• Non ci sono risultati.

THE CINCHONA

Nel documento AND THE ROLE OF PHARMACOLOGY (pagine 81-89)

somministrata sotto forma di bevanda, cura le febbri». Intorno al 1640, dunque, questa droga vegetale trova impiego in vari Paesi d’Europa per il trattamento della febbre e della febbre malarica.

Il primo scritto medico sulla china appare nel 1642 ed è intitolato Vera praxis ad cura-tionem tertianae; nel 1643, poi, la china è per la prima volta presente nella letteratura medica europea.

La pianta viene chiamata Cinchona, molto probabilmente dal nome della contessa la cui guarigione aveva condotto alla diffusione del farmaco, e il preparato ottenuto da questa pianta prende il nome di Cinchona officinalis.

La corteccia di Cinchona o di china assume anche altre denominazioni: ‘polvere della con-tessa’, ‘corteccia peruviana’, ‘corteccia dei gesuiti’ (sono i gesuiti spagnoli a diffonderla in Europa) e ‘corteccia del Cardinale’; que-st’ultima denominazione deriva dal contribu-to alla diffusione della corteccia di china por-tato dal cardinale Juan de Lugo, responsabile della farmacia dell’Ospedale di Santo Spirito a Roma; proprio grazie a questo porporato, che la distribuisce gratuitamente ai poveri e a carissimo prezzo ai ricchi, l’uso in Italia di questa corteccia e dei relativi preparati si fa conoscere e si diffonde ampiamente.

Per tutto il XVII secolo e per buona parte del XVIII gli Spagnoli detengono il monopolio del commercio e i gesuiti, per tutto il XVII secolo, hanno l’esclusiva della distribuzione della Cinchona in Europa. Le autorità del Perù, visto l’enorme interesse, anche commer-ciale, verso la corteccia di china, ne pongono sotto stretto e diretto controllo la raccolta e il commercio, affidandolo, dietro adeguato compenso, ad alcune compagnie.

La diffusione di questa preparazione vegeta-le in tutta Europa è, considerati i tempi e i mezzi di comunicazione dell’epoca, estrema-mente rapida, così come rapida è la compar-sa di scritti in favore o contrari a questo nuovo rimedio. All’epoca infatti, come spes-so accade, alcuni gruppi di medici considera-no questo farmaco – o meglio le sue prepara-zioni sotto forma di estratto, infuso o polvere – con disprezzo e sospetto, sia perché è distribuito dai gesuiti sia perché non corri-sponde ai principi di Galeno: infatti, dal momento che la china non purga, non pro-voca vomito, non induce salivazione e non fa sudare, induce molti dubbi nei sostenitori

with malaria; the governor of Loxa, who had previously been healed from intermittent fevers with the administration of powder obtained from bark of cinchona, sent her some scraping of the bark. The Countess and her doctor, enthusiastic because she had been healed by the powder, collected considerable quantities of bark of cinchona and spread its use in the Spanish colonies in America. After returning to Spain in 1639, the Countess brought with her a certain quantity of bark of cinchona and gave it to the fathers of the Company of Jesus.

A religious book of 1640 (quoted in Goodman-Gilman 1928) states: «A tree called by the locals ‘fever tree’ grows in the Loxa region in Peru. Its bark, whose colour is ginger yellow, transformed in powder in a quantity equal to two small silver coins and administered as a beverage, heals fevers».

Around 1640, this vegetable drug started to be used in various parts of Europe for treating fever and malaria fever.

The first medical writing on cinchona appeared in 1642 and was titled Vera praxis ad curationem tertianae and in 1643 Cinchona appeared for the first time in European medical literature.

The plant Cinchona probably takes its name from the Countess, whose healing had led to the dissemination of the drug,

and the preparation obtained from this plant is named Cinchona officinalis. The bark of Cinchona tree also takes other names:

‘powder of the countess’, ‘Peruvian bark’,

‘Jesuits’ bark’ (after the Spanish Jesuits who took and distributed it in Europe), and ‘bark of the Cardinal’; this latter name stems from Cardinal Juan de Lugo, who contributed to spread the bark of cinchona.

The Cardinal was in charge of the pharmacy of the Santo Spirito Hospital in Rome.

Thanks to his decision to freely distribute the bark to the poor, and charge a high price for it to the rich, the use of the bark and the related preparations rapidly spread in Italy.

For the whole 17th century and for most of the 18th century, the Spaniards had a monopoly on trade. The Jesuits were, for the whole 17th century, the sole distributors of Cinchona in Europe. In view of the great interest in the bark of cinchona, the Peruvian authorities decided to strictly control its collection and trade by assigning

Drugs utilized in the Renaissance and in the 18th century

FARMACI PAT DEF_ok:22 8-11-2011 14:45 Pagina 83

della teoria umorale; d’altra parte, è innega-bile che si tratti di un ottimo febbrifugo.

Come conseguenza di tale mancanza di fidu-cia, per molti anni la corteccia di china viene dispensata da ciarlatani sotto forma di rime-dio segreto, ed è solo verso il 1640-1650 che questa droga vegetale viene largamente e ufficialmente impiegata in Europa per la cura delle febbri. La sua efficacia nelle febbri malariche viene interpretata non come effi-cacia contro la malaria, di cui non si conosce la causa, ma si ritiene dovuta al suo effetto antipiretico.

Nel 1569, il gesuita fra’ Paolo Puccerini, spe-ziale del Collegio Romano, dichiara: «Io infrascritto fo piena e indubitata fede che la corteccia chiamata China China, da altri Corteccia della febre, qual si porta dal Perù, a chi l’ho data per darla a chi avea febre ter-zana, e quartana, o febri longhe intermitten-ti, particolarmente le longhe autunnali, dico a tutti, che l’hanno presa, gli ha levato la febre infallibilmente [...] e non ho neppure uno saputo, a tanti che l’ho data (che saran-no molte migliara l’ansaran-no) che habbi fatto alcuno male, né qui in Roma, né in Firenze, né nello Stato della Chiesa, e tanta anche ne hanno portata in Francia li corrieri, e altri, e in Napoli, e in Genova, come nello Stato di Milano, Piemonte, e in Inghilterra, Fiandra e Germania, che per tutte queste parti l’ho mandata».

Il primo riconoscimento formale della china avviene nel 1677, quando è riportata uffi-cialmente nella Farmacopoea Londinensis come cortex Peruanus. Nel 1700 è infine riconosciuta l’attività specifica del rimedio per la cura di una precisa categoria di febbri, oggi chiamate malariche; tale effetto risulta utile per differenziare la natura delle febbri (‘diagnosi ex juvantibus’).

Con una certa frequenza, continuano però a registrarsi in Europa alcuni insuccessi tera-peutici, insuccessi probabilmente dovuti al fatto che non si ha della corteccia di china un chiaro e ben definito profilo farmacogno-stico e di conseguenza ne sono possibili le più svariate sofisticazioni. Nessuno infatti è in grado di stabilire le caratteristiche di una buona corteccia, anche per un motivo molto banale: nessuno sa con esattezza quale sia l’albero da cui questa corteccia si ricava. La scorza peruviana della china è molto ricerca-ta in Europa, ma spesso le forniture sono

the distribution rights to a limited number of companies, in return for payment.

The dissemination of this vegetable preparation throughout Europe was extremely fast, considering the times and means of communication of that period.

Many documents were rapidly published either in favour or against this new remedy.

At the time, as often occurs, some doctors considered this drug – or better its preparations as extract, infusion or powder – with scorn or suspicion, because it was being distributed by Jesuits and because it did not comply with the principles theorized by Galen.

As cinchona does not purge, cause vomit, or induce salivation or sweating, it raised many doubts among the supporters of the humoral theory; however, it is unquestionably an excellent antipyretic.

In 1569, the Jesuit Paolo Puccerini, a chemist from the Collegio Romano, said: «I undersigned fully and undoubtedly trust that the bark called

‘Quinquina’, by others ‘Fever Bark’, as it is brought from Peru, to anyone I gave it to, anyone having tertian and quartan fever, or long intermittent fevers, particularly long autumn fevers, I say to anyone who took it, it infallibly took fever away [...] and I have not heard of anyone, of the many I gave it to (which would be thousands every year), affected by any harm FARMACI IMPIEGATI NEL RINASCIMENTO E NEL XVIII SECOLO

LA MALARIA

La malaria è una malattia febbrile acuta indotta da parassiti del genere Plasmodium (P. falciparum, P. vivax, P. ovale, P. malariae) presenti negli individui infetti e nelle zanzare (ospiti intermedi) del genere Anopheles.

Le modalità di diffusione dell’infezione malarica restano incerte fino al 1894, quando si ha l’idea di cercare tracce del parassita nella zanzara; nel 1897 si dimostra che l’infezione malarica è trasmessa tramite la puntura della zanzara (rif. in Di Palma 1977).

Anche oggi centinaia di milioni di individui sono colpiti da questa infezione e la mortalità annua è superiore al milione.

Dato che i sintomi della malaria sono aspecifici, la diagnosi e il trattamento farmacologico devono essere tempestivi.

Frontespizio della Pharmacopoea Londinensis, pubblicata dal Royal College of Physicians London 1618

Title page of Pharmacopoea Londinensis, published by the Royal College of Doctors London 1618

insufficienti e alla scorza peruviana viene aggiunta abusivamente scorza di un’altra pianta, ottenendo ovviamente risultati con-traddittori (Cosmacini 2005).

Solo nel 1738, a cento anni dal suo primo utilizzo contro le febbri, si hanno notizie sicure sull’albero della china, grazie ai com-ponenti di una spedizione scientifica inviata in America dall’Accademia delle Scienze di Francia. Linneo, sulla base dei campioni inviati in Europa, assegna nel 1742 il nome di Cinchona alle piante (famiglia delle Rubia-cee) che producono questo alcaloide (Cincho-na calisaya, Cincho(Cincho-na succirubra, Cincho(Cincho-na lancifolia, Cinchona ledgeriana e altre).

Verso la metà del XIX secolo, si intraprendo-no studi per la migliore acclimatazione delle specie più ricche di alcaloidi, per individua-re le più adatte condizioni di terindividua-reno e di esposizione delle piante e per creare degli ibridi più ricchi in alcaloidi (la Cinchona è originaria delle Ande peruviane, in una fascia compresa tra i 1500 e i 3000 metri); questi studi consentono di sviluppare la coltivazione in Giava, nel Ceylon, nelle Antille e in vari Paesi africani come Zaire e Ruanda. Nel 1820 due chimici francesi riescono final-mente a isolare dalla corteccia, in forma pura, il principio attivo anti-malarico, un alcaloide che viene chiamato ‘chinina’ e suc-cessivamente ‘chinino’.

Nel 1878 l’esploratore Henry Stanley, come riferisce Lomagno (1994), annota nel suo diario una delle più belle frasi mai scritte in onore della china: «Tre attacchi di febbre mi avevano tolto sette libbre di peso. Sfinito, pensai di chininizzare il mio organismo dal levar del sole alla sera. Al quinto giorno ero pallido, tremante, con gli occhi itterici e il cuore palpitante, ma la febbre era vinta».

Ancora nel 1892, Pollacci riferisce: «[...]

come la chinina agisca nell’infezione malari-ca, per la quale può dirsi davvero rimedio sovrano, non siamo peranco in grado di saperlo, nonostante i bellissimi studi che sonosi fatti. La chinina vince la causa della malaria, ma non sappiamo in che cosa que-sta causa consique-sta. Ormai ritiensi che debba trattarsi di un essere microscopico organizza-to, capace di penetrare nell’organismo e di dar luogo a prodotti infettanti, ma quale sia quest’essere non è peranche dimostrato».

La corteccia di china contiene più di venti alcaloidi. I più importanti sono due paia

from it, either here in Rome, or Florence, or the Papal State, and a lot of it has also been brought to France by couriers, and others, and in Naples, and in Genoa, as well as in the State

of Milan, Piedmont, and in England, Flanders, and Germany, as I have sent it to all

these places».

As a consequence of this mistrust, for many years the bark of cinchona was given

by charlatans as a secret remedy, and only in 1640-1650 was this vegetable drug extensively used in Europe to treat fevers.

Its effectiveness in the treatment of malaria fevers was not interpreted because the cause

of malaria was unknown, but was attributed to its antipyretic effect.

The first official recognition of cinchona dates from 1677, when it was reported officially in the Farmacopoea Londinensis under the name cortex Peruanus.

In 1700, the specific effects of this remedy were finally acknowledged, for the treatment of specific number of categories of fevers, known as ‘malaria fevers’. Today, this defined effect is useful to distinguish the various types of fever (‘ex juvantibus diagnoses’).

Then, however, in Europe frequent failures were reported, probably due to the fact that no clear and defined pharmacognostic profile of the bark of cinchona existed.

As a consequence, it could easily be adulterated.

Nobody could say what

the characteristics of a good bark were, as nobody really knew for sure which tree the bark was obtained from. Only in 1738, a century after its first use to combat fevers, definite information on the cinchona tree was collected, thanks to the work of a scientific expedition sent to America by the French Academy of Sciences. On the basis of samples sent to Europe in 1742, Linnaeus gave

the name Cinchona to the plants (family Rubiaceae) that produce this alkaloid (Cinchona calisaya, Cinchona succirubra, Cinchona lancifolia, Cinchona ledgeriana, and others).

Towards the mid 19th century, several studies were undertaken to achieve a better cultivation of those species richest in alkaloids, to identify the best soil and exposure conditions for plants, with the purpose of creating hybrids that were richer in alkaloids (the Cinchona is native

of the Peruvian Andes, growing between 1,500 and 3,000 metres above sea-level).

These studies encouraged the development

Drugs utilized in the Renaissance and in the 18th century

MALARIA

Malaria is an acute feverish disease caused by a parasite (Plasmodium;

P. falciparum, P. vivax, P. ovale, P. malariae) found in infected individuals and in mosquitoes of the Anopheles genus (secondary-hosts).

The ways in which malaria spread remained uncertain until 1894, when the idea emerged to look for traces of the parasite in the mosquito. In 1897, the malarial infection was proved to be transmitted by mosquito bites (ref. in Di Palma 1977).

Even today, hundreds of millions of people are hit by this infection, with more than one million dying each year. Since malaria symptoms are aspecific, the diagnosis and pharmacological treatment must be as prompt as possible.

FARMACI PAT DEF_ok:22 8-11-2011 14:45 Pagina 85

d’isomeri, la chinina e la chinidina, la cinco-nina e la cinconidina. La conoscenza esatta della formula chimica della chinina si ottie-ne ottie-nel 1922.

La chinina è una delle prime sostanze medi-camentose a essere preparata industrialmen-te e a essa si deve anche, in buona misura, la nascita dell’industria chimica-farmaceutica in Europa.

Tra i primi sali di chinina posti in vendita è il solfato, in quanto risulta sotto molti aspetti il più idoneo dal punto di vista terapeutico.

Alla fine del XIX secolo l’Italia è una delle nazioni europee più colpite dalla malaria;

ogni anno muoiono più di 15.000 persone;

in alcune regioni in particolare (Sicilia, Cala-bria, Basilicata, Sardegna, parte del Lazio, Veneto e Toscana) la malaria è estremamente diffusa, e in molti Comuni risulta colpito il 60-70% della popolazione. I motivi sono diversi: presenza di numerose zone malsane paludose, assenza di un valido e diffuso ser-vizio sanitario e non ultimo il prezzo elevato del chinino, che lo rende inaccessibile ai ceti più poveri delle campagne, dove è più pre-sente la malaria. Di fronte a questa situazio-ne davvero allarmante, situazio-nel dicembre 1900 viene approvata in Italia una legge che è comunemente definita come legge ‘del chini-no di Stato’.

La preparazione del solfato di chinino viene affidata alla Farmacia Militare di Torino;

successivamente, proprio a fronte della eleva-ta richieseleva-ta di chinino, si crea l’Azienda del chinino di Stato e si costruisce un apposito stabilimento, dotato di apparecchiature e strumentazione più moderne. Il solfato di chinino viene messo in vendita a un prezzo molto basso e se ne autorizza la distribuzio-ne distribuzio-nelle tabaccherie così da renderlo disponi-bile in ogni luogo; le tabaccherie infatti sono all’epoca l’esercizio commerciale più diffuso sul territorio.Tra il 1920 e il 1930 la malaria in Italia viene praticamente debellata e

que-of cinchona cultivation in Java, Ceylon, the Antilles, and in various African countries, such as Zaire and Rwanda. In 1820, two French chemists finally managed to isolate the antimalarial active substance from the bark in the pure form. The alkaloid was called ‘quinine’.

In 1878, the explorer Henry Stanley, as Lomagno (1994) reports, wrote in his diary one of the most meaningful sentences ever written to pay tribute to cinchona: «Three fever attacks had taken seven pounds of weight from me. Exhausted, I thought of taking quinine from dawn to dusk. On the fifth day I was pale, shivering, with icteric eyes and my heart pounding, but the fever was gone».

In 1892, Pollacci said: «[...] we are not able to know how quinine acts in malarial infection, or how it can really be considered as the main remedy, in spite of the excellent research performed. Quinine triumphs over malaria, although we do not know what the cause is.

It is now considered that the cause of malaria is an organised microscopic organism, which is able to penetrate the body and create infecting products, but it has not been demonstrated what this organism may be».

The bark of cinchona tree contains more than twenty alkaloids. The most important are pairs of isomers, quinine and quinidine, cinchonidine, and cinchonine.

The exact data of the chemical formula of quinine was obtained in 1922.

Quinine is one of the first medicinal substances to be prepared at industrial level, and the birth of the chemical-pharmaceutical industry in Europe is largely due to quinine.

One of the first quinine salts to be sold was sulphate, as it was the most suitable from a therapeutic perspective.

At the end of the 19th century, Italy was one of the European nations to be the most severely struck by malaria; every year over 15,000 died.

Malaria was extremely widespread in some FARMACI IMPIEGATI NEL RINASCIMENTO E NEL XVIII SECOLO

LA CHINIDINA

La chinidina ha importanti applicazioni terapeutiche, in quanto è attiva nel trattamento dell’aritmia cardiaca.

La sua attività antiaritmica è stata scoperta casualmente trattando pazienti malarici affetti anche da fibrillazione atriale (contrazioni non coordinate delle fibre muscolari del cuore).

Anche oggi la chinidina è considerata un farmaco utile per la profilassi e il trattamento della fibrillazione atriale.

Insegna pubblicitaria per la vendita del ‘chinino di Stato’ presso le tabaccherie Advertising sign for the sale of ‘State quinine’ at Italian Tobacconists

IL CHININO NELLA TERAPIA DELLA TOSSE CANINA

Come riferisce la «Semaine Médicale» del 26 giugno 1895, Lubinger dichiara di «adoperare il chinino nella maniera seguente:

si procurino soluzioni di 10 gr di bisolfato di chinino in 10 d’acqua ed altre soluzioni di 6 gr di chinino in 14 di acqua e di 5 gr in 15 e di fare iniezioni

nel sottocutaneo del dorso in modo che la siringa si svuoti con lentezza, cosicché il riassorbimento sia più facile, anche perché agevolato da manovre corrispondenti di massaggio.

Queste iniezioni si praticano due volte al giorno e si danno tanti decigrammi di chinino quanti anni ha il bambino».

sto sicuramente è da attribuirsi in modo significativo al chinino di Stato.

Nel 1930 il dottor Pietro Favari, nel ‘libro per la famiglia’ Il medico di se stesso, così scri-veva a proposito della malaria e della sua terapia: «Esiste un rimedio contro la malaria denominato esanofele [a base di chinino, arsenico e ferro, n.d.A.]. È di una comodità grande e di una conservazione perfetta. Il professor Grassi di Roma l’ha provato nella sua campagna di profilassi malarica ed affer-ma d’averne avuti effetti costanti e sicuri.

Ormai, per ulteriori osservazioni, resta pro-vato il fato che l’esanofele ha un’azione rico-stituente sull’organismo minato dall’infezio-ne malarica, e che il suo uso dall’infezio-nei paesi infestati da tale forma rappresenta un’efficace difesa preventiva e curativa. La sua modificazione liquida (esanofelina) è presa con facilità dai bambini, i quali hanno difficoltà a deglutire le pillole; e conserva la sua efficacia malgrado il diverso stato fisico».

Un aspetto poco conosciuto è la diffusione della china nell’industria dei liquori o delle bevande. La china viene a interessare queste industrie proprio per il suo sapore amaro, caratteristica, questa, di una attività tonica e digestiva; nascono gli amari alcolici, i liquo-ri con caratteliquo-ristiche sia di apeliquo-ritivo sia di digestivo, e le acque toniche.

Questo sviluppo è in parte dovuto alla for-mulazione di preparazioni farmaceutiche contenenti china, più accettabili dal punto di vista del sapore; la china ha infatti un sapore fortemente amaro e astringente. Il veicolo più adatto per migliorare dal punto di vista del gusto queste preparazioni farma-ceutiche risulta essere il vino, preferibilmen-te corposo e aromatico, sia perché, essendo il vino una soluzione idroalcoolica, è capace di estrarre in modo adeguato gli alcaloidi della china, sia perché riesce ad ammorbidirne il sapore. Proprio sulla base di questo impiego, i produttori di bevande alcoliche realizzano liquori con un sapore amaro molto gradevo-le. Nei primi anni del XIX secolo in Piemon-te vengono preparati e venduti vini e liquori aromatizzati con la china.

Nascono così l’Elixir di China, il Fernet, liquore amaro e digestivo contenente cortec-cia di china, e l’acqua tonica come bevanda analcolica.

È singolare quanto occorso a un soggetto che, assolutamente intollerante al chinino e

Italian regions, such as Sicily, Calabria, Basilicata, Sardinia, parts of Latium, Veneto and Tuscany. In many municipalities, 60-70% of the population was affected.

Many factors accounted for this situation;

the presence of many unhealthy, swampy areas, lack of a valid and widespread health care and, last but not least, the high cost of quinine, which made it inaccessible to the poor living in the countryside, where malaria was more widespread. Faced with this alarming situation, in December 1900 a law called ‘law of State quinine’ was passed in Italy.

The preparation of quinine sulphate was assigned to the Military Pharmacy of Turin; later, due to the big demand of quinine, the Company for State Quinine was created and a factory was built, equipped with modern instrumentation and equipment.

Quinine sulphate was sold at a very low price, and its distribution at tobacconists authorized, to ensure its widespread availability.

Tobacconists were one of the most widespread business activities in the Italian territory.

Between 1920 and 1930, malaria was virtually eradicated in Italy. The result was due most of all to the availability of State quinine.

In 1930, Doctor Pietro Favari, in his ‘family book’ Il medico di se stesso (The doctor of yourself ), wrote the following

about malaria: «There is a remedy against malaria called ‘esanofele’ [containing quinine, arsenic, and iron, Author’s Note]. It is of great

Drugs utilized in the Renaissance and in the 18th century

Volantino pubblicitario dell’Esanofele Advertising pamphlet of Esanofele

THE QUINIDINE

Quinidine has important therapeutic indications, in that it is an antiarrhythmic agent.

Its antiarrhythmic activity was discovered by accident while treating malaria sufferers who also had atrial fibrillation. Even today, quinidine is considered as one of the most useful drugs for prophylaxis and treatment of atrial fibrillation (uncoordinated contractions of the heart's muscular fibres).

QUININE IN WHOOPING COUGH TREATMENT

As referred to by the «Semaine Médicale» on 26 June 1895, Lubinger declared he «uses quinine as follows: dissolve 10 gram solutions of quinine bisulphate in 10 grams of water and other solutions of 6 gram quinine in 14 grams of water, and 5 grams in 15 grams of water, and perform subcutaneous injections in the back area, so that the syringe empties slowly and the absorption is easier, also as it is facilitated

by corresponding massage manoeuvres. These injections are practiced twice a day and give as many decigrams of quinine as the years of the child age».

FARMACI PAT DEF_ok:22 8-11-2011 14:45 Pagina 87

Nel documento AND THE ROLE OF PHARMACOLOGY (pagine 81-89)