III. NOTE STILISTICHE
III.2. L’ATTO UNICO
III.2.1 ARGOMENTI PRINCIPALI
César Oliva sottolinea come Paloma Pedrero faccia parte di quel gruppo di intellettuali che non ha subìto la censura, per cui è libera di esprimere ciò che più le sta a cuore; lei stessa, riguardo al suo teatro e ai suoi contemporanei dice:
Vamos todo por la misma línea, se escribe de una forma más directa y espontánea. La gente de mi generación no ha sentido la censura y esto se nota en nuestras obras. Escribimos para contar las cosas que nos suceden y nos preocupan. Creo que caminamos por un teatro comprometido, claro y esperanzador. Aun teniendo estilos y preferiencias concretas, sí tenemos algo en común. El echo de tener edades semejantes, de vivir en una misma sociedad y pretender reflejar unos mismos problemas que padece ese sistema social, tiende a unirnos, aunque cada qual se exprese en una forma diferenciada166.
Una tematica in particolare, a mio avviso primaria nei testi della Pedrero, viene analizzata a livello sia individuale, che collettivo e deriva da alcune esperienze personali della drammaturga: “Recuerdo que de cría me sentía muchas veces invisible [..] Así que lo hacer teatro fue algo que se me ocurrió para hacerme visibile”167.
Esistono vari campi, a partire dalla psicoanalisi di Freud, che discutono la teoria per cui la vera consapevolezza dell’esistenza di sé avviene specchiandosi negli occhi altrui, ovvero ognuno ha bisogno dello sguardo esterno per comprendersi meglio. Così accade nel lavoro della drammaturga:
Miro y escucho porque ese es mi oficio.. Es una actitud, una fuerza interior que te lleve a desarrollar un talento especial para la empatía. Que es, sencillamente, la capacidad de ponerte en el otro. Ser el otro168.
Il capirsi, confrontarsi, trasformarsi è esplorato dalla Pedrero, tramite l’analisi dell’intricate, a volte oscure, relazioni interpersonali. Solo dopo un forte sconvolgimento emotivo, i personaggi riusciranno a comprendere. María di El
166 “Andiamo tutti sulla stessa linea, si scrive in una forma più diretta e spontanea. La gente della mia
generazione non ha vissuto la censura e ciò si nota nei nostri testi. Scriviamo per raccontare le cose che ci succedono e che ci preoccupano. Credo che andiamo verso un teatro più compromesso, chiaro e pieno di speranza. Anche avendo stili e riferimenti diversi, abbiamo qualcosa in comune: il fatto di avere età simili, di vivere in una stessa società e di voler riflettere sugli stessi problemi che affliggono questo sistema sociale, il che tende ad unirci, anche se ognuno si esprime in una forma diversa”. LOLA JOSA, Espacio y tempo dramático
para el «re-encuentro», cit., p. 444.
167 “Ricordo che da bambina mi sentivo molto spesso invisibile [..] Il fatto, così di fare teatro, fu qualcosa che
accadde per rendermi visibile.” P.P., Juego de noches, cit., p. 33.
168 “Guardo e ascolto perché questo è il mio lavoro.. É un comportamento, una forza interna che porta a
sviluppare un talento speciale per l’empatia. Che è, semplicemente, la capacità di mettersi nei panni dell’altro. Essere l’altro.” P. P., Sobre mi teatro, cit., pp.26-7.
color de agosto, da sempre in rivalità con l’amica-amata (e perciò per niente
sincera con sé stessa), sintetizza il concetto:
MARÍA: Gracias por prestarme tus ojitos para ver lo que no veian los míos169.
La protagonista, che prima vedeva in modo parziale, limitato alla sua posizione, alla fine del dramma conosce meglio una parte di sé, perché ha provato a vedersi con gli occhi dell’amica, a considerare la situazione dall’altro lato.
In Besos de lobo Ana prende la decisione definitiva della sua vita (ovvero lasciare tutti e andarsene) nel momento in cui guarda il caro amico Camilo, da sempre innamorato di lei; dopo tanti tormenti capirà cosa vuole, proprio attraverso lo specchio, ovvero gli occhi di Camilo:
ANA: Eres mi espejo. No me había dado cuenta del tempo que había pasado, hasta que te vi hace un momento170.
La verità è chiara: Ana non è più una bambina, ma una persona diversa, decisa ed indipendente.
L’importanza del ruolo dell’altro nella definizione di un’identità è ben spiegata in La llamada de Lauren; mentre si prepara per andare al carnevale, Pedro si guarda allo specchio per vestirsi da Lauren Bacall, ma non è soddisfatto: ha bisogno dello sguardo di Rosa per emergere. L’immagine autoriflessa non può bastare per interrogarsi a fondo: sarà l’altro ad offrire una visione uniformata. Pedro infatti chiede a Rosa:
PEDRO: Mira.. (Pasea rumboso y con segurdad) ¿Qué tal lo hago?… ¿Parezco una mujer o un travesti?… ¿Por qué no me miras?171.
169 “MARÍA: Grazie per avermi prestato i tuoi occhietti per vedere ciò che i miei non erano in grado di vedere.”
P.P., El color de agosto, cit., p.144.
170 “ANA: Sei il mio specchio. Non mi ero resa conto del tempo che era passato, fino a che non ti ho visto un
momento fa.” P.P., ivi, p.106.
171 “PEDRO: Guarda. (Passeggia con ostentazione e sicurezza) Come sto andando?.. Sembro una donna o un
Ad una prima lettura sembra voglia avere il consiglio di una donna; in seguito, l’insistenza di Pedro spiega quante menzogne si nascondano dietro l’immagine superficiale del costume e il suo desiderio di essere osservato:
PEDRO: Espera.. Mírame bien. Mírame. ¡Mírame!172
Di nuovo il binomio tra l’essere visto e il rifiuto di guardare: Rosa non riesce più a rivolgere lo sguardo a Pedro, non lo riconosce ed egli, ammettendo finalmente il suo problema, capisce anche di dipendere da lei:
PEDRO: Dicen que cuando se ama se comprende todo.. Pues es mentira.. Yo no me puedo mirar y tú no me quieres ver 173.
Pedro sta vivendo un dramma nel dramma e usa la maschera per osservarsi veramente: egli spera, nel momento in cui si contempla, di diventare automaticamente la persona rimasta nascosta per anni, ma da solo non riesce, non può. Alla fine Rosa lo assiste, gli dà la sua approvazione, lo aiuta a vestirsi, poi:
ROSA: (Se separa de él para mirarle. Comienza a negar con la cabeza. Entonces
quita la flor del ojal y le dice): Toma. Luego te lo pones donde quieras. (Con una sonrisa abierta). Feliz carnaval174.
Rosa ha visto il vero Pedro dietro il costume, l’ha aiutato nel viaggio alla scoperta di sé e lo ha accettato.
Risate e sconvolgimento avvengono quasi in contemporanea dopo la rivelazione: Rosa, infelice come moglie, pare accettare i dubbi del marito, pur di stare con lui; ha bisogno dello sguardo del marito per ridefinirsi, ma Pedro non lo comprende: esce e va al carnevale. Una volta rimasta sola, la donna si traveste di nuovo da uomo, partendo dal cappello di Bogart, e trema; la didascalia
172 “PEDRO: Aspetta. Guardami bene. Guardami. Guardami!”. Ivi, p. 97.
173 “PEDRO: Dicono che quando si ama si comprende tutto…Beh, è una bugia…Io non mi posso guardare e tu
non mi vuoi vedere”. Ivi, p. 97.
174 “ROSA: (Si separa da lui per guardarlo. Nega con la testa. Quindi toglie il fiore dall’occhiello e gli dice)
segnala che “se ríe, luego charla, niega, ofrece un cigarro, intenta estar seductor”175, ma, improvvisamente, la sua risata si congela e lei abbraccia il letto, cercando di trattenere il pianto.
Il dramma termina con le lacrime di Rosa, sola, sul palco.
Con il finale ambiguo Pedrero vuole provocare il lettore, affinché si ponga degli interrogativi su quanto, oggi, sia decisiva l’apparenza e perché l’uomo tema a perdere l’unica identità che ha, anche se incompleta.
In alcuni testi la tematica della ricerca, attraverso lo studio del passato o la scoperta della reale identità, è evidenziata in modo maggiore; in altri, i protagonisti sembrano soddisfatti di sé stessi e realizzati, ma è soltanto un’apparenza: dopo poche righe, viene scoperta la loro infelicità.
Estrella e Juan di Una Estrella si trasformano reciprocamente, attraverso i loro sguardi. All’inizio del dramma l’uomo non capisce le diverse personalità della ragazza, la quale, a sua volta, lo apprezza solo alla fine, quando riesce a vederlo in una nuova luce (ad esempio, quando gli dice che lo vede brutto e sporco, egli va a lavarsi; al ritorno le domanda:
JUAN: ¿Cómo me ves?
ESTRELLA: Estás… muy guapo.
JUAN: Me he lavado la cara y las manos con jabón. Estoy.. nuevo)176.
I due cominciano a conoscersi, giocano ad essere padre e figlia: lentamente Estrella esprime i suoi sentimenti reconditi verso il genitore, è in grado di mostrare affetto, compassione e amore per Juan, in realtà per il padre perso. Alla fine, nonostante prendano vie diverse, lo sguardo dell’anziano Juan ha permesso ad Estrella di interpretare il passato e di conoscersi a fondo.
Ora è una persona diversa, completa.
175 “Ride, poi chiacchiera, nega, offre un sigaro, prova a fare il seduttore.” P. P., La llamada de Lauren, cit.,
p.102.
176 “JUAN: Come mi vedi? ESTRELLA: Stai.. molto bene. JUAN: mi sono lavato la faccia e le mani col sapone.
Lo sguardo degli altri aiuta a comprendere meglio sé stessi anche nelle brevi Notti di amore effimero: in La noche dividida, Sabina si esamina da un altro punto di vista, quello alterato dall’alcol:
SABINA: Bisogna bere ogni tanto per vedere le cose in un’altra maniera, in una forma più reale, capisci? Perché.., chi sono io veramente? Chi sei tu?177
Durante la conversazione con il venditore porta a porta, i due sono incapaci di vedere o comprendersi in pieno per quello che sono:
SABINA: Perché mi hai guardato così? Ti faccio pena? [..] E tu come sei? Non ti vedo bene.
ADOLFO: Mi sento come se fossi finito in un film. E non è un sogno, è tutto vero. Dimmi dov’è la luce, voglio vederti bene. [..]
ADOLFO: Perché mi guardi così?
SABINA: (Senza smettere di guardarlo). Ormai neanche mi chiama più…[..] ADOLFO: Mi hai ubriacato.. comincio ad avere le allucinazioni? Lascia che ti guardi. (La guarda)178.
Non sono, dunque in grado di supplire alle mancanze dell’interlocutore, così nessuno ottiene ciò che, in teoria, lo sguardo dell’altro potrebbe offrire. Tipico, nei testi della Pedrero, che i personaggi siano impegnati ad indossare un ruolo: Sabina e Adolfo sono totalmente immersi nel loro da non volerne più uscire.
Alla fine il ragazzo di Sabina, Jean Luc, appare: nominato per tutta la notte, lei lo aveva aspettato per affrontarlo faccia a faccia, lasciarlo e cominciare una nuova vita; si era preparata a rompere la relazione al telefono nel momento in cui l’avrebbe chiamata promettendole, per l’ennesima volta, che sarebbe tornato da lei. Sfortunatamente l’alcol le ha tolto ogni possibilità di reazione: quando Lean Luc entra la guarda, ma il confronto non avviene, poiché lei sta dormendo con un altro e non ha la possibilità di fissarlo per l’ultima volta poichè “Il sorriso gli si gela e resta paralizzato”179. Sabina è rimasta la stessa dell’inizio: entrambe le opportunità che aveva di trarre vantaggio dallo sguardo altrui (Adolfo e Jean
177 P.P., La noche dividida, in EAD., Notti di amore effimero, p.21. D’ora in avanti i testi delle Notti, tradotti in
italiano da Caos Editorial, Madrid, 2004, avranno il titolo originale.
178 Ivi, pp. 28-32. 179 Ivi, p.34.
Luc) non sono state sfruttate e non è avvenuta nessuna conoscenza produttiva per la sua identità.
L’AMORE
Gli atti unici di Paloma Pedrero ruotano tutti attorno all’amore, nelle sue mille sfaccettature, dalle delusioni, alle aspettative, alle speranze; sia esso un amore sensuale, familiare o fraterno, caratterizza il fine dei drammi e delle vite dei personaggi e funge da vincolo per le loro relazioni. L’amore erotico, sovrastante gli altri tipi soprattutto nelle Notti, è stimolato per vanità del protagonista, per solitudine o per causare danno a qualcuno (come nel caso della separazione di una coppia), ma potrebbe trasformarsi in amore vero, in quella ricerca della totalità, assente nelle esperienze precedenti dei personaggi.
Nonostante i protagonisti analizzati siano il più delle volte una donna ed un uomo, la rivalità si incontra anche tra donne, come in El color de agosto, a causa di un amore inconscio non dichiarato. Si tratta di un trio composto da Laura, innamorata anche a distanza di tempo di Juan, amore impossibile mai dimenticato, sposato ora con María. Quest’ultima è a sua volta innamorata dell’amica e vuole convincerla a tornare a frequentarsi con la scusa del lavoro, fingendo di non capire che non è ricambiata.
La storia è la più cruda dal punto di vista delle rivelazioni sentimentali, nella quale emerge la profonda emotività di entrambe, attraverso rimproveri, rinfacciamenti, dichiarazioni di tradimento esplicite, il tutto per mascherare, e non ammettere, il legame esistente molto forte.
In Una Estrella, i sentimenti sono esplorati con grande sensibilità psicologica: l’amore della protagonista per il padre, si era convertito in odio a causa dell’abbandono da parte di quest’ultimo, ma ritorna ad esistere come affetto alla conclusione del dramma. Le funzioni di Estrella Torres sono di
indagare il mondo del genitore e scoprire il suo ruolo di figlia, immaginandosi ciò che le era stato negato da bambina.
Il luogo scelto per la rappresentazione è un bar, il tipico ritrovo per gli uomini (in questo caso anche procacciatore di vizi), esplorato attraverso gli occhi di un’esterna, una donna: qui incontra Juan, vecchio amico del padre. Dopo il primo momento di riconoscimento, egli racconta aneddoti di Rafael Torres, cominciando da un ricordo legato alle diverse aspettative riposte sui suoi figli:
JUAN: Si te viera ahora estaría muy orgulloso de ti. He leído tu novela. Sí, la compré. [..] No sé lo que ponía. Me gustava que el libro fuera de la hija de Torres. De la niña nunca hubiera esperado tanto…
ESTRELLA: Ah, ¿pero esperaba algo de alguien?
JUAN: Claro que sí. Esperaba que sus hijos estudiaran una carrera, no como él, que fueran hombres importantes y honrados…
ESTRELLA: No como él.
JUAN: .. Y que la chica.. que la chica encontrara un hombre bueno. Un hombre que no se pareciera a él 180.
Una dei tanti rimproveri da parte della ragazza riguarda la costante assenza del genitore da casa e dalla vita familiare. Quando incontra il vecchio amico del padre Estrella vede, in principio, l’opportunità per sfogarsi di tutta la rabbia covata, proiettandola su Juan, surrogato di padre.
JUAN: Eschuca, mocosa, hay mentiras que son amables y verdades que son de muy mala educación. Veo que Torres non supo educarte. Te tenía que haber dado algún cachete más.
ESTRELLA: Torres, como tú dices, nunca me tocó. Ni para pegarme, ni para acariciarme, ni para ponerme los guantes en invierno. Torres sólo sabía tocar las cartas, los billetes y las copas. Tu amigo Torres era un auténtico desastre 181.
180 “JUAN: Se ti vedesse ora sarebbe molto orgoglioso di te. Ho letto il tuo romanzo. Sì, l’ho comprato. Non so
cosa dicesse, mi piaceva il fatto che il libro fosse della figlia di Torres. Dalla bambina lui non si sarebbe aspettato tanto.. ESTRELLA: Ah, dunque aspettava qualcosa da qualcuno? JUAN: Certo. Sperava che i suoi figli studiassero, non come lui, che diventassero uomini importanti e onesti…ESTRELLA: Non come lui. JUAN: ..E che la ragazza.. che la ragazza incontrasse un bravo ragazzo che non somigliasse per niente a lui.” P.P., Una
Estrella, cit., pp. 22-23.
181JUAN: Ascolta, mocciosa, ci sono bugie che sono carine e verità da maleducati. Vedo che Torres non fu in
grado di educarti. Avrebbe dovuto darti due schiaffi in più. ESTRELLA: Torres, come tu lo chiami, non mi toccò mai. Né per picchiarmi, né per accarezzarmi o per mettermi i guanti d’inverno. Torres sapeva solo toccare le carte, i soldi e i bicchieri. Il tuo amico Torres era un vero disastro.” Ivi, p.22.
Con l’avvicinarsi al culmine del dramma, Estrella riesce a superare il terrore di essere toccata: quando Juan inscena dei trucchi magici, gli permette di tenerle le mani. La vecchia repulsione per il contatto fisico scompare in modo graduale e si trasforma nel disperato bisogno di affetto, da sempre cercato e mai avuto dal vero padre.
ESTRELLA: Dame la mano otra vez. (Juan se la da. Estrella le toca los dedos y toda
la mano con ternura. Después acerca la mano de Juan a su cara). Es suave. Es muy
suave.. Es buena y tiembla…182
La protagonista, attraverso il personaggio di Juan, realizza una proiezione del padre, ormai scomparso, e risolve il conflitto che provava ormai da anni183; chiarificatore il dialogo finale:
ESTRELLA: (En voz alta y firme) Padre.. JUAN: ¿Eh?
ESTRELLA: Papá te quiero.
JUAN: Ya lo sé, tonta. Ya lo sé 184.
Juan ritorna al suo mondo di giochi e di alcol; Estrella si ritira dal microcosmo maschile: entrambi sono ora più arricchiti grazie al reciproco incontro.
III.2.2 I PERSONAGGI
Il personaggio principale dei drammi della Pedrero ha l’aspetto dell’uomo comune, con le sue debolezze, le proprie mancanze, e altre caratteristiche che,
182 “Dammi la mano un’altra volta (Juan gliela dà. Estrella gli tocca le dita e tutta la mano con dolcezza. Poi si
avvicina la mano di Juan al viso). È morbida. È molto morbida.. e trema..” Ivi, p.48.
183 Paloma Pedrero in CAROLYN HARRIS, Concha Romero y Paloma Pedrero hablan de sus obras, cit.,
“Estreno”, vol. XIX, n. 1, 1993, p.33.
184 “ESTRELLA (Con voce forte e decisa) Padre.. JUAN: Eh? ESTRELLA: Papà ti voglio bene. JUAN: Lo so
nell’insieme, sono elementi di dignità e di forza di fronte allo spettatore, perché riesce ad immedesimarsi185.
La donna, in particolare nelle Notti, usa l’amore come rimedio contro la solitudine, e spesso ottiene conforto proprio da uno sconosciuto, da qualcuno che probabilmente non rivedrà: estraneo al problema, sarà anche più libero di esprimere il proprio parere, poiché non implicato nella situazione di sofferenza (ad esempio l’operario che dà consigli d’amore alla ricca funzionaria, nella stazione della metropolitana).
Sono comunque uomini o donne sempre pronti a migliorare i propri rapporti sociali; Ana di Besos de lobo è attiva, rispetto alla solitudine che prova. Gli uomini la opprimono e lei decide di andarsene nel momento in cui capisce che al suo paese non esiste futuro; Ana vuole invece evolversi. Diverso è il trionfo apparente di Resguardo personal, non è il simbolo di una libertà reale: Marta ha finto la morte del proprio cane, per ingannare l’ex marito ed essere lasciata in pace, non ha quindi superato in modo adulto il confronto con un suo pari.
È fondamentale capire in che modo il protagonista vive in scena anche quando non c’è fisicamente, come Juan di El color de agosto, sempre e solo nominato nel corso del dialogo tra le due amiche, e così importante da divenire l’elemento distruttore della loro amicizia, una volta confessata la sua doppia relazione, tramite una registrazione e un appuntamento (lui non appare mai in scena):
(voz de Juan) : Maria !Maria ! Estas por ahì? Oye, mi amor, que no me esperes para cenar que tengo trabajo. Estas bien? Hasta la noche. Un beso186.
[..]
LAURA: Toma.
MARÍA: (Sin cojerla). Qué es eso?
185 È di nuovo la filosofia, con Aristotele (ripreso poi da Freud), a parlare di metodo catartico per dare sfogo alle
passioni rimosse, e quindi sollievo. Contagiare e coinvolgere lo spettatore ai fini di risolvere alcune paure.
186 (Voce di Juan): Maria! Maria! Sei lì? Senti, amore mio, non mi aspettare a cena, ho da lavorare. Stai bene? Ci
LAURA: Es de tu marido. (Silencio).
MARÍA: ¿Qué te dice?
LAURA: (Saca la carta del sobre y lee lentamente). Madrid, a uno de agosto de mil novecientos noventa y…
MARÍA: (Cortándola) ¿Qué te dice?
LAURA: (Deja caer la carta sobre MARÍA). Dile que no iré187.
Un’altra persona, assente per tutta la durata dell’incontro notturno, è Ramón, l’uomo di Vanesa in De la noche al alba:
VANESA: (Improvvisamente si separa da Mauro sussultando). Ramón! Vattene, Mauro, sta arrivando Ramón!
MAURO: No.
VANESA: (Molto alterata). Vattene, Mauro, questo ti ammazza, è uno che non perdona.
MAURO: (Facendo il gesto di prendere la pistola dal fodero). Lo vedremo. VANESA: No! No, per Dio, ti supplico.