II. PALOMA PEDRERO
II.4. TEMATICHE GENERALI
Da una considerazione generale dei testi di Paloma Pedrero si nota come la sua attenzione sia rivolta, in modo preponderante, alle sofferenze altrui, soprattutto dei più deboli della società (indigenti o anziani; i cosiddetti dimenticati in Invierno de luna alegre, ripreso poi in Magia Café). L’autrice denuncia i soprusi da parte di un’intera civiltà (come quella occidentale nei confronti dei popoli del Pacifico in La isla amarilla) o, in generale, dei prepotenti verso una minoranza (un esempio ne El pasamanos), persone spesso truffate, vittime della manipolazione dei media (come accade in En el túnel un
pájaro, in cui viene descritta la tragedia del genere umano, la condizione di
essere come uccelli che volano in un’unica direzione, in un tunnel appunto, e che lasciano i segni del proprio passaggio).
CRISI D’IDENTITÁ
Tema costante è la crisi d’identità, il conflitto che ognuno porta dentro di sé, spesso causa di stress e di capovolgimenti drastici all’interno della vita dell’uomo comune, al cui riguardo l’autrice dichiara:
Se ha perdido totalmente la conexión interior de las personas, y la gente vive hacia afuera. Busca afuera, critica lo de afuera, y no se atreve a ver qué pasa dentro de sí. Para mí esa falta de mirada interior hace que exista una crisis de identidad124.
123 Il testo fu interpretato dalla stessa Paloma Pedrero durante la conferenza all’interno del seminario “La mujer
en el arte”, presso la Universidad Internacional Menéndez y Pelayo di Santander, nell’agosto del 2002. Fedeli all’effetto di partecipazione che l’attrice sperava di ottenere, il pubblico ascoltò e sentenziò la salita al cielo della drammaturga.
124 “Si è persa totalmente la comunicazione interna nelle persone e la gente vive rivolta verso l’esterno. Cerca
La questione si sposta ad un altro livello: lo “sguardo”, cui accenna la drammaturga, comprende un’indagine del passato che il personaggio deve attuare per poter spiegare il suo presente; spesso delle rinunce o delle paure hanno causato una situazione di stasi o di indecisione generale. Lo scioglimento degli eventi negativi si può ottenere, in qualche caso, ripercorrendo e ricostruendo attraverso la memoria, i traumi subìti. I limiti della propria personalità, gelosamente custoditi dai protagonisti, vengono alla luce; non resta che superarli.
Il testo in cui viene spiegato meglio tale problematica è La llamada de
Lauren, dal finale aperto a libere considerazioni: la protagonista comprende in
pieno il dilemma che affligge il marito, riesce persino a parlarne, ma è impossibilitata a risolverlo, perché troppo implicata: si tratta del suo matrimonio e del possibile padre dei suoi figli. Come accettare la verità?
L’autrice parla dell’insieme di sentimenti, rimpianti e desideri frustrati, in parte o del tutto inconsci, che possono determinare conflitti d’identità e la necessità di sentirsi liberi come persone. Pedro ha bisogno di completarsi, di riconoscere la sua possibile omosessualità: si nasconde, ma in seguito desidera raccontare i ricordi di un’infanzia triste, di un ragazzo emarginato per la paura del padre di avere un figlio omosessuale, fino all’estrema decisione di essere “più uomo di chiunque altro”.
Il dubbio sulla propria identità sessuale era ancora un tabù nella Spagna degli anni’80, anche se il tema dell’omosessualità, dalla fine della dittatura, era stato già discusso nei teatri spagnoli: il problema di questo testo è che il personaggio maschile non è chiaramente definito nella sua sessualità, e fa riflettere lo spettatore. I ruoli, inoltre, sono ambigui: la donna si traveste da uomo, e viceversa, ma per un contesto carnevalesco, quindi vi è una ‘normalità’ apparente. Quando poi il gioco diventa troppo esplicito, il pubblico maschile, che prima si identificava nel personaggio di Pedro, si sente in pericolo, la
me questa mancanza di sguardo interiore fa sì che avvenga una crisi d’identità”. ANA MARIA FAGUNDO, La
situazione è diventata sconveniente, perché viene messo in discussione il ruolo dell’uomo. E in una società con tradizione patriarcale in assoluto non poteva essere accettato.
Pedrero si avvale, infatti, della finzione scenica, oltre al travestimento, per scovare una verità nascosta; i dialoghi hanno un forte impatto psicologico e raggiungono un intenso realismo:
ROSA: No te gusto. Lo sé. Lo siento a cada momento [..]. Todos tus besos parecen de despedida [..]. Necesito que me mires con otros ojos. Dios, ¡me tienes que disfrazar! Me tienes que econder para.. ¿Qué te pasa?
PEDRO: Es algo extraño. No sé explicarlo. ROSA: Haz un esfuerzo…por favor.
PEDRO: (Después de una pausa) Cuando…, cuando era pequeño caminaba con tacones mejor que mi hermana…
ROSA: Pero todos nos hemos disfrazado de pequeños. No te entiendo…
PEDRO: Un día mi padre me pegó una hostia, ¿sabes? Lo que más me jodió es que le pegara también a ella. Le dijo: «Vas a hacer de tu hermano un maricón». Desde ese día me prometí a mí mismo demostrar que yo era más hombre que nadie. ¡No podía fallar! ¿Entiendes? Tenía que hacer lo que esperaban de mí...Ahora ya no sé quién soy yo. No me conozco. Es absurdo, ¿no? A mi edad… 125
LA SOCIETÁ
Il teatro di Paloma Pedrero è un teatro cittadino, nel quale viene spiegato l’isolamento, la mancanza di protezione, la massificazione e l’egocentrismo, tipici di una esistenza trascorsa nelle grandi metropoli. Nella maggior parte dei testi viene descritto un mondo in cui manca la comunicazione e che avanza velocemente senza curarsi del prossimo; è degradato, rifiuta gli individui che hanno uno stile di vita non convenzionale, anzi spesso giudica inutili tali
125 “ROSA: Non ti piaccio. Lo so. Lo percepisco ad ogni momento. Tutti i tuoi baci sembrano un addio. Ho
bisogno che mi guardi con altri occhi. Dio, mi devi travestire! Mi devi nascondere per.. Che ti succede? PEDRO: É strano, non so spiegarlo. ROSA: Fai uno sforzo, per favore. PEDRO: (Dopo una pausa) Quando.., quando ero piccolo portavo i tacchi meglio di mia sorella.. ROSA: Ma tutti ci siamo travestiti da piccoli. Non ti capisco.. PEDRO: Un giorno mio padre mi diede uno schiaffo, sai? Ciò che più mi infastidì è che picchiò anche lei. Le disse: «Farai diventare tuo fratello un finocchio». Da quel giorno promisi a me stesso di dimostrare che io ero più uomo di nessun altro. Non potevo sbagliare. Capisci? Dovevo fare ciò che gli altri si aspettavano da me..ora non so più chi sono. Non mi conosco. È assurdo, no? Alla mia età..”. P. P., La llamada de Lauren, in Juego de
soggetti, li emargina, nonostante possano avere personalità intense e realistiche. Altre volte sono raccontate le esperienze di persone soddisfatte dal punto di vista professionale, ma non da quello emotivo: l’autrice esplora il motivo della loro solitudine, le loro aspirazioni.
In un’intervista, a proposito del mondo attuale, indifferente e cinico, dichiara:
Estamos inmersos en un mundo sórdido, muy ruidoso, donde la sensibilidad de la gente está como dormida y cada vez hay menos ética y mas materialismo. Al tiempo siento que hay un despertar de la conciencia. Vamos por mal camino y comenzamos a saber que tenemos una actidud destructiva, que el dinero exclusivamente no nos hace vivir bien. Creo que aún no tenemos muy claro hacia donde tenemos que ir, pero sí debe cambiar nuestra actidud, que debemos transformar esta realidad tan negativa126.
La drammaturga documenta una qualsiasi società comune127, ci lascia una testimonianza: rivelare ciò che accade ai personaggi permette al lettore o allo spettatore di osservare e capire i tempi che cambiano, a partire dal comportamento delle protagoniste, a volte spudorato, le quali spesso agiscono solo per la soddisfazione data dal rischio. La sfrenatezza che accompagna il loro livello verbale ed erotico, vuole contraddire la visione tradizionale moralizzante, anzi nasce proprio da quest’ultima: è la valvola di scarico di una serie di regole sociali formalizzate. Paloma Pedrero dà la possibilità di dar voce al malessere che le norme generano128. Il meccanismo produce, dunque, intensificazione lessicale, spia di una accentuazione dell’aggressività; il linguaggio, molto spesso, è giovanile e familiare. Paloma ricerca ed individua un repertorio adeguato al suo lettore, con il quale ha una comunicazione speciale, molto ricca;
126 “Siamo immersi in un mondo misero, molto rumoroso, dove la sensibilità della gente è come addormentata,
ogni volta c’è meno etica e più materialismo. Allo stesso momento sento che c’è un risveglio delle coscienze. Stiamo andando su un cattivo sentiero e ci rendiamo conto che abbiamo un’attitudine distruttiva, che il denaro, da solo, non ci fa vivere bene. Credo che ancora non abbiamo chiara la direzione in cui vogliamo andare, però dobbiamo cambiare il nostro comportamento, dobbiamo trasformare questa realtà tanto negativa”. SONIA SÁNCHEZ, Aspectos semiológicos, cit., p.69.
127 PHYLLIS ZATLIN, Paloma Pedrero and the search for identity, in “Estreno”, vol. XVI, n.1, cit., pp. 6-10. 128 MARIA GRAZIA PROFETI, Introduzione allo studio del teatro spagnolo, La casa Usher, Firenze, 1994.
accade quindi che lo spettatore teatrale, più vicino all’autore, si senta attratto da uno spettacolo che rappresenta storie attuali, riconoscibili.
L’AMORE
L’amore viene considerato da diversi punti di vista. In maniera più evidente nella relazione tra una donna ed un uomo, anche di età differenti, come in
Invierno de luna alegre: in Besos de lobo, invece, si concentrata sul rapporto
della protagonista con il padre e i presunti fidanzati. Al principio Ana cerca di liberarsi dalle oppressioni familiari e dalla sua concezione del sesso associato al dolore; la giovane prova del risentimento verso gli uomini poiché, durante l’infanzia, non ricevette l’affetto che desiderava: la madre sempre inferma e il padre, stufo della situazione, trovò nella cognata Paulina un’amante. Ana è dunque sola per sua scelta. Però ha paura e non vuole più continuare a vivere:
Quiero morirme, cerrar los ojos y desaparecer, suavemente, como un molinillo de viento. Y que me besen a mí también, tengo el cuerpo vacío de besos129.
Per giustificare le proprie inquietudini, la mancata volontà di amare e di vivere, la giovane si inventa un altro passato, un’altra vita: le lettere di Raul. Lei vuole qualcuno che la desideri davvero e non il suo pretendente Camilo, per il quale non prova lo stesso sentimento. Egli è troppo conformista ed abitudinario. Nella mente della ragazza vive Raul, il fantasma di cui Ana crede d’essere innamorata, ma è solo un’illusione, una parte del suo conflitto interiore, un modo per non confrontarsi con la realtà: l’essere amata senza dover soffrire fisicamente.
L’amore può essere inconscio e capace di distruggere una lunga amicizia, come accade a Laura e a María, le due protagoniste di El color de agosto. Al
129 “Voglio morire, chiudere gli occhi e sparire, soavemente, come un mulino a vento. E che bacino anche me, ho
momento del loro appuntamento tutto è stato pianificato per la confessione: le due amiche sentono la necessità di dirsi ciò che hanno tenuto nascosto durante gli anni loro frequentazione di allontanamento; ricordano i momenti piacevoli e quelli scomodi, entrambi utili a rafforzare il loro legame.
Il linguaggio è molto diretto: espressioni volgari accompagnano il dialogo, sin dall’arrivo di Laura, ovvero sin dall’inizio. I sentimenti di odio e di amore si accompagnano, il ritmo della vicenda muta, dai convenevoli si passa al colpo decisivo, una ferita finale. Con l’ausilio dell’alcol, preso per smettere di fingere e dirsi infine la verità, le due riescono a esplicitare la dipendenza che ognuna provava nei confronti dell’altra, non solo a livello di emozioni130. La loro unione, infatti era anche uno stimolo alla creatività, finché non arrivò l’elemento disturbatore, l’uomo, che le fece allontanare:
MARÍA : Te fuiste y te llevaste las ideas y el agua. Me dejaste vacía131.
María ama Laura, la quale, a sua volta, la vede come una madre, in lei cerca solo consolazione e protezione. Laura amava Juan, il marito dell’amica, al momento dell’incontro ancora non dimenticato: la diversità dei sentimenti, non ricambiati, il non ottenere ciò che si desidera, rende terribili i loro rapporti: “Solo si tú y yo fuéramos un hombre y una mujer seríamos felices”132, dice Laura. Questa contraddizione fa sì che le due affrontino il problema, senza trovare una soluzione e concludano l’amicizia in modo brusco, come indica l’ultima didascalia:
MARÍA: (Suavemente). Te odio. Te odio con toda mi alma. LAURA: Yo a ti no.
130 CAROLYN HARRIS, La experiencia femenina en escena: Besos de lobo y El color de agosto de Paloma
Pedrero, in “Confluencia”, 10, I, 1994, pp. 118-124.
131 “Te ne sei andata e ti sei portata via le idee e l’acqua, mi hai lasciata vuota”. P.P., El color de agosto, cit.,
p.138. (Le parole evocano un famoso poema di León Felipe (1884-1968), Hay dos Españas: “Tú te quedas con todo y me dejas desnudo y errante por el mundo [..] Mas yo te dejo mudo…¡mudo!” “Tu rimani con tutto e mi lasci nudo e errante per il mondo.. ma io ti lascio muto.. muto!”. Questa volta, chi parla, è colui che se ne va).
(Laura sale. María se acerca lentamente al pájaro…Abre la jaula. El pájaro
vuela)133.
María riconosce che solo abbandonando l’ossessione per Laura, dimenticandosela, potrà essere felice. Il suo è un disamore, un amore frustrato; dopo aver chiarito tutti i rancori e aver sperato di tornare alla situazione degli otto anni precedenti, si rende conto che oramai le cose sono cambiate e che ha bisogno dell’ultima dichiarazione. Liberando l’uccellino, libera sé stessa dall’amore per Laura.