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LA PARTECIPAZIONE SINDACALE

Nel documento Insegnare in Trentino (pagine 82-90)

INTENZIONI E RICHIESTE

2. LA PARTECIPAZIONE SINDACALE

La partecipazione sindacale si confi gura come una particolare specie di partecipa-zione associativa su base professionale, il cui obiettivo è più centrato sulla tutela del lavoro che sullo sviluppo delle capacità professionali.

In questo ambito, la rilevazione 2008 conferma il dato registrato quasi dieci anni prima di una bassa adesione sindacale degli insegnanti trentini. In quasi il 60% dei casi, gli insegnanti intervistati non sono mai stati iscritti ad alcuna organizzazione sindacale, mentre solo il 30% risulta iscritto al momento della rilevazione.

Rispetto al dato del 1999 si evidenzia un forte incremento del tasso di sindacaliz-zazione degli insegnanti della scuola primaria, mentre rimangono sostanzialmente invariati i dati relativi agli insegnanti delle scuole secondarie.

Tab. 4.2 Intervistati iscritti ad associazioni sindacali. Confronto 1999-2008

Trentino 1999 Trentino 2008

Mai iscritto 63,0 58,3 56,8 55,2 57,2 56,8

Sono stato iscritto in

pas-sato, ma non lo sono più 12,8 12,8 12,1 9,9 14,7 12,5

Sono attualmente iscritto 24,2 28,9 31,1 34,9 28,1 30,7

Basi: N = 289; N = 290; N = 595; N = 545; N = 306; N = 375

Anche in questo caso è possibile cercare di tracciare un identikit degli insegnanti iscritti, dei non iscritti e dei delusi dall’esperienza sindacale a partire da alcune varia-bili strutturali. Da questo punto di vista il dato più signifi cativo riguarda la progressi-va perdita di interesse per l’iscrizione ad un sindacato nel passaggio da una coorte di insegnanti a quella successiva. Se tra coloro che hanno più di 50 anni la maggior parte è stata iscritta ad un sindacato (e in quasi il 40% dei casi lo è ancora), nelle coorti di età successive la percentuale di chi è o è stato iscritto si riduce drasticamente fi no a raggiungere il 75% di non iscritti tra i più giovani. Se poi andiamo a considerare co-loro che non hanno rinnovato la propria tessera sindacale, osserviamo che anche tra i più anziani sono in molti ad essere stati presumibilmente delusi e ad avere abbando-nato questa esperienza (quasi un terzo del totale degli iscritti).

Se dunque i dati generali sulla partecipazione sindacale mostravano una genera-lizzata bassa adesione, la diff erenziazione per classi d’età evidenzia come le organizza-zioni di categoria appaiano in diffi coltà nel reclutamento di nuovi iscritti, nonostante una sostanziale tenuta degli indici complessivi. Questo potrebbe fare pensare ad un progressivo invecchiamento della base associativa e ad una particolare diffi coltà a coinvolgere gli insegnanti giovani e precari.

Le diffi coltà della partecipazione sindacale da parte degli insegnanti trentini si evidenzia anche dall’alta percentuale di intervistati che non hanno rinnovato

l’iscri-zione sindacale. Non solo, dunque, i giovani appaiono molto meno attenti ed inte-ressati alla partecipazione sindacale, ma anche una quota signifi cativa dei più anziani mostra un certo disincanto che porta solo una minoranza ad iscriversi e sentire come propria una appartenenza sindacale.

Fig. 4.1 Percentuale di intervistati iscritti ad un sindacato per classe d’età (N = 1223)

43,0

5,0 19,5 10,2 17,6

32,4 39,4

75,5

57,4

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0

fino a 39 anni tra 40 e 50 anni più di 50 anni

Mai iscritto al sindacato Iscritto in passato Iscritto attualmente

Altri fattori di tipo strutturale che discriminano all’interno del campione rispetto alla partecipazione sindacale sono il genere (è iscritto il 36% dei maschi contro il 31%

delle femmine) e, come ci si attendeva, il fatto di essere o meno insegnanti di ruolo (36% di iscritti tra i primi contro il 18% di chi non è di ruolo).

Proviamo ora ad osservare se l’appartenenza sindacale è associata ad atteggiamenti particolari nei confronti del mondo della scuola e delle politiche scolastiche. L’ipotesi, in questo caso, è che coloro che hanno un’appartenenza sindacale manifestino un’at-tenzione più specifi ca alle questioni collettive che riguardano il sistema scolastico.

A conferma di questa ipotesi si può osservare come tra gli iscritti al sindacato, sia più diff usa la conoscenza della nuova legge provinciale sul sistema educativo di istruzione e formazione (la cosiddetta «legge Salvaterra»). Il 35% degli iscritti ad un sindacato l’ha letta integralmente contro il 22% dei non iscritti; al contrario, solo il 9% degli iscritti non la conosce, a fronte del 20% dei non iscritti. Allo stesso modo, rispetto agli altri temi che riguardano le politiche scolastiche, per quanto anche all’interno del gruppo degli inse-gnanti sindacalizzati persistano opinioni assai divergenti, si conferma in maniera stabile il fatto che si tratta di soggetti più informati e più capaci di esprimere una loro opinione.

L’appartenenza sindacale, dunque, appare positivamente correlata ad una maggio-re attenzione e conoscenza rispetto ai temi generali che riguardano il sistema scola-stico, per quanto non comporti una uniformità dei giudizi, in linea con le diff erenze di opinione che contraddistinguono le diverse sigle.

A questo riguardo, il questionario chiedeva agli intervistati di dichiarare anche le organizzazioni sindacali a cui erano iscritti. La tabella 4.3 riporta i dati distinti per grado scolastico. Come si può facilmente osservare nella scuola primaria le tre sigle confederali raccolgono più del 90% degli intervistati. Negli altri livelli scolastici, invece, si fa decisamente più debole la posizione della CISL, mentre crescono le di-mensioni di Snals e Gilda.

Tab. 4.3 Percentuale di intervistati iscritti alle diverse organizzazioni sindacali per ordine scolastico (risp. multiple, Base = intervistati iscritti ad un sindacato)

Scuola primaria

Scuola sec.

di primo grado

Scuola sec.

di secondo grado

Federscuola CISL 33,1 18,8 9,1

UIL Scuola 22,6 32,2 39,4

FLC CGIL 37,6 36,2 26,1

SNALS 9,8 12,1 11,2

COBAS - - 2,1

GILDA 0,8 6,0 13,7

Altro 0,3 1,3 3,3

Basi: N = 133; N = 149; N = 241

3. CONCLUSIONI

Considerando congiuntamente i dati relativi alla partecipazione ad associazioni professionali di insegnanti o ad organizzazioni sindacali, emerge che ben i due terzi degli intervistati dichiarano di non partecipare, al momento dell’intervista né alle une né alle altre. Al contrario, il 22% partecipa ad organizzazioni sindacali, ma non ad associazioni professionali, il 3% ad associazioni, senza essere iscritto ai sindacati e, infi ne, il 9% partecipa ad entrambe.

Fig. 4.2 Distribuzione degli intervistati in base alla iscrizione ad organizzazioni sindacali e associazioni professionali (%)

Iscritto ad una ass.

professionale 3%

Iscritto sia ad un sindacato che ad

una ass.

professionale 9%

Non è iscritto né al sindacato né ad una ass. professionale

66%

Iscritto ad un sindacato

22%

Il quadro complessivo è quello di una bassa adesione ad organizzazioni profes-sionali strutturate, siano esse fi nalizzate alla difesa dei diritti dei lavoratori, che di sostegno alla professionalità individuale.

Tale dato sembra dunque indicare, anche tra gli insegnanti trentini, il predomina-re di un generale privatismo che predomina-rende diffi cile inserirsi attivamente in una comunità professionale che supera i confi ni degli istituti di appartenenza.

Capitolo 5

Le metodologie didattiche

Francesco Pisanu

1. INTRODUZIONE

In questi ultimi anni l’interesse e l’attenzione per l’innovazione della didattica nei contesti scolastici e formativi sono andati aumentando in maniera esponenziale. Ba-sti pensare alla miriade di studi e pubblicazioni prodotte su questa tematica. Solo per concentrarci sulla lingua italiana, una breve esplorazione su “google scholar” con la chiave di ricerca “didattica” ci porta a 55.700 record (articoli di rivista e libri), la mag-gior parte dei quali concentrati tra gli anni ’90 e la prima parte di questo secolo. Op-pure, per passare al contesto internazionale, una semplice query su PsycINFO (uno dei database di riferimento per la ricerca in ambito psico-pedagogico) con keywords

“teaching practices” porta a circa 2.000 record, mentre su ERIC (Educational resources Information Center), altro database di riferimento, i record diventano 6.500. Si può dunque comprendere l’importanza che attualmente riveste questa tematica per la ri-cerca empirica e per l’ambito applicativo.

In questo capitolo il focus sarà sulla concezione universalmente accettata di didat-tica, considerata come la teoria e la pratica dell’insegnare. Come si vedrà in seguito, non si considereranno tutti gli aspetti della didattica, ma solo alcuni legati, in senso stretto, alle modalità di insegnamento e alla gestione dei tempi. Si tratterà comunque di aff rontare una serie di questioni chiave e tutt’ora in continua evoluzione. L’obiettivo sarà quello di dare una visione descrittiva di ciò che emerge dall’analisi di alcuni item presenti nel questionario del 2008 e nella precedente rilevazione del 1999. Si cercherà di alternare ad una serie di riferimenti teorici, il discorso descrittivo e il commento sui dati. L’organizzazione del capitolo sarà, dunque, la seguente: una prima parte verrà dedicata ad una breve introduzione teorica sulla tematica, per localizzarla dal punto di vista delle rifl essioni empiriche e delle applicazioni pratiche e di policy, nel contesto europeo, italiano e trentino; una parte verrà dedicata alla presentazione delle variabili prese in considerazione all’interno del set di domande presenti nel questionario del 1999 e nel corrispettivo del 2008; una parte successiva verrà dedicata all’analisi dei dati, con un particolare focus comparativo, ove possibile, tra le versioni 1999 e 2008;

una parte conclusiva verrà infi ne dedicata ai commenti ai risultati e alle indicazioni per eventuali utilizzi degli stessi.

Nel documento Insegnare in Trentino (pagine 82-90)