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II. PALOMA PEDRERO

II.5. LE PROTAGONISTE

L’attenzione dell’autrice è rivolta all’essere umano in quanto individuo singolo, inserito in una società frenetica, fredda, in cui si pagano immediatamente le proprie azioni: esse sono una diretta e dannosa conseguenza, soprattutto nelle relazioni tra uomo e donna. Quest’ultima, in special modo, innesta un cambio radicale del suo modo di vivere: in apparenza è fragile e passiva, finché non decide di prendere in mano la propria vita e di modificarla radicalmente (le protagoniste rispecchiano la voce fuori campo dell’autrice).

L’atteggiamento di Ana in Besos de lobo, rievoca il personaggio di Doña Rosita, il dramma delle convenzioni sociali dell’omonimo romanzo di Lorca134, nel quale la protagonista, legata al ricordo di un amore perso che non vuole svanire, attende fedele il ritorno dell’uomo, rinunciando alla felicità. Solo in vecchiaia si renderà conto che le sue speranze sono state vane (nel frattempo lui ha sposato un’altra). La colpa è anche del paese, cosciente di tutto e che prova compassione per chi è stata abbandonata. La differenza, col testo della Pedrero, è che Ana decide, alla morte del padre, di lasciare per sempre il paese e di rendersi indipendente anche da Raúl, l’uomo idealizzato col trascorrere degli

133 “MARÍA: (Con dolcezza). Ti odio. Ti odio con tutta l’anima. LAURA: Io a te no. (Laura esce. Maria si

avvicina lentamente all’uccellino…Apre la gabbia. L’uccellino vola)”. P. P., El color de agosto, cit. p. 145.

anni. Giunta alla stazione confessa a Camilo il desiderio di partire insieme a lui, che preferisce però pianificare con calma, ed esita. La ragazza, allora, si allontana da entrambi, senza soffrirne, perché nessuno l’ha veramente compresa. Ironia della sorte, dal treno che la porterà via, scende il tanto atteso Raúl, e la sua immagine, per lei ormai lontana, svanisce. Egli rimane solo, con un messaggio di carta:

RAUL: Dice que lo siente, que siente no haber podido avisarme…y que adiós. (Con

risa amarga)¿Y sabes lo que dice, además? Que quiere a otro. Que ayer mismo se

dio cuenta de que quiere a otro. A otro..(Con tristeza) ¿Qué? ¿No le hace gracia? CAMILO: (Negando con la cabeza). A veces se llega tarde…tarde135.

Anche María e Laura, le protagoniste di El color de agosto, cercano di liberarsi dai vincoli che impediscono loro di tornare ad amare. Nei dialoghi, le reciproche confessioni, servono a smascherare, attraverso un procedimento doloroso, ma catartico, i sentimenti reciproci, che porteranno all’allontanamento. Avviene, però, anche un ribaltamento: Laura, liberata dalla dipendenza che provava per Juan, ha ora il controllo della propria vita, mentre María, che lo ha rincorso e ammirato come un idolo, ne accetta l’adulterio con l’amica. La particolarità di questo testo metateatrale è la capacità di entrare nell’animo delle due donne: lo spettatore riesce a comprendere l’essenza della loro femminilità per mezzo delle dichiarazioni, i loro più reconditi pensieri vengono denudati attraverso i sottili cambi di umore, il sarcasmo, l’ambiguità e l’intimità delle loro rivelazioni. Come in Besos de lobo, è evidente l’influenza lorchiana: in La casa

di Bernarda Alba, l’assenza del personaggio maschile, Pepe Romano, spinge a

sentimenti di odio, invidia e risentimento tra le sorelle recluse dalla madre, fino al suicidio di una delle protagoniste, Adela. Ne El color de agosto, le emozioni sono simili e le due donne si limitano ad umiliarsi: la causa scatenante è di

135 “Dice che le dispiace, che le dispiace di non avermi avvisato.. e dice addio. (Con una risata amara). E sai che

dice, inoltre? Che ama un altro. Che proprio ieri si è resa conto di amare un altro. Un altro.. (Con tristezza). Che c’è? Non ti fa ridere? CAMILO: (Negando con la testa). A volte si arriva tardi.. tardi”. P. P., Besos de lobo, La Avispa, Madrid, 1995, p.111.

nuovo un uomo condiviso e distante, Juan (il cui nome è lo stesso del marito di Yerma136), ma anche i limiti, per María, nell’accettare di non poter mai avere Laura.

In Resguardo Personal, Marta è separata da Gonzalo, il quale vorrebbe provare una riconciliazione: la donna lo ha lasciato, perché non sopportava più la convivenza con un uomo interessato solo alla propria carriera. La storia inizia e si conclude nei pochi minuti che servono a salvare il cane di entrambi - si chiama Nunca, Mai -, momentaneamente al canile: qualcuno dovrà recuperarla entro le otto, altrimenti verrà sacrificata. Gonzalo, abbandonato dalla moglie, sa che l’unico modo per vendicarsi, è impedirle di uscire di casa in tempo. Il suo tono, infatti, è sarcastico:

GONZALO: Han cerrado. (Satisfecho) Tu perrita ya.. (Hace un gesto de inyectar y

rompe el papel en pedazos. MARTA se derrumba). Adiós. (Sale)137.

La scena, molto intensa, fa credere vera persino a Marta, la storia che lei stessa aveva inventato per mettere alla prova il marito, per concedergli una possibilità di redenzione. Lui, però le ha dimostrato, ancora una volta, di essere egoista ed orgoglioso. La donna non implora amore: vuole constatare fino a che punto può arrivare la cattiveria di Gonzalo; il tutto per dimostrare a sé stessa - e al cane! - che ha fatto la scelta giusta.

MARTA (Después de unos segundos de angustia comienza a reírse a carcajadas.

Corre hacia una caja de embalaje, la abre y sale NUNCA):

¿Ya estás despierta? Pobrecita… Muy bien, te has portado estupendamente. (Le da

algo de comer). ¿Has oído, Nunca? Necesitaba que lo oyeras todo, que supieras

cómo es tu padre. ¿Has visto cómo todo ha salido bien? Le conozco tanto.. Sabes, yo misma me creía que era verdad; casi me muero. Pero ya se acabó, ya no volverá a molestarnos.. por lo menos a ti, ¿nos vamos a la calle?

(NUNCA mueve el rabo contenta. MARTA coge la cadena. Salen)138.

136 F. G. LORCA, Yerma, 1934.

137 “Hanno chiuso. (Soddisfatto). Il tuo cane è già…(Fa il gesto dell’iniezione e straccia il documento di

Le donne del teatro di Paloma sono, quasi sempre, giovani, dai venti ai trent’anni circa, e provengono da diversi ambiti: tossicodipendenti, signore sposate appartenenti alla media borghesia, contadine allontanatesi dalle proprie origini, artiste senza inibizioni in cerca di sé stesse, divorziate, persone sole che desiderano l’amore, il quale spesso non si materializza e quando c’è, è senz’anima. In definitiva, le protagoniste desiderano trovare e affermare la propria identità in libertà, ovvero non sottostare più alla norma maschile. Si nota, nei testi messi in evidenza, l’evoluzione della donna spagnola considerata, prima di tutto, dal punto di vista femminile, poi da quello teatrale, al cui riguardo, Pedrero dichiara:

Hay virtudes en la mujer, como el poder de observación y la intuición que le dan una especial capacidad para escribir teatro. Además, la mujer es bicultural: participa de la cultura masculina, dominante y conserva la femenina, la íntima…Me parece importante que se toquen temas considerados ‘masculinos’ desde la óptica femenina139.

Il tema della donna legata ad un destino prescelto, che prova ad essere indipendente una volta svincolata da marito e da figli, spesso oppressori, come accade ad Eulalia in Locas de amar, è una costante dei testi di drammaturghe della stessa generazione di Paloma Pedrero. Si esamina, ad esempio, la frustrazione in Un maldito beso (apparso la prima volta nella rivista “Gestos”, nel 1989), di Concha Romero; De película di Carmen Resino140, invece, analizza problematiche affini, quali la mancanza di identità personale e la solitudine

138 “(Dopo un attimo di sconcerto, comincia a ridere. Corre verso una scatola d’imballaggio, la apre ed esce

NUNCA). Sei già sveglia? Poverina.. Brava, ti sei comportata stupendamente. (Le dà qualcosa da mangiare). Hai

sentito Nunca? Volevo che tu lo sentissi, che sapessi com’è tuo padre. Hai visto? É andato tutto bene. Lo conosco tanto.. sai, io stessa credevo che fosse vero; per poco non muoio. Però è finita, non tornerà più a darci fastidio… almeno a te. Usciamo? (Nunca muove il guinzaglio contenta. Marta lo raccoglie. Escono)”. Ibid.

139 “Ci sono virtù, nella donna, come il potere d’osservazione e l’intuizione, che le danno una capacità speciale

per scrivere per il teatro. In più la donna è biculturale: partecipa alla cultura maschile, dominante, e conserva quella femminile, più intima... Mi sembra importante che si tocchino temi, considerati ‘maschili’, dal punto di vista femminile”. Paloma Pedrero in ANA MARIA FAGUNDO, La mujer en el teatro, cit., p. 163.

140 CARMEN RESINO, Teatro diverso, 1973-1992. Ulises no vulve. La recepción. De película, Universidad de

dell’individuo; Sólo lo digo por tu bien di Pilar Pombo (1988), è incentrato di nuovo sull’amore e sul disamore141.

Simboli dunque di oppressione, in lotta per invertire il proprio cammino e per rinnovarsi; donne non più passive di fronte al fato, ma forti, ribelli, decise a prendere in mano la propria vita e capaci di scegliere. D’altronde vivono in una società, anch’essa in evoluzione, che pare offrire diritti uguali e pari opportunità.