CAPITOLO TERZO
3.3 CSR in ambito nazionale
In base al contesto in cui sono inseriti i diversi ambiti aziendali, vale a dire struttura profit, struttura non profit e struttura pubblica, la responsabilità sociale differisce da ogni contesto in termini di finalità e strumenti. Infatti, l’esigenza di fondo nelle strutture profit oriented è quella di dimostrare in maniera concreta quanto si è responsabili socialmente, e di accrescere la responsabilità sociale stessa che scaturisce dall’espletamento di produzione prodotti ed erogazione di servizi al fine di accrescere il grado di fiducia dei consumatori. A tal fine, tra gli strumenti riveste un ruolo principale il bilancio sociale, oltre a quelli tipici della CSR. Le strutture non profit sono, invece, istituzionalmente responsabili e, quindi, lo strumento principe delle stesse afferisce al bilancio di missione. D’altronde, però, esse hanno bisogno di legittimarsi per raccogliere più fondi o più volontari. Nelle strutture pubbliche, invece, l’obiettivo è la rilegittimazione in termini di miglioramento dell’azione
amministrativa e gestionale in termini di efficacia, efficienza ed economicità, al fine di elevare il consenso della comunità amministrata104.
Proprio da tale distinzione scaturisce il grado di diffusione e comunicazione della responsabilità sociale a tutti i livelli di impresa e non, e cosa ha fatto e cosa fa lo stato italiano per favorire la stessa. In Italia la responsabilità sociale d’impresa rientra nelle competenze del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che nel 2003 ha promosso a Venezia una Conferenza Europea per presentare il Progetto CSR-SC (Social Commitment)105, quale contributo
italiano alla campagna di diffusione della CSR in Europa106. In collaborazione con l’Università Bocconi, il Ministero ha elaborato il Social Statement: linee guida per le aziende che volontariamente desiderano sviluppare pratiche di CSR.
Tale progetto è stato caratterizzato dall’ampliamento dell’ottica di responsabilità con la dimensione degli interventi proattivi nel sociale, definita appunto Social Commitment (coinvolgimento sociale)107, avente lo scopo di
104 Cfr. Bruno F., Rusciano R., La responsabilità sociale per una“reinventing administration”
nella Pubblica Amministrazione, Atti del Convegno AIDEA Giovani, Pescara, marzo 2006.
105 Per favorirne la pubblicizzazione Il sole 24 Ore il 10 dicembre 2005 ha pubblicato un inserto
esplicativo del progetto Csr-Sc.
106 L’Italia paga, rispetto ad altri paesi della Comunità europea con cui tradizionalmente si
confronta, il pesante dazio di alcune sue tristemente note anomalie. La loro peculiarità costituiscono pesanti ostacoli alla diffusione e all’applicazione della cultura e degli strumenti della responsabilità sociale. Solo per citare alcuni esempi: lo storico deficit di “etica pubblica” cui corrisponde una propensione all’arte dell’arrangiarsi, deficit che inizia la sua accumulazione a partire dalla scuola, dove i programmi ministeriali hanno dimostrato un’assoluta indifferenza verso lo studio dei principi della carta costituzionale e, in un’ottica di globalizzazione, della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo; il pericoloso declino dell’autorità morale della classe politica, condizionata da consolidate pratiche di corruzione e di forme collusive con i potentati economici e i comitati d’affari che si sono succeduti nel tempo; il largo ricorso a disparate forme di economia sommersa, lavoro nero e sfruttamento minorile; l’incontrastato primato nell’evasione fiscale, favorito non poco dalla prassi così ricorrente dei condoni e delle sanatorie; il diffuso radicamento di economie criminali e mafiose in alcune importanti regioni del territorio, dedite ad attività tanto illecite quanto profittevoli (traffico di stupefacenti, di armi e di sostanze radioattive,di organi e esseri umani, di rifiuti, racket, estorsioni, usura, riciclaggio di denaro sporco, sfruttamento della prostituzione, caporalato); l’inconsistenza di una vera e propria “business community”, all’altezza della propria mission sociale, incapace di farsi promotrice di iniziative di autoregolamentazione e di promuovere forme di “stakeholder dialogue”, ovvero con i soggetti interessati direttamente oindirettamente, alla vita dell’azienda.
107 Il Social Statement risponde a una logica di impegno sociale, in base al quale l'impresa deve
"favorire la partecipazione attiva delle imprese al sostegno del welfare nazionale e locale secondo una moderna logica di integrazione pubblico- privato".
Proprio in funzione dell’ottica della responsabilità sociale, esso rappresenta anche uno strumento di autovalutazione, monitoraggio e rendicontazione per altre imprese già impegnate su questo terreno. Dopo aver individuato otto principali stakeholders (risorse umane, soci/azionisti, clienti, fornitori, partner finanziari, stato, enti locali, pubblica amministrazione, comunità, ambiente) per ognuno di essi sono stati definiti una serie di indicatori.
Successivamente si riporta a titolo di esempio il fatto che, prendendo come riferimento il modello operativo a livello europeo, nel mese di maggio 2004, è stato istituito il Forum italiano multi-stakeholder per la CSR. Il forum, presieduto dal Ministero del Lavoro, rappresenta un organismo consultivo al quale aderiscono le parti sociali e i rappresentanti di organismi non profit.
Inoltre, in seguito ad un protocollo d’intesa stipulato con Unioncamere è stata prevista l’apertura di sportelli in 20 Camere di Commercio con funzioni di consulenza alle imprese in materia di CSR.
Oggi, non si fa altro che parlare di responsabilità sociale d’impresa ed è considerata come una delle più importanti risorse intangibili su cui agire e potenziarsi per attuare strategie di successo e di sviluppo delle stesse. Infatti, tra gli asset intangibili che attualmente sembrano avere maggior valore per i mercati in genere, emerge quello legato ad un comportamento d’impresa socialmente responsabile: anche la Business ethics può creare valore108.
Anche le regioni, a partire dall’elaborazione dei propri programmi di sviluppo, hanno la possibilità d’intervenire sui temi della responsabilità sociale delle imprese. L’esperienza più importante è quella della regione Toscana che,
attraverso quegli indicatori individuati come rilevanti in funzione delle specificità aziendali e delle priorità del Governo.
108 Ogni persona con il proprio bagaglio di conoscenze e competenze distintive si relaziona
necessariamente con altri individui, generando il capitale sociale, che in un certo senso rappresenta il potenziale produttivo risultante dalle relazioni forti, dalla fiducia e dalla collaborazione.
nell’ambito del Complemento di programmazione obiettivo 2, 2000-2006 e relativamente agli investimenti per servizi di consulenza, prevede finanziamenti alle PMI che intendono procedere verso la certificazione Sa 8000, di cui si dirà nei prossimi paragrafi109.
Un’altra esperienza da segnalare è quella della regione Umbria, che, oltre ad aver approvato una legge che istituisce l’albo delle imprese certificate Sa 8000, ha previsto contributi a fondo perduto pari al 50% delle spese di consulenza e certificazione per quelle imprese che implementano sistemi di gestione aziendali certificabili.