Generalmente le metodologie utilizzate nella prassi per la determinazione del valore economico del patrimonio aziendale devono possedere determinate ed indispensabili caratteristiche, quali la razionalità che indica come il modello debba basarsi chiare convincenti, razionali, condivise dalla maggior parte della dottrina; l’oggettività, anche se la dottrina non è tutta univoca nella sua definizione; e la dimostrabilità ossia deve essere possibile per tutti, indistintamente, ottenere risultati se non uguali, quantomeno dello stesso ordine di grandezza, e deve essere dimostrabile nelle ipotesi e nei calcoli.
Queste tre caratteristiche non sono altro che dei necessari corollari di un principio più ampio (e forse di più complessa definizione positiva), quello della veridicità della valutazione, unica fonte ispiratrice del processo di determinazione del valore di un’azienda.
Per la misurazione dei beni intangibili al fine di definire la scelta ottimale degli approcci e dei criteri, occorre riferirsi ad alcuni requisiti, oltre a quelli menzionati poc’anzi, tra cui:
affidabilità, perché sia evitato un eccessivo grado di soggettività, la scelta dipende dall’impostazione razionale delle formule;
efficienza, i metodi devono essere capaci di raggiungere lo scopo con il minimo dispendio di risorse a disposizione;
coerenza, i valori devono basarsi sull’analisi dell’azienda in modo che vi sia coerenza tra risultati economici dell’unità considerata e i risultati complessivi;
continuità, la procedura deve essere ripetibile nel tempo;
confrontabilità, ovvero la possibilità di giungere agli stessi risultati con metodi differenti
adattabilità, in alcune circostanze si preferiscono applicare metodi usati in molte altre situazioni .
Queste caratteristiche, unitamente alle altre, rappresentano i requisiti fondamentali per la misurazione degli intangible assets.
Il codice civile dedica alla stesura del bilancio alcuni articoli che, come modificati dal D. Lgs. 127/1991, prevedono dei criteri di valutazione ben precisi. L’art. 2423-bis C.C. stabilisce che «nella redazione del bilancio devono essere osservati i seguenti principi: 1) la valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza e nella prospettiva della continuazione dell’attività». Inoltre, l’art. 2426 c.c. sancisce che «le immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto o di produzione», in tal caso non viene fatta alcuna distinzione, in merito ai criteri di valutazione da adottare, nel caso di immobilizzazioni materiali o immateriali45.
La valutazione dei beni immateriali, come è stato diffusamente riportato precedentemente, può essere effettuata per diversi e svariati motivi.
Essenzialmente le tecniche di valutazione dei beni intangibili tutt’ora in atto sono state attivate con l’obiettivo della loro iscrizione in bilancio nei contesti
45 Si ricorda che per quanto riguarda le valutazioni devono essere osservati i seguenti criteri dettati
dall'art. 2426 (criteri di valutazione): le immobilizzazioni sono iscritte al costo d'acquisto o di produzione. Nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori. Il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili al prodotto. Può comprendere anche altri costi, per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto, relativi al periodo di fabbricazione e fino al momento dal quale il bene può essere utilizzato; con gli stessi criteri possono essere aggiunti gli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione, interna o presso terzi. Il costo delle immobilizzazioni, materiali e immateriali, la cui utilizzazione è limitata nel tempo deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione con la loro residua possibilità di utilizzazione. Eventuali modifiche dei criteri di ammortamento e dei coefficienti applicati devono essere motivate nella nota integrativa. L'immobilizzazione che, alla data della chiusura dell'esercizio, risulti durevolmente di valore inferiore al costo residuo da ammortizzare secondo i criteri già esposti, viene svalutata fino a concorrenza del loro valore economico. Per le immobilizzazioni consistenti in partecipazioni in imprese controllate o collegate che risultino iscritte per un valore superiore a quello derivante dall'applicazione del criterio di valutazione come sotto esposto (punto 4) o, se non vi sia l'obbligo di redigere il bilancio consolidato, al valore corrispondente alla frazione di patrimonio netto risultante dall'ultimo bilancio dell'impresa partecipata, la differenza dovrà essere motivata nella nota integrativa. Le immobilizzazioni consistenti in partecipazioni in imprese controllate o collegate possono essere valutate per un importo pari alla corrispondente frazione del patrimonio netto, risultante dall'ultimo bilancio delle imprese medesime, detratti i dividendi e operate le rettifiche richieste dai principi di redazione del bilancio consolidato nonché quelle necessarie per il rispetto dei principi indicati negli articoli 2423 e 2423-bis del Codice civile.
in cui questo è ammesso dalle norme e dai principi contabili; con l’obiettivo della determinazione del capitale netto rivalutato, nell’ambito di determinazione del valore economico del capitale aziendale; ancora, con l’obiettivo della definizione del prezzo nel caso di negoziazione dell’asset stesso. A presidio di tale concetto appena esposto, è necessario che i beni immateriali oggetto della trattazione abbiano la caratteristica della trasferibilità o quanto meno l’identificabilità, in tal modo ci si protegge dal rischio di sovrapposizioni o duplicazioni. La precisa indicazione dei valori economici delle risorse immateriali risente delle limitazioni, come l’elevato grado di incertezza che le caratterizza, della loro ordinaria rappresentazione contabile.
I metodi di valutazione degli intangibili si distinguono in empirici ed analitici. Le tecniche del primo tipo rilevano il valore di un bene per mezzo della stima che prevale sul mercato circa il prezzo di attività simili oggetto di negoziazioni ultime. Le tecniche analitiche si basano sull’analisi diretta del valore che si può attribuire al bene immateriale oggetto di valutazione. In tale ambito si distinguono metodi riportati per la valutazione in generale delle aziende e cioè metodi economico- reddituali, metodi basati sui costi, metodo del flusso di cassa attualizzato.
Secondo Guatri e Bini i criteri e metodi di valutazione degli intangibili conosciuti ad oggi e che sono stati sperimentati sono riportati nella seguente tabella: