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Il background socio-economico e culturale degli studenti Nella costruzione della classificazione della condizione socio-economica

Rosalia Delogu, Nicola Malloggi, Valentina Pedani, Eniko Tolvay

7.5 Il background socio-economico e culturale degli studenti Nella costruzione della classificazione della condizione socio-economica

della famiglia di origine degli studenti coinvolti negli interventi si è tenuto conto delle implicazioni sociali, come il rischio di privazione del capitale sociale necessario allo sviluppo della propria individualità e delle proprie potenzialità, a cui sono sottoposti i ragazzi che crescono in situazioni di disagio economico e culturale tale da non potersi permettere un livello di vita adeguato, al pari dei propri coetanei, che comprenda il consumo di prodotti culturali, una dieta equilibrata, svago, relazioni. Anche i con-testi privi di figure adulte di riferimento “realizzate”, vale a dire con un impiego, interessi, reti amicali, professionali, possono essere considerati ambienti difficili per i ragazzi che sono nella fase dello sviluppo: famiglie monogenitoriali; genitori “bambini” che necessitano di un loro percorso per diventare adulti; genitori disoccupati. L’indice tipologico sulla condi-zione socio-economica della famiglia, ottenuto combinando gli stati degli allievi sulle variabili condizione occupazionale della madre, condizione occupazionale del padre, composizione del nucleo familiare (se è presente un solo adulto o più di un adulto), condizione del reddito della famiglia (nessun reddito o almeno un reddito), ha tre categorie: “famiglia con for-te disagio socio-economico”; “famiglia con condizione socio-economica a rischio”; “famiglia con condizione socio-economica non a rischio”

Nella famiglia “con forte disagio socio-economico” sono comprese:

• le famiglie con un solo adulto di riferimento, o sulle quali non si ha una cognizione della reale composizione del nucleo familiare o anche quelle con la presenza di più di un adulto, ma in cui il padre e la madre non hanno una occupazione. Se in alcuni casi si potrebbe ipotizzare la presenza dei nonni o comunque di un reddito da pensione o da capitale, in grado di sostenere la famiglia, nella maggior parte delle circostanze si tratterebbe comunque di situazioni di lontananza dal mercato del lavoro e quindi di una riduzione del capitale sociale ereditario per i figli;

• i casi in cui i figli non vivono nella famiglia di origine, ma in una famiglia o in una struttura affidataria;

• le famiglie interamente sostenute da trasferimenti sociali.

La famiglia “con condizione socio-economica a rischio” ha al suo inter-no:

• le famiglie con un solo adulto di riferimento in cui entrambi i genitori sono in una situazione lavorativa precaria oppure in cui uno dei due si trova in tale situazione mentre l’altro ha una condizione lavorativa più stabile, o un reddito da lavoro autonomo o da pensione;

• le famiglie con un solo adulto di riferimento in cui solo il padre o solo la madre hanno un’occupazione di qualsiasi tipo: stabile, con reddito da lavoro autonomo o da pensione, precaria.

Entrambe le condizioni indicate sopra, visto che il nucleo familiare è composto da un solo adulto di riferimento, potrebbero indicare rotture fa-miliari che solitamente rappresentano un costo per entrambi i genitori, ma che spesso aggravano la situazione della donna che avendo, nella maggior parte dei casi, l’affidamento dei figli, si deve dividere tra lavoro e gestione dei minori. A questo si aggiunge l’aggravante che le madri, per il noto squilibrio di genere nella divisione del lavoro in Italia, si trovano a svolge-re lavori più psvolge-recari e meno svolge-retribuiti rispetto all’uomo e quindi la rottura del legame con il partner potrebbe rappresentare per loro un impoveri-mento. Saraceno sostiene che «il gap di genere nel rischio povertà è, in effetti, particolarmente ampio in età anziana, ma anche nel confronto tra monopercettori uomini e donne con carichi famigliari. Tra le donne si trat-ta per lo più di madri sole, mentre tra gli uomini di coniugati con moglie casalinga» ( SARACENO 2015, p. 46).

• le famiglie con più di un adulto di riferimento nelle quali entrambi i genitori hanno uno stato occupazionale precario;

• le famiglie con più di un adulto di riferimento nelle quali entrambi i genitori hanno un’occupazione, ma il padre, contrariamente alla madre, si trova in una situazione precaria;

• le famiglie con più di un adulto di riferimento, ma nella quali solo la madre o solo il padre hanno un’occupazione.

Questi ultimi tre tipi di famiglia potrebbero essere passibili di disagio economico e sociale perché, pur facendo presagire una situazione di sta-bilità familiare per la presenza di due adulti di riferimento, o entrambi i genitori svolgono lavori precari; oppure perché il padre che, solitamente a parità di istruzione e competenze in Italia svolge un lavoro più retribuito e prestigioso della madre, si trova, invece, in una condizione precaria; op-pure ancora perché sono famiglie mono-percettrici, in cui solo il padre, o solo la madre, ha un’occupazione.

La famiglia con “condizione socio-economica non a rischio” è caratte-rizzata da:

• situazioni in cui vi è un solo adulto di riferimento, ma entrambi i ge-nitori hanno un’occupazione a tempo indeterminato, o un reddito da lavoro autonomo o da pensione. Sebbene anche in questo caso, essen-doci un solo adulto di riferimento, si possa ipotizzare una frattura nella condivisione tra coniugi di risorse, spese domestiche e gestione dei fi-gli, si è ritenuto che il fatto che entrambi i genitori lavorassero potesse diminuire i fattori di rischio;

• casi in cui vi è più di un adulto di riferimento ed entrambi i genitori hanno un’occupazione o un reddito da lavoro autonomo e da pensione, e in cui, la precarietà, quando presente, appartiene solo alla madre.

La condizione culturale della famiglia è stata derivata dal “livello di istruzione della famiglia” ottenuto attraverso i seguenti step: ricodifica

del-12. Modalità della variabile “Livello di istruzione”: a)“Non dichiarabile” (Livello Isced 2011 non dichiarabile); b) “Nessun titolo di studio” (Livello Isced 2011 Nes-sun titolo di studio); c) “Titolo di studio basso” (Livello Isced 2011 Diploma di scuo-la primaria o Diploma di scuoscuo-la secondaria di primo grado), d) “Titolo di studio medio” (Livello Isced 2011 Diploma di istruzione secondaria di secondo grado (sco-lastica o formazione professionale) che non permette l’accesso all’università o Di-ploma di istruzione secondaria di secondo grado che permette l’accesso all’univer-sità o Qualifica professionale regionale post-diploma, certificato di specializzazio-ne superiore (IFTS)); e) “Titolo di studio alto” (Diploma di tecnico superiore (ITS)

Figura 1: Classificazione del “livello di istruzione” della famiglia.

le variabili “titolo di studio della madre” e “titolo di studio del padre” nel livello isced 2011 della madre e del padre; riaggregazione dei livelli isced della madre e del padre nelle variabili “livello di istruzione della madre” e

“livello di istruzione del padre”12; classificazione del “livello di istruzione della famiglia” come riportato nella Figura 1.

7.6 Background socio-economico e culturale e rischio di esclusione

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