• Non ci sono risultati.

Tra antropologia e sociologia criminale

La visione del delinquente negli allievi di Lombroso

2.1 Tra antropologia e sociologia criminale

Enrico Ferri fu sicuramente il pupillo di Lombroso. Divenne suo discepolo appena laureatosi e l'antropologo fu entusiasta169 di avere come collaboratore un giovane così brillante.

169 È la figlia che racconta l'incontro trai due studiosi. Si creò tra loro più che un rapporto insegnante-allievo uno filiale, di forte affetto e di confronto creativo. Questa circostanza è supportata anche dal fatto che Lombroso più di una volta condividerà le conclusioni del Ferri soprattutto per quanto riguardava l'opportunità dei sostitutivi

126 Ferri, a differenza di Garofalo, nel corso degli anni mutò gradualmente la sua posizione: inizialmente aderì completamente alle idee dell'antropologia criminale di Lombroso ma successivamente si avvicinò al partito Socialista, divenendone uno dei membri più importanti. Grazie all' influenza del socialismo fuse i principi dell'antropologia con quelli della sociologia dando vita ad una nuova corrente in campo penale: la sociologia criminale. È stato probabilmente il trasformismo del Ferri a dividere la Scuola positiva ed a segnarne il declino.

La prima formazione all'interno della Scuola di Lombroso gli fa condividere dei concetti comuni che poi elaborerà in maniera del tutto personale. Innanzitutto il ruolo centrale del delinquente in quanto è solo in base alla sua analisi che verranno applicati i mezzi difensivi. Il diritto diviene necessario per tutelare la società ma è essa stessa che diviene poi la creatrice della delinquenza come in un circolo vizioso.

Il delinquente è innanzitutto una persona e perciò un essere complesso: è un individuo perché porta in sé

penali; persino in campo politico, il Ferri farà da "guida" al maestro avvicinandolo al partito Socialista. Lombroso-Ferrero G. Cesare Lombroso. Storia della vita e delle opere

127 tutto un patrimonio genetico e culturale che lo distingue dagli altri, ma è anche un essere sociale, inserito in una comunità in cui cresce ed esterna il suo essere individuo. La comunità è poi inserita in un determinato luogo che ne specifica le usanze, la ricchezza e tutta la sua vita. In questa prospettiva il criminale diviene tale perché è soggetto a dei fattori ben definiti che ne originano l'istinto delittuoso e siffatte ragioni possono ricondursi a tre classi principali: individuali, sociali e fisici.

I primi fattori170 sono insiti nell'individuo e tali criminali possono essere assimilati ai delinquenti nati dell'antropologo o di Garofalo. I fattori antropologici sono quelli che riguardano la persona in sé e sono più vicini alla teoria di Lombroso, dal momento che si riferiscono principalmente a criteri antropologici, patologici e organici, integrati da analisi psichiche riguardanti la morale del soggetto. Nell'analisi non vengono trascurate le caratteristiche personali che sono determinate dalla vita di relazione, dalla razza, dal sesso e dall'istruzione.

170 Ferri E. Sociologia criminale, Fratelli Bocca, Torino, 1892, pagg. 230 e seguenti. Il penalista completa l'analisi dei fattori con ampie statistiche per sostenere le proprie tesi, come aveva fatto anche il Lombroso. L'ausilio della statistica, molto in voga in quegli anni, tanto che nacque persino una Commissione ad hoc, permetteva di dare grazie a risultati oggettivi ed immediatamente confrontabili un sostegno maggiore alle proprie idee.

128 Questi criminali, rappresenterebbero, da quanto appare dalle statistiche, comunque una piccola percentuale. Diviene necessario trovare altre cause e queste vanno ricercate all'esterno dell'individuo: nella società e nell'ambiente in cui vive.

I fattori sociali riguardano tutti gli aspetti socio- economici che influiscono direttamente o indirettamente sul comportamento di una persona. In essi si possono enumerare la densità, la produzione industriale a cui aggiungere la famiglia, il sistema politico, la religione, la formazione culturale ed intellettuale. ‹‹ Una congerie

insomma di cause latenti, che si compenetrano e si intrecciano ad ogni più riposto meato della società, e sfuggono quasi sempre all'attenzione dei teorici, dei pratici e dei criminalisti››.171 Tali elementi sono sicuramente i più importanti, dato che originano grandi disparità e conflittualità sia tra comunità distanti, sia all'interno della stessa. Proprio perché prodotti dall'uomo, questi fattori possono essere eliminati, e, ove ciò non fosse possibile almeno attenuati.

A chiudere il quadro contribuiscono i fattori fisici, che Ferri indica come quelli strettamente legati al

129 territorio dove il soggetto vive. Il luogo e il clima influenzano la produzione animale ed agricola, in quanto, originando periodi di abbondanza e di carestia possono far aumentare le disuguaglianze economiche e di conseguenza il numero dei delinquenti.

Il criminale per Ferri è identificabile, prima che compia il delitto, in base alla presenza in esso di questi elementi. I tre fattori operano insieme e sono indivisibili, concorrendo nella stessa misura a formare il criminale ma, in maniera diversa, per quanto riguarda i differenti delitti. L'individuazione del reo in un momento precedente alla realizzazione del crimine, è il concetto chiave sia per Garofalo che per Lombroso ma la differenza fondamentale è il ruolo che assume la comunità nella "creazione" del reo.

Il considerare il delinquente come un soggetto che presenta in sé questi tre elementi e di conseguenza, non abbia altra scelta che commettere il delitto, porta pure il penalista a negare il libero arbitrio. La responsabilità dell'individuo, preso atto che non c'è libero arbitrio, verrebbe del tutto eliminata; essa verrebbe sostituita da una responsabilità sociale che deriva proprio dalla necessaria appartenenza del criminale ad una comunità.

130 La somma dei diversi fattori criminali non può che originare, in un soggetto ben determinato, l'istinto a compiere proprio quell'azione, anche se prova ad opporsi. Il delitto è quindi un evento naturale, perché trova la sua origine sia nelle componenti individuali e personali del soggetto, cioè nella sua natura intima, sia ambientali e sociali, in quanto l'uomo è un essere sociale che si muove e si concretizza nella comunità in cui è inserito.

Nell'analizzare la capacità dei vari fattori a delineare il criminale, dobbiamo sempre considerare che l'influenza dei fattori antropologici può essere sufficiente ad identificare un delinquente, ma ciò avviene solamente nel caso del reo nato. In questo caso infatti i fattori sociali, benché siano la causa prima della delinquenza, non sono da soli capaci di determinare il delitto poiché, come lo stesso Ferri obietta infatti ai socialisti più estremi, ‹‹ Abolite il matrimonio legale ma se ad un uomo

brutto piace una donna bella, che ne rifugge come impedirete che i fattori individuali e fisici agenti in

131

qualcuno di questi uomini brutti, non li spingano allo stupro e all'omicidio? ››172

Il criminale per Garofalo e Lombroso è un essere isolato identificato solo in base alle peculiarità morali e psicologiche e pertanto racchiude solo in sé l'elemento delinquenziale venendosi a creare un sistema individuale di responsabilità penale: il male è nell'individuo ed in esso deve essere represso. Ferri amplia questa visione: il reo può essere tale per qualità innate ed allora sarà un reo nato ma, per la maggior parte dei casi, diviene tale perché il suo "essere individuale" si inserisce all'interno della comunità e quindi la sua delinquenza viene a fondersi con quella della società. Si assiste perciò ad uno spostamento della responsabilità da totalmente personale a parzialmente individuale e parzialmente comunitaria: l'una è però complementare dell'altra. Non ci si allontana troppo dalla visione di Lombroso secondo la quale esiste un delinquente che è tale per nascita e, quindi, senza alcun influsso dell' ambiente e della società, in quanto, in Ferri, l'influenza dello Stato e dell'ambiente nella commissione del delitto sarebbero parziali, poiché ed

172 Ferri E. Sociologia Criminale a cura di Vincenzo Accattatis, Feltrinelli, Milano, 1979 cit. pag. 85.

132 essi si aggiungerebbe comunque una componente antropologica che nello specifico caso del reo nato sarebbe la causa unica della criminalità.