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Entraide Nationale

4. Gestione dell’integrazione economica dei migranti in Marocco

4.4. Entraide Nationale

L’Entraide Nationale è nata nel 1957 come istituzione privata a carattere sociale sulla base del

dahir n. 1 – 57 – 099 e nel 1972 è divenuta un’istituzione pubblica dotata di personalità civile e

autonomia finanziaria, status che ha conservato fino ad oggi. L’Entraide Nationale opera attualmente sotto la tutela del Ministero della solidarietà, della donna, della famiglia e dello sviluppo sociale (MSFFDS) ed è presente a livello nazionale con 82 delegazioni e con più di 4.000

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istituzioni disseminate nel territorio marocchino249. La forte diramazione dell’organismo permette di essere molto vicina ai destinatari delle azioni implementate attraverso un approccio incentrato sulla prossimità. La strategia dell’Entraide Nationale si basa sull’obiettivo di apportare aiuto e assistenza alla popolazione cosiddetta “démunie” e avere un ruolo attivo nella promozione sociale e familiare. La popolazione target dell’istituzione è definita su quattro categorie: minori in situazione di difficoltà, donne in situazione di vulnerabilità, persone portatrici di handicap e persone anziane. Il modus operandi dell’Entraide si basa sull’eseguire quanto previsto dalle politiche governative a cui si affianca la possibilità di agire senza la necessità di avere l’autorizzazione del governo in virtù del fatto che le situazioni di vulnerabilità e di difficoltà non possono essere legate alle tempistiche burocratiche e istituzionali ma necessitano di un’azione concreta e repentina.

Nel giugno 2014, a seguito della definizione della Strategia nazionale d’immigrazione e di asilo da parte del Ministero incaricato dei marocchini residenti all’estero e degli affari della migrazione (MCMREAM), per far sì che le azioni individuate fossero effettivamente implementate sul piano pratico, lo stesso Ministero ha avviato un processo volto alla collaborazione con enti esterni e operanti sul campo attraverso la firma di svariate convenzioni. In questo caso è stato firmato un partenariato tra il MCMREAM e il MSFFDS che ha, di conseguenza, riguardato anche l’Entraide Nationale. Dalla stipula di questa convenzione l’istituzione ha iniziato a destinare il proprio

expertise anche alla popolazione migrante. Si tratta di una popolazione vulnerabile e per questo

rientra nei parametri dei beneficiari dell’Entraide e, allo stesso tempo, ha degli elementi affini alle altre quattro categorie in situazione di vulnerabilità da sempre focus dell’EN. In questo senso l’offerta di servizi e di supporto indirizzata agli immigrati è esattamente corrispondente all’offerta prevista per i cittadini marocchini. Per fare questo l’Entraide ha aperto tutti i suoi centri e ha messo a disposizione tutte le sue iniziative anche alla popolazione straniera interessata dalla convenzione intra – ministeriale. Questo è stato un grande cambiamento, in quanto in precedenza i dispositivi erano “ermeticamente chiusi”, per utilizzare le parole del Sig. Mohammed Kettani250, alle persone non aventi la cittadinanza marocchina.

Fa parte di quest’apertura il programma dedicato all’inserzione economica, che passa attraverso i centri di formazione professionale o qualificante (con rispettivo rilascio di diploma e di certificato di qualificazione) al fine di acquisire le competenze legate ad un mestiere e per poter, in seguito, trovare più facilmente un impiego. Il secondo ambito che vede l’intervento dell’Entraide Nationale è l’assistenza sociale o “aide ponctuelle”, missione che comprende la distribuzione di pasti caldi, di

249 Cfr. https://www.entraide.ma/ar-ar/ [01/09/2017].

250 Incontrato il 23 marzo 2017, il Sig. Mohammed Hakam Kettani è il responsabile del dossier migrazione della divisione di

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vestiti, di kit per l’igiene personale affiancati ad un’azione mirata a informare e ad assistere. Questo genere di supporto è pensato per far fronte alle difficili condizioni di vita in cui spesso vivono i migranti e, dunque, è un aiuto affinché la loro permanenza in Marocco sia più dignitosa, ed è incoraggiato da diverse associazioni, quali GADEM, Caritas e AMAPPE. Un problema emerso dall’incontro con il Sig. Mohammed Kettani riguarda la necessità di disporre di ciò di cui vivere. Infatti se viene provvisto un aiuto con la distribuzione di pasti caldi, non bisogna dimenticare che gli immigrati hanno un affitto mensile da pagare e, di conseguenza hanno un’impellente necessità di denaro. L’assenza di un’entrata fissa oltre a compromettere lo stato di salute e di serenità menale degli immigranti a causa dello stress, dell’ansia e delle preoccupazioni derivanti da questa situazione, influisce anche sull’assiduità delle persone alle lezioni di formazione professionale. Per far fronte a questa esigenza l’Entraide Nationale si appoggia alla Caritas, che riesce a fornire sia dei posti letto sia delle quote mensili di denaro per fronteggiare le spese, tra cui quelle di trasporto per raggiungere i centri in cui si svolgono i corsi. Un ulteriore elemento considerato dall’istituzione allo scopo di facilitare la partecipazione dei beneficiari ai corsi di formazione è la cura della prole delle donne desiderose di partecipare ai programmi. Per permettere loro di seguire i corsi senza doversi preoccupare a chi lasciare i propri figli o senza doverli costringere a rimanere per ore in classe, l’Entraide dà la possibilità di lasciarli presso le scuole d’infanzia aperte sia ai figli di cittadini marocchini sia ai figli di migranti: in questo ambito l’Entraide Nationale è il solo dispositivo pubblico a offrire un’assistenza pre – scolastica gratuita.

La “coabitazione” si vede anche nell’ambito della formazione professionale, che viene seguita nei centri presenti nel territorio nazionale grazie a delle convenzioni stipulate tra l’Entraide Nationale e i diversi centri. Secondo gli ultimi dati pubblicati, nel 2013 l’Entraide gestiva più dell’88% dei centri di formazione, la parte rimanente era divisa in maniera equilibrata tra co – gestione, gestione da parte di altre associazioni o altro251. La formazione può prevedere il rilascio del diploma e ha una durata di uno o due anni, o il rilascio di una qualifica, e può andare dai 6 mesi ai due anni. La formazione interessa più di 60 diversi mestieri, nei tre principali settori di artigianato, servizi e produzione e avviene negli oltre 7.500 centri presenti a livello nazionale. Nella regione di Rabat sono presenti sei centri, e proprio nella capitale è situato il centro di Akkari, un centro di formazione per apprendistato (CFA), che prevede circa il 20% di formazione teorica e l’80% di formazione pratica che si svolge in un’azienda individuata dal centro stesso. Questo tipo di formazione è quella che sembra adattarsi al meglio anche alle esigenze dei migranti, in quanto entrano direttamente a contatto con il mondo del lavoro, elemento che favorisce una successiva

251 Service des indicateurs et des statistiques, L’Entraide Nationale en chiffres, Annuaire statistique 2013, Rabat, 2013, p.

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assunzione, come comprovato dai dati forniti dall’Entraide. Annualmente l’Entraide Nationale conta circa 6.000 apprendisti a livello nazionale, l’85% dei quali è di solito assunto alla fine del periodo di stage. Il percorso seguito dalla persona inserita nei corsi è monitorato da incontri mensili che avvengono tra gli operatori dell’Entraide e del centro, a cui si affiancano quelli con il beneficiario al quale è richiesta un’autovalutazione di quanto ha appreso, fino ad un mese prima dell’esame finale. Se durante il periodo di apprendistato le persone firmano un contratto dove sono specificati i diritti, i doveri e tutte le generalità di entrambe le parti ed è prevista un’assicurazione sanitaria, l’Entraide Nationale non interviene nel procedimento di assunzione, in quanto si considera la persona non più in situazione di vulnerabilità alla luce della formazione conseguita e, dunque, il percorso di accompagnamento si considera anch’esso terminato. Di conseguenza la manodopera formata grazie ai corsi di formazione diplomante, qualificante e di apprendistato può essere non assunta o assunta in maniera regolare o in maniera irregolare, senza l’intervento appunto dell’Entraide, che secondo l’approccio adottato considera il proprio ruolo estinto al momento del superamento dell’esame finale.

Di solito alla formazione professionale si accompagnano dei corsi di darija, per facilitare l’interazione con il datore di lavoro e con i colleghi. In alcuni casi vengono svolti in classi destinate agli stessi marocchini in procinto di apprendere l’arabo, generando così delle lezioni dinamiche capaci di creare delle interessanti sinergie tra nazionali e stranieri. Si aggiunge che per la scelta della formazione da seguire gli stranieri, così come i marocchini, partecipano a degli incontri con gli operatori dell’Entraide. In questa occasione vengono fornite informazioni precise sui corsi disponibili nella città in cui la persona vive e anche sulla richiesta in un determinato luogo di una precisa mansione piuttosto che un’altra.

Si ricorda che l’Entraide Nationale è l’unico dispositivo statale che destina i propri servizi a tutta la popolazione migrante, vale a dire agli immigrati regolarizzati grazie alla campagna straordinaria del 2014, agli studenti e ai lavoratori stranieri regolari qualora si trovassero in situazione di bisogno, ai richiedenti asilo, ai rifugiati e, soprattutto, ai migranti irregolari, destinatario non contemplato nella pianificazione della Strategia Nazionale. Ciò è possibile alla luce dell’indipendenza dell’ente e dell’approccio adottato, che vede il bisogno dell’essere umano come unico elemento a cui far fronte, qualsiasi sia la sua nazionalità e qualsiasi sia lo status amministrativo della persona, regolare, irregolare o in attesa di protezione. Attualmente, per raggiungere la popolazione migrante l’Entraide si appoggia all’informazione diffusa da enti esterni. Si tratta di Medici senza frontiere, operante nelle regioni di Rabat e Oujda, con la quale vengono svolte anche in maniera congiunta degli incontri volti all’accoglienza del migrante e alla sensibilizzazione sui servizi offerti

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dall’Entraide; della collaborazione con Caritas, la quale si fa carico dal punto di vista finanziario e dell’alloggio alcuni migranti, indirizzandoli poi verso l’Entraide Nationale; e della convenzione sottostante il rapporto con AMAPPE e l’UNHCR per offrire i servizi previsti anche ai rifugiati. In corso di definizione è un dispositivo interno all’Entraide volto all’informazione relativa alle prestazioni offerte, da rivolgere in modo particolare ai migranti. Per rafforzare questa azione e per raggiungere in maniera soddisfacente l’obiettivo, l’Entraide sta cercando di firmare delle convenzioni con alcune associazioni di migranti, in modo tale da rendere più semplice l’apporto di aiuto e sostegno alla popolazione straniera in situazioni di vulnerabilità. Questo partenariato dovrebbe prevedere, in questo senso, un’azione d’indirizzamento verso l’Entraide dei potenziali beneficiari da parte delle associazioni di migranti, le quali fungerebbero anche da “garante”. Spesso gli obiettivi di enti statali e di associazioni marocchine sono difficili da raggiungere proprio per questa distanza, risultato di un scetticismo e di una mancata fiducia nei confronti dei dispositivi. Le associazioni di stranieri risultano dunque avere un ruolo chiave nel processo iniziale, che prevede il contatto tra l’associazione o l’ente e il beneficiario. Questa distanza, in genere, è tanto più grande quando si tratta di attori statali, in virtù della diffidenza che gli stranieri hanno alla luce dell’approccio repressivo adottato negli anni antecedenti il 2014 (soprattutto nei confronti degli irregolari, pubblico con cui lavora invece l’Entraide), che ha continuato a serpeggiare durante tutto il 2015 celato da una posizione ufficiale del paese di apertura e tolleranza252.

Degni di menzione sono altri due elementi che, se perseguiti in maniera decisiva, potrebbero apportare dei benefici alla popolazione migrante. Il primo deriva dal riconoscimento a livello Ministeriale del lavoro di fondamentale importanza svolto dall’Entraide Nationale sul piano dell’assistenza sociale. Sebbene i risultati di quest’azione siano difficilmente misurabili proprio in virtù del loro carattere sociale, il Ministero ha incoraggiato l’ente a focalizzarsi e a rafforzare la propria offerta, affinché adempia massicciamente all’obiettivo attraverso l’implementazione di un nuovo dispositivo, il CAS. I centri di assistenza sociale dovrebbero fungere da centri di prima accoglienza per i migranti, capaci di offrire un’accoglienza appunto e servizi di ascolto in cui siano presenti anche degli operatori sociali e degli psicologi. Una volta terminata questa prima fase, i CAS dovrebbero essere capaci di orientare in maniera precisa i migranti su tutti gli ambiti: legale, medico, ma anche relativamente ai dispositivi di inserimento socio – professionale interni ed esterni all’Entraide. Alla data dell’incontro svolto con il Sig. Mohammed Kettani, su 146 centri solo 20 erano già operativi in questo senso.

252 Cfr. intra pp. 54.

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Sempre in corso di definizione è il progetto, portato avanti assieme alla delegazione tedesca GIZ sotto la guida dell’ANAPEC, volto al riconoscimento delle esperienze pregresse e delle competenze possedute dai migranti una volta giunti in Marocco. Come si è visto, a livello ufficiale non vi sono dei dispositivi efficaci di conversione delle qualifiche o di riconoscimento delle stesse, se non per i cittadini dei paesi aventi convenzioni bilaterali con il Marocco in materia. Ciò determina una grossa perdita sia per i migranti, che si trovano a svolgere lavori non all’altezza delle loro qualifiche, sia per il Marocco, che deve destinare a tutti indistintamente dei corsi di formazione in maniera tale che i migranti dispongano di una qualifica o di un diploma riconosciuto all’interno del regno. Sebbene l’azione dell’Entraide Nationale, dell’ANAPEC e di GIZ non si possa sostituire a quella strettamente statale, è stata pensata una modalità che permetterebbe di fornire il riconoscimento delle competenze nell’ambito dei lavori aventi qualifica professionale, sartoria, pasticceria e meccanica ad esempio. Il riconoscimento delle capacità delle persone avverrebbe attraverso un incontro che vede coinvolti il beneficiario, al quale viene richiesto di svolgere una determinata mansione per dar prova di quanto affermato, delle persone qualificate che svolgono lo stesso mestiere capaci di valutare l’operato dello straniero e, in caso, degli operatori dell’Entraide che attestino il corretto svolgimento della verifica. Il superamento di questo “test” prevede il rilascio di un’attestazione che dovrebbe essere riconosciuta a livello nazionale. Il progetto, secondo quanto rilevato durante l’incontro, dovrebbe essere in via di finalizzazione e dunque, la speranza è quella di rendere attivo il dispositivo per l’inizio del 2018, inchallah.