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L E ALLUVIONI IN I TALIA : IL CASO DI A TRAN

Nel documento Introduzione (pagine 50-55)

LA RICOSTRUZIONE POST-ALLUVIONE NELLE DESTINAZIONI TURISTICHE: UN MODELLO INTERPRETATIVO

2. L E ALLUVIONI IN I TALIA : IL CASO DI A TRAN

L’imprevedibilità dei fenomeni alluvionali determina l’incapacità da parte della scienza di preannunciarli in modo corretto, per valutarne a priori la pericolosità, i suoi relativi rischi e soprattutto la resilienza dei territori. Queste considerazioni possono essere applicate all’alluvione che si è riversata in Atrani nel 2010, provocando morti e ingenti danni alla popolazione.

Atrani è una cittadina nella provincia di Salerno, nella regione Campania ed è il più piccolo comune dell’Italia meridionale per estensione territoriale, essendo stretta tra il monte Civita ad est ed il monte Aureo ad ovest ed estendendosi lungo la valle del fiume Dragone. È anche il comune con un’elevata densità abitativa, con un rapporto abitanti/kmq di 6973 nel 2012 tanto che il suo versante, il suo abitato e tutta l’area costiera rischiano fenomeni di crolli, frane e colate del fiume.

Tali rischi, peraltro, sono evidenziati nel piano per l’assetto idrogeologico elaborato dall’Autorità di Bacino Regionale «Destra Sele», che dopo uno studio sulle problematiche e sulle criticità franose e idrogeologiche, ha descritto nel piano di Bacino tutte le misure strutturali e non strutturali da intraprendere nell’area costiera di Atrani e in tutto il suo versante. In effetti tali indicazioni per il riassetto idrogeologico sono da considerarsi delle opere dirette a mitigare quei danni che comunque

non sono da escludersi in presenza di ulteriori alluvioni molto forti. In presenza dell’evento alluvionale del 2010, peraltro, il sistema territoriale di Atrani ha reagito con misure strutturali, aumentando la resilienza del territorio. Tali azioni sono state ben assorbite anche dal sistema economico tanto che si è potuto registrare una diversificazione delle attività economiche: se fino a quel momento le imprese più numerose da un punto di vista quantitativo erano quelle dedicate ai servizi turistici, dopo due anni dall’evento sono le imprese di costruzioni maggiori di quelle dedicate al turismo (dati della Camera di Commercio di Salerno).

Prima dell’inondazione, infatti, Atrani grazie alla sua posizione geografica, insistendo sul Golfo di Amalfi e trovandosi proprio a pochi metri di distanza da Amalfi, considerava la sua vocazione turistica basilare per lo sviluppo economico, tanto che molte delle risorse ambientali e culturali del territorio erano utilizzate per fini turistici. L’ampliamento e lo sfruttamento delle risorse a fini turistici ad Atrani, peraltro, ha determinato nel tempo la formazione di un unico sistema turistico con Amalfi, amplificando così le possibilità attrattive dei luoghi. Di conseguenza le attività economiche sono state rivolte ad accrescere i servizi turistici, soprattutto per la difficile accessibilità e fruibilità delle risorse.

Dopo l’inondazione, il turismo, pur rimanendo il settore produttivo prevalente, ha assunto caratteri diversi da quelli originari: dagli anni Settanta fino ai nostri giorni i turisti, per lo più italiani, si sono recati ad Atrani molto spesso per trascorrere il tempo liberato dal lavoro nei luoghi nativi o in visita di parenti ed amici praticando quasi esclusivamente il turismo balneare. Dopo il 2010 questa cittadina ha elevato qualitativamente la sua offerta rendendola adatta ad ospitare i turisti per lo più stranieri.

L’incremento delle presenze, dopo due anni dall’evento alluvionale, è dovuto in parte al miglioramento della qualità dei servizi turistici e quindi all’attenzione che la comunità locale ha rivolto alla sicurezza: nel 2012 per la prima volta i turisti hanno preferito le strutture alberghiere – in tale anno è stato aperto l’unico albergo – e, secondo i dati forniti dall’APT di Salerno, si sono registrate nello stesso anno 4009 presenze di stranieri contro i 2452 di italiani.

Il nuovo albergo, costruito dopo il disastro, ha innestato quel processo virtuoso di immagine positiva della località, soprattutto per quelle nuove tipologie di turisti attenti alla qualità e alla sicurezza. La realizzazione di garanzie qualitative, infatti, costituisce la base di quella reputazione e quel brand, indispensabile al passaparola tra i turisti.

L’afflusso nell’ultimo anno di turisti può essere interpretato, peraltro, come quel segnale favorevole da parte dei turisti alla scelta di sostenibilità della ricostruzione avviata dalla comunità locale. In tale clima di positività il turista riconosce l’avvicinamento delle imprese locali alle proprie esigenze e ne percepisce un elemento di accoglienza e di ospitalità, molto rilevante ai fini del valore aggiunto locale: i turisti, sicuri della qualità offerta dal territorio, sono più disponibili a spendere in beni prodotti localmente, fidelizzandosi.

È utile precisare che non è mai possibile realizzare una totale sicurezza soprattutto nei riguardi di futuri e possibili eventi alluvionali (KUNDZEWICZ, 1999, p. 559). La pericolosità degli argini e del versante di Atrani non è mutata, infatti, in quanto le opere strutturali, così come segnalate nel piano di bacino elaborata dall’autorità regionale di Bacino del Destra Sele (REGIONE CAMPANIA, AUTORITÀ DI BACINO REGIONALE IN DESTRA SELE, 2011, pp. 38 e 325-326), sono molto lente e complesse, anche per i tempi lunghi e gli investimenti molto copiosi necessari per la loro esecuzione e realizzazione. La «resilienza» di tale territorio, pertanto, come la capacità di minimizzare gli impatti derivanti da eventi dannosi e improvvisi per stabilire un equilibrio ecologico, economico e sociale, è un processo lento e graduale con conseguenze nella sostenibilità della ricostruzione.

3.CONCLUSIONI

Le alluvioni incidono sui territori in maniera significativa e nella maggior parte dei casi, ne cambiano l’uso delle risorse. La velocità delle relative trasformazioni dipende da molteplici fattori, tra i quali quelli ambientali, che ne costituiscono gli elementi principali. Dalla rapidità di risposta, e quindi dalla resilienza, ne dipende la ricostruzione, che sarà un processo dinamico variabile, diretto alla minimizzazione dei futuri rischi. Come abbiamo visto, peraltro, la resilienza del territorio provocherà dei costi particolarmente elevati almeno tanto quanto sono i benefici che la popolazione locale può ricavarne. Per questo motivo la sostenibilità della ricostruzione, ovvero quella considerata lenta e rispettosa della prevenzione per successive catastrofi, è particolarmente rilevabile e da perseguire soprattutto in quelle destinazioni turistiche, dove il benessere della popolazione comunica

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le condizioni di sicurezza ai turisti. È ben noto in letteratura, infatti, come il turista, venendo a contatto direttamente e indirettamente con l’ambiente locale, ne percepisce lo stile di vita e i comportamenti.

Il turista, peraltro, com’è stato evidenziato, riconosce la sostenibilità della ricostruzione in due momenti: in un primo momento solo dal prezzo e in un secondo dalle reali condizioni della ricostruzione, una volta che ha soggiornato nella destinazione. Essendo quest’ultimo elemento successivo al primo, è necessario che il prezzo sia relativamente alto tale da garantire la validità della ricostruzione. Il modello qui elaborato evidenzia, infatti, come durante la prima giocata sia la comunità locale ad avere un ruolo più attivo rispetto a quello del turista, che ha un ruolo passivo, accettando le regole del gioco. Solo in un secondo e futuro gioco, infatti, il turista può giocare alla pari, in quanto, solo dopo il suo soggiorno, conosce a fondo la realtà locale e la ricostruzione avvenuta. Ne deriva, quindi, che i segnali trasmessi, ovvero i prezzi, siano, durante la prima giocata, basilari per identificare la ricostruzione fondata sulla sostenibilità e per avviare la collaborazione tra i due giocatori. Il modello proposto, in conclusione, evidenzia l’opportunità da parte del territorio di avviare una ricostruzione sostenibile post-alluvione, anche se i vincoli imposti dalla sostenibilità possano richiedere, nel breve periodo, una diversificazione delle attività economiche. Dalla monocultura turistica ci si sposta infatti, verso quei settori che sono direttamente ed indirettamente coinvolti alla ricostruzione. L’incremento, peraltro, del numero di imprese e di occupati, produce effetti moltiplicativi per tutto il sistema economico, sviluppando il territorio. Conseguentemente i servizi turistici, costruiti ex novo, saranno innovativi e forieri di un nuovo ciclo di vita del prodotto turistico. Il caso studio, sebbene illustra un territorio ancora in fase di ricostruzione, convalida l’ipotesi del modello secondo il quale la sostenibilità diventa un attrattore di nuovi turisti, generando la diversificazione delle attività economiche, sviluppando l’economia locale e migliorando la qualità e la sicurezza dei servizi.

Atrani, quindi, può essere considerata un esempio per tutte quelle destinazioni turistiche minori che, pur essendo in condizioni di rischio da eventi alluvionali, sono interessate direttamente alla reputazione e alla fidelizzazione del cliente. Quest’ultima considerazione può dare avvio a innovativi percorsi di ricerca, indirizzati a verificare nuovi strumenti di comunicazione dedicati ai residenti e ai turisti per informarli sulla sicurezza realizzata nel territorio nell’ipotesi di nuovi eventi catastrofici e alluvionali.

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RIASSUNTO– Dopo un evento alluvionale la riorganizzazione geo-economica del territorio è volta alla mitigazione dei danni che si può realizzare con un’attenta gestione del disastro: durante la fase di emergenza, nella quale si contano i danni e si cerca di dare risposta ai bisogni più immediati, mentre durante la fase di ricostruzione si elabora la pianificazione

territoriale. Coordinare queste attività è molto complesso e richiede uno sforzo di programmazione del territorio molto elevato e basilare nei luoghi ad elevata vocazione turistica dove la qualità ambientale e l’organizzazione territoriale sono prioritari ai fini di un nuovo afflusso di turisti. Il contributo analizza, pertanto, il caso-studio di una destinazione turistica campana, Atrani, dove il violento alluvione del settembre 2010 ha avuto in un primo momento come conseguenza diretta la contrazione dei flussi turistici e in un secondo momento dopo la ricostruzione un’espansione delle attività turistiche. Nel tentativo di evidenziare le componenti fondamentali di una ricostruzione per uno sviluppo più duraturo, l’articolo si avvale della metodologia della teoria dei giochi, il modello dell’adverse selection per verificare quale tipologia di ricostruzione è più adatta ad attrarre i turisti. Il modello evidenzia che le differenti modalità di ricostruzione – con o senza pianificazione sostenibile – consentono l’applicazione di diversificati prezzi, permettendo al turistica di avere le adeguate informazioni per preferire quella destinazione turistica ad altre. La conclusione, che apre nuove prospettive di ricerca, può contribuire senza dubbio ad una profonda riflessione sulla riorganizzazione del territorio post-alluvione.

SUMMARY – After a flood event the geo-economic reorganization of the country is aimed at mitigating the damage that can be done with careful management of the disaster: During the emergency phase, in which we count the damage and try to answer the most immediate needs, while during the reconstruction phase is developed spatial planning. Coordinate these activities is very complex and require an effort of very high spatial planning and basic in places of high tourist vocation where the environmental quality and the territorial organization are a priority for a new influx of tourists. The paper analyzes, therefore, the case study of a tourist destination, as Atrani, where the violent floods of September 2010, had at first as a direct result the contraction of tourist flows and at a later time, after the reconstruction, an expansion of tourist activities. In an attempt to highlight the key components of a reconstruction for a development more sustainable, the article uses the methodology of game theory, the model of adverse selection to see which type of reconstruction is best suited to attract tourists. The model shows that the different ways of reconstruction – with or without sustainable planning – apply the diverse rates, allowing the tourist to have the appropriate information for preferring the tourist destination to another. The conclusion, which opens new perspectives for research, can certainly contribute to a profound reflection on the reorganization of the territory post-flood.

Parole chiave: ricostruzione post-disastro, teoria dei giochi, ricostruzione sostenibile, turismo e disastri naturali. Keywords: post-disaster reconstruction, game theory, reconstruction of sustainable tourism and natural disasters.

GIOVANNI LOMBARDO E GIANLUIGI SALVUCCI

ROMA CITTÀ QUOTIDIANAMENTE RESILIENTE, PROPOSTA

Nel documento Introduzione (pagine 50-55)