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IR: IO (L’INTERPRETE) CREDO CHE NEL MONDO REALE SI SIA DATO IL

Nel documento Semiotica (pagine 137-142)

TRE ANALIS

IR: IO (L’INTERPRETE) CREDO CHE NEL MONDO REALE SI SIA DATO IL

CASO CHE UN GIOVANE MEDICO SIA MORTO IN UN GRAVISSIMO INCIDENTE STRADALE

VII. Tre analisi

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la strutturazione sintattica rappresentata da <a>, non è possibile individuare o creare un rap- porto di coesione fra <a> e <b>. Pertanto, Ip1è da scartare, anche se, nel leggere {A}, è pro- prio Ip1 che viene “percepito” per primo, per poi essere, però, rifiutato proprio per l’impos- sibilità di stabilire una coesione fra <a> e <b>.

Passiamo ora a Ip2, che viene riproposto per comodità:

Ip2= [1] Muore [2] giovane medico. [3] In uno scontro, [4] gravissimo [5] un nego- ziante.

Ed ecco anche l’altra sua strutturazione:

Ip2 = <g> [1] ~~ [2]. <d> [3], ~~ [4] ~~ [5].

Quanto al dictum di <g>, anch’esso può essere visto come un enunciato dichiarativo af- fermativo letterale. Quanto a <d>, va precisato che esso è ellittico del verbo e il suo dictum può essere considerato come un enunciato constatativo/dichiarativo affermativo letterale.

Per quanto concerne <g>, si può anzitutto avere, per esempio, il seguente relatum im-

plicatum:

<g>R: È MORTO UN GIOVANE MEDICO.

Per questo relatum implicatum si possono costruire, per esempio, i seguenti modelli:

M1R: IO (= L’INTERPRETE) CREDO / IMMAGINO / SO CHE NEL MONDO REALE SI DÀ IL CASO CHE <g>R;

M2R: IO (= L’INTERPRETE) CREDO / IMMAGINO / SO CHE QUALCUNO CRE- DE / SA CHE NEL MONDO REALE SI DÀ IL CASO CHE <g>R.

È possibile ora costruire il seguente interpretamentum:

IR: IO (L’INTERPRETE) CREDO CHE NEL MONDO REALE SI SIA DATO IL

CASO CHE UN GIOVANE MEDICO SIA MORTO.

Passiamo, ora, a <d>. Per <d> si può avere il seguente relatum implicatum complesso:

<d>R2: IN QUESTO SCONTRO UN NEGOZIANTE È RIMASTO FERITO MOLTO

GRAVEMENTE.

Per <d>R1si possono costruire i seguenti modelli:

M11R: IO (= L’INTERPRETE) CREDO / IMMAGINO / SO CHE NEL MONDO REALE SI DÀ IL CASO CHE <d>R1;

M12R: IO (= L’INTERPRETE) CREDO / IMMAGINO / SO CHE QUALCUNO CREDE / SA CHE NEL MONDO REALE SI DÀ IL CASO CHE <d>R1.

Invece per <d>R2 si possono costruire questi modelli:

M21R: IO (= L’INTERPRETE) CREDO / IMMAGINO / SO CHE NEL MONDO REALE SI DÀ IL CASO CHE <d>R2;

M22R: IO (= L’INTERPRETE) CREDO / IMMAGINO / SO CHE QUALCUNO CRE- DE / SA CHE NEL MONDO REALE SI DÀ IL CASO CHE <d>R2.

È possibile ora costruire il seguente interpretamentum:

IR: IO (L’INTERPRETE) CREDO CHE NEL MONDO REALE SI SIA DATO IL

CASO CHE CI SIA STATO UNO SCONTRO E CHE IN ESSO UN NEGO- ZIANTE SIA RIMASTO FERITO MOLTO GRAVEMENTE.

Per quanto concerne Ip2, dunque, in esso troviamo la descrizione, l’annuncio di due sta- ti di cose, ossia <g> e <d>, fra loro indipendenti. Di qui la necessità di costruire due distin- ti interpretamenta.

Analizziamo l’ultimo caso, cioè Ip3. Anche Ip3, per comodità, viene riproposto con la sua ristrutturazione:

Ip3= [1] Muore [2] giovane medico [3] in uno scontro. [4] Gravissimo [5] un nego- ziante.

Ip3= <e> [1] ~~ [2] ~~ [3]. <z> [4] ~~ [5].

Il dictum di <e> somiglia in parte a quello di <d>. La differenza consiste, in un certo sen- so, nell’identificazione del “tema”, che, per <d>, portava a individuare un relatum implicatum complesso. Nel caso di <e>, invece, anche per semplificare, verrà individuato un relatum im-

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plicatum semplice. Quanto ai dicta di <e> e di <z>, si hanno, rispettivamente, un enunciato di-

chiarativo affermativo letterale e un enunciato constatativo/dichiarativo affermativo letterale. Per quanto concerne <e>, è possibile costruire il seguente relatum implicatum:

<e>R: È MORTO UN GIOVANE MEDICO IN UNO SCONTRO. I modelli possibili sono questi:

M1R: IO (= L’INTERPRETE) CREDO / IMMAGINO / SO CHE NEL MONDO REA- LE SI DÀ IL CASO CHE <e>R;

M2R: IO (= L’INTERPRETE) CREDO / IMMAGINO / SO CHE QUALCUNO CRE- DE / SA CHE NEL MONDO REALE SI DÀ IL CASO CHE <e>R.

Combinando questi modelli, si può ottenere il seguente interpretamentum:

IR: IO (L’INTERPRETE) CREDO CHE NEL MONDO REALE SI SIA DATO IL

CASO CHE UN GIOVANE MEDICO SIA MORTO IN UNO SCONTRO.

Analizziamo, ora, <z>. In questo caso abbiamo il seguente relatum implicatum:

<z>R: [IN QUESTO SCONTRO] UN NEGOZIANTE È RIMASTO FERITO MOLTO GRAVEMENTE.

Ecco i modelli per <z>:

M1R: IO (= L’INTERPRETE) CREDO / IMMAGINO / SO CHE NEL MONDO REA- LE SI DÀ IL CASO CHE <z>R;

M2R: IO (= L’INTERPRETE) CREDO / IMMAGINO / SO CHE QUALCUNO CRE- DE / SA CHE NEL MONDO REALE SI DÀ IL CASO CHE <z>R.

Di qui il seguente interpretamentum:

IR: IO (L’INTERPRETE) CREDO CHE NEL MONDO REALE SI SIA DATO IL

CASO CHE UN NEGOZIANTE SIA RIMASTO FERITO MOLTO GRAVE- MENTE [IN QUESTO SCONTRO].

l’espressione IN QUESTO SCONTRO. Ciò – come detto prima – è dovuto a pura semplifi- cazione di analisi, La specificazione di IN QUESTO SCONTRO in <z>R e nell’interpreta-

mentum finale di <z> è importante, in quanto serve a connettere <e> e <z>. In altri termini,

si può arrivare, per <e> e <z>, a un unico interpretamentum:

IR: IO (L’INTERPRETE) CREDO CHE NEL MONDO REALE SI SIA DATO IL

CASO CHE CI SIA STATO UNO SCONTRO E CHE IN ESSO UN GIOVANE MEDICO SIA MORTO E UN NEGOZIANTE SIA RIMASTO FERITO MOL- TO GRAVEMENTE.

Per ragioni di completezza accenniamo a ciò che si potrebbe considerare una integra- zione interpretativa: alcuni interpreti, cioè, potrebbero tentare di collegare {B} a {A}. Que- sto collegamento potrebbe apparire plausibile soprattutto per due motivi: (i) perché {B} è el- littico del soggetto e (ii) perché {B} presenta l’unità [8], ossia l’espressione “visita medica”. Nel tentativo di collegare {B} a {A}, sorgono due nuove ipotesi interpretative:

<1>: il giovane medico muore gettandosi da un balcone prima di fare una visita (ma- gari al negoziante);

<2>: il negoziante è in condizioni disperate perché, temendo una diagnosi negativa, si è gettato dal balcone prima di farsi visitare da un medico.

È piuttosto evidente che l’ipotesi <1> va rifiutata sia per la presenza della parola SCON- TRO, sia per chiare questioni di segmentazione. Maggior plausibilità potrebbe avere, inve- ce, l’ipotesi <2>. Tuttavia, anche <2> va rifiutata, in quanto ad essa osta la figura di T, os- sia la presenza della fascia punteggiata che separa {B} da {A}. Pertanto, {B} meriterebbe un’analisi e quindi un’interpretazione a parte. Questa interpretazione, da un lato, porterebbe a identificare diversamente il soggetto sottinteso di {B} – il soggetto di {B}, insomma, non è coreferenziale a nessun elemento di {A} – e, dall’altro, escluderebbe qualsiasi rapporto fra GIOVANE MEDICO di {A} e VISITA MEDICA di {B}.

3. Analisi di X Agosto di Giovanni Pascoli

X Agosto è costituita da sei quartine di decasillabi e novenari alternati3:

3Il testo qui riportato è quello stabilito da Giuseppe Nava nell’edizione critica di Myricae, tomo II, San-

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I 1 San Lorenzo, io lo so perché tanto

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