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IMPEGNO DENTRO E FUORI LA SCUOLA: RAPPORTO DI COESISTENZA O DI ESCLUSIONE?

Nel documento Insegnare in Trentino (pagine 129-132)

INTENZIONI E RICHIESTE

4. IMPEGNO DENTRO E FUORI LA SCUOLA: RAPPORTO DI COESISTENZA O DI ESCLUSIONE?

Quanto si è visto fi n qui delinea un diverso tipo di impegno degli insegnanti rela-tivamente alla forma (continuativa o occasionale), all’investimento (attivo o passivo) e alla natura (scolastica o extra-scolastica) degli incarichi che ricoprono e delle atti-vità che svolgono. Ci si può chiedere a questo punto se e come questi diversi tipi si combinino tra loro, se coesistono o se l’uno escluda l’altro, in particolare se l’impegno al di fuori della scuola risulti legato al disimpegno dentro la scuola. I dati mostrano piuttosto una convergenza tra i profi li degli insegnanti anziché una contrapposizione.

I docenti che sono più impegnati all’interno del mondo scolastico sono anche quelli che più frequentemente di altri svolgono attività lavorative extra.

Si è visto in precedenza come chi svolge funzioni extra-didattiche (che per la loro continuità e per il fatto di essere subordinate all’autocandidatura da parte de-gli insegnanti, sembrano essere un buon indicatore della disponibilità ad assumersi compiti e responsabilità) sia anche più coinvolto degli altri in attività temporanee, anche a livello organizzativo e come tra chi, all’opposto, non svolge alcuna funzione oltre all’insegnamento risulti sovrarappresentato il gruppo chiamato “Non coinvolti”, ovvero quello dei docenti che, non solo non organizzano le attività con gli studen-ti, ma neppure vi partecipano. Ora è possibile osservare come ad entrambi i tipi di coinvolgimento corrisponda anche un maggiore impegno sul fronte extra-scolastico.

Le attività lavorative extra sono più diff use tra coloro i quali a scuola non si limitano alla didattica, ma si assumono incarichi che sono spesso onerosi, almeno dal punto di vista delle ore di tempo dedicate.

Fig. 7.6. Esercizio di attività lavorative extra-scolastiche per svolgimento di incarichi extra-didattici e tipologia di impegno in attività extra-didattiche con gli studenti

74,7

Nessuna attività Una attività Due o più attività

(Valori percentuali; Basi minime: Svolge incarichi extra-didattici=456, Non svolge incarichi extra-didattici=810;

Organizzatori=108; Impegno selettivo=234; Solo arte=269; Non coinvolti=424; Impegno di un giorno=131)

Inoltre, il fatto che nel gruppo dei “Non coinvolti” la quota interessata da attività professionali extra-scolastiche sia pari a quella del campione nel suo complesso, in-dica probabilmente che il non coinvolgimento di questi insegnanti in incarichi extra-didattici non sia da imputare ad un forte impegno nelle attività esterne.

Non emergono dunque segnali di inconciliabilità tra attività dentro e fuori dalla scuola. Sembra piuttosto che «impegno chiami impegno»: coloro i quali non si de-dicano esclusivamente alla didattica, mettono a disposizione le proprie energie e le proprie competenze sia all’interno sia all’esterno della scuola.

Capitolo 8

Insegnanti e genitori: l’incontro possibile

Alberto Zanutto

1. INTRODUZIONE

La relazione tra insegnanti e genitori è una relazione fondamentale ai fi ni di un corretto sostegno al percorso degli allievi a scuola. Storicamente è una relazione re-lativamente nuova, nel senso che i genitori, oltre alle rappresentanze formali, solo recentemente sono stati “chiamati” ad una relazione signifi cativa con il sistema sco-lastico. I genitori sono stati rappresentati da sempre come i “destinatari” del servizio dell’istruzione e tuttavia in questi ultimi anni stanno divenendo soggetto prioritario cui la scuola si rivolge per completare il processo educativo messo in atto con i fi gli.

Infatti, le iniziative volte a fornire anche ai genitori strumenti educativi sono sempre più frequenti, così come viene curato con attenzione il confronto con il personale insegnante. Purtroppo si osserva negli ambienti scolastici che nonostante sia forte l’interesse ad avere genitori attenti e sensibili che collaborano con la scuola, in realtà è alquanto diffi cile coinvolgerli. Certamente la scuola viene percepita dai genitori come un luogo in cui non è facile trovarsi a proprio agio e spesso, accanto ad una minoran-za di genitori molto attiva, rimane nell’ombra una maggioranminoran-za silenziosa che non riesce ad entrare in contatto permanente con la scuola. Questo fenomeno peggiora in relazione all’ingresso dei fi gli nei percorsi scolastici superiori.

Gli studi sul rapporto giovani e genitori ci consegnano un quadro molto interes-sante in merito alla rilevanza che i genitori assumono nella vita dei fi gli. La fami-glia defi nita da sempre il luogo primario di socializzazione e spazio protetto in cui muovere i primi passi verso la costruzione piena dell’identità, appare davvero come il luogo chiave in cui prendono forma i saperi sul mondo, le pratiche per potervisi orientare e soprattutto le parole per descriverlo.

Allo stesso tempo la scuola è un ente il cui obiettivo, a partire dai servizi di forma-zione che eroga a favore di tutti i cittadini, è diventare interprete istituzionale della complessità sociale e fornitore di strumenti di competenza di base necessari per af-frontare il mondo.

Sul piano pedagogico, dunque, genitori ed insegnanti avrebbero tutto l’interesse ad una cooperazione piena. La realtà dei fatti è molto più complessa. Le semplifi cazioni di questa relazione “a due” genitori-insegnanti muovono da una visione tutta centrata sulla trasmissione delle competenze disciplinari ad un’altra, opposta, tutta orientata a

garan-tire la maturazione di una serie di esperienze che poi spetta allo studente e all’ambiente familiare circostante far crescere. In questo senso gli studenti sanno di dover condividere con gli insegnanti la responsabilità degli apprendimenti disciplinari e la costruzione di una relazione positiva con essi. Allo stesso modo, ogni scelta rilevante ai fi ni scolastici, si fonda su un tessuto relazionale di tipo aff ettivo che invece riguarda quasi esclusivamente la relazione con i genitori. Gli errori nelle scelte scolastiche, infatti, vengono principal-mente attribuiti alla pressione dei genitori al momento delle scelte scolastiche.

Inoltre, come vedremo dai dati, è interessante notare che la relazione genitori-insegnanti è attraversata da un orientamento bipolare determinato dagli opposti innovazione-conservazione. A scuola, storicamente, pur essendoci ricorrentemente azioni di riforma, si continua ad assegnare il compito della conservazione alle “buone vecchie consuetudini”. Sembra cioè che le posizioni conservative siano comunque le relazioni dominanti nelle istituzioni scolastiche. Le pratiche discorsive presenti a scuola, diversamente da quanto accade nel nord Europa, sembrano sempre uguali a loro stesse e orientate a defi nire il “nuovo” come meno positivo del “vecchio”.

In questo capitolo si analizzano, dunque, le risposte degli insegnati trentini in me-rito ad alcune delle questioni che riguardano il rapporto insegnanti-genitori. Com’è stato ampiamente osservato nei capitoli precedenti il personale insegnante nei diversi ordini propone connotati sociali e di genere abbastanza particolari. Questioni che non vengono riportate qui ma che certamente hanno una infl uenza nella relazione con i genitori e che dovranno essere tenute presenti nelle analisi che seguono.

Nel documento Insegnare in Trentino (pagine 129-132)