CAPITOLO QUINTO
P OSSIBILE INTEGRAZIONE TRA BI E BS: UNA VERIFICA EMPIRICA
5.4 Analisi di un caso reale: scelta e motivazione
5.5.1 I bilanci di sostenibilità
Granarolo inizia la propria rendicontazione sociale nel 1998 con l’elaborazione di un rapporto socioambientale, ancora molto essenziale nei contenuti e nella forma; negli anni successivi questo strumento subisce delle modificazioni sostanziali, ma è solo nel 2001 che il rapporto socio-ambientale è sostituito dal bilancio di sostenibilità.
Il passaggio dal bilancio sociale al bilancio di sostenibilità deriva dalla presa di coscienza del fatto che il concetto di responsabilità sociale veniva usato dalle aziende come strumento per aumentare la competitività e per differenziare la propria immagine.
La filosofia della sostenibilità promossa da Granarolo si concretizza nel volere creare valore economico assieme agli altri stakeholder, attuando quindi un processo di responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti nell’attività del Gruppo.
Il bilancio di sostenibilità rappresenta un’importante fonte di informazioni per tutti i soggetti coinvolti nell’attività del gruppo Granarolo dal momento che, a differenza del bilancio d’esercizio obbligatorio ai sensi della legge italiana, non fornisce unicamente dati contabili, ma illustra l’attività del gruppo sotto tutti i suoi aspetti.
Questo rendiconto è estremamente completo e segue un approccio triple bottom line, che si basa cioè sulla dimensione economica, sociale ed ambientale dell’attività d’azienda. Un altro carattere distintivo di tale bilancio è quello dello stakeholder engagement, un processo di coinvolgimento degli
interlocutori, chiamati ad accrescere l’utilità dello strumento informativo dandone una valutazione e proponendone eventuali modifiche.
Altra nota da ricordare è che dal 2002 il Gruppo Granarolo redige il bilancio di sostenibilità consolidato, relativo dunque all’intero gruppo, in cui si descrive la strategia di sviluppo sostenibile messa in atto dal Gruppo.
Il documento in commento viene suddiviso in tre volumi: un volume del documento attiene alla identità, visione e strategia, un altro attiene alla sostenibilità economica, inoltre vi è un volume dedicato alla sostenibilità socio-amboientale; in tal modo sono resi bene evidenti i diversi impatti dell’attività del Gruppo sulla collettività.
Occorre menzionare all’interno di tale bilancio la mission aziendale che attiene alla creazione di valore per gli attori del processo di filiera e a lavorare per sviluppare i seguenti obiettivi: soddisfazione del cliente, soddisfazione del consumatore, soddisfazione del produttore socio, soddisfazione del personale, soddisfazione dell’azionista; e poi esprimere con azioni concrete, l’impegno nella tutela e nella difesa dell’ambiente in cui si vive e nell’etica dei rapporti economici e sociali.
Per ciò che concerne la sostenibilità ambientale, la politica seguita dal gruppo prevede principalmente l’impegno a minimizzare l’impatto ambientale dei processi e dei prodotti, a rispettare i requisiti stabiliti dalla legge e ad introdurre nel mercato prodotti ideati e distribuiti in modo compatibile con l’ambiente. È importante rilevare sotto questo aspetto che l’89% circa della produzione proviene da stabilimenti alimentati a metano, che rispetto ai combustibili fossili, ricordiamo, ha un ridotto impatto ambientale.
Inoltre, la Granarolo si impegna sostanzialmente a controllare e monitorare l’impatto della fuoriuscita di gas serra, le cui emissioni sono collegate principalmente agli impianti di refrigerazione dei prodotti, nonché agli automezzi utilizzati per il trasporto dei prodotti.
In relazione all’impatto ambientale, uno degli aspetti critici delle aziende del comparto agro-alimentare riguarda lo scarico nelle acque delle sostanze
organiche; secondo il bilancio sociale del 2005, 10 stabilimenti su 12 erano dotati di un depuratore; mentre per quanto riguarda le emissioni di acque reflue i valori di tutti gli stabilimenti sono notevolmente inferiori ai limiti massimi stabiliti dalla legge162. Gli obiettivi ambientali del gruppo non si limitano al
perseguimento degli standard qualitativi minimi imposti dalla legge, ma tendono al conseguimento di livelli qualitativi che traggono origine dalle aspettative maturate da parte degli interlocutori sociali.
Nella strategia perseguita dall’azienda, riveste un ruolo di notevole interesse e fondamentale la sostenibilità sociale, difatti un ulteriore aspetto del documento di rendicontazione sociale riguarda la definizione della mission sociale, dove il concetto di “alta qualità” viene posto come obiettivo da raggiungere non solo nella produzione del prodotto, ma anche nelle relazioni con i propri fornitori, nonché con i consumatori. Inoltre, obiettivo che si pone l’azienda è quello di essere “nel mercato portatore di una cultura d’etica d’impresa, operando per soddisfare le aspettative degli azionisti, valorizzare il capitale umano, sviluppare rapporti di partnership con i fornitori, coltivare il dialogo con clienti e consumatori”163.
Anche se di parte, il documento elenca tutta una serie di iniziative compiute in tema di sostenibilità sociale, per ogni categoria di soggetti coinvolta nell’attività, ecco perché nel contingente si analizzano rapporti con i soci, con i fornitori, con i clienti, con i collaboratori e con l’intera collettività.
Proprio in un’ottica di conseguimento di obiettivi di sostenibilità sociale, l’azienda ha ottenuto la certificazione SA8000 già dal 2003, ciò rappresenta un passo basilare basti pensare che Granarolo è una delle prime aziende del settore certificata in Italia.
Per mezzo dell’adozione del sistema SA8000 Granarolo ha creato un codice di condotta, destinato a tutti i fornitori, finalizzato al continuo miglioramento
162 Per completezza dei dati si elencano gli stabilimenti produttivi Granarolo: Anzio, Castel San
Pietro, Bologna, Soliera, Rimini, Novara, Milano, Bari, Vercelli, Pasturago, Acqui Terme, Sermoneta.
delle condizioni lavorative e alla diffusione di standard più equi di lavoro e di rispetto dei diritti umani all’interno dell’intera filiera produttiva. Di notevole rilevanza è che l’adesione agli standard dettati dalla SA8000 e l’adozione del codice di condotta sono fattore discriminante nella scelta di nuovi fornitori, nonché elemento essenziale nel consolidamento di fornitori già in atto.
Inoltre, è utile sottolineare le iniziative intraprese dall’azienda in materia di responsabilità sociale: medici senza frontiere, fondatore insieme ad altre aziende di Impronta Etica, ecc.; le note cooperazioni a livello internazionale con enti specifici; l’istituzione del Premio Alta Qualità164.
Da sottolineare che tale gruppo non redige e non pubblica un ufficiale bilancio dell’intangibile ma l’azienda è molto attenta alle sue risorse intangibili e, attraverso alcune scale di misura, è riuscita a dare una misura concreta di queste.
Di seguito si riporta una tabella presentata al workshop annuale organizzato dalla Granarolo, e si prendono in esame alcune risorse intangibili inerenti al capitale intellettuale:
164 Solo una curiosità in merito a questo premio: uno dei finalisti del Premio di qualità 2005 è stato
Mons. Giancarlo Maria Bregantini, vescono di Locri che ha creato una cooperativa agricola per far fronte alla disoccupazione calabrese.
Tab. 11: misurazione degli intangibili all’interno del Gruppo Granarolo Fonte: www.granarolo.it.
Si può notare dalla tabella che vengono prese in esame solo alcuni tipi di risorsa intangibile, ma come ben si sa ve ne sono tante altre.
Si ribadisce ulteriormente, a questo punto, la necessità di avere una certificazione che sia legittimata dalle istituzioni, per poter effettivamente lavorare nella direzione di convergenza tra bilancio dell’intangibile e bilancio di sostenibilità. A tal fine il livello di implementazione dei valori all’interno del gruppo risulta come riportato nella seguente figura165:
165 È importante sottolineare che al convegno ALTIS presentato lo scorso maggio 2006 (da
Sebastiano Renna responsabile dello sviluppo sostenibile) la società intende proprio perseguire la strada del confronto tra i due bilanci, infatti dagli atti del convegno appena menzionato si evince chiaramente l’intento a generare valore attraverso un processo che indichi la sostenibilità come leva di competizione. Alla fine di tale processo l’obiettivo è di analizzare e studiare approcci di rendicontazione per quanto riguarda le dinamiche di creazione del valore date dagli asset intangibili e dalle politiche di sostenibilità.
Fig. 10-Fonte: www.granarolo.it
I punti in comune tra i due tipi di bilancio si possono riassumere nel fatto che entrambi hanno una doppia valenza sia gestionale che comunicativa, legata alla capacità competitiva dell’azienda e della corretta trasmissione del suo valore attuale e futuro. Entrambi i bilanci ampliano la categoria di soggetti nei confronti dei quali l’azienda assume impegni e responsabilità, ed entrambi, inoltre, integrano contenuti finanziari e indicatori qualitativi del valore economico generato.
D’altra parte i punti divergenti fanno riferimento al fatto che il bilancio dell’intangibile si focalizza prevalentemente in un certo qual senso prospettive future all’azienda, nel senso che le risorse umane rappresentano una fonte inesauribile di innovazione, e dunque di generazione di valore futuro. Inoltre, tale bilancio è rivolto maggiormente ad azionisti, analisti finanziari e investitori.
Il bilancio di sostenibilità si focalizza sugli aspetti etici della creazione di valore, come il rispetto dei diritti umani, ed è rivolto a tutti gli stakeholder, a tutti i livelli.
Affinché l’integrazione tra i suddetti bilanci si possa verificare, l’azienda intende determinare un modello di accounting e reporting, in grado di includere dati e informazioni diversi tra loro e importanti su strategie e performance dell’azienda. Come primo passo da compiere occorre definire il contributo che le risorse immateriali danno all’azienda, in particolare alla sua capacità di creare valore economico. Infatti, dal 2004 Granarolo analizza degli indicatori delle risorse intangibili, sia interne che esterne, e li misura per determinare altresì se l’azienda, nell’attuare le proprie combinazioni economiche finalizzate alla generazione di profitto, sia stata in grado di incrementare o meno il proprio patrimonio intangibile.
Le motivazioni che spingono la Granarolo a lavorare sugli intangibili sono diverse, innanzitutto potrebbe essere per esigenze gestionali come ad esempio la determinazione delle fonti di generazione delle competenze distintive, il miglioramento del processo di decision making strategico, la spinta alla ricerca di nuove opportunità competitive. Ci sono esigenze rappresentative, attraverso un corretto trasferimento al mercato del valore d’impresa, poiché l’avvicendarsi di nuovi eventi genera nuove prospettive come la quotazione in borsa, ci si riferisce a Basilea II con il rating di rischiosità del credito bancario, ancora ci si riferisce all’introduzione dei principi contabili internazionali, alle aspettative specifiche da parte degli analisti finanziari, ecc.
Nel contingente risulta di fondamentale importanza riuscire ad attuare e applicare strumenti aziendali finalizzati a promuovere l’aumento del capitale intangibile che consente all’azienda di competere attraverso l’innovazione, di prodotto e di processo.
Naturalmente, a riguardo sono stati individuati degli indici intangibili chiave per ogni sezione del bilancio di sostenibilità, economica, ambientale, sociale, e per la strategia attuata, solo per citarne qualcuno: turnover del personale-Competenze strategiche- Indice di scolarità; Customer satisfaction- Consumer’s loyalty- Fatturato medio per cliente; Immagine aziendale esterna- Brand Awareness- % fatturato nuovi clienti.
Dal 2004 il gruppo organizza presso la propria sede un workshop della durata di 4 ore con l’obiettivo di raccogliere spunti e suggerimenti per migliorare le politiche di governo sostenibile del business, e di generare consenso sulle strategie del management aziendale. I partecipanti a questo incontro sono diversi e vari, oltre a 38 decision maker di aziende partecipano enti pubblici, onlus, università, mass media.