla effi cace

La produzione di materiali didattici per gli alunni 55 40 4 1

Il confronto con colleghi più esperti 54 39 5 1

La lettura e lo studio di saggi e riviste specializzate 41 49 9 1 La consulenza mirata alla soluzione di problemi

specifi ci 37 46 14 3

La partecipazione a corsi di formazione 37 49 11 3

La documentazione delle attività svolte 24 57 16 3

Il supporto di esperti di area disciplinare 27 49 19 5

Le ricerche in Internet 23 50 22 6

Il supporto di esperti di progetto 16 47 29 8

Base minima: 1.281

Tra i dispositivi indicati, quelli ritenuti molto effi caci dalla maggior parte dei do-centi sono la produzione del materiale didattico (55%) e il supporto dei colleghi più esperti (54%), molto meno apprezzati gli esterni. Ulteriore indicatore, questo, di una ricerca da parte dei docenti dell’attaccamento alla quotidianità e alla fi nalità pratica e contestualizzata degli interventi formativi poiché un esterno - per quanto capace e competente - per defi nizione non conosce il contesto. Forse tale atteggiamento tra-disce una qualche diffi denza o una percezione di ingerenza di fronte ad attori avulsi da un ambiente quotidiano che, invece, loro conoscono molto bene e che contribui-scono a creare. Non a caso, come visto in precedenza, i corsi più diff usi sono quelli organizzati dalla scuola di appartenenza.

Altre attività che risultano avere una ricaduta formativa per quote consistenti del campione sono la lettura di saggi e riviste, le consulenze - però, si osservi, mirate - e i corsi. Meno condiviso, invece, l’accordo sull’effi cacia elevata della rendicontazione delle attività svolte, il supporto di esperti (come detto) e le ricerche in Internet.

In quasi tutti gli item ci sono diff erenze sostanziali per genere, con le insegnanti mediamente più positive verso tutti gli strumenti citati ad eccezione delle ricerche in Internet che sono più valorizzate dai colleghi. Non ci sono diff erenze, invece, per ciò che attiene la lettura e la documentazione delle attività svolte.

Fig. 2.17. Popolazione docente per ordinamento scolastico e effi cacia formativa di alcuni supporti

35

La lettura e lo studio di saggi e riviste specializzate

Le ricerche in Internet

La documentazione delle attività svolte La produzione di materiali didattici per gli alunni

La consulenza mirata alla soluzione di problemi specifici

Il supporto di esperti di area disciplinare Il supporto di esperti di progetto Il confronto con colleghi più esperti La partecipazione a corsi di formazione

Scuola primaria Scuola secondaria di primo grado Scuola secondaria di secondo grado

(Base minima = 1.123 - % di «Molto effi cace»)

Considerando invece l’età, i più giovani condividono maggiormente il valore formativo delle ricerche in Internet e il supporto dei colleghi più esperti.

I docenti di materie tecnico-pratiche sono più entusiasti delle ricerche in Internet (le reputano molto effi caci il 22% dei docenti umanistici, il 17% di quelli di materie scienti-fi che e il 34% di tecnico-pratiche), ma meno per la consulenza mirata (rispettivamente 38%, 40%, 28%) e il supporto di esperti di area disciplinare (28%, 28%, 19%).

Per quanto riguarda il grado scolastico di insegnamento, si osservi la Fig. 2.17 che sembra proporre modelli formativi distinti: alla scuola primaria prevalgono con-fronto e condivisione (corsi, esperti, produzione di materiale per gli alunni,

rendi-contazione delle attività realizzate), mentre alla scuola secondaria di secondo grado sembra più diff uso un modello autonomo (lettura e ricerche in Internet).

Fig. 2.18. Le ineffi cienze dei dispositivi informativi

4 7

8 9

11 15

46

0 10 20 30 40 50

Basso livello d’interazione con i formatori Esperti non sufficientemente competenti Metodologie di svolgimento del corso Contenuti non adeguati alle esigenze formative dei docenti

Aspetti organizzativi (periodo di svolgimento del corso, orari, ecc.) Contenuti non aderenti agli effettivi bisogni della scuola

Scarsa ricaduta nelle attività didattiche

(%, Base=1.234)

Anche in questo caso, il dato di confronto temporale 2003 - 2008 presenta tratti di conferma e continuità.

Per quanto riguarda, invece, la scarsa effi cacia formativa di alcuni dispositivi specifi catamente destinati all’aggiornamento dei docenti, questi - in modo coeren-te - dichiarano che il primo rischio di inutilità risieda proprio nella scarsa ricaduta nelle attività didattiche (quotidiane), seguita da contenuti non aderenti agli eff ettivi bisogni della scuola (Fig. 2.18). Ed è interessante notare come su questo indicatore non siano presenti scostamenti per alcuna variabile di base: siamo di fronte ad una percezione fortemente condivisa dai docenti.

Tale quadro conferma, dunque, un elemento già emerso in più punti: la ricerca da parte dei docenti di una formazione in servizio che sia fortemente connessa alla loro quotidianità. Cosa che - come si vedrà poi - emerge anche nel momento in cui si passa ad analizzare i dati relativi alle richieste e alle attese circa l’off erta formativa futura.

8. L’AGGIORNAMENTO E LA FORMAZIONE IN SERVIZIO:

Nel documento Insegnare in Trentino (pagine 55-61)