La delinquenza di genere e di razza secondo l'antropologia criminale
1.1 La donna normale
Nel 1893 la Lega Promotrice degli interessi femminili, facente parte del Partito operaio dal 1888, elabora un programma autonomo distinto da quello del movimento operaio e, nello stesso anno, Lombroso, avvalendosi della collaborazione di Guglielmo Ferrero, pubblica La donna delinquente, la prostituta e la donna
normale103. Il testo era, come nello stile lombrosiano,
103 Lombroso, ringraziando il collaboratore, specifica che lui si è principalmente dedicato alla parte riguardante l'analisi antropologica e psicologica delle donne normali e delle criminali. Il risultato è comunque identico a quello de L'uomo delinquente: analisi storica, analisi antropologica, analisi psicologica e conclusioni. L'unico fattore di differenza dell'opera è che l'autore ha riservato un'intera parte all'esame della donna normale, indicato come parametro per confrontare le altre donne, mentre ne L'uomo
78 corredato di esempi storici, esami scientifici, tavole e fotografie in modo da dare all'argomento un quadro completo e dettagliato.
L'accresciuto interesse di Lombroso e di molti suoi colleghi per la figura femminile era probabilmente dovuto proprio al maggior ruolo della donna nella società tardo ottocentesca. I cambiamenti prodotti dalla Rivoluzione industriale videro molte donne, provenienti dalle campagne, trovare impiego presso le industrie, le sartorie e diventare collaboratrici domestiche. Le donne borghesi, invece cominciarono ad interessarsi all'insegnamento e, molte di esse, proseguendo gli studi, divennero professioniste. Si formarono così movimenti per l'emancipazione femminile che richiedevano principalmente una maggior tutela delle lavoratrici ed il diritto al voto.
In questo clima si cercò di trovare un posto alla donna nella politica e nella vita dello Stato e la scienza avrebbe fornito sicuramente una risposta autorevole. Il confronto tra Stato e scienza finì per sostenere che un
delinquente tali esame è del tutto mancante. Questo fatto viene giustificato da
Lombroso come una necessità per poter poi confrontare i dati con quelli della donna criminale, forse, invece, era un modo per rispondere alle critiche a lui mosse nella stesura de L'uomo delinquente dove appunto l'analisi dell'uomo normale, in maniera approfondita è completamente assente.
79 ordine della natura regolava i rapporti tra i due sessi e, il porre la questione femminile in termini biologici, allontanò la discussione dal terreno politico, circoscrivendola invece a quello scientifico, ottenendo il risultato di collegare la natura umana della donna all'ordine sociale e fornendo una presunta giustificazione delle diversità.
L'antropologo Giuseppe Sergi104 sosteneva che l'inferiorità femminile, rispetto a quella maschile fosse da valutarsi senza dubbio come un dato positivo perché altrimenti si sarebbe assistito ad una ‹‹ nuova e violenta
concorrenza nella lotta della vita sociale ››,105 mentre Paolo Mantegazza106 sottolineava come le differenze tra i sessi fossero un risultato biologico, infatti ‹‹ l'essere
destinato dalla natura a fare il seme o l'uovo, ha tale e tanta influenza da modificare tutto l'organismo e fa così diversi i due individui da farli credere appartenenti a due
104 Giuseppe Sergi fu un famoso antropologo anche se la sua prima formazione avvenne in campo psichiatrico. Fondò a Roma il Museo di antropologia ed il laboratorio di psicologia sperimentale. Morì a Roma nel 1936.
105 Sergi G. L'educazione del carattere cit. da Babini V. P. Un Altro genere. La costruzione scientifica della ‹‹ natura femminile ›› in Burgio A. (a cura di), Nel nome della razza, il Mulino,
Bologna, 1999, pag. 478.
106 Paolo Mantegazza si laureò in Medicina nel 1854 a Milano. Subito dopo, partì per l'America Latina dove fece numerose ricerche in campo botanico ed etnologico. Tornato in Italia, divenne professore di Patologia all'Università di Pavia nel 1860 e, nel 1869, fu chiamato dall'Università di Firenze per dirigere la cattedra di Antropologia ed Etnologia. Morì a San Terenzo di Lerici nel 1910.
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specie e persino a due generi distinti ››.107 Il fatto che la donna potesse procreare faceva concludere a Mantegazza che l'energia fornita dalla natura per la riproduzione fosse identica a quella che era stata concessa all'uomo per l'intelligenza e, questo era sufficiente a giustificare l'inferiorità intellettuale femminile, rispetto a quella maschile.
Cesare Lombroso nel suo trattato, partendo dal dato obiettivo della differenza tra i sessi, come sostenuta anche dai suoi colleghi, finì per rafforzare con le sue ricerche scientifiche l'immagine negativa della donna anche se questo non era certamente il suo scopo in quanto egli afferma che ‹‹ non una linea di quest'opera
quindi giustifica le molte tirannie di cui la donna è stata ed è tuttora vittima [...] coercizioni ridicole o crudeli, prepotenti sempre, colle quali certo abbiamo contribuito a mantenere, e, quel che è più triste, ad accrescere la inferiorità sua, per sfruttarla a nostro vantaggio ››.108
L'antropologo scelse come parametro per confrontare le varie donne il "tipo" della donna normale.
107 Mantegazza P. Fisiologia della donna cit. da Babini V. P. Un Altro genere. La costruzione scientifica della ‹‹ natura femminile ›› in Burgio A. (a cura di), Nel nome della razza, il Mulino,
Bologna, 1999, pag. 480.
108 Lombroso C.-Ferrero G. La donna delinquente, la prostituta e la donna normale, Fratelli Bocca, Torino, 1903, cit. Prefazione pag. x.
81 Procedendo sempre con metodo scientifico misurò ed analizzò parecchie donne ricavando un quadro da cui emergeva che il cranio femminile era più piccolo di quello maschile così come lo scheletro più corto e gli organi interni di dimensioni inferiori. Il fatto che oltre a ciò avessero anche una sensibilità minore al dolore, al contrario di quanto si potesse pensare, le dava le caratteristiche di un essere inferiore, quasi un animale: ‹‹ sono questi istinti di dipendenza e di soggezione come
ne acquistano gli esseri inferiori in contatto con gli esseri superiori. Tale è il cane [...] allo stato selvaggio era un animale indipendente e nel contatto con l'uomo, per effetto dell'educazione e della selezione ha sviluppato tali istinti di fedeltà, di sottomissione, di affetto ››.109
Le caratteristiche antropologiche in cui la donna era superiore all'uomo cioè il maggior numero di battiti cardiaci, il tronco più lungo ed una maggior quantità di tessuto adiposo, vennero interpretate da Lombroso come un indicatore dell'immaturità fisica femminile in quanto tali elementi erano riscontrabili anche nei bambini. La donna era quindi portatrice di caratteri atavici più dell'uomo ed il suo infantilismo non faceva che
109 Lombroso C.-Ferrero G. La donna delinquente, la prostituta e la donna normale, Fratelli Bocca, Torino, 1903, cit. pag. 129.
82 avvalorare tale tesi in quanto gli unici elementi che erano in grado di differenziarla dal bambino venivano individuati, da Lombroso, nella pietà e nella maternità. La donna normale era quindi come un "grande bambino" e la sua forte emotività la ravvicinava al tipo criminale ma da esso si distingueva per il forte senso materno, la grande compassione, la dolcezza ed il senso del pudore. Questi sentimenti sarebbero stati in grado di compensare le tendenze negative innate della natura femminile ma non avrebbero comunque potuto consentire alla donna di raggiungere lo stesso livello intellettuale dell'uomo a causa della differente conformazione del cervello e della maggiore resistenza al dolore.110 ‹‹ La donna normale ha molti caratteri che
l'avvicinano al selvaggio, al fanciullo e quindi al criminale (irosità, vendetta, gelosia, vanità) ed altri diametralmente opposti che [...] le impediscono di avvicinarsi nella sua condotta quanto l'uomo a quell'equilibrio tra diritti e
110 Il cervello dell' uomo e della donna differivano, oltre che per il peso, anche per la forma dei lobi frontali e parietali. A ciò si aggiungeva la maggiore sensibilità al dolore ed il minore sviluppo dei cinque sensi nelle donne, fattori che avrebbero confermato la tesi dell'inferiore capacità razionale delle donne mentre avrebbe confermato la maggiore capacità intellettiva e morale dell'uomo. Lombroso C.-Ferrero G. La donna
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doveri, egoismo e altruismo, che è il termine dell'evoluzione morale ››.111
La donna normale non avrebbe neppure la medesima percezione di giustizia dell'uomo. La sua esistenza è trascorsa principalmente all'interno della famiglia: per questo motivo non ha partecipato alla vita sociale e di conseguenza, non ha mai potuto provare quelle emozioni che sono collegate alla privazione di diritti o alla loro tutela. La donna non sarebbe in grado pertanto di comprendere tali sentimenti, così lontani dalla sua natura di madre e di moglie, vivendo ‹‹ sempre
al di là ed al di qua della giustizia ››.112
Il ritratto della donna normale che emerge da queste analisi è quello di una figura femminile impulsiva ed infantile, principalmente votata alla cura dei figli e della famiglia e bisognosa sempre di una guida per compiere qualsiasi mansione; questa descrizione era perfettamente in linea con lo stereotipo ottocentesco anche se questo non corrispose a quanto avvenne realmente nella vita di Lombroso: le due figlie divennero
111 Lombroso C.-Ferrero G. La donna delinquente, la prostituta e la donna normale, Fratelli Bocca, Torino, 1903, cit. pag. 157.
112 Lombroso C.-Ferrero G. La donna delinquente, la prostituta e la donna normale, Fratelli Bocca, Torino, 1903, cit. pag. 145. L'antropologo riporta l'opinione dello scienziato Proudhomme.
84 famose professioniste113 ed egli fu grande amico di Anna Kuliscioff, della quale stimava la spiccata intelligenza e l'attenzione per i problemi della società.