IV. LE NOTTI DI AMORE EFFIMERO
IV.2. I PERSONAGGI NELLO SPAZIO
La “necessità di pensare il testo drammatico in relazione alla sua messinscena obbliga ad estendere il concetto di spazio teatrale anche al piano fisico e oggettivo e al luogo della messinscena”235. Non a caso il teatro di Paloma Pedrero è studiato per spazi intimi, limitati: gli incontri narrati avvengono tra poche persone, al massimo quattro, espediente utilizzato anche per concentrare al meglio la suspense.
Sono le didascalie, in quanto intervento dell’autrice, a condurci nell’ambiente, o nel luogo dell’azione: un parco giochi (Esta noche en el
parque); la terrazza di un attico (La noche dividida; qui viene specificata la città,
Madrid); la stazione della metropolitana (Solos esta noche), che si può intuire appartenga ad una grande città; la strada adiacente l’uscita di un locale notturno dove la protagonista lavora (De la noche al alba); un piccolo parco rionale (La
noche que ilumina, in cui viene indicata la città, ancora Madrid). Dei luoghi
concreti, dunque, non astratti o simbolici, riconoscibili dal pubblico: il che aiuta a diminuire la distanza tra attori e spettatori.
L’ideale delle Notti è che si rappresentino una dietro l’altra: di qui la necessità di una scenografia minimalista, riutilizzabile per suggerire altre storie. Ad esempio, per la prima rappresentazione di tre delle Noches de amor efímero, si creò “un espacio escénico común en el que únicamente cambiaban los elementos imprescindibles [..]. Espacio acotado por un ciclorama del que surgen estrellas, nubes o atardeceres”, dice il regista Jesús Cracio che curò lo spettacolo del 13 novembre 1990 nel Teatro Alfil di Madrid236.
La replica del 2002-2003, diretta da Ernesto Caballero, vede l’utilizzo di un fondale unico per Solos esta noche, De la noche al alba e La noche que ilumina, composto da un’intelaiatura che suggeriva, a seconda dei cambi di luce, rami
235 CONCETTA D’ANGELI, Forme della drammaturgia, cit., p. 91.
236 “Uno spazio scenico comune, nel quale cambiavano solo gli elementi imprescindibili [..]. Uno spazio
riservato a un telone dal quale appaiano stelle, nubi o tramonti”. JESÚS CRACIO, Breves apuntes (Sobre la
intrecciati o un muro decorato da graffiti. Il regista racconta che era stata preparata “una tela abierta en distintos sitios, recreando forma redondeadas y heterogéneas, de colores rojos, azules, verdes y negro para el metro (de Solos
esta noche), el club y la calle (de De la noche al alba) y el parque (de La noche en el parque)”237. Poca rilevanza venne data all’illuminazione e agli effetti
sonori.
I personaggi della Pedrero hanno una logica precisa, all’interno del luogo in cui sono inseriti; Doreen Massey e Shirley Ardener sostengono che è sempre possibile riscontare una codificazione sessuale dello spazio238. Se è così, nelle
Notti il significato metaforico e metonimico dell’ambiente è evidente. Ad
esempio la concezione tradizionale della casa - come realtà ben circoscritta in cui la donna spagnola era relegata -, non esiste più e le protagoniste non sono confinate tra le mura domestiche. Ciò non significa che la ricollocazione della presenza femminile le conferisca una totale libertà; alcune restrizioni sono rimaste, come ad esempio l’impossibilità di relazionarsi con chiunque, soprattutto di notte e in qualsiasi luogo: le donne devono ancora lottare per affermare il loro campo d’azione personale, sociale o sessuale. È il caso di Yolanda di Esta noche en el parque, vulnerabile e in pericolo in un parco giochi, luogo in generale dedicato allo svago e al divertimento per bambini, ma che può diventare minaccioso, se frequentato da soli, di notte239.
La didascalia del testo teatrale è precisa:
237 “Una tela aperta in diversi luoghi, per ricreare le linee rotonde ed eterogenee, dai colori rosso, azzurro, verde
e nero, per la metropolitana, il club notturno e la strada, e infine il parco.” MICHAEL THOMPSON, Un lugar
atractivo e inquietante: encuentros en el parque en el teatro de Paloma Pedrero, in Dramaturgias femeninas en la segunda mitad del siglo XX. Actas del XIV Seminario Internacional del centro de Investigación de Semiótica
Literaria, Teatral y Nuevas Tecnologia, UNED, Madrid, 2005, pp. 565-576.
238 Secondo Doreen Massey e Shirley Ardener nello spazio e nel luogo è debolmente inscritta la costruzione del
genere sessuale. MASSEY, Space, Place and Gender, Cambridge, Polity, 1994, p.186.
239 Il parco è, secondo la teoria di Massey, uno spazio semioticamente naturale, dal punto di vista del genere
sessuale, ma, nella pratica, le donne si sentono vulnerabili, se non accompagnate, in particolar modo di notte, proprio come in Esta noche en el parque, che descrive una vera lotta per il controllo dello spazio personale e sociale.
Un parco giochi. Ci sono delle altalene arrugginite, un piccolo scivolo, un labirinto di tubi scoloriti. É autunno. All’imbrunire240.
Non c’è nessuno: i protagonisti, per ora, sono lo spazio e i tre oggetti che connotano divertimenti infantili; alcuni dettagli (per esempio i segni di deterioramento nei giochi per i bambini, il buio che sta scendendo), producono un effetto discordante con l’innocenza collegata ai giochi, a loro volta utilizzati dai personaggi. La protagonista, “giovane donna che ha superato i venti anni, robusta e agile”241, infatti “s’infila nel labirinto e si mette a giocherellare con le sbarre”242; il suo corpo non si perde, né si confonde col labirinto, ma domina il luogo, fino a farne quasi parte; Yolanda “si nasconde e [..], cercando di non farsi vedere dall’uomo che sta aspettando, gli si avvicina da dietro e gli punta un coltello alla schiena”243, ovvero finge un’imboscata (e preannuncia la disgrazia che avverrà). Il comportamento è associabile a quello dei bambini, per Yolanda, impaziente e disposta a giocare; mentre Fernando, che “scansa le foglie secche da una panchina e si siede”244, assume un atteggiamento da adulto. I due si studiano ed interagiscono a livello corporeo e linguistico, per ottenere supremazia l’uno sull’altra, finché il dominio iniziale di Yolanda, manifestato dal coltello e dalla sicurezza di modi, si capovolge.
Il titolo sembra corrispondere alla formula tipica di un appuntamento, come lo definisce Virtudes Serrano245: Yolanda cerca ripetutamente Fernando, “uomo un po’ più grande di lei e dall’aspetto impeccabile”246, col quale aveva avuto un incontro amoroso una sera e si aspettava di vederlo una seconda volta, o almeno di essere richiamata. Non accetta il fatto che la loro possa essere stata unicamente attrazione sessuale, spera in qualcosa di più serio, ma dovrà rendersi conto a sue spese di essersi illusa. Dopo numerose insistenze, Yolanda riesce
240 P.P., Esta noche en el parque, cit., p. 7. 241 Ibid.
242 Ibid. 243 Ibid. 244 Ibid.
245 VIRTUDES SERRANO, in P. P., Juego de noches, cit., p. 42. 246 P.P. Esta noche en el parque, cit., p. 7.
finalmente a rivederlo nel medesimo parco del primo appuntamento. Ha con sé un coltello (forse per una sua sicurezza), ma cadrà vittima delle sue stesse mani: doppia vittima, quindi. Durante lo scambio verbale animato che segue, anche gli oggetti partecipano alla lite: alla fine “l’altalena dondola”247 (come i rapporti ed i registri linguistici tra i due), per il peso del corpo morto di Yolanda.
Le divergenze tra i due personaggi sono evidenti soprattutto a livello emotivo: Fernando considera l’incontro un puro avvicinamento casuale, Yolanda è incapace di separare l’aspetto fisico da quello passionale. La donna, ingabbiata nelle proprie aspettative, non vede altra soluzione che adottare lo stesso linguaggio volgare dell’uomo. Il protagonista, accusato di mancanza di virilità (Yolanda gli rinfaccia di non essere stato in grado di farle raggiungere il piacere) e pieno d’orgoglio, risponde all’affronto classificando la ragazza con i termini più comuni che riesce a pensare, quali prostituta, pazza, acida. Più che umiliazione, egli sente che sta perdendo il predominio sulla situazione precipitante:
YOLANDA: Non mi hai ancora dato la mia parte. FERNANDO: (Stufo). Quanto vuoi?
YOLANDA: (Strappando le banconote) Hai proprio un cervello del cazzo. Voglio la mia parte!
FERNANDO: Allora non sei una puttana? Sei una pazza.
YOLANDA: Certo supermaschio, sono una pazza. Come si pagano le pazze? FERNANDO: Non lo so. Forse con due sberle.
YOLANDA: (Stringe il coltello). Provaci. FERNANDO: Cosa vuoi?
YOLANDA: Il mio orgasmo.
FERNANDO: Sei completamente pazza!248
La ragazza risponde con violenza ed estrae il coltello. Ora si invertono davvero i ruoli: l’uomo è debole, la donna ha il potere e può decidere se fermarsi alla prima soddisfazione o se punire fisicamente il suo aggressore. Se non potrà avere una relazione con Fernando, vuole almeno umiliarlo, rendergli nota la
247 Ivi, p. 15. 248 Ivi, pp. 10-11.
mancanza di rispetto nei confronti della sua femminilità. Segno distintivo della parità dei sessi o rivendicazione di un cambio non ancora avvenuto?
La dinamica inizia con un gioco e si trasforma in tragedia. Esta noche en el
parque, tra l’altro, è l’unica storia in cui la protagonista agisce, ma, morendo,
non può confrontarsi con la conseguenza del suo atto249.
La noche dividida è ambientata, dall’inizio alla fine, nella casa della
protagonista, anche se la prima indicazione della didascalia recita: “Terrazza di un attico di Madrid”250. Il luogo è “pieno di piante”, ci sono delle sedie pieghevoli, un albero di prugne e un’amaca, importante nel finale. Lo spazio viene subito occupato da Sabina, bella ragazza, sui venticinque anni, in crisi con il suo lavoro, ma soprattutto con il fidanzato Jean Luc, lontano già da un anno, che la chiama ogni settimana promettendole di tornare. L’azione si svolge tra l’entrata di casa e il corridoio verso il terrazzo, sul quale si muove Sabina con una bottiglia e un bicchiere pieno in mano, finché appare in scena con un telefono ed un copione. La storia accade di martedì sera nell’orario dedicato, all’incirca, alla telefonata importante, che non giunge. La ragazza, dunque, delusa dalla sua storia d’amore, alterna continui stati d’attesa ad altri d’indecisione: grazie ad uno sconosciuto venditore di Bibbie, Sabina verrà incoraggiata a credere in sè stessa e a dimenticare il fidanzato.
Per Sabina le mura domestiche, chiuse e delimitate, sono un rifugio intimo, ma allo stesso tempo un luogo oppressivo: obbligata a rimanere in casa per ascoltare la voce dell’amato, si sente sempre sola.
La prima battuta con la quale si rivolge al visitatore è un riferimento alla solitudine:
249 Nella nota finale del suo Notti di amore effimero (cit., p.103), Paloma Pedrero dichiara che “Esta noche en el
parque è una sorta di vendetta, o meglio di un atto di purificazione personale, scritta dopo aver conosciuto un
uomo interessante e mai più rivisto. Una delusione dunque vissuta in prima persona: il testo drammaturgico contiene, infatti, un finale triste.”
SABINA: Entra. Sono completamente sola. Questa casa da adesso in poi è anche casa tua. E anche questo pezzo di cielo è tuo, d’accordo?251.
Lo spettatore, come Adolfo, l’altro protagonista, osserva i gesti ripetitivi di Sabina, un continuo alzare e riporre il ricevitore, poichè la ragazza non ha ancora la forza di concludere, di prendere una decisione:
SABINA: E tutto perché sono innamorata. Sì, sono totalmente e fatalmente innamorata di un fantasma che mi chiama il martedì sera, cioè oggi. E io, affinché non mi tremi la voce, bevo appena un po’. Di solito bevo un pochino così, sai? Ma oggi è tutto diverso, perché ho preso una decisione252.
Parlare con un uomo mai visto aiuta Sabina ad evadere dal suo ambiente oppressivo.
Per tutto il tempo della vicenda i due protagonisti, aiutati dall’alcol, assumono dei comportamenti strani: entrambi hanno paura di perdere qualcuno (il fidanzato) o qualcosa (per Adolfo il lavoro: se non vende una Bibbia entro sera verrà licenziato). La disperazione fa loro abbandonare ogni controllo, fino al punto in cui giocano a fingersi gatti, per lasciarsi andare a effusioni amorose sul terrazzo: imitano il suono e le fusa degli animali in calore, perché “i gatti non si ingannano”253. Si comportano, infine, come mai avrebbero immaginato di poter fare, denudandosi di ogni inibizione e sentendosi intimi, alla pari:
(Si sentono miagolii di gatti in calore. ADOLFO accende la luce e si appoggia alla
ringhiera della terrazza).
ADOLFO: Che bella vista c’è da qui. Vieni, guarda i tetti pieni di gatti, escono quando fa notte e si cercano…
SABINA: I gatti non vivono in coppia. Si coinvolgono quando ne hanno voglia e non si ingannano. Ognuno pensa per sé. Somigliano a noi, ma non si ingannano. Nessuno conosce l’altro.
ADOLFO: Si inseguono e girano l’uno attorno all’altro… SABINA: Ora sono la tua gatta
ADOLFO: (Bevendo) Perdiamo la testa!
251 Ivi, p. 20. 252 Ivi, p. 22.
SABINA: Perdiamo la coscienza! Miao.., miao.., miao.. 254
Il momento liberatorio non avviene quindi all’interno della dimora domestica, in cui Sabina aspetta la telefonata, bensì sull’amaca (dove si addormenterà con Adolfo) in terrazza, al confine tra il luogo intimo e il mondo esterno.
Proprio quando la ragazza stava lenendo il suo dolore e dimenticando la sua missione, spunta Jean Luc il quale, alla vista di un evidente tradimento, abbandona la casa senza dire una parola. Ancora una volta altre circostanze hanno deciso al posto di Sabina, ora davvero senza alcuna possibilità.
In Solos esta noche ritorna l’ambiguità di uno spazio, con la sua doppia connotazione: affollato e frequentato di giorno, molto pericoloso di notte. Ne deriva una condizione di non libertà per la donna.
La didascalia segnala “Stazione della metropolitana. Sulla banchina non c’è nessuno. Entra Carmen [..], con una certa agitazione si siede su un sedile e aspetta. Dopo poco compare José; Carmen, vedendolo, maschera un sussulto. Passeggia nervosa sulla banchina. Spaventata, stringe a sé la borsa e si dirige verso l’uscita”255. L’ambiente è tutt’altro che accogliente: la donna sa che non può rimanere da sola in una stazione della metropolitana, con uno sconosciuto come unica compagnia. Pensa, infatti, di essere derubata o aggredita:
CARMEN: (Molto spaventata. Parlando in fretta). Non ho niente. Sono entrata qui nel metrò perché sono rimasta senza soldi. Nemmeno un centesimo, te lo giuro.. Prendi. (Gli dà la borsa). Puoi tenertela. L’orologio vale molto. Prendilo, puoi venderlo…Gli anelli.. non riesco a toglierli! Per favore, le dita no. Non me le tagliare…
JOSÉ: (Interrompendola perplesso). Oh, ma che stai a dì? Ma che hai? Che t’ho chiesto qualcosa?
CARMEN: Che vuoi? Che vuoi da me? È molto tardi, non sono abituata a stare da sola a quest’ora…non prendo mai il metrò e…256
254 Ibid, p. 30.
255 P.P. Solos esta noche, cit., p. 37. 256 Ivi, p. 38.
Comprendiamo che Carmen appartiene ad un’alta classe sociale: viene descritta come “Una donna che veste elegante, ma molto convenzionale. Capelli freschi parrucchiere e unghie lunghe ben laccate”257. Le sue prime parole sono caratterizzate dal panico, nonostante si trovi di fronte una persona, della quale ci viene solo detto che è un “giovane scuro di pelle e muscoloso, che si siede su un sedile e si accende la sigaretta”258. La reazione della donna, in base ad una semplice occhiata, sembra eccessiva: la signora dà per scontato che il ragazzo sia un delinquente; i presupposti fanno immaginare che la storia non avrà un lieto fine.
La vicenda, invece, dimostrerà il contrario.
Da una situazione di segregazione forzata (l’ultimo treno è già passato e non c’è altra soluzione che trascorrere l’intera notte alla stazione), i protagonisti prenderanno coscienza della solitudine assoluta che segna la loro vita e della rispettiva mancanza di integrazione nella società. Superata la prima impressione e considerate le buone intenzioni di José, la donna avrà maggior fiducia nei confronti del giovane, al punto da raccontargli la propria situazione matrimoniale:
CARMEN: Cosa penserà mio marito quando non mi vedrà tornare stanotte… JOSÉ: C’hai pure un marito? Ti manca proprio niente?
CARMEN: Probabilmente penserà che sto con un amante.. JOSÉ: C’hai pure l’amante?!
CARMEN: No, mai, non ho mai avuto un amante. (Pausa) E non ho mai dormito fuori casa259.
Piano piano si esternano le vere personalità dei protagonisti: entrambi pensano che il denaro faccia male alla gente, perché “rende gli uomini codardi, ossessivi, annoiati, grassi, grassi…grassi”260, e che non ci sia più spazio o tempo per l’amore vero. L’antico valore romantico, secondo loro dimenticato dalla
257 Ivi, p. 37. 258 Ibid. 259 Ivi, p. 47. 260 Ibid.
gente comune, è invece collocato al primo posto per importanza nella scala personale di José.
Entrambi si sentono come isolati dalla gente: CARMEN: E tu ce l’hai la fidanzata?
JOSÉ: Macchè! Un disoccupato non lo vuole nessuno. Prima ce n’avevo una carina, ma quando sono finito in mezzo a una strada, s’è messa con uno stronzo «con un futuro»261.
La solitudine del momento li accomuna e li fa avvicinare sempre di più: Carmen comincia a fidarsi, al punto da non volere che José si allontani per cercare aiuto:
CARMEN: Sei così vicino… (José fa cenno di ritirarsi). No, non provarci nemmeno ad allontanarti.
JOSè: (Avvicinandosi di più). Non ci penso proprio, principessa. CARMEN: Posso vedere il tatuaggio?
JOSè: Certo.
(Si sbottona la camicia. CARMEN lo illumina con la torcia).
Nel corso della lettura si evidenziano due fattori principali: la costanza e la volubilità. José rimane la stessa persona fino alla fine, non si lamenta e si adegua alla situazione, cerca di viverla nel miglior modo possibile e si dimostra coraggioso. Carmen, invece, cambia comportamento: abituata a cenare al ristorante, è scandalizzata dalla sporcizia attorno a sé ed è diffidente nei confronti di chi non veste in maniera ricercata (come lei) o non appartiene alla sua stessa classe. La donna ha molta paura, ma riesce a vedere oltre l’aspetto esteriore di José. È certo costretta dalla situazione, ma si fida perché riscontra una generosità inaspettata (José le offre da bere, un panino, una sigaretta, rischia la propria vita per uscire dalla galleria e salvarla). Tutto si evolve fin quasi ad un capovolgimento: Carmen si intenerisce e si dimentica delle paure e dei compromessi. Prende, anzi, in mano la situazione:
CARMEN: Che bella farfalla. JOSÉ: E se la tocchi muove le ali.
CARMEN: (Toccandola) Che bella, sembra vera, completa di tutto, le antennine e.. le zampette.. gli occhietti… e… Abbracciami!
JOSÉ: (Abbracciandola) Hai ancora freddo? CARMEN: Spegni la torcia.
JOSÉ: Non hai più paura? E se arriva il treno? CARMEN: Non me ne importa.
(José spegne la torcia. Nel buio si sentono baci e sussurri..).262
La protagonista abbandona ogni pregiudizio; da parte sua José, il mattino seguente, si sveglierà con un’idea diversa della gente ricca, che può essere anche dolce e sensibile. Entrambi, alla fine, avranno raggiunto un’evoluzione, meno preconcetti verso le classi sociali diverse da quelle cui appartengono:
Quello che non ho chiarito - e si sente! - è cosa dovrebbe succedere al mattino tra José e Carmen. In fin dei conti la differenza tra una commedia e una tragedia si fonda sul momento in cui cala il sipario. Unico testo con finale ‘felice’, è di sicuro la mia opera più rappresentata 263.
Solos esta noche descrive il modo in cui i ruoli sociali occultano l’umanità
che ogni essere umano possiede dentro di sé, escludendo le differenze di classe. La paura di Carmen nei confronti di Josè, si convertirà, in una relazione intima, di avvicinamento amoroso; le disuguaglianze si sono fermate ad un livello superficiale. Josè in realtà è disinteressato e generoso, oltre che molto protettivo. Il fatto di pensare che “il futuro… si trova nell’amore”264, produce un cambio netto nell’animo della donna, sconvolta per ciò che le sta accadendo (“Io non so più niente. Niente”265) e provocando dunque in lei dolcezza e passionalità allo stesso tempo.
De la noche al alba forse è l’unica vera storia d’amore: Mauro, “un uomo
con l’aria da bambino cresciuto”, è un sorvegliante notturno innamorato di
262 Ivi, pp. 47-48.
263 P.P., Notti di amore effimero per Caos, Nota finale, cit., p.103. 264 P.P., Solos esta noche, cit., p. 47
Vanesa, “una donna slanciata e sensuale”266, che di mestiere fa la prostituta. Tutto si svolge fuori dal locale in cui la protagonista lavora; la didascalia sottolinea: “È ancora notte. La ragazza guarda la strada. Cammina al bordo del marciapiede alla ricerca di un taxi”267. Egli la aspetta fuori dal locale, dove non c’è nessuno, e vuole riaccompagnarla a casa, farle compagnia. Vanesa non ricambia le attenzioni del giovane, anzi è infastidita dalla sua insistenza: