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Fondation Orient Occident (FOO) e Migrants du Monde

5. Analisi dei programmi implementati nella città di Rabat

5.4. Le iniziative degli attori non governativi

5.4.2. Fondation Orient Occident (FOO) e Migrants du Monde

Analogamente all’Entraide Nationale la fondazione offre un supporto che può essere definito umanitario in quanto copre vari ambiti, quali il supporto psicologico, l’aspetto sanitario, l’inserimento scolastico dei minori e dei bambini nella scuola dell’infanzia interna alla fondazione. Questo approccio completo mira al raggiungimento di una situazione favorevole al fine d’intraprendere il percorso volto all’inserimento economico.

SVILUPPO / POTENZIAMENTO COMPETENZE Accesso ai corsi di lingua Accesso ai corsi di formazione professionale Accesso a seminari su dinamiche e diritti

del mercato del lavoro 2 2.1 2.2 2.3 MEDIAZIONE Orientamento professionale Accompagnamento stesura CV, lettera motiv. e supervisione firma contratto Sostegno nella ricerca di lavoro e firma del contratto

3

3.1

3.2

3.3

SUPPORTO

Verifica del rispetto delle norme e del contratto di lavoro 4 4.1 INCENTIVI Sostegno all’auto- impiego e ai progetti imprenditoriali Promozione dell’assunzione di immigrati 5 5.1 5.2 IDENTIFICAZIONE PROFILO PERSONALE Valutazione competenze possedute Conversione delle qualifiche ottenute nel paese di origine

1

1.2 1.1

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Predisposto il beneficiario all’avvio del percorso d’integrazione economica, si procede con l’orientamento alla formazione professionale, interna alla fondazione o presso i centri specializzati. La decisione relativa al corso da seguire viene presa su consiglio degli operatori della fondazione sulla base del profilo delineato grazie ai precedenti incontri con il beneficiario. Durante il periodo di formazione lo straniero ha la possibilità di rivolgersi alla fondazione per qualsiasi tipo di necessità. Si ricorda che la FOO opera indistintamente con migranti regolarizzati e non, con rifugiati e richiedenti asilo. Si debbono considerare delle differenze fra i servizi a loro destinati: i rifugiati, in quanto seguiti dall’UNHCR, hanno accesso a una maggior somma di denaro in base al partenariato con la FOO. Ciononostante, chiunque frequenti un corso di formazione professionale lo fa nei corsi aperti sia ai cittadini marocchini sia agli stranieri regolarizzati e ai rifugiati. Le classi miste, come si è già notato, favoriscono anche l’inserimento sociale a discapito della stigmatizzazione degli stranieri. Per rafforzare il processo d’integrazione, due volte alla settimana si svolgono le classi di

darija e occasionalmente ci sono incontri di sensibilizzazione relativamente ai diritti dei lavoratori

migranti in Marocco. Un servizio rilevato solamente presso la fondazione è la possibilità di accedere ad un’area dedicata all’utilizzo dei computer, liberamente o prendendo parte ai corsi d’informatica.

Una volta terminata la formazione bisogna dire che la fase d’inserimento al mercato del lavoro è scarsamente supervisionata. Sebbene si è visto che alcuni percorsi di formazione prevedano uno stage presso le aziende e che questa si possa rivelare una buona opportunità per essere in seguito assunti, è necessario notare che ciò è vero solo per una parte degli apprendisti e dunque sarebbe bene prevedere altre forme per far entrare i giovani in contatto con la realtà lavorativa. L’aspetto contrattuale non viene ancora presidiato da alcuna attività di monitoraggio, di conseguenza la procedura di ricerca di un impiego viene svolta esclusivamente dal singolo, con i rischi che ne conseguono.

Durante il periodo di permanenza presso la fondazione319 sono state rilevate delle esperienze formative positive, in particolare nell’ambito della ristorazione, che hanno permesso ai giovani di svolgere stage presso importanti catene di hotel come Ibis hotel e di essere assunti in seguito nelle cucine di Domino’s Pizza, catena americana avente un’attività commerciale a Hay Riadh, la cui via pedonale di negozi e ristoranti si vorrebbe affermare come nuovo centro d’incontro per l’élite di Rabat, e di Villa Mandarine, hotel esclusivo nel quartiere Souissi della capitale320. Nonostante i luoghi presso i quali sono stati trovati degli impieghi nell’ambito della ristorazione siano delle realtà

319 Da febbraio ad aprile 2017.

320 Le informazioni relative agli stage e ai contratti di lavoro sono state gentilmente fornite dall’operatore della Fondazione

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medio – grandi, si specifica che dei 15 minori non accompagnati formati nel corso del 2016 solamente tre in data marzo 2017 avevano trovato un impiego. Questi esempi positivi d’inserimento sarebbero da valutare attentamente considerando anche la tipologia di contratto ottenuto per tali impieghi: verificando se il salario minimo è rispettato, se i lavoratori sono stati inseriti alla CNSS e se il contratto è a tempo indeterminato. Infine, anche in questo caso, come in quello dell’AMAPPE, vengono rilevate le difficoltà nel coniugare l’integrazione dei rifugiati (FOO opera sia con rifugiati, sia con migranti regolarizzati e non) con i programmi di trasferimento dell’UNHCR.

La fondazione è l’organizzazione che si è occupata dell’implementazione del progetto dell’OIM per la “Formation professionnelle et opportunités des moyens de subsistance pour les migrantes régularisées” nella città di Rabat. Il progetto seguiva due dossier, il primo relativo alla sensibilizzazione degli attori governativi e non governativi in collaborazione con GADEM. Questa azione ricopre sicuramente un ruolo importante nel favorire l’integrazione dei migranti, in quanto è necessario lavorare ancora molto sull’aspetto della tolleranza e dell’uguaglianza per contrastare gli episodi di razzismo e per formare relativamente ai diritti dei migranti, dei lavoratori migranti e allo

status di rifugiato. Si ritiene però di dover segnalare che nel corso del 2016 sono stati effettuati

solamente due incontri e che dunque potrebbe essere opportuno pensare di rafforzare questo genere di attività. Il dossier dedicato invece alla formazione delle donne prevedeva lo sviluppo e il consolidamento di soft e life skill attraverso il sostegno psicologico e incontri per aumentare la fiducia in sé stesse e nel proprio progetto, e di hard skill, sviluppate grazie ai corsi di formazione professionale e agli incontri dedicati alla contabilità e alle generalità del mercato del lavoro marocchino. Il programma strutturato dall’OIM ha come obiettivo l’inserimento socio – economico delle donne in Marocco e le 68 incluse nello stesso nella città di Rabat hanno seguito la formazione principalmente negli ambiti di bigiotteria, ristorazione e cucito.

Il tipo di formazione a cui hanno preso parte si concentra principalmente negli ambiti della creazione di bigiotteria (21 persone), della ristorazione (24 persone) e del cucito (23 donne)321. Nel mese di aprile 3 donne avevano trovato un impiego dipendente a seguito della formazione ricevuta. Il progetto, si ricorda, non si occupa della fase contrattuale ma svolge degli incontri postumi alla data di assunzione. Posto che tre di esse hanno avuto la possibilità di trovare un impiego come lavoratrici dipendenti (ulteriori informazioni non sono pervenute), si vuole far notare che i tre ambiti sembrano essere piuttosto ricorrenti nella formazione professionale seguita da tanti altri migranti (donne e uomini) nella città di Rabat. Inoltre, si aggiunge che nel caso della bigiotteria non

321 I numeri qui riportati fanno riferimento alla presentazione preparata dalla Fondation Orient Occident stessa e presentata

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si riescono a cogliere gli sbocchi futuri di tale formazione, se non quella di creare dei pezzi di bigiotteria e cercare di venderli. Si pensa sia un ambito di dubbio valore aggiunto e con esigue possibilità sia di trovare impiego come dipendenti sia di perseguire nel tempo un’attività incentrata su questo genere di articolo. Dei quattro progetti per l’avvio di AGR uno si propone proprio di inaugurare un’attività nel campo della bigiotteria e, forse perché non è stato possibile consultare il

business plan, si rimane fortemente scettici riguardo alla riuscita e al seguito dello stesso.

Nonostante questi progetti non abbiano una lunga esistenza, si può fare una precisazione relativa alle difficoltà incontrate dalle donne portatrici dei progetti nell’identificare un luogo in cui svolgere la propria attività. Nel mese di marzo 2017 i materiali necessari erano già stati acquistati e, sia uno dei due progetti di ristorazione, sia quello di bigiotteria avevano luogo presso la Fondazione stessa, la quale dispone di spazi per lavorare e anche di una cucina. Il fatto che il progetto venisse implementato nella sede della FOO implica che, ad esempio, i pasti preparati dalle donne il cui progetto interessa l’ambito della cucina tradizionale del loro paese di origine vengano offerti internamente alla Fondazione, dove in genere oltre agli impiegati vi sono molti altri migranti. Ci si chiede dunque quali siano le possibilità di sviluppo di questa attività, quando la stessa clientela

target non ha un elevato potere d’acquisto. Soprattutto nel caso dell’estetica, la clientela è

principalmente composta da altre donne migranti e, dunque, avente in generale un budget limitato, che spesso usufruisce della manicure a credito o di un prezzo di favore. Si ricorda che le donne spesso hanno dei figli da nutrire e da mandare a scuola, motivo per cui a volte i fondi elargiti per sostenere l’attività trovano poi un utilizzo differente, così come gli introiti, che non vengono dunque reinvestiti per l’acquisto di nuovo materiale per proseguire con l’attività. Per quanto riguarda l’AGR incentrata sul cucito, al momento dell’inchiesta veniva svolta nell’ambiente domestico, in maniera tale da non dover fronteggiare il pagamento per l’affitto di locali.

I progetti inaugurati erano senza dubbio ancora in uno stato embrionale al momento della presenza sul campo e sarebbe per questo auspicabile procedere con il monitoraggio dell’andamento di queste attività in futuro. Ciononostante si ritiene di poter affermare che per quanto riguarda il percorso di cucito ci potrebbe essere una maggiore coordinazione con una già affermata realtà, anch’essa interna alla fondazione, nel campo della sartoria. Si tratta di quello che è considerato l’esempio di maggior successo d’integrazione socio – economica delle migranti in Marocco, ovvero l’atelier Migrants du Monde. In ogni caso il progetto ha trovato il plauso da parte dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni e l’entusiasmo da parte degli operatori della fondazione, elementi che stanno portando alla contrattazione con l’Organizzazione stessa per

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ricevere altri fondi in maniera tale da proseguire con il progetto e continuare a rafforzare i legami che si sono creati grazie a questa esperienza con altre associazioni operanti nel territorio.

Figura 9: applicazione del modello di valutazione dei programmi d’integrazione economica all’offerta della Fondation

Orient Occident.

Migrants du Monde rappresenta l’incarnazione del potenziale dei corsi di cucito e di sartoria seguiti presso la fondazione. Allo stesso modo si tratta anche della concretizzazione dell’integrazione economica e sociale. È l’esempio concreto del valore che può essere sprigionato da un corso di formazione se si hanno la volontà e la possibilità di perseguire un progetto. In questo caso le donne hanno goduto dell’occasione di effettuare una parte del percorso formativo con una stilista francese, che oltre ad aver rafforzato le competenze sartoriali ha sicuramente messo a disposizione la propria esperienza nell’ambito delle vendite. I capi realizzati iniziarono così ad essere pezzi acquistabili in loco e che a poco a poco vennero pubblicizzati con maggior enfasi, fino a vedere la realizzazione di sfilate, l’apertura di angoli vendita anche all’estero e la possibilità di essere acquistati online. È inutile ricordare che per la buona riuscita del progetto l’impegno e la dedizione delle donne migranti e delle donne marocchine in situazione di vulnerabilità sono stati imprescindibili. Infatti, l’avvio nel 2007 di Migrants du Monde ha portato le donne a intraprendere un percorso lavorativo in cui vi era si la possibilità di avere un reddito, ma per il quale erano richiesti serietà, impegno, costanza e attenzione. La volontà delle beneficiarie da un lato e quella dell’amministrazione, con l’appoggio della FOO, dall’altro, ha condotto alla costruzione di un

atelier che oltre a luogo in cui vengono confezionati abiti con materiali di qualità è anche uno

SVILUPPO / POTENZIAMENTO COMPETENZE Accesso ai corsi di lingua Accesso ai corsi di formazione professionale Accesso a seminari su dinamiche e diritti

del mercato del lavoro 2 2.1 2.2 2.3 MEDIAZIONE Orientamento professionale Accompagnamento stesura CV, lettera motiv. e supervisione firma contratto Sostegno nella ricerca di lavoro e firma del contratto

3

3.1

3.2

3.3

SUPPORTO

Verifica del rispetto delle norme e del contratto di lavoro 4 4.1 INCENTIVI Sostegno all’auto- impiego e ai progetti imprenditoriali

Solo progetto OIM

Promozione dell’assunzione di immigrati 5 5.1 5.2 IDENTIFICAZIONE PROFILO PERSONALE Valutazione competenze possedute Conversione delle qualifiche ottenute nel paese di origine

1

1.2 1.1

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spazio in cui le donne trovano delle amiche e in cui intraprendono un vero e proprio percorso di

empowerment. Le beneficiarie che hanno partecipato fin dai primi anni oggi sono responsabili

dell’atelier, godono dei benefici legati allo status di auto – imprenditrici raggiunto quando MDM è diventata una cooperativa e sono iscritte alla CNSS. Alla luce di ciò si può affermare che l’esperienza di Migrants du Monde è da considerare una “best practice” in quanto oltre a dare seguito ad un corso di cucito è riuscita a sopravvivere nel corso degli anni, assicurando un posto di lavoro per le donne e creando opportunità di crescita professionale. La stabilità data dal percepire mensilmente uno stipendio ha contribuito al conseguimento dell’autonomia economica, obiettivo principale di qualsiasi percorso d’integrazione in questo ambito. Infine, il fatto che l’atelier sia composto da donne migranti e marocchine rappresenta un forte stimolo all’integrazione sociale e apre le porte alla parità di trattamento negli ambiti di accesso al mondo del lavoro, del contratto e dello stipendio percepito. Va però ricordato che ad oggi molte donne migranti che inizialmente avevano partecipato al progetto sono partite lasciando il Marocco e, così facendo, hanno ridotto la partecipazione di migranti in quanto non sono state ancora identificate le sostitute aventi il medesimo savoire – faire.

5.4.3.

Caritas Maroc

L’azione di Caritas è da considerarsi come sostegno umanitario, che mira a soddisfare primariamente i bisogni basilari dei migranti, quali vitto e alloggio, accesso alle cure mediche e scolarizzazione dei bambini. Solo una volta soddisfatte queste esigenze s’intraprende un percorso incentrato sull’integrazione economica che, come emerge dal modello, prevede solo una parte delle azioni rintracciate come essenziali al fine di creare veritiere possibilità d’ingresso nel mondo del lavoro. Caritas vanta un solido dispositivo di accoglienza e di ascolto affiancato dal polo dedicato al sostegno psicologico ed entrambi sono disponibili non solamente per trattare questioni strettamente personali, ma anche per identificare insieme al beneficiario quale percorso intraprendere al fine di facilitare l’ottenimento di un lavoro. Caritas prevede la possibilità di ottenere un sostegno per la creazione di AGR e dunque seguire un programma incentrato sull’auto – impiego. Non si è a conoscenza delle specificità di questo dossier perciò non è possibile entrare nel dettaglio nella disamina dell’azione di Caritas in merito, ma si ricorda che annualmente circa 30 AGR sono avviate e costituiscono un ottimo diversivo al lavoro dipendente, che non sempre trova riscontri positivi nel mercato marocchino.

Per quanto riguarda invece l’accompagnamento destinato all’apprendimento di un lavoro, Caritas conduce una vera e propria azione di mediazione con gli istituti professionali. Va specificato che sia i centri sotto tutela dell’Entraide Nationale (Ardes), sia quelli sotto la tutela della direzione della

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formazione professionale del Ministero dell’educazione nazionale e della formazione nazionale (Cleopatra, la scuola culinaria di AMESIP e Juk Spel) hanno accettato di includere nei loro corsi anche i giovani sprovvisti di documenti amministrativi in quanto direttamente supportati dall’azione di Caritas. Per facilitare questa inclusione l’associazione svolge dei test di posizionamento qualora i giovani non avessero i mezzi per dimostrare e attestare il loro livello di scolarizzazione conseguito nel paese d’origine. Alla fine del corso, l’Entraide Nationale si è resa disponibile a consegnare un diploma ufficiale anche ai ragazzi che non dispongono dell’adeguata documentazione amministrativa, mentre gli altri organismi ritenendo incompleto il loro dossier amministrativo non procedono alla consegna dei diplomi certificati dall’Ministero dell’educazione nazionale. Al fine di superare questo ostacolo Caritas tenta di condurre delle ricerche, a volte con il supporto di altre ONG, per recuperare gli atti mancanti, anche se esistono numerose situazioni per le quali i documenti non possono essere ottenuti. Infine, si puntualizza che dai dati a disposizione, emerge una discrepanza tra le medie annue di persone formate nei centri professionali e quelli reperiti in riferimento all’anno 2016, per i quali si rimanda alla consultazione dell’appendice numero 2. Questo metodo mostra come da un lato la flessibilità delle modalità d’inserimento e dall’altro l’impegno dell’associazione permettano di allargare il pubblico a cui rivolgere i corsi di formazione. Una volta ottenuti il diploma o la qualifica dal centro in cui si è frequentato il corso, il singolo può più facilmente interfacciarsi con il mercato del lavoro. Non si è in possesso di dati relativi al livello di assunzione delle persone in precedenza formate, perciò la capacità di far luce sull’efficacia o meno di questo genere di sostegno rimane limitata. Si riporta comunque un esempio positivo d’integrazione nel mondo del lavoro. Mémé, ragazzo ivoriano di 25 anni, alla fine del periodo di formazione conseguita al centro professionale Cleopatra, ha trovato lavoro presso un salone di parrucchiere. Dopo un anno di impiego ora afferma di essere in attesa di ricevere un contratto di lavoro.

Se l’azione di Caritas è da considerare indispensabile per alcuni migranti al fine di accedere alla formazione professionale, nell’ambito dell’accompagnamento al momento della ricerca di lavoro non sono pervenute iniziative rilevanti. Le fasi di mediazione e di supporto non sono affatto presidiate, così come non viene fornita in maniera sistematica alcuna informazione relativa ai diritti dei lavoratori migranti. Si ritiene che l’assenza dell’associazione in questa fase terminale del processo d’inserimento possa pregiudicare il percorso tutto, riducendo le possibilità del singolo di trovare un lavoro dignitoso nel mercato formale marocchino ed esponendolo ai rischi connessi, come la mancanza di uno stipendio equo e l’assenza di condizioni lavorative favorevoli. Infine, Caritas al momento non prevede alcuna azione di sensibilizzazione sui temi dell’interculturalità e, più precisamente, sullo status di rifugiato e sui diritti dei lavoratori migranti in Marocco rivolta agli

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imprenditori e/o ad un pubblico più ampio. Dal quadro descritto emerge la forte vocazione umanitaria dell’associazione ma per quanto riguarda l’inserimento professionale si ritiene vi siano delle lacune da colmare, rappresentate dai campi di mediazione e supporto ad oggi non presidiati.

Figura 10: applicazione del modello di valutazione dei programmi d’integrazione economica all’offerta di Caritas

Maroc.