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CEFA Il seme della solidarietà

4. Gestione dell’integrazione economica dei migranti in Marocco

4.5. L’integrazione economica promossa da attori non statali

4.5.4. CEFA Il seme della solidarietà

CEFA Il seme della solidarietà è un’organizzazione non governativa nata per iniziativa di un gruppo di cooperative agricole bolognesi che da 40 anni lavora per vincere la fame e la povertà ed è stata riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri, dall’UE e dall’ONU265. CEFA opera in nove paesi del mondo, tra cui anche in Marocco, dove ha una sede proprio nella città di Rabat. Nel regno sono stati avviati diversi progetti relativi a vari ambiti, tra cui l’equità e la partecipazione femminile nel mondo rurale e l’integrazione dopo il rientro volontario di cittadini marocchini. L’organizzazione si occupa anche dell’integrazione di migranti sub sahariani nel territorio marocchino attraverso l’implementazione di un paio di progetti recentemente inaugurati. L’obiettivo di entrambi è il raggiungimento dell’integrazione dei migranti sulla base del rispetto reciproco tra nazionali e stranieri. Per far sì che ciò avvenga, CEFA ha promosso il progetto “Je suis migrant” rivolto sia ai marocchini emigrati in passato che hanno deciso di fare rientro in patria, sia ai migranti sub sahariani, il quale mira all’integrazione in ambito educativo, culturale ed economico. Per evitare il manifestarsi di forme di stigmatizzazione e di xenofobia il progetto, della durata di 36 mesi, prevede l’organizzazione di corsi di formazione rivolti agli operatori delle organizzazioni e degli enti locali sui temi dell’accoglienza, dell’integrazione e dell’inclusione ed esclusione dei giovani vulnerabili. Per creare un ambiente collaborativo saranno promosse attività di teatro e ballo da eseguire in alcune zone del territorio con lo scopo di far incontrare realtà diverse per superare insieme le differenze. Verranno inoltre effettuate delle attività capaci di promuovere l’avvio di start up sociali per giovani marocchini e sub sahariani affinché siano protagonisti del mercato del lavoro. Oltre al coinvolgimento di circa 300 insegnanti ed operatori socio – educativi e

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3.000 studenti, partecipano al progetto 500 migranti di ritorno e 600 migranti sub sahariani266. Il secondo progetto, finanziato dall’Unione Europea e dalla Chiesa Valdese, porta il nome di “Operation al-Wassit”, operazione mediatore della durata di 20 mesi, che coinvolge 1.500 migranti e 40 associazioni locali di marocchini e di migranti con cui CEFA lavora e collabora strettamente per il raggiungimento degli obiettivi preposti. Da un lato l’azione mira a combattere la xenofobia e l’esclusione, cercando di rafforzare il legame tra marocchini e sub sahariani soprattutto nei quartieri misti grazie al sostegno delle realtà locali, attraverso la formazione degli operatori e campagne di sensibilizzazione rivolte alla popolazione. Dall’altro si vogliono migliorare le condizioni di vita dei migranti presenti nel paese, soprattutto per quanto riguarda l’accesso all’educazione, alle cure mediche, ad un alloggio e un lavoro dignitosi. Al fine di raggiungere questi obiettivi, inizialmente è stato sottoposto un questionario ad un campione significativo di persone residenti in più di una città del paese, tra cui Rabat. Il questionario si concentra su cinque macro elementi, quali l’accesso alla mobilità, all’educazione e formazione, all’impiego, alle cure mediche e all’alloggio (si veda appendice 3). È da considerarsi di particolare interesse in quanto offre una fotografia recente (è stato sottoposto nei mesi di settembre e ottobre dell’anno 2016) della situazione dei migranti in Marocco divisa per zone e include anche l’aspetto lavorativo. È stato condotto per comprendere i problemi di maggiore rilevanza incontrati dagli stranieri per poter in seguito indirizzare delle azioni mirate. Per quanto riguarda la zona Rabat – Salé – Casablanca, si può affermare che, da quanto emerso, in quest’area i migranti hanno delle opportunità di poco migliori rispetto a ciò che si assiste in altre zone del paese (l’inchiesta riguardava anche la regione di Tangeri e di Nador – Oujda). Probabilmente ciò è legato al fatto che a Rabat si trovano più centri operanti nell’ambito dell’accoglienza, e anche alla tipologia dei beneficiari: in questa regione il campione era composto da un maggior numero di studenti e più persone si sono dichiarate motivate a rimanere in Marocco. Quasi il 50% degli intervistati nell’area della capitale ha cercato un lavoro, sebbene un terzo di essi sia ancora in situazione irregolare. 12 persone su 64 al momento dell’intervista avevano un lavoro, e cinque di questi non sono in possesso di uno status amministrativo regolare in Marocco. Delle persone attive, 9 esprimono il desiderio di rimanere nel paese e quattro hanno un lavoro che corrisponde alla preparazione acquisita. Solo due persone su 12 hanno un contratto di lavoro e sono iscritte alla CNSS. Anche il salario medio percepito sembra essere relativamente più alto se confrontato con le dichiarazioni dei campioni delle altre due regioni considerate. Si aggiunge che le persone aventi un impiego dichiarano, per la maggior parte, di non aver effettuato alcun colloquio di lavoro, elemento che fa trasparire anche la tipologia di lavoro a cui hanno avuto accesso i

266 Cfr. http://www.cefaonlus.it/dove-siamo/je-suis-migrant-integrazione-tra-i-migranti-di-ritorno-e-i-migranti-subsahariani-

migranti. Per quanto riguarda i corsi di formazione professionale, si può rilevare che il campione ha partecipato principalmente alla formazione in due ambiti: creazione di gioielli di bigiotteria, estetista e parrucchiera. Solo alcuni hanno partecipato a

tele comunicazione. Infine, per quanto riguarda la conoscenza del codice di lavoro e dei diritti dei lavoratori migranti, quasi la totalità delle persone dichiara di non conoscere il codice del lavoro (60 persone sul campione di 64) nonostante alcune di esse lavorino o abbiano già lavorato in passato (20 su 64 affermano di aver avuto un lavoro, di questi solo 3 in linea con la qualificazione)

Grafico 7: situazione lavorativa del campione al momento dell'intervista

Sebbene CEFA al momento non stia implementando alcun programma specifico nella promozione e facilitazione dell’inserimento economico dei migranti, si sono considerati alcuni fattori che hanno portato all’inclusione

questionario sottoposto, seppur a un campione non estremamente esteso, risulta essere uno dei lavori più recenti disponibili, ed è quindi utile in questa sede per avere un riscontro sull’effetto di taluni programmi analizzati267. Si è considerato anche lo scopo dell’azione condotta da CEFA, ovvero individuare problematiche legate anche al campo lavorativo per poter supportare le associazioni locali a migliorare l’offerta e per poter proporre agli organismi

settore dell’integrazione economica di collaborare in modo tale da rendere produttivi i programmi ad oggi presenti. Un’azione a lungo termine dunque, che mira ad avere di fatto degli impatti su quella che ad oggi è l’offerta per l

267 Si veda il capitolo seguente per l’analisi dell’impatto avuto dai programmi implementati enunciati in riferimento alla

capitale.

migranti. Per quanto riguarda i corsi di formazione professionale, si può rilevare che il campione ha partecipato principalmente alla formazione in due ambiti: creazione di gioielli di bigiotteria, estetista e parrucchiera. Solo alcuni hanno partecipato ai corsi di informatica e uno al seminario di tele comunicazione. Infine, per quanto riguarda la conoscenza del codice di lavoro e dei diritti dei lavoratori migranti, quasi la totalità delle persone dichiara di non conoscere il codice del lavoro (60 e sul campione di 64) nonostante alcune di esse lavorino o abbiano già lavorato in passato (20 su 64 affermano di aver avuto un lavoro, di questi solo 3 in linea con la qualificazione)

ne al momento dell'intervista.

Sebbene CEFA al momento non stia implementando alcun programma specifico nella promozione e facilitazione dell’inserimento economico dei migranti, si sono considerati alcuni fattori che hanno portato all’inclusione dell’associazione in questo lavoro. In primo luogo il questionario sottoposto, seppur a un campione non estremamente esteso, risulta essere uno dei lavori più recenti disponibili, ed è quindi utile in questa sede per avere un riscontro sull’effetto di . Si è considerato anche lo scopo dell’azione condotta da CEFA, ovvero individuare problematiche legate anche al campo lavorativo per poter supportare le associazioni locali a migliorare l’offerta e per poter proporre agli organismi attualmente operanti nel settore dell’integrazione economica di collaborare in modo tale da rendere produttivi i programmi ad oggi presenti. Un’azione a lungo termine dunque, che mira ad avere di fatto degli impatti su quella che ad oggi è l’offerta per l’integrazione economica degli stranieri in Marocco. Infine,

Si veda il capitolo seguente per l’analisi dell’impatto avuto dai programmi implementati enunciati in riferimento alla Campione Rabat -

Casablanca - Salé

64 persone (100%)

Chi ha cercato lavoro

34 persone (53%)

Chi lavora attualmente

12 persone (19%)

Impiego in linea con qualifica

4 persone (6%)

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migranti. Per quanto riguarda i corsi di formazione professionale, si può rilevare che il campione ha partecipato principalmente alla formazione in due ambiti: creazione di gioielli di bigiotteria, i corsi di informatica e uno al seminario di tele comunicazione. Infine, per quanto riguarda la conoscenza del codice di lavoro e dei diritti dei lavoratori migranti, quasi la totalità delle persone dichiara di non conoscere il codice del lavoro (60 e sul campione di 64) nonostante alcune di esse lavorino o abbiano già lavorato in passato (20 su 64 affermano di aver avuto un lavoro, di questi solo 3 in linea con la qualificazione).

Sebbene CEFA al momento non stia implementando alcun programma specifico nella promozione e facilitazione dell’inserimento economico dei migranti, si sono considerati alcuni dell’associazione in questo lavoro. In primo luogo il questionario sottoposto, seppur a un campione non estremamente esteso, risulta essere uno dei lavori più recenti disponibili, ed è quindi utile in questa sede per avere un riscontro sull’effetto di . Si è considerato anche lo scopo dell’azione condotta da CEFA, ovvero individuare problematiche legate anche al campo lavorativo per poter supportare le attualmente operanti nel settore dell’integrazione economica di collaborare in modo tale da rendere produttivi i programmi ad oggi presenti. Un’azione a lungo termine dunque, che mira ad avere di fatto degli impatti su ’integrazione economica degli stranieri in Marocco. Infine,

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l’aspetto di sensibilizzazione rivolto alle scuole e agli operatori, così come la possibilità di migliorare la situazione in ambito degli alloggi (seguendo lo stesso percorso previsto per l’accesso al mercato del mondo del lavoro, ovvero individuazione degli ostacoli, processo di problem solving e implementazione di quanto individuato con il sostegno delle associazioni locali) sono due temi identificati nel presente lavoro come elementi che esulano da ciò che si intende per integrazione economica ma che, come si è detto nel capitolo 3, giocano un ruolo anche nel campo lavorativo, in quanto influenzano le capacità del singolo di cercare e di mantenere un impiego.