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János Sándor Petöf

Nel documento Semiotica (pagine 100-103)

TEORIE DEL SEGNO

6. János Sándor Petöf

Quella di János Sándor Petöfi (n. 1931) è una teoria – o per meglio dire: un “paradigma semiotico teorico-testuale” – estremamente complessa e sofisticata, che ha attraversato varie fasi ed è tuttora in corso di elaborazione60. Al centro di questa teoria, ossia la testologia se- miotica, ci sono il concetto di testo e una nuova concezione del segno61. Un testo è un “og-

getto semiotico relazionale”, ossia un oggetto fisico che si manifesta come una relazione si-

gnificans-significatum62; più esattamente: un produttore e/o un ricevente considerano un og-

getto verbale un testo se ritengono che quest’oggetto verbale costituisca una totalità connes- sa e completa in grado di soddisfare un’intenzione comunicativa, reale o presunta, in una si- tuazione comunicativa reale o presunta.

Per quanto riguarda il modello segnico della testologia semiotica63, esso è costituito da

quattro elementi: il vehiculum e la formatio, per quanto concerne il significans, e il sensus e il relatum, per quanto concerne il significatum:

(A) il significans è a sua volta costituito dal vehiculum e dalla formatio:

(1) il vehiculum – ossia la manifestazione fisica del signum – consiste in oggetti o situazio- ni che possono essere usati come elementi di sistemi semiotici (come mezzi di comunicazione); (2) la formatio – ossia l’organizzazione formale o architettonica materiale del vehiculum – è costituita dalla figura e dalla notatio:

(i) la figura comprende informazioni sull’aspetto fisico della manifestazione visiva, acu- stica, ecc. del vehiculum, ossia riguarda la conoscenza del vehiculum come oggetto fisico. Ad esempio, la figura ci dice se un testo è stampato come un sonetto o come un calligram- ma, se le parole sono stampate usando gli stessi tipi di lettere o no, ecc.;

(ii) la notatio comprende informazioni sui tipi segnici semiotici degli elementi che co- stituiscono il vehiculum e sulla costituzione sintattica del vehiculum, ossia riguarda la cono- scenza del vehiculum come oggetto linguistico (semiotico). Ad esempio, la notatio ci infor- ma (a) che un testo contiene parole di una o più lingue, oppure diagrammi, tabelle, disegni, ecc., e (b) come le espressioni sono organizzate morfologicamente, sintatticamente, ecc.;

(B) il significatum è a sua volta costituito dal relatum e dal sensus:

(1) il relatum consiste in oggetti o situazioni di cui parliamo o scriviamo usando ele- menti di un dato sistema semiotico;

IV. Teorie del segno

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60Le principali varianti di questa teoria sono la TeSWeST (= Text-Struktur Welt-Struktur Theorie), la Te-

SReST (= Text-Struktur Relatum-Struktur Theorie), la VeSReST (= Vehiculum-Struktur Relatum-Struktur Theorie) e la Testologia Semiotica.

61Per questa teoria vd. ora J.S. Petöfi, Scrittura e interpretazione. Introduzione alla Testologia Semiotica

dei testi verbali, Carocci, Roma, 2004.

62Per evitare confusioni terminologiche, Petöfi preferisce usare termini neutri latini. 63Petöfi, Scrittura e interpretazione, cit., pp. 78-79.

(2) il sensus – ossia l’organizzazione semantica del vehiculum – è costituito:

(i) dal dictum, che comprende ciò che è espresso letteralmente/direttamente o non-let- teralmente/non-direttamente nel signum;

(ii) dal relatum interno al signum, ossia dal riferimento alla presunta situazione o al frammento di mondo manifestato nel signum.

A questi elementi andrebbero aggiunti la vehiculum-imago, ossia l’immagine mentale del vehiculum, e la relatum-imago, ossia l’immagine mentale del relatum.

Una tale concezione del segno è, sì, piuttosto complessa, ma consente di chiarire me- glio i rapporti di “designazione” (designatio), “significazione” (significatio) e “denotazio- ne” (denotatio):

(1) la designatio è il rapporto che intercorre fra significans e sensus; (2) la significatio è il rapporto che intercorre fra significans e significatum; (3) la denotatio è il rapporto che intercorre fra significans e relatum.

Va però precisato che, al fine di indagare adeguatamente tutti i componenti segnici, il se- gno deve essere sempre inserito in (o riferito a) una situazione comunicativa vera o presunta.

Sebbene non sia il caso, qui, di esaminare la situazione comunicativa secondo il model- lo di Petöfi, è però opportuno sottolineare che, per Petöfi, la comunicazione – qualsiasi co- municazione – avviene sempre in modo multimediale, ossia attraverso comunicati costituiti da più media. Di conseguenza, l’analisi della comunicazione richiede un quadro teorico mul- ti- e interdisciplinare. Questo quadro teorico è chiamato da Petöfi testologia semiotica:

«La Testologia Semiotica è una disciplina testologica generale che ha come scopo l’in-

terpretazione dei comunicati con (equi)dominanza verbale prodotti o recepiti in diverse

situazioni comunicative. Essa tratta i comunicati come complessi segnici e l’interpreta- zione come analisi e descrizione dell’architettura formale e dell’architettura semantica dei comunicati.

Questa disciplina si basa sulla tipologia delle possibili situazioni comunicative; dei possibili sistemi segnici mono- o multimediali – in altre parole delle possibili configu- razioni di media – e dei possibili comunicati multimediali con (equi)dominanza verba- le. Tuttavia, questa disciplina non è legata strettamente né a un tipo di situazione co- municativa, né a un tipo di medium (né a un tipo di linguaggio), né a un tipo specifico di comunicati.

Essa non tratta i complessi segnici come oggetti statici fissati per sempre, ma come ri- sultati di una interazione tra la manifestazione fisica di questi complessi segnici e la ba- se di interpretazione dei loro possibili riceventi/interpreti»64.

Tuttavia, Petöfi avverte che l’elaborazione di specifiche testologie semiotiche, che si propongono di analizzare comunicati con configurazioni mediali diverse, richiede tempi molto lunghi. Nonostante ciò, si sbaglierebbe se si continuasse ad analizzare i comunicati soltanto nel quadro delle teorie tradizionali, nell’attesa passiva che vengano approntate le differenti testologie semiotiche. Finché non saranno disponibili, queste testologie possono essere sostituite da un “punto di vista testologico-semiotico”, con cui possono e devono ve- nir analizzati i comunicati multimediali in funzione sia dell’interpretazione di testi letterari, sia dell’insegnamento della madrelingua o delle lingue straniere, sia della teoria e pratica della traduzione, ecc.

CAPITOLO QUINTO

DALLA LINGUISTICA DEL TESTO

Nel documento Semiotica (pagine 100-103)