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Emozioni e letteratura

Rabbia

Le emozioni legate alla rabbia portano a modificare il rapporto con il cibo determinando o la cosiddetta “fame nervosa” o il rifiuto generalizzato verso ogni alimento. Dal punto di vista bio-chimico i toni dell’umore sono regolati da serotonina e endorfine, la cui secrezione, dipende, fra l’altro, dal triptofano, un aminoacido contenuto in cioccolato, cacao amaro, frutta secca (in particolare mandorle, noci e arachidi), nel pesce (in particolare in alici, tonno, orata) nel-le bietonel-le e negli spinaci. In ogni regime ipocalorico per perdere peso o curare malattie cro-niche dovrebbe essere assicurata la presenza di un adeguato livello di triptofano apportato dagli alimenti per evitare un aumento dello stress provocato dal cambiamento delle proprie abitudini. Queste considerazioni sono diventate oggetto di uno studio randomizzato curato dall’Università di Cambridge e pubblicato sulla rivista “Biological psychiatry”.

Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero d’esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l’altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità:

soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri.

R. Barthes, Frammenti di un discorso amoroso Coloro che consumano cioccolato godono di una salute costante e sono meno propensi alla miriade di piccoli malumori che offuscano la felicità della vita.

J. Anthelme Brillant-Savarin Tristezza

Il malinconico siede assente silenzioso. Guarda fisso davanti a sé. Le membra del corpo diven-tano quasi degli alberi. Può rimanere fermo per ore senza sentire, pensare, senza parlare. Il suo sangue scorre più lentamente nelle vene...

Diari di Munch La vita può essere sentita come una nausea nello stomaco, l’esistenza della propria anima come un malessere dei muscoli. La desolazione dello spirito, quando è sentita troppo acutamente, provoca delle maree in lontananza nel corpo e fa male per delega. Sono cosciente di me in un giorno in cui il dolore di essere cosciente è languidez, mareo, y angustioso afàn.

F. Pessoa, Il libro dell’inquietudine Immaginate una famiglia intorno al tavolo. Padre, madre e 2 bambine con i boccoli biondi appoggiano i gomiti su una tovaglia rosa. I piatti sono sistemati sui punti in cui la tovaglia si è macchiata di olio il giorno prima. Al centro del tavolo, la coppa dell’insalata al prezzemolo. Il padre intinge il pane. La madre assaggia con la punta della forchetta. La figlia maggiore con il mignolo. La figlia minore che non mangia l’insalata di prezzemolo, si dondola sulla sedia. Guar-da le mutande stese sulla terrazza della casa di fronte.

Citazione da Autore non noto

Miriam aveva dimenticato il marito così come si abbandona un piatto di minestra sul tavolo, senza più toccarlo. Il loro amore era freddo.

C. Férey, La gamba sinistra di Joe Strummer Felicità

I due non si conoscono ancora. Bisogna, quindi, che si raccontino: “ecco cosa sono”. È il piacere narrativo, quello che al tempo stesso appaga e ritarda la conoscenza, quello che, in una paro-la, rilancia. Nell’incontro amoroso, io non smetto di rimbalzare, sono leggero”.

R. Barthes, Frammenti di un discorso amoroso Oh, danzate l’arancia. Da voi balzi

il paesaggio più caldo, perché al vento nativo raggi l’arancia matura.

R.M. Rilke, Sonetti a Orfeo La vista della focaccia, prima d’assaggiarla, non mi aveva ricordato niente; forse perché, aven-done poi viste spesso, senza mangiarle, sui vassoi dei pasticceri.. di quei ricordi così a lungo abbandonati fuori della memoria, niente sopravviveva, tutto si era disgregato… ma ad un tratto, il ricordo legato a quel sapore rinasce: rinasce il sapore della briciola di madeleine che la dome-nica mattina la zia Lénie offriva, dopo averla bagnata nel suo infuso di tè o di tiglio.

M. Proust, La Recherche Paura

Una sera passeggiavo su una strada di montagna… il sole era come una spada di sangue fiam-meggiante sparso nella volta celeste. L’aria era diventata sangue con lamine di fuoco taglienti.

Le cime delle montagne erano diventate azzurro scuro. I fiordi si spalancavano tra freddi azzurri e gialli fiammeggianti… I volti dei miei amici si trasformarono in taglienti sfumature di giallo quasi bianco. Avvertii come un grido e realmente sentii un grande grido. I colori della natura, le linee della natura. Linee e colori vibrarono al movimento. Queste oscillazioni non provocarono solo oscillazioni visive ma anche oscillazioni sonore per cui realmente sentii quell’urlo. Allora dipinsi L’urlo.

Dal diario di Munch Aveva paura di mangiare.

Perse il 25% del suo peso corporeo.

Aspirava alla perfezione. Il suo desiderio sessuale sparì.

Aveva delle esplosioni di rabbia. Non aveva più le mestruazioni.

Si sentiva isolata. Aveva sempre freddo.

Desiderava avere il controllo. Si sentiva debole.

Negava la sua fame. Una peluria fine stava crescendo su tutto il suo corpo.

Era depressa.. Soffriva d’insonnia.

Aveva un’immagine molto distorta del suo corpo.

Il suo battito cardiaco era irregolare.

Anelava l’attenzione altrui.

Quasi morì.

R. Lasser, Fear of Fat Eats Us Alive (1997) Sorpresa

… A rigore, dunque, quella che chiamiamo noia è piuttosto un morboso accorciamento del tempo in seguito a monotonia: lunghi periodi di tempo, se non si interrompe l’uniformità si

restrin-gono in modo da far paura; se un giorno è come tutti, tutti sono come uno solo; e nell’uniformità perfetta la più lunga vita sarebbe rivissuta come fosse brevissima e svanirebbe all’improvviso.

T. Mann, La montagna incantata Mi rotolo nel cioccolato. Immagino me stesso in un campo di cioccolato, su una spiaggia di cioccolatini mentre mi crogiolo-grufolo-ingozzo. Non ho tempo per leggere le etichette; mi infilo i cioccolatini in bocca a caso.

J. Harris, Chocolat

Disgusto

Il cibo, assume talvolta significati cupi e inquietanti. Nel famoso racconto La Metamorfosi (1916), di Franz Kafka, per esempio, gli alimenti hanno un valore profondo e angoscioso:

trasformato in un enorme scarafaggio, il protagonista incomincia a provare disgusto per i cibi freschi e ad essere attratto da quelli avariati, e proprio questo cambiamento di gusto alimentare, sancisce la sua definitiva trasformazione.

Il cibo ha un aspetto angosciante anche nella lirica Il sogno del prigioniero (1958), di Euge-nio Montale. Gli alimenti assumono qui il valore di un richiamo raccapricciante di morte, un richiamo che è, del resto, storicamente reale: basta pensare che i forni crematori, che nei campi di sterminio nazisti venivano utilizzati per incenerire i cadaveri dei prigionieri, venivano presentati come forni per cuocere il pane. Quindi l’uomo “cucinato e mangiato”, sull’orribile mensa cannibalesca imbandita, dai potenti per eliminare gli oppositori, è una realtà, prima ancora che una grottesca e tragica metafora.

Un sapore di sangue in bocca, invece che questo sapore di formaggio, non farebbe differenza.

J.P. Sartre, La nausea Venne davanti alla panchina, tutto prescioloso, con gli occhi e la bocca giallognoli… C’era un macello di gente, all’arrivo dei treni: tutti tarpami morti di fame coi fagotti intorno che puzzavano di pecora, di caciotta attanfanata.

P.P. Pasolini, Una vita violenta Il puzzo di cavolo, quello lo conoscevo già dai miei tempi di collegio. Un padre una volta ci aveva spiegato che il cavolo ha un’azione inibente sulla sensualità. L’idea che la mia o l’altrui sensualità dovesse venire repressa in quel modo, mi nauseava.

H. Boll, Opinioni di un clown La scrofa continuava a scappare davanti a loro, perdendo sangue, barcollando come pazza e i cacciatori le andavano dietro, posseduti da una gioia feroce, eccitati dal lungo inseguimento e da tutto quel sangue… Le erano proprio dietro quando essa arrivò, barcollando, a una radura dove crescevano dei bei fiori e delle farfalle danzavano una intorno all’altra e l’aria era calda e ferma. Qua, abbattuta dal calore, la scrofa piombò al suolo e i cacciatori si gettarono su di lei.

Quella spaventosa irruzione fuori da un mondo conosciuto la rese frenetica: strillava e saltava e l’aria era piena di sudore e di fracasso e di sangue e di terrore… Jack le balzò sul dorso e pianto giù il coltello… adagio adagio la lancia penetrò e gli strilli terrorizzati divennero un grido solo, altis-simo. Poi Jack trovò la gola e il sangue gli sprizzò sulle mani, caldo caldo… Le farfalle danzavano sempre, distratte in mezzo alla radura.

W. Golding, Il Signore delle Mosche

Il legame fra cibo ed emozioni è vitale; è pertanto fondamentale custodirlo nel tempo. Le emozioni primarie sono fortemente connesse ai colori che dovrebbero ispirare la scelta dei prodotti di stagione. Appartengono, per esempio, alla sfera del bianco: aglio, cavolfiore, ce-triolo, cipolla, finocchio, mela, pera, porro; alla sfera del verde: asparago, carciofo, fagiolini, lattuga, spinaci; alla sfera del violetto-blu: frutti di bosco, melanzana, prugna, radicchio rosso;

alla sfera del giallo-arancio: albicocca, arancia, carota, limone, melone, pesca, zucca; alla sfera del rosso: anguria, ciliegia, fragola, peperone/peperoncino, pomodoro, ravanello.

Gli alimenti del gruppo bianco sono ricchi di fibra, potassio, vitamina C; mele e cipolle con-tengono grandi quantità di flavonoidi, associati alla prevenzione della malattia neoplastica, così come il consumo abituale di cavolfiore.

Verde: frutti e ortaggi di questo gruppo contengono due nutrienti ad alto valore antiossidan-te, clorofilla e carotenoidi che hanno una funzione protettiva contro l’invecchiamento. Sono ricchi di magnesio, sale minerale che contribuisce alla regolazione della pressione del san-gue e alla trasmissione dell’impulso nervoso.

Il contenuto di Vitamina C degli ortaggi e delle frutta di questo colore è molto elevato, in par-ticolare nei broccoli, nel prezzemolo, negli spinaci e nel kiwi.

Blu-Viola: contengono sostanze come le antocianine importanti per la vista e per la circola-zione capillare.

Giallo-Arancio: hanno un alto contenuto di beta-carotene, precursore della vitamina A, che interviene nella crescita, nella riproduzione e nel mantenimento dei tessuti, nel potenziamen-to delle difese immunitarie e nella protezione della vista.

Rosso: hanno molto contenuto di licopene e antocianina, pomodori e anguria sono ottime fonti di licopene che riduce i danni cellulari da ossidazione.

L’esplorazione dell’area cibo-emozioni dovrebbe pertanto essere completata da una ripropo-sta di uno schema delle emozioni primarie per associare ad ogni azione la sfera cromatica prevalente.

Questo potrebbe guidare, soprattutto nella prima infanzia, un percorso di educazione al gu-sto di frutta e verdura che privilegi l’ascolto delle risposte istintive del bambino.

Come nota generale, alternare i colori, contribuisce all’equilibrio nutrizionale, favorito anche da conoscenza, assaggio e consumo privilegiato di frutta e verdura di stagione di cui ripor-tiamo di seguito uno schema riassuntivo.