IV. LE NOTTI DI AMORE EFFIMERO
IV.3. I DIALOGHI
I personaggi delle Notti provengono da prototipi reali, da persone con comportamenti ed espressioni linguistiche specifiche di chi vuole rappresentare un “tipo”. Ad esempio Angel, il ragazzo vagabondo di La noche que ilumina, realizza delle azioni anche con i suoi movimenti; il registro della sua voce, il linguaggio utilizzato, la maniera di reagire di fronte alla situazione, sono tipici di chi vive alla giornata e per la strada:
ANGEL: (Si avvicina e guarda) Vivete qui? Bé, vi siete sistemati bene, eh? (Si
avvicina alla panchina). Un carrello della spesa, pentola, frullatore…Cazzo, persino
il telefono! Non avete dei cartoni? 281
280 P.P. La noche que ilumina, cit., p. 82. 281 Ivi, p.99.
Tutti hanno delle caratteristiche ben precise, a partire dal modo di parlare, sia esso volgare, frettoloso o timido, dai gesti che accompagnano i dialoghi, dal tono di voce; l’attualità sta nell’identificazione del lettore col probabile vicino ‘normale’.
I dialoghi delle Notti sono pieni di ripetizioni, silenzi, pause, a volte impregnati di luoghi comuni, sintomo dell’incapacità dei protagonisti a centrare e ad articolare la propria condizione, spesso desolante, senza speranza.
Dal tipo di discorso, spesso, capiamo che tipo di vita i personaggi hanno scelto, o si sono trovati a vivere, come capita a Rosi, la donna maltrattata dal marito:
FRAN: Sono molto contento che si sia decisa a chiamarmi.
ROSI: È che io non ho nessuno, sa. Mia madre la uccido dal dolore se la chiamo. Mio fratello, invece è così menefreghista…Ma io questo servizio glielo pago, dottore. Lei mi dice quanto è, e io i soldi li trovo, cascasse il mondo.
FRAN: (Sorridendo). Per questo non c’è prezzo, Rosa. Io voglio solo aiutarla 282.
È evidente la differenza sociale tra i due, la loro educazione, il loro passato, il tipo di famiglia che hanno avuto. Vengono raccontati due mondi opposti, lo si nota dal confronto dei rispettivi linguaggi: chi vive per strada (per scelta personale o perché emarginato) come Angel, si esprime in maniera molto colloquiale, ma non sempre facile da comprendere, poiché utilizza modi di dire personali, anche insensati. Chi ha studiato, come Fran, è invece fine; Rosi, all’opposto, sottolinea la propria consapevolezza di non possedere un linguaggio altolocato (“Che fortuna essere struito e avvocato”283).
A volte i due protagonisti vengono delineati in modo tale da rendere chiari i loro successivi comportamenti: José, l’operaio disoccupato di Solos esta
noche, è l’uomo della strada che non si sconvolge se costretto per qualunque
motivo ad attraversare un tunnel, per di più al buio. Egli si adatta e reagisce alla situazione come meglio può. Sarà, però lui a sorprendersi dalle parole di
282 Ivi, pp. 80-81. 283 Ibid.
Carmen (e dei suoi gesti quando gli consegna la borsa con l’orologio senza alcuna sua richiesta), e dalla reazione della donna colta che si abbandonerà tra le sue braccia:
CARMEN: Spegni la torcia. JOSÉ: Non hai più paura?
CARMEN: Paura con questa roccia…? Spegni la torcia. JOSÉ: E se arriva il treno?
CARMEN: Non me ne importa.284
Un forte sentimento (legato alla nostalgia, alla solitudine) spinge uno dei personaggi ad agire, spesso mosso da ingenuità e coraggio; ad esempio Mauro s’infatua di Vanesa, la quale, all’opposto, non riesce a credere che un uomo possa innamorarsi di una prostituta.
L’amore raccontato nelle Notti è, soprattutto attrazione sessuale, i
protagonisti, però danno molta importanza all’incontro fugace, poiché due sconosciuti, a volte, possono sanare le ferite l’uno all’altra, e ritrovare fiducia in sé stessi. La scrittura di Paloma Pedrero tenta di esplorare la tematica (con una sensazione generale di fiducia) lontana dai miti e dagli ideali che l’hanno resa famosa, ma in una versione differente, più vicina all’uomo comune. L’autrice cerca di superare le incongruenze che esistono tra la paura di un incontro casuale (quando è un appuntamento si converte in tragedia) e il bisogno umano di stabilità emotiva. I personaggi - uno sguardo speciale è rivolto alle donne - rifiutano di essere vittime passive della manipolazione sessuale e cercano di dimostrare la loro dignità, di agire con speranza.
Patricia ‘O Connor nel segnalare le differenze tra le scrittrici americane e quelle spagnole, nota in quest’ultime alcune “modernità”, in chi ha attraversato e raggiunto la liberazione sessuale, visibile anche nel proprio vocabolario:
utilizzando palabras y conceptos asociados con los hombres, la nueva mujer choca al público burgués y al rebelarse contra las restricciones sexuales, sigue sirviendo a los intereses masculinos 285.
Yolanda, la donna libera sessualmente di Esta noche en el parque, viene però giudicata male, perché usa parole dure e ostili. Inoltre tutta la conversazione con il suo interlocutore si svolge sul piano della vendetta e i registri linguistici utilizzati vengono stravolti (a iniziali espressioni amorose, se ne susseguono altre volgari):
FERNANDO: Ho avuto molto da fare.
YOLANDA: (Con dolcezza): Non essere volgare..Che hai? Non ti è piaciuta la scopata che ci siamo fatti?
FERNANDO: (Imbarazzato) Come non mi è piaciuta…è stato meraviglioso. YOLANDA: Sì, qui dietro allo scivolo, come i cani (Ride)286.
Iride Lamartina-Lens difende, da parte sua, l’esuberanza delle espressioni, poiché sostiene che vi è una forte relazione tra i personaggi e la loro caratterizzazione linguistica. I dialoghi sono creati per far riflettere sulla condizione delle protagoniste, spesso disperate, che non riescono a mettere a fuoco la propria situazione e non se ne sanno svincolare. Spesso si sentono demoralizzate. Aggiunge che:
este rechazo de muchas fórmulas de comunicación y de conductas convencionales suscita todo un proceso de extrañamiento que invita a una reevaluación critica de la condición de las mujeres287.