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Ruggero Cefalo, Mirjam Pot

4.2 Una definizione relazionale di esclusione (sociale)

In questo contributo miriamo a stabilire una connessione tra processi di esclusione nell’ambito della formazione professionale ed esclusione so-ciale, dando seguito alla necessità di applicare un approccio di giustizia sociale all’analisi dei sistemi educativi e di formazione professionale in 1. I risultati presentati derivano dalla ricerca condotta per il progetto Horizon 2020 “YOUNG_ADULLLT - Policies Supporting Young People in their Life Course.

A Comparative Perspective of Lifelong Learning and Inclusion in Education and Work in Europe”.

2. I codici utilizzati includono: definizione del problema, obiettivi di policy, so-luzione proposta, target group, criteri di successo, grado di istituzionalizzazione, costellazione di attori coinvolti, regime di governance e finanziamento.

particolare (Lopez-Fogue 2016). Ci si propone di superare un approccio li-mitato a esiti occupazionali ed economici, allargando il campo a più ampie implicazioni delle politiche educative e formative.

Sebbene il concetto di esclusione sociale sia usato per riferirsi a un va-sto spettro di problematiche, manca un accordo complessivo su una defi-nizione univoca (Levitas 2006). Kronauer (2013) distingue due prospettive di analisi del fenomeno, sostenendo l’importanza di un approccio mirato all’integrazione di entrambe: l’applicazione del concetto per analizzare le istituzioni e i processi di esclusione sociale; l’analisi focalizzata su esiti di esclusione per specifici individui e gruppi.

Burchardt et al. (1999) propongono un’influente definizione di esclusio-ne sociale, basata sugli esiti: «Un individuo è escluso socialmente se (a) è geograficamente residente in una società e (b) non partecipa alle normali attività dei cittadini in quella società» (Burchardt et al. 1999, p. 230). Per le moderne società occidentali, gli autori definiscono cinque dimensioni di at-tività rilevanti: atat-tività relative a (1) consumo, (2) risparmi, (3) produzione, (4) politica e (5) sociale (Burchardt et al. 1999, p. 231). La multidimensiona-lità e interdipendenza delle dimensioni individuate costituiscono caratte-ristiche fondamentali dell’esclusione sociale. Questo approccio focalizzato sugli esiti è stato criticato poiché tende a non interrogarsi sulle cause e dinamiche di sviluppo dell’esclusione sociale (Kronauer 2013). Viceversa, la prospettiva che valorizza il ruolo di istituzioni e processi considera l’e-sclusione sociale come condizione radicata nei contesti globali, nazionali e locali. A essere tematizzato è il ruolo di istituzioni e politiche nel mediare le condizioni di esclusione, contribuendo ad alleviarle o aggravarle (Perry-Smith 2000). Sottolineandone la relazionalità, l’esclusione sociale non vie-ne considerata come una questiovie-ne riguardante i margini della società, ma il suo centro: non esclusione dalla società quindi, ma esclusione all’in-terno della società. Ciò vuol dire che le istituzioni e le relazioni sociali stesse producono esclusione, attraverso dinamiche che interessano diver-samente individui e gruppi a seconda del rispettivo status (classe, genere, appartenenza etnica ma anche livello educativo e posizione sul mercato del lavoro). Ne deriva un concetto di esclusione graduale, centrato sui pro-cessi, che supera una considerazione binaria di individui e gruppi come semplicemente inclusi o esclusi.

In questo contributo, si fa riferimento alla partecipazione dei giovani nelle attività di produzione, intese come dimensione di esclusione sociale (Buchardt et al. 1999). Si tratta di attività cui è attribuito valore economico o sociale, come lavoro retribuito, educazione e formazione. Tuttavia, non è sufficiente guardare alla partecipazione o meno di individui e gruppi a tali attività, ma occorre considerare aspetti processuali e di gradualità legati al

contesto di riferimento come, ad esempio, la durata e il tipo di non par-tecipazione in relazione alle istituzioni coinvolte (Perry-Smith 2007). Nel nostro caso, ciò implica non guardare soltanto alla partecipazione di giova-ni e giovagiova-ni adulti alla formazione professionale duale o ad altri sistemi di formazione professionale. Occorre considerare le particolari forme di par-tecipazione e processi di esclusione in atto a differenti livelli del sistema a cui ci si riferisce (ad esempio le caratteristiche della formazione duale, nel nostro caso esemplificativo in Austria, la lunghezza del contratto, il setto-re e la professione), nonché la mediazione di specifici interventi di policy rispetto ai suddetti processi.

Non si intende proporre qui un’analisi approfondita di tutti questi aspetti. Tuttavia, la letteratura, i dati e la documentazione cui si fa riferi-mento nelle sezioni successive mostrano, nel caso esemplificativo dell’Au-stria, le potenzialità di un’analisi differenziata dei processi di esclusione nella partecipazione al sistema di formazione professionale duale (o ap-prendistato duale) che interessano diversi gruppi di giovani apprendisti o aspiranti tali. La presente analisi si situa nella cornice concettuale del-l’esclusione sociale, sebbene non sia possibile sostenere che processi di esclusione dalla formazione duale portino necessariamente a una condi-zione di esclusione sociale (intesa come condicondi-zione multidimensionale).

Nella nostra comprensione, il concetto di esclusione sociale si caratteriz-za per relazionalità e gradualità, elementi trasferibili all’esclusione relati-va alla formazione professionale duale come forma di mancata o limitata partecipazione in attività produttive, cui la società di riferiemento attri-buisce valore economico e sociale. Guardando poi alle istituzioni e alle poitiche coinvolte nella formazione professionale duale, e quindi ai pro-cessi di esclusione prodotti e mediati da queste, è possibile identificare tre fasi della partecipazione, interessate da processi di esclusione. Queste fasi, individuate sulla base della letteratura internazionale su formazione pro-fessionale e apprendistato duale, si riferiscono a caratteristiche comuni dei sistemi duali e alle modalità con cui strutturano la partecipazione degli apprendisti al loro interno.

1. Fase ANTE – esclusione dalla formazione duale all’accesso: riguarda i meccanismi di selezione e le difficoltà nel trovare una posizione da apprendista all’interno di un’azienda.

2. Fase IN – esclusione durante la formazione duale: riguarda il com-pletamento del percorso formativo di apprendista e il problema dei drop-out.

3. Fase POST – esclusione dopo la formazione duale: riguarda l’integra-zione nel mercato del lavoro successivamente al completamento del

Figura 1: Tre fasi di esclusione nella formazione professionale dual.

Fonte: elaborazione degli autori.

percorso da apprendista e al conseguimento della qualifica corrispon-dente.

In quanto segue, questo modello è applicato alla formazione professio-nale duale in Austria. Dopo aver riportato alcune caratteristiche specifiche e quindi di contesto del caso austriaco, sono in seguito analizzati i pro-cessi di esclusione che si verificano nelle varie fasi della partecipazione (ANTE-accesso, IN-completamento, POST-integrazione) e le politiche atte a contrastare tali processi.

4.3 Il sistema di formazione e apprendistato duale in Austria

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