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Lasciata l’UNESCO nel 1993, Ettore Gelpi diventa coordinatore del programma di Educazione degli Adulti del Consiglio d’Europa a Strasburgo, nel 1994, dove, tra le sue prime attività, organizza uno dei seminari per esperti di educazione degli adulti, sul tema “Partecipazione e Sviluppo” (1994-1995). I temi del seminario sono raccolti e ampiamente discussi nel testo “Educations des adultes. Inclusion et exclusion”80, pubblicato poi nel 1997: - impiego, lavoro, cittadinanza nel futuro dell’educazione, in generale, e della formazione permanente e degli adulti;

- partecipazione e partenariato attivo e responsabile;

- un nuovo concetto di sviluppo per la comunità in una democrazia in divenire;

- pluralismo culturale, minoranze ed emigrazione: come apprendere a vivere con le diversità. Dal 1995 al 1997 lavora come esperto in politiche educative dell’Unione Europea per un programma di cooperazione della Federazione Russa. Inizia contemporaneamente un’intensa attività come professore invitato in numerosissime università, fra le quali l’Università di Louvain (1992), l’Università di Firenze (1992 e 1998), l’Università Autonoma di Barcellona (1994 e 1995), l’Università di Paraiba a João Pessoa, Brasile, (1997), l’Università di Milano (2001), l’Università di Nantes (2000 e 2001), l’Università Ramon Llull, Barcellona (1996), Università Autonoma di Lisbona (1996), l’Università di Lodz, Polonia (1995 e 1996),

Testo originale: Imaginer l’éducation du futur signifie qu’il faut prendre en considération les relations nord-sud,

la division internationale du travail, l’explosion de la communication, souvent unidirectionnelle, au niveau planétaire. C’est une invitation aux éducateurs à réfléchir sur le futur, mais surtout dans le réel des contradictions économiques, sociales et politiques qui existent aujourd’hui.

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Gelpi E., Lifelong education and international relations, Croom Helm, Londra, 1985.

77 Gelpi E., Lifelong education: issues and trends, in Encyclopedia of Education, Oxford, Pergamon Press, 1985,

volume 5, pp. 3074-3078.

78

Gelpi E., Educacion permanente: problemas laborales y perspectivas educativas, Editor popular, Madrid, 1990.

79 Gelpi E., Complessità umana: ricerca e formazione, op. cit.

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l’Università Federale di Rio de Janeiro (1993).

Instancabile è la sua attività di conferenziere sui temi dell’educazione, del lavoro e della cultura, i suoi interventi sono numerosissimi e la sua presenza è richiesta da una parta all’altra del globo, dal Canada al Messico, dalla Polonia al Brasile81.

Degno di rilievo è anche il suo ruolo di conferenziere, dal 1998 al 2001, presso il Meeting Antirazzista di Cecina, un evento organizzato annualmente dall’ARCI (Associazione Ricreativa e Culturale Italiana) in collaborazione con tanti soggetti del pubblico e del privato sociale che costituisce uno dei principali appuntamenti internazionali sui temi dell’immigrazione, della diversità e della paura con cui questa viene recepita, delle strategie per combattere ogni forma di razzismo.

Nell’anno accademico 2000-2001 lavora al progetto di Campus Numérique dell’Università di Nantes. Nel 2001 svolge una missione come esperto UNESCO presso l’Istituto di Educazione Permanente dello Stato di Guanajuato (Messico) e dirige un seminario di formazione del CRESM (Centro di Ricerca Economica e Sociale per il Mezzogiorno) a Gibellina (TP).

Dal 2000 è esperto internazionale presso il Campus Codes (Campus ouvert 2000, “droit, ethique et societé”) dell’Università di Nantes.

È membro di “Commissione giovani”, presidente di “Lingue internazionale de l’Enseignement et de la culture populaire” (1989-1997), vicepresidente del Comité de Sociologie de l’Education de l’Association Internationale de Sociologie, socio dell’“Adult Education Association of the U.S.A.”, del “Cercle Condorcet”, dell’“Intenational Political Sciences Association” e di “Peuple et Culture”, collaborando alle attività educative di diverse istituzioni e associazioni italiane ed estere. Nel 1997 viene eletto alla presidenza della Federazione Internazionale dei CEMEA (Fi CEMEA), da tempo membro del Consiglio Scientifico della Fondazione ECAP-CGIL, Zurigo, dal 1995 ne è presidente. È inoltre vicepresidente della International Society for Universalism, Varsavia (dal 1993), membro del consiglio scientifico del III Congreso de las Ciudades Educadoras (1993-1994) di Bologna, presidente dell’AFEC (Association Francophone d’Education Comparée) dal 1985 al 1988. Dal 1997 (data che potrebbe essere inesatta) è membro del comitato scientifico del CEDIME (Centre de Documentation et d’Information sur les Minorités en Europe). È inoltre presidente

81 Per completezza, si fornisce un elenco piuttosto esauriente delle sedi presso cui Ettore Gelpi porta il suo

contributo: École Nationale Polytechnique de Mexico; Wayne State University, Detroit; Université Autonome de Barcelone; Università di Siviglia; Università di Cordoba; Università di Rennes II; Università di Nantes; Università di Granada; Università di Firenze; Estudis Universitans de Vic; Università di Bordeaux II; Università di Brest; Università delle Isole Baleari; Università di Lodz: Università Federale di Rio de Janeiro; Università di Saragosse; Università del Sud-Est di Oaxaca; Università Ibéro-Américana, Léon; Università de la Salle, Léon; Università della Tecnologia, Léon; Università di Catania; Università di Wloclawku; Universitàndi Opole; Akademii Bydgoskiej; Akademia Swietokrzyska de Piotrkowie Trybunalskim.

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della International Ligue of Education e fa parte dell’associazione educativa AIDEIA (Associazione Italiana di Educazione degli Adulti), nata nel 1983 con il sostegno, tra gli altri, di Filippo Maria de Sanctis e Lamberto Borghi.

Ettore Gelpi coopera instancabilmente e volenterosamente sul tema della formazione sindacale, della formazione dei lavoratori e delle lavoratrici migranti con 3 organizzazioni sindacali: ECAP-CGIL (Italia-Svizzera), Commission Ouvrières (Francia) e UGT (Spagna).

«Parecchi anni di attività mi hanno consentito di valutare lo straordinario potenziale rappresentato dall’educazione degli adulti e dei lavoratori stessi attraverso i loro stessi movimenti e all’interno di essi. Ho sempre insistito sul necessario collegamento dei contenuti della formazione sindacale e professionale dei lavoratori e sulla necessità di introdurre in questa formazione il massimo delle informazioni scientifiche e tecnologiche (e dunque di associare strettamente i ricercatori scientifici a questa formazione). […] L’incontro con i sindacalisti mi ha arricchito perché portano con sé la ricchezza della lotta, il gusto per una vita sempre a rischio e una passione, spesso senza retorica, per gli uomini e le donne per le quali lavorano»82.

«Da parte mia mi batto per il rispetto delle culture dei lavoratori immigrati e, al tempo stesso, per facilitare la loro comunicazione e quella dei loro figli con la cultura delle città con le quali vivono. Si deve insistere sulla relazione dialettica che si sviluppa tra la cultura d’origine e quella del paese ospite, così come sull’importanza dei movimenti dei lavoratori immigrati di darsi degli strumenti opportuni nella preparazione del materiale educativo e culturale di cui hanno bisogno»83.

A Ettore Gelpi viene attribuito il primo premio Ishida-Baygan della città di Kameoka (Giappone), il 17 febbraio 2002, per il suo contributo allo sviluppo dell’educazione permanente nel mondo. Ettore Gelpi viene selezionato nella categoria “persone” per il suo impegno, da una parte, come esperto dell’UNESCO e successore di Paul Lengrand e, dall’altra, come specialista molto attivo in Giappone dove, dopo la pensione, dirige una serie di seminari che influenzano molto l’evoluzione delle pratiche educative.

Ettore Gelpi, da tempo fiaccato da una grave malattia, muore a Parigi il 22 marzo 2002. Le sue ceneri vengono disperse in mare.

Gli ultimi testi pubblicati da Ettore Gelpi sono, forse, quelli più diffusi perché testimoniano la complessità e l’evoluzione del suo pensiero. Del 1995 è “Savoir et redécouvrir”84, testo che fa parte della collana “Questions d’éducation” promossa dal DESS COGEF (Conduit et gestion de projet en établissement et organisme de la formation) e che tratta le tematiche dell’identità culturale in relazione ai conflitti e dell’educazione permanente come principio educativo rivoluzionario.

Nel 2000 viene pubblicata una delle opere più diffuse: “Il lavoro: utopia al quotidiano”85, scritto in castigliano e successivamente tradotto in italiano, citato all’inizio del capitolo.

82

Gelpi E., Complessità umana: ricerca e formazione, op. cit., pp. 21-22.

83

Ivi, p. 22.

84 Gelpi E., Savoir et redécouvrir, op. cit.

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Partendo da un’analisi critica del modello economico liberista che, basando il proprio programma esclusivamente sulle quattro “i” (impresa, informatica, internet, inglese), produce sempre più povertà e disoccupazione in tutto il mondo, Ettore Gelpi propone la sua “utopia al quotidiano”, cioè una realtà economica e sociale basata sull’equilibrio tra le diverse dimensioni dello sviluppo umano (sociale, personale e naturale) e sulla concreta possibilità per ciascuno (giovane, adulto o anziano) di trovare la propria personale realizzazione. In questa lotta alla povertà e alla disoccupazione è fondamentale la definizione di strategie sia a livello nazionale ed internazionale, sia a livello locale. Un ruolo importante lo ricoprono anche le università e i sindacati che sono luoghi di possibile elaborazione di politiche di formazione e di lavoro alternative al modello liberista. Altre componenti fondamentali di questa “rivoluzione” sono la valorizzazione delle diversità, la trasmissione di saperi non finalizzati esclusivamente alla produzione e al mercato ma anche alla gioia e al piacere personali.

L’ultima grande opera di Ettore Gelpi è “Futur du travail”86, pubblicato a Parigi nel 2001e poi tradotto in moltissime lingue, tra cui in italiano con il titolo “Lavoro futuro. La formazione come progetto politico”87. Come sostiene Bruno Schettini nella presentazione alla pubblicazione italiana, questo testo può essere letto come un testamento pedagogico e politico di Ettore Gelpi in cui sono raccolte, anche se brevemente, tutti gli aspetti salienti della sua riflessione88. Partendo dall’analisi della situazione lavorativa a livello mondiale, si fanno ipotesi sul futuro del lavoro e si evidenzia come la resistenza, l’azione culturale, l’innovazione sociale siano le strategie più idonee a ridare senso al tempo del lavoro e a quello del non- lavoro.

86

Gelpi E., Futur du travail, L’Harmattan, Paris, 2001.

87

Gelpi E., Lavoro futuro. La formazione come progetto politico, Guerini, Milano, 2002.

88 Cfr. Schettini B., Presentazione. Lavoro, cultura, educazione. Ettore Gelpi: una vita come una lezione magistrale, in Gelpi E., Lavoro futuro, op. cit., pp. 11-31.

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CAPITOLO 2

BATTERSI PER LE PROPRIE IDEE È FORMATIVO: LE “LOTTE

EDUCATIVE” DI ETTORE GELPI

Leitmotiv

un dito è un dito un naso è un naso un pugno è una carezza un uomo è un carro armato il motore i suoi piedi il cuore il suo lanciafiamme89.

Dopo aver delineato, nel primo capitolo, le fasi principali della vita di Ettore Gelpi e i suoi scritti più importanti, si vogliono ora approfondire alcune delle sue esperienze principali. Il titolo del capitolo fa riferimento ad alcuni termini utilizzati da Brunella Eruli durante il suo intervento alla Conferenza Internazionale “Ettore Gelpi: mondializzazione e lotte educative”, tenutasi a Firenze il 24 marzo 2003: lei sostiene che Ettore Gelpi abbia sempre cercato di essere presente laddove le “lotte educative” sono in corso, pronto a rafforzare, sostenere, incoraggiare, orientare con la sua visione geopolitica straordinariamente ricca, documentata e indipendente. Una lotta è, dunque, educativa per due motivi: perché coinvolge il campo dell’educazione ma anche perché “educa” la persona che la intraprende che, battendosi per le sue idee, rafforza la propria identità e costringe le istituzioni al cambiamento90. La lotta è propriamente intesa non come una conquista morale o come il risultato di uno sforzo di volontà, ma solo come un lavoro che coinvolge il dinamismo, l’azione, il rifiuto dello stato di cose precostituito. Essa non è, tuttavia, semplice attivismo perché una delle sue principali

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Questa poesia è stato trovata fra i documenti appartenenti ad Ettore Gelpi e, probabilmente, può essere a lui attribuita.

90 Il testo dell’intervento è disponibile sul sito http://www.ettoregelpi.net/index.php?p=eventi&search=lotte,

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dimensioni è la pianificazione degli obiettivi e della metodologia da seguire91. Tutto il lavoro di Gelpi assume tale significato, la sua vita è un’unica intensa lotta educativa e questa attitudine a combattere con grande impegno e passione le lotte a favore dell’educazione in ogni parte del mondo è sicuramente un valore da non disperdere.

Si è scelto di trattare quattro “lotte educative” che interessano Ettore Gelpi fra gli anni ‘50 e gli anni ‘60: la collaborazione con i CEMEA (Centri di Esercitazione ai Metodi dell’Educazione Attiva), il lavoro per la Società Umanitaria di Milano, l’impegno per il Mezzogiorno e la collaborazione con il Formez di Napoli, il lavoro per l’ECAP CGIL Svizzera. Per descrivere queste quattro esperienze, oltre al materiale bibliografico, viene ampiamente fatto riferimento alle parole delle persone che vi hanno preso parte.

2.1 Lavorare con il corpo e non solo con la mente: le attività dei CEMEA (Centri di