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S OSTENERE LA RESILIENZA DEI CONTESTI LOCAL

Nel documento Introduzione (pagine 106-109)

CRISI ECONOMICA E STRATEGIA DELLE IMPRESE: LA «DOPPIA LEALTÀ» DELLE FONDAZIONI BANCARIE*

3. S OSTENERE LA RESILIENZA DEI CONTESTI LOCAL

La riduzione dei proventi ha costretto le FB a comprimere i flussi di risorse destinate ai territori (Tab. II). Fra 2009 e 2010 le erogazioni sono ancora in lieve aumento (+3,7%) ma poi il trend si inverte con una dinamica tale da portare, alla fine dell’arco temporale considerato, a un sensibile calo delle risorse erogate (-22,8%). I dati aggregati, ancora una volta, riflettono la combinazione di comportamenti delle singole FB alquanto diversificati e altalenanti nel tempo, chiara manifestazione della fase di instabilità aperta dalla crisi economica degli ultimi anni.

Il taglio delle erogazioni non ha colpito in modo indifferenziato tutti i settori di intervento, in quanto le FB hanno attuato strategie di ri-orientamento delle risorse, sempre più scarse, privilegiando i progetti a contrasto della crisi, in particolare nel campo sociale. Si riduce infatti, fra 2009 e 2012, il peso delle erogazioni a favore dell’arte e beni culturali – campo d’intervento prediletto dalle FB(4) – mentre si rafforzano le quote spese nel welfare(5) e nell’istruzione e ricerca(6) ma anche nel

«piccolo» settore ambiente e territorio, all’interno del quale confluiscono progetti di housing sociale e promozione dello sviluppo locale(7).

Resta aperto il problema del reale impatto dei progetti finanziati, ma le FB non hanno certo dimenticato il Terzo Settore, come invece sostengono MILANI e RICCI (2013). Alcune FB hanno identificato nuovi settori d’intervento, nei loro documenti di programmazione pluriennale, proprio per allargare l’operatività in campo sociale; altre hanno rafforzato o avviato progetti (spesso pluriennali) per il micro-credito, l’housing sociale, il sostegno a famiglie in difficoltà, il contrasto alle nuove povertà, l’inserimento lavorativo di giovani e immigrati. Questo «ripiegamento» verso il sociale è importante perché indica come le FB non abbiano assunto un atteggiamento autoreferenziale – volto a perpetuare azioni consolidate – ma reattivo nei confronti dei problemi indotti dalla crisi. Il profilo di agenti reattivi è confermato anche dalla tendenza a finanziare un maggior numero di progetti, riducendo il valore

(4) Dal 33,1% al 30,4% del totale delle erogazioni; la quota minima (28,5%) coincide con il 2011. (5) Dal 33,8% al 34,5%, con una punta massima del 38,5% nel 2011.

(6) Dal 26,3% al 26,9%. (7) Dal 6,8% al 8,2%.

Fondazioni bancarie Erogazioni (migliaia €) ∆% Erogazioni Erogaz./Patrimonio 2009 2012 2009-’10 2010-’11 2011-’12 media 2009-’12 (%)

Cariplo 175.500,0 138.125,9 6,7 -12,7 -15,5 2,6

Compagnia Sanpaolo 121.374,9 124.854,3 1,2 4,9 -3,1 2,2 Verona e altri (Cariverona) 79.700,0 82.700,0 98,5 -24,8 -30,4 3,3

CRT 90.000,0 43.500,0 -24,4 -7,6 -30,7 2,8

Padova e Rovigo 68.389,4 49.772,0 -16,3 6,4 -18,3 3,4

Cuneo 23.739,4 20.414,9 8,3 -2,7 -18,4 1,8

Parma e Piacenza 23.000,0 16.967,7 -6,9 16,2 -31,8 2,3 Genova e Imperia (Carige) 21.905,5 14.525,6 -18,9 -6,0 -13,0 1,8

Cassamarca 12.605,0 7.665,0 -18,2 52,1 -51,1 1,3 Bologna (Carisbo) 18.355,0 9.088,0 27,8 -51,2 -20,7 2,0 Modena 36.761,2 20.790,1 -10,4 -18,0 -23,0 3,7 Bolzano 9.450,3 8.705,9 1,3 -4,8 -4,4 1,3 Monte Lombardia 15.054,2 12.015,8 -17,2 -5,8 2,3 1,8 Trieste 15.421,0 6.161,7 -54,0 -15,4 2,6 2,0 Venezia 7.344,0 2.348,2 -13,8 -19,2 -54,1 1,3 Forlì 8.219,4 7.960,1 6,4 1,1 -10,0 2,0 Udine e Pordenone 8.648,5 7.852,3 -0,6 -7,6 -1,2 2,5 Piacenza e Vigevano 6.782,0 5.366,0 0,6 0,2 -21,5 1,7 Trento e Rovereto 8.490,0 6.119,0 -11,2 -2,4 -16,9 2,0 Alessandria 6.130,8 4.000,0 -0,1 -7,5 -29,4 1,6 Carpi 6.394,3 6.667,5 2,1 -2,9 5,2 2,1 Bologna e Ravenna 20.699,7 10.695,9 -12,4 -23,9 -22,6 7,3 La Spezia 4.272,6 2.994,0 -3,9 -1,4 -26,1 1,9 Biella 7.297,2 6.969,2 -3,8 -12,7 13,8 3,2 Tortona 2.791,5 2.804,8 0,1 -0,4 0,8 1,4 Asti 6.006,3 5.995,9 -11,0 31,5 -14,7 3,0 Ferrara 3.361,6 605,7 -67,8 -45,4 2,4 0,8 Reggio Emilia 9.275,7 4.284,6 5,1 -80,6 127,0 3,6 Savona 4.068,4 3.953,9 -2,4 -4,3 4,0 2,3 Imola 3.087,7 3.462,9 39,1 5,2 -23,3 2,3 Gorizia 5.310,5 3.395,0 -19,5 -9,5 -12,3 2,5 Ravenna 8.157,0 8.580,9 -1,9 3,3 3,8 5,4 Rimini 4.945,5 2.875,7 -11,4 -16,9 -21,0 2,9 Monte Parma 2.691,2 1.641,0 -54,4 19,7 11,8 1,4 Mirandola 1.983,3 1.585,8 10,8 -1,4 -26,8 1,6 Cesena 4.191,3 2.279,3 -8,0 -29,6 -16,1 2,7 Vercelli 2.361,7 2.190,3 -8,1 -18,5 23,7 1,9 Vignola 1.778,3 2.297,5 1,8 -5,3 34,1 2,4 Cento 1.913,5 961,6 -6,8 -16,4 -35,5 2,8 Fossano 2.666,6 1.895,0 -21,7 -9,0 -0,2 4,2 Saluzzo 1.477,7 618,0 -26,0 -24,7 -25,0 2,4 Lugo 1.584,6 965,9 -1,8 -28,1 -13,6 3,6 Savigliano 806,6 602,9 -19,8 4,6 -10,9 2,0 Bra 576,0 404,8 -36,0 4,5 5,0 1,7 Faenza 573,1 292,2 -8,2 -51,5 14,5 2,4 Rovigo 111,0 93,7 36,0 -25,5 -16,6 1,7 Vicenza 170,7 79,2 -36,6 -3,3 -24,3 6,8 Totale 17 Fb Nord-Ovest 486.029,4 385.865,4 -3,4 -5,6 -13,0 2,3 Totale 30 Fb Nord-Est 379.394,8 282.260,5 12,8 -14,9 -22,5 2,6 Totale generale 865.424,2 668.125,9 3,7 -10,0 -17,3 2,5

Tab. II - Fondazioni bancarie del Nord Italia: erogazioni deliberate(1) (2009-2012). Nota: (1)escluso Fondazione Sud.

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medio delle erogazioni (in controtendenza con il passato). La quota dei progetti fino a 5.000 euro, già alta nel periodo pre-crisi, è aumentata fino a sfiorare nel 2012 la metà del totale.

Nell’azione a sostegno dei territori si distinguono soprattutto le FB del Nord-Est: pur penalizzate da una bassa redditività degli investimenti che spinge, dal 2010, a comprimere in misura sensibile le erogazioni, esse mostrano una più elevata propensione a trasformare i loro patrimoni in risorse per la collettività, come evidenzia l’indice erogazioni/patrimonio che supera la media per 11 FB del Nord-Est e solo per 5 del Nord-Ovest (rispettivamente il 37% e il 29% dei soggetti con sede nelle due ripartizioni).

Un ulteriore aspetto conferma l’impegno delle FB a favore dei territori: la tendenza a ridurre le erogazioni meno di quanto sarebbe necessario alla luce delle disponibilità finanziarie annuali(8). Ciò è

stato possibile alimentando le erogazioni con risorse provenienti da fondi in precedenza accantonati. Un numero crescente di FB, soprattutto del Nord-Est, ha fatto questa scelta(9). Ovviamente si tratta

di un’opzione legittima: i fondi sono stati accantonati proprio per stabilizzare i flussi di erogazioni in momenti di difficoltà. Ma c’è un punto critico: per rispondere ad una constituency poco propensa ad accettare tagli delle risorse, molte FB «sovra-spendono» attingendo a fondi accantonati che potrebbero esaurirsi rapidamente. Si prospetta il rischio di una rottura degli equilibri di bilancio che riporta al nodo problematico della diversificazione del patrimonio, alla ricerca di investimenti più redditizi di quelle assicurati dalle banche che anche nei prossimi anni continueranno ad essere avare di dividendi (FILTRI e GUGLIELMI, 2012; ARFARAS, 2013).

La «doppia lealtà» dimostrata dalle FB, nei confronti delle banche e dei contesti locali, se prolungata nel tempo, rischia di essere insostenibile. Non si può fare tutto, bisogna scegliere da che parte stare. È urgente un ripensamento del ruolo delle FB che deve coinvolgere la governance di questi enti ma anche la politica, chiamata a completare una riforma incompiuta.

BIBLIOGRAFIA ACRI, 18° Rapporto sulle fondazioni di origine bancaria, Roma, Acri, 2013.

ARFARAS G.,Il potere delle fondazioni, Roma, Dino Audino, 2013.

CLARICH M.ePISANESCHI A.,Le fondazioni bancarie. Dalla holding creditizia all’ente non-profit, Bologna, il Mulino, 2001.

CORSICO F.eMESSA P.,Da Frankenstein a principe azzurro. Le fondazioni bancarie fra passato e futuro, Venezia, Marsilio, 2011.

FILTRI A.eGUGLIELMI A.,Italian Banking Foundations, Milano, Mediobanca Securities, 2012.

MILANI C.e RICCI A., «Così le fondazioni bancarie dimenticano il terzo settore», La Voce, 20 settembre 2013, www.

lavoce.info.

Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, Politecnico di Milano.

RIASSUNTO – Crisi economica e strategie delle imprese: la «doppia lealtà» delle fondazioni bancarie - A seguito della crisi economica esplosa nel 2008, le strategie di investimento e di erogazione delle fondazioni bancarie sono mutate. Il contributo prende in considerazione l’eterogeneo insieme delle 47 fondazioni bancarie con sede nel Nord Italia, evidenziando come esse abbiano svolto il ruolo di «agenti di resilienza» rispetto al sistema creditizio e ai contesti locali. Da un lato, le fondazioni hanno sottoscritto gli aumenti di capitale delle vecchie banche conferitarie, imposti da Basilea 3, aumentando troppo il grado di concentrazione dei loro portafogli; dall’altro, hanno cercato di comprimere il meno possibile le risorse destinate ai territori, privilegiando progetti a sostegno della coesione economica e sociale. La «doppia lealtà» dimostrata dalle fondazioni bancarie rilancia il problema dell’identità ambigua di questi soggetti.

SUMMARY – Economic crisis and firms strategies: the «double loyalty» of the banking foundations - After economic crisis exploded in 2008, the investment and distribution strategies of the banking Foundations have changed. This contribution takes into account the heterogeneous set of 47 banking Foundations localized in the north of Italy, highlighting how they have played the role of «agents of resilience» compared to the banking system and to local contexts. On one hand, the foundations have subscribed capital increases of the old banks of origin imposed by Basilea 3, increasing too much the degree of concentration of their portfolios, on the other hand they try to compress as little as possible the resources allocated to the territories giving priority to projects in support of economic and social cohesion. The «double loyalty» of banking foundations reveal the ambiguous identity of these subjects.

(8) Date dalla differenza fra l’avanzo di bilancio e gli accantonamenti obbligatori per legge. (9) Dieci FB nel 2009, 26 nel 2010, 29 nel 2011 e 21 nel 2012.

Sessione 5

RETI ALIMENTARI

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