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Piatto freddo unico con legumi

Nel documento I gusti della Salute. Un dizionario dei cibi (pagine 181-184)

Ingredienti

350 g di legumi cotti misti (ceci, lenticchie, fagioli, cicerchie, fave, piselli ecc..) 300 g di pomodori

300 g di verdure cotte di stagione (fagiolini, zucchine, asparagi, taccole, bietole ecc..) 30-40 g di foglie di basilico

60 g di miglio o amaranto cotto

3 cucchiai di olio extravergine di oliva di Brisighella sale e pepe.

Procedimento

Unire gli ingredienti cotti (legumi, verdure e miglio), i pomodori crudi, le foglie di basilico e completare con 3 cucchiai di olio, sale e pepe.

• Senza glutine

• Senza lattosio

• Senza colesterolo

• Vegana

• Ricca di fibra, grassi buoni ed antiossidanti

Significati simbolici dell’olio di Brisighella

L’olio di oliva è al centro delle attenzioni delle tre grandi religioni del Libro – senza alcuna differenza di riguardi tra Ebraismo, Cristianesimo e Islam – fino a essere coralmente ritenuto espressione della diretta presenza di Dio tra gli uomini, in quanto diretta emanazione dello Spirito Santo.

Nella Bibbia è citato circa duecento volte, sia per quel che concerne gli usi quotidiani, sia per gli usi più strettamente sacri. Gli Ebrei lo adoperavano per “ungere” il loro Re e gli Egizi lo consideravano a loro volta un dono degli dei.

Associato nei testi sacri frequentemente alla festa (Sal 104, 15), dalle notevoli proprietà tera-peutiche, l’uso dell’olio d’oliva si inserisce costantemente nel contesto di situazioni aventi per protagonisti i sacerdoti, i profeti, i re e gli ospiti importanti, ai quali conferisce sacralità, onore ed autorevolezza. Nell’Antico Testamento, il termine “unto” è spesso sinonimo di “consacrato”

ed indica una persona, spesso figura regale, prescelta per assolvere ad un determinato

compito di prestigio. Da qui la diretta connessione del termine greco Christòs alla figura di Gesù (Gv 1, 41; 4,25; At, 4, 24-27).

L’olivo, inoltre, in quanto sacro alla dea Atena rappresenta la sapienza nella forma di Atena-Sofia nata dalla testa di Zeus.

L’olio veniva anche usato puro o come base di unguenti per unzioni cerimoniali, per offerte, per medicare le ferite, per preparare le salme nel loro cammino nell’aldilà. In Grecia così come in Egitto si lavavano e si ungevano d’olio le statue degli dei per conferirle vitalità e come atto di devozione e totale riverenza.

Immagini dell’olio di Brisighella nella storia dell’arte

L’olivo è sempre stato rappresentato nell’arte sia come pianta che come ramoscello dai pitto-ri, illustratopitto-ri, scultopitto-ri, con forti significati simbolici legati sia alla tradizione classica che a quella cristiana.

Miniature del XV Secolo, La raccolta delle olive

Il ramoscello d’olivo si ritrova ad accompagnare anche alcuni dei momenti salienti della vita dell’uomo, come il matrimonio. Ne L’unione felice del Veronese, diversi dettagli, densi di signifi-cati simbolici, amplificano l’importanza della celebrazione: tra questi il ramoscello d’olivo che i due sposi tengono delicatamente in mano, simbolo di pace e di concordia.

Paolo Veronese, Unione felice (1570) (Fig. 73)

Perché l’olivo sia rappresentato in maniera realistica bisognerà attendere fino all’Ottocento, quando l’attenzione a riprodurre i paesaggi nei loro minimi dettagli fa sì che l’olivo diventi una presenza costante del paesaggio italiano e soprattutto mediterraneo.

Nel Novecento, Vincenzo Guerrazzi rappresenta la fatica e il duro lavoro della raccolta delle olive.

Vincenzo Guerrazzi, Raccoglitrici di olive. (Fig. 74)

L’olio di Brisighella nella letteratura

Visto il carattere di sacralità con cui si caratterizza l’olio estratto dalle olive, è evidente che una cospicua parte delle citazioni più significative si debbano individuare proprio nei testi sacri, o comunque in quella vasta area della letteratura in cui si fa rientrare sia l’ambito mitologico che quello religioso. La prima menzione si trova nel libro della Genesi, nel corso della narra-zione del diluvio universale, con Noè che accoglie con soddisfanarra-zione il ritorno della colomba con un ramoscello d’olivo nel becco, a significare il ritorno alla normalità.

Non ci sono però i soli passi della Bibbia, anche la letteratura e la storia abbondano in cita-zioni. Nel quinto secolo prima della venuta di Cristo, lo storico greco Tucidide sosteneva che i popoli del Mediterraneo cominciarono a uscire dalla barbarie proprio nel momento in cui impararono a coltivare l’olivo.

Per i Greci, d’altra parte, l’olivo è l’unico albero che nasce dal pensiero e dal desiderio espresso da Atena. La leggenda racconta infatti che per decisione di Zeus, il possesso della città di Atene e della regione dell’Attica, verrà aggiudicato al Dio che fornirà il dono più utile. Alla fine, restano in gara solo Atena e Poseidone. Quest’ultimo, colpendo con il suo tridente il suolo, fece sorgere il cavallo più potente e rapido, in grado di vincere tutte le battaglie; Atena, colpendo la roccia con la sua lancia, fece nascere dalla terra il primo albero di olivo per illuminare la notte, per mendica-re le ferite e per offrimendica-re nutrimento alla popolazione. Atena divenne così la dea di Atene.

Secondo una leggenda riferita da Plinio e da Cicerone, sarebbe stato Aristeo lo scopritore dell’olivo e l’inventore del modo di estrarre l’olio, all’epoca fenicia.

L’Iliade e l’Odissea narrano spesso dell’olivo e del suo olio. Da lì in poi l’olio compare in moltis-sime citazioni letterarie, di seguito ne trascriviamo alcune.

Il paragone con l’oliva, la presenza dell’olivo, ricorrono come elementi chiave nei versi de-dicati al tema dell’amore, dove gli attributi riconosciuti alla pianta e al suo prezioso estratto diventano un modo per parlare delle virtù della donna amata. Così come avviene nei versi di Torquato Tasso che scrive della sua musa: “Vita de la mia vita, tu mi somigli pallidetta oliva (...)”.

E ancora sono le fronde dell’olivo a coronare il capo del nobile e del potente; come sottoline-ato da Niccolò Macchiavelli che in Istorie fiorentine scrive: “(...) e per il cammino gli fu posta una ghirlanda d’ulivo in testa, per mostrare che ad quello avesse e la salute e la libertà di quella patria a dependere.”

“Così dentro una nuvola di fiori, che dalle mani angeliche saliva e ricadeva in giù dentro e di fori sovra candido vel cinta d’uliva donna m’apparve, sotto verde manto vestita di color di fiamma viva.”

Dante, Divina Commedia, II, XXX, 28-33

“Non fo il dé e la notte altro che filare, tanto che la carne mi s’è spiccata dall’unghia, per poter almeno avere tanto olio che n’arda la nostra lucerna”. Giovanni Boccaccio

“Soffocato dal sole e dalla polvere ho corso queste cinquanta miglia – e sempre pieno di voi, e vinto dal desiderio della mia patria, e funestato dalle disavventure de’ medici cari – il mio olio e il mio vino è scarso e tante piaghe!” Ugo Foscolo.

“Dice il magontino arcivescovo – A canto de la mazza ferrata io porto l’Olio santo: ce n’è per tutti”. Giosuè Carducci.

“Così va fatto! Le nostre opere non devono mirare solo al presente, ma all’avvenire, non a noi soli, ma ai discendenti nostri. E allora i discendenti, anche lontani, prenderanno un poco d’olio degli ulivi che noi abbiamo piantato”. Giovanni Pascoli.

“L’olio cantò, murmure sommesso; un acre odore vaporò per tutto.” Giovanni Pascoli.

“In quella casa una sola finestra era illuminata, la finestra del cristiano che agonizzava aspet-tando l’Olio santo”. Gabriele D’Annunzio.

“Il mare è quieto come l’olio”. Gabriele D’Annunzio.

“La sera colava il suo olio, dai bronzi riflessi di cangianti putredini, e le onde n’eran tutte impe-ciate”. Filippo Tommaso Marinetti.

Olio di Pennalura

a cura della sezione provinciale LILT di Crotone

La Pennulara o Nostrale di Caccuri

La Pennulara o Nostrale di Caccuri è una varietà a duplice attitudine con areale di distribu-zione limitato a pochissimi comuni dell’alto crotonese. Sarebbe utile anche notare l’accosta-mento tra presenza di grotte basiliane (circa intorno al IX-X secolo Dopo cristo) e la coltivazione della Pennulara. Dai risultati ottenuti svolti dal CRA, dall’Università di Napoli e da altri Enti di ricer-ca si evince che l’olio di oliva extravergine di Pennulara ha un valore di acido oleico superiore all’80%. Inoltre è stato evidenziato un basso contenuto in acido palmitico (7-8%), ottimo

rap-porto omega tre/omega sei, ottimali i rapporti tra acido oleico e linoleico e tra insaturi e saturi.

Le ricerche e le indagini svolte in sintesi hanno evidenziato che l’olio ottenuto dalla Pennulara è un olio di alta qualità, unico con forte caratterizzazione identitaria, dotato di ottime peculiari-tà sia gustative che nella composizione chimica. Il profilo sensoriale dell’olio è infatti equilibrato e reso molto gradevole dai sentori di amaro e piccante, estremamente graditi dal consuma-tore. Il fatto, poi, che vi sia un elevato rapporto oleico/linoleico oltre a rappresentare un pregio dal punto di vista nutrizionale riveste anche notevole importanza per la conservabilità dell’olio.

Per le medesime ragioni di natura nutraceutica (cioè un cibo che offre benefici per la salute) non è di secondaria importanza il buon contenuto in fenoli e oleuropeina. In conclusione l’olio di oliva extravergine di Pennulara presenta delle caratteristiche e peculiarità uniche e di grande valenza per la salute umana che necessitano di essere raccontate e diffuse al fine di promuovere non solo il prodotto olio ma anche un intero territorio. L’olio evo “pennulara” risulta valido anche per l’applicazione topica, infatti possiede proprietà ed applicazioni che vanno ben oltre quelle culinarie, è infatti riconosciuto come un ottimo olio per l’uso cosmetico, grazie alla sua composizione molto simile a quella del sebo naturalmente prodotto dall’epidermide.

Quindi l’olio evo “pennulara” è una fonte di benessere ed alleato di bellezza.

Ricette

Nel documento I gusti della Salute. Un dizionario dei cibi (pagine 181-184)