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Povertà Educativa come principale causa del disagio sociale:

Samuele Calzone, David Grassi, Patrizia Lotti, Rosalba Manna

6.3 Povertà Educativa come principale causa del disagio sociale:

analisi della relazione con l’adesione delle istituzioni scolasti-che al Programma

Ponendo l’attenzione all’adesione e alla partecipazione delle istituzioni scolastiche al PON per la scuola, è indispensabile una breve nota introdut-tiva sui dati utilizzati per la stima del modello. L’insieme dei dati raccolti ai fini del presente studio sono stati estratti dalla piattaforma di Gestione Unitaria del Programma 2014/2020 (GPU)13. Si tratta di un dataset che coin-volge 8.223 Istituzioni scolastiche e contiene un totale di 33.653 interventi formativi (moduli) realizzati su tutto il territorio nazionale. In questo stu-dio si intende spiegare una variabile dipendente dummy che codifica una data scelta in funzione di un insieme di variabili esplicative e di parametri.

Da una parte, i regressori con cui si spiegano le scelte che le istituzioni scolastiche compiono colgono le caratteristiche delle osservazioni che si vo-gliono analizzare; dall’altra, i parametri misurano l’effetto che tali variabili esplicative esercitano sulla scelta effettuata da ciascuna scuola. In partico-lare, si intende misurare la capacità dell’istituzione scolastica di realizzare in maniera efficiente – sul piano progettuale e gestionale – l’azione forma-tiva proposta attraverso l’adesione all’Avviso prot.10862 del 16 settembre 2016, individuando i principali fattori che contribuiscono a spiegare tale fenomeno. A tal fine, è stato scelto di esplorare – da un punto di vista quantitativo – una cross-section che coinvolge 8.223 istituzioni scolastiche su tutto il territorio nazionale, cogliendone l’effetto attraverso una variabi-le che esprime l’adesione e la non adesione all’Avviso sopracitato, spiegata dall’introduzione di quattro regressori: disagio negli apprendimenti (IN-VALSI, 2015/2016), tasso di abbandono (MIUR, 2015/2016), stato socio eco-nomico culturale (INVALSI, 2015/2016) e deprivazione territoriale (ISTAT, Censimento sulla popolazione e sulle abitazioni, 2011). Inoltre, è stato ri-tenuto opportuno inserire una variabile territoriale nella formulazione di tale modello, che potesse esprimere e prevedere il diverso comportamento delle regioni nei confronti dell’Avviso.

Il modo più opportuno per rappresentare un fenomeno che si manife-sta attraverso una variabile dipendente qualitativa è utilizzare un modello logistico (Hosmer D. & Lemeshow S. 2000 e 2005; Long J. et al. 2006; Long J. 1997)

yi= xiβ + ei, i = 1, . . . , N Dove:

13. http://www.indire.it/approfondimento/gpu/

1. yi è una variabile latente, mentre la variabile osservata è una variabile binaria yi, pari a 1 se yi≥ 0 e uguale a 0 se yi < 0; Il valore stimato di yi rappresenta la probabilità stimata che si verifichi una delle due scelte;

2. xiè un vettore 1xK regressori;

3. β è un vettore Kx1 di parametri;

4. eiè il termine di errore;

Le variabili analizzate sono descritte di seguito.

Nel primo blocco di variabili rientrano: “disagio negli apprendimen-ti”, “tasso di abbandono”, “stato socio-economico culturale” e “tasso di deprivazione territoriale”. Tali indicatori rappresentano i criteri quanti-tativi che vengono assegnati dall’Autorità di Gestione per la costituzio-ne del punteggio finale attribuito a ciascuna scuola al ficostituzio-ne dell’autoriz-zazione del progetto nell’ambito del PON “Competenze e Ambienti per l’Apprendimento”.

In particolare, la variabile “Disagio negli apprendimenti” è quantitativa continua, assumendo valori compresi tra “0” e “8”; la relativa normalizza-zione deriva dagli indicatori (2014/2015 e 2015/2016) aventi a oggetto: il punteggio medio di italiano e di matematica della scuola nel suo comples-so; il punteggio medio di italiano e di matematica degli studenti stranieri di I e II generazione; il punteggio medio di italiano e di matematica degli studenti “posticipatari”. A partire, dunque, dai punteggi medi è stato attri-buito il valore pari a “1” in caso di un peggioramento da un anno all’altro per ciascun punteggio considerato; è stato attribuito il valore “0” nel caso in cui il dato non venga rilevato; infine, è stato attribuito il punteggio “-1”

in caso si riscontri un miglioramento nei punteggi da un anno all’altro.

Inoltre, al fine di ottenere dei valori unici a livello di ordine di scuola so-no stati considerati rispettivamente per la Scuola Primaria la somma dei valori dei livelli scolari “2” e “5”; per la Scuola Secondaria di I grado il valore del livello scolare “8” e per la Scuola Secondaria di II grado la som-ma dei valori delle som-macro-tipologie di indirizzo. I dati ottenuti sono stati, successivamente, normalizzati in una scala da “0” a “8” secondo la quale il punteggio “0” è stato attribuito alle istituzioni scolastiche per le quali non è disponibile il dato o che hanno presentato indici di miglioramento. Dun-que, tutti i valori compresi tra “0” e “8” indicano le diverse condizioni di disagio negli apprendimenti assumendo una maggiore intensità di disagio in funzione di un valore crescente dell’indice.

La variabile “Tasso di abbandono” è quantitativa continua, assumendo valori compresi tra “0” e “8”. Tale tasso si ottiene dal rapporto tra il nu-mero di interruzioni di frequenza avvenute durante l’anno e il totale degli

alunni frequentanti all’inizio dell’anno scolastico in corso (2015/2016). Più precisamente, il metodo di calcolo prevede l’analisi della condizione dell’a-lunno presente nell’Anagrafe degli studenti nel corso dell’anno scolastico 2014/2015 a conclusione dell’anno scolastico in base alla quale si posso-no rilevare i tre seguenti stati: frequentante, abbandoposso-no e trasferito. Soposso-no state definite interruzioni in corso d’anno tutte le posizioni per cui le scuo-le hanno indicato lo stato di abbandono o trasferito e che non risultano frequentanti nell’anno in corso in nessuna altra scuola. Nello stato di ab-bandono rientrano i ritiri entro il 15 marzo dell’anno in corso; l’abab-bandono e, infine, tipologie di interruzioni non indicate. I dati sono stati considerati a livello di istituzione scolastica e normalizzati su una scala che assume valori compresi tra “0” e “8” secondo il quale è attribuito il valore “0” nei casi in cui l’istituzione scolastica registri un tasso di abbandono pari o mi-nore alla percentuale nazionale dell’ordine scuola di riferimento. Tutti i valori compresi maggiori di “0” fino al valore “8” indicano, dunque, tassi di abbandono crescenti, in altre parole, le istituzioni in cui è registrato un valore pari a “8” rileva un tasso di abbandono in corso d’anno massimo rispetto a tutte le altre istituzioni scolastiche.

La variabile “Stato socio-economico culturale” è quantitativa continua, as-sume valori compresi tra “0” e “8”; essa deriva dall’indicatore di back-ground socio-economico culturale (ESCS) dello studente, basato sullo sta-tus occupazionale dei genitori (indicatore HISEI), sul livello di istruzione dei genitori (indicatore PARED), e sul possesso di alcuni specifici beni ma-teriali (indicatore HOMEPOS). Tale indicatore è stato fornito per la Scuola primaria e per la Scuola Secondaria di II grado, gli unici livelli per i quali è possibile calcolarlo. La variabile presenta le seguenti modalità: “molto basso”, “basso”, “medio basso”, “medio alto”, “alto”, “molto alto”, ricodi-ficate rispettivamente con valori interi da “1” a “6”. Anche in questo caso, i dati ottenuti sono stati normalizzati su una scala da “0” a “8” attribuendo il valore “0” all’istituzione scolastica che presenta un indice ESCS molto alto fino ad arrivare al valore “8” che denuncia un background familiare svantaggiato (es. genitori senza un titolo di studio, disoccupati, contesto economico e culturale sfavorevole all’apprendimento).

Infine, la variabile “Tasso di deprivazione territoriale” è quantitativa conti-nua, assumendo valori compresi tra “0” e “8”. L’indice considerato utilizza i dati del 15° Censimento della popolazione e delle abitazioni 201114. Al fine di riassumere le 280 variabili rilevate, sono state scelte cinque con-dizioni che intendono descrivere la deprivazione sociale e materiale: la percentuale di popolazione con istruzione pari o inferiore alla licenza

ele-14. https://bit.ly/2lSxEwr.

mentare; la percentuale di popolazione attiva disoccupata o in cerca di prima occupazione; la percentuale di abitazioni occupate in affitto; la per-centuale di famiglie mono-genitoriali con figli dipendenti conviventi; la densità abitativa (numero di occupanti per 100 m2 nelle abitazioni). L’indi-ce è calcolato come somma dei cinque indicatori standardizzati. Il dato è stato normalizzato su una scala da “0” a “12” attribuendo “0” al comune con indice minimo fino a “12” a quello con l’indice massimo.

In sintesi, ai fini di un’efficace interpretazione delle quattro variabile inserite nel modello, le istituzioni scolastiche con punteggi più alti per cia-scun indicatore indicano situazioni di maggiore deprivazione, in situazio-ni di svantaggio sociale, economico e culturale, sconvesituazio-nienti e negativi per un opportuno e favorevole apprendimento e con un alto livello di disagio.

La prima parte intende spiegare, in funzione delle variabili appena elen-cate, la capacità di una scuola di essere dinamica, propositiva, costruttiva, produttiva nel presentare piani formativi, rispondendo e – dunque – ade-rendo all’Avviso. La figura 2 mostra i risultati della stima del modello che considera come riferimento di base per la variabile regionale le istituzioni scolastiche appartenenti alla regione Molise.

6.4 La scelta della regione del Molise come base è stata dettata

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