• Non ci sono risultati.

La donna delinquente e la prostituta

La delinquenza di genere e di razza secondo l'antropologia criminale

1.2 La donna delinquente e la prostituta

La donna delinquente è l'opposto della donna normale: presenta caratteri mascolini e comportamenti viziosi. Antropologicamente sono più basse delle donne normali, hanno principalmente i capelli scuri e nella maggior parte dei casi sono affette da strabismo. In esse è del tutto assente qualunque sentimento materno anzi spesso prevalgono la crudeltà, la gelosia, l'astuzia e l'audacia.

I criminali di sesso femminile sono in numero inferiore e quasi sempre si configurano come criminali d'occasione. Nei rari casi di criminali nate, però i caratteri degenerativi sono maggiori che nell'uomo e ciò rende questa forma di delinquenza femminile ‹‹ più

113 L'autore infatti, nella Prefazione, afferma che la donna è utile e cara, aggiungendo che proprio grazie alla collaborazione di diverse donne, tra cui la dottoressa Kuliscioff, ha potuto completare tale trattato, anzi l'apporto delle donne è stato più importante ed interessante di quello di molti scienziati uomini. Il contributo maggiore veniva proprio dall'amatissima figlia Gina: " l'ultimo e l'unico filo che mi riunisca alla vita, la collaboratrice e

l'ispiratrice più salda, la più feconda di ogni mio lavoro." Lombroso C.-Ferrero G. La donna delinquente, la prostituta e la donna normale, Fratelli Bocca, Torino, 1903, cit. Prefazione

85

intensa e perversa che quella maschile ››.114 In tali criminali la degenerazione causa una crudeltà accentuata e le conduce a commettere più reati che nel tipo maschile sarebbero incompatibili tra loro: di ciò fu chiaro esempio la marchesa di Brinvilliers che ‹‹ fu ad un

tempo parricida, avvelenatrice per avidità, e per vendetta adultera, calunniatrice, infanticida, ladra, incestuosa, incendiaria ››.115

Le donne sono generalmente spinte, escludendo il caso delle ree nate, a commettere delitti principalmente a causa della loro debole natura che le rende maggiormente soggette ad infrangere la legge, sia per ragioni quali la povertà e la fame, sia per eseguire gli ordini di compagni e mariti.

L'antropologo si sofferma anche ad analizzare il caso delle infanticide. Le donne che commettono infanticidio o abortiscono vengono collocate nella categoria dei rei per passione perché, non avendo resistito ad una passione momentanea ed erronea, cercano di salvare la loro reputazione rimediando allo

114 Lombroso C.-Ferrero G. La donna delinquente, la prostituta e la donna normale, Fratelli Bocca, Torino, 1903, cit. pag. 430.

115 Lombroso C.-Ferrero G. La donna delinquente, la prostituta e la donna normale, Fratelli Bocca, Torino, 1903, cit. pag.431. Quale esempio di crudeltà sproporzionata di questo tipo criminale, Lombroso riporta il caso della Tiburzio che " dopo aver ucciso una sua

compagna incinta, si mise a morderla ferocemente, strappandole brani di carne che gettava al cane ".

86 sbaglio commesso.116Lo sguardo dell'autore sembrerebbe mostrare un sentimento di pietà verso queste donne, che spesso ingannate dagli uomini si trovano da sole a dover affrontare una difficile situazione.

Il quadro repressivo prospettato dall'antropologo si configura sicuramente in maniera più mite rispetto a quello maschile117 perché le statistiche dimostravano che la donna era recidiva molto meno degli uomini: sostitutivi penali, riprensione giudiziale e, nei casi più gravi, il ricovero in un convento in quanto la guida di una suora, esempio di onestà, avrebbe allontanato la criminale dalla vita delinquente. Lombroso non sostenne mai, quale argine a queste forme di criminalità propriamente femminili, infanticidio, abbandono e aborto, un sistema punitivo per gli uomini che avevano sedotto tali donne inducendole a commettere il reato.118

116 Lombroso C.-Ferrero G. La donna delinquente, la prostituta e la donna normale, Fratelli Bocca, Torino, 1903, pag. 495.

117 Afferma infatti l'antropologo che"i reati più essenzialmente femminili come l'aborto, l'infanticidio, l'esposizione di infanti, sono quei che devono essere meno puniti."Lombroso C. L'uomo delinquente vol.III, Fratelli Bocca, Torino, 1897, cit. pag. 558.

118 Nel testo di Lombroso, non si trova alcun quadro repressivo volto a colpire tali uomini ma di questa mancanza sembra accorgersi lo stesso autore che afferma, quasi come un auspicio per il futuro: " Occorrerebbe che la società non riguardasse solo la vittima

come la colpevole, ma ben anche il suo seduttore, [...] non lasciando alla sola infamata altro sfogo che quello di farsi giustizia colle proprie mani, o di far scomparire, in un disperato delirio, le tracce di un'immensa gioia, che si convertirono per lei sola in un'immensa sventura." Lombroso C. L'uomo delinquente vol.III, Fratelli Bocca, Torino, 1897, cit. pag. 338.

87 Alle donne delinquenti si avvicina una ‹‹ classe di

donne moralmente quasi identiche ››:119 le prostitute. Queste donne non compiono un reato dal punto di vista giuridico ma, la loro condotta morale è ugualmente riprovevole, tanto che la prostituzione potrebbe essere definita come un "reato morale" o come afferma Lombroso: ‹‹ la prostituzione non è altro che il lato

femminile della criminalità ››.120 La prostituta è identica antropologicamente e psicologicamente al criminale nato: in entrambi manca del tutto il senso morale, sono oziosi, ghiotti e amanti dei piaceri. La prostituta è quindi configurabile come una vera e propria delinquente anche se solo psicologicamente, di conseguenza tale fatto può giustificare la minor percentuale di criminali femmine rispetto ai maschi: le donne, poiché difettano di intelligenza e di forza cercano di ottenere ciò che vogliono con il minimo sforzo, pertanto le criminali donne rappresentano dei casi eccezionali ‹‹ che

confermano doversi cercare la criminalità vera delle donne nella prostituzione ››.121 La prostituzione, i cui

119 Lombroso C. L'uomo delinquente vol.I, Fratelli Bocca, Torino, 1884, cit. pag. 269. 120 Lombroso C.-Ferrero G. La donna delinquente, la prostituta e la donna normale, Fratelli Bocca, Torino, 1903, cit. pag. 571.

121 Lombroso C.-Ferrero G. La donna delinquente, la prostituta e la donna normale, Fratelli Bocca, Torino, 1903, cit. pag. 572.

88 segni peculiari erano la mancanza di senso materno, la vanità e la cupidigia, viene quindi a configurarsi come una forma di delinquenza di genere: ciò è probabilmente dovuto al fatto che, al tempo di Lombroso, il meretricio fosse ritenuto come una questione esclusivamente femminile.122

Un fenomeno collegato strettamente con la prostituzione è il saffismo. Le donne lesbiche si riconoscono per la corporatura robusta, quasi maschile, dal carattere violento e soprattutto dalla preferenza nell'indossare abiti maschili. Cause scatenanti di questa devianza vengono ricondotte all'eccesso di libidine di alcune prostitute, alla reclusione in un carcere, alla vecchiaia e ultima, ma non per importanza, all'aver subito una violenza da parte di un uomo.123 Lombroso non qualificando il saffismo come un fenomeno

122 Mary Gibson sostiene che la classificazione di Lombroso della prostituzione come espressione della delinquenza femminile avrebbe al tempo stesso criminalizzato la prostituzione e sessualizzato la criminalità femminile. Gibson M. Il genere: la donna

(delinquente e non) in Montaldo S.-Tappero P. (a cura di) Cesare Lombroso cento anni dopo,

UTET, Torino, 2009, pag. 164.

123 Lombroso C.-Ferrero G. La donna delinquente, la prostituta e la donna normale, Fratelli Bocca, Torino, 1903, pag. 407. L'antropologo chiama il saffismo con il termine di tribadismo e riporta i risultati dell'igenista Parent-Duchatelet delle ricerche effettuate a Berlino. Pur condividendo la visione del medico sulla natura e cause del saffismo, (ibidem pag. 410) Lombroso le ritiene non sufficienti, in quanto non tenevano conto del fatto che tale fenomeno fosse diffuso anche tra le classi agiate, come invece veniva sottolineato dai molti romanzi, soprattutto francesi, del tempo. Mentre la prostituzione è un fenomeno solamente femminile, il tribadismo si ritrova anche negli uomini: le donne lesbiche si comportano come uomini e gli omosessuali come delle donne, (ibidem pag.416).

89 particolare ma, inquadrandolo nell'ottica della prostituzione, lo allontana da una concezione di allarme sociale collegato ad un'idea che tale vizio potesse contagiare la società.

La configurazione della prostituzione come una forma di delinquenza, seppur confinata a livello psicologico, farebbe supporre nella tradizionale ottica lombrosiana, un quadro repressivo volto ad arginare tale fenomeno. Nel testo, se si escludono alcune misure, quali le ammonizioni nei confronti delle prostitute-nate, non si trova niente di tutto ciò, anzi quello che può apparire veramente strano è che l'antropologo identifichi la prostituzione come una misura idonea ad arginare altri tipi di reati, quelli sessuali. Dalle statistiche emergeva infatti che, nelle zone dove i postriboli erano stati aboliti, si era verificato un aumento della criminalità e questo si verificava soprattutto nelle città di campagna e in quei luoghi ove fossero presenti marinai e soldati.124 I bordelli divenivano pertanto

124 L'autore vede l'opportunità della prostituzione per arginare gli stupri e le violenze causate da ubriachezza infatti l'autore afferma: " Un altro rimedio è certamente la diffusione

della prostituzione nei paesi agricoli, specie là dove spesseggino marinai soldati, od operai; ed io credo non si dovrebbero permettere le vendite di alcoolici in paesi abbondanti di costoro quando non sianvi abbondanza di costoro". Lombroso C. Delitti di libidine, Fratelli Bocca, Torino, 1886, cit.

pag. 55. Sulla stessa linea anche Lombroso C. L'uomo delinquente vol.III, Fratelli Bocca, Torino, 1897, pag. 336. Ne " La donna delinquente " viene riportato l'esempio della Germania: dove venne mantenuta la prostituzione nelle città commerciali, non venne violata la tranquillità pubblica mentre ad Amburgo, dove venne abolita, si ebbe un

90 necessari per soddisfare gli istinti sessuali degli uomini. Lombroso auspicava perciò una regolamentazione della prostituzione ed affermava appunto che le prostitute occasionali, che fossero state anche recidive, avrebbero dovuto ‹‹ arruolarsi nella prostituzione ufficiale,

prevenendo così quella clandestina che è ben più dannosa ››.125 L'antropologo quindi prospettava un sistema in cui il meretricio fosse disciplinato e le prostitute registrate e sottoposte a controlli periodici da parte della polizia e della sanità.

Par.2 Le razze umane

2.1 Le differenze antropologiche e la superiorità dell'uomo