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L’attenzione del mercato ai comportamenti responsabil

CAPITOLO TERZO

3.4 L’attenzione del mercato ai comportamenti responsabil

L’attenzione delle imprese riservata alla responsabilità sociale è oramai diventato un fatto noto e documentato. È stato poc’anzi detto che le multinazionali per prime e in modo più evidente hanno affrontato queste tematiche, ma anche le altre aziende, europee e non, hanno messo in cantiere lo sviluppo di approcci e strumenti per la gestione degli aspetti sociali e ambientali nell'ambito delle proprie attività strategiche e competitive. Anche le aziende italiane stanno adoperandosi per divenire portavoce di questo grande strumento a loro disposizione per contribuire ad accrescere il loro vantaggio competitivo.110.

109L’azione ha configurato un sistema di aiuto diretto alle Pmi nella misura del 50% della spesa

complessiva prevista. I fondi a disposizione sono oltre 28 milioni di euro. In questo modo si tende a premiare le aziende certificate rispetto alla qualità ambientale (Emas o Iso 14001) e alla responsabilità sociale (Sa 8000). Successivamente la regione Toscana ha insediato la commissione Etica regionale per la responsabilità sociale delle imprese (Cer), composta dai rappresentanti degli stakeholders territoriali: sistema camerale, enti locali, associazioni non profit e Ong, associazioni di consumatori, sindacati, associazioni datoriali. La commissione ha attivato tre gruppi di lavoro: - certificazione di distretti e di filiera;

- etica in economia e finanza;

- strumenti della Rsi e adattabilità alle Pmi.

110 A tal proposito risulta significativa la ricerca realizzata da Unioncamere per il Ministero del

Lavoro e delle Politiche Sociali che mostra una minore consapevolezza da parte delle PMI sui potenziali vantaggi gestionali e competitivi che possono derivare da un impegno in ambito CSR.

Il valore della conoscenza e la capacità di innovare, il consenso e la fiducia delle diverse categorie di stakeholder, le risorse umane, la reputazione e, infine, la disponibilità a contribuire al benessere della comunità, rappresentano le così designate componenti di tipo intangibile, ovvero gli intangible assets (di cui è stato ampiamente disquisito) da cui dipende in gran parte il rendimento di un'impresa e in questo senso l'analisi delle best practices, ovvero dei comportamenti socialmente responsabili attuati dalle aziende, tende a delineare un quadro in cui la CSR contribuisce, in una prospettiva di sviluppo duraturo per l'impresa, alla creazione di valore ed è quindi in grado di generare un vantaggio competitivo per l'azienda.

In una recente ricerca compiuta dall’Università Bocconi si è tentato di misurare la sostenibilità, analizzando 500 società degli Stati Uniti dell’indice

Standard and Poor’s cercando di spiegare il livello del multiplo price- to book value (prezzo di Borsa/patrimonio netto per azione), che esprime la dotazione

di capitale intangibile che il mercato riconosce all’impresa, attraverso misure di performance finanziaria e non. Il valore dell’immagine aziendale, unitamente al valore forte dei marchi, risultano essere strettamente corrispondenti al modo con cui l’azienda si relaziona con i clienti, con la qualità dei suoi prodotti, con le scelte di responsabilità nei confronti dell’ambiente che la circonda, con la sostenibilità dell’attività economica, o meglio con l’impegno a mantenere un atteggiamento che tenga in considerazione tutti gli stakeholder e che, contemporaneamente, concorra allo sviluppo economico attraverso il rispetto per la comunità di cui l’impresa stessa fa parte.

I vantaggi ascrivibili ad un comportamento responsabile da parte delle aziende afferiscono all’aumento della capacità dell’impresa di attrarre e mantenere personale qualificato poiché le pratiche di CSR contribuiscono a creare un ambiente di lavoro migliore, più sicuro, in linea con gli obiettivi aziendali dell'efficacia e dell'efficienza; l’impegno nel contesto specifico della CSR rafforza il valore di marca per mezzo dello sviluppo di un rapporto di

fiducia stabile e duraturo con i clienti; inoltre, l’attenzione verso i comportamenti responsabili rafforza la reputazione dell’impresa e la sua immagine, riducendo al minimo i rischi di iniziative di boicottaggio da parte di terzi; e, in virtù della riduzione del profilo di rischio, si avranno dei vantaggi nei confronti delle istituzioni finanziarie, usufruendo, per esempio, di un più semplice accesso alle fonti di finanziamento. Infine, ulteriore vantaggio degno di essere menzionato, è individuabile nel contesto internazionale, sempre più complesso e dinamico, dove vi possono essere disequilibri nella competitività delle imprese, l’implementazione delle tecniche di CSR possono rappresentare un qualificante elemento di differenziazione, trasformando le minacce in opportunità, nel rispetto delle regole del mercato111.

111 A tal proposito è utile certamente ricordare uno studio britannico effettuato dall’Institute of

Business Ethics su un campione di 80 aziende quotate in borsa, infatti l’adozione di un modello gestionale ispirato alla CSR, basato sulla sostenibilità e sulla trasparenza dei bilanci genera un valore più elevato dell’economic value added ed una minore volatilità del rapporto prezzo/utili in borsa. Inoltre, occorre menzionare l’aumento delle performance delle aziende che fanno parte del Dow Jones Sustainability Index World, indice che raggruppa le principali società a livello mondiale che rispettano maggiormente i requisiti di sostenibilità, infatti negli ultimi 10 anni le azioni hanno dato risultati fortemente positivi in termini di performance e redditività.

Inoltre,a titolo di esempio in campo immobiliare, gli indici di sostenibilità “certificano” che le Aziende ammesse rispondono a una serie di requisiti di corporate governance, attenzione ai clienti e alle dimensioni sociali e ambientali. Esistono due principali indici borsistici di sostenibilità, il DJ Sustainability Index e il FTSE4Good. Del primo fanno parte 310 Aziende quotate in tutto il mondo (con una capitalizzazione totale a giugno 2003 di quasi 3.900 Miliardi di Euro), di cui 165 in Europa; del secondo fanno parte 100 Aziende (con una capitalizzazione totale a giugno 2003 di quasi 4.700 Miliardi di Euro), di cui 39 in Europa. Fino a poco tempo fa, solo 9 Società immobiliari nel mondo sono state ammesse ad un indice di sostenibilità (il DJSI, nelle due versioni World e Stoxx); di queste, 5 sono britanniche: British Land, Canary Wharf, Hammerson, Land Securities e Slough Estate. Ve ne sono poi una olandese (Wereldhave), una statunitense (Equity Office Properties Trust), una australiana (Lend Lease) e una giapponese (Mitsubishi Estate).

3.5 Pianificazione e valutazione degli investimenti socialmente