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Arrivano i tedesch

Nel documento Massarosa in guerra 1940-1945 (pagine 117-122)

Parte seconda

3. Arrivano i tedesch

Per Massarosa non è stato possibile ricostruire con precisione le vicende immediatamente successive all’armistizio dell’8 settembre, né conoscere esattamente quali e quante unità tedesche furono di guarnigione nel territorio comunale. Se infatti le fonti secondarie tacciono di questo primo periodo dell’occupazione, anche quelle primarie non sono state di grande aiuto. Il fondo Prefettura dell’Archivio di Stato di Lucca, fondamentale per questo studio, non è stato ancora inventariato ed è stato quindi possibile visionarlo soltanto in minima parte, mentre per una ricostruzione veramente puntigliosa dei movimenti di truppe tedesche nella zona di Massarosa dall’8 settembre alla liberazione, sarebbe anche necessario vagliare la documentazione conservata all’interno del Bundesarchiv-Militärarchiv di Freiburg, in Germania.

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Ivi, pp. 197-199.

339 ASL, Fondo Prefettura, b. 4457, fasc. Ordine pubblico, Fonogramma del 10 settembre 1943. Si

120 A seguito dell’operazione Baytown, il 3 settembre 1943, e della successiva

Avalanche (9 settembre), gli anglo-americani misero piede in Europa continentale per la

prima volta dopo tre anni, quando le ultime forze britanniche erano state scacciate dalla Francia invasa dai tedeschi. L’obiettivo immediato, in pratica già raggiunto prima delle due operazioni di sbarco, era l’uscita dell’Italia dal conflitto, mentre soprattutto a causa delle divergenze strategiche tra i due principali membri della coalizione alleata, le mosse successive erano molto meno definite. La generalizzata carenza di risorse e la scarsa considerazione data dagli americani al teatro di guerra italiano, insieme a problemi di ordine tattico-operativo, determinarono in larga parte gli eventi successivi caratterizzati da lente e sanguinose avanzate e da frustranti battute d’arresto340.

Andando contro le iniziali aspettative dell’Alto Comando della Wehrmacht (Oberkommando der Wehrmacht, comunemente noto come OKW), il Feldmaresciallo Albert Kesselring riuscì a ritardare abbastanza a lungo le due armate alleate da permettere alle sue forze di attestarsi sulla linea Gustav quando ormai la bella stagione era passata. Inizialmente infatti, la decisione del Führer di bloccare gli Alleati quanto più a meridione possibile non era scontata e fino alla metà di settembre egli era ancora indeciso tra appoggiare la richiesta del Feldmaresciallo Erwin Rommel, comandante dell’Heeresgruppe B in nord Italia, o quella del Feldmaresciallo Albert Kesselring, a capo dell’Oberbefehlshaber Süd (OBS)341. Il primo riteneva che fosse impossibile mantenere una linea di difesa così a sud perché si sarebbero esposti i fianchi agli sbarchi anglo- americani e proponeva quindi di ritirarsi fin da subito su una linea difensiva che correva negli Appennini settentrionali tra Pisa e Rimini. Kesselring, viceversa, sosteneva di poter riuscire a costituire un fronte stabile sugli Appennini meridionali a sud di Roma e a mantenerlo per tutto l’inverno342. Alla fine Kesselring la spuntò. Le efficaci azioni ritardatrici delle truppe ai suoi comandi, il timore di rendere vulnerabile il fianco dei Balcani in caso di ritirata sulla linea Pisa-Rimini e quello di avere le basi aeree alleate

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Esiste una vasta bibliografia inerente alla campagna d’Italia, che analizza sia la prospettiva americana che quella britannica riguardo alle rispettive considerazioni riguardo all’importanza del teatro del Mediterraneo. In linea generale, mentre i britannici privilegiavano una strategia più periferica, logorando l’impero hitleriano attaccandolo in teatri secondari, gli americani privilegiavano un assalto diretto al cuore dell’Europa, colpendo il prima possibile la Francia occupata.

341 Si tratta dell’Alto Comando della Wehrmacht per il settore sud. 342

121 troppo vicine al territorio del Reich, spinsero Hitler a rigettare la tesi di Rommel e a puntare sulla creazione di una linea difensiva a sud di Roma343.

Gli anglo-americani dal canto loro avevano decisamente sottovalutato sia la geografia che il clima della penisola italiana, che favorivano molto di più un esercito che si trovava sulla difensiva rispetto a quello che si trovava nella necessità di attaccare. Per tutto l’inverno del 1943-1944, nonostante una serie di sanguinose offensive, la V e l’VIII Armata alleate non riuscirono a sfondare le linee tedesche344.

I movimenti alleati di approccio alla linea Gustav e la situazione fino all’11 maggio 1944, quando ebbe inizio la decisiva operazione Diadem. Cartina disponibile sul Combined Arms Research Library (CARL)

Si può dire quindi che il destino di Massarosa, come di tutta l’Italia centrale, si consumò a causa della decisione di Hitler di tenere Roma e di attestarsi su una linea che faceva perno su Cassino, così come per la conseguente incapacità alleata di avanzare

343

Ivi, p. 176.

344 Per conoscere nei dettagli questa fase della guerra in Italia cfr., Shepperd, La campagna d’Italia 1943-

122 rapidamente verso nord impedendo ai tedeschi di consolidare queste posizioni a sud della capitale. Questi ultimi scontarono, oltre alla già citata sottovalutazione del «Ventre molle dell’Asse»345, carenze logistiche, un costante drenaggio di risorse in favore dell’Europa settentrionale346 ed una preparazione troppo affrettata; fattori che impedirono di sfruttare rapidamente gli sbarchi effettuati sul territorio italiano in Calabria, in Puglia e a Salerno.

La stasi del fronte italiano per un intero inverno e la successiva ritirata tedesca verso nord nella primavera-estate del 1944 portarono immani sofferenze alle popolazioni dell’Italia centrale, sofferenze che potevano essere evitate se il dittatore tedesco avesse assecondato Rommel o se gli Alleati fossero stati sufficientemente forti (o spregiudicati) da spingersi subito verso l’Italia settentrionale. Il comune di Massarosa, pochi chilometri a nord della prevista linea Pisa-Rimini, avrebbe potuto rimanere comunque sotto controllo germanico, ma è quantomeno dubbio che i tedeschi sarebbero riusciti a tenere a lungo questa linea – che nella sua parte occidentale poggiava sul fiume Arno – prima di ritirarsi su quella che sarebbe diventata la linea

Gotica, la quale, invece, aggrappata agli Appennini, riuscì in effetti a resistere tutto

l’inverno del 1944-1945 e correva a nord del territorio massarosese347.

È probabile che le prime truppe tedesche a giungere a Massarosa fossero elementi dell’LXXXVII Corpo d’Armata, che si diressero immediatamente verso sud una volta appreso dell’armistizio italiano, ma la scarna storiografia348 ricorda solamente i soldati della Fallschirm-Panzer-Division 1 «Hermann Göring»349. Non è però possibile che questa

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«The soft underbelly of the Axis» (il ventre molle dell’Asse) fu un’espressione coniata dal Primo ministro britannico Winston Churchill per definire l’Italia. Poteva essere esatto fintanto che la penisola fosse stata difesa dalle Forze Armate italiane; dal momento però che ad occuparsi delle operazioni belliche furono i tedeschi, la campagna prese una piega ben diversa da quella prospettata dall’illustre Primo ministro.

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Otto divisioni, 150 bombardieri, l’80% delle navi da sbarco e i due terzi dei mezzi d’assalto avrebbero ben presto abbandonato il teatro di guerra del Mediterraneo. Ivi., p. 177.

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In effetti quando il fronte a sud di Roma venne sfondato e si accelerarono gli approntamenti per la linea «Verde», Kesselring giudicò non soddisfacenti le posizioni occidentali della linea, poco profonde e troppo esposte, e ordinò che venissero spostate di una ventina di chilometri più a nord. Grazie a questo

provvedimento la provincia di Lucca evitò quasi del tutto di diventare un campo di battaglia e nell’autunno del 1944 il fronte si stabilizzò per sette mesi su una linea che partiva dal Cinquale e passava sulle Alpi Apuane.

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APM, Cronache 1919-1970 (B-f 65 377), Vicende belliche 1940-1945-appunti.

349 Questa denominazione venne assunta nell’aprile del 1944, mentre prima la divisione era conosciuta

123 divisione giungesse per prima a Massarosa, in quanto al tempo dell’armistizio essa stazionava nei pressi di Salerno e venne impegnata dallo sbarco americano in quella località350. Essa sarebbe effettivamente arrivata a Massarosa, ma decisamente più tardi, mentre i primi reparti che testimoni oculari rammentano facevano parte della cavalleria. In realtà è difficile dire se si trattasse propriamente di unità montate, mentre è più probabile che fossero reparti d’appoggio o dediti al traino di pezzi d’artiglieria. Al tempo infatti, a differenza di un luogo comune duro a morire, la presenza di cavalli da tiro nella

Wehrmacht351 era ancora di gran lunga predominante rispetto ai mezzi a motore. Solimano Berrettoni ricorda cavalli molto grandi e massicci, che farebbero pensare proprio a forti cavalli da tiro capaci di sforzi prolungati352.

Quanto alla «Hermann Göring», essa giunse a Massarosa non prima dell’aprile del 1944, quando, dopo mesi di duri combattimenti contro la testa di sbarco alleata ad Anzio, venne ritirata dal fronte e messa in riposo nelle retrovie. Nonostante le sanguinose azioni contro i civili che videro protagonista questa divisione a partire da marzo del 1944353, Berrettoni, quattordicenne all’epoca, conserva un ricordo sereno della presenza dei soldati della «Göring» a Massarosa354:

[…] Io ho lavorato con due, Ernst e Gehrard, che mi insegnarono a fare un anellino anche con (una moneta da) dieci centesimi, oppure un cuoricino. Erano bravissimi. Quando andarono via mi regalarono le loro due pistole d’ordinanza, che poi nascosi nell’officina e le portai poi dove venivano raccolti i residuati bellici vicini alle scuole (dopo la liberazione).

350

Bruce Quarrie, German Airborne Divisions: Mediterranean Theatre 1942-1945, Osprey Publishing, Oxford 2005, p. 36.

351

Per quanto usualmente si usi Wehrmacht come sinonimo di Esercito tedesco, più correttamente essa è l’insieme delle Forze Armate tedesche: Luftwaffe (aeronautica militare), Kriegmarine (Marina da guerra) e

Herr (esercito). Le Waffen SS (le unità da combattimento delle SS) erano indipendenti dalla Wehrmacht,

nonostante sul campo spesso prendessero ordini dai comandi locali dell’esercito.

352 Solimano Berrettoni, 12 dicembre 2013. 353

Cfr. Lutz Klinkhammer, L’occupazione tedesca in Italia 1943-1944, cit., capitolo 8.

354

Per le vicende riguardanti la «Hermann Göring», cfr. La divisione Hermann Göring in Toscana in

Toscana, in Gianluca Fulvetti – Francesca Pellini (a cura di), La politica del massacro. Per un atlante delle stragi naziste in Toscana, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2006.

124 E poi mi diedero del pane (e) mi diedero due scatole di

marmellata; erano due marmellate diverse che si mangiava la mattina nel caffè insieme a loro […]. Il pane era nero e aspro, un po’ acido. E poi mi diedero un sacchetto di zollette di zucchero355.

Berrettoni ricorda che alla Fallschirm-Panzer-Division fece seguito un reparto dotato di mezzi anfibi – probabilmente Schwimmwagen, un piccolo veicolo in grado di entrare in acqua derivato dalla più famosa Kübelwagen –, ma che rimase a Massarosa per poco tempo, non più di tre settimane. In seguito arrivarono le tristemente note SS della 16. SS-Panzergrenadier-Division «Reichsführer-SS». È evidente come queste informazioni, comunque preziose, siano però decisamente vaghe e prive di precisi riferimenti temporali. D’altro canto è praticamente certo che i reparti tedeschi che sostarono a Massarosa per periodi più o meno lunghi furono di più, dato che la «Göring» giunse in Toscana solamente nell’aprile del 1944 e nei sette mesi precedenti Berrettoni rammenta solamente le unità di cavalleria. Inoltre, unità permanenti di guarnigione vennero stanziate dai tedeschi in tutti i comuni e in buona parte delle dipendenti frazioni su cui ebbero il controllo.

Nel documento Massarosa in guerra 1940-1945 (pagine 117-122)