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ARAB MEDICINE AND ALCHEMY

Nel documento AND THE ROLE OF PHARMACOLOGY (pagine 51-57)

il farmaco, 7000 anni di storia / drugs, 7000 years of history

LA MEDICINA ARABA

dire attraverso processi ‘chimici’ esistenti all’epoca.

L’alchimia (al-kimiya), nata nell’ambiente ellenistico dell’Egitto nel I secolo d.C., può essere considerata come progenitrice della chimica moderna; da essa si svilup-peranno infatti la chimica e la chimica farmaceutica.

Nelle operazioni di alchimia la componen-te scientifica è forcomponen-temencomponen-te mescolata a quella ‘magica’. L’alchimia si propone all’inizio di tramutare in oro semplici metalli, attraverso un reagente universale (mondo arabo) o attraverso la ‘pietra filo-sofale’ (mondo occidentale). Successiva-mente gli alchimisti mirano a ottenere dall’alchimia composti quali l’elisir di lunga vita, il rimedio a tutti i mali (pana-cea), il farmaco capace di dare all’uomo la giovinezza eterna.

Il fondatore dell’alchimia araba è proba-bilmente, secondo alcuni studiosi, Giabir ibn Hayyan, il Geber della tradizione medievale europea. A questo autore ven-gono attribuiti diversi libri, da alcuni ritenuti falsi ovvero scritti in epoche suc-cessive, nei quali sono descritti apparec-chi capaci di ottenere – per ebollizione, evaporazione, filtrazione e distillazione – diversi composti chimici.

Tra il IX e l’XI secolo la medicina araba, dopo la conquista di vaste aree del bacino del Mediterraneo, Sicilia compresa, conosce il periodo del massimo sviluppo culturale.

Entrano a fare parte delle preparazioni medicamentose prodotti vegetali come la noce moscata, i chiodi di garofano, la galanga, il benzoino, la canfora, il sangue di drago, il sandalo e il bergamotto e cominciano a comparire, grazie al sistema di distillazione, preziosi olii essenziali; si comincia a estrarre dalle piante medicinali

plants through alchemy, i.e. through

‘chemical’ processes that existed at that time.

Alchemy (al-kimiya) originates from the Hellenistic environment of Egypt in the 1st century AD and can be considered as the ancestor of modern chemistry. In fact, chemistry

and pharmaceutical chemistry developed from it.

In alchemy, the scientific component is strongly mixed with the ‘magic’

component. Initially, alchemy aimed at transforming simple metals into gold, through a universal reagent (Arab world) or through the ‘philosopher’s stone’

(western world). Subsequently, alchemists aimed at obtaining compounds, such as the elixir of life, the remedy for all illnesses (panacea) and a drug able to give man eternal youth.

According to some researchers,

the founder of Arab alchemy is probably Giabir ibn Hayyan, Geber in the European medieval tradition. Several books were written by this author, though these are considered by some experts as either false or written in later periods.

The books describe devices to produce several chemical compounds by boiling, evaporation, filtration, and distillation.

Arab medicine had its highest cultural development during the period between the 9th and 11th century, after

the conquest of vast Mediterranean areas.

Plant products like nutmeg, cloves, galangal, benzoin, camphor, dragon’s blood, sandalwood, and bergamot are included in medicinal preparations and precious essential oils appeared, thanks to the distillation system. The essential part is extracted from medicinal plants,

Il Medioevo / The Middle Ages

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il farmaco, 7000 anni di storia / drugs, 7000 years of history

la parte essenziale, la cosiddetta ‘quintes-senza’, secondo la terminologia in seguito introdotta da Paracelso.

In Occidente e in particolare in Italia l’arte farmaceutica dei monaci progredisce note-volmente, arricchendosi della tecnica della distillazione proveniente – come si è detto – dal mondo arabo. In Italia nell’XI secolo l’alchimia è largamente utilizzata; l’uso di distillati e di olii essenziali entra nella pre-parazione dei medicamenti realizzati nei monasteri; muovono i primi passi anche le tecniche comportanti la frantumazione, la triturazione, la macerazione, l’infusione e il decotto. Anche in Italia gli alchimisti cer-cano di preparare la quintessenza dei medi-camenti, la panacea universale, l’elisir di lunga vita. Con il termine di quintessenza si intende qualcosa di estremamente puro ottenuto sottoponendo una sostanza ad almeno cinque distillazioni. Nel mondo occidentale, d’altra parte, si fa largo uso anche di numerosi prodotti erboristici, tra i quali il rabarbaro, la senna, la cassia, il colchico, il tamarindo, la valeriana.

the so-called ‘quintessence’, according to the terminology later introduced by Paracelsus.

In the Western world, and Italy in particular, the pharmaceutical art of monks considerably progressed, with the addition of the distillation technique brought from the Arab world.

In Italy, in the 11th century, alchemy was widely used. The use of distillates and essential oils was included in the preparation of medications made in monasteries. Techniques involving grinding, trituration, maceration, infusion, and decoction also began.

In Italy, alchemists also tried to prepare the quintessence of medications, the universal panacea, and the elixir of life. The word ‘quintessence’ refers to something extremely pure obtained through at least five distillations of a substance. In the western world, numerous herbal products were also widely used, such as rhubarb, senna, cassia, colchique, tamarind, and valerian.

A FRONTE

Insegnamento sugli antidoti, miniatura dal Canone di medicina di Avicenna (980-1037), tradotto da Gerardo di Cremona (1114-1187), pergamena di scuola francese, 1320 ca.

Parigi, Bibliothèque Nationale

OPPOSITE

Teaching about antidotes, miniature from Avicenna’s Canon of Medicine (980-1037), translated into Italian by Gerardo di Cremona

(1114-1187), French school parchment, around 1320 Paris, Bibliothèque Nationale

La preparazione del piombo, pagina di un’edizione araba del De Materia Medica di Dioscoride, 1222 Parigi, Musée du Louvre Lead preparation, page

of an Arab edition of De Materia Medica by Dioscorides, 1222 Paris, Musée du Louvre

Il Medioevo / The Middle Ages

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Galanga

Pianta erbacea perenne di origine cinese, ora coltivata in India. Ne esistono diversi tipi, tra i quali la galanga minore e la maggiore. La parte d’interesse è il rizoma (fusto sotterraneo simile a una radice di decorso strisciante-orizzontale), da cui si estrae per distillazione l’olio essenziale verde-giallo aromati-co, impiegato come stomachico (o stomacico) per la sua azione stimolante sulla mucosa dello stoma-co, per contrastare le dispespie e l’inappetenza. Alla galanga è attribuita anche attività antidiabetica.

Galangal

Perennial herbaceous plant of Chinese origin, now grown in India. Various types exist, such as lesser and greater galangal. The part of interest is the rhizome, from which the aromatic green-yellow essential oil is extracted by distillation. The oil is used as stomachic (or stomachal) for its stimulating action on the sto-mach mucosa, against dyspepsia and inappetence. Antidiabetic properties are also referred to galangal.

Benzoino

È una resina balsamica che si estrae dalla corteccia di un albero tropicale (Indie Orientali e Arcipelago indiano) della famiglia delle Stiracee. Sono conosciute diverse varietà di benzoino, quali il benzoino del Siam, ritenuto il più pregiato, e il benzoino di Sumatra. In commercio il benzoino è disponibile in ‘lagrime’, pezzetti globulari-angolosi di 10-15 mm, giallo-bruni splendenti, liberi o agglutinati.

Sembra che questa resina fosse conosciuta dagli Egizi e ignota ai Greci e ai Romani. In Europa il ben-zoino è stato introdotto nel XV secolo; nel XVI secolo era presente nelle farmacie come Asa dulcis. Al benzoino – che può considerarsi un balsamo contenente per circa il 75% resine – sono state attribui-te diverse attività attribui-terapeutiche: per uso inattribui-terno come espettoranattribui-te, per uso esattribui-terno come antisettico e disinfettante, per il trattamento della scabbia, delle efelidi, dei geloni, delle screpolature delle mani.

Benzoin

This balsamic resin is extracted from the bark of a tropical tree (East India and Indian Archipelago). The plant belongs to the Styraceae family. Several benzoin varieties are known, such as benzoin of Siam – con-sidered as the best quality – and benzoin of Sumatra. On the market, benzoin is available in ‘tear-drops’:

shining yellow-brown, loose or agglutinated 10-15 mm globular-angular pieces. This resin was probably known by the Egyptians and unknown to the Greeks and Romans. In Europe, benzoin was introduced in the 15th century; in the 16th century, it was on sale in pharmacies as Asa dulcis. Several therapeutic pro-perties have been referred to benzoin – which can be considered as a balsam containing resins by appro-ximately 75%: for internal use as an expectorant; for external use, as antiseptic and disinfectant, for tre-atment of scabies, ephelis, chilblains, and chapped hands.

Sandalo

È un piccolo albero sempreverde appartenente alla famiglia delle Santalacee; proviene da India, Indocina, Cina, Giappone ed Egitto. Se ne utilizzano le radici e il legno, da cui si estrae un olio essenziale, di colo-re giallo pallido, volatile e con odocolo-re gradevole, che viene usato principalmente in profumeria. L’essenza di sandalo è stata impiegata nel passato per la cura delle cistiti e dell’uretrite gonococcica. Sono stati descritti effetti avversi sulle vie digerenti (vomito e diarrea) e sulle vie renali (albuminuria ed ematuria).

Sandalwood

It is a small evergreen tree belonging to the Santalaceae family; it is native to India, Indochina, China, Japan, and Egypt. Its roots and branches are used to extract a pale yellow and volatile essential oil with a pleasant smell, which is now used mainly for perfume making. Sandalwood essence was used in the past for treatment of cystitis and gonococcal urethritis. Adverse effects on the digestive tracts (vomiting and diarrho-ea) and kidney tracts (albuminuria and haematuria) have been described.

Sangue di Drago

È un prodotto di colore rosso, derivante, nella forma più comune, dalla essudazione resinosa che rico-pre i frutti maturi di alcune palme rico-presenti in Sumatra, Borneo, Malesia. Non è più usato; nel passato era impiegato come emostatico e astringente per la blenorragia, la leucorrea e le infiammazioni iperse-cretive delle mucose.

Dragon’s Blood

It is a red product obtained – in its most common form – from the resinous exudation covering the ripe fruits of some palms growing in Sumatra, Borneo, and Malaysia. It is no longer used. In the past, it was used as a haemostatic and astringent for blennorrhagia, leucorrhoea, and hyper-secretional inflammations of mucosa.

Rabarbaro

Pianta erbacea perenne spontanea, coltivata nelle province occidentali della Cina e nelle regioni limi-trofe. La parte importante è il rizoma (fusto sotterraneo a decorso orizzontale). Si distinguono il rabarbaro cinese e quello europeo (molto meno attivo). A piccole dosi (0,05-0,30 g) il rabarbaro eccita l’appetito, le secrezioni e la motilità gastrica e intestinale, svolgendo attività lassativa; a dosi elevate (0,50-4,0 g) ha una decisa azione purgativa che si manifesta dopo circa 10 ore dall’ingestio-ne. Al rabarbaro è attribuita anche un’attività colagoga (aumento dell’efflusso di bile) diretta.

Rhubarb

This spontaneous perennial herbaceous plant is cultivated in the western provinces of China and surroun-ding regions. The important part of this plant is its rhizome. There are the Chinese rhubarb and European rhubarb (which is much less active). In small doses (0.05-0.30 g), the rhubarb stimulates appetite, secretions, and gastric and intestinal motility, playing a laxative role. In large doses (0.50-4.0 g), it has a significant purgative action occurring approximately 10 hours after ingestion. A direct cholagogue activity (bile flow increase) is also referred to rhubarb.

Valeriana

Pianta della famiglia Valerianacee, con fiori bianchi o rosei e con frutto ovale, oblungo e glabro. Vive nei boschi umidi, nei luoghi palustri, in quasi tutta l’Europa e in Asia. La parte contenente i principi attivi è costituita dalla base del fusto, dal rizoma (fusto sotterraneo a decorso orizzontale) e dalle radi-ci. Il principio attivo è un miscuglio di levoborneolo e dei suoi eteri, con canfene, limonene e tracce di azulene. La valeriana, a piccole dosi, rallenta i battiti cardiaci, a dosi elevate abbassa moderatamente la pressione arteriosa. Ha azione calmante sul sistema nervoso centrale. È innocua anche a dosi elevate.

Valerian

It is a plant of the Valerianaceae family, with white or pinkish flowers and oval, oblong, and glabrous fruits. It lives in wet forests and marshland almost everywhere in Europe and Asia. The part containing the active ingredients is the base of stem, from rhizome to roots. The active ingredient is a mix of levo-borneol and its ethers, with camphene, limonene, and azulene traces. In small doses, valerian slows down heartbeat; in large doses, it slightly decreases the blood pressure. It has a calming action on the central nervous system. In large doses it remains innocuous.

Colchico

Appartiene alla famiglia delle Gigliacee; è presente in molte regioni dell’Europa, Italia compresa, nell’Africa settentrionale e nell’Asia occidentale. Comunemente è chiamato con il nome di ‘zafferano matto’ o ‘zafferano bastardo’ per la sua somiglianza allo zafferano vero, suo parente stretto, il Crocus sativus. Il nome ‘colchico’ deriva dal fatto che è originario della Colchide, situata a oriente del Ponto.

Il principio attivo, costituito dalla colchicina, è velenosissimo ed è in maggior misura presente nei semi rispetto ai bulbi. Il colchico o la colchicina possono determinare la morte per paralisi del cen-tro del respiro, dopo comparsa di una sintomatologia caratterizzata da dolori gastrici, vomito, scari-che diarroiscari-che (descritte simili a quelle di un attacco di colera) scari-che progressivamente assumono l’aspetto dell’acqua di riso. Gli animali erbivori sono meno sensibili dei carnivori a questo veleno.

Come pianta velenosa era forse conosciuta già da Dioscoride. Nel 1788 viene inserita, sotto forma di sciroppo di miele e aceto di vino, nella Farmacopoea Londinensis quale medicamento contro gli attac-chi di gotta. Nel 1820 si scopre il suo principale alcaloide,la colattac-chicina, che risulta capace di esplica-re una azione antalgica e un rallentamento nella formazione dell’acido urico.

Colchique or Colchicum

It belongs to the Liliaceae family and grows in many regions of Europe, Northern Africa, and West Asia. It is commonly called ‘colchique’, ‘safflower’, ‘saffranon’, or ‘bastard saffron’, as it looks like the real saffron, its immediate relative, Crocus sativus. The name ‘colchicum’ comes from the fact that it is native to Colchide, located east of Pontus. Its active ingredient – the colchicines – is very poisonous and mostly concentrated in its seeds, more than in bulbs. The meadow saffron or colchicum can cause death through paralysis of the respi-ratory system. Symptoms are characterized by gastric pain, vomiting, and diarrhoea, the latter progressively having an appearance of rice water. It has symptoms akin a cholera attack. Herbivorous animals are less sen-sitive than carnivores to this poison. As a poisonous plant, meadow saffron was probably known already by Dioscorides. In 1788, it was included, as honey syrup and wine vinegar, in the Farmacopoea Londinensis, as a medication against gout attacks. In 1820, its main alkaloid, colchicine, was discovered. Colchicine has an analgesic action and slows down the formation of uric acid.

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