CAPITOLO TERZO
3.7 Misurazione della sostenibilità
Le aziende stanno elaborando molto rapidamente il concetto di CSR piuttosto che di sviluppo sostenibile per una semplice e precisa ragione: la CSR risponde direttamente al loro controllo, lo sviluppo sostenibile no; infatti esse aspirano a contribuire allo sviluppo sostenibile e, contemporaneamente, essere socialmente responsabili.
Le tipologie di strumenti in grado di rispondere alla finalità di elevazione della percezione della responsabilità sociale, e dunque una misurazione della stessa, sono tante ma in questa sede si analizzano tre strumenti che sono quelli più generalmente rappresentati, adoperati e noti alle aziende: SA 8000, AA 1000 e le linee guida Global Reporting Iniziative.
3.7.1 Certificazione SA 8000
Come precedentemente riportato, l’impegno etico di un’azienda può entrare direttamente nella cosiddetta catena del valore prospettando l’utilizzo di nuove leve competitive coerenti ed afferenti ad uno sviluppo sostenibile. Ma perché tale meccanismo abbia possibilità di diffondersi occorre un efficace e trasparente sistema di certificazione e di comunicazione che possa trasferire di specifici messaggi dal produttore ai clienti finali. In ambito di certificazione nel contesto della CSR, va senza dubbio menzionata la SA 8000.
La norma SA 8000 (Social Accountability ovvero responsabilità sociale) è una certificazione di standard internazionale in tema di diritti dei lavoratori (in relazione al capitale umano) che attesta l’operato delle imprese e permette di migliorare le condizioni e l’ambiente di lavoro.
Essa costituisce il mezzo per fornire agli investitori e ai consumatori informazioni esatte per analizzare la linea di condotta e le prestazioni sociali delle aziende.
La certificazione SA 8000 è applicabile a livello internazionale ad organizzazioni di qualsiasi settore merceologico ed è considerata il primo standard internazionale che misura il grado etico e la responsabilità sociale di un’azienda attraverso una verifica eseguita da un ente di certificazione internazionale; a tal fine, essa riguarda il rispetto dei diritti umani, il rispetto dei diritti dei lavoratori, la tutela contro lo sfruttamento dei minori, una qualche garanzia sulla sicurezza sul posto di lavoro.
La norma oggetto della trattazione è stata emanata nel 1997 dalla Social Accountability International (SAI), organizzazione non profit per i diritti umani, e si basa sui principi espressi nelle Convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, nelle Convenzioni delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo e sull’Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione Contro le Donne.
Tale norma si propone, prima di tutto, di assicurare nelle aziende corrette condizioni di lavoro, non accettando forme di lavoro minorile e sopprimendo discriminazioni religiose o razziali, lasciando libertà di associazione a tutti i lavoratori, tutelando salute e sicurezza sul posto di lavoro, e secondariamente di monitorare l’approvvigionamento delle risorse in modo che si rispetti l’etica comportamentale in oggetto. Inoltre, la certificazione si pone a garanzia dell’eliminazione di discriminazioni rispetto ad esempio alle politiche di assunzione, di retribuzione di tutti i dipendenti.
In effetti, a parere di chi scrive, la valorizzazione del capitale umano per lo sviluppo futuro delle aziende, deve tener conto delle diversità tra i sessi, ma soprattutto delle differenti esigenze che, comunque ed in ogni caso, ne condizionano le prestazioni e i risultati sul posto di lavoro (si pensi ad esempio alla maternità che in qualche modo “penalizza” una donna che vorrebbe fare carriera in qualsiasi ambito lavorativo).
È proprio grazie a strumenti come SA8000, o altri standard, che è possibile sostenere e promuovere una cultura di rispetto e attenzione alla differenza di genere, combattendo qualunque discriminazione117.
La norma in argomento prevede otto requisiti sociali specifici che l’azienda deve soddisfare affinché venga ad essa concessa la certificazione, con particolare riguardo a: Lavoro infantile; Lavoro obbligato; Salute e sicurezza sul lavoro; Libertà di associazione e diritto alla contrattazione collettiva; Discriminazioni (razziali, religiose, sessuali, ecc,); Procedure disciplinari, Orario di lavoro; Criteri retributivi.
I requisiti della norma SA8000 devono essere applicati in maniera universale relativamente alla collocazione geografica, al settore industriale di riferimento ed alle dimensioni dell’azienda.
Il suo meccanismo di implementazione e procedure di auditing è del tutto simile a quello previsto per ISO 9000 e ISO 14000, oramai molto diffuse nella prassi aziendalistica118.
L’introduzione della SA8000, in Italia, ha avuto la capacità di rafforzare il dibattito politico in tema di responsabilità sociale d’impresa, anche sotto lo stimolo di Coop Italia, prima azienda in Europa ad ottenere la certificazione SA8000. Le aziende che hanno scelto di adottare la norma SA8000 e che sono certificate in base a questa sono passate da 74 a giugno 2004 a oltre 200 a novembre 2005, in particolare il 30% di esse risulta in Toscana, il 16% in 117 Il requisito n. 5 della SA8000 esplicita indicazioni ben precise riguardo ad ogni forma di
discriminazione, infatti detto art. così stabilisce: «5.1 L’azienda non deve attuare o dare sostegno alla discriminazione nell’assunzione, nella remunerazione, nell’accesso alla formazione, promozione, licenziamento o pensionamento, in base a razza, ceto, origine nazionale, religione, invalidità, sesso, orientamento sessuale, appartenenza sindacale, affiliazione politica, età; 5.2 L’azienda non deve interferire con l’esercizio del diritto del personale di seguire principi o pratiche, o di soddisfare bisogni connessi a razza, ceto, origine nazionale, religione, invalidità, sesso, orientamento sessuale, appartenenza sindacale o affiliazione politica; 5.3 L’azienda non deve permettere comportamenti, inclusi gesti, linguaggio o contatto fisico, che siano sessualmente coercitivi, minacciosi, offensivi o volti allo sfruttamento».
118 Il presidente di Amnestey International Geoffry Chandler, in una intervista, ha così osservato:
«SA8000 è un importante meccanismo per far sì che le pratiche del mondo e degli affari si allineino sempre di più ai valori della società- fattore determinante per accrescere la reputazione d’impresa al giorno d’oggi. Attraverso l’auditing di elementi aggiuntivi rispetto ai criteri finanziari, SA8000 permetterà alle imprese di dare, per la prima volta, un significato concreto al concetto di stakeholder e non una semplice adesione formale vuota di contenuti».
Emilia Romagna, l’11% in Lombardia, seguono Piemonte, Abruzzo, e via via altre regioni italiane.
Importanti novità nella norma SA8000 sono state introdotte nel 2001, in essa, infatti, si estende il lavoro a domicilio, altro cambiamento si ritrova nella introduzione dell’età anagrafica come elemento discriminante e nella estensione ai sub-contractors, o meglio estensione a tutti i fornitori lungo la filiera.
3.7.2 Standard AA1000
Trattasi di uno standard che riguarda il processo di costruzione dei sistemi di contabilità sociale e ambientale. Proposto da AccountAbility (organizzazione non profit londinese) nel 1999, si può dire che tale strumento scaturisce dall’evoluzione di auditing e reporting etico derivante dall’esigenza di apportare miglioramenti alle performance delle aziende attraverso l’aumento della qualità nell’accounting, auditing e nel reporting sociale ed etico.
Nasce, allora, l’esigenza di standardizzare principi e processi in grado di contribuire a definire un approccio progressivo per il miglioramento della qualità sociale reale e percepita. A tal riguardo, AA1000 si pone come uno standard di base (framework), di responsabilità focalizzato sull’obiettivo di fondo di fornire qualità al processo di accounting, auditing e reporting di natura sociale per mezzo di un percorso di sviluppo sostenibile e perseguibile attraverso due tipologie di indirizzo, il primo riguardante ad una valutazione partecipata in un’ottica di rafforzamento della qualità dei cosiddetti standard di responsabilità sociale; il secondo relativo ad un processo autonomo in grado di provvedere non solo alla gestione e alla comunicazione del bilancio, ma anche alla misurazione delle performance sociali ed etiche119.
AA1000 non dà i requisiti minimi con cui l’azienda ottiene il certificato di qualità etico-sociale, ma anzi costituisce uno standard che ogni azienda può 119 Cfr., R. Rusciano in Bruno- Rusciano, op. cit., 2006.
adottare per confrontarsi in termini di rendicontazione e comunicazione etica e sociale.
Dunque, AA1000 non è una certificazione, bensì uno standard di riferimento che ogni azienda potrebbe utilizzare per implementare il proprio sistema di gestione della responsabilità sociale, o come base di confronto per valutare i sistemi che già adotta. Il processo su cui si basa tale standard è governato dal principio di accountability, inoltre, la responsabilità organizzativa è direttamente indirizzata dall’inclusività del processo, che è supportata dalla natura dello stesso, dalla significatività dell’informazione, dalla sua gestione nel tempo e dalla capacità di miglioramento del processo.
Come si vedrà tra breve, esso pone particolare enfasi allo sviluppo del dialogo e del coinvolgimento degli stakeholders. Inoltre, esso è articolato in uno standard di carattere generale arricchito da una serie di linee guida specifiche e da requisiti determinati, vale a dire che la struttura dell'AA1000 è composta sia dallo standard, ovvero principi e fasi del processo necessari per realizzare un sistema di contabilità e rendicontazione della responsabilità sociale dell'impresa, sia da una serie di direttive (guidelines), sia dall'insieme di requisiti necessari per assumere le qualifiche professionali adeguate.
Lo sviluppo di tale standard passa attraverso cinque fasi (planning, accounting, auditing e reporting insieme, embedding e stakeholder ingagement) che consente all’AA1000 di accrescere la fiducia degli stakeholders interni ed esterni attraverso la valutazione e la gestione dei rischi, nonché attraverso la misurazione di indicatori chiave di performance sociale. Gli stakeholder considerati, di cui si ha il loro coinvolgimento in tutte le fasi del processo, sono proprietari, dipendenti, organizzazioni sindacali, clienti, fornitori, concorrenti, partners, pubblica amministrazione e organismi di regolazione, ed altri ancora.
Le fasi di cui si accennava poco fa possono essere sintetizzate così come segue:
1. planning: in cui vengono definiti i valori e gli obiettivi sociali ed etici