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RICONTESTUALIZZARE LA RESILIENZA ?

Nel documento Introduzione (pagine 37-41)

RIPENSARE LA RESILIENZA PER L’AGENDA POLITICA LOCALE: ALCUNE RIFLESSION

4. RICONTESTUALIZZARE LA RESILIENZA ?

A fronte di queste osservazioni e riprendendo lo stimolo espresso in apertura a favore di una riconsiderazione radicale del concetto di resilienza, è inevitabile porsi la domanda se e in che termini questo impianto concettuale può costituire un riferimento per l’analisi geografica critica e per un’agenda politica locale alternativa al modello di «crescita e competitività dei territori».

Per contestualizzare il discorso, si può far riferimento alle istanze di giustizia spaziale espresse in numerose città del mondo (in particolare di quelle Nord-americane) da gruppi e movimenti che attraverso la rivendicazione del diritto alla città (LEFEBVRE, 1970; MITCHELL, 2003; HARVEY, 2012), esprimono il tema dei diritti degli abitanti che non si limitano ad una distribuzione equa delle risorse economiche ma si estendono, invece, al diritto di decidere dei propri spazi, di un uso sociale, equo e sostenibile di beni comuni naturali e patrimoniali, all’esercizio della cittadinanza, alla fruizione democratica ed egualitaria della città e alla mobilità, al diritto alla giustizia ambientale (BROWN e KRISTIANSEN, 2009).

Questa agenda di resistenza spaziale può essere definita un percorso resiliente per una città/territorio? Che cosa significa essere resilienti? Qual è lo scenario prefigurato per uscire dallo

status quo e pervenire ad un nuovo stadio identificato con il modello di riappropriazione degli spazi

urbani che configura le lotte per il diritto alla città? Quali sono i rischi connessi alla crisi rappresentata dall’utilizzo/appropriazione/privatizzazione degli spazi urbani? Come si esprime la vulnerabilità che questo modello provoca? Quali percorsi di azione comporta? Quali sono i tempi di resistenza/adattabilità?

Stabiliti gli obiettivi, una rivisitazione in chiave radicale dell’apparato concettuale e del lessico connesso alla resilienza potrebbe rappresentare un framework di supporto operativo per identificare valori, scelte, percorsi politici (SHAW, 2012).

Nella tabella I vengono sintetizzate, a titolo di esempio, alcune delle possibilità di rilettura in chiave critica del concetto di resilienza.

Attraverso questo percorso critico e la riappropriazione del lessico in funzione di obiettivi di resistenza/superamento del modello di spazialità neoliberista, probabilmente l’apparato concettuale connesso al termine resilienza potrebbe svolgere un ruolo di supporto nel disegno e gestione di processi politici complessi e contribuire a «stilizzare» fatti e percorsi che, in particolare se analizzati a livello spaziale, presentano notevoli complessità nell’identificazione di obiettivi, azioni, attori, tempi e interrelazioni socio-spaziali. Infine, potrebbe rendere più facilmente operativi e comunicabili

(1) La traduzione italiana del concetto non è di semplice soluzione. Una delle proposte più convincenti sembra essere quella di VERTOVA (2009) che traduce con il termine «soluzione spaziale» per evidenziare il ruolo determinante dello spazio nel processo di accumulazione capitalista.

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concetti che rischiano di essere poco incisivi nella traduzione politica, anche attraverso la formulazione di indicatori che possano costituire un riferimento operativo per le comunità impegnate in azioni e politiche per il diritto alla città quali, per esempio, «contatori di resistenza» (numero di giorni trascorsi nello stato di vulnerabilità), soglie di vulnerabilità (quanti giorni ancora può essere tollerata la resistenza nello stato di vulnerabilità), contatori di adattabilità (numero di azioni intraprese per bouncing forward), contatori di resilienza (numero di giorni impiegati per bouncing

forward), ecc.

Shock Il concetto di shock può essere associato ai risultati prodotti dall’uso neoliberista dello spazio che può determinare effetti di spiazzamento e sostituzione quali: erosione progressiva degli spazi verdi ed edificazione selvaggia, sprawl, servizi pubblici inadeguati, declino dei centri urbani, gentrification, ghettizzazione degli immigrati e delle fasce sociali deboli, aree dismesse da precedenti fasi di industrializzazione, privatizzazione di beni demaniali, restrizione progressiva dell’uso pubblico degli spazi urbani e delle aree verdi, frammentazione politica, ecc. Questi eventi possono rappresentare uno shock per le comunità locali/urbane.

Vulnerabilità Arrivare a una definizione del concetto di vulnerabilità socio-spaziale. Più sono numerosi gli elementi di rischio sopra citati, maggiore risulta la vulnerabilità socio-spaziale. L’uso neoliberista dello spazio rende vulnerabili gli spazi non solo dal punto di vista fisico ma è quasi sempre associato a disagio sociale ed economico, emarginazione, scarsa accessibilità/assenza di servizi essenziali, ecc. Necessità di definire una soglia di vulnerabilità: quanto e per quanto è tollerabile la permanenza nel rischio?

Resilienza Grado di reattività delle comunità locali in risposta ad un evento di shock. Azioni intraprese dalle comunità locali per costruire percorsi per bouncing forward.

Prevenzione Prevenire il rischio attraverso la partecipazione delle comunità locali al disegno delle politiche urbane, informazioni sull’uso del suolo, sulle destinazioni d’uso, sui beni pubblici in dismissione, ecc.

Self-relience Fiducia delle comunità nelle possibilità di adattarsi/resistere/uscire dallo stato di shock/vulnerabilità socio-spaziale.

Panarchia La resilienza di un sistema ad una particolare scala dipende dalle influenze degli stati e delle dinamiche alle scale sopra e sotto il sistema stesso. Questo concetto rimanda a una visione dialettica della spazialità (HARVEY, 2006) e alle «geografie della responsabilità» di MASSEY (2004), riferimenti

che ben si adattano allo schema concettuale proposto.

Tab. I - Verso la resilienza socio-spaziale: una rilettura del lessico in chiave critica.

Fonte: elaborazione dell’autore.

5. CONCLUSIONI

Da questo breve e preliminare tentativo di rilettura del concetto di resilienza in chiave critica emergono alcuni aspetti di sicuro interesse per la definizione di un’agenda politica radicale a livello locale. Il contributo principale che esso sembra poter offrire non può essere individuato nell’analisi dei problemi e delle cause che determinano l’evento critico né in quello di identificazione di un nuovo scenario a cui pervenire per il suo superamento. Sembra, invece, più efficace se utilizzato come azione di supporto per le politiche, alla loro comunicazione e confronto e al dibattito pubblico. Come ricorda S. FAINSTEIN (2013), infatti, il concetto di resilienza comunemente proposto, senza un’analisi e una discussione sulle determinanti delle crisi delle città/regioni oggetto di studio, rischia di regredire in una sorta di accordo consensuale sui valori della crescita piuttosto che su quelli dell’equità e della giustizia sociale.

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RIASSUNTO – Il recente successo del termine resilienza negli ambiti disciplinari più disparati, compresa la geografia, rende necessaria un’analisi critica del termine per comprenderne significati, limiti e possibilità offerta all’analisi e spiegazione dei sistemi socio-spaziali. Il lavoro propone un ripensamento in chiave critica del termine, attraverso una rivisitazione del lessico. L’obiettivo è analizzare se il complesso apparato concettuale connesso al termine resilienza può supportare la definizione di un’agenda politica radicale di resistenza e risposta all’emergenza rappresentata dall’utilizzo neoliberista dello spazio urbano che si traduce in configurazioni insediative ispirate ad un uso commerciale e competitivo delle città e dei territori.

SUMMARY – The recent interest and widespread use of the term resilience in various scientific disciplinary areas asks for a critical analysis of such a term in order to better understand its limitations and the possibility to use it for the description and explanation of socio-spatial systems and for a radical policy agenda. This contribution consists of a critical re- examination of the resilience concept, in which the lexicon is associated to the capability of local communities to resist/exit from the socio-spatial vulnerability condition caused by the neoliberal, market oriented production of space.

Parole chiave: resilienza, resilienza socio-spaziale, politiche locali. Keywords: resilience, socio-spatial resilience, local policy.

ANDREA SALUSTRI

Nel documento Introduzione (pagine 37-41)