• Non ci sono risultati.

Alici ai capperi con aromi mediterranei

Per 4 persone - Cottura: 5 minuti

Preparazione: 20 minuti più il tempo di raffreddamento.

Ingredienti

600 g di alici freschissime

1 cucchiaio di capperi sotto sale 4 cucchiai di olio extravergine di oliva 1 spicchio di aglio.

1 cucchiaio di origano fresco 3 limoni

sale.

Preparazione

Pulite le alici aprendole a libro ed eliminando la testa, la lisca e le interiora; sciacquatele accuratamente e tamponatele con carta da cucina. Disponete le alici in una padella con il succo di tre limoni, i capperi ben sciacquati dal sale e uno spicchio di aglio sbucciato e tritato finemente.

Cuocete il tutto per 5 minuti, verificate di sale, poi irrorate con l’olio extravergine di oliva e la-sciate raffreddare. Sistemate le alici in un piatto da portata, cospargete con foglioline fresche di origano e servite.

Significati simbolici dell’aglio

Agli e fravagli fattura ca non quagli. Corna e bicorne capa ‘alice e capa d’aglio...

Una famosa cantilena napoletana così parla dell’aglio, pianta magica per eccellenza: al-lontana il malocchio e gli spiriti malvagi. Secondo la tradizione, l’aglio tiene lontani i vampiri.

Questa leggenda nasce dal fatto che per i malati di porfiria, una patologia che sfigura le persone e le rende sensibili ai raggi ultravioletti, l’aglio è un alimento che stimola le tossine facendoli peggiorare.

Immagini dell’aglio nella storia dell’arte

Anche nel mondo dell’arte l’aglio ha avuto modo di distinguersi: per esempio, i colori im-piegati per decorare i preziosi codici miniati erano il frutto di un assortimento di ingredienti naturali combinati assieme secondo ricette “segrete”, tramandate di padre in figlio. Tutti gli ingredienti erano tenuti insieme inalterati proprio grazie al succo d’aglio, scelto per le qualità adesive e diluenti.

Come scrive Cennino Cennini, allievo di Agnolo Gaddi, a sua volta allievo di Giotto, nel Libro dell’Arte, l’aglio, dopo essere stato mescolato con biacca e bolo, risultava efficace per otte-nere un tipo di mordente da utilizzare in particolare su tavole o supporti di ferro. Il formaggio, invece, era adoperato per produrre una colla. Ecco la ricetta: un formaggio stagionato, messo a mollo in acqua, viene grattato sulla superficie; il giorno dopo, la raschiatura viene scolata, impastata – esattamente come si fa con il pane – e mescolata con della calcina.

L’aglio nella letteratura

Di certo la prima citazione si trova nel più antico testo medico conservato, Codex Ebers (1550 a.C), un papiro egiziano lungo 20 metri che contiene alcune centinaia di formule terapeu-tiche e l’aglio viene proposto in una ventina di esse come rimedio efficace contro il mal di testa, le puncture degli insetti e per lenire i dolori. Resti di aglio sono stati trovati nella tomba di Tutankhamon e viene citato anche nelle iscrizioni della piramide di Giza.

L’aglio è ricordato nel Vecchio Testamento come uno dei cibi di cui gli ebrei sentivano la mancanza durante la traversata del deserto.

Ippocrate, il fondatore della medicina moderna, nel V secolo a.C., lo consigliava per curare infezioni, ferite e la lebbra.

Nella Roma Imperiale veniva largamente usato da contadini e soldati e fu consacrato a Mar-te, dio della guerra, simbolo di potenza e virtù. Viene menzionato da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia e nelle opere di Terenzio Verrone, Ovidio ed altri autori dell’epoca.

Che dire del X Canto dell’Odissea dove Ulisse ricorda l’aglio per le virtù protettive contro i filtri magici della Maga Circe.

Lo troviamo nell’Erbario di Urbino, un manoscritto del XVI secolo che è una preziosa raccolta di ricette che fondono medicina popolare e conoscenze empiriche sulle virtù terapeutiche delle piante.

Tuttavia, per avere un riscontro con una base scientifica più certa, bisogna risalire al seco-lo scorso. Nel 1858, Luigi Pasteur, chimico e bioseco-logo francese, determinò scientificamente le qualità antibiotiche dell’aglio; nel 1918 durante la terribile influenza, ‘la spagnola”, che colpì l’Europa, in molti paesi si ricorse all’uso dell’aglio per cercare di arginare l’epidemia e gli inizi del 1900, Albert Schweitzer lo usa in Africa come solo rimedio contro la dissenteria.

Agretti romani

a cura della sezione provinciale LILT di Roma

Gli agretti sono una verdura primaverile tipica della dieta me-diterranea, sono ricchi di sali minerali e famosi per le proprie-tà depurative. Prendono il nome dal loro sapore tendenzial-mente acidulo, e come spesso accade per gli ortaggi, sono conosciuti lungo il territorio nazionale con numerose denomi-nazioni locali. Alcuni esempi sono “Barba di Frate”, “Barba del Negus”, “roscano”, “senape dei monaci” e “lischi”.

La pianta è originaria dell’Eurasia e Nord Africa, ma si trova anche in Italia, in Spagna, sulle coste atlantiche della Francia e del Portogallo e sulla costa del Mar Nero.

Il nome latino è Salsola Soda ed appartiene alla famiglia delle chenopodiaceae. Può crescere in piccoli arbusti fino a 70 cm di altezza e le foglie filiformi sono particolarmente carnose e di colore verde brillante. Gli agretti vengono utilizzati come bio-risana-mento nelle colture dei pomodori e dei peperoni quando vengono coltivati in terreni salini. La Salsola Soda estrae abbastanza sodio dal

suolo per migliorare la crescita della pianta coltivata, migliorando così le rese dei raccolti. Le piantine giovani e i germogli sono largamente usati in cucina sia cotti che crudi mentre nel-la medicina poponel-lare l’infuso delle foglie era impiegato come diuretico in caso di calcolosi renale. Storicamente ha avuto una grande importanza come fonte di carbonato di sodio, che viene estratto dalle sue ceneri dopo la combustione. Il carbonato di sodio è una delle sostanze alcaline cruciali nella produzione del vetro e del sapone. Non è un caso se le auto-rità della Serenissima Repubblica di Venezia dedicarono la loro attenzione alla salvaguardia della Salsola Soda, fondamentale per la lavorazione del vetro ed in particolare del cristallo di Murano. Tipici della gastronomia laziale, sono diffusi anche nelle regioni centro settentrionali del nostro paese nonché in tutta l’area mediterranea, dove le condizioni climatiche sono favorevoli alla loro crescita.

Per le loro alte proprietà depurative, conosciute fin dal XV secolo, gli agretti sono una delle ver-dure utilizzate tradizionalmente nella cucina ebraica, tanto da essere i protagonisti dei piatti primaverili serviti per lo Shabbat. La tradizione giudaica del consumo di questo ortaggio è mantenuta viva soprattutto nella comunità ebraica romana.

Rapporto agretti-salute

Gli agretti hanno innumerevoli proprietà nutrizionali utili per mantenersi in forma, nel dettaglio:

Sono ricchi d’acqua e di fibre pertanto svolgono un ottimo effetto sulla diuresi e la regolarità intestinale.

Contengono acido folico; secondo il World Cancer Research Fund un consumo quotidiano di vegetali ricchi di acido folico riduce significativamente il rischio di tumore, come quello al pancreas.

Hanno proprietà depurative, grazie anche all’alta presenza di clorofilla e acqua.

Contengono molti sali minerali quali potassio e calcio che aiuta ad eliminare le scorie e il co-lesterolo in eccesso nel sangue e aiutano a raggiungere il fabbisogno giornaliero di vitamine e minerali

Hanno una adeguata quantità di fibra insolubile e quindi vengono loro riconosciute proprietà lassative.

Sono consigliati nelle diete ipocaloriche poiché contengono una scarsa quantità di carboi-drati e di lipidi. Gli agretti contengono solo 17 kcal per cento grammi.

Non contengono glutine, per cui possono essere consumati da chi ha problemi di celiachia.