• Non ci sono risultati.

Aspetti della ricerca testologica

Nel documento Semiotica (pagine 179-185)

JÁNOS S PETÖF

1. Aspetti della ricerca testologica

1.1. Alcuni aspetti dell’elaborazione testuale

Il termine “elaborazione testuale” è usato per indicare tutte le operazioni eseguite ed eseguibili su testi e con testi, dalla compilazione di un indice automatico alla traduzione per mezzo di un computer o alla simulazione computerizzata della comprensione testuale uma- na. I processi interpre tativi costituiscono il sotto-insieme centrale dei processi testuali.

Nei processi interpretativi di solito si analizza la cosiddetta composizione di un testo spe-

cifico di un sistema (immanente a un sistema) o i cosiddetti ambiti funzionali di un testo. Con

analisi della composizione di un testo specifica di un sistema (immanente a un sistema) in- tendiamo l’analisi dei costituenti del testo (del vehiculum del testo) [...] e le relazioni che esi- stono fra loro per mezzo di regole esplicitamente formulate e sistemi di conoscenza e di cre- denza; l’analisi può spingersi fin dove lo permettono i sistemi esplicitamente rappresentati. Quando si analizzano gli ambiti funzionali di un testo, abbiamo a che fare con le seguenti que- stioni: quale motivo aveva il produttore del testo di produrre il testo da analizzare?; quali so- no le caratteristiche (qual è il processo) della produzione del testo in questione?; quali sono le

caratteristiche (qual è il processo) della ricezione del testo in questione?; che tipo di effetto ha (potrebbe avere) il testo in questione su certi tipi di riceventi in certe circostanze?

Tanto la composizione specifica di un sistema quanto gli ambiti funzionali (o qualsiasi loro aspetto/fattore) possono essere esaminati come un’entità statica o come un’entità dina-

mica. Nel primo caso parliamo di interpretazione strutturale, nel secondo caso di interpreta-

zione procedurale. Andrebbe di nuovo sottolineato che, nella mia concezione teorica, una

struttura (ossia un costrutto) va intesa come un’approssimazione della presunta architettoni-

ca statica intrinseca all’oggetto da interpretare, mentre una procedura (ossia, ancora una vol- ta, un costrutto) va intesa come un’approssimazione della presunta architettonica dinamica intrinseca all’oggetto da interpretare.

Possiamo inoltre distinguere fra interpretazione esplicativa e valutativa, descrittiva e argo- mentativa, e tutti i tipi di interpretazione possono essere eseguiti in modo spontaneo o teorico. Lo scopo dell’interpretazione esplicativa è la costruzione di una struttura e/o di una procedura; l’interpretazione valutativa valuta una struttura e/o una procedura da un punto di vista storico, estetico, ideologico, morale, ecc. Lo scopo dell’interpretazione descrittiva è la descrizione di una struttura e/o di una procedura prodotta o la descrizione della valutazione di una struttura e/o di una procedura prodotta; l’interpretazione argomentativa presenta ar- gomenti a favore della validità di queste descrizioni.

Parliamo di interpretazione spontanea quando un lettore/ascoltatore comune esegue le operazioni interpretative in una situazione comunicativa quotidiana; parliamo di interpretazio- ne teorica quando un interprete teoricamente preparato esegue le operazioni interpretative se- condo le esi genze di una teoria. Facciamo delle osservazioni su alcuni tipi di interpretazioni.

Quando si interpreta la composizione specifica di un sistema, a) l’interpretazione strut-

turale esplicativa descrittiva (come prodotto) è una rete statica degli elementi che prendono

parte all’architettonica dell’oggetto interpretato (ossia una rete che non contiene alcuna in- formazione su come è venuta a formarsi); b) l’interpretazione procedurale esplicativa de- scrittiva (come prodotto) è una rete dinamica degli elementi che prendono parte all’architet- tonica dell’oggetto interpretato, ossia una rete che contiene anche informazioni su come è venuta a formarsi.

La decisione circa quali elementi vadano considerati nella costruzione di queste reti di- pende solo dall’insieme di conoscenze e/o credenze immanenti a un sistema e dal sistema di regole dell’apparato teorico scelto come dispositivo delle interpretazioni; nessun punto di vi- sta psicologico/percettivo o nessun altro tipo di punto di vista specifico della produzione e/o ricezione svolgono qui un ruolo. In generale, l’interpretazione della composizione specifica di un sistema non fornisce una piena interpretazione della composizione e, anche se ne fos- se capace, quest’interpretazione non potrebbe essere adeguata a causa degli aspetti trascura- ti dell’ambito funzionale.

Quando si interpretano gli ambiti funzionali, a) l’interpretazione strutturale esplicativa descrittiva (come prodotto) è un’interpretazione che rappresenta il risultato di un processo

interpretativo compiuto; non contiene alcun riferimento al modo in cui il processo è stato eseguito; b) l’interpretazione procedurale esplicativa descrittiva (come prodotto) è un’inter- pretazione che rappresenta il processo interpretativo eseguito; contiene informazioni su co- me è stato eseguito questo processo.

La scelta degli elementi e il modo di considerarli, quando si interpretano gli ambiti fun- zionali, dipendono dalle proprietà del produttore/ricevente reale o presunto (insieme delle sue conoscenze/credenze, stato psicologico, stato sociale, ecc.) e dai parametri della situa- zione comunicativa reale o presunta.

1.2. Ricerca testologica: alcune questioni metodologiche

Il termine “ricerca testologica” andrebbe inteso come generalizzazione del termine “ri- cerca linguistico-testuale”. Questa generalizzazione è, a mio pa rere, necessaria e opportuna per due motivi: da un lato, perché il termine “testologia” né implica un’estensione del do- minio della linguistica (testuale) che non potrebbe più essere accettato come dominio lin- guistico da alcuni linguisti (del testo), né richiede di restringere il campo della ricerca in mi- sura tale da rendere illusoria un’analisi adeguata degli oggetti della ricerca in un paradigma omogeneo. Dall’altro lato, a causa delle diverse spiegazioni del termine “linguistica del te- sto”, sarebbe ambiguo l’uso del termine “ricerca linguistico-testuale”.

La ricerca testologica può concentrarsi su vari oggetti e può essere eseguita con vari sco- pi applicando vari metodi.

Oggetto di questa ricerca può essere qualsiasi tipo, fattore e/o a spetto dell’elaborazione

testuale.

Quanto alla motivazione dei possibili scopi di questa ricerca, vi sono delle distinzioni da prendere in considerazione. Consideriamo le due più importanti.

1. La ricerca testologica può essere orientata verso la competenza o verso un corpus. Chiamiamo competenza testologica la conoscenza che una comunità socio-culturale possiede dei testi, della comunicazione e delle varie relazioni che intercorrono fra i testi e la comuni- cazione. Sono ben conscio della difficoltà di spiegare in modo soddisfacente il termine “com- petenza testologica”. Tuttavia, dal punto di vista della distinzione che occorre qui trattare, è sufficiente assegnare un significato intuitivo a questo termine. (Va rilevato che il termine “competenza testologica” non può essere considerato una generalizzazione del termine «com- petenza» introdotto da Chomsky, in quanto la competenza testologica si riferisce anche alla conoscenza dell’esecuzione – «performance» nell’accezione chomskiana). Per quanto riguar- da l’uso del termine “corpus”, basti sapere che chiamiamo corpus qualsiasi insieme di testi. La compilazione del corpus può essere controllata da vari punti di vista. Le opere di un auto- re possono essere considerate un corpus proprio come le notizie economiche pubblicate su un dato giornale per un certo periodo di tempo. Quanto allo scopo della ricerca testologica ver- bale, è possibile distinguere fra la ricerca testologica il cui scopo è un’analisi fondamentale e

una descrizione esplicita della competenza testologica, e la ricerca testologica il cui scopo è l’interpretazione di un corpus definito in qual che modo specifico.

2. La ricerca testologica può essere orientata o verso la conoscenza teorica o verso la pra- tica. Sebbene questa distinzione non sia indipendente dalla distinzione trattata al punto 1, tut- tavia è diversa da questa. Parliamo di ricerca orientata verso la conoscenza teorica se lo sco- po della ricerca è quello di ampliare o la conoscenza teorica della competenza testologica in generale, o la conoscenza teorica di un tipo di testo o di un corpus di testi. (Lo scopo finale di questo tipo di ricerca è la costruzione di una teoria). La ricerca testologica è orientata verso la

pratica se lo scopo della ricerca è quello di contribuire alla soluzione di un particolare com-

pito pratico. Questi scopi pratici potrebbero essere: estendere l’insegnamento linguistico a li- vello testuale; rendere la traduzione più efficace; ristabilire la capacità comunicativa di per- sone affette da disturbi linguistici organici o psichici; abolire o almeno ridurre le barriere del- la comunicazione, ecc. Comunque, non si deve considerare questa distinzione come una rigi- da distinzione del tipo “o ... o”. Indubbiamente, quanto più migliora la nostra conoscenza teo- rica nel campo della ricerca testologica, tanto più valido sarà il nostro contributo alla soluzio- ne di problemi testologici pratici. Tuttavia, alcuni problemi testologici pratici possono essere così importanti che lo sforzo di risolverli non può essere rinviato finché la nostra conoscenza testologica teorica non raggiunga il suo sviluppo massimo e ottimale.

Quanto ai metodi applicati/applicabili nella ricerca testologica, bisognerebbe ricordare che la ricerca testologica è – presa nella sua totalità – un ramo interdisciplinare della ricer- ca. Non esiste ancora una singola disciplina accademica capace di considerare l’analisi del- la composizione e degli ambiti funzionali dei testi come suo compito specifico, anche se ad essere coinvolto è un solo tipo d’interpretazione.

Col termine “testologia” ho voluto riferirmi a una disciplina che considera tutti gli aspet- ti e gli scopi della ricerca testuale come propri aspetti e scopi. Nella ricerca testologica svol- gono un ruolo parimenti importante la retorica, le filologie tradizionali, la filosofia dell’in- terpretazione, la linguistica, la psicologia cognitiva e la sociologia della comunicazione ver- bale (etnometodologia) – tanto per citare le discipline più importanti; pertanto i suoi metodi implicano tutti i metodi tradizionali, formali, empirici e tecnico-modellistici che incontria- mo nelle discipline sopra elencate. È ben noto che la ricerca può conseguire più facilmente risultati accettabili se il suo oggetto e/o scopo restano entro certi limiti di complessità. Que- sto è il motivo per cui singole discipline analizzano oggetti cosiddetti ideali (cfr. il concetto di parlante/ascoltatore ideale nella teoria di Chomsky) e/o si limitano solo a certi aspetti par- ticolari di un oggetto della ricerca (per es., la linguistica sistemica si limita agli aspetti della composizione del testo specifici del sistema linguistico, la psicologia alle condizioni psico- logiche della comprensione del testo, ecc.). Anche se le questioni metodologiche non sono semplici neppure in questo caso, sono certamente più semplici che non nel caso della ricer- ca condotta con costante attenzione allo scopo di una successiva integrazione dei risultati ot- tenuti nelle singole discipline, che costituiscono, dal punto di vista dello spectrum e dell’in-

tegrità dell’oggetto della ricerca, risultati parziali. Questo fatto non va trascurato, se esami- niamo la questione dell’autonomia della cosiddetta linguistica del testo. Anche se è legitti- mo considerare la linguistica del testo come una disciplina autonoma, sia per il suo svilup- po storico che per i suoi metodi, quest’autonomia può essere, ragionevolmente, solo un’au- tonomia parziale definita entro un paradigma testologico.

Qualsiasi ricerca, e così pure la ricerca testologica, è determinata dalla configurazione gerarchica dell’oggetto da analizzare e da descrivere, dallo scopo e dalla metodologia im- piegata. In questa configurazione, l’oggetto, lo scopo o la metodologia possono svolgere il ruolo dominante. Fra le possibili configurazioni, in alcuni casi possono risultare problemati- che alcune configurazioni in cui domina la metodologia. Può accadere, per es., che il per- mettere a una metodologia di diventare dominante determinerà, entro certi limiti, l’eventua- le scelta dello scopo e dell’oggetto da analizzare, così che si dovrebbe piuttosto parlare di estensione del dominio di una teoria che non di mera ricerca orientata verso l’oggetto.

A mio parere, nella ricerca testologica gli elementi dominanti dovrebbero essere lo sco- po e l’oggetto, e il principale compito, nell’attuale fase della ricerca, dovrebbe essere quello di elaborare una metodologia adeguata (interdisciplinare). Voglio sottolineare, qui, solo un aspetto di una metodologia adeguata: gli oggetti della ricerca testologica sono oggetti se- miotici prevalentemente verbali; contemporaneamente, però, le rappresentazioni dei sistemi di regole e di conoscenze applicate nella ricerca e le rappresentazioni dei risultati della ri- cerca sono anch’esse oggetti semiotici prevalentemente verbali. Da questo particolare aspet- to della testologia consegue che uno dei principali compiti nell’elaborazione di una metodo- logia adeguata della testologia è quello di costruire linguaggi per la rappresentazione che possano essere esplicitamente distinti dal linguaggio dell’oggetto della ricerca.

1.3. Il testo come oggetto di una ricerca poliedrica

Come abbiamo visto [...], l’analisi dei testi (della composizione del testo e degli ambiti fun- zionali dei testi) come oggetto della ricerca pertiene contemporaneamente al campo della ricer- ca di discipline diverse. Considerando la testologia come una disciplina il cui compito è quello di analizzare i testi come oggetti di una ricerca poliedrica entro un paradigma teorico integra-

tivo, la costruzione del paradigma teorico può essere affrontata da ognuna di queste discipline.

Infatti, negli ultimi venti o trenta anni, in molte discipline (in semiotica, filologia, linguistica, retorica, psicologia cognitiva, sociologia della comunicazione, ricerca sull’intelligenza artifi- ciale, ecc.) si è tentato di costruire questo paradigma testologico (integrativo), naturalmente con la prevalenza della data disciplina. È vero che la ricerca testuale ha alle spalle una tradizione vecchia più di mille anni (per esempio, nella retorica), ma tuttavia lo sviluppo della testologia, come disciplina autonoma con una ponderata metodologia interdisciplinare, è solo agli inizi.

In linguistica il percorso verso un paradigma teorico testologico può essere così descrit- to brevemente.

Qualunque sia la posizione che uno ha verso la teoria generativo-trasformazionale del

linguaggio, deve ammettere che essa ha dato inizio a una discussione metodologica che ha in-

fluito notevolmente sull’ulteriore sviluppo dell’intera disciplina linguistica. È utile studiare sia lo sviluppo dello stesso paradigma generativo-trasformazionale, sia lo sviluppo del pen- siero linguistico a partire dal 1957 (quando apparvero le Syntactic Structures di Chomsky).

Nel paradigma della teoria grammaticale generativo-trasformazionale incentrata sulla fra- se, la sintassi fu ben presto integrata da un componente semantico del senso (semantica inten- sionale); tuttavia, anche la teoria così estesa si dimostrò, per molti ricercatori, non adatta a ser- vire come una teoria della descrizione della realtà linguistica. Fu sottolineata sempre più l’im- portanza dei fattori pragmatici, ebbe inizio la cosiddetta ricerca pragmalinguistica, furono pre- si in considerazione – con interesse sempre maggiore – fenomeni appartenenti al dominio del- la teoria degli atti linguistici, e acquistò terreno la teoria di Montague, una teoria logica che ren- de conto anche del relatum extralinguistico (che possiede, cioè, anche un componente seman- tico-estensionale). Questo sviluppo può anche essere caratterizzato come la strada verso la co- struzione di una teoria integrativa (cioè sintattica, semantica e pragmatica) della frase.

In parte parallelamente allo sviluppo descritto qui sopra, in parte strettamente correlata a esso, ha gradualmente preso forma la ricerca linguistica testuale. Lo scopo di questa ri- cerca – globalmente parlando – era quello di elaborare un paradigma grammatico-testuale e/o linguistico-testuale che rendesse possibili l’analisi e la descrizione di tutti i fenomeni che non potevano essere adeguatamente analizzati e descritti in un paradigma drastico-gramma- ticale / drastico-linguistico. Tuttavia, i grammatici del testo e i linguisti del testo dovettero ben presto rendersi conto che l’analisi e la descrizione dei testi richiedevano anche che si prendessero in considerazione vari fattori che possono essere difficilmente (o per nulla) clas- sificati come oggetti del dominio della grammatica linguistica, per quanto la grammatica e la linguistica siano interpretate nel modo più ampio possibile. Per poter descrivere la costi- tuzione e/o gli ambiti funzionali dei testi, bisogna necessariamente oltrepassare i confini – comunque tracciati – della grammatica/linguistica, e occorre impiegare i metodi/risultati di discipline che si occupano di testi e/o di vari aspetti della comunicazione per mezzo di una lingua naturale, anche se non hanno preso le mosse soprattutto dalla linguistica. Perciò, sem- bra non solo giustificabile, ma anche necessario, considerare lo scopo di questo sviluppo co- me il tentativo di costruire un paradigma teorico testuale integrativo.

Fare un quadro adeguato dei metodi di una testologia dominata dalla linguistica è dif- ficile, in quanto la linguistica non è una disciplina omogenea. Perfino all’interno della grammatica, nel suo senso più stretto, c’è un certo numero di indirizzi/scuole che usano me- todi fondamentalmente diversi, e quasi ognuno di essi ha cercato di ampliare il dominio del suo oggetto per includere anche gli oggetti che possono essere chiamati catene frasti- che/testi. [...]

(Tratto da J.S. Petöfi, Scrittura e interpretazione. Introduzione alla Testologia

Semiotica dei testi verbali, Carocci, Roma, 2004, pp. 47-54, con qualche modifica)

Nel documento Semiotica (pagine 179-185)