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David Consolazio, Marco Terraneo, Mara Tognetti

9.2 Dati e metodologia

I dati utilizzati nell’analisi provengono dallo studio HBSC (Health Beha-viour in School-aged Children). HBSC è uno studio internazionale condotto in collaborazione con l’Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS. La me-todologia adottata è stata sviluppata nel 1982 dai coordinatori dei paesi partecipanti allo studio1. A partire dalla prima rilevazione, lo studio ogni quattro anni rileva informazioni sui comportamenti collegati alla salute di ragazzi di età scolare (11, 13 e 15 anni), al fine di comprendere i fattori e i processi che possono influire sulla salute degli adolescenti (Roberts et al. 2009). Avvalendosi di un questionario auto-compilato somministrato direttamente nelle scuole, lo studio rileva informazioni su un’ampia gam-ma di indicatori. Nella presente analisi si fa utilizzo dei dati dell’ultigam-ma rilevazione, avvenuta nel 2014, relativamente alla regione Lombardia e fa-cente riferimento alle risposte di 3.172 ragazzi (11 anni = 1.191; 13 anni = 1.075; 15 anni = 906). A partire dal campione iniziale di 3.172 casi, l’analisi è stata ridotta a 1.981 casi, in quanto ai casi appartenenti alla classe di età di 11 anni (I media) nel questionario HBSC non sono state somministrate le domande relative agli indicatori della coesione sociale nel contesto di residenza. La numerosità si è successivamente ridotta a 1.931 casi a causa di dati mancanti in alcune variabili utilizzate per stimare i modelli.

1. Per ulteriori dettagli si rimanda al sito http://www.hbsc.org

9.3 Variabili

9.3.1 Variabile indipendente

La variabile indipendente nell’analisi è la coesione sociale, operativizzata a partire dalle risposte a otto domande riferite a sicurezza, piacevolezza, fiducia e relazioni sociali all’interno del contesto di residenza dei ragaz-zi coinvolti nella ricerca. In particolare, è stato chiesto ai rispondenti di esprimere il loro grado di accordo con le seguenti affermazioni:

1. Mi sento sicuro nella zona in cui vivo 2. La zona in cui vivo è un bel posto

3. Nel quartiere in cui vivo, la gente saluta spesso e si ferma a parlare 4. Nel quartiere in cui vivo, è sicuro per i bambini più piccoli giocare

all’aperto

5. Nel quartiere in cui vivo, puoi fidarti della gente nei dintorni

6. Nel quartiere in cui vivo, ci sono bei posti dove passare il tempo libero 7. Nel quartiere in cui vivo, potrei chiedere aiuto o favori ai vicini 8. Nel quartiere in cui vivo, la maggior parte della gente qui intorno

cercherebbe di approfittarsene

La consistenza semantica degli indicatori è stata valutata attraverso il ricorso al coefficiente alpha di Cronbach, il cui valore (α = 0,77) ha conferma-to la possibilità di trattare i diversi indicaconferma-tori congiuntamente in funzione di rappresentazione del concetto latente di coesione sociale2. Gli indicatori sono dunque stati standardizzati3 e a ciascun individuo è stato assegnato un valore riferito alla coesione sociale del contesto di residenza calcolando la media dei punteggi per ogni indicatore. A valori più alti corrisponde una maggiore coesione sociale. La variabile continua così ottenuta è sta-ta divisa in terzili, al fine di un’immediasta-ta comparazione tra soggetti che vivono in contesti a bassa, media e alta coesione sociale.

9.3.2 Variabili dipendenti

Le variabili dipendenti nel modello sono l’auto-efficacia e il benessere, co-sì come percepiti dai soggetti intervistati. Come per l’indice di coesione 2. L’alpha di Cronbach è un test utilizzato specialmente in ambito psicometrico per valutare la consistenza interna di costrutto latente, ovvero la misura in cui un insieme di indicatori è in grado di rappresentare appropriatamente tale costrutto (L. Cronbach, 1951). Generalmente si ritengono valori di α superiori a 0,70 come il limite minimo per avere un costrutto ben rappresentato dagli indicatori scelti.

3. La standardizzazione si è resa necessaria in quanto uno degli indicatori si

sociale, entrambe sono state calcolate a partire da singoli indicatori, per i quali è stata inizialmente vagliata la consistenza semantica (auto-efficacia α= 0,82; benessere α = 0,75). Analogamente, gli indicatori sono stati stan-dardizzati e a ciascun individuo sono stati assegnati valori di auto-efficacia e benessere calcolando la media dei punteggi per ogni indicatore. Come per la variabile indipendente, si è optato per una suddivisione in terzili delle due variabili continue ottenute, al fine di rendere immediata la com-parazione tra diversi livelli di auto-efficacia e benessere e l’associazione di questi con la coesione sociale del contesto di residenza degli intervistati.

L’indice di auto-efficacia è stato calcolato a partire da 10 indicatori, per i quali è stato chiesto ai rispondenti di esprimere, in relazione alla propria esperienza, il grado di veridicità delle seguenti affermazioni:

1. Riesco sempre a risolvere i problemi difficili 2. Se qualcuno mi contrasta, ottengo ciò che voglio 3. Risulta facile per me raggiungere i miei obiettivi 4. Riesco a gestire efficacemente eventi inattesi

5. Dispongo di risorse per far fronte a situazioni impreviste 6. Con impegno risolvo la maggior parte dei problemi 7. Rimango calmo nell’affrontare difficoltà

8. Riesco a trovare parecchie soluzioni per un problema 9. Se preoccupato, posso pensare a cosa mettere in atto 10. Non importa quel che capita, sono in grado di gestirlo

L’indice di benessere è calcolato a partire da 6 indicatori, per i quali è stato chiesto ai rispondenti di indicare quanto spesso si sono trovati nelle situazioni descritte:

1. Mi sono sentito pieno di energie 2. Mi sono sentito triste

3. Mi sono sentito solo

4. Ho avuto abbastanza tempo per me stesso

5. Sono stato in grado di fare ciò che volevo nel tempo libero 6. Mi sono divertito con i miei amici

9.3.3 Variabili di controllo

Al fine di valutare l’effetto della coesione sociale sugli outcome indagati, nei modelli sono stati inclusi genere, età, nazionalità e condizioni economi-che della famiglia come variabili di controllo. L’età, inizialmente riportata

in forma continua (età in mesi alla data di compilazione del questionario) è stata ricodificata in due categorie, in modo da ricondurla alle classi di età (13 e 15 anni) corrispondenti alle classi scolastiche nelle quali è stato somministrato il questionario (III media e II superiore). La nazionalità del-la famiglia è stata rilevata nel questionario attraverso due domande suldel-la nazionalità di ciascun genitore, ricodificata nel dataset originale in un’u-nica domanda a cinque modalità di risposta (famiglia italiana, famiglia mista, straniero di seconda generazione, famiglia straniera, altro), da noi successivamente ricodificata in modo dicotomico (famiglia italiana, fami-glia straniera). Le condizioni economiche della famifami-glia sono state rilevate attraverso una scala ordinale a cinque categorie (“Quanto pensi stia bene la tua famiglia dal punto di vista economico?” 1. Per niente bene, 2. Non molto bene, 3. Nella media, 4. Piuttosto bene, 5. Molto bene), da noi suc-cessivamente ricodificata in tre categorie. In tabella 1 sono riportate com-posizione percentuale e numerosità delle variabili utilizzate nei modelli sviluppati.

9.4 Analisi

In virtù della natura ordinale delle variabili dipendenti, si è optato per l’u-tilizzo di modelli di regressione logistica ordinale. Tali modelli consentono di associare le diverse possibilità con cui si manifestano le modalità della variabile dipendente al mutare della variabile indipendente. Nel nostro ca-so, siamo interessati a valutare l’effetto della coesione sociale del contesto di residenza sull’autoefficacia e sul benessere percepito dai ragazzi coin-volti nell’indagine (attraverso due modelli separati), al netto dell’influenza esercitata da genere, età, nazionalità e condizioni economiche della fami-glia. Affinché i modelli di regressione logistica ordinale siano utilizzati appropriatamente, è necessario che i dati oggetto di analisi soddisfino de-terminati assunti. In particolare, oltre ad avere una variabile dipendente di tipo ordinale (assunto 1) e una o più variabili indipendenti continue, ordi-nali o categoriali (assunto 2), è necessario che non ci sia multicollinearità tra le variabili indipendenti (assunto 3) e che gli odds siano proporzionali (assunto 4). La tenuta di ciascun assunto è stata verificata prima di proce-dere con le analisi, garantendo l’applicabilità dei modelli utilizzati4. I risul-tati vengono espressi in termini di odds ratio, ossia un duplice rapporto di presenta in 4 modalità di risposta, a differenza degli altri che dispongono di 5 modalità di risposta.

4. Mentre gli assunti 1 e 2 vengono soddisfatti implicitamente nella scelta delle variabili da includere nel modello, è necessario compiere alcuni passi per verifica-re la tenuta dei verifica-restanti assunti. La tenuta degli assunti per multicollinearità e

pro-Tabella 1: Composizione percentuale e numerosità delle variabili nello studio (N = 1.931).

% n

Genere

Femmina 48,8 943

Maschio 51,2 988

Età

15 anni 45,7 882

13 anni 54,3 1.049

Nazionalità della famiglia

Famiglia straniera 16,5 318

Famiglia italiana 83,5 1.613

Condizioni economiche della famiglia

Scarse 10,8 209

Medie 49,3 952

Buone 39,9 770

Coesione sociale

Bassa 33,0 638

Media 33,3 643

Alta 33,7 650

Autoefficacia

Bassa 33,4 644

Media 33,3 642

Alta 33,4 645

Benessere

Basso 33,1 640

Medio 33,5 646

Alto 33,4 645

probabilità tra le categorie considerate e quella di riferimento, consenten-do un’interpretazione dei risultati di tipo pseuconsenten-do-probabilistico. Le analisi sono state condotte con il software statistico STATA 15.

9.5 Risultati

In figura 1 è possibile osservare le relazioni bivariate tra la coesione so-ciale del contesto di residenza e gli outcome indagati. È evidente, sia per l’autoefficacia che il benessere percepito, la presenza di un gradiente nei porzionalità degli odds può essere verificata rispettivamente con il Variance Inflac-tion Factor (VIF; O’brien 2007) e il Brant test (Brant 1990). Nel nostro caso, il va-lore medio del VIF (VIF = 1,03) e i Brant test non statisticamente significativi per

Figura 1: Coesione sociale e autoefficacia, coesione sociale e benessere (valori percentuali; N = 1.931).

contesti a bassa e alta coesione sociale, mentre in relazione ai contesti in-termedi non emerge nessun pattern specifico. In particolare, si nota come i ragazzi residenti in contesti a bassa coesione sociale si caratterizzano per percentuali più elevate di bassi valori di autoefficacia (45%) e benessere (48%), nonché percentuali ridotte di valori elevati per entrambi gli outco-me (autoefficacia = 25%; benessere = 21%). Di converso, i ragazzi residenti in contesti ad elevata coesione sociale mostrano outcome tendenzialmente migliori, con una maggiore presenza di valori di autoefficacia e benessere elevati (autoefficacia = 45%; benessere = 45%) e una minore presenza di valori contenuti per entrambi gli outcome (autoefficacia = 22%; benessere

= 23%).

I modelli di regressione utilizzati confermano l’associazione positiva riscontrata nelle relazioni bivariate tra la coesione sociale all’interno del contesto di vita e l’autoefficacia e il benessere dei ragazzi, anche al netto delle variabili di controllo prescelte: età, genere, nazionalità e condizioni economiche della famiglia. In tabella 2 sono riportati i risultati dei due mo-delli di regressione. Dopo aver controllato per le caratteristiche individuali e del nucleo familiare, i ragazzi residenti in un contesto ad alta coesione sociale hanno più del doppio delle probabilità di riportare più alti valori di autoefficacia rispetto ai corrispettivi in un contesto a bassa coesione socia-le (OR = 2,17). Per l’outcome in questione, anche il confronto tra chi vive in contesti a coesione sociale media anziché bassa è statisticamente signi-ficativo, anche se contenuto (OR = 1,26). L’associazione è statisticamente significativa anche per il secondo outcome, per il quale risulta inoltre più marcata. Anche qui, infatti, i ragazzi che vivono in contesti ad alta coe-sione sociale hanno più del doppio delle probabilità di riportare più alti entrambi i modelli garantiscono la tenuta degli assunti e la possibilità di utilizzare correttamente la regressione logistica ordinale per testare le ipotesi di ricerca.

valori di benessere percepito rispetto ai corrispettivi in contesti poco coesi (OR = 2,36). In relazione al benessere, è marcato anche il confronto con la categoria intermedia: chi vive in contesti a coesione sociale media ha l’80%

di probabilità in più di riportare valori alti di benessere rispetto a chi vive in contesti a bassa coesione sociale (OR = 1,80).

Tabella 2: Modelli di regressione logistica ordinale di autoefficacia e benessere (N = 1.931)

Autoefficacia Benessere

Odds Ratio P-value [I.C. 95%] Odds Ratio P-value [I.C. 95%]

Età

15 anni 1 - - 1 -

-13 anni 1,31 0 [1,11 - 1,55] 1,45 0 [1,22 - 1,72]

Sesso

Femmina 1 - - 1 -

-Maschio 2,18 0 [1,84 - 2,59] 3,54 0 [2,96 - 4,22]

Nazionalità

Straniera 1 - - 1 -

-Italiana 1,01 0,93 [0,80 - 1,27] 1,19 0,14 [0,94 - 1,50]

Condizioni economiche

Scarse 1 - - 1 -

-Medie 1,16 0,32 [0,87 - 1,55] 2,11 0 [1,56 - 2,85]

Buone 1,7 0 [1,26 - 2,29] 2,5 0 [1,83 - 3,41]

Coesione sociale

Bassa 1 - - 1 -

-Media 1,26 0,03 [1,03 - 1,55] 1,8 0 [1,45 - 2,22]

Alta 2,17 0 [1,76 - 2,69] 2,36 0 [1,90 - 2,93]

9.6 Discussione

I risultati delle analisi mostrano in modo chiaro che la coesione sociale del contesto in cui ragazzi vivono influenza in modo significativo il loro stato di salute e benessere. Un’associazione positiva è stata riscontrata tra la scala di coesione sociale e le misure di autoefficacia e di benessere com-plessivo utilizzate in questo studio. Per entrambe le variabili si osserva un evidente gradiente della relazione. Il passaggio da una bassa a una media coesione sociale segna un incremento positivo dei livelli di benessere e au-toefficacia dei ragazzi, con un incremento ulteriore quando l’ambiente re-gistra un valore alto di coesione sociale. La rilevanza dell’associazione tra contesto di vita ed esiti autoefficacia e benessere è dettata dall’importanza

Rendimento scolastico Rendimento scolastico Odds Ratio P-value [I.C. 95%] Odds Ratio P-value [I.C. 95%]

Autoefficacia

Bassa 1

Media 1,63

Alta 2,91

Benessere - -

-Basso 1 -

-Medio 1,1 0,38 [0,89 - 1,35]

Alto 1,39 0 [1,11 - 1,73]

Età

15 anni 1 - - 1 -

-13 anni 1,52 0 [1,28 - 1,81] 1,59 0 [1,34 - 1,88]

Sesso

Femmina 1 - - 1 -

-Maschio 0,64 0 [0,54 - 0,76] 0,71 0 [0,59 - 0,85]

Nazionalità

Famiglia straniera 1 - - 1 -

-Famiglia italiana 1,68 0 [1,33 - 2,10] 1,62 0 [1,29 - 2,04]

Condizioni economiche

Scarse 1 - - 1 -

-Medie 1,45 0,01 [1,09 - 1,94] 1,42 0,02 [1,06 - 1,89]

Buone 1,76 0 [1,31 - 2,37] 1,88 0 [1,39 - 2,53]

Tabella 4 Modelli di regressione lineare di autoefficacia e benessere (N = 1.931)

Autoefficacia (R2 =0,12) Benessere (R2 = 0,22)

Coeff. P-value [I.C. 95%] Coeff. P-value [I.C. 95%]

Coesione sociale 0,21 0,00 [0,16 - 0,26] 0,29 0,00 [0,24 - 0,34]

Età 15 anni 0 - - 0 -

-13 anni 0,08 0,00 [0,03 - 0,14] 0,12 0,00 [0,07 - 0,18]

Sesso

Femmina 0 - - 0 -

-Maschio 0,27 0,00 [0,21 - 0,32] 0,41 0,00 [0,36 - 0,47]

Nazionalità

Famiglia straniera 0 - - 0 -

-Famiglia italiana -0,02 0,62 [-0,09 - 0,05] 0,08 0,02 [0,01 - 0,15]

Condizioni economiche

Scarse 0 - - 0 -

-Medie 0,10 0,02 [0,01 - 0,19] 0,25 0,00 [0,17 - 0,34]

Buone 0,20 0,00 [0,11 - 0,29] 0,32 0,00 [0,23 - 0,41]

Intercetta -0,30 0,00 [-0,40 - -0,19] -0,60 0,00 [-0,70 - -0.49]

La tabella si riferisce a due modelli di regressione analoghi a quelli dell’analisi principale, ma con le variabili principali –autoefficacia, benessere (dipendenti) e coesione sociale (indipendente) –nella loro forma continua, prima della loro categorizzazione in terzili.

che questi, in particolar modo il primo, hanno nell’influenzare il percorso formativo dei ragazzi (Chemers, Hu, Garcia 2001; El Ansari, Stock 2010;

Pajares e Graham 1999)5. Sappiamo infatti, che la mancanza o la debolez-za delle reti di supporto sociale è un fattore distintivo dei contesti in cui si registrano i più alti tassi di comportamenti problematici per i ragazzi. Tra le conseguenze negative dei contesti socialmente disorganizzati si segnala un minor impegno scolastico e una più alta frequenza di abbandoni della scuola.

I nostri risultati vanno nella stessa direzione di altri studi che hanno posto al centro dell’attenzione il ruolo del capitale sociale per il benessere dei più giovani. Morgan e Haglund (2009), anch’essi su dati HBSC, hanno costruito una serie di misure di capitale sociale (raggruppate in tre domi-ni: senso di appartenenza, autonomia e controllo, reti sociali) che hanno messo in relazione con sette indicatori di salute e di comportamenti lega-ti alla salute (appartenenlega-ti a tre domini: salute auto-percepita e benesse-re, comportamenti di promozione della salute e comportamenti a rischio).

Seppure la forza della relazione vari in virtù dell’outcome considerato, nel complesso le relazioni sono statisticamente significative, confermando l’i-potesi degli autori dell’importanza del capitale sociale. Allo stesso modo Drukker e colleghi (2003) misurano il capitale sociale con due scale di effi-cacia collettiva, la scala di controllo informale (ISC) e la scala di coesione sociale e fiducia (SC&T), già sviluppate da Sampson e colleghi (Sampson et al. 1997). I risultati mostrano che il capitale sociale, nello specifico il grado di controllo sociale informale nel quartiere, è associato alla salute mentale e ai comportamenti dei ragazzi. Per una rassegna, seppur ormai datata, della relazione tra le risorse sociali e il benessere dei più giovani, si rimanda a Ferguson (2006). L’autrice, nella sua sintesi critica della let-teratura, mette bene in evidenza sia le molteplici definizioni di capitale sociale/coesione sociale (degli adulti) e gli esiti sui giovani.

Crediamo che collocare la discussione del ruolo che il capitale socia-le/coesione sociale ha nello strutturare le vite delle persone all’interno della più ampia cornice dei determinati sociali di salute, possa essere un passaggio importante per conferire ancor più visibilità a questo concetto nella ricerca, ma, soprattutto, metta in primo piano l’importanza di questo fattore come elemento generativo delle disuguaglianze di salute che colpi-scono la popolazione. In particolare, se si adotta la prospettiva che conside-5. L’associazione trova riscontro nelle nostre analisi (dati non mostrati, disponibili su richiesta agli autori). In modelli volti a stimare l’effetto di tali esiti sul rendimen-to scolastico, così come riportarendimen-to dai soggetti intervistati, è emersa una relazione statisticamente significativa sia per l’autoefficacia (OR = 1,71) che per il benessere (OR = 1,18).

ra il capitale sociale nell’accezione di coesione sociale, significa riconoscere il ruolo della struttura sociale, delle gerarchie di potere e dell’accesso alle risorse per il benessere della popolazione (Szreter, Woolcock 2004). Questo approccio implica dunque che le decisioni che gruppi o individui prendo-no su quali stili di vita o comportamentali adottare, prendo-non possaprendo-no essere considerate al di fuori del contesto sociale in cui tali scelte hanno luogo (Solar, Irwin 2010).

In letteratura, sono individuati abitualmente i seguenti percorsi prin-cipali attraverso i quali la coesione sociale impatterebbe sulla salute indi-viduale (Kawachi, Berkman 2000; Macintyre et al. 2002): influenzando i comportamenti relativi alla salute (ad esempio esercitando il controllo so-ciale per prevenire i comportamenti pericolosi); influenzando l’accesso a beni e servizi (ad esempio attraverso la capacità dei gruppi di pressione locali di organizzarsi per la fornitura di risorse importanti); influenzando i processi psicosociali (ad esempio prevenendo l’isolamento sociale). È ri-levante sottolineare che indagare questi processi tra la popolazione adulta non è la stessa cosa che metterli alla prova con soggetti di più giovane età.

In altre parole, sebbene i processi possano essere gli stessi tra adulti e ra-gazzi, quest’ultimi hanno specificità legate all’età, quali capacità cognitive, sviluppo emotivo, bisogni, disponibilità di risorse, dipendenza dalle figu-re adulte, che ipotizziamo, possono modificafigu-re in modo anche profondo l’impatto che il contesto (il capitale sociale comunitario) ha su un insieme vario di esiti di salute e, più in generale, sul loro benessere. Per quanto di interesse in questo volume, una specificità della popolazione più giova-ne è quella di essere inserita (giova-nella quasi totalità dei casi) in un percorso scolastico. Ciò significa che l’impatto del contesto ha necessariamente ri-cadute importanti anche sugli esiti di tale percorso formativo. Il luogo in cui i ragazzi vivono offre opportunità e vincoli che si traducono in van-taggi e svanvan-taggi in ambito scolastico. Pertanto, guardare a cosa accade ai ragazzi nei quartieri in cui vivono vuol dire lanciare uno sguardo, da una prospettiva particolare, dentro le aule di scuola.

9.7 Conclusioni

In questo capitolo abbiamo valutato l’effetto della coesione sociale all’inter-no del contesto di residenza di ragazzi in età scolastica su determinati esiti collegati alla sfera della salute, quali autoefficacia e benessere percepito, facendo ricorso ai dati provenienti dallo studio HBSC per la regione Lom-bardia, relativi all’ultima ondata di ricerca, avvenuta nel 2014. Le analisi hanno confermato l’esistenza di un’associazione positiva tra la coesione sociale e gli outcome indagati. I risultati raggiunti sono stati

interpreta-ti all’interno della cornice teorica di riferimento, nel tentainterpreta-tivo di far luce sui meccanismi che legano il contesto di vita alla salute, nella più ampia accezione sociologica cui abbiamo fatto riferimento nel corso di questo lavoro.

I risultati si prestano a considerazioni relative allo sviluppo di politiche volte a contrastare le disuguaglianze sociali nella salute. A prescindere dal ruolo primario delle caratteristiche individuali nel plasmare tali disugua-glianze, il contesto di vita risulta avere un ruolo determinante nel contri-buire a definire gli esiti di salute, non solamente tramite la disponibilità di servizi e risorse che rendono accessibili a chi vi risiede, bensì anche in vir-tù degli aspetti sociali, culturali e relazionali all’interno di essi. Tali aspetti vengono spesso trascurati nella programmazione dello sviluppo territoria-le volta a incrementare il benessere individuaterritoria-le dei residenti, per territoria-le difficol-tà nel comprendere e progettare interventi in questa direzione. Nonostante ciò, favorire lo sviluppo di una maggiore interdipendenza e connessione tra gli abitanti dello stesso contesto si prefigura come una strategia dalle ricadute positive in termini di salute e benessere per le persone che ne fanno parte. In particolare, in relazione a ragazzi in età scolastica, emerge l’importanza del legame tra il contesto di residenza e il processo formativo.

In virtù della capacità che l’insieme delle caratteristiche sociali e relaziona-li dell’ambiente di vita ha di influenzare i processi cognitivi di soggetti in una fase delicata del corso di vita, quale quella della formazione scolasti-ca, il contesto di residenza può assumere un ruolo non trascurabile nella definizione del processo formativo e dei suoi esiti. Nella misura in cui le scelte scolastiche sono – almeno in parte – influenzate delle relazioni so-ciali all’interno del contesto di vita, potrebbe essere opportuno favorire la creazione e il mantenimento della coesione e del capitale sociale a partire dall’ambiente scolastico stesso, ad esempio incoraggiando il consolidamen-to di interazioni e rapporti tra le famiglie degli studenti che vadano oltre lo specifico interesse didattico, così da favorire il successo scolastico dei ragazzi.

Ringraziamenti: Lo studio HBSC è stato condotto in Italia con il coor-dinamento Gruppo Nazionale HBSC e del Ministero della Salute, sotto la guida del Prof. Franco Cavallo (Principal Investigator per l’Italia), e fa parte del progetto ‘Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 6-17 anni’ promosso e finanziato dal Ministero della Salute/Centro per la

Ringraziamenti: Lo studio HBSC è stato condotto in Italia con il coor-dinamento Gruppo Nazionale HBSC e del Ministero della Salute, sotto la guida del Prof. Franco Cavallo (Principal Investigator per l’Italia), e fa parte del progetto ‘Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 6-17 anni’ promosso e finanziato dal Ministero della Salute/Centro per la

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