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Association Marocaine d’Appui à la Promotion de la Petite Entreprise (AMAPPE)

4. Gestione dell’integrazione economica dei migranti in Marocco

4.5. L’integrazione economica promossa da attori non statali

4.5.1. Association Marocaine d’Appui à la Promotion de la Petite Entreprise (AMAPPE)

L’associazione marocchina d’appoggio alla promozione della piccola impresa è un’organizzazione non governativa nata in Marocco nel 1991 con l’obiettivo di condurre delle azioni volte a contribuire all’inserimento socio – economico delle persone senza risorse e in situazione di precarietà e vulnerabilità. Il lavoro dell’AMAPPE è finalizzato all’inserimento

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attraverso l’accompagnamento all’auto – impiego, alla creazione di piccole imprese e all’avvio di attività generatrici di reddito (AGR)253. L’AMAPPE è stata un’associazione pioniera nel campo dell’inserimento economico e, alla luce dell’esperienza maturata negli anni e del savoir – faire consolidato nell’ambito dello sviluppo economico, nel 2002 la Commissione Economica e Sociale delle Nazioni Unite ha attribuito all’ente uno status speciale. L’obiettivo principale dell’Association marocaine d’appui à la promotion de la petite entreprise è quello di contribuire allo sviluppo economico e sociale del Marocco in maniera durevole perseguendo diverse strategie, tra le quali l’appoggio alla creazione di attività generatrici di reddito, i cui beneficiari sono le persone portatrici di un progetto, a cui si aggiungono l’appoggio rivolto alle imprese esistenti (imprese, società, cooperative, …) e il rafforzamento delle capacità di associazioni e federazioni. Affinché tali obiettivi siano raggiunti, l’AMAPPE realizza dei progetti pensati in maniera specifica per un determinato tipo di destinatario e, spesso, opera in maniera congiunta con alcuni partner, come nel caso del programma “Justice économique” lanciato nel 2012 con l’appoggio di Oxfam rivolto alle donne occupate nel settore della coltivazione dei frutti rossi in Marocco254 o del progetto di miglioramento della situazione socio – economica dei giovani marocchini, inaugurato nel 2013 in partenariato con l’Unione Europea.

L’approccio e l’expertise dell’AMAPPE sono stati ritenuti utili e tali da poter essere applicati anche nell’inserimento socio – economico di stranieri residenti in Marocco. In questo senso, nel 2007 l’associazione ha firmato un partenariato con l’UNHCR per rivolgere i propri servizi non solo ai cittadini marocchini ma anche agli stessi rifugiati presenti nel territorio255 attraverso il programma d’inserimento socio – economico dei rifugiati urbani in Marocco (PISERUMA). Propedeutico all’implementazione di tale progetto è il modus operandi proprio dell’associazione, sviluppato nel corso degli anni attraverso il lavoro svolto con le persone in difficoltà.

Il percorso d’integrazione è inaugurato da alcuni incontri incentrati sulla sensibilizzazione e sull’orientamento del cliente, un’accoglienza che precede la strutturazione del progetto. Per l’avvio di un’AGR si svolgono ulteriori incontri volti a indagare se la persona in questione abbia le capacità e la volontà d’intraprendere un percorso finalizzato all’avvio di un progetto a lungo termine. Per favorire la riuscita e la continuazione del progetto, l’ente prima seleziona in maniera oculata i candidati e, in un secondo momento, svolge un’attività di monitoraggio successiva all’avvio

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Cfr. https://www.amappe.org.ma [27/08/2017].

254

OXFAM, La protection sociale, le début de la dignité! Amélioration des conditions de travail des femmes travailleuses

dans le secteur des fruits rouges au Maroc, Rabat, 2014.

255 Si specifica che ancora oggi l’associazione rivolge la propria offerta di servizi esclusivamente ai rifugiati, in quanto

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dell’attività generatrice di reddito, rimanendo a disposizione per consultazioni e consigli in modo tale che vi sia una gestione consapevole e responsabile. Con la valutazione della capacità personale di gestire un’attività si procede anche all’individuazione di eventuali lacune nello svolgere le mansioni pratiche. In questo caso il candidato viene indirizzato verso uno stage in azienda, dove potrà colmare le mancanze o perfezionare la propria tecnica in maniera tale da avviare il progetto più agilmente. Le AGR appoggiate e finanziate dall’AMAPPE hanno l’obiettivo di essere durevoli nel tempo e sono finalizzate all’indipendenza economica della persona, per questo è prevista anche una formazione manageriale e tecnica, ad esempio le basi della contabilità e le modalità di gestione di un progetto, prima di fornire l’appoggio finanziario necessario all’inaugurazione del progetto. Questo step vede il totale affiancamento dell’operatore dell’associazione al beneficiario, il quale accompagna di persona il portatore del progetto ad acquistare i materiali necessari per l’avvio dello stesso e, se necessario, a cercare un locale in cui avviare l’attività. La ragione che sottende l’operazione di affiancamento è l’evitare l’elargizione di una cospicua somma di denaro nei confronti del beneficiario, il quale potrebbe farne un utilizzo diverso da quello previsto.

Con l’obiettivo di offrire un servizio efficace venne avviato un corso di formazione del personale volto ad accrescere le capacità di comunicazione con una clientela migrante e per far fronte alle vulnerabilità delle persone. Inoltre l’AMAPPE ha iniziato una coordinazione con altri enti, tra i quali l’organizzazione marocchina per i diritti dell’uomo (OMDH) capace di fornire consultazione in materia di diritti, la Fondation Orient Occident che mette a disposizione la propria equipe operante nel settore del sostegno psicologico, e un avvocato che si occupa delle questioni legali. Questo approccio permette di implementare un progetto evitando che fattori esterni, come lo stato di salute e le preoccupazioni legate alla situazione spesso precaria, pregiudichino la riuscita dello stesso.

Dal 2011 l’AMAPPE ha integrato il progetto PISERUMA con un dossier rivolto ai rifugiati non disposti o non interessati alla creazione di attività generatrici di reddito. Si tratta della formazione professionale, offerta che mira a rafforzare le possibilità di essere assunti come lavoratori dipendenti. La formazione viene svolta da enti partner dell’associazione, tra i quali l’OFPPT (ente statale) e Ardes, centro di formazione privato che ho avuto modo di visitare. Il centro si trova a Salé ed è composto da tre piccole sale in cui vengono offerti dei corsi nell’ambito della ristorazione. Nel marzo 2017 i rifugiati che seguivano il corso in questa sede erano 15. Anche la formazione professionale, allo stesso modo del progetto di avvio di un’attività generatrice di reddito, prevede un percorso di monitoraggio da parte dell’AMAPPE. L’ente si accerta della presenza dei rifugiati alle lezioni, fornisce loro, attraverso i finanziamenti dell’UNHCR, il denaro necessario per coprire le

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spese di trasporto e il materiale richiesto, come le tenute da cuoco. Alla fine della formazione sono previsti degli stage in ristoranti o nelle cucine di alcuni hotel della capitale ma, alla luce delle difficoltà incontrate nel rintracciare attività disposte ad assumere degli stagisti, Ardes e AMAPPE cercano di lavorare in maniera congiunta per appoggiare la creazione di cooperative da parte dei giovani formati256. Oltre alle difficoltà incontrate nell’inserimento dei rifugiati formati come apprendisti, anche l’attività di trasferimento verso paesi dell’Unione Europea o in Canada svolta dall’UNHCR impedisce il completamento del percorso previsto dall’associazione, vanificando gli sforzi dell’AMAPPE volti a formare il giovane per integrarlo nel tessuto lavorativo del Marocco.

Si aggiunge che l’AMAPPE oltre ai programmi rivolti da un lato alla creazione di AGR e cooperative, e all’accompagnamento e indirizzamento verso la formazione professionale dall’altro, opera in due ambiti ritenuti rilevanti al fine dell’inserimento socio – economico dei rifugiati. In primo luogo l’associazione offre una formazione volta ad affiancare quella professionale: si tratta dello sviluppo di soft skill legate all’impiegabilità. Sono previste delle attività come il supporto per la stesura del curriculum vitae, il sostegno nella redazione della lettera motivazionale, lo svolgimento di atelier dedicati alle tecniche da attuare al momento del colloquio di lavoro per aumentare le proprie possibilità di essere assunti e, infine, vengono organizzati degli incontri allo scopo di sensibilizzare i rifugiati riguardo aspetti fondamentali del mondo del lavoro, come il salario minimo, l’ammontare massimo di ore lavorative settimanali e i diritti del lavoratore. Accanto all’azione indirizzata ai beneficiari, l’AMAPPE si occupa anche di operare con le imprese. Vengono infatti condotti degli incontri di sensibilizzazione anche con gli imprenditori, per informare riguardo la situazione di un rifugiato e i diritti legati al suo stato amministrativo. L’intento di questa iniziativa è di aumentare il numero d’imprese presso le quali i rifugiati possono avere l’occasione di svolgere un periodo di stage, ma anche, a lungo termine, di predisporre un terreno per eventuali assunzioni al termine del periodo di apprendistato. Alla luce dell’importanza attribuita a questa operazione di sensibilizzazione, vengono condotti degli incontri in cui imprenditori che hanno già nei loro trascorsi lavorativi un’esperienza con i rifugiati, condividono le loro impressioni con coloro i quali sono ancora reticenti. Esistono vari esempi di esperienze positive, tra le quali menzioniamo quella di M., rifugiato della Repubblica Democratica del Congo e stagista, che al termine della formazione è stato assunto come meccanico nell’officina in cui aveva svolto lo stage e qui lavora, senza contratto, da cinque anni. Anche l’impresa tessile presso la quale

256 Gli elementi qui riportati sono emersi dall’incontro con il signor Adil Bina, operatore dell’AMAPPE, e dalla visita al

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tre rifugiate avevano effettuato le loro ore di pratica esprime un giudizio positivo relativo all’esperienza257.

Infine, si aggiunge che è in via di definizione da parte dell’AMAPPE un programma che permetta di sostenere dal punto di vista economico i progetti definiti dai rifugiati. Con l’obiettivo di diversificare l’offerta e di aumentare le possibilità di avviare un’attività generatrice di reddito, l’associazione si sta occupando della valutazione di un finanziamento da rivolgere a questo genere di destinatario. Si è già sollevato il problema legato all’estrema difficoltà per gli stranieri nell’avere accesso a prestiti in Marocco alla luce della mancata presenza di elementi capaci di fungere da garanzia (si veda capitolo 4.2.1). Per far fronte a questa esigenza l’AMAPPE vorrebbe creare un fondo da destinare ai prestiti per i rifugiati, il “fond rotatif”. Si tratterebbe di una somma volta a facilitare l’inaugurazione di un progetto da rimborsare attraverso rate mensili senza la necessità di pagare gli interessi. Non essendo il progetto ancora convalidato e determinato in tutte le sue parti, non è al momento possibile fornirne maggiori dettagli e valutarne il grado di successo.