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APPROCCIO STRATEGICO NEL TURNAROUND

CAPITOLO 2: LA CONTINUITÀ AZIENDALE

2.1 APPROCCIO STRATEGICO NEL TURNAROUND

Ai fini dell’individuazione delle cause della Crisi risulta fondamentale analizzare nello specifico l’impresa al fine di inquadrare le più razionali linee strategiche su cui fondare il Piano. In questa fase che parte dalla valutazione di eventuali risorse inespresse presenti in azienda, il management dovrà fare una valutazione di valore. In particolare dovrà essere esplicitata la presenza o meno di risorse distintive, se queste sono presenti in una o più ASA34, se queste assumono valore per la società o per il mercato oppure mancando questi elementi, si debba procedere alla liquidazione in bonis o concorsuale dell’azienda35. Nel primo caso (valore di risorse distintive per l’azienda) è opportuno che le azioni strategiche siano coerenti con l’ambiente in cui è inserita l’azienda, con la sua struttura organizzativa, la sua capacità produttiva, con la sua storia e le attese macroeconomiche. La coerenza deve sussistere anche tra le diverse azioni che formano la strategia, i tempi e le risorse necessarie a compiere tali azioni. Quando siamo di fronte ad una strategia di risanamento che tratti la dismissione del patrimonio aziendale è utile descrivere nel dettaglio gli elementi che testimoniano la validità e la coerenza delle ipotesi di base. È utile per esempio inserire informazioni relative a potenziali acquirenti o valutazioni di professionisti indipendenti. Per le società immobiliari il piano può prevedere la messa in liquidazione e la successiva revoca della stessa nell’intervallo di tempo ritenuto necessario dal piano per raggiungere l’equilibrio economico-finanziario e il ripristino del patrimonio netto. Alla base del piano vige l’incertezza perché esso si basa su dati previsionali di una azienda che si trova in una situazione che è già difficile e dove difatti si usa la distinzione terminologica tra previsione e proiezione.36 Le previsioni sono gli eventi futuri previsti dal Management e le azioni che

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“Il concetto di ‘area strategica di affari’ si è sviluppato con gli studi di strategia aziendale e ruota intorno all’idea di business: l’area strategica d’affari è anche denominata ‘business unit’ ed è definita come complesso aziendale separabile, non avente significativamente sinergie con altre parti dell’impresa. In linea di massima esse possono essere separate dall’azienda e operare come soggetti autonomi oppure essere cedute a terzi. Virtualmente l’area strategica d’affari comprende aspetti di prodotto e aspetti di mercato in combinazione idonea a realizzare iniziative imprenditoriali: assume, quindi, valenza strategica. (..) La componente strategica rende complessa la procedura di identificazione dell’oggetto in quanto gli aspetti competitivi del prodotto e di mercato concorrono a definire l’oggetto medesimo”. D.BALDUCCI, La valutazione dell’azienda, Edizioni Fag,2006.

35 Stefano Garzella, “Il sistema d’azienda e la valorizzazione delle ‘potenzialità inespresse’”, una “visione” strategica per il risanamento. G.Giappichelli Editore- TORINO,2005.

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Il principio ISAE 3400 “The Examination of prospective Financial information” emesso dall’IFAC, che distingue i dati previsionali in base all’oggettività e all’incertezza dei dati prospettici, suddividendoli in “forecasts” e “projections”. Si veda anche ai Principi di redazione dei Piani di Risanamento redatto da AIDEA/CNDCEC

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quest’ultimo intende porre in essere nel momento in cui i dati previsionali vengono formulati. L’ISAE 3400 mette in luce la previsione come un dato prospettico che viene fuori da elementi il più oggettivi possibili, dotati di ratio o che deriva dagli eventi futuri più probabili. Le proiezioni sono invece basate su ipotesi, intuizioni, eventi futuri che il Management sa che non è certo che si verificheranno. Questa distinzione assume importanza in caso di attività di verifica che dovranno essere realizzate in caso di ricorso ad una procedura concorsuale. Le previsioni che si basano sulle serie storiche aziendali è più probabile che si realizzino. Si giudica la ragionevolezza di alcune ipotesi come per esempio, nel caso di quelle macroeconomiche, l’andamento del prezzo di determinate materie prime o dei tassi d’interesse. In ogni caso è opportuno riporre attenzione soprattutto in riferimento alle previsioni che sono caratterizzate da un alto grado di incertezza dovuta alla discontinuità operativa e strategica spesso necessaria. Tra queste ritroviamo le previsioni sui ricavi di un futuro riposizionamento del prodotto o del marchio aziendale oppure i risparmi di costo che discendono dalla ristrutturazione dei processi produttivi. Il piano deve descrivere tutte le variabili esogene che influenzano in modo rilevante le proiezioni del piano.37 È opportuno fare riferimento a fonti terze, al fine di garantire uno scenario oggettivo, attendibile, verosimile. ai fini della coerenza è bene fare riferimento alla stessa fonte per le diverse variabili. Una volta constatata nel piano la possibilità concreta di realizzare il risanamento economico-finanziario e patrimoniale, dovranno essere dettagliatamente descritte tutte le azioni di cui si compone la strategia di risanamento nel medio termine in modo da costruire un piano industriale e finanziario sostenibile e creare i presupposti per il risanamento dell’impresa. Al fine di porre in essere una corretta analisi, è vantaggioso studiare separatamente l’assetto industriale e l’assetto finanziario che possono, insieme o singolarmente, creare presupposti per la crisi. Nel momento in cui si identificano le variabili ritenute critiche, il passo successivo è quello di evidenziare le azioni correttive

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Alcune di queste variabili sono comuni a tutti i piani, in quanto elementi che influenzano tutte le imprese. Tra queste:

-Il tasso di inflazione, per il quale è bene differenziare tra tasso di inflazione dei beni al consumo o all’ingrosso, in ragione del business in cui opera l’azienda;

- Il tasso di cambio rispetto alle valute di approvvigionamento dei fattori produttivi o di vendita dei beni e servizi;

-Il tasso di interesse, con particolare riferimento a quello della manovra finanziaria; -Il tasso di crescita atteso (reale) del settore di appartenenza dell’azienda.

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da intraprendere, le azioni strategiche e operative da implementare38. Se il Piano prevede anche operazioni straordinarie o operazioni sul capitale come trasformazioni, fusioni, scissioni, conferimenti in società, aumenti o riduzioni di capitale, vanno altresì descritti gli elementi tecnico-giuridici fondamentali di tale operazione, le relative tempistiche, gli effetti patrimoniali e quelli sui creditori. Dopo aver studiato l’assetto industriale, il piano deve dedicare una sezione a tutti gli interventi finanziari: le poste riconducibili a capitale circolante netto commerciale; la copertura finanziaria degli investimenti e del loro mantenimento; la consistenza del patrimonio netto; la posizione finanziaria netta e la sua composizione. Le componenti suddette dovranno dare espressa manifestazione delle ricadute economiche e finanziarie del periodo interinale nonché della manovra finanziaria. Tutto questo deve essere realizzato con precisione individuando azioni e misure da realizzare e gli effetti sulle componenti patrimoniali precedentemente evidenziate39.