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CAPITOLO II La moneta di ghiaccio

2.2 La Banca del Popolo di Pierre-Joseph Proudhon

2.2.1 La Banca del Popolo: la sua operatività

La Banca del Popolo nella sua fase iniziale avrebbe dovuto necessariamente uniformarsi alla legislazione vigente che prevedeva la forma giuridica di una società in nome collettivo ed un capitale sociale fissato in cinque milioni di franchi suddiviso in azioni da cinque franchi di valore nominale.46 La regolare costituzione della Banca richiedeva, quindi, la sottoscrizione complessiva di almeno diecimila azioni per poter avviare la sua attività e con Proudhon plenipotenziario per poterne organizzare e avviarne l’attività e in attesa anche che il governo della nuova repubblica prendesse coscienza della priorità che la riforma economico-sociale da lui proposta e avviata, appunto, con la Banca del Popolo, doveva avere nell’ambito della rivoluzione che aveva portato alla nascita della Seconda Repubblica francese (O. Chaïbi, 2010: 82):

“Je forme une entreprise qui n’eut jamais d’égales, qu’aucune n’egalerà jamais. Je veux changer la base de la société […]. Il ne s’agit pour cela que de renverser le rapports du travail e du capital, de telle sorte que le premier, qui a toujours obéj, commande, et que le second, qui a toujours commandé, obéisse. Je me propose donc […] de créer un ordre nouveaux où le travail, autrefois plus offert que demandé, soit a l’avenir plus demandé qu’offert, - où le credit, qui maintenant se fait payer, se donne pour rien, et avec plus de bénéfices encore pour le prêteur.” (P.-J. Proudhon, [1849] 1869: 2, citato in O. Chaïbi, 2010: 82)

La Banca del popolo nella sua forma giuridica imposta dalla legislazione allora vigente era necessariamente quella di un’impresa commerciale dalla quale si distingueva solo per l’assenza di remunerazione a favore degli azionisti e l’inserimento nello statuto della possibilità del rimborso del capitale sociale sottoscritto non appena la Banca avesse accumulato un patrimonio sociale sufficiente (sotto forma di autofinanziamento). Si trattava delle uniche modifiche che inizialmente era possibile apportare allo statuto al fine di mantenere la maggior coerenza possibile tra i mezzi ed i fini della Banca del Popolo, costituiti, in ultima analisi, dall’abolizione del capitale e del suo reddito.47

La sua riforma della moneta e del credito, che aveva nella Banca del Popolo solo il punto di partenza ma che avrebbe dovuto estendersi all’intero sistema bancario nazionale, si proponeva innanzitutto di abolire la sovranità del denaro che si impone sulla

46 Fissando un valore nominale che corrispondeva a due giornate di lavoro di un artigiano ebanista, Proudhon si proponeva di ottenere una capillare diffusione dell’azionariato tra i lavoratori concedendo inoltre la possibilità di rateizzare la sottoscrizione in dieci rate mensili.

47 Tali clausole statutarie, tuttavia, non furono sufficienti ad evitare critiche strumentali di incoerenza rispetto al suo progetto di riforma basato sulla negazione della proprietà e del suo simbolo materiale che è il denaro.

produzione, sulla circolazione e sul consumo per ridare “ad ogni merce facoltà rappresentativa […] senza l’intermediazione del denaro” (P.-J. Proudhon, [1848] 2004: 47), da cui la priorità della rivoluzione economica su quella politica a partire dalla riorganizzazione della circolazione delle merci e del credito. Nella formulazione del suo progetto di riforma del credito, del 1848 e da cui nacque la Banca del Popolo, Proudhon aveva individuato nel passaggio dallo scambio diretto, basato sulla reciprocità dei “valori d’uso” – il baratto -, allo scambio indiretto, basato sul “valore di scambio” – e compiuto grazie all’utilizzo del denaro, l’origine dell’interesse. Tuttavia:

“[…] questo scambio, che la mancanza di un comune legame di credito rende necessariamente indiretto, si potrebbe effettuare direttamente, e senza intermediario, se tutti gli scambisti di uno stesso Paese, tutti coloro che hanno bisogno di vendere, potessero conoscersi.”. (P.-J. Proudhon [1848] 2004: 51)

Ciò che la riforma economica proudhoniana si prefigge è, pertanto, il ritorno ad una nuova forma di scambio diretto, poiché solo attraverso tale scambio possono essere eliminati gli effetti negativi della tesaurizzazione della moneta sulla circolazione delle merci in forza del fatto che le merci tornano a scambiarsi contro merci, senza che la moneta faccia da intermediario. Con l’istituzione della Banca del Popolo si sarebbe dovuto realizzare:

“Una cosa molto semplice: prima centralizzare tutte le operazioni di commercio per mezzo di una banca nella quale saranno ricevute tutte le cambiali, mandati e biglietti d’ordine che rappresentano le fatture dei negozianti; poi generalizzare o convertire queste obbligazioni in una nota bancaria che sarà l’equivalente, che, di conseguenza, avrà essa stessa per pegno i prodotti o valori reali che queste obbligazioni rappresentano. La carta bancaria così creata, avrà tutte le qualità di carta solidissima. Non sarà affatto soggetta a deprezzamento, poiché non sarà consegnata che contro buoni valori e cambiali accettabili. Riposerà così, non su prodotti fabbricati, ma su prodotti venduti e liberi il cui rimborso sarà di conseguenza esigibile. Non avrà niente da temere da un eccesso di emissione, poiché non sarà consegnata che contro valori commerciali di prima qualità, cioè contro promessa certa e autentica di rimborso. Non sarà rifiutata da nessuno, poiché, per effetto della centralizzazione degli scambi, per l’adesione di tutti i cittadini nella banca, rappresenterà per ciascuno un valore uguale a quello che ogni singolo dovrebbe pagare in carta bancaria”. (P.-J. Proudhon, [1848] 2004: 52).

L’innovazione essenziale che la Banca del Popolo avrebbe dovuto introdurre consisteva nel fatto che, diversamente dalle banche tradizionali in cui l’attività consiste nell’intermediazione creditizia tra risparmi e prestiti (o viceversa), ottenendo per questo il pagamento di un prezzo - il tasso di interesse -, in essa ogni operazione di credito si sarebbe risolta sempre in uno scambio di merci permettendone la circolazione dei valori e, in quanto scambio diretto tra merci, toglie ogni giustificazione al pagamento di un

interesse.

Conseguentemente, superata una fase iniziale in cui gli aderenti alla Banca del Popolo avrebbero comunque pagato un tasso d’interesse, seppur ridotto al minimo livello compatibile con la copertura delle spese amministrative e del rischio di credito, raggiunta una adeguata diffusione territoriale mediante la progressiva apertura di nuove filiali e unitamente all’acquisizione di una sufficiente massa critica di aderenti, il credito sarebbe infine diventato gratuito con il rischio di credito che, sufficientemente ridotto da una correlata sua diversificazione, sarebbe stato mutualisticamente sostenuto da tutti gli aderenti alla banca stessa, la quale in tal modo si dedicherebbe esclusivamente all’organizzazione della circolazione (gratuita) delle merci mediante la sua specifica attività analiticamente dettagliata da Proudhon. Le operazioni a cui la Banca del Popolo sarebbe stata abilitata erano analoghe a quelle poste in essere dalle banche tradizionali, delle quali replicava la gamma completa anticipandone anche sviluppi successivi:

“1) L’aumento delle riserve attraverso l’emissione dei suoi biglietti; 2) Lo sconto di effetti commerciali a due firme;

3) Lo sconto di ordini e fatture accertate; 4) Gli anticipi su depositi;

5) I crediti allo scoperto su garanzie; 6) Gli anticipi su annotazioni e ipoteche; 7) I pagamenti e gli incassi;

8) Le commissioni;

9) L’organizzazione delle casse di risparmio, di soccorso e di pensione; 10) Quella delle assicurazioni;

11) Le consegne e depositi; 12) Infine il servizio di bilancio.”. (P.-J. Proudhon [1848] 2004: 59).

La liquidità creata attraverso queste operazioni, che afferiscono tutte allo smobilizzo di quello che oggi chiamiamo “capitale circolante” di un’impresa (come avviene nelle Stanze di Compensazione dei Crediti Commerciali che saranno oggetto di approfondimento nel Capitolo III) si sarebbe tradotta nell’emissione di carta (lettera) di credito, denominata Buono di Circolazione in tagli predefiniti di 5, 10, 20, 50 e 100 franchi (francesi).

Figura 2.1: Buono di circolazione da 5 franchi della Banca del Popolo

Fonte: P.-J. Proudhon [1848] 2004: 57

Una moneta bancaria rappresentativa di merci avendo come sottostante il perfezionamento di uno scambio di merci a sua volta spendibile a vista esclusivamente in acquisto di altre merci da parte del suo portatore che risulta garantito dalla banca emittente e, per tale motivo, deve essere accettato in pagamento da tutti gli aderenti ad essa. Insomma da un lato vi è un ordine eseguito, poiché colui che accetta in pagamento il

Buono di Circolazione lo ottiene a fronte di un prodotto già realizzato con il suo lavoro; dall’altro lato troviamo un ordine accettato, dato che colui che utilizza il Buono di

Circolazione, utilizza e consuma la merce ricevuta in cambio di quella da lui ceduta a perfezionamento e chiusura di uno scambio che si rivela diretto nella misura in cui il

Buono è mantenuto costantemente in circolazione, condizione favorita dall’impossibilità di destinarlo a riserva di valore, dato che non comporta la corresponsione di alcun interesse, come avviene anche per chi ricorre all’anticipazione della Banca del Popolo che riceve analogo trattamento, a beneficio di un prezzo delle merci che risulta in tal modo liberato e ridotto della rendita finanziaria:

“Le condizioni di adesione alla Banca del Popolo, se consentono agli aderenti la gratuità del credito come diritto, impongono loro, come dovere, l’impegno di rifornirsi di preferenza, per ogni oggetto di consumo, presso i co-aderenti alla Banca, favorendo così lo scambio, a prezzi ridotti, tra i prodotti industriali dei singoli co-aderenti e buoni di circolazione. Inoltre chi aderisce si impegnerà a consegnare a ogni consumatore non associato i suoi prodotti al miglior prezzo sia contro buoni di circolazione che contro contanti. La crescita del numero degli aderenti spingerà i non aderenti a depositare in Banca il numerario necessario ai loro

acquisti, al fine di procurarsi dei buoni di scambio.” (P.-J. Proudhon, 2004: 57-58).

Emerge chiaramente il proposito di autoregolamentazione dell’attività economica da parte dei singoli produttori che l’azione della Banca del Popolo promuove e garantisce attraverso la sua attività creditizia realizzando, inoltre e come ogni istituto di credito tradizionale, la gestione del rischio di credito per conto e a beneficio dei singoli produttori commisurando ad esso gli importi delle anticipazioni concesse ai produttori stessi. Di diversa natura il coinvolgimento dei lavoratori i cui benefici deriverebbero da un lato dall’aumento del potere d’acquisto dei propri salari grazie alla riduzione dei prezzi operata dai produttori aderenti indotto dalla gratuità del credito ottenuto, dall’altro dalla disponibilità della Banca del Popolo ad aprire il credito bancario anche ai lavoratori. Una operatività del tutto originale in un periodo in cui l’accesso al credito ed al relativo potere d’acquisto era pressoché appannaggio esclusivo dei capitalisti-imprenditori a finanziamento del processo produttivo ed innovativo ma anche a consolidamento, se non anche a determinazione, delle diseguaglianze sociali all’origine dello sfruttamento delle classi lavoratrici in quanto funzionale all’acquisizione della proprietà dei mezzi di produzione.48 Emerge inoltre la consapevolezza in Proudhon del ruolo essenziale che il consumo svolge nella circolazione delle merci e, quindi, nel superamento dell’instabilità del sistema economico condizionato dal livello effettivo della domanda. La diffusione dei

Buoni di Circolazione era, pertanto, indispensabile alla rifondazione del processo di circolazione delle merci in quanto attraverso il pagamento dei salari in Buoni di

Circolazione il loro utilizzo si sarebbe esteso a tutto il sistema degli scambi, realizzando nella sua interezza la riforma monetaria e del credito progettata da Proudhon.

Di particolare interesse alcune specificità dettagliate da Proudhon circa le operazioni che la Banca del Popolo avrebbe posto in essere e più sopra elencate:

- Sconto di effetti commerciali: operazione che permette di monetizzare la tipica forma di vendita a credito ma, in questo caso, incassando da parte del creditore

Buoni di Circolazione spendibili solo nell’acquisto di altre merci.

- Anticipi su merci: operazione che permette di monetizzare parzialmente le merci

prodotte ma non ancora vendute, mettendo in circolazione il relativo potere d’acquisto in termini sempre di Buoni di Circolazione. La Banca avrebbe

48 Interessante al riguardo la vicinanza con la posizione oggi sostenuta dalla Teoria del circuito riguardo alla struttura sociale definita in funzione della possibilità o meno di accesso al credito bancario (Cfr. Capitolo I).

acquistato a termine merci al valore pari alla metà, due terzi, tre quarti o quattro quinti del prezzo di vendita delle merci offerte a garanzia (a seconda della loro tipologia) e depositate presso un magazzino pubblico o terzo indicato, come d’uso, dalla banca. Tuttavia fino al termine del contratto il cessionario avrebbe avuto il diritto di riacquistare le merci, pagando solamente quanto anticipato dalla Banca stessa mentre, alla scadenza del contratto, qualora il cessionario non avesse esercitato il proprio diritto di riacquisto in conseguenza della mancata vendita delle merci depositate, la Banca avrebbe venduto all’incanto pubblico le merci depositate a garanzia ma l’eventuale differenza positiva tra il prezzo della vendita e il prezzo dell’anticipo sarebbe stata riconosciuta al cessionario delle merci. Questa “anomalia” si spiega ancora una volta con lo scopo principale che l’operatività della Banca del Popolo intendeva perseguire e che consisteva nel garantire la circolazione delle merci (compromessa dalla tesaurizzazione della moneta). Per Proudhon l’operazione di anticipo su merci è strumento essenziale “[…] per svuotare i magazzini pieni zeppi di prodotti senza sbocco e correre in soccorso del commercio e dell’industria.” (P.-J. Proudhon, [1848] 2004: 59) ai quali, di fatto, riconosce l’intero ricavato della vendita di quanto acquisito in seguito alla sua mancata vendita nei termini contrattuali.

- Anticipi su garanzie e su ipoteche: operazione che non coinvolge il processo di circolazione bensì quello di produzione. Si tratta in questo caso di aperture di credito che si differenziano tra loro per la natura della garanzia richiesta dalla banca e che sono destinate a finanziare il processo produttivo in termini di acquisti di fattori produttivi e pagamento di salari. Anche in questo caso il loro utilizzo sarebbe avvenuto sempre e solo con l’emissione di Buoni di Circolazione, che in questo caso, rappresentano il controvalore di merci di produzione futura.49