CAPITOLO TERZO
5. stakeholder engagement: in cui l'organizzazione in tutte le fasi del processo rimane in stretto collegamento con i suoi gruppi di interesse.
3.8 Impatto della responsabilità sociale nella gestione dell’azienda
Le aziende che si stanno orientando alla CSR dovrebbero farlo per convinzione profonda e per senso di responsabilità nei confronti di tutti i loro stakeholder. In questi ultimi anni, proprio per l’evolversi della normativa in tal senso e non solo, le aziende si orientano alla CSR per invito del Governo, ma non è da trascurare la moda della CSR, infine, ma non certo per importanza, lo fanno per convenienza economica, naturalmente su una maggiore richiesta del mercato a questo tipo di attenzioni alla socialità, all’ambiente, e via dicendo.
Ma tutto ciò è dovuto anche ad una maggiore sensibilità degli investitori, ad una crescente pressione di consumatori e organizzazioni non governative (ONG), dettati anche dagli scandali finanziari a livello internazionale e italiano, per i quali l’opinione pubblica richiede alle autorità di vigilanza di adottare norme più severe in materia di corporate governance125.
124 Cfr. GRI, G3 Guidelines Draft. Version for public comment, op.cit., p. 24.
125 A tal proposito si ricordano i famosi crolli finanziari di Enron, WorldCom e Parmalat. Ma ci
sono anche i boicottaggi e campagne mediatiche contro aziende multinazionali socialmente scorrette come Nike e Shell. Per esempio, l’azienda svizzera Triumph che produce abbigliamento intimo femminile ha dovuto chiudere i suoi stabilimenti in Birmania dopo una forte campagna mediatica condotta da alcune ONG svizzere. Andando a ritroso di qualche anno si riporta un altro esempio: l’azienda multinazionale di cemento Holcim si trova di fronte a migliaia di richieste di risarcimento per le tante e tante vittime dell’amianto prodotto dalla sua controllata Eternit, che impiegava nei suoi anni fiorenti circa 20.000 collaboratori. È oramai noto che molti di quei lavoratori si sono ammalati di tumore dopo 20/40 anni di latenza. Già negli anni ’70 sia gli Stati Uniti che la Svezia avevano vietato l’utilizzo di materiali contenenti amianto. A seguito di ciò l’Eternit nel 1976 annunciò la sua sofferta decisione di abbandonare la produzione di materiali con amianto, però quello che è scandaloso agli occhi dell’opinione pubblica è che è solo nel 1994 che
Ma l’applicazione nelle aziende della responsabilità sociale non è possibile senza un serio investimento risorse. È chiaro che chi decide di attivare ed implementare la RSI lo fa indiscutibilmente con l’intenzione di trarne benefici. Chi sceglie di investire denaro in un’azienda si rende conto che i rischi di immagine a lungo termine di un comportamento scorretto verso gli stakeholder supera in molti casi i benefici derivanti nel breve termine di tale agire. A monte di tutto ciò, il primo impatto che la responsabilità sociale ha su un’azienda è proprio nelle gestione degli investimenti nelle dimensioni ambientale, sociale ed economica, e dunque, occorre “spendere” denaro.
Una definizione, ad esempio, di spesa ambientale la si ritrova nella Raccomandazione della Commissione Europea del 30/05/2001. In essa si legge, nella sezione 2, che «il termine spesa ambientale include il costo degli interventi intrapresi da un’impresa, direttamente o attraverso terzi, al fine di prevenire, ridurre o riparare danni all’ambiente derivanti dalle sue attività operative». Sono esclusi quei costi che pur influendo positivamente sull’ambiente, sono sostenuti per soddisfare altre esigenze, quali una maggiore redditività, la sicurezza dell’ambiente di lavoro e la sicurezza126.
Esistono fondamentalmente tre metodi di rilevazione della spesa ambientale: Wholly and Exclusively Approach, Approccio Globale e Wholly and Exclusively puro127. Secondo l’UE e il CNDC il primo dei tre approcci rappresenta quello più prudente per la valutazione degli oneri ambientali.
le officine Eternit producono l’ultimo tubo contenente questo nocivo materiale. Solo in Svizzera si è stimato il potenziale risarcimento superiore ai 700 milioni di €.
126 I costi relativi a sanzioni per comportamenti scorretti verso l’ambiente, sono esclusi dalla
definizione di costo ambientale, proprio perché in essi non si può ritrovare alcun comportamento da parte dell’azienda volto a prevenire, ridurre o riparare danni all’ambiente.
127 Condosta Luca, membro del Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale così dice: «Il primo
approccio vuole che per ogni voce di spesa si distingua la componente di spesa ambientale. Se per esempio si acquista un nuovo macchinario il cui valore è 1.000, del quale 200 rappresentano il valore dei dispositivi volti a ridurne le emissioni, 200 sarà la voce di costo ambientale presente in bilancio. Il vantaggio di tale metodo è quello di poter effettuare comparazioni tra aziende prendendo in esame le sole componenti di costo ambientale. Quello che depone a sfavore di tale metodo di rilevazione è la soggettività insita nel processo di attribuzione del costo totale alle diverse componenti.
Ma quando è che un costo ambientale può essere capitalizzato e quando, invece, no? A tal proposito occorre ricordare la Raccomandazione della Commissione Europea del 30/05/2001, Sezione 3 paragrafo 12, richiede per la capitalizzazione di un onere ambientale il rispetto dei seguenti requisiti128:«
1. i costi devono essere sostenuti per impedire o ridurre un danno futuro o conservare delle risorse;
2. sono attività destinate ad essere usate durevolmente dall’impresa; 3. comportano futuri vantaggi economici;
e se è soddisfatta almeno una delle seguenti condizioni:
a. i costi sono collegati a vantaggi economici futuri di cui l’impresa dovrebbe beneficiare e che permettono di prolungare la vita, aumentare la capacità o migliorare la sicurezza o l’efficienza di altre attività dell’impresa;
oppure
b. i costi riducono o impediscono la contaminazione ambientale che potrebbe essere causata dalle future attività dell’impresa»129.
Naturalmente aumentano i costi anche per quanto riguarda lo sviluppo delle risorse umane, la stabilizzazione e miglioramento della struttura organizzativa, oltre che una puntigliosa costruzione dell’immagine aziendale.
essa è nel suo complesso ambientale. Ritornando all’esempio di sopra del macchinario, esso verrà rappresentato per il suo totale valore di 1.000 come costo ambientale. Risulta chiaro come a fronte di una minor soggettività della valutazione, si venga a perdere quel concetto di costo ambientale come delta sul costo totale del macchinario.
Il Wholly and Exclusively puro vuole, invece, che un costo per qualificarsi come ambientale debba essere relativo ad una spesa sostenuta esclusivamente per motivi ambientali. Quindi il nostro macchinario, se acquistato per il processo produttivo, pur avendo in sé una componente di costo ambientale, volto a ridurre e prevenire danni all’ambiente, figurerebbe in bilancio per intero nelle immobilizzazioni, senza alcun processo di imputazione separata della componente ambientale».
128 Cfr. CONDOSTA L., Aspetti contabili di una gestione socialmente responsabile, Maggio, 2001. 129 Cfr. CONDOSTA, op. cit.