III. NOTE STILISTICHE
III.2. L’ATTO UNICO
III.2.3. IL LINGUAGGIO
Il linguaggio, nei testi di Paloma Pedrero, dà particolarmente importanza ai contenuti legati alla sensibilità delle protagoniste. L’autrice cerca il contatto col pubblico e non rifiuta le strategie del teatro commerciale, come per esempio la tendenza al sentimentalismo o ad un finale ben ordinato: il compromesso è evidente nell’uso di un linguaggio comico, anche quando relazionato ad
191 OLIMPO MUSSO, Protagonista y antagonista, in El personaje dramático, Ponencias y debates de la VII
argomenti seri (sorta di distanziamento dai problemi quotidiani), con funzione principali di intrattenimento e quella, più recondita, catartica.
La nuova drammaturgia cerca di rompere con le strutture tradizionali e di farsi sorreggere dalle tecniche cinematografiche192 o televisive, con le quali gli autori hanno familiarità; si raggiungono, così, altri livelli di realtà, come il ricordo, il sogno, la fantasia, l’allucinazione, e si interpreta in un modo diverso l’esperienza quotidiana.
Distanziamento, ma anche riferimenti oggettivi e realismo: il teatro possiede una chiara struttura di tempo e spazio, elementi trasmessi attraverso i dialoghi ed elementi scenici dosati perfettamente all’interno della semplicità dell’atto unico, nella quale l’azione è condensata in poche ore (o in qualche minuto, come in Resguardo Personal), l’ambientazione è urbana (tranne in
Besos de lobo e in La isla amarilla) e ridotta, ovvero racchiude momenti della
vita dei personaggi, che prendono coscienza del proprio stato e decidono un cambio del loro percorso.
Il modo di parlare è vivo, popolare, semplice; l’inadeguatezza e la vulnerabilità dei personaggi si trovano non solo nelle situazioni in cui sono coinvolti e nei loro atteggiamenti, ma anche nel loro modo d’esprimersi, ricco di dialettismi, di nomi propri significativi. Il codice linguistico varia adattandosi al livello culturale di ognuno, all’epoca storica e al gruppo etnico d’appartenenza (ad esempio le differenze tra l’operaio e il funzionario dello Stato, tra l’avvocato e la semplice casalinga…).
192 Ad esempio Besos de lobo ha il simbolismo del treno (che ricorre in numerosi film spagnoli): l’arrivo e la sua
partenza sono suggeriti attraverso un uso cinematografico di suoni e di luci. “Ana asiente mecánicamente. Camilo se mete en la oficina. El tren llega. Oscuro. El tren arranca. Ahora en la estación hay un hombre, que busca con la mirada. Ana no está. Camilo sale de la oficina y ve al hombre. Busca con la mirada. Ana no está. Raúl, nervioso se acerca a Camilo. Ana no está. [..] Los dos hombres se miran un momento, en silencio, mientras se va haciendo el oscuro.” Traduzione: “Ana si siede meccanicamente. Camilo va dentro l’officina. Arriva il treno. Buio. Il treno riparte. Nella stazione, ora, c’è un uomo che sta cercando con lo sguardo. Ana non c’è. Camilo esce dall’officina e vede l’uomo. Cerca con lo sguardo. Ana non c’è. Raul, nervoso, si avvicina a Camino. Ana non c’è. I due uomini si guardano un momento, in silenzio, mentre cala il buio.” P.P., Besos de
Il drammaturgo Ernesto Caballero, anche regista teatrale di alcune Notti della Pedrero, presenta così i suoi personaggi:
son criaturas que dan una visión airada de la realidad, profundamente vitalista, que se nos ofrece mediante un lenguaje certero que sabe conciliar la contundencia expresiva destilada del habla de la calle con ámbitos de elocución sugerida193.
Un esempio è Surcos, protagonista di Cachorros de negro mirar: intuiamo ciò che pensa, prima ancora che agisca; le didascalie introducono il personaggio dal modo di vestire (“stivali militari e camicia con emblemi, testa rapata”) e dal temperamento rissoso. Il resto lo fanno le sue osservazioni:
SURCOS: ¿Te gusta dar caña? No lo tengo tan claro contigo. Eres un poco blandito, niño.[..] Hay que conocerse en el acción, chaval. No en las palabras. (Escupe al sofá) 194.
Juan, di Una Estrella, racconta come divenne giocatore, alcolista e non riuscì a staccarsi da una vita simile, arrivando a perdere prima la moglie, poi la figlia, infine tutto ciò che possedeva. Il modo di parlare e il tono rimangono, per gran parte del testo, quelli di un ubriaco, ma ad una lettura più approfondita, emerge la consapevolezza della sua triste situazione:
JUAN: Amarme? Sí, debía amarme. A veces nos queríamos y hacíamos el amor. Tuvimos dos hijos que se avergüenzan de mí y no vienen nunca a verme. Están enfermos.. Ella.. Ella les transmitió la enfermedad Juan Domínguez195.
Sempre Floek sostiene che:
Hablan una lengua directa y realista que se corresponde con el habla coloquial y el medio social respectivo. El tono pessimista es matizado por una comicidad
193 “Sono creature che offrono una visione furiosa della realtà, profondamente vitale, la quale ci viene offerta
attraverso un linguaggio sicuro che concilia la capacità convincente del modo di parlare della strada, con altri ambiti dotati di linguaggio suggerito, più fine”. SONIA SANCHEZ, Aspectos semiológicos, cit., p. 78.
194 “Ti piace provocare? Non ne sono tanto sicuro. Sei un po’ tranquillo, bimbo. Bisogna conoscersi nell’azione,
ragazzo. Non nelle parole. (Sputa sul sofà).” P.P., Cachorros de negro mirar, cit., p.18 e p.26.
195 “JUAN: Amarmi? Sì doveva amarmi. A volte ci amavamo e facevamo l’amore. Abbiamo avuto due figli che
si vergognano di me e non vengono mai a farmi visita. Sono malati… Lei…Lei ha trasmesso loro la malattia Juan Dominguez.” P. P., Una Estrella, cit., p. 36.
comprensiva y por ambientes poéticos, que aun en la desesperación, dejan entrever cierta esperanza 196.
Oltre alle informazioni date dalla voce esterna, dai movimenti e dai dialoghi, conosciamo i sentimenti e le emozioni dei personaggi tramite ciò che essi riferiscono agli amici o ai confidenti, come fa Juan con Estrella. Veniamo a conoscenza del mondo interiore di Pedro da ciò che egli racconta alla moglie; lo stesso avviene con la coppia Marta e Gonzalo attraverso i litigi, le recriminazioni, ecc.
GONZALO: Marta, yo te quiero. Te juro que te quiero.
MARTA : Ya lo sé. Me enseñaste algo que no conocía…lo insólito del amor: la destrucción.
GONZALO: Sé que soy un tío jodido pero…voy a hacer un esfuerzo por salvar nuestra relación.
MARTA: Sì, eres muy jodido y bastante sordo197.
196 “Utilizzano una lingua diretta e realistica che corrisponde al parlare colloquiale e al ceto sociale cui
appartengono. Il tono pessimista è sfumato da una certa comicità e da ambienti poetici, nei quali, seppur nella disperazione, lasciano intravedere alcune speranze.” SONIA SÁNCHEZ, Aspectos semiológicos, cit., p.76.
197 “GONZALO: Marta, io ti amo. Ti giuro che ti amo. MARTA: Lo so già. Mi hai insegnato qualcosa che non
conoscevo.. insolito all’amore: la distruzione. GONZALO: So che sono un tipo complicato però, voglio fare uno sforzo per salvare la nostra relazione. MARTA: Si, sei molto complicato e abbastanza sordo”. P.P., Resguardo